Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

[130/131] Il Cacciatore Di Taglie


Voto alla storia  

27 utenti hanno votato

Non sei abilitato/a a votare al sondaggio o a vederne i risultati. Si è pregati di collegarsi o iscriversi per poter votare in questo sondaggio.

Messaggi consigliati/raccomandati

<span style="color:red;">8 minuti fa</span>, Grande Tex dice:

io trovo che anche Kit fosse molto inportante per lui,anzi, forse per lui era il piu importante dopo Tex

ti sbagli

rimangono comunque casi isolati

il primo a mettere della psicologia in Tex con una certa frequenza fu Nizzi, per questo a mio giudizio salvatore di Tex, poi Boselli e' la regola

Diablero il tup discorso su Boselli e Binelli non si potrebbe adottare anche a Nizzi? non all' ultimo certo, ma visto che tu critichi tutte le sue storie...

insoma Nizzi e' indubbiamrnte piu' glbonelliano di Boselli, eccetto il suo ultimo periodo e qualche raro caso prima

Concordo abbastanza. Nizzi più che insistere sulla psicologia dei personaggi, al suo meglio esaltava la parte patetica/commovente. In storie come Furia rossa, Le colline dei Sioux (la morte di nuvola bianca), il ragazzo selvaggio e diverse altre c'è una grande attenzione al lato umano e direi che puntava molto alla commozione del lettore. Boselli punta moltissimo sul lato psicologico dei personaggi, direi che è la parte preponderante della sua opera. GLB ci puntava mediamente, a volte pochino. Era più chiaro o scuro. Il chiaroscuro assieme capitava solo ogni tato. Poi ovviamente, essendo un grande autore, quando voleva sapeva delineare bene le psicologie anche lui.

Tra Nizzi e Boselli è stato, a mio parere, più vicino al modello il primo. Il Nizzi dei primi 10 anni è un secondo Bonelli, quantomeno perchè gli è stato quasi imposto di studiarselo e di riproporlo pedissequamente. Le differenze sostanziali erano nella spruzzata di "giallo" che in GLB era sostanzialmente assente, e nell'ancor più accentuato senso dello humor.

Boselli sa essere perfettamente GLBonelliano quando vuole. Se decide di fare una storia classica e di restare attaccato al modello, lo fa alla grande. Però è autore originale, e quindi ha messo molto del suo su Tex. Ha inserito diversi elementi nuovi o comunque altri che c'erano ma non erano così accentuati. Il mettere Tex ai margini di alcune storie, esaltando i comprimari, è una cosa del tutto nuova, se si eccettuano poche storie di GLB, ma comunque mai così esasperate. Il doppio buono-cattivo, cattivo-buono è un suo marchio di fabbrica. Con GLB e Nizzi accadeva relativamente di rado, con Borden è quasi la regola. Il suo Tex è anche molto serioso, solitamente. I siparietti con Carson, così presenti con GLB (e ancor di più con Nizzi) non sono assenti ma sono molto limitati. Poi certo, il personaggio è sempre titanicamente quello di GLB e ci mancherebbe. Ma la maggior parte delle storie di Borden sono molto diverse da quelle che leggevamo con GLB. Quelle del Nizzi iniziale sono molto più simili, sia come contesto che come comportamenti (ironia, pestaggi, tormentoni).

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

23 minutes ago, Grande Tex said:

ti sbagli

 

Dici?  :cool:

 

24 minutes ago, Grande Tex said:

rimangono comunque casi isolati

 

C'è questa storia qui e Gilas, già citate, poi, così a memoria,. mi vengono in mente Gros-Jean, Lucero, Dona Manuela, per certi versi lo stesso Yama, Loa, Padma, Capitan Barbanera, Mitla, Esmeralda, Sagua... cominciano ad essere un po' troppi questi "casi isolati", non credi?  :lol:

 

31 minutes ago, Grande Tex said:

il primo a mettere della psicologia in Tex con una certa frequenza fu Nizzi, per questo a mio giudizio salvatore di Tex, poi Boselli e' la regola

 

Cit.: "ti sbagli!"  :laugh:

 

Per me i personaggi di Nizzi soffrono di una piattezza psicologica impressionante, e davvero fatico a distinguere la psicologia di uno dei suoi "cattivi" dall'altro, se non fosse per come sono disegnati. Tanto che quando cerca di rendere "memorabile" un cattivo, che fa? Gli fa piccionare Tex! Davvero, pare L'UNICA maniera che Nizzi conosce per farci ricordare i suoi personaggi (fino ad abusarne tanto da rendere di nuovo indistinguibile la file dei cattivi che hanno piccionato il suo Tex), un personaggio come il cacciatore di taglie di questa storia, memorabile nonostante non sia chiaramente all'altezza di poter sfidare Tex, non si trova in nessuna storia di Nizzi.

