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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 31/03/2024 in tutte le sezioni

  1. Per me è chiaro che la serie "Tex Willer", se fosse solo una serie di remake (come era nell'idea iniziale di Airoldi) non avrebbe alcun senso. Non avrebbe senso pagare per ri-leggere storie che conosciamo già solo perchè sono "ammodernate" da Boselli e altri disegnatori. Io preferirò sempre l'originale alla copia. La serie Tex Willer ha un senso quando diventa una maniera per gli autori di proporre storie NUOVE di un Tex DIVERSO. Detto questo, la serie è anche una "sistemazione cronologica" (imperfetta) della storia di Tex e quindi non è pensabile che certi episodi vengano saltati: mi pare quindi ovvio che in qualche maniera gli episodi "storici" tipo La Mano Rossa, come prima Il Totem Misterioso, debbano essere narrati adeguandoli al tono della serie. Una necessità ineludibile. Non lo scopo finale della serie. Accettata questa necessità, nasce una certa curiosità di leggerle queste "nuove versioni": cosa sarà cambiato? Cosa rimarrà uguale? E noi come lettori questi cambiamenti li approviamo o no? A questi aspetti generali, nel caso della Mano Rossa se ne aggiunge un altro: il fatto che in realtà, LA MANO ROSSA NON L'HA LETTA QUASI NESSUNO. Ne hanno letto la versione "censurata politicamente corretta" creata da tante "manine censorie"! edizione dopo edizione alla Bonelli, che l'hanno resa in gran parte insensata. La versione "censurata" pubblicata su TuttoTex o Tex Nuova Ristampa 1 (o nelle ristampe anonime censurate di Tex Gigante 1) non ha alcun senso. Tex vuole consegnarli alla legge, e non lo fa mai. Vuole prenderli vivi e si mette sempre in situazioni in cui può solo prenderli morti. E non ha alcun senso che lo debba fare lui: che ci stanno a fare gli sceriffi? Che senso ha che a "indagare" ci sia un ricercato fuorilegge? La versione DAVVERO originale, che si trova solo nelle anastatiche, ha una coerenza che le versione successive non hanno e non potranno mai avere, perchè risolve l'inconsistenza di base: perchè dovrebbe essere Tex a indagare e consegnare alla legge dei banditi, quando lo stesso Tex è un ricercato? Tutto è molto più chiaro nella versione originale, dove Tex cerca i componenti della banda PER UCCIDERLI, senza pietà, senza remore, senza bisogno di prove, senza bisogno di seguire nessuna "legge" se non quella della giustizia. Solo così le sue azioni hanno un senso. Qui Borden si trova di fronte il problema di dover fare un "remake" di una storia che i lettori conoscono solo in una versione così mutilata da non avere più senso. Da qui certe "spiegazioni", certi arzigogolamenti per spiegare come mai Tex faccia certe cose. Ma alla fine rimane l'elefante nella stanza: una volta che Tex si è scagionato, perchè rimane a "indagare" non avendo alcuna autorità e anzi essendo lui stesso ricercato? Alla fine, la versione originale non censurata per me rimane la versione più sensata.
    2 points
  2. A parte che, se scarseggia la sceneggiatura, il bel disegno per me non è un motivo valido per l'acquisto. Io penso che non c'entrino le migliaia di albi con sceneggiature migliori. Pesa, enormemente in un appasionato di Tex, che Tex sia descritto come un macellaio scalpatore e Carson un futuro rintronato. Non pesa (e nulla sarebbe cambiato) se anzichè Tex e Carson, i due personaggi si fossero chiamati Billy Smith e John Ross, ma se si tratta dei due principali eroi della serie la cosa infastidisce parecchio. 'Sto qua, chiccavolo si crede. E' la prima volta che si cimenta in Tex e si permette di deciderne il futuro? Ma che decida il futuro di Druuna, non di Tex... Ormai è acclarato che abbiamo due punti di vista completamente diversi, a volte io preferisco dei bei disegni, tu vuoi la quantità. Io preferisco un TEX ben disegnato a decine e decine di pagine che ripetono sempre le stesse cose (o quasi...), la tua passata richiesta di aggiungere qualche pagina ai Romanzi per comprali i la ritengo..... (vedi sopra). Non sono neanche uno che adora TEX immutato nel tempo e sempre al centro della vicenda. Borden stesso ha definito il primo romanzo di Eleuteri Serpieri un unicum nella saga, che esula da ogni cronologia e da ogni caratteristica peculiare di TEX e soci, ed anche che non si ripeterà. Io avrò letto si e no una decina di pagine del famoso romanzo nr. 1, mi sono piaciuti tantissimo i disegni, non ho la più pallida idea di come è stato descritto TEX.
