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TWF - Tex Willer Forum

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Contenuto popolare

Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 28/06/2022 in tutte le sezioni

  1. Mi riallaccio alle ineccepibili analisi di Diablero e posso confermare che funziona esattamente così, per esperienza diretta (una MAREA di amici e conoscenti hanno abbandonato, ed erano texiani "duri e puri"!). Il modo migliore per convincere un lettore che sta "lì lì" per mollare a compiere il passo fatidico, è quello di fargli balenare la giustificazione mentale di non essere più in grado, per motivi di costi o di spazio (...attenzione anche a questo fattore: ma avete idea di cosa comporti, in termini di stoccaggio, un anno di Tex nel 2022, rispetto a trent'anni fa?), a proseguire la collezione. Venuto meno l'automatismo del "che vuoi che sia, è un albo al mese", è un attimo (per l'appunto, il primo Tex lasciato lì) a far crollare il castello di carte: via il dente, via il dolore. Quanto ai nuovi lettori.....ma chi potrà mai, in futuro, decidersi a collezionare un personaggio che si avvia - surrettiziamente, ma sostanzialmente - a divenire un settimanale? Per come la vedo io, esauritosi lo "zoccolo duro" (per ragioni non solo anagrafiche, ma anche legate al voler "tirar troppo la corda"), nessuno potrà più anche solo pensare di ricostruire una raccolta completa di Tex, oramai dispersa tra mille rivoli di molteplici edizioni che (cosa da non sottovalutare) si intrecciano l'una con l'altra per esigenze di continuity, inibendo ancor di più i velleitari "completisti". Il tutto, tralasciando il fatto che il livello medio qualitativo delle storie non può che calare, all'aumentare della quantità. La cosa è matematica.
    4 points
  2. Scusa, ma fatico a capire il senso di questa affermazione. Cioè, c'è una logica dietro? O è una frase fatta? Perché dire che oggi ci sono sempre più "competitor" (verissimo) significa che il lettore ha sempre meno tempo e più alternative, quindi dovresti aumentare la QUALITÀ, non la QUANTITÀ. Aumentare la quantità abbassando la qualità è controproducente se hai dei concorrenti. Infatti, non è MAI una strategia per "battere la concorrenza", perchè si basa sul fatto che NON HAI CONCORRENTI su un "qualcosa" (Tex) che puoi produrre solo tu, e nessun altro, e che ha un valore affettivo per molti acquirenti. In pratica "svendi" per far cassa la benevolenza che altri hanno accumulato nel corso di decenni. Guarda, io invece mi sono reso conto che "essere criticone" (cioè AVERE DEGLI STANDARD E CERCARE LA QUALITÀ) è un elemento ESSENZIALE per "godersi la vita". Perché una vita passata ad accettare DI TUTTO, per paura che gli altri ti dicano che sei "criticone"... vuol dire ingoiarsi tanta ma tanta di quella robaccia, che la vita te la godi ben poco! Col in tempo e i soldi risparmiati non comprando un maxi di Nizzi, mi compro una bella pizza napoletana e poi un bel gelato! E mi sa che la vita me la godo più io del poveraccio che quel mattone se lo deve pagare, leggere e poi trovargli posto in casa!
    3 points
  3. Io invece mi sa che lo lascio in edicola, anche se non sono sicuro che non cambierò idea (magari attendo che ci siano le recensioni nel forum) Gli autori Bonelli e i critici che di fronte alle lamentele sulla proliferazione delle uscite rispondono "che problema c'è, se non lo vuoi non comprarlo" dimostrano purtroppo (purtroppo per la sopravvivenza della casa editrice, intendo) una preoccupante mancanza di comprensione di come funziona l'impulso all'acquisto nei "fan" (e quindi, nei loro lettori). A dirla tutta, una mancanza di comprensione molto strana per gente il cui mestiere dovrebbe basarsi proprio sul comprendere certi meccanismi. (poi però vedi l'andamento delle vendite e cominci ad intuirne le cause...) Un "fan", contando fra questi anche i semplici lettori regolari, acquista in automatico. È una cosa abbastanza ovvia e normale: se ti piace Harry Potter ne compri tutti i romanzi che escono, non uno sì e uno no. Aumentando le uscite, specie se viene fatto chiaramente per "spremere il limone" senza una motivazione basata sulle storie, è nella normalità delle cose che ci siano cose che non piacciono, e all'aumentare delle uscite saranno sempre di più. Fino al momento in cui il "fan" decide di lasciare una di quelle cose in edicola. Forse certi "esperti di marketing" della domenica pensano che questa cosa non cambi