 

32 minutes ago, Grande Tex said:

Diablero il tup discorso su Boselli e Binelli non si potrebbe adottare anche a Nizzi? non all' ultimo certo, ma visto che tu critichi tutte le sue storie...

insoma Nizzi e' indubbiamrnte piu' glbonelliano di Boselli, eccetto il suo ultimo periodo e qualche raro caso prima

 

È un discorso che ho già fatto tantissime volte, ma abbastanza inutilmente, visto che me lo ritrovo poi sempre banalizzato in "tu critichi tutte le sue storie".

 

(osservazione già comunque priva di senso, a meno che non si pensi che le storie di un autore, sia pure solo per certo periodo, debbano essere esenti da critiche...)

 

Altre volte, anche molto recentemente, ho trattato questo discorso in maniera molto più approfondita, visto che non ho postato molto finora nel forum penso sia ancora abbastanza facile trovare quei post nei miei messaggi.  Il thread su una storia di GL Bonelli non mi sembra il posto giusto per essere trascinati nell'ennesima discussione su Nizzi. Ma, in breve, non ci sono solo due periodi di Nizzi, uno "solo capolavori" e l'altro "non è più lui, ingiudicabile".  Nizzi è stato più di trent'anni su Tex, e ha attraversato diversi periodi, sempre in peggio, come una continua frana, in cui a franare erano man mano l'impegno, l'attenzione, la fedeltà al personaggio, e via via fino a perdere anche il più elementare "mestiere"

 

Anche nel suo periodo migliore (il primo) non aveva davvero interiorizzato il mondo di Tex e dei pards, che non ha mai amato (per sua stessa ammissione). Aveva preso frasi, modi di fare, situazioni "tipiche" e le copia-incollava. I risultati appunto dipendono dal periodo, all'inizio ci riusciva molto bene a fare una buona "imitazione" (sicuramente ci riusciva meglio di Nolitta), ma, e questo è un punto importante, CHE Bonelli imitava?

 

Quello "tipico". La differenza fondamentale fra Bonelli e Nizzi è che Bonelli aveva centomila epiteti con cui Tex e pards si chiamavano e chiamavano gli avversari. Quello di GLBonelli era un dialogo effervescente e ricchissimo di invenzioni linguistiche, e Tex e pards continuamente tirano fuori epiteti nuovi.

 

Nizzi fa un indagine statistica, vede che "Satanasso" e "vecchio cammello" sono i più comuni, e USA SOLO QUELLI.  Fa quindi una buona imitazione del GLBonelli "medio", quello "tipico", ma proprio nel farlo, mostra quanto sia opposto a GLBonelli: il dialogo di Tex passa dal regno dell'invenzione a quello della ripetizione (e accade un fenomeno che ho già stigmatizzato: con il tempo la gente non legge più le vecchie storie di Bonelli e le dimentica, gli presentano Nizzi come il prosecutore della sua tradizione, e oggi, come gente che ha visto dei miraggi nel deserto, insistono a dire che anche GLBonelli usava solo "satanasso" e "vecchio cammello" e faceva sempre scenette con le patatine, non importa che basterebbe leggere qualche albo a caso per vedere che non era così)

 

E qui torniamo a questa storia: "il cacciatore di taglie", così come Gilas, Massacro, e tante altre storie, dimostra che GLBonelli scriveva molto raramente storie "tipiche", perlomeno in questo periodo della sua carriera.  Gran parte delle storie più famose di questo periodo lo sono perchè assolutamente uniche. Nizzi, nel selezionare un Bonelli "medio"... taglia completamente via questo aspetto!

 

Non solo: nel tagliare via ogni cosa che non sia presente nella maggior parte delle storie, e anche per via delle proprie preferenze personali (e quelle di Sergio Bonelli), Nizzi elimina completamente gli aspetti "non legalitari" di Tex, riducendolo ad "uno sbirro ligio al regolamento". (e uno sbirro anche abbastanza ottuso, visto che Nizzi, un po' come hanno fatto gli epigoni di R.E.Howard nelle storie di Conan successive, ha dato un bel taglio all'intelligenza del suo Tex, che in GL Bonelli era estremamente scaltro e si dimostrava sempre più furbo dei suoi avversari, mentre con Nizzi diventa via sempre più piccione e sconfigge gli avversari con la colt e l'aiuto di origlioni, mai con l'intelligenza).

