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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 16/09/2022 in tutte le sezioni

  1. Sarà difficile per tutti scrivere Mefisto, ma conto che almeno borden ci risparmi un Tex che rinuncia ad inseguire Mefisto perchè ormai ha 5 minuti di vantaggio e trovare le tracce dopo cinque minuti nella prateria è impossibile, un Tex che poi si fa prendere in giro da Mefisto aiutandolo persino a fuggire meglio, e che poi fa spallucce e torna alla riserva, tanto che gli importa se mefisto è in giro libero? Sulla qualità della storia si possono avere (incredibilmente) opinioni diverse (mi illudevo che una roba simile lo sdegno fosse unanime, e invece... ) ma indipendentemente da questo, il finale è assurdo, contraddicendo totalmente non solo tutte le storie di Tex e Mefisto precedenti, non solo tutte le storie di Tex di GL Bonelli, ma persino le premesse di QUESTA storia.... Anche a darla ad altri, magari Faraci farebbe una storia soporifera, Recchioni farebbe un Mefisto supertamarro, etc, ma dubito che qualcun altro possa pensare che "Mefisto scappa prendendo in giro Tex che si dimostra un incapace" sia un buon finale per una storia...
    2 points
  2. Ho delle riserve anche io su "i sette assassini". Ci si può anche divertire (e curiosamente Borden ci dà dei cattivi-cattivi senza tante pippe mentali), ma siamo decisamente nello splatter-freak ed è davvero eccessivo.
    1 point
  3. In questa storia ho trovato altresì inverosimile il fatto che i due sceriffi abbiano aspettato zitti e buoni dietro la porta nonostante le urla di Boris e le risate di un Tex finto ipnotizzato dopo il confronto con Mefisto, e che una volta visto il cadavere di Boris non abbiano arrestato Tex. Ma tutte queste critiche mi sembrano eccessive, se vogliamo divertirci a trovare buchi di sceneggiatura in storie di fantasia, di esempi potremmo farne a bizeffe credo. Certo questa trama, questo Nizzi, non sono al massimo, ma ciò non ha impedito di godermela. Personalmente accetto di buon grado qualche inverosimiglianza di sceneggiatura in più in una storia con ottimi personaggi, piuttosto che una sceneggiatura perfetta con personaggi ridicoli come "I sette assassini" di Boselli, tanto per fare un esempio
    1 point
  4. Io penso che Boselli, con questo ritorno di Mefisto avesse intenzione di regalarci qualcosa di epocale e monumentale (ben 7 albi totali), con il consueto intreccio narrativo affollato da un nutrito numero di comprimari (sua cifra stilistica), con location accattivanti e scene ben orchestrate ma, secondo me non vi è riuscito appieno, ho avuto l’impressione che, già a partire dal terzo albo dei Cestaro, sia rimasto prigioniero di un plot complesso e un po' macchinoso e che, per uscirne fuori, abbia utilizzato soluzioni che mi hanno lasciato qualche dubbio, tipo le mosche infernali che attaccano e uccidono solo il messicano e l’indiano papago senza neanche toccare i quattro pards ed il Morisco o il frequente uso della “pistola laser” da parte di Padma per risolvere le situazioni pericolose. Personalmente ho trovato che questa seconda parte del ritorno di Mefisto sia un po' lenta e prolissa, anche perché, sembra quasi che Boselli debba attenersi ad una regola non scritta in cui bisogna sopperire all’uso, ritenuto ormai demodé, delle didascalie con dialoghi, per l’appunto, didascalici (se si sente il bisogno di spiegare le cose con dialoghi ripetitivi e ridondanti, tanto vale usare le care vecchie didascalie che faranno anche fumetto anni ’70 ma risulterebbero meno pesanti). E proprio a causa di questo eccessivo spiegazionismo, come sottolineato nei post precedenti anche da altri utenti, se la storia risulta un po’ verbosa ma, a mio parere, non lo è soltanto per la quantità, forse, eccessiva di dialoghi, ma anche per la qualità degli stessi che non raggiunge il livello cui ci ha abituato Boselli. Una scrittura avvincente rende la lettura piacevole e scorrevole, che poi è quello che mi sembra sia un po’ mancato a questi tre albi, ed è, probabilmente, proprio per questo motivo se alcuni frequentatori di questo forum nutrono molte aspettative sull’ultimo albo con la speranza che riesca a “salvare tutto il resto“ (cit. @Jeff_Weber), ma un bel finale dovrebbe essere la naturale conseguenza di una storia bella e avvincente e non una sorta di esame di riparazione per salvare il risultato degli albi precedenti. Per quanto riguarda i disegni di Civitelli sono sempre di altissimo livello, l’unico difetto, per me, è che sono troppo puliti, a volte quasi asettici, soprattutto se paragonati a quelli dei Cestaro, più cupi e sporchi e, probabilmente, più adatti a questo tipo di storie.