niente, e poi rimangono ogni volta stupiti di come, storicamente, queste manovre facciano crollare le vendite in maniera più che proporzionale (cioè, si è visto che se aumenti le uscite man mano, una volta superata la soglia di tollerabilità di troppi lettori, un aumento del 5% ti fa perdere il 10% delle vendite. Cioè non ti comprano nemmeno albi che ti avrebbero comprato senza quell'aumento). Non capiscono che quando lasci in edicola il primo albo, cambia tutto l'atteggiamento mentale. PRIMA ti chiedevi "ci sono motivi per cui NON dovrei comprare questo albo? Gli altri li ho già tutti...", e quindi, nel dubbio o nell'indifferenza per un dato autore o un dato albo, compravi. DOPO ti chiedi "c'è un motivo PER comprare questo albo? Tanto già me ne mancano, cosa conta se me ne manca uno in più? Così risparmio soldi e spazio...", e quindi, nel dubbio o nell'indifferenza per un dato autore o un dato albo, NON COMPRI. Io mi sono comprato un sacco di ciofeche di Nizzi che non ho letto e non leggerò mai, per non avere "buchi nella collezione" (il costo, in termini di soldi e spazio, all'epoca era ridicolo, erano 12 albi all'anno, non 40, e costavano molto meno di oggi rispetto all'inflazione), e in base a quello che so di TUTTI i miei amici che leggono fumetti Bonelli, fino ad un certo punto abbiamo fatto cosi, anche se c'era un autore non gradito non si lasciava un "buco" nella collezione. Poi alla fine ti stufi e non lo fai più. E parte la frana. Faccio l'esempio personale con Dylan Dog. Per anni li ho comprati tutti, anche se c'erano autori che non gradivo (Chiaverotti per esempio). Poi quando hanno iniziato con special, maxi, dylandogoni, Color Fest, etc ad un certo punto mi sono stufato e ho iniziato a non comprare quelli di Chiaverotti e Montanari e Grassani e altri autori che non gradivo. Ma a quel punto scatta il cambio di prospettiva che citavo prima: se lascio lì quelli di Chiaverotti perchè comprare gli altri? Devo avere una ragione. Quindi sono passato in fretta dal "non comprare quelli di X, ma comprare gli altri" a "comprare SOLO quelli di Y e Z, e lasciare lì tutti gli altri di A, B, C, D, E, F, G, H.....". Dopo un po' compravo solo un Dylan Dog all'anno, forse meno. Dopo un po' non sono stato nemmeno più a controllare gli autori, non ho più nemmeno preso in mano un Dylan Dog in edicola... (questo è accaduto ANNI prima dell'arrivo di Recchioni, non c'entra niente, quando è arrivato - e la cosa è stata tanto strombazzata che mi ha incuriosito - gli ho dato una possibilità e ho ripreso ma poi ho perso qualunque fiducia visti i risultati e ho smesso d nuovo)
    3 points
  4. La notizia di una seconda prova di Freghieri sulle pagine di Tex, per quanto mi riguarda, non può che essere accolta con estremo piacere. I suoi disegni saranno certamente, se non il quid in più, uno degli aspetti di maggiore rilevanza in una storia che, dalla breve anticipazione di trama, non sembra in tutta sincerità promettere di rimanere negli annali, in quanto sa molto di già letto e di trito e ritrito (unica parziale eccezione, forse, la presenza di una piacente vedova). Con ciò non intendo bocciarla a prescindere, aspetto anzi che esca in edicola per poterla leggere nella speranza di essere smentito, tuttavia una storia dalla trama simile mi induce a pormi alcune domande. In primis: era davvero il caso di pubblicarla in un'uscita bis, dunque de facto un'uscita straordinaria? Di conseguenza, se le uscite bis (tolta la meravigliosa storia sul bis dello scorso anno) devono essere di carattere così ordinario, vale davvero la pena proporre questo tredicesimo numero?
    2 points
  5. Siamo al solito copione che si ripropone, periodicamente, da qualche anno a questa parte. Cioè ogni volta che la Bonelli ci mette di fronte all'ennesima uscita extra di Tex, di cui ormai ho perso il conto. E come ogni volta devo leggere i commenti degli "ingenui" per i quali "che problema c'è, se non lo vuoi comprare lascialo in edicola", tanto l'importante è che ci siano sempre più storie da leggere, e pazienza se alcune faranno c..are perché sono scritte male e in fretta. Poi, come ogni volta, comprerò anche questo albo, ormai più per collezionismo che per reale interesse, dato che non mi aspetto poi molto da questa storia. Ma anche per me la corda comincia ad essere al limite della tensione e lì lì per spezzarsi, e temo che verrà presto il momento in cui comincerò a lasciare tutto in edicola fuorché le storie di Boselli.
