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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 21/01/2024 in tutte le sezioni

  1. "Meglio che ti ci abitui" non è una risposta garbata, anche se molto attuale (mi ha ricordato i recenti "ora ci siamo noi, abituatevi" che ho sentito in diverse conferenze stampa politiche recenti). Prima che tu mi risponda per l'ennesima volta dicendo che la tua risposta non è un giudizio di merito e che io sono permaloso (come accaduto di recente) scrivo in anticipo che qui dalle mie parti "meglio che ti ci abitui" è una risposta con una connotazione negativa ben definita, esattamente come il "problema tuo" che mi hai riservato in un'altra occasione. Una risposta che implicitamente dice "la tua opinione non conta nulla, le cose stanno così e se non ti vanno bene devi comunque accettarle", cosa che in un forum di opinioni mi sembra perlomeno bizzarra. Per fortuna almeno nel mondo dei fumetti esiste un'alternativa, quella di lasciare gli albi in edicola, alternativa che per il momento non ho intenzione di attuare con la serie Tex Willer (almeno finchè Borden è il curatore/sceneggiatore principale). Comunque, anche se pensavo di aver spiegato la mia opinione nel commento alla storia, proverò comunque a precisare meglio... Prima di tutto non ho bisogno che mi si dica che è un "classico", non interagisco con il western da ieri (o l'avventura, il thriller, lo spy-action, i romanzi storici e/o di guerra, insomma ovunque si spari o ci siano situazioni pericolose per il protagonista). Sappiamo che praticamente tutto è gia visto o letto, che le situazioni tipiche del western sono una manciata (con le loro declinazioni), che gli ingredienti sono noti e quello che distingue le storie è l'abilità di "cucinarli" in maniera interessante. Prendo ad esempio la successiva storia di Cochise per indicare un caso in cui questo tipo di situazioni sono state gestite in maniera più convincente, con le conseguenze di torture, colpi, ferite rappresentate più realisticamente sia dal punto di vista grafico che dei loro effetti nel breve periodo, aumentando l'effetto di "difficoltà" che l'eroe si trova a dover superare. In questa storia (come in altre), a mio sindacabilissimo parere, così non è stato. E non ho nessuna intenzione di abituarmi.
    3 points
  2. Dati gli sviluppi di quest'anno, mi permetto di seguito ristampare l'utile precisazione di @Diablerodatata 2021 a proposito della/e cronologia/e di Tex: (...) visto che la serie Tex Willer MODIFICA, anche se in minima parte, le vecchie storie, bisogna distinguere bene fra i flashback del Tex "di terra 1" dalle storie nel presente dei Tex di Terra 2. insomma, nel flashback ne "il re del rodeo", Rock Spring ha un bonario sceriffo. Su Tex Willer Tex non è a Rock Spring ma è nella valle del Nueces, lo sceriffo non è bonario ma corrotto, ha una faccia diversa ed è lo sceriffo di Corpus Christi... attenzione a considerare "validi su Tex Willer" i flashback pubblicati su Tex Gigante... (la ragione per cui in questa cronologia NON metto le storie originali, come non ci andrà a suo tempo "la mano rossa" (...)
    1 point
  3. Eusebio lavora in regola o in nero da El Morisco? No, i contributi non erano ancora stati inventati. Pat McRyan è vergine? No. Jim Brandon diventerà mai generale? No, muore prima. Il trading post di Kayenta oggi è diventato un McDonalds? Si. Bruno Barbieri inserirà l'Alameda di San Francisco in una delle prossime puntate di "4 Hotel"? E chi è?
