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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 14/01/2022 in tutte le sezioni

  1. Certo, ma ribadirlo a ogni messaggio di @Dix Leroy in merito, con tanto di battutina sarcastica ogni volta, è stucchevole, soprattutto perché non mi risulta che Dix abbia mai fatto altrettanto nei confronti di chicchessia, dimostrandosi anzi uno degli utenti più rispettosi e pacati del forum. Da quale pulpito tu distribuisca patenti di bigottismo e sessuofobia agli altri, poi, mi sfugge. Proprio in virtù della libertà di espressione, qui sopra Dix deve sentirsi libero di esprimere le proprie opinioni senza che nessuno lo stigmatizzi o si permetta di affibbiargli epiteti la cui natura offensiva è ben nota. E questa no, non è libertà di espressione.
    7 points
  2. E se anche fosse sono fatti suoi e ha tutto il diritto di esserlo, dato che non viviamo in un Paese totalitario. Però se mi sbaglio correggetemi pure.
    2 points
  3. Buonasera a tutti. Ho appena finito di leggere questa storia e mi ha piacevolmente sorpreso. Winnipeg, a essere onesto, mi aveva lasciato un po' in un limbo; avevo apprezzato il finale, molto meno l'aver preso un maniaco assassino, che anzi proprio nel suo essere un maniaco assassino trovava la sua ragion d'essere, e l'averlo trasformato in un misterioso mr. X; e avevo difficoltà a credere che l'assassino che con il suo campionario di mostri al seguito aveva raso al suolo un trading post e due città tanto perché gli girava e il machiavellico organista (!) che suona Bach a memoria e si allea coi cinesi fossero lo stesso cieco. Ad oggi la considero il peggior episodio di un ipotetico – chiamiamolo così – "Innocenti-verse", cioè quelle storie originate da Il passato di Carson e che si ricollegano, ora in un modo, ora nell'altro, a quei personaggi e quelle vicende. --- ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER! Perciò, non appena riconosciuto Mike Foster all'inizio di Alla ricerca delle navi perdute, ero curioso di scoprire dove si sarebbe andati a parare. I miei dubbi su Winnipeg originavano in fondo dalla revisione, che non gradivo, di Jack Thunder. Il resto era andato alla grande, tranne forse l'espediente un po' telefonato della setta cinese del Drago e i disegni – ma è un mio problema con Font, che non amo. C'era dunque da essere fiduciosi. La fiducia è stata ampiamente ripagata. Leggendo qua e là il topic, vedo che è già stata rilevata la "lentezza" con cui la storia procede e con la quale si arriva al ricongiungimento tra i vari gruppi di personaggi. Non è stata un problema per me (anzi!) e trovo che si sposi benissimo con l'ambientazione. Bruzzo (che ha disegnato tra l'altro L'uomo di Baltimora: non lo ricordavo), ha prodotto alcune tra le tavole più belle dell'ultimo decennio texiano. Alcune davvero da applausi, come la tavola iniziale, la fata Morgana in La campana nella nebbia o certi paesaggi del primo albo. Se devo fargli un appunto, il capitano Bailey e il tenente Hillary sono a volte disegnati un po' troppo simili. Molto bene invece su Tornuak, Dallas, Kathy Dawn e Taqukag e sulla ripresa del modello ticciano per lo sciamano Mahaha. Per quanto riguarda la storia, trovo che Boselli si sia districato bene con la quantità di personaggi messi in campo. Forse a tratti ha calcato un po' la mano (la sensazione è che i membri della spedizione, a un certo punto, fossero un po' troppi per gestirli tutti alla perfezione: una manciata è prontamente finita sotto terra e le scene di azione – che pure non sono troppe – ne hanno sicuramente giovato). Non mi è pesata la scelta di mettere in campo, regolarmente, tre o quattro gruppi di personaggi in contemporanea, saltando ora all'uno ora all'altro ora all'altro ancora, anzi credo che a parte qualche volta qua e là l'alternanza sia stata gestita fluidamente. Forse anche l'arrivare da una storia con caratteristiche simili (Il mostro del gran lago salato, in cui si salta spesso tra Tex e Carson, Dayak e il Siats, e le vicende al forte) ha giovato. Quanto agli scontri, molto bello quello tra i marinai del gruppo di Dallas e i Mahaha. Nel finale abbiamo poi una classica sparatoria, sì, ma con la variante dell'intervento del cacciatore Inuit che, da solo, abbatte il colossale orso polare; appurato poi, e ormai da un albo abbondante, che i cannibali dell'artico sono identici a quelli affrontati in Tex 600, ho apprezzato lo sforzo di scostarsi da quello scontro (anche se l'inizio dell'atto, in fondo, è identico). Sarà poi inconscia associazione di idee, ma i Mahaha che fuggono terrorizzati dalle scariche di fucileria per rifugiarsi nelle loro capanne, più che i demoni della nebbia, mi hanno ricordato i misteriosi indigeni de Le terre dell'abisso. Miglior personaggio, senza dubbio alcuno, è Tornuak. Caratterizzato sia fisicamente che caratterialmente, ha una sua evoluzione e un suo arco narrativo e soprattutto un epilogo perfetto. Personalmente, e andando a memoria, la ritengo la miglior storia dai tempi di La mano del morto.