    1 point
  5. Verissimo. Ne sono piene zeppe persino le sue prime storie. D'altra parte così come il Bos l'eltro ieri diceva che il suo marchio di fabbrica sono le storie ingarbugliate piene zeppe di personaggi con Tex sullo sfondo, il marchio di fabbrica di Nizzi sarà l'origlione. Comunque, certo che rimettersi a leggere anche il Mefisto! in piena Mefisteide interminabile è davvero da indigestione. Questa storia paga lo scotto di una enorme aspettativa. L'ultimo e unico a scrivere di Mefisto fu GLB e trovare un altro ad occuparsene parve un evento incredibile. E le aspettative e i fucili puntati furono a livelli mai visti. Tutta la frangia anti Nizziana parlò ovviamente di disastro epocale, in realtà è una storia più che discreta, con una parte iniziale eccezionale e un prosieguo di livello più basso, con alcune cadute (talune piccionate, tipo quella di Tiger), la banalità di Mefisto chiuso in un retro negozio (cosa che toglie molta "poesia" dalla vicenda) e qualche scena ancora notevole (quella della finta pazzia di Tex, ad esempio). Nel complesso qualcosa di simile all'ultima di Mefisto conclusasi 3 mesi fa, anche quella troppo attesa, anche quella con un inizio folgorante, anche quella con piccionate maldigeribili (Kit, il coltello lasciato a un cm da Tex legato male, Yama-Fantozzi e pirla oltre ogni ragionevolezza) e un finale caotico. Difficile scrivere di Mefisto, d'altra parte non ci riusciva nemmeno GLB, finito il suo periodo di massimo fulgore.
    1 point
  6. Un vero e proprio kolossal questo "Clan dei cubani". Bonelli costruisce una storia su misura per un Tex direi quasi onnipotente, tanto fa piazza pulita di tutti quanti gli sono di ostacolo senza faticare le proverbiali sette camicie. Già la prima vignetta, con Tex che minaccia duramente il povero stalliere se non avrà cura come si deve dei cavalli, è esemplare per farci capire cosa ci attenderà nel prosieguo: lo show con i malcapitati gambler del Barataria è fantastico, con botte da orbi e dialoghi spassosissimi. Occhi pesti, cabina del battello demolita, gente che svolazza allegramente da una parte all'altra: insomma un campionario della miglior specie della premiata ditta Willer&Carson! A New Orleans i fatti si susseguono uno dietro l'altro, senza lasciare il minimo respiro, in un crescendo che si concluderà con il tragico finale che colpirà la misteriosa e spietata Maschera di Ferro, epilogo probabilmente prevedibile ma non per questo di minor effetto. Affascinanti gli scenari ideati da GL Bonelli, degni dei migliori romanzi di avventura: l'entrata alla caverna segreta dell'isola attraverso il relitto del veliero, l'antico pozzo che conduce al covo nascosto, la darsena segreta che sfocia nell'oceano sono tutti elementi che immergono il lettore in un'atmosfera quasi esoterica. Fusco è grande, grandissimo interprete di questa splendida storia. Come molti altri, anch'io ho faticato inizialmente dinanzi al suo tratto così particolare ma ora non posso che considerarlo uno dei migliori interpreti del nostro Ranger. Solo lui rende così potenti gli sganassoni di Tex tanto da far volare a diversi metri di distanza i poveri avversari Per me nella TOP5 dei disegnatori texiani!
    1 point
  7. Le copie che verranno vendute sul sito sono quelle da fumetteria (si vede dal codice ISBN) e in fumetteria Tex Willer (come tutti i Tex da edicola) esce dopo più di un mese, e infatti in fumetteria non è ancora uscito (la data di uscita indicata è fine settembre) Quindi, non solo i Tex Willer venduti dal sito Bonelli non sono finiti, ma probabilmente non li hanno ancora nemmeno stampati! (e se hai una fumetteria in zona e gli edicolanti non te lo trovano, puoi prenotarlo lì prima che esca...)
