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Il Tex Del Primo Centinaio


ymalpas
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Parliamo del Tex del primo centinaio, quello pioneristico, a detta di molti forse il migliore. Non a caso qualche autore lo ritiene il modello ideale da seguire e da riproporre oggi sulle pagine del mensile.


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Tavola tratta dal Tex gigante n° 36 "Il villaggio fantasma", striscia "Un'infernale partita".



Accusato di vigliaccheria da Brenton, Tex lo sfida in una maniera insolita: una specie di roulette russa, chi becca la carta più alta ha diritto di sparare un colpo in faccia all'avversario, sperando che l'unica pallottola rimasta nel tamburo sia sistemata al posto giusto. Quattro volte l'arma fa cilecca, alla quinta il destino d' a Tex la possibilità di sparare sull'avversario: una possibilità su due di mandarlo all'inferno. Brenton scatta in piedi, non ci sta più a questo maledetto gioco e Tex ha partita vinta: il vigliacco è l'altro, non lui! Alla fine Tex svela a tutti il bluff: non c'era nessuna pallottola all'interno del cilindro della pistola.

Il Tex della fascia 1 / 100 è un personaggio, pardon un satanasso, che si fa beffe degli avversari e se la ride di gusto. Inimitabile.

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Il Tex della fascia 1 / 100 è un personaggio, pardon un satanasso, che si fa beffe degli avversari e se la ride di gusto. Inimitabile.

Caro Ymalpas, era meglio se non mostravi queste vignette >:azz::trapper: , perchè aumentano, in me, l'amarezza di quello che Tex è ancora oggi, almeno parzialmente ( nonostante il "buio" decennio nizziano sia alle spalle ): di questi tempi il nostro amato ranger, magari, intavolerebbe un bel "dialogo psicologico" e voil'..... Scherzo, naturalmente, ma mica poi tanto..... :( :malediz...
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Il Tex di quella fascia era un fuoco di fila di trovate di questo genere. Le scene dei suoi mitici pugni non sembravano nemmeno violente, stemperate com'erano da un allegro umorismo. Ma non voglio che si pensi che il Tex attuale non valga niente, però non può allontanarsi ulteriormente dalle sue origini, anzi, ci deve ritornare per non perdere ciò che lo ha portato così in alto :)

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Il Tex del primo centinaio e' sicuramente un personaggio esplosivo, dedito all'azione vera e proprio e meno riflessivo, soprattutto quello dei primi cinquanta numeri. E' senza dubbio un eroe grezzo ancora da definire ma non meno coinvolgente di quel Tex maturo che verra' negli anni successivi. Non so se quel Tex dalla lingua tagliente e dalle pistole facili puo' essere considerato il miglior Tex, non me la sento di condividere in pieno questa affermazione riportata da Ymalpas. Io preferisco il ranger degli anni '70 in poi, dove l'irruenza giovanile viene sostituita dalla maturita' di un uomo sulla quarantina. E' quello il mio Tex ideale e a cui tutti gli autori di Tex dovrebbero ispirarsi. Nei primi anni di pubblicazione, dove le sceneggiature erano per un buon 80% costituite da sparatorie, duelli, scazzottate nei saloon, il futuro capo dei Navajos doveva ancora farsi conoscere dai lettori e doveva ancora dimostrare a tutti di che pasta era fatto. In piu', il formato a strisce imponeva delle sceneggiature veloci, secche, e le scene d'azione dovevano essere per forza abbondanti. Insomma erano storie che andavano benissimo per quell'epoca. Oggi stonerebbero un po'. Saro' sincero, io non vado matto per il Tex di quei tempi, o perlomeno, quando mi accingo a leggere le storie di quegli anni lo faccio con un sorriso di simpatia, perche' diciamocelo pure, alcune sono veramente ingenue. Discorso diverso invece per quanto riguarda le storie del periodo d'oro, tutt'ora ancora modernissime e validissime. Ma nel Tex di oggi non vedo ne il personaggio/dinamite degli albori e ne l'eroe de "Sulle piste del Nord" ,"Terra promessa" etc..