    1 point
  4. Sul forum se vuoi sbizzarrirti a leggerle troverai un sacco di discussioni sull'argomento! Questo è proprio uno schemino molto breve, con le cose abbastanza condivise e in più qualche commento mio fra parentesi. 1) Periodo 1948-1975 (corrispondenti ai Tex 1-182 attuali), periodo Giovanni Luigi Bonelli, l'epoca mitica: per 28 anni GL Bonelli non solo è l'unico sceneggiatore di Tex, ma in pratica È TEX, c'è una immedesimazione nel personaggio tale da dare a Tex un carattere e caratteristiche tanto distintive da essere uniche e riconoscibili...e inimitabili. Questo è quello che in tanti (io compreso) chiamano "il vero Tex", e dovrebbe (in teoria) essere il "modello" a cui tutti gli altri si dovrebbero ispirare. Il problema è che di GL Bonelli ce n'è stato uno solo... (la collana attuale di Tex non è nata nel 1948, ma alcuni anni dopo, ristampando all'inizio le collane precedenti in un altro formato e poi proseguendo con storie inedite) Per questo 28 anni GL Bonelli è sempre stato "in crescendo", con storie via via più originali e avvincenti: non a caso l'anno migliore di Tex nel referendum è risultato il 1973, ma ad un certo punto ha un grave incidente e inizia ad avere problemi a scrivere (problemi che prima ne rallentano la produzione e fanno calare la qualità delle storie, e poi in pochi anni lo porteranno a smettere di scrivere e ritirarsi) 2) Il periodo 1976-1983 (corrispondente ai Tex 183-278), periodo dei "due Bonelli", all'inizio GL Bonelli si fa aiutare dal figlio (e suo editore) Sergio Bonelli, l'autore di Zagor e Mister No con lo pseudonimo di Guido Nolitta (mentre su Tex per molto tempo le storie sono comunque sempre firmate "GL Bonelli" per non turbare i lettori) La scelta di un autore così diverso (praticamente agli antipodi) nasce probabilmente dal desiderio di tenere tutto "in Famiglia", ma Nolitta non ama Tex e ancora meno ama scrivere Tex, ha uno stile totalmente diverso, tanto che la diversità nei comportamenti di Tex è plateale ed evidente a tutti anche se non firma le storie. Il giudizio sulle storie di Nolitta è controverso: TUTTI riconoscono che è un Tex totalmente diverso da quello del padre, moltissimi lettori mollano, fra quelli rimasti molti (me compreso) ritengono quelle storie pessime per i vari "tradimenti" del carattere consolidato di Tex, altri pur ammettendo che è un Tex irriconoscibile apprezzano le storie di Nolitta come "storie a sè", e altri ancora pur vedendone la diversità lo considerano comunque un Tex accettabile. 3) Periodo 1984-1993 (corrispondente a Tex 279-400): periodo "Nizzi": man mano che le storie di GL Bonelli diventano più rade e meno pubblicabili (l'ultima è stata pubblicata nel 1991 ma era chiaramente una storia rimasta nel cassetto perchè impubblicabile da tempo, probabilmente dal 1984-1985, e "sistemata" da altri) il "peso" di scrivere Tex diventa sempre più gravoso per Nolitta, che chiama in soccorso un autore del "Giornalino" (il suo ipercattolicesimo si vedrà in futuro quando farà sposare in chiesa persino avversari di Tex satanisti... ), Claudio Nizzi, e appena Nizzi dimostra di essere in grado di reggere la produzione di Tex (all'epoca era circa un terzo di quella attuale), molla anche Nolitta (con alcuni ritorni estemporanei per cause di forza maggiore in futuro) Arrivando dopo Nolitta (che proprio non riusciva a fare un Tex riconoscibile), Nizzi che ci riusciva certamente meglio fu accolto tipo "salvatore della Patria" (anche da me), ma in seguito dimostrò (almeno secondo me) che anche lui era molto diverso dal "modello" e molto più simile a Nolitta (che rimaneva l'editore che doveva approvargli le storie) Questo è il periodo su cui ci scanniamo di più! Se vuoi divertirti a vedere uomini adulti e di una certa età praticamente scannarsi per dei "giornaletti" puoi andare a vedere il thread su "fuga da Anderville" Il giudizio su queste storie varia da "totale ciofeca" a "capolavoro assoluto" (io propendo più per il primo giudizio, sui motivo ho scritto CENTINAIA di post nel forum...), in generale Nizzi rende Tex molto meno "western classico" e più "poliziesco" o (nelle storie più ispirate) addirittura "comico" (il fatto che a Nizzi piaccia il "giallo-comico" sarà dimostrato dal fatto che in seguito crea un personaggio giallo-comico chiamato