    1 point
  4. Accetto ovviamente la segnalazione del lapsus, e pensare che ci avevo anche riflettuto sopra. Pazienza, si vede che il mio destino è inciampare e che gli altri ridano del fatto (mentre quando capita agli altri non rido e aiuto a rialzarsi). Per la seconda questione accetto di essere apostrofato come bigotto e sessofobico (in mancanza di termini più adeguati e meno discriminatori) ma continuo a pensare che in un prodotto che non fa della mercificazione della figura femminile un suo tratto distintivo il mostrare queste immagini è inutile, volgare, diseducativo, offensivo (per i lettori e per le donne), gratuito, anticlimatico ecc... ecc... Capisco che è la norma e che ai più non frega un accidente, ma dispiacersi perché una vignetta (la quarta e non la terza) disturbi anche UN solo lettore e questi abbia il coraggio di scriverlo va accettato e basta. Non ho certo chiesto la testa del responsabile o detto che farò causa alla Bonelli o nemmeno che prenderò a sassate le auto di chi oserà controbattere al mio commento. Comunque Jeff Bridges sarebbe stato un ottimo Jeff Bridger (mi è piaciuto anche come nuovo Grinta).
    1 point
  5. Un conto è sparare al bersaglio, un altro farlo a casaccio e usando termini impropri. Rispondo brevemente e poi concludo, perché l'argomento di questi post rischia di diventare OT. Secondo il tuo ragionamento, allora, da Lestrade alla regina Vittoria sono tutti incapaci. Watson ha un ruolo preciso, ben delineato nei quattro romanzi e 56 racconti del canone originale e successivamente, in molti apocrifi anche recenti, ha assunto una struttura e raggiunto una considerazione ben lontane da quella figura da inutile idiota che gli hai attribuito tu. Non vivrebbe di luce propria, ma in molti casi si muove con autonomia, consapevolezza ed ottenendo risultati. Non vivrebbe a lungo - editorialmente parlando - nemmeno Kit Carson; certo, i "cattivi" non si limiterebbe a scriverli alla lavagna a beneficio della maestra. E' una spalla ideale del protagonista, come ho sostenuto esserlo Watson per Holmes: complemento, proiezione del lettore, aiuto. Quel che si vuole. Holmes e Tex esisterebbero senza Watson e Carson? Certo, ma non sarebbero gli stessi, perché una serie ha bisogno di punti riferimenti diversi dal protagonista, altre "ancore" più o meno ricorrenti e comunque presenti. Se poi tu in Watson lo interpreti come un personaggio che al cinema avrebbe interpretato bene solo Jerry Lewis, beh... Il farmi da parte, a vantaggio di tutti gli altri forumisti non interessati alla questione l'ho già dichiarato.
    1 point
  6. L'ho spesso fatto, lo faccio ancora e lo farò in futuro. Per il semplice motivo che amo disegnare, quindi, aldilà della bellezza della storia (che ha ovviamente il suo peso ci mancherebbe), mi capita spesso di ammirare, studiare le inquadrature e le luci, ricopiare pose ed espressioni delle vignette; tutto ciò si fa meglio quando le tavole sono realizzate dai tuoi disegnatori preferiti.
    1 point
  7. Ma anche oggi. Basta sapere l'italiano. Poi, va be', visti gli psicopatici che ci sono in giro se un autore oggi scrive "nero" non me la sento di biasimarlo. Forse il nostro amico di oltreoceano è influenzato dalla valenza dell'inglese "nigger", che però niente ha a che fare con l'italiano "negro". Ma è una questione già ampiamente dibattuta qui sul forum, che eviterei di riprendere, visto il numero di sordi al riguardo, oggi inopinatamente alto.