    2 points
  6. In riferimento alle tante uscite proposte dalla SBE , IN PARTICOLARE IN ESTATE, di cui il TEX bis ne rappresenta l'ultima, voglio dire la mia . Sono un lettore di Tex da circa cinquant'anni , quindi si intuisce anche la mia età anagrafica ha questa passione ed oggi ha la fortuna di potersi permettere di spendere questi pochi euro per comprare le avventure del suo eroe . La SBE propone ed investe per produrre ed ottenere anche un utile d'impresa, Ci offre la possibilità di trascorrere una mezz'ora di serenità. Non obbliga nessuno! Non penso di rischiare un "overdose" leggendo 4/5 fumetti in un mese . lggo anche alche altra prosposta della SBE ed in Estate avendo più tempo compro anche le proposte a colori degli altri eroi. Certo a volte la qualità ne risente ed aumentando l'offerta aumenta anche la possibilità di sbagliare . Tuttavia mi sembra che ultimamente ci si lascia andare a considerazioni che vanno oltre misura, rispetto al prodotto fumetto. Il fumetto è un intrattenimento popolare , un tempo diffusissimo ! oggi sempre più di nicchia e non può lasciare , paradossalmente, il mercato sfornito , considerata la presenza di sempre maggiori competitor multimediali ( giochi, serie TV , manga, ... e chi più ne ha più ne metta) Quindi io comprerò tutto quanto la SBE pubblicherà di inedito su TEX, apprezzo lo sforzo di offrire prodotti diversi per qualità ( Oggi il TEXONE è considerato uno dei prodotti di maggior prestigio, ma all'epoca nacque per non pubblicare Buzzelli sulla serie normale, ... ). Grazie alle tante pubblicazioni stiamo scoprendo aspetti al contorno che sicuramente sulla serie regolare non ci sarebbero state (vedi lo speciale sul fratello di Tex, o quello su Mefisto (splendido nei disegni e nei testi) o Zagor, inoltre abbiamo la possibilità di apprezzare un parco disegnatori tra i migliori al mondo, di cui Freghieri è l'ultimo acquisto . Spero e penso che parecchi , la famosa maggioranza silenziosa, la pensino come me. Abbiamo la fortuna che il curatore si interfaccia con noi e a volte lascia anche trasparire le tante dinamiche e difficoltà a cui deve rispondere. Siate meno "CRITICONI" E GODETEVI LA VITA anche in compagnia del ns. eroe saluti
    2 points
  7. "lettori"? Ah ah ah ah! La necessità l'avverte l'editore, su consiglio del suo commercialista! Secondo me, se siamo "solo" a 40 Tex pubblicati all'anno, il merito è di Boselli che ancora tenta di resistere. Se fosse stato per Airoldi e l'editore a questo punto avremmo già avuto nuove serie del tipo: "Tex Team-up", una collana mensile di avventure di Tex con altri eroi Bonelli, da Gea agli Orfani (che ci vuole? Basta che trovi una macchina del tempo...) "Old Man Tex" serie mensile con la storia del Tex di 70 anni che va in Europa a combattere un invasione di licantropi proto-nazisti durante la prima guerra mondiale "Tex What If", Mefisto tipo Osservatore osserva realtà alternative in cui Tex è una donna, o un criceto... Ovviamente, la serie regolare sarebbe già diventata settimanale. Per risparmiare i disegnatori li avrebbero trovati in Cina...