 

Vabbè, non voglio fare l'ennesimo post lunghissimo contro Nizzi, dico solo, per concludere, che se Nizzi avesse letto un soggetto come questo...  l'avrebbe subito bocciato, perchè nella sua visione, sarebbe stato "non texiano", non essendo "medio", presentando un Tex che non è ligio alla legge e ai regolamenti, e che addirittura aiuta un ricercato a fuggire e copre un omicidio! (impensabile nelle storie di Nizzi!) in una storia che dedica "troppo" spazio ai personaggi comprimari (e oltretutto le cose non sono spiegate tre volte...)

 

La cosa paradossale è che anche molti lettori, oggi, se leggessero una storia come questa.. avrebbero detto la stessa cosa. Perché mentre credono di fare il confronto con le storie classiche di GL Bonelli (che non ricordano più), in realtà hanno come paragone il Tex di Nizzi.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Sul confronto tra Bonelli e Boselli di cui parla Diablero partendo dal personaggio di questa storia, il "wanted" Billy Conner, dico che sono in parte d'accordo con Diablero, ma continuo a pensare che Boselli sia molto diverso da GLB. I due autori hanno attitudini e propensioni differenti (come dici anche tu) e questo si vede nella loro opera. Ho fatto in questi giorni una ancora parziale rilettura del centinaio d'oro. Il giuramento, Gilas, La legge del più forte, Massacro, Sulle piste del Nord sono grandi storie, ma la loro grandezza sta nel personaggio Tex e in un linguaggio al fulmicotone davvero eccezionale, oltre che nella componente d'azione che è orchestrata magistralmente. Ma Brennan e Teller, Fraser, Johnny Lingo, il vilain de Le legge del più forte, lo stesso Ho-Kuan sono "solo" avversari, dei grandi cattivi: poi arriva Tex e, per parafrasare un' ironica frase di GLB "le suona a tutti". 

 

Con Borden, i "tutti" cominciano a essere complicati. Tex non sa bene a chi debba suonarle: cosa è Ray Clemmons, buono o cattivo? E Mitch Anderson? E la famigerata banda di rapinatori irlandesi, per far fuggire i quali Tex spara ai rurales, rappresentanti della legge (e fa bene e l'episodio è ben contestualizzato)? E Glenn Corbett, che cos'è? E il fuggiasco Harris? E Carfax, e Jude West, e Kid Rodelo, e Mondego il killer? E Dave Mather e Hoodoo Brown? E Parkman? Amici o nemici? Nelle storie di Boselli non hai i Brennan e i Teller pre-confezionati, o meglio non ce li hai sempre, fino all'ultimo non sai bene come stanno le cose. Personalmente, ho sempre avuto la sensazione che i personaggi boselliani "prendessero forma", come se la carta della pagina si sollevasse e questi personaggi da bidimensionali diventassero a 3D, prendessero consistenza, diventassero corpo e cuore e mente, perché ciascuno di loro è più approfondito, ha un passato, ha motivazioni che non sono sempre puramente criminali, non sono sempre circoscritte e funzionali solo alla storia in cui appaiono. Ma la stessa cosa vale per i buoni: quanto è moderno e maturo il confronto del Reverendo Morrow con Blackbird, semplicemente strappa-applausi? O Jim Bennett sulla rupe che subisce lo sguardo di Tex? Per non parlare di Jim Brandon, che per la prima volta diventa "una persona", non il consueto personaggio-pretesto, solo con Borden. E poi DOC Holliday, Johnny Laredo, il Sergente Torrence, Leah Bean , e poi Jethro, Kurt Weiser... una messe sterminata di personaggi di cui ci importa, che ci colpiscono, che non sono i TUTTI glbonelliani pronti ad essere suonati da Tex.

 

 

5 ore fa, Diablero dice:

C'è un pregiudizio pseudointellettualoide "puzza-al-naso" per cui credono di sapere già tutto senza bisogno di verificare. E quindi spesso sparano minchiate.