    1 point
  8. In città l’edicola dove mi servo io (Via Veneto) ha ancora alcune copie.
    1 point
  9. Storia promossa a pieni voti anche da parte mia. Non un capolavoro perché, in alcuni tratti, un filo troppo "dialogata". S P O I L E R Un bel personaggio, Silent Foot, diviene risolutore in un finale che mostra l'unica ingenuità dell'intera sceneggiatura (Ada che si avvicina a pochi passi dai Comanches senza che nessuno se ne accorga, come fosse ella stessa un esperto guerriero pellerossa, é francamente poco credibile). E' un difetto? Certo che no, anzi! Avremmo assistito, altrimenti, al "solito", telefonatissimo duello risolutore tra i due antagonisti principali, soluzione fin troppo anticipata nell'arco dei tre albi per poi potersi, effettivamente, realizzare (bravo Borden qui a non "banalizzarsi"). Brillante, poi, la trovata non tanto di non mostrare Charvez, le sue azioni ed i suoi pensieri, ma di fare ciò con Daniel, stratagemma che consente di confondere le idee al lettore, sino praticamente alle ultime pagine, sui pensieri e le riflessioni del giovane mezzosangue. Ho molto apprezzato la crudezza della storia: sangue, morte e sofferenza, che rendono il lieto fine non la mielosa conclusione di un'avventura sonnacchiosa, ma il raggio di sole rassicurante che fuoriesce dalle cupe nubi che hanno avvolto tutto il racconto, con un'atmosfera sempre tesa come una corda di violino. Bella anche la "partita a scacchi", tutta psicologica, tra Tex e Charvez, con segni di minaccia concretizzati in simboli, feticci, quasi che la lotta divenisse trascendente, tra il Bene ed il Male incarnati nei due antagonisti. Mi é anche piaciuta la strizzatina d'occhio ai lettori "storici", con l'accenno allo stregone bianco capo degli Hualpai, sconfitto anni prima da Tex. In definitiva, credo che la storia sia certamente (ed abbondantemente) tra le 10 migliori di tutti i tempi mai sfornate da Borden su questa testata.
    1 point
  10. Ho finalmente letto anch'io i primi due albi: che splendida storia! Sono davvero soddisfattissimo della lettura fino a questo punto Un plauso al coraggio di Borden per aver scelto di raccontare una storia dura, tragica, altamente drammatica, decisamente insolita. E un nemico davvero coi fiocchi, uno di quelli che viene dal passato - come tradizione insegna, questi sono sempre i più rognosi, d'altra parte non sono tanti a poter dire di essere sopravvissuti in uno scontro con Tex! Unico aspetto che non mi ha convinto del tutto è nel fatto che il terribile Charvez era inizialmente soltanto un vaquero, cacciato dal ranch in cui lavorava, mentre lo avrei visto meglio se fosse stato fin da subito un terribile predone Comanche, avrebbe ancora accresciuto maggiormente la sua figura. Ma è solo un dettaglio. Ho grande curiosità invece sul capire in che cosa consista la "medicina" di Charvez - che mi aspetto abbia un ruolo preponderante nel terzo albo, dato che gli è dedicata la copertina: mi chiedo se sia solo superstizione, o se ci sia davvero qualcosa di soprannaturale. La scena (per me una delle più riuscite) in cui Tex ha la visione dell'antico nemico toccando i feticci indiani mi farebbe propendere per la seconda possibilità; anche il sogno di Rick (ottimo personaggio, che mi aspetto giocherà un ruolo importante nel finale della vicenda) non potrebbe essere una visione vera e propria? Insomma, ottimo Boselli per come ha raccontato finora questa storia, con una tensione sempre altissima anche nell'assenza di azione vera e propria. Storia perfetta per Tex in solitaria; Tiger avrebbe potuto starci bene, tra i quattro pards era forse il più adatto per il clima della storia, però se Boselli ha fatto questa scelta credo sia anche per sottolineare il fatto che lui è davvero coinvolto personalmente (sia per il rapporto che lo lega ad Ada e famiglia, sia per la presenza di un antico nemico) e deve essere lui a mettere la parola fine. Nessun altro. Disegni di Mastantuono per me ottimi, splendide le sequenze sotto il diluvio (elemento centrale per creare il clima cupo e tesissimo che si respira), e noto anche un miglioramento nella rappresentazione del viso di Tex, uno degli aspetti del suo stile che non mi aveva mai particolarmente convinto. Infine, non voglio entrare troppo nel merito delle disquisizioni sul mancato rispetto della cronologia - personalmente sono per lasciare abbastanza libertà di azione agli sceneggiatori senza mettere troppi