Leo Pulp). Inoltre aumenta a dismisura il cu... la FORTUNA SFACCIATA di Tex (nelle sue storie non si preoccupa di giustificare il fatto che 9 banditi sparino 150 colpi a distanza di pochi metri da Tex e Carson mancandoli: li mancano e basta. Ogni volta. E Tex non se ne accorge mai prima, cade sempre in ogni agguato), mentre in compenso rende Tex molto meno intelligente (nelle storie di GL Bonelli Tex era sempre più astuto dei suoi avversari, tranne rarissimi casi, mentre con Nizzi si rovescia il rapporto, Tex è sistematicamente meno intelligente dei suoi avversari e verrebbe sconfitto un sacco di volte senza la sua fortuna sfacciata). Rispetto a Nolitta (che tendeva al depresso-triste logorroico, forse perchè era il sentimento con cui scriveva Tex) Nizzi è sicuramente più divertente (pure troppo, ha reso Tex una macchietta troppe volte...), ha dialoghi più secchi e ritmati (o almeno le aveva all'epoca, poi divenne prolisso pure lui) e riuscì comunque non tanto a rallentare l'esodo (praticamente la fuga...) dei vecchi lettori, quanto a prenderne di nuovi che apprezzavano le sue storie, compensando il calo (e da questo differente "imprinting" fra GL Bonelliani e Nizziani accaniti nascono le flames) 4) Periodo 1994-2011 (corrispondenti a Tex 401-620) Periodo post-crisi di Nizzi con altri autori in soccorso: in corrispondenza circa del numero 400, Nizzi "schianta psicologicamente", forse per lo stress di scrivere un personaggio che non gli piace, ha una grave crisi psicologica e per MESI non riesce più a scrivere nemmeno una riga! L'editore agisce in due maniere: prima cerca di "guarire" la crisi di Nizzi offrendogli sempre più soldi (ottenendo che alla fine Nizzi si sforza comunque anche se proprio non ne ha voglia) e dall'altra comincia per la prima volta ad "aprire" Tex a diversi altri autori, in pochi mesi provano a scriverlo Medda, Canzio e Boselli. Per "aiutare" Nizzi viene scelto alla fine il solo Boselli. In questo periodo, la differenza fra un Nizzi in caduta libera (anche molti suoi fan ammettono che è in netto calo, anche se il punto esatto in cui "diventa troppo scarso" varia molto, Grande Tex (uno dei più "nizziani" del forum) come hai visto, lo mette attorno al numero 500, per me era già scarso prima della crisi...) e un Boselli ispiratissimo che sforna un capolavoro dietro l'altro è abissale, non sembrano nemmeno dello stesso pianeta (e non sembra lo stesso personaggio). Però, nonostante questo (e il fatto che praticamente da subito la maggior parte dei lettori preferisce Boselli), forse per "conservatorismo", per anni Boselli fa solo da "supplente", con i disegnatori con cui Nizzi non vuole lavorare per vari motivi, mentre la maggior parte delle storie le scrive ancora Nizzi (peggiorando storia dopo storia, le ultime persino i fan più accaniti non osano difenderle...) 5) Periodo attuale, dal numero 621 (2012): nel 2012 con Nizzi ormai in pensione (anche se tornerà poi per scrivere ancora alcune storie) e l'arrivo di diversi nuovi sceneggiatori (soprattutto Ruju), Boselli diventa il curatore editoriale di Tex, in un periodo però in cui la casa editrice, morto Sergio Bonelli, aumenta smodatamente il numero di uscite mettendolo in difficoltà per trovare abbastanza sceneggiatori (per questo Nizzi per un po' torna dalla pensione)
    1 point
  5. Onestamente NULLA di questa storia mi sembra "affrettato"
    1 point
  6. Quando iniziai a collezionare Tex erano usciti soltanto 6 texoni; per recuperare i primi due mi ci volle un po' di tempo, ma "Il segno del serpente", "Piombo rovente", "Fiamme sull'arizona" e "La grande rapina" li ebbi per le mani quasi subito. Se mi chiedete quale tra questi sia il migliore, da adulto risponderei certamente "La grande rapina". Ma è "Il segno del serpente" quello a cui sono più affezionato. Questo ha tutti gli ingredienti per stuzzicare la fantasia di un bambino di 8-9 anni, lo ricordo e rileggo con grande piacere. Il tratto di Galep, che avevo da poco iniziato a conoscere dalla lettura della serie regolare, è sempre rassicurante, ci fa sentire a casa. Ditene quello che volete, per me rimane uno dei migliori texoni.
    1 point
  7. Ma questo è un forum su Tex Willer o su Kit Carson? Tutti vecchi cammelli? Claudio Villa 1:1 Tex l'inesorabile, no Carson il brontolabile.