    1 point
  3. Disegno dedicato al giovane Willer al galoppo in sella al suo Dinamite.
    1 point
  4. Altro ritratto, stavolta a figura intera, dedicato a Capelli d'Argento alias Kit Carson.
    1 point
  5. Degli innegabili difetti insiti in quest'avventura si è già ampiamente parlato nei messaggi che precedono il mio. Riguardano a dire il vero un paio di sequenze al massimo: a ) i pards sorpresi sul treno che nascondono le armi; b ) i pards sorpresi sul limitare della foresta sull'isola del tesoro dai miliziani, che si liberano con estrema facilità dei cinturoni e delle pistole. Inoltre c'è il discorso iniziale sul treno di Carson a proposito di Montales. Che sembra posto lì, preventivamente, per arginare le critiche dei lettori sul ruolo marginale assunto dallo "scaldasedie" Montales nel corso della storia. Con un'accurata supervisione redazionale si sarebbe indubbiamente sforbiciata e riscritta la scena del treno, poi si sarebbe riscritto il dialogo su Montales. Poche pagine in tutto in una storia di 330 tavole!!! Ad essere onesti fino in fondo ci sarebbe da sottolineare, come pecca, anche l'atteggiamento tutto sommato remissivo di Tex nei confronti di Buchanan nel corso di tutta l'avventura. Mi spiego meglio: se hai qualcuno alle costole e sai che ti segue con cattive intenzioni, non ti fai pedinare per tutta l'avventura ma tenti invece di scrollartelo di dosso con le buone o le cattive. Specialmente se ti chiami Tex Willer. Dal secondo albo le cose vanno già nettamente meglio e si profila una bella avventura in terra messicana, con ambientazione esotica e marina e una bella caccia al tesoro nel più classico modello stevensoniano. Nella parte conclusiva si omaggia, al'interno della grotta, anche il ciclo di film di "Indiana Jones", particolarmente cari all'autore( i trabocchetti e le insidiose frecce sparate dai muri non appena si mette il piede su una lastra di pietra sbagliata, erano già presenti nella prima storica avventura della Tigre Nera). Di particolare fascino sono le prime pagine stilizzate che raccontano l'antefatto sul tesoro, classico prologo già visto in altre storie texiane, in cui Ortiz strappa più di un applauso. Che il disegnatore si sia divertito, almeno quanto lo sceneggiatore, a disegnare quest'avventura è intuibile dall'impegno profuso sulle tavole, alcune delle quali mostrano inquadrature veramente degne di nota. Certo contribuisce efficacemente anche la sceneggiatura, che contempla l'uso di un pallone aerostatico, con una visione dall'alto panoramica che, come ricorda l'autore Nizzi nel libro "Tex secondo Nizzi", è certamente meglio sfruttata rispetto alla precedente storia nolittiana dove il viaggio in mongolfiera appariva più pretestuoso. Nel commento alla storia, nel sopra citato e fondamentale volume, Nizzi ammmette la sua ignoranza sulla conformaziione dell'arcipelago della baja California, con delle isole che potevano apparire anche pianeggianti rispetto a quelle montagnose disegnate da Ortiz. Per una volta è andata bene, in effetti, come si deduce dall'immagine sottostante, quelle isolette sono proprio come le ha disegnate l'artista iberico! Nizzi, dicevo, afferma di essersi particolarmente divertito a scrivere questa storia. Lo si capisce anche dalla citazione per esempio dell'isola di Tiburon e all'avventura vissuta in compagnia della bella Lupe. L'isola in questione funge da supporto logistico per gli avversari e non mi dispiacerebbe che Boselli ne tenesse conto nell'avventura che sta scrivendo sul ritorno della messicana. Tutto il secondo albo ha il suo particolare fascino: è l'albo della vecchia missione diroccata e della cripta. Alzi la mano chi non apprezza queste situazioni in un albo di Tex. A dire il vero un paio di appunti si possono fare: Ortiz in questo frangente non eccelle nella rappresentazione grafica delle rovine, che non ricordano neppure da lontano le vestigia di un antico monastero. E Nizzi avrebbe potuto escogitare qualcosa di più emozionante per l'incontro con i crotali nella cripta, purtroppo spilerato dall'immagine della copertina (come spesso accadeva, assurdamente, all'epoca, sacrificando il piacere della lettura a ragioni strettamente commerciali ). Stupisce anche in negativo la perdita di memoria quando, assediati, i nostri pards non si ricondano più della possibilità di fuga attreverso il cunicolo che dà sulla seconda uscita segreta. Da notare infine la galleria di personaggi posti a corredo di quest'avventura che riprende dal passato la figura stramba di Doberado e aggiunge una serie nuova di ritratti presentando i suoi amici studiosi dell'università. E' l'occasione per scrivere diverse pagine intrise di fine umorismo, per me particolarmente divertenti e che certo segnano un deciso stacco con le storie "musone" che dominano in questi giorni. Insomma una storia che, nonostante tutti i difetti di cui si è parlato, si lascia comunque leggere con vivo piacere, per cui il mio voto complessivamente è 8 (otto).