    2 points
  8. SPOILER Spettacolare speciale di Boselli & De Angelis, con il primo che evidentemente non ne aveva abbastanza di sfornare gioielli su Tex, Tex Willer e Dampyr anche quest'anno e si è "inventato" questo speciale estivo che, secondo me, più speciale di così non poteva essere, tanto la storia e i disegni mi hanno entusiasmato. Partiamo dunque dalla storia, che, come ho detto, è un ennesimo, piccolo capolavoro Boselliano: una storia veramente ben ideata, ben strutturata e ben scritta. La storia nasce con lo scopo di giustificare l'apparente incongruenza tra il "potente" Mefisto della recente storia Pinkerton Lady e il Mefisto, molto più "debole" e privo dei poteri della storia di Boselli (benché essa sia cronologicamente precedente), nella sua prima apparizione sul numero 3 della serie, Fuorilegge. Ebbene, secondo me, l'autore riesce a trovare una spiegazione convincente e plausibile con un racconto che si va perfettamente a inserire nella continuity, riprendendo alla perfezione i fili narrativi legati a Mefisto. Ma l'aspetto che forse mi ha più fatto apprezzare l'episodio è la sua trama inconsueta e insolita per essere una storia di Tex, con pochissime sparatorie (buona parte degli spari, tra l'altro, avvengono durante gli spettacoli di magia di Mefisfo) ma con molti intrighi e magie che la rendono assolutamente avvincente. Questa storia ha, secondo me, fatto risaltare ulteriormente le capacità di sceneggiatura di Boselli, capace di tenerti incollato per 130 pagine senza bisogno di sparatorie e con una bassa dose di azione. Ci sono anche molti dialoghi, ma sempre scritti benissimo e mai noiosi. E poi questa storia si è resa più memorabile perché il buono muore. Eh sì, benché sia una storia di Tex, il buono (non il protagonista), cioè il Detective Tayman, fa una (inevitabile) brutta fine a causa di Steve e della sorella Lily (tra l'altro, davvero interessante come ci vengono raccontati l'incontro tra i due fratelli e il loro sodalizio criminale). Se Tex fosse una saga cinematografica, questo lo vedrei benissimo come uno spin-off incentrato sul cattivo che ne sveli i retroscena. Bellissimo infine l'epilogo, con il cameo conclusivo di Tex e con le due vignette finali splendide. Ci sarebbero altre cose da dire, tanto la trama è appassionante e densa di avvenimenti, ma mi posso fermare qui perché tanto si è capita l'antifona. De Angelis si trova a perfetto agio nelle ambientazioni principalmente cittadine di questo episodio e, come al solito, disegna delle tavole che sono una gioia per gli occhi. Uno degli aspetti che apprezzo di più è la grande espressività dei volti. Discreta la cover di Dotti, essenziale ma allo stesso tempo efficace. Storia: 9 Disegni: 10
    1 point
  9. Fino ai primi anni ottanta l'appuntamento in edicola era con il Tex mensile e poi il tre stelle per i rarissimi numeri che mancavano. Zagor arrivava in pochissime copie e bisognava essere svelti. Poi c'erano Mister No e Mark, copie che arrivavano su ordinazione. Erano serie che nella mia cerchia di amici non seguivamo. Quelli che li collezionavano erano conosciuti, uno aveva la serie di Mark (cioè tenta o quaranta numeri) un'altro la collezione di Lando. Per Ken Parker bisognava spostarsi, interessava praticamente solo gli adulti. Qualche numero arrivava così tra le nostre mani. Insomma, l'appuntamento mensile era UNO, e che attesa! Niente internet, niente anteprime. A volte arrivavano pile di trenta o quaranta arretrati rigorosamente di Tex e si contavano i soldi per sapere quanti numeri e quali prendere tra quelli mancanti. C'erano anche le buste a sorpresa, riuscivamo lo stesso a capire cosa contenevano, erano più economiche e si risparmiava. C'era Zagor Raccolta. Poi sono arrivati in ordine Bella e Bronco, Gil, Martin Mystere e quindi Dylan Dog, Ma eravano già un po' più grandi e con più soldi in tasca. E nel 1985 la Tutto Tex e poi anche la Tutto Zagor. Mi metto nei panni di un ragazzino di oggi. Beh la maggior parte ha più soldidi quanto ne vedessimo noi, ma come fanno a seguire tutte queste serie con più uscite speciali? Non è che la crisi e il calo di vendite è motivato anche da questa proliferazione di uscite?