E' una mia impressione? :huh:

Modificato da Anthony Steffen
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Pienamente d'accordo con Anthony, del resto ai tempi del primo Tex serviva poco ad accontentare i lettori. Le avventure del "nostro" erano piene di azione dalla prima all'ultima pagina con scazzottate, sparatorie, duelli e via dicendo. Tex veniva rappresentato come un mero raddrizzatorti e basta. Un eroe senza macchia e senza paura che si faceva beffe degli avversari fino a ridicolizzarli. Lo si leggeva piacevolmente senza farsi tante domande sulla verosimiglianza di quanto veniva raccontato e disegnato: sarebbe riproponibile oggià Se penso all'ultimo periodo nizziano.......... Il Tex degli anni '70 rimane comunque inimitabile, basti pensare che quasi tutte le migliori storie texiane risalgono a quel periodo, quello d'oro, o della maturit? che dir si voglia. Quello "era" Tex!

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Insomma erano storie che andavano benissimo per quell'epoca. Oggi stonerebbero un po'. Saro' sincero, io non vado matto per il Tex di quei tempi, o perlomeno, quando mi accingo a leggere le storie di quegli anni lo faccio con un sorriso di simpatia, perche' diciamocelo pure, alcune sono veramente ingenue.

Sono d'accordo. Cercando di leggerle con gli occhi di coloro che andavano in edicola ad acquistare l'albo o la striscia di quei tempi, si può comprendere perchè piacessero o comunque perchè fossero scritte in un certo modo. Se Tex esordisse oggi (come serie) in maniera identica, credo che sopravviverebbe ben poco!La vignetta postata da ymalpas è significativa: è semplicemente una roulette russa, vista migliaia di volte in qualsiasi fumetto, film o libro western. Nel leggerla, però, lo facciamo (o perlomeno io lo faccio, e credo che per tanti sia così) con gli occhi di coloro che lo leggevano 60 anni fa, per svagarsi e con un modo di leggere sostanzialmente ingenuo. Non fraintendetemi: a me piace, però sono convinto che piaccia a molta gente perchè lo legge con quello spirito (giustamente, aggiungo)! Se una scena del genere fosse riproposta nel prossimo albo, credo che verrebbe notata meno di quanto la si noti rileggendo il numero 36!
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A grandi linee anch'io sono d'accordo con quanto scritto da Anthony. Non credo che quelle storie riproposte oggi integralmente come una nuova serie avrebbero lo stesso successo. GLB nei primi tempi scriveva avendo ben chiaro il numero di pagine per sviluppare le storie e il pubblico per cui scriveva era sostanzialmente diverso di quello per cui scrivono gli autori odierni di Tex, di più anche GLB era un uomo dell'epoca ed anche lui ha adattattato, o meglio evoluto, il suo modo di scrivere Tex nel corso degli anni. E' innegabile che le prime storie di Tex sono differenti da quelle dell'ultimo periodo di GLB. Io sono convinto che se GLB scrivesse oggi il suo Tex sarebbe diverso da quello delle origini, ovviamente non di molto nel senso che nessuno di noi faticherebbe a riconoscerlo, ma sarebbe un Tex adatto ai giorni nostri. Se ci fate caso anche l'atteggiamento del figlio Sergio è cambiato. Le sue prime storie di Tex contenevano delle innovazioni, seppur piccole, non solo sul modo di pensare ed agire del famoso ranger ma anche sui piccoli particolari, sui personaggi di contorno. A distanza di anni vedendo la censura da lui imposta attualmente sulle ristampe si stenta a credere che si stia parlando della stessa persona eppure è così.