    1 point
  8. Storia clamorosa! Arrivo in ritardassimo a commentare una delle storie più riuscite degli ultimi tempi! Molto è già stato detto, mi limito ad approfondire un punto in particolare: la "medicina" di Charvez. Ho letto diversi interventi che sostenevano come questo aspetto non sia stato sufficientemente sviluppato dall'autore, che il personaggio di Charvez rimane una sorta di "non finito" proprio per la mancanza di approfondimento di questo aspetto soltanto accennato. Che si lamentano del fatto che alla fine non è chiaro se Charvez abbia davvero delle arti magiche o no. Per me, è vero tutto il contrario: questo è uno degli spunti fondamentali della storia e insieme uno dei più riusciti. E invito chi pensa il contrario a rileggersi il dialogo notturno tra Tex e Ada: "Che io ritenga reali le arti magiche di Charvez? Una cosa è reale quando funziona, Ada!" E medicina di Charvez funziona: ne fanno le spese Matt e compagni, che ormai terrorizzati dall'avversario cercano la salvezza nella fuga e finiscono invece nelle sue braccia; ne fa le spese Rick Simmons, indebolito psicologicamente dai ripetuti incubi notturni - vere influenze nefaste di Charvez, o solo frutto della suggestione? Non lo sappiamo, non sappiamo se la medicina di Charvez sia vera magia o siano soltanto trucchi, rimaniamo nell'incertezza su questo punto. Anche Tex non lo sa, ma lui NON SE NE CURA. Sa che in un modo o nell'altro la medicina di Charvez, vera o presunta, funziona, indebolendo i suoi compagni e soggiogando i seguaci del predone indiano; e decide di combattere il nemico sul suo stesso campo, provando che la medicina di Aquila della Notte è più forte. E il duello tra i due capi non è solo quello fisico della parte finale della storia, ma è un duello a distanza in cui ciascuno dei contendenti cerca di esercitare la propria influenza e di indebolire quella dell'avversario: Charvez con i suoi feticci, Tex che risponde rimandando un feticcio dell'indiano al mittente, disegnando un'aquila sulla sabbia, impersonando uno spirito delle caverne... (Rispondendo anche a un post precedente: è un Tex molto "indiano" questo, che conosce quel mondo con la sua cultura e le sue tradizioni, e ne fa parte). E anche quel genio di Silent Foot capisce che Charvez va combattuto sul suo stesso campo, decretando la sua morte per mano di Ada: lui che nessun uomo avrebbe potuto uccidere - e anche qui non sappiamo se sia vero o solo superstizione, ma non importa! - viene ucciso da una donna. La medicina di Charvez è definitivamente sconfitta! Ma in tutto questo, forse la medicina più forte è quella di Ada e Rick, nella loro capacità di crescere e amare un figlio. Alla fine, con la scelta di Daniel, è proprio la loro medicina a vincere su quella di Charvez. Voto: 9, molto abbondante!
    1 point
  9. Questa storia la considero tra le migliori di GLB. Ogni volta che la rileggo, risulta sempre migliore. Il tema è classico, abbiamo i soliti piccoli rancheros, che vengono pian piano divorati e distrutti dalla solita famiglia prepotente. Ma abbiamo molti risvolti e colpi di scena che vanno ad esaltare aspetti che fanno di questa storia un piccolo capolavoro. Intanto i dialoghi sono tra i più brillanti, e me ne accorgo leggendo la saga texiana in ordine cronologico; infatti con questa storia GLB sembra curare meglio i dialoghi (sia quelli tra Tex e Carson ma anche quelli tra gli altri personaggi), assumendo quasi un tono da film. Memorabile, da 10 e lode il dialogo tra Tex e Carson, quando quest'ultimo più o meno dice di aver già visto una storia come quella in cui si sono imbattuti, in un teatro qualche tempo prima, in uno spettacolo intitolato: "Giulietta e il Rodeo". La storia è piena zeppa di scene memorabili, sparatorie, scazzottate, personaggi interessanti, tra cui uno sceriffo legato ai Mac Kennet che poi si redime e passa nettamente dalla parte dei nostri, prendendo coraggio e mostrando anche i denti. Un gruppo variegato di cattivi: il losco Bull Hocker soprastante dei Mac Kenneth, Red Mac Kenneth, il figlio che ruba al padre, finisce in modo tragico. La banda Carleton, i cui componenti sono degli assassini senza scrupoli e rimorsi, non esitano ad ammazzare a sangue freddo un povero barman, che tempo prima era stato testimone ad una rapina. Indimenticabile quando i nostri requisiscono tutte le armi e le distruggono dal fabbro Olaf. Da incorniciare anche la sparatoria verso la fine con i Carleton e il finale tragico del figlio dei Mac Kenneth. Da ricordarsi che questa è la primissima prova di Letteri, il cui segno ancora acerbo mostra già qualità elevatissime, sia nel raffigurare le persone che le ambientazioni. Una svista: a pagina 67 troviamo Tex a piedi avanzante verso i Carleton, mentre poco prima e subito dopo è a cavallo. Per concludere darei alla storia un bel 10 tondo tondo.
    1 point
  10. Oggi, me compreso in un altro spazio di questo forum, a Giobbe Borden stiamo chiedendo il ritorno di un bel po' di personaggi scomparsi, intanto sperandoli come "presunti tali". A questo punto gli suggerisco uno speciale "Tex Storie Brevi" da far uscire ogni 2 novembre, con una serie di episodi ad hoc che spieghino come certi nemici abbiano in realtà salvato la pellaccia lasciando immaginare un loro possibile ritorno. Lo dico a beneficio di texwiller.ch, che conoscerebbe incredibili record di interventi per commenti e nuove proposte.
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