    1 point
  10. Cari Pards Seguo il Forum da anni e mi fa piacere essere parte di una comunità seppur virtuale che si interessa di un mio "hobby" che coltivo sin dalla prima fanciullezza. Mi interessa soprattutto conoscere le anticipazioni e le opinioni di tanti lettori. Mi fa molto piacere conoscere anche le idee del curatore e degli altri autori e di tutti voi , Tuttavia Non ho molto tempo per rispondere , né approfondire oltre un certo limite, per cui mi scuso se non ribatto a chi mi ha risposto in modo puntuale. Ribadisco che rapportando il costo di un fumetto Bonelli con altri piccoli beni voluttuari e di piacere ( da un gelato , alla tazzina di caffè,...) possiamo certamente affermare che è veramente minimo e popolare , nonostante sia sempre più un prodotto di "nicchia" rispetto al passato. Quando ero ragazzo, potevo solo immaginare e sognare : avventure di Tex in formato gigante(TEXONE) o in formato cartonato a colori (alla francese)o le nuove avventure del giovane Tex, scritte nel rispetto delle caratteristiche del personaggio , ma inserite in un contesto storico abbastanza aderente alla realtà dell'epoca ed altre offerte che oggi la SBE ci offre . Le apprezzo e le compro. Non tutto mi piace e non sono esente dal criticarle . Ad esempio anche le ultime storie di Nizzi pubblicate le considero una iniziativa poco riuscita , tuttavia ci sono lettori che hanno gradito questa iniziativa. Non riesco a rispondere a quanti "criticano" o non condividono le mie posizioni in maniera puntuale , ribadisco che molte volte ritengo alcuni commenti veramente esagerati, ovviamente ognuno di noi ha una sua sensibilità ed una propria visione del mondo , che va rispettata. Tex per me è un'amico, che mi fa piacere trovare in edicola in tante offerte e di cui possiedo tutto ciò che di inedito viene prodotto, perché in ognuna di esse , ci trovo un'occasione d'incontro e di trascorrere un momento di relax. Ribadisco, infine, che l'aumento della produzione proporzionalmente aumenta anche la possibilità di sbagliare. All'inizio Tex era edito su una striscia di carta opera di un soggettista brillante (GLB) e di un disegnatore (Galep) che ci lavorava di notte; lavoravano sulla base di documentazioni quasi inesistente , dando sfogo in particolare alla loro fantasia ed immaginazione; poi siamo passati all'edizione "gigante" e gli autori aumentarono a 5/6 , con maggiore adesione alla realtà ed avendo a disposizione molto più tempo; oggi abbiamo un curatore , 5/6 soggettisti ed un numero di disegnatori che non riesco a contare in maniera precisa, tra i trenta ed i quaranta, forse anche di più, che ci offrono un prodotto su cui ci lavorano anni e che noi "divoriamo" in meno di un'ora e poi subito pronti a criticare ed a sottolineare il minimo "errore" A LAMENTARCI continuamente a trovare la pagliuzza nell'occhio... La mia è una lettura di evasione di relax ! Alla fine cerco sempre di valutare gli aspetti positivi e negativi , dando priorità al soddisfacimento "emotivo" ed al rispetto del personaggio e dei suoi valori , che hanno rappresentato per generazioni il motivo del suo successo ormai ultraottantenne! un abbraccio a tutti in questo torrido fine giugno da "Death Valley"
    1 point
  11. Confondi il concetto di reboot con il concetto di "autori diversi di epoche diverse hanno stili diversi". Per fare un esempio, questo è sempre l'uomo ragno, nessun reboot, solo autori diversi in epoche diverse: Un reboot può anche essere molto simile all'originale, come per esempio il reboot di Dylan Dog in cui è diventato il figlio dell'ispettore, ma non ne ha alcun obbligo, si può cambiare tutto, e infatti, ecco il reboot di Spiderman... La differenza, fondamentalmente, è che con un reboot puoi cambiare TUTTO e non hai nessun obbligo di tenere NIENTE, anzi, se non cambi abbastanza cose come reboot non ha senso (vedi Dylan Dog) In questa storia, si spiega come mai nel numero 3 Mefisto non ha più i poteri che mostrava in "pinkerton lady". Se fosse davvero un reboot, IL NUMERO 3 NON ESISTEVA. E questa storia poteva invece spiegare dove Mefisto trovava i robottoni giapponesi con cui distruggeva Tucson a colpi di maglio perforante in una prossima storia di Tex Willer... La differenza la vedi anche in kit Carson: in un reboot Kit Carson potrebbe anche essere un traditore ed una spia, e Tex lo uccide nel numero 50 di Tex Willer, numero speciale con copertina variant metallizzata. Se dai per scontato non solo che Kit Carson sia una persona onesta, ma che un giorno diventerà pards di Tex, allora tu stesso non credi che sia un reboot. In un reboot non potresti farci affidamento. (nel reboot degli avengers, Vedove Nera è una traditrice, uccide moglie e figli di Occhio di Falco e viene uccisa da lui)
    1 point
  12. Esattamente quello che dicevo poco sopra...checché se ne dica, un reboot a tutti gli effetti...sfido chiunque a dire che l'ambientazione, il contesto, Mefisto, Lily e persino lo stesso Tex siano raccontati nello stesso modo che nelle strisce di Bonelli di 70 e passa anni fa. Nulla di male, e in fondo è inevitabile. Piuttosto : il discorso del "canonico" è un po' un campo minato, in quanto Boselli sta innegabilmente compenetrando questa sua serie-reboot con la continuity della serie principale. Ma a me queste cose, cosa sia "canonico" e cosa no...e il fatto di "colmare i buchi", poco importano. Mi interessa di leggere storie che mi esaltino.