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Guest Aphrodite's Child

Il Tex del primo centinaio e' sicuramente un personaggio esplosivo, dedito all'azione vera e proprio e meno riflessivo, soprattutto quello dei primi cinquanta numeri. E' senza dubbio un eroe grezzo ancora da definire ma non meno coinvolgente di quel Tex maturo che verra' negli anni successivi. Non so se quel Tex dalla lingua tagliente e dalle pistole facili puo' essere considerato il miglior Tex, non me la sento di condividere in pieno questa affermazione riportata da Ymalpas. Io preferisco il ranger degli anni '70 in poi, dove l'irruenza giovanile viene sostituita dalla maturita' di un uomo sulla quarantina. E' quello il mio Tex ideale e a cui tutti gli autori di Tex dovrebbero ispirarsi. Nei primi anni di pubblicazione, dove le sceneggiature erano per un buon 80% costituite da sparatorie, duelli, scazzottate nei saloon, il futuro capo dei Navajos doveva ancora farsi conoscere dai lettori e doveva ancora dimostrare a tutti di che pasta era fatto. In piu', il formato a strisce imponeva delle sceneggiature veloci, secche, e le scene d'azione dovevano essere per forza abbondanti. Insomma erano storie che andavano benissimo per quell'epoca. Oggi stonerebbero un po'. Saro' sincero, io non vado matto per il Tex di quei tempi, o perlomeno, quando mi accingo a leggere le storie di quegli anni lo faccio con un sorriso di simpatia, perche' diciamocelo pure, alcune sono veramente ingenue. Discorso diverso invece per quanto riguarda le storie del periodo d'oro, tutt'ora ancora modernissime e validissime. Ma nel Tex di oggi non vedo ne il personaggio/dinamite degli albori e ne l'eroe de "Sulle piste del Nord" ,"Terra promessa" etc..

E' una mia impressione? :huh:

non vorrei essere troppo pignolo ma: per quanto riguarda la maturit? di un uomo sulla quarantina... quello è il tex degli anni cinquanta! voglio dire che tex è già sulla quarantina nel numero 12 IL FIGLIO DI TEX. GLB aveva una sua idea sulla maturit? dei suoi personaggià se per maturit? intendi la maturit? del fumetto allora il discorso cambia. se il fumetto evolve con il tempo allora il tex di boselli è più maturo ancora.

e poi, parlando di autori, non dimentichiamo che il maturo GLB ha creato tex alla "immatura" età di 40 anni.

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Quoto Aphrodite's Child. Io direi che già con "L'orma della paura" assistiamo ad un primo cambiamento di registro e struttura delle storie di Tex, con un'avventura ad ampio respiro, e una notevole serie di personaggi (tra antagonisti e comprimari). Poi c'è il noto salto temporale, con la nascita e la (rapida) crescita del piccolo Kit, che assume ben presto il ruolo di "ciclone" e scavezzacollo ufficiale, mentre Tex a volte assume il ruolo del padre saggio e brontolone; ne "la croce tragica" (gennaio 1955), poi, già si vede un Tex insolitamente prudente e "legalitario", che stenta a prendere una decisa iniziativa contro i Daniti (molto "nizziano", in questo). Poi arriva una fascia caratterizzata da avventure molto "fantasy", ed in questo concordo con chi parla di un pizzico di ingenuità da tempi eroici (ma che storie! Si pensi a "La città d'oro" o "la voce misteriosa"), ma Tex è già molto cambiato. Da "Sangue Navajo" in poi, per me il Tex bonelliano non cambia più, nella sostanza; è solo il più ampio respiro delle storie - con l'abbandono del formato a striscia - a dare l'impressione di una maggiore "modernit?".

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Tavola tratta dal Tex gigante n° 72 "New Orleans"



Anche se col numero 72 siamo già in l' con gli anni, la seconda storia illustrata da Letteri mi è sempre rimasta nel cuore per questa mitica scena, che vede Tex affrontare e battere, carte in mano, il conte Jean De la Ferrette, mentr'egli era intento insieme al degno compare Jimmy Rocker a spennare un povero diavolo, al secolo mister Dawson.