    1 point
  8. Stampa allineata? Avendo a disposizione tutti i quotidiani nazionali tutti i giorni, ti posso assicurare che di allineata c'è una sola in comune: la tendenza del giudizio a prescindere. Comunque, siamo nel Terzo Millennio e non se ne poteva più da tempo del refrain "Tex è di Destra o di Sinistra". Ho qualche suggerimento per prossimi dibattiti: Eusebio lavora in regola o in nero da El Morisco? Pat McRyan è vergine? Jim Brandon diventerà mai generale? Il trading post di Kayenta oggi è diventato un McDonalds? Bruno Barbieri inserirà l'Alameda di San Francisco in una delle prossime puntate di "4 Hotel"?
    0 points
  9. Ci torno io in topic! Ho già scritto che alla prima lettura questo speciale mi è piaciuto poco. L'ho riletto e mi è piaciuto ancor meno. Prima di tutto per la brevità: la storia, zeppa di personaggi e densa di eventi, ci sta stretta in 126 tavole. Quando Boselli pensa a una storia come questa bisogna lasciargli almeno 400 pagine! Per farcela stare nello speciale ha tagliato un po' qui, di là, dall'altra parte, un po' anche lì, così alla fine si parte in media res e pare di aver preso l'episodio precedente in cui Tex e Zagor si incontrano. Per lo stesso motivo la storia mi è sembrata carente dal punto di vista "relazionale" con personaggi che agiscono e parlano per coordinarsi, non per conoscersi e raccontare di loro a noi lettori che, spesso, è la cosa più interessante (vedi, ad esempio, l'incontro con la Tigre Nera attualmente in edicola). Insomma, c'è parecchia azione e poca introspezione, in questo speciale, se escludiamo il trattamento riservato a Zagor. Ecco, veniamo a Zagor... A mio giudizio (giudizio di zagoriano, ça va sans dire) in questo speciale è stato maltrattato. Poteva essere un team-up tra Tex e Zagor, ma non lo è stato. È invece un'avventura corale, tipicamente boselliana, nella quale Tex è il protagonista mentre Zagor uno dei tanti figuranti, tranquillamente sostituibile da Carson o Arkansas Joe. Mi chiedo allora perché inserire Zagor in una storia se di Zagor non c'è bisogno, se non fa "cose da Zagor". Mi chiedo perché annunciare un team-up se poi la storia, di fatto, non lo è. Mi chiedo, soprattutto, perché mettere Zagor in un'avventura tenacemente agganciata alla Storia con la S maiuscola, se il mondo di Zagor è quello delle "libertà narrative", delle invenzioni in anticipo sui tempi, in bilico tra Atlantide e steampunk, tra incubi lovcraftiani e razze aliene, tra Dragonero e Martin Mystere, tra aerei a-grav e Nautilus. Certo, il fascino di scrivere uno Zagor segnato dalla vita può essere una forte tentazione. Un milleriano Dark Zagor sarebbe stato fascinosissimo anche per noi lettori zagoriani! Sarebbe stato perfino una figura nolittiana. Però non ho trovato nulla di tutto ciò. Di Zagor viene sottolineata l'incapacità a modificare gli eventi, viene messo in rilievo esclusivamente il fallimento. Fallimento contingente (negli speciale) e fallimento globale (a Darkwood). Dice: per forza, le cose sono andate in quel modo, come poteva fermare la grande razzia dei Comanches guidati da Quanah Parker o lo sterminio dei nativi americani? Beh, proprio per questo Zagor non si presta a un'avventura con pretese di aderenza alla Storia, mentre ha già trovato la sua perfetta "ultima avventura" (crepuscolare ma eroica) nel terzo team-up tra Dylan Dog e Martin Mystere. Epperò il messaggio da fine di un'epoca, analogo a Il mio nome è nessuno, con Tex nella parte di Terence Hill e Zagor in quella di Harry Fonda sarebbe stato un'interessante conclusione di un vero Team-Up, basato sul confronto tra i due eroi. Ma questa invece è una storia corale, voglio ribadirlo, nella quale Zagor è stato cacciato a forza e non ha il ruolo di coprotagonista, sicché le parole di Quanah Parker e le didascalie dell'ultima pagina suonano come la certificazione del fallimento degli ideali e della filosofia del personaggio. Qualche giorno fa PapeSatan ha detto che Zagor è morto... Forse non ha tutti i torti... Di sicuro a seppellirlo ci stanno provando.
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