    1 point
  13. Kane viene presentato all’inizio (nella descrizione del macchinista) come il tipico "ricco prepotente" che fa il bello e il cattivo tempo nel paese. Anche GL Bonelli aveva questa vena un po' "anarchica" e gli stavano sulle scatole quelli che si atteggiavano a granduomini, e ne ha fatti pestare tanti a Tex. Solo che GL Bonelli era meno "teorico" e gli faceva fare qualcosa di PRATICO per dare lo spunto a Tex per menarli... Non so se qui Manfredi abbia cambiato idea, o se si sia dimenticato di fargli fare qualcosa per meritarsi l'atteggiamento di Tex (tutta la storia mi ha dato l'impressione di essere stata scritta "a braccio", gli arzigogolamenti sembrano decisi sul momento e non parte di un piano), o se riteneva che bastasse essere ricco e potente per essere trattato male. Quello che so è che i pezzi si amalgamano male. All'inizio Tex e Kane si affrontano come persone pratiche, a Tex interessa trovare i fuggiaschi e i rapinatori, a Kane interessa (pare all'inizio) che Tex si levi dai piedi. Poi cambiano atteggiamento tutti e due. Cosa sappiamo del "regno" di Kane? Che è ricco e potente, ha dei pistoleri ai suoi ordini (lo dice, anche se poi pare che abbia solo il poveraccio che si becca la pallottola), che quando passa un elemento che disturba la pace del suo regno ("un criminale" dice lui, ma dubito aspetti il giudizio di un tribunale) lo fa pestare come una bistecca dai suoi sottoposti e lo fa buttare fuori dal paese. Per me ce n'è può che a sufficienza perchè Tex non lo abbia in simpatia. Non so cosa gli avesse fatto dire Manfredi a pagina 164. Se avesse fatto dire a Tex qualcosa tipo che Kane era peggio di quelli che inseguivano o che Kane era comunque un criminale, non avrebbe avuto senso vederli andarsene senza intervenire. Ma anche la correzione (suppongo che sia qui) stona, è una toppa che non ha lo stesso colore di quello che si è visto prima. Tex che dice che Kane "è un tipo a posto?". Se si è vantato in sua presenza di far pestare la gente di passaggio che non gli garba dai suoi uomnI? (notare il plurale: per l'immagine che ho io di Tex non si scandalizza se un criminale viene preso a bastonate e cacciato via, ma gli girano i coglioni se vede un gruppo di persone che tutte insieme ne pestano una, magari anche legata, non importa se è un criminale) Per giustificare una frase come "è un tipo a posto" (che comunque per me in bocca a Tex stona se riferita ad un boss di paese) bisognava cambiare anche il dialogo precedente in cui Kane si vanta del far pestare la gente dai suoi sgherri. Sarebbe stata comunque una frase "strana" in bocca a Tex, ma sarebbe stata meno stonata. Insomma, prima Kane è presentato come un gangster che tiene in pugno la città avendo a libro paga i peggiori pistoleri (descrizione del macchinista e primo incontro, lo dice lui stesso), poi è solo un proprietario di saloon modesto e simpatico che non fa male ad una mosca, aiuta la legge, ha un solo aiutante che non è manco abile con le armi e gli dispiace che Tex e Carson non vivano lì a difenderlo dalla gentaglia... Molto probabilmente l'incongruenza è anche nella sceneggiatura originale di Manfredi (non ce lo vedo Boselli a far cancellare una banda di pistoleri solo per rendere Kane simpatico), come ho detto la storia sembra scritta molto "a braccio" improvvisando e i personaggi che fanno cose strano sono diversi (perchè Theo spara a Memphis che stava già tornando indietro? Non fa nemmeno parte della banda...), ma anche dopo l'intervento redazionale rimane, anche se magari di segno opposto. O si cambiavano anche i dialoghi precedenti (il macchinista consiglia solo un buon albergo, Kane non si vanta di far pestare la gente), o Tex non doveva esagerare così con Kane nell'altro verso...
    1 point
  14. una storia CON Tex, più che DI Tex, ma tant 'è... trama indicata per un maxi più che per un Texone, non fosse per i bei disegni di Freghieri. Kane è l'anello debole della trama...Manfredi si complica la vita "edulcorandolo"a capo villaggio, quando invece il vero Tex lo avrebbe preso a sganassoni, perchè invece all'inizio appare come il classico "boss da paese"...avrebbe meritato un ruolo più definito nella trama, e ora capisco perchè ecco l'errore secondo me...non tuo,ovviamente. si, per come gli attori e i comprimari (troppi però, e non sempre ben gestiti) recitano un copione classico... concordo con Diablero. la trama è un po'arzigogolata, alcuni personaggi sono mal resi (Kane su tutti), acluni passaggi sono risibili ma quantomeno ci sono un capo e una coda...comunque per me siamo un bel po' sotto la media rispetto a tanti Texoni passati...