    1 point
  6. Faccio mie le parole soprattutto del Colonnello Jim Brandon, parecchi post fa, e alcuni passi dell'intervento di Virgin, in un post più recente (anche se ho trovato le parole di Virgin un p? eccessive: si vede che ti autocompiaci a scrivere, Virgin. Dici che l'artista è vanitoso, e tu lo sei senz'altro, ma fai bene ad esserlo! Scrivi davvero troppo bene: complimenti!) Ritornando alla storia, se quoto i due interventi sopra citati, è perchè questa storia non mi ha "trasmesso". Mi rendo conto anch'io che è una storia di pregio, e tra l'altro è ben realizzata. Lo stesso Virgin non ha nulla da eccepire dal punto di vista tecnico, ed anzi trova agghiacciante "una grammatica (perfetta) che nulla esprime". Qui mi discosto un p?, perchè "agghiacciante" mi sembra troppo forte. La grammatica è perfetta perchè l'autore sa il fatto suo e "conosce alla perfezione le regole del gioco" (come dice Carson a Lena nella capanna di quest'ultima: non c'entra niente, ma mi è venuto in mente e lo riporto ); poi, al di l' del mestiere, che c'è senz'altro e ci mancherebbe, non sempre un'opera creativa riesce a trasmettere quel quid in più, di intangibile e immateriale, come un'emozione. Ma anche questo è opinabile, e riprova ne è che questo Texone a molti è piaciuto, ed alcuni lo considerano un Capolavoro. Quindi, alla grammatica perfetta si aggiungono le emozioni che pure questa storia è riuscita a suscitare in molti. Poi, non si può accontentare sempre tutti, soprattutto un pubblico come il nostro, vario, sempre attento e sempre pronto ad essere perplesso su tante cose (io per primo, che sono un grande rompi...). Da rompi, dico quindi che questa storia non mi è piaciuta granch?. Non è (solo) l'ambientazione, troppo lontana dal mio amato Ovest, n° le per me intollerabili "mefistate" di Rayado (che blocca le pallottole, ipnotizza il ragazzo, comunica a distanza attraverso gli ologrammi di due spaventosi serpenti... io proprio non ce la faccio a vedere 'ste cose: sarà un mio limite, ma non posso farci niente). E' proprio che non mi ci sono innamorato, di questa storia e dei suoi personaggi, non è scattata l'alchimia, e non so bene perchè. Andando in Off topic, Don Fabio dice che in Boselli ci vede un quid barocco. Boselli non è sempre "semplice" da leggere, nel senso che le sue trame sono spesso complicate, e tendono spesso al colpo di scena, tanto che a volte si ha la sensazione che voglia stupire a tutti i costi. Le volte che non gli riesce, questo suo essere barocco salta subito agli occhi, e può infastidire. Le volte che invece gli riesce, sforna cose sublimi. E allora, io dico che Boselli ci deve provare sempre, a rischio di sbagliare. Facendo una metafora calcistica, un giocatore che sa fare i dribbling e li prova spesso, sbaglia più di uno che non ci prova mai. Ma, se i dribbling sono nelle sue corde, è giusto che ci provi, perchè le volte che gli riescono (e non saranno poche, se è bravo a farli), d' spettacolo, emoziona, salta l'uomo e va in goal. Poi, se sbaglia, pazienza: ci ha provato. E ci deve provare sempre, perchè la gioia negli occhi e la sensazione di libertà di un dribbling che ti fa volare verso la porta (penso a una vecchia azione di Weah in questo momento) è molto meglio di una prestazione senza errori, ma piatta e scialba. Ordinata, pulita, ma che non trasmette nulla. Spesso Boselli ordinato non ?, fa saltare le carte all'aria e rende tutto più difficile, ma è l', in quell'esperimento, che può nascere, come difatti spesso è nato, il Capolavoro.