Il distinto aristocratico francese, conosciuto anche come Jean de la Pommery e qualche volta anche come barone di Baton Rouge è una vecchia conoscenza di Tex che nonostante la reputazione di gran giuocatore di Jean Larousse ( questo è il vero nome ) non ha difficolt? a rupulirgli le tasche. Da notare l'ironia e la sferzante sicurezza dimostrata dal Ranger, magnificamente assecondato da Carson, ancora una volta seduto a un tavolo, faccia a faccia, con un individuo dalla pessima reputazione. Il Tex di oggi può manifestare la forte sensazione di una partita a carte persa con uno che ha giocato sporco tanti anni prima, ma siamo sicuri che sia lo stesso personaggio che si "arricchisce" alle spalle del baro Jean Larousse a bordo dell'Oregon diretto a New Orleans ?

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Il Tex di oggi può manifestare la forte sensazione di una partita a carte persa con uno che ha giocato sporco tanti anni prima, ma siamo sicuri che sia lo stesso personaggio che si "arricchisce" alle spalle del baro Jean Larousse a bordo dell'Oregon diretto a New Orleans ?

Gran Matusalemme Ymalpas !!! Cosa intendi dire con siffatta ermetica frase?!?!
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Guest Aphrodite's Child

Il Tex di oggi può manifestare la forte sensazione di una partita a carte persa con uno che ha giocato sporco tanti anni prima, ma siamo sicuri che sia lo stesso personaggio che si "arricchisce" alle spalle del baro Jean Larousse a bordo dell'Oregon diretto a New Orleans ?

Gran Matusalemme Ymalpas !!! Cosa intendi dire con siffatta ermetica frase?!?!
io l'ho capita benissimo (i giustizieri di vegas)
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Il Tex di oggi può manifestare la forte sensazione di una partita a carte persa con uno che ha giocato sporco tanti anni prima, ma siamo sicuri che sia lo stesso personaggio che si "arricchisce" alle spalle del baro Jean Larousse a bordo dell'Oregon diretto a New Orleans ?

Gran Matusalemme Ymalpas !!! Cosa intendi dire con siffatta ermetica frase?!?!
io l'ho capita benissimo (i giustizieri di vegas)
anch'io. meno male, uno che conosce la saga!
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Tavola tratta dal Tex gigante n° 72 "New Orleans"



Anche se col numero 72 siamo già in l' con gli anni, la seconda storia illustrata da Letteri mi è sempre rimasta nel cuore per questa mitica scena, che vede Tex affrontare e battere, carte in mano, il conte Jean De la Ferrette, mentr'egli era intento insieme al degno compare Jimmy Rocker a spennare un povero diavolo, al secolo mister Dawson.

Il distinto aristocratico francese, conosciuto anche come Jean de la Pommery e qualche volta anche come barone di Baton Rouge è una vecchia conoscenza di Tex che nonostante la reputazione di gran giuocatore di Jean Larousse ( questo è il vero nome ) non ha difficolt? a rupulirgli le tasche. Da notare l'ironia e la sferzante sicurezza dimostrata dal Ranger, magnificamente assecondato da Carson, ancora una volta seduto a un tavolo, faccia a faccia, con un individuo dalla pessima reputazione. Il Tex di oggi può manifestare la forte sensazione di una partita a carte persa con uno che ha giocato sporco tanti anni prima, ma siamo sicuri che sia lo stesso personaggio che si "arricchisce" alle spalle del baro Jean Larousse a bordo dell'Oregon diretto a New Orleans ?

Si, se lo chiedi a me. _ahsisi

Si tratta di due situazioni troppo diverse per essere paragonate. Nel caso di "New Orleans" Tex affrionta una partita con uno che sa benissimo essere un baro e si diverte ad usare i suoi stessi metodi per dargli una lezione. Nel caso della partita con Hoodoo Brown rammentata in "I giustizieri di Vegas", siamo di fronte ad una partita tra amici dove Tex non si aspettava certo che l'avversario barasse e di ciò aveva solo una sensazione, non la prova certa e l'altro era un tutore della legge. Situazioni diverse, approcci diversi, tutto qui.
Certo questo non baster? ai nostalgici. _ahsisi