    1 point
  15. Immaginavo che l'intervento fosse stato minimo. Perché una certa misura la si scorge in tutta la storia. Una certa ambiguità è rimasta proprio nella parte di Kane: a un certo punto, sul finire del dialogo col notabile, Tex dice più o meno (non ho il testo sottomano): quanto prima noi ce ne andiamo, tanto meglio e' per tutti. In quel "per tutti" io avevo letto un'allusione proprio a Kane, quasi Tex volesse avvisarlo di collaborare, così che i rangers non avrebbero poi approfondito troppo le modalità con cui il suo interlocutore gestiva il potere in città. Tanto che, quando in un secondo momento Tex dice di trovare Kane un tipo a posto, la cosa mi ha francamente sorpreso. Insomma, il vostro intervento redazionale, per quanto efficace, non è riuscito ad eliminare del tutto l'antipatia di Manfredi per il personaggio, che resta in qualche misura presente
    1 point
  16. Concordo. E subito dopo da due iniziali capisce subito chi è il morto (non "sospetta", che dopo l'indizio delle iniziali sarebbe quasi ovvio: no, è proprio sicuro e sa già tutto quello che è successo... ) E non è l'unico "miracolo" che vediamo avvenire: i contadini pregano DISPERATI per la mancanza di pioggia, arriva Tex e DOPO DIECI MINUTI C'È UN TEMPORALE... da cui si capisce che Manfredi non ha mai fatto il contadino in vita sua, se pensa che le nubi temporalesche arrivino in cinque minuti senza essere annunciate nemmeno da un cambio di temperatura... Non ho molto altro da dire sulla storia, nel bene o nel male: non pessima, non eccezionale, dubito che la ricorderò in futuro, quindi meglio che ne parli adesso per un aspetto che mi pare quello più peculiare. Peculiare come le (non) reazioni che ha provocato in giro. Mi immagino così la scena: Manfredi legge le recensioni di qualche Tex di Boselli, e gli va di traverso il caffè, a leggere che nessuno mette più comprimari di lui, che nessuno ci mette i personaggi "grigi" come fa lui... e Manfredi si sente punto sul piano professionale. E fra lampi, tuoni e fulmini (che non mancano mai nelle scene di giuramento), grida che saprà scrivere una storia con tanti comprimari da fare il record su Tex! Contiamo i personaggi che sono (1) identificati e (2) parlanti (i due criteri di solito usati per distinguere i veri e propri personaggi dai passanti sullo sfondo): Abbiamo Billy, Martin e Josephine, la madre di Billy, e poi... quanti membri della banda di Wade? Erano in 14 (12 tolti Billy e Martin), 3 vengono stecchiti da Tex e Carson, hanno delle battute, viene detto il loro nome e quanto valgono. Non sono personaggi che appaiono più volte ma non sono nemmeno comparse sullo sfondo. Per adesso li tengo e mi riprometto di fare una scrematura più avanti considerando solo i personaggi più importanti. Comunque sono finora 16 personaggi. Non metto il ragazzino che chiama lo sceriffo anche se parla e ha un nome, non esageriamo, ma ci metto lo sceriffo che parla un sacco con i pards ed è caratterizzato individualmente. e siamo a 17. Poi arrivano Jeff Barnes e i suoi cacciatori di taglie (e sono 5, e facciamo 22 in tutto). Poi c'è Gordon Wills, Murray, Doc Spaulding, Johnson il barman, Rose, Yancey, Theo, Silver Kane e Gilbert, In tutto sono 31 PERSONAGGI nominati e caratterizzati! Per fare un confronto, nella recente storia di Mefisto in cui molti si sono lamentati per "i troppi personaggi", i nuovi personaggi erano : Ruth, il dottor Crane, Gradmore, Willy, Mister Morryson, Medina, London Crabbe, Hsiang Tao, Somerset, Duke e Lorna, il giudice Matthews, Madame Li. SOLO 13 PERSONAGGI. Meno della metà. Perché allora "il manicomio del Dottor Weyland" sarebbe una storia "con troppi personaggi", e la stessa cosa non si dice di questo texone? Forse perchè nella storia di Mefisto ci sono anche vecchi personaggi? Non trovo molto corretto sommarli, non sono la stessa cosa: i nuovi personaggi vanno presentati e caratterizzati e il lettore deve fare uno sforzo di memoria per ricordarseli poi, mentre su Tex tutti sanno già che sono Yama e Mefisto (e paradossalmente, se contassimo anche i vecchi personaggi dovrei contare anche Tex e Carson e