 

Con questo non sto dicendo che in GLB queste cose non ci siano, ma che ce ne sono in minima parte (il figlio di Mefisto, Lucero, Billy Conner che però è solo abbozzato), semplicemente perché a GLB questi aspetti interessavano di meno. Solitamente abbiamo cattivi-cattivi, di cui conosciamo le motivazioni criminali: speculatori, mercanti avidi, capibanda in città fuorilegge, gambler e trafficanti di armi: cattivi che restano cattivi, personaggi odiosi che non vediamo l'ora che Tex suoni. E', il mio, un pregiudizio da "puzza sotto il naso"? Se con queste parole volessi svilire GLB, ti direi di sì. Invece non ho alcuna intenzione di fare ciò. Senza GLB non poteva esserci Boselli. Boselli c'è, con il suo Tex 2.0 a partire da metà anni '90, perché ci sono stati decenni di Tex GLBonelliano prima e nizziano (copia-carbone del primo, con esiti altalenanti ma molto alti nel periodo migliore) poi, indispensabili perché venisse quello boselliano.

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, valerio dice:

Tra Nizzi e Boselli è stato, a mio parere, più vicino al modello il primo. Il Nizzi dei primi 10 anni è un secondo Bonelli, quantomeno perchè gli è stato quasi imposto di studiarselo e di riproporlo pedissequamente. Le differenze sostanziali erano nella spruzzata di "giallo" che in GLB era sostanzialmente assente, e nell'ancor più accentuato senso dello humor.

Boselli sa essere perfettamente GLBonelliano quando vuole. Se decide di fare una storia classica e di restare attaccato al modello, lo fa alla grande. Però è autore originale, e quindi ha messo molto del suo su Tex. Ha inserito diversi elementi nuovi o comunque altri che c'erano ma non erano così accentuati. Il mettere Tex ai margini di alcune storie, esaltando i comprimari, è una cosa del tutto nuova, se si eccettuano poche storie di GLB, ma comunque mai così esasperate. Il doppio buono-cattivo, cattivo-buono è un suo marchio di fabbrica. Con GLB e Nizzi accadeva relativamente di rado, con Borden è quasi la regola. Il suo Tex è anche molto serioso, solitamente. I siparietti con Carson, così presenti con GLB (e ancor di più con Nizzi) non sono assenti ma sono molto limitati. Poi certo, il personaggio è sempre titanicamente quello di GLB e ci mancherebbe. Ma la maggior parte delle storie di Borden sono molto diverse da quelle che leggevamo con GLB. Quelle del Nizzi iniziale sono molto più simili, sia come contesto che come comportamenti (ironia, pestaggi, tormentoni).

 

Completamente d'accordo.

<span style="color:red;">20 minuti fa</span>, Diablero dice:

Vabbè, non voglio fare l'ennesimo post lunghissimo contro Nizzi, dico solo, per concludere, che se Nizzi avesse letto un soggetto come questo...  l'avrebbe subito bocciato, perchè nella sua visione, sarebbe stato "non texiano", non essendo "medio", presentando un Tex che non è ligio alla legge e ai regolamenti, e che addirittura aiuta un ricercato a fuggire e copre un omicidio! (impensabile nelle storie di Nizzi!) in una storia che dedica "troppo" spazio ai personaggi comprimari (e oltretutto le cose non sono spiegate tre volte...)

 

Infatti questo è un soggetto "boselliano", a riprova che GLB sapeva farli, ma non lo faceva spesso.

Modificato da Leo
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Diablero ha fatto un'analisi impeccabile con cui concordo in buona parte. Io sono solo meno severo di lui con Nizzi che pur con il manierismo che gli rimprovero da sempre ha comunque scritto fino alla famigerata crisi delle gran belle storie.

Su questa storia ho pocoda dire che non abbia evidenziato lui, ribadisco da vecchio lettore che Diablero ha ragione da vendere quando dice che nelle storie di GLBi cattivi e comunque personaggi dalla personalità complessa sono tutt'altro che rari..

Forse una buona rilettura di certe vecchie storie spazzerebbe via da qualche cervello un mucchio di pregiudizi.

 

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Just now, Carlo Monni dice:

Su questa storia ho pocoda dire che non abbia evidenziato lui, ribadisco da vecchio lettore che Diablero ha ragione da vendere quando dice che nelle storie di GLBi cattivi e comunque personaggi dalla personalità complessa sono tutt'altro che rari..

 

Ci sono eccome. Ma non nella quantità e nei modi proposti da Boselli. Questo discorso era partito dal personaggio "boselliano" Conner, che è la riprova che già GLB proponeva simili characters. Con Boselli però questa tendenza conoscerà una fioritura che con GLB non si ebbe non per incapacità del creatore di Tex ma per i differenti "gusti" di quest'ultimo nel modo di concepire e raccontare le storie.  

