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Tex Willer - Il Romanzo Della Mia Vita


ymalpas
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(CORREGETEMI SE SBAGLIO)

Ricapitolando, le storie a fumetti che vengono trattate in questo romanzo sono:

CAPITOLO 1-La giovinezza (Vedi albo numero 83 "il passato di Tex")

CAPITOLO 2-Il vendicatore (Vedi albo numero 83 "il passato di Tex")

CAPITOLO 3-Il fuorilegge (Vedi albo numero 1 "la mano rossa")

CAPITOLO 4-L'eroe del Messico (Vedi albo numero 3 "Fuorilegge" e numero 4 "L'eroe del Messico")

CAPITOLO 5-La guerra di Seccessione (Vedi albo numero 113 "Tra due bandiere)
CAPITOLO 6-Il patto di sangue (Vedi albo numero 7 "Il patto di sangue")

CAPITOLO 7-Il giuramento (Vedi albo numero 104 "Il giuramento")

CAPITOLO 8-Sulle piste del Nord (Vedi albo numero 10 "il tranello")

CAPITOLO 9-Sangue Navajo (Vedi albo numero 51 "Sangue Navajo")

CAPITOLO 10-Il signore del Male (Vedi albo numero 39 "La gola della morte")
CAPITOLO 11-El Morisco (Vedi albo numero 77 "Il tesoro del tempio" e 135 "Diablero")
CAPITOLO 12-La resa dei conti (Vedi albo numero ?????????

Qualcuno ha idea di quale storia a fumetti provenga l'ultimo capitolo???io ancora nn ci sono arrivato.. :)

L'ultimo capitolo non è altro che una rielaborazione con alcune modifiche della parte finale de "Il giuramento" (per la precisione: degli eventi narrati nell'albo "La paga di Giuda").
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finalmente mi e' arrivato !! in questi giorni lo leggo e poi commento ! p. s. siccome ho avuto modo di parlare con un addetto alle distribuzioni vi posso dire che il libro sta andando letteralmente a ruba ! si procedera' con la seconda ristampa, percio' affrettatevi a comprarlo ! non credo che faccia piacere trovarsi in mano un'orrida ristampa ! :D p. p. s. : in mano propria sembra di ottima fattura ! peccato per le illustrazioni di civitelli !

La ristampa non è una riedizione. Comunque la prima ristampa hai GIA' raggiunto le librerie. il libro è entrato nella classifica dei 50 più venduti.
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il libro è entrato nella classifica dei 50 più venduti.

Gran bel risultato, soprattutto considerando la pessima distribuzione. E cio' mi rende contento, perche' vuol dire che Tex e' ancora ben radicato nel cuore degli italiani.
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L'ho finito durante le vacanze pasquali. E devo dire che la seconda parte, da Mefisto in poi, mi e' piaciuta molto meno della prima. Non so dire esattamente il perche', certo il fatto che a me le avventure con Mefisto non hanno mai entusuiasmato puo' aver avuto la sua influenza, ma l'impressione che ne ho ricavato e' che la seconda parte del romanzo "tirasse un po' troppo dritto" sugli argomenti, fosse meno approfondita nelle riflessioni personali di Tex su quanto racconta. Anche le avventure con El Morisco mi sono sembrate un po' scarne. In ogni modo, una ottima e piacevole lettura, e non mi stupisce che sia gia' in alto nelle classifiche, perche' i lettori o gli aficionados di Tex a mio parere sono molti di piu' di quanto sembra..... Alcune riflessioni a lato:- nel libro sono stati menzionati i principali amici di Tex, ma secondo me mancano perlomeno accenni a Pat MacRyan e Tom Devlin. - Anche delle avventure a San Francisco contro la criminalita' cinese non si parla, eppure Tex & Co a Frisco ci sono andati parecchie volte.- Altra leggera mancanza, secondo me, e' che Tex non menziona il fatto di aver salvato la vita al Presidente degli Stati Uniti..... Ovviamente bisogna tenere conto dello spazio cartaceo e quindi alcune scelte Boselli le ha dovute fare gioco forza, quindi queste osservazioni finali non sono da considerarsi come critiche al lavoro di Boselli, che mi e' piacuuto molto, ma semplici commenti a titolo personale.