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Si, se lo chiedi a me. 250978_ahsisi.gifSi tratta di due situazioni troppo diverse per essere paragonate. Nel caso di "New Orleans" Tex affrionta una partita con uno che sa benissimo essere un baro e si diverte ad usare i suoi stessi metodi per dargli una lezione. Nel caso della partita con Hoodoo Brown rammentata in "I giustizieri di Vegas", siamo di fronte ad una partita tra amici dove Tex non si aspettava certo che l'avversario barasse e di ciò aveva solo una sensazione, non la prova certa e l'altro era un tutore della legge. Situazioni diverse, approcci diversi, tutto qui. Certo questo non baster? ai nostalgici. 250978_ahsisi.gif

Io non sono un nostalgico, o almeno non fino a questo punto. Ma il fatto che a barare fosse un rappresentante della legge conta poco (imho) . Tex riconosce il marcio a un miglio di distanza, e quando c'è da applicare la giustizia se ne frega sia del ceto sociale che della carica che occupa il diretto interessato. Se ci atteniamo alla storia in questione, si vede che per Tex l'episodio non ha avuto molta importanza, altrimenti non avrebbe lasciato correre il tutto con un "ho avuto la sensazione che...", quando Tex ha una senzazione la segue e basta. Poi torno a ripetere che a me interessa poco di questa partita, anche se allo stesso tempo capisco chi, la utilizza come mezzo di paragone con storie passate. Modificato da Cheyenne
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Si tratta di due situazioni troppo diverse per essere paragonate. Nel caso di "New Orleans" Tex affrionta una partita con uno che sa benissimo essere un baro e si diverte ad usare i suoi stessi metodi per dargli una lezione. Nel caso della partita con Hoodoo Brown rammentata in "I giustizieri di Vegas", siamo di fronte ad una partita tra amici dove Tex non si aspettava certo che l'avversario barasse e di ciò aveva solo una sensazione, non la prova certa e l'altro era un tutore della legge. Situazioni diverse, approcci diversi, tutto qui.

"Sensazione", è questo per me il problema. Il Tex di Bonelli non aveva sensazioni. Non gliela facevi sotto il naso. :fumo:


Almeno è questa l'idea che mi sono fatto, ovviamente del tutto soggettiva.

E siamo qui a discuterne giusto per vedere quanti sono d'accordo con questo assioma e quanti no.

Naturalmente per me è di straordinaria utilit? per misurare le distanze tra quel Tex e quello che leggiamo oggi.

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il Tex ruspante dei primi numeri a striscia va apprezzato perchè è un personaggio ciclonico che esprime tutta la strabordante fantasia di Bonelli, con situazioni al limite dell'impossibile e dell'incredibile, pistole che non si ricaricano mai, indiani che adorano idoli di pietra, che inventano trabocchetti meccanici, con personaggi che sembrano presi da altri generi letterari avventurosi dell'epoca, è una testimonianza dell'evoluzione di un personaggio che entrer? nel cuore di lettori sempre più numerosi. Tante storie di questo primo centinaio, però, vuoi forse per il limite del formato, sono dimenticabilissime per non dire peggio, pubblicate oggi farebbero ridere. Il personaggio Tex assume una forma definitiva, o meglio stabile, per me verso il numero 80, dovrei rivedermelo, e con la storia di Mefisto e baron Samedi siamo già nel periodo classico. L'irruenza e la prepotenza del Tex un po' superman di tanti di questi albi non mi è mai andata troppo a genio, però era un personaggio che usciva letteralmente dalle vignette, le sparatorie, i dialoghi, le scazzottate, sembrava di viverle in diretta partecipandovi, questa era l'impressione che avevo da ragazzo. Tante situazioni impossibili, come i dinosauri, la città di Nostradamus, Ma Shai, lo stesso Mefiso, Padma, i Figli della Notte, sono colpi di genio straordinari, al di l' del giudizio sulle singole storie. Mi sono sempre rimaste impresse certe tribù indiane, sembrano sospese dalla storia, selvagge, quasi primitive, libere dal sistema delle riserve, eppure sembrava davvero di essere l', niente città, solo montagne, altipiani, hogan o addirittura wigwam, totem, stregone, capo, guerrieri, e pedalare. Non si poteva chiedere, tranne le dovute eccezioni, troppa elaborazione a queste storie, che verr? dopo, soprattutto col cambio di formato, erano semplici e dirette, con trame quasi elementari, e soprattutto erano supportate spesso e volentieri da disegni chiari, limpidi, dal tratto leggero, almeno dopo la cinquantina. La cosa che mi attraeva di più in Tex, a parte l'atmosfera western e l'eroe, era l'ironia, che mi è sempre piaciuta fin da bambino. Insomma, sembrava tutto, in questo primo centinaio, spontaneo e istintivo, con i suoi pregi e i suoi difetti. Oggi vedo e penso si veda benissimo che ogni storia è molto costruita, che è molto meno istintiva di allora. Comunque non apprezzo molto il tentativo di ritornare a questo Tex qui, o meglio il tentativo di inserire qualche atteggiamento o episodio che può sembrare riconducibile al primo centinaio, vedi l'episodio degli indiani nella storia di Loman, per esempio, lo vedo un corpo estraneo in un contesto completamente diverso.