paletti, anche perché di contraddizioni cronologiche la saga ne è zeppa. Faccio solo notare che uno degli assunti su cui si basano alcune delle speculazioni che ho letto nei post precedenti potrebbe essere sbagliata: mi riferisco al fatto che uno dei punti di riferimento per datare gli eventi del flashback iniziale è l'età "attuale" di Kit Willer e al fatto che gli eventi sono accaduti 16 anni prima rispetto al presente della narrazione: quindi, se Kit adesso è sulla ventina, gli eventi del flashback sarebbero da collocare in un periodo in cui Kit aveva 4-5 anni... Ma il fatto è che (per il momento) non c'è nessuna indicazione sull'età "attuale" di Kit: Kit non è presente nella storia, chi ci dice quindi che il "presente" di questa storia non sia da collocare qualche anno prima rispetto alle storie attuali, ad esempio quando Kit aveva circa 16 anni? Detto questo poi mi ritiro dalla discussione, perché onestamente non sono così tanto ferrato sulla cronologia e mi sono un po' perso in tutta la discussione precedente
    1 point
  11. Concordo in tutto con Carlo Monni. Un albo di passaggio con un crescendo di tensione e paura che esploderà nel prossimo mese, e menomale che febbraio ha 28 giorni! Per alleggerire la tensione, veniamo a sapere che Tex alla riserva occupa il tempo non solo con la caccia e le beghe tra pastori, ma scrivendo agli amici conosciuti negli anni delle sue avventure, ovvero a centinaia di persone! A parte gli scherzi è un dettaglio della vita "normale" che mi ha fatto piacere, come la scena iniziale al ranch con Ada, una visita "normale" mentre rientra a casa, con la sua solita fretta. Ma dietro questa famiglia niente è normale, la tragedia di Ada che ha subito due violenze, lo stupro e la gravidanza conseguente, alle quale ha reagito amando quel figlio come suo e di Rick, come se la realtà potesse essere cancellata, ma questa presenta il conto sia dai bianchi concittadini sia dal crudele padre indiano e del ragazzo vediamo lo sconcerto e il risentimento verso Rick e la madre e le lacrime raccontate dal mandriano torturato e poi in quel sogno, che sembra quasi una visione di ciò che accade lontano, l'accettazione dell' origine paterna. Vediamo Tex che prima di averne la conferma, già pensa che Charvez sia vivo e la determinazione a risolvere definitivamente la questione. Quella lunga traversata del deserto mette sete anche a noi e insieme c'è la voglia che lo raggiunga e il timore di quello che può succedere in quel momento e la parte di sogno in cui Rick e Tex cercano Charvez nelle rovine ci fa credere alla reale morte di Tex (diavolo di un Boselli! ) La cupezza che sovrasta l'albo non mi fa pensare al lieto fine nel prossimo, certo l' unica certezza è la sopravvivenza di Tex, ma non credo di vedere la famiglia riunita e lo scontro finale non sarà in Messico, ma al ranch dove tutto è cominciato ( e forse è cominciato con particolari non ancora svelati, ma questa è una mia impressione). E adesso aspettiamo di capire come entrano in scena i famosi feticci di Villa)
    1 point
  12. Non ancora metabolizzata una storia misteriosa e drammatica e di nuovo siamo nelle spire della tragedia. Tutto in una notte il mondo di una famiglia di pionieri crolla e il cielo sembra versare secchiate di acqua e alluvione per lavare come un novello diluvio la cattiveria degli uomini. E il tratto di Mastantuono è parte integrante della storia. Delicati i passaggi sullo stupro e quello sputo del mandriano sul "specie di fidanzato" è il nostro sputo. Il silenzioso dolore di Tex per la morte del compagno che ci rendiamo conto resterà una ferita aperta sul suo animo, il pensiero alla famiglia di costui, pensando al proprio bambino, ormai senza madre, che lo aspetta, ma il dovere di ranger e la sete di giustizia prevale su ogni legame e affetto che ti farebbe restare a casa con i tuoi cari, ma il futuro ai tuoi cari lo garantisci lottando per un mondo più giusto. Premesse grandiose per lo sviluppo della storia e mi è piaciuta l' entrata in scena di Tex alla fine, vicino alle tombe prima che farsi riconoscere dai vivi. Forse nei prossimi albi vedremo la differenza di crescita di un meticcio, frutto di violenza di una etnia sull'altra, da quella di un meticcio frutto dell' amore fra due appartenti ad etnie diverse (Tex e Lilyth). Mi viene in mente la tragedia degli stupri etnici della ex-Joguslavia.
    1 point
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