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Due brevi aggiunte.... Sull'argomento morte di Carson, la mia opinione e' che qui, nel romanzo, ci sta. E mi sembra che Boselli abbia fatto la miglior scelta possibile facendo si' che Carson scegliesse di andare al villaggio Navajo per trascorrere in pace e tra i suoi amici piu' cari gli ultimi momenti (anni è mesi ?). Ma mi auguro di non trovare questo argomento nel fumetto !!!!Il romanzo lascia pero' aperto il discorso Kit Willer: dov'e' è E' sposato e vive in citta', avendo trovato un lavoro grazie ai suoi studi e la sua cultura, decisamente superiore a quella del padre è magari a sua volta ha dei figli è Oppure e' ancora nei Rangers, in giro per il west a cercare avventure è O magari fa l'allevatore è Alcuni di voi hanno sottolineato questo stesso argomento. A me piace pensare che Kit si sia sistemato e sia diventato a sua volta l'agente indiano della riserva (visto che papa' e' "in pensione") e che al momento sia impegnato a raddrizzare qualche torto nei confronti dei Navajos. Per questo abbia chiesto l'aiuto di Tex e Tiger. Magari questo e' lo spunto per una delle prossime storie che vedremo negli albi a fumetti... speriamo non a colori, per non vedere i capelli bianchi di Tex e di Tiger !In ogni modo, una ottima e piacevole lettura, e non mi stupisce che sia gia' in alto nelle classifiche, perche' i lettori o gli aficionados di Tex a mio parere sono molti di piu' di quanto sembra.....

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In effetti si nota la mancanza soprattutto di un accenno a Pat, e alle molte lotte contro le sette criminali cinesi. Come però fa notare Bistecca era impossibile evitare certe scelte, magari anche sofferte (non lo so, non sono nella mente di Boselli), e se il prodotto è tutto sommato buono così come ci è stato proposto, rischiava di risultare raffazzonato se Borden ci avesse messo dentro tutto lo scibile texiano. Anche perchè ognuno di noi può avere il "suo" particolare episodio che avrebbe voluto raccontato, allora uno può dire "E Apache Kid'"? e un altro forse vorrebbe che si parlasse dei Buffalo soldiers, oppure della detenzione di Tex a causa del complotto dell'uomo di Flagstaff, della collaborazione con la Pinkerton piuttosto che della congiura che ha dato origine a "L'uomo con la frusta"... credo proprio che sarebbe stato piacevole ma non possibile, a meno di non pensare all'uscita di un romanzo a puntate.

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finalmente mi e' arrivato !! in questi giorni lo leggo e poi commento ! p. s. siccome ho avuto modo di parlare con un addetto alle distribuzioni vi posso dire che il libro sta andando letteralmente a ruba ! si procedera' con la seconda ristampa, percio' affrettatevi a comprarlo ! non credo che faccia piacere trovarsi in mano un'orrida ristampa ! :D p. p. s. : in mano propria sembra di ottima fattura ! peccato per le illustrazioni di civitelli !