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Vabb?, ma io non caricherei troppo la vicenda della partita con Brown. Si trattava di una sorta di piccolo indizio lasciato da Boselli per far intuire al lettore che Tex aveva visto del marcio in Brown già a suo tempo, non aveva la pretesa di far immaginare, nella ricostruzione visiva del lettore, addirittura la scena ed il contesto. Diverso sarebbe stato se Tex avesse detto "ricordo che una volta mi ha battuto a pugni" oppure "? stato più svelto di me nell'estrarre", perchè nell'immaginario del lettore Tex è il più forte ed il più svelto. Nel caso di specie, Tex era stato semplicemente ingannato da un "collega", e gli episodi in cui Tex viene sorpreso o ingannato anche in maniera ben più beffarda e irriverente (mi viene in mente Macredy in "L'uomo nell'ombra") sono numerosissimi nella saga.

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Vabb?, ma io non caricherei troppo la vicenda della partita con Brown.

Pienamente d'accordo. Il mio proposito è solo mostrare diversi aspetti del Tex del primo centinaio. Della partita a carte menzionata nel numero 601 io stesso ho già chiarito con Mauro Boselli. Domani parliamo di un'altra tavola.
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Il vero problema è che c'è una fetta di lettori (e di conseguenza di forumisti) che continua a cullarsi nel rimpianto dei vecchi tempie nella critica degli attuali, lontani dalla magia di quei tempi d'oro tanto vagheggiati. C'è anche una fascia ancora più ristretta (per fortuna) che, di fattl, pensa che quello che chiama il vero Tex sia terminato con "Canyon Diablo" (ovvero la storia immediatamente precedente alla prima scritta da Guido Nolitta), concedendo tutt'a più che abbia continuato ad apparire nelle altre storie scritte da G. L. Bonelli fino al suo abbandono. Per fortuna Ymalpas non appartiene a quest'ultima categoria, perchè, pur con accenti critici, si rende conto che i nuovi autori non possono essere GLB e riesce anche ad apprezzarli.
In ogni caso, preferisco continuare il discorso altrove o si rischia di trasformare questo topic in un doppione di quello su integralismo ed avanguardismo ed è l' che ci rivedremo. blablabla

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Per fortuna Ymalpas non appartiene a quest'ultima categoria, perchè, pur con accenti critici, si rende conto che i nuovi autori non possono essere GLB e riesce anche ad apprezzarli. In ogni caso, preferisco continuare il discorso altrove o si rischia di trasformare questo topic  in un doppione di quello su integralismo ed avanguardismo ed è l' che ci rivedremo. blablabla

Pur "criticonzolo", posso essere inserito in questa tua lista, Carlo è _ahsisi Hasta lu?go.... :trapper:
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Naturalmente per me è di straordinaria utilit? per misurare le distanze tra quel Tex e quello che leggiamo oggi.

Ci andrebbe il binocolo..... >:azz: :_sigh
Sei il solito esagerato. :lol2:E comunque si dice "Ci vorrebbe", non "Ci andrebbe". :old::lol2: Modificato da Carlo Monni
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