questo texone raggiunge i 33 personaggi, praticamente un record!). Ma dai, leviamoci la curiosità e sommiamo pure quelli: sono Mefisto, Yama, Tom Devlin, Mike, Mandip, Tony Bamonte, Angelo, Bingo, Lefty, e Sam (e gli ultimi 4 per me sarebbero un unico personaggio, "la palestra Hercules", ma vabbè...). Contando anche questi dieci sono 23 personaggi. Contro 31. La differenza rimane notevole. Vogliamo contare i luoghi? Praticamente tutta la storia di Mefisto si svolge in un unica città e in un manicomio. Quante città tocca il Texone? Guardiamo le vicende? OK, sfido chiuque a fare lo schemino degli spostamenti dei 31 personaggi nel Texone con le varie motivazioni. "Personaggi grigi"? Nel Texone ci ne sono Billy, Martin, Doc Spaulding, Silver Kane e il cacciatore di taglie indiano. Nella storia di Mefisto non ce n'è nemmeno uno (anche se Duke e Lorna tradiscono Mefisto, lo fanno solo per avidità e paura) Chiarisco una cosa: NON SONO RIMASTO CONFUSO DAGLI AVVENIMENTI DEL TEXONE, E NEMMENO DI QUELLI DELLA STORIA DI MEFISTO! Entrambe le trame presentano complicazioni, ma non certo al livello di essere poco comprensibili. Solo che mi chiedo come sia possibile che ci siano tante proteste per i "troppi personaggi" (13) e non ce ne siano per 31.... Se la storia dei troppi personaggi è una critica reale e non una "frase fatta" tirata fuori quando si parla di Boselli, per me vuol dire che il problema in realtà è un altro: cioè, se effettivamente c'è qualcosa che rende poco comprensibili al "lettore medio" le storie di Boselli... si vede che non è il numero di personaggi il problema. A parte queste comparazioni numeriche, ne ho una qualitativa: Per molti aspetti, questo Texone mi ricorda il primo di Manfredi, "Verso l'Oregon". Entrambi sono dei viaggi, di diversi personaggi che si incontreranno solo nel finale. Un viaggio in cui i pards vengono ostacolati non solo dalle persone ma anche dagli eventi naturali, frane, alluvioni, etc. In entrambi ci sono continui cambi di location e cambiano le persone che i pard incontrano. E le similitudini finiscono qui... mentre le altre differenze sono tutte "negative" per questo Texone. Mentre in "Verso l'Oregon" la destinazione e le motivazioni erano chiarissime, e tutti puntavano dritti come un fuso sin dall'inizio perso un punto, qui i personaggi vagano un po' come api impazzite. Se in "Verso l'Oregon" da una parte imparavano a conoscere le compagne di viaggio di Tex e Carson, e Tex e Carson erano personaggi a tutti gli effetti di quella carovana, con le loro reazioni e i loro sforzi, qui i vari personaggi sembrano sagome, anche Spaulding che dovrebbe essere borderline alla fine si mostra una pasta d'uomo che potrebbe tranquillamente anche essere un serial killer, la sua (assente) caratterizzazione giustificherebbe entrambe le cose. Tex e Carson qui non sono personaggi, sono una "funzione narrativa", servono a sfoltire man mano i cattivi e non fanno altro. Come dicevo, non un pessimo texone, anche se abbastanza arzigogolato e di sicuro non memorabile. Ma il confronto con Verso l'Oregon, proprio anche solo a livello di caratterizzazione dei personaggi, fa vedere quanto sia calato ultimamente Manfredi come sceneggiatore...
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  17. Letto in treno. probabilmente non ero dell'umore giusto (e si, bisogna essere dell'umore giusto anche per leggere), ma pur considerandola una storia riuscita non mi ha appassionato. Manfredi meglio del solito direi, ma continua a non essere la mia tazza di the su Tex. Comunque fila tutto liscio, a parte che le capacità mediatiche di Tex che capisce solo dalla faccia della madre che il morto non è quello giusto, farebbero concorrenza a quelle di padre Pio, che al solo vederti capiva che eri stato a letto con la cugina e ti dava dello sporcaccione. A parte questo la storia fila. Ma, ripeto, sarà manfredi, sarà che ero di umore strano, non ho provato alcuna emozione. Belli i disegni, del tutto al livello della testata. Non metto voti, ho difficoltà a votare la sceneggiatura. I disegni invece 9.
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