La ristampa non è una riedizione. Comunque la prima ristampa hai GIA' raggiunto le librerie. il libro è entrato nella classifica dei 50 più venduti.
mamma mia !! e ci credo che e' fra i piu' venduti, l'hai scritto tu ! ed e' un autentico capolavoroooooo :indiano::trapper::inch::inch::inch:
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IL ROMANZO DELLA MIA VITAUn'autobiografia alternativa?Il romanzo della mia vita? vorrebbe essere un'autobiografia del primo Tex bonelliano, pensato forse per far presa su possibili futuri lettori del fumetto. Di autobiografia in senso stretto, però, non si può parlare. Il lettore abituale, infatti, anche non particolarmente esperto, non può non notare delle discrepanze, delle piccole ma significative differenze fra il romanzo e il fumetto, omissioni e variazioni di particolari in alcune delle storie più importanti del ranger. Vedi infatti la totale assenza dell'incontro con Tiger regalataci da un altro autore postbonelliano, uno dei momenti più drammatici dell'intera serie, che sarebbe stato sufficiente anche solo richiamare. Piacerebbe all'autore del romanzo se una biografia di Kit Carson saltasse a più pari il suo contributo? Ne dubito fortemente. Poi l'accenno all'esclusione totale di ogni altro episodio all'interno Guerra Civile dopo Shiloh, la modifica delle parole di Rod in punto di morte, che cambia totalmente la prospettiva narrativa (n.115), o le leggere modifiche dei finali di storie fondamentali come la seconda di Mefisto (n. 39-40) e la vendetta su Brennan (n. 103-104-105-106), che toccano le corde più intime del nostro eroe. In questo modo si va a intaccare, se non l'essenza stessa del personaggio, alcuni momenti fondamentali, dei veri e propri cardini della sua vita emozionale e biografica creando, dopo le difficolt? cronologiche intrafumettistiche dovute allo stesso Bonelli riguardo episodi come la rivoluzione messicana e la Guerra Civile americana, giustificabili almeno in parte con la giovinezza della testata e la scarsa preoccupazione dell'epoca per l'accuratezza storica, un'ulteriore confusione narrativa extrafumettistica, fra fumetto e romanzo. Non se ne capisce il perchè, vista l'aderenza scrupolosa al fumetto in tanti altri episodi meno importanti. E? possibile quindi giustificare questo inutile e dannoso revisionismo con la massima libertà espressiva dell'autore, senza mettersi a bestemmiare maledicendolo?Solo fino a un certo punto, per quanto mi riguarda. Se si vuole scrivere un libro con una avventura di Tex inedita, non ci vedo nessun problema, ma se si vuole scrivere un'autobiografia, anche se parziale, gli spazi sono molto più ridotti e sanciti da una corposa tradizione fumettistica che si ha il dovere di rispettare. Oltretutto le modifiche più sostanziose riguardano proprio momenti altamente drammatici, che hanno dato un certo tono all'intera serie e influenzato un po' tutta la produzione posteriore. Carson e Kit criminali sotto l'influsso di Mefisto è un episodio fondamentale della saga, non si può cancellare, nemmeno in un romanzo. Cosè come la morte di Brennan è avvenuta in quel modo l' e basta, Tex non presta servizio per lui sulla nave bisca per infiltrarsi nella cricca ed eliminarlo. E soprattutto Brennan non sa chi lo rovina e lo manda a morire, e questo è fondamentale. Da un certo punto di vista Tex è come la Bibbia, dove non risulta da racconti alternativi che gli Ebrei abbiano attraversato il Mar Rosso camminando sulle acque o che Gesè sia morto impiccato. L'atteggiamento giusto dovrebbe essere quindi quello di ignorare completamente questo romanzo ai fini di una biografia texiana: semplicemente, non conta niente, è un'altra cosa. A meno di pensare che nella finzione romanzata le variazioni siano dovute all'estro del giornalista, o magari a un Tex che abbellisca volutamente i ricordi in stile Buffalo Bill, o che, vecchio arteriosclerotico, non ricordi bene, sarebbe cosa buona e giusta pensare, leggendo il romanzo, ad un altro Tex, a un Tex alternativo. Razionalizzando al massimo le ipotesi possibili usando il rasoio di Ockham, acquistabile nei migliori supermercati, l'ipotesi migliore sembra essere quella neveriana ristretta, fatta di N=2 universi paralleli con linee temporali contigue intersecantesi ma non coincidenti, dove la linea temporale principale è data dal fumetto, che ha la prevalenza e tende a riassorbire quella alternativa data dal romanzo, senza annullarla. In questo modo si giustificherebbe anche il fatto che nel primissimo numero della serie gigante, ?La mano rossa?, compaia l'anno 1898, mentre qui, alla fine della fiera, siamo nel 1899. Nel multiverso formato da infiniti universi paralleli, secondo l'ipotesi ristretta esaminata poc?anzi fatta di N=2 universi, infatti, saltando dall'uno all'altro il tempo