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Che è un po' quello che dicevo io...

 

9 hours ago, Diablero said:

Intendiamoci: secondo me Boselli ha fatto una grande opera di "ammodernamento" di Tex, ma l'ha fatta soprattutto a livello di "linguaggio fumettistico", nella maniera di raccontare, nella scansione dei tempi e l'attenzione a dettagli (tipo la continuity) che Bonelli non curava molto, più concentrato sulla pura azione.

E poi ovviamente come qualunque autore ha le sue preferenze, che non coincidono al cento per cento con quelle di Bonelli, quindi se è vero che questo tipo di storie che evidenziano i comprimari (o persino gli avversari, pensa a "Il figlio di Mefisto") erano già presenti nelle storie di Bonelli, sono più frequenti in quelle di borden.

 

Ma è ben diverso dire che Boselli e GLBonelli presentano differenze di stile e preferenze (come è ovvio che sia, in due autori diversi) dal dire, come fanno purtroppo in tanti, che nelle storie di GLBonelli c'è sempre un cattivo senza sfumature, e la storia consiste in Tex che arriva, sbaraglia tutti, e fa trionfare la legge...  basterebbe che chi "racconta" questa caricatura di GLBonelli si leggesse storie come questa per "snebbiargli il cranio" come direbbe Tex.

 

Chissà perchè non lo fanno...  🙄

 

Basta vedere come viene presentato anche un personaggio che appare per pochissime pagine prima di morire, come Geremia (si vede in 19 strisce in tutto, l'equivalente di poco più di 6 pagine...) e il rispetto con cui viene trattato da GLBonelli. Non solo non è "buono", è un criminale incallito e recidivo che è già stato in galera, e ha ucciso un vicesceriffo nel corso della rapina. Ma decide di sacrificarsi per salvare i suoi compari, e in quelle poche sctriscie, è lui l'eroe.

(oggi ci si lambiccherebbero per giorni a discutere se era "buono" o "cattivo", accusando l'autore di aver fatto qualcosa che GLBonelli non avrebbe fatto mai...  :P )

 

01.png
02.png

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red;">9 ore fa</span>, Diablero dice:

non ha mai amato (per sua stessa ammissione).

non ha mai detto una cosa simile! ha detto solo che non lo leggeva da ragazzo. Se davvero non gli piacesse, perche' e' tornato a scriverlo? 

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Appena avrò un attimo mi rileggerò questa storia, comunque nessuno sostiene che GLB non avesse mai mezze misure. Semplicemente si dice che Borden ne ha di più (forse troppe per alcuni). I personaggi grigi di GLB ci sono ma sono una sparuta minoranza del totale, con Borden questo "espediente" diventa una regola e un topos che regge una buona parte delle sue storie.

Leggere una storia di GLB è molto diverso che leggerne una di Boselli, fermo restando il carattere di Tex, che Borden non ha mai tradito.

E' la differenza che passa tra un grande classico in bianco e nero e un filmone dei tempi moderni. Le storie di GLB erano, in generale, molto più lineari (pur con molte eccezioni). Quelle di Borden sono, in generale, molto più complesse (pur con molte eccezioni).

Nizzi si atteneva, anche perchè all'inizio costretto a quanto pare, al modello, in modo totalmente aderente.

E lo faceva alla grande, tanto da ingannare molti lettori all'inizio, quando il nome sul tamburino era quello di GLB nonostante la penna fosse la sua.

Ha ragione il Monni quando dice che all'inizio Nizzi ha fatto una grande quantità di storie molto belle, non riconoscere questo è quantomento bizzarro. Non si può concordare nemmeno sul fatto che il linguaggio del Tex del primo Nizzi non fosse all'altezza. E' proprio sul linguaggio e sui dialoghi che Nizzi è pari al predecessore e, non di rado, superiore almeno nei duetti tra Tex e Carson.

Temo che una buona parte dei giudizi negativi che hanno accolto l'intera figura di Nizzi da parte di alcuni, vadano ricercati proprio in questa leggenda che non amasse Tex. Lui ha ammesso di non averlo mai letto prima, cosa che non mi pare meriti la lapidazione. Ma non ha mai detto che non gli piacesse, anzi ha detto di essersi poi affezionato molto a Tex. Da professionista se lo è letto, lo ha assimilato e lo ha riprodotto fedelmente per molti anni con livelli altissimi. La prima parte della carriera di Nizzi è, nel suo insieme, inattaccabile, a mio avviso.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 4 anni dopo...