    1 point
  7. Quoto integralmente Carlo!!Il fatto che l'accusa a Boselli di non amare Tex sia gratuita e infondata,? dimostrato non solo dai "dati biografici" dello sceneggiatore (ormai lo sanno tutti che Boselli è da sempre un appassionato del ranger)ma soprattutto dalle sue storie!!ps. se la storia del Texone di Parlov è vergognosa, mi chiedo quante siano le storie di Tex che ti piacciono,Donovan!
    1 point
  8. Critica con cui dissento al 100%. Conosco Boselli personalmente e da tutti i suoi discorsi al riguardo traspare un indubbio amore e passione sia per Tex che per Zagor e gli stessi utenti di questo ed altri forum credo che abbaino avuto modo di constatarlo quando Borden si è lasciato andare a ricordi personali (tipo quelli sul suon incontro con Giorgio Bonelli e con suo padre, il grande GLB). Sono più che convinto che lui scriva in primo luogo le storie che a lui piacciono, con tutte le tematiche che a lui piacciono. Che a te sembri il contrario ?, con tutto il rispetto, un problema tuo. Resta da vedere cosa si intende per più vicino all'originale e qui i pareri sono spesso discorsi. Una cosa buffa è che mentre scriveva Zagor Boselli è stato spesso accusato di essere troppo GLBonelliano nel suo approccio alla storia, diversamente da Burattini, ritenuto più fedele alla traccia nolittiana. Curioso che su Tex, dov e pure, a mio parere, ha ridato grinta e carisma a Tex, rispolverandone le caratteristiche più epiche, lo si sia spesso giudicato poco vicino al modello bonelliano. Incidentalmente parlando, credo sia appena il caso di ricordare che nessuno scriver? mai come G. L. Bonelli e prentenderlo ?, per dirla alla Tex, pura follia. P. S. Io non sono un estimatore di Nizzi e lo sanno tutti, ma definire storia vergognosa il Texone di Parlov, una delle migliori storie che Nizzi abbai scritto dopo la crisi, mi fa chedere quali siano i tuoi parametri di giudizio.
    1 point
  9. A proposito de "La mano del morto", dicevo che i lettori di Tex (almeno quelli di cui leggo le impressioni sui forum) sono-in linea generale- i più rompi... del panorama fumettistico italiano. Ecco, mi scuseranno gli amigos del forum, ma l'impressione mi è ritornata. Voglio dire:chi se ne frega che a Tex lo chiamano per nome e gli danno del tu?? Non credo che la cosa sia così importante.... ma se per qualcuno lo ?, allora ritorno all'altra mia impressione:e cioè che i lettori di Tex sono quelli che se la godono meno... forse perchè anni di ubc gli hanno fatto male... E a parte questo, sulla storia la si può pensare nei modi più disparati, però credo che su una cosa non ci si possa proprio lamentare:Tex!Che diavolo, se si criticasse anche il Tex di questa storia, allora la Bonelli farebbe meglio a chiudere baracca e burattini!E dico un'ultima cosa, che forse sembrer? una bestemmia:questo continuo riferirsi continuo al Tex bonelliano come metro di misura, personalmente credo che abbia un p? scocciato... non credo che per ogni vignetta, per ogni balloon, per ogni situazione, si debba ritirare in ballo sempre Bonelli!
    1 point
  10. Sorry, ma rimango dell'idea che richiamare dall'oltretomba un morto, ancorch? importante come Mefisto, è stato poco più di un mezzuccio per dare il via al secondo mezzomigliaio di Tex. Se i soggettisti vogliono e si danno da fare, nemici vivi e vegeti per il ranger ne trovano a bizzeffe. Non classificato.
    1 point
  11. No, seriamente borden... già scrivere non una, non due, non tre, ma quattordici storie contemporaneamente mi sembra un'impresa sovrumana... ma come puoi adottare lo stesso metodo anche con le letture? :shock:E poi sarei io a non avere molto tempo per leggere romanzi...
    0 points
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