I cacciatori di taglie erano una categoria (giustamente!) odiata da Gian Luigi Bonelli, di fatto, ogni talvolta che ne appariva qualcuno nella saga, non perdeva occasione per dipingerli negativamente e indurre il lettore a una sorta di empatia al contrario.

 

Emblematico è il caso di Sam Garner che rappresenta l'antagonista di questa breve ma avvincente storia. Un personaggio infido, cinico, alquanto pericoloso ma sopratutto caparbio, caratterizzato molto bene dall'autore e che in parte (caso raro nella narrativa bonelliana) ruba la scena ai nostri e diviene il fulcro dell'episodio.

 

Ovviamente, per evitare fraintendimenti, Bonelli fa sì che i banditi a cui il bontyhunter dà la caccia, siano degli uomini tutto sommato a posto, costretti dagli eventi e dai postumi della guerra a scendere dalla parte sbagliata della barricata per rivalersi dei torti e ingiustizie subite.

 

La sceneggiatura è molto ben calibrata e per lunghi tratti fa a meno di Tex e Carson, alla barba di chi sostiene che Bonelli fosse molto texcentrico nelle sue opere, e fin dalla prime pagine spicca l'odioso cacciatore di taglie che è disposto a tutto pur di incassare il corposo compenso offerto dalle autorità per la cattura dell'unico bandito sopravvissuto all'avvincente scontro al fuoco del prologo.

 

Garner non si "tira indietro" nemmeno a picchiare a sangue un piccoletto dinanzi alla madre per farsi spifferare il nascondiglio del fratello e quando finalmente Tex gli dà una meritatissima lezione, scopriamo che invece di disperdersi, il cacciatore come un segugio rimane sulla pista, denotando una caparbia notevole.

 

Memorabile la scena dell'azzoppamento del cavallo, usata da Bonelli per mostrare una volta in più di quanto Garner sia duro e spietato, visto che risparmia pure una miserabile oncia di piombo pur di non alleviare le pene dell'ormai spacciato animale.

Come è giusto che sia, un simile villain non può cavarsela e difatti sul finale l'autore gli dona una mesta fine, sotto il piombo di un qualsiasi ragazzo amico della sua preda, evitandogli pure "l'onore" di un confronto diretto con Tex.

 

Si potrebbe avere da ridire sulla poca incisività dei nostri nella storia, in quella che a tratti sembra quasi una storia stile Boselli per ciò che riguarda la caratterizzazione e il peso delle comparse che popolano la trama, ma tuttavia, almeno personalmente, non disturba affatto nell'economia della lettura questa considerazione, soprattutto alla luce dei fatti che molto raramente capita e ci sta qualche piccolo strappo alla regola. Tuttavia Bonelli ne approfitta per darci un'importante informazione sulla lealtà di Tex, poichè il nostro eroe palesemente serve la reale giustizia e non quella degli uomini che a volte è cieca dinanzi l'evidenza. Il ranger sa che il ragazzo in fondo è colpevole delle rapina ma sa leggere benissimo nei cuori e comprende di non trovarsi dinanzi a uno spregevole bandito da punire senza pietà, dunque si prodiga a salvarlo dall'infido "collega" e lo convince a restituire il denaro della rapina per riscattare in parte la sua posizione e permettersi un cambio vita in California.

 

Pare poco ma è proprio questa caratterizzazione fantastica di Tex che ce lo fa amare. Un uomo duro con chi se lo merita, ma magnanimo verso chi una seconda occasione deve averla. Un raddrizzatorti con cervello ma sensibile, che non si comporta come un ottuso uomo di legge, ma segue l'istinto e il cuore e non ci pensa due volte anche a schierarsi contro la legge che si è impegnato a difendere, quando si accorge che non collima con giustizia. Che dire: tanta roba quindi non stupisce il perchè un simile personaggio ha sempre fatto breccia nei cuori dei lettori.

 

Comparto grafico affidato a Muzzi con il consueto ritocco facciale di Galep. Sempre molto lineare e classico lo stile, che accompagna piacevolmente l'utente lungo lo svolgersi della serrata vicenda. Muzzi non era di certo l'autore più amato in casa editrice ma il suo onesto contributo è innegabile e a mio avviso merita un riconoscimento postumo anche da parte di noi lettori. Il mio voto finale è 7

  • +1 1
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.