può subire contrazioni e dilatazioni, quindi la carriera di un ?Tex? multiplo può benissimo durare un solo anno. Seguendo questa ipotesi, nel romanzo abbiamo quindi tutta la sacra famiglia alternativa formata da:Tex Biller (Aquila della Botte), Kit Barson (Capelli d'Armento), Kit Biller (Piccolo Palco), Tiger Back, il capo Breccia Rossa dei Bavajos, sua figlia Bilyth, il corpo dei Bangers con a capo mister Barshall, Gros Bean, Jim Grandon, El Borisco, per tacere di Steve Bickart detto Befisto, di sua sorella Bily, di Bitla e di suo fratello Buaimas detto Biadlero. Insomma, anche senza digressioni neveriane, questo Tex è altro dal fumetto, è un Tex alternativo, e messa così la questione, si può anche apprezzare. L'eroe e l'uomoUno dei motivi originari del Tex bonelliano, un vero e proprio marchio di fabbrica, è sempre stato quello di far vivere l'uomo attraverso l'eroe, di far trasparire pensieri, sentimenti, riflessioni, qualora ce ne fossero, solo ed esclusivamente all'interno dell'azione. E? quindi possibile, forzando artificialmente le cose, separare l'eroe, fatto di azioni ed avventure, dall'uomo, fatto di pochissimi spunti di riflessione nei rari momenti di pausa. In questo romanzo all'eroe non viene aggiunto nulla, il racconto delle imprese non affette da revisionismo è quasi per filo e per segno quello che tutti conoscono. Il racconto risulta quindi meno incisivo del fumetto da cui è tratto, sia in termini di linguaggio, sia perchè risente proprio di questa ripetizione di eventi che già conosciamo, il che può dare una sensazione di dejavu se non di vera e propria noia. Avrebbe giovato forse una presenza maggiore del giornalista, che poteva essere reso più attivo nella sua funzione, ponendo cioè domande nel corso della rievocazione delle storie per sottolineare certi momenti e offrire punti di vista diversi, anzich? limitarsi alla semplice registrazione di un monologo. L'unica ?impresa? di rilievo aggiunta è quella in cui veniamo a sapere che Tex insegna a Tiger la ?conversazione western°. Cosa sarà mai?Presumo sia la versione politicamente corretta della conversazione ?da uomini? impartita da Clint Eastwood al suo giovane amico orientale in ?Gran Torino?. C?? tutto, umorismo compreso, tranne le parolacce. Siccome apprendiamo che Tiger non sarebbe stato in seguito inferiore al maestro, dev?essere stata davvero un'impresa fra le più difficili della carriera di Tex: dai grugniti fatti di ugh! e woah! all'eloquio in puro stile western il passo non è breve. Possiamo immaginare la soddisfazione del maestro alla prima formulazione della propria espressione preferita da parte dell'allievo: ?Nespole!?Nella serie regolare non mi sono mai accorto di questa maestria del navajo, ma bisogna pensare che qui siamo nell'universo billeriano, in cui Tex Biller insegna al guerriero bavajo Tiger Back, e quindi, perchè no?Nell'universo willeriano, invece, Tex insegna a Tiger soprattutto la conversazione con bistecche, patate, torta di mele, birra??e rutto libero. Le parti più interessanti del libro sono i pochi, purtroppo, ma significativi, momenti di riflessione, dove Tex smette di raccontare le sue imprese e rivela qualche particolare, diciamo così, intimo, inedito, dove l'eroe lascia trasparire l'uomo, fatto anche di debolezze. Il prologo, marcia di avvicinamento di un giornalista a una leggenda vivente in pensione, è molto bello, quasi commovente, soprattutto il brevissimo accenno alla moglie sull'onda dei ricordi, che conferisce all'atmosfera un tono familiare e colloquiale intimo. Lo sapevamo già, Tex è come nato adulto, a 19 anni ha già una nettissima personalit?, i suoi riferimenti principali sono sempre stati maschili, qui ne troviamo una conferma precisa. I suoi maestri sono stati il vecchio Gunny Bill, per i cavalli e soprattutto per le pistole, e il padre Ken, importantissimo, per quanto veniamo a sapere, perchè ha insegnato al figlio la caratteristica fondamentale che lo ha contraddistinto da sempre, e cioè la differenza fra bene e male, fra giusto e ingiusto. L'intera parabola esistenziale di Tex può essere delineata prendendo spunto dalle tre figure maschili con cui ha avuto a che fare nella giovinezza. La sua vita oscilla fra il fratello Sam, il rispetto della legge, e il padre Ken, la giustizia al di l' della legge, passando per Gunny Bill, le pistole, ossia la violenza, il mezzo, a volte l'unico, per passare dalla prima alla seconda. In questo giovanissimo Tex possiamo notare anche un altro tratto fondamentale della sua personalit?: trattenere le emozioni, il dolore in primis, non esprimerle, soprattutto verso il mondo esterno e gli altri. Vediamo come sia incapace di trattenerle per la morte di Gunny Bill, mentre risulta molto più composto per il padre e il fratello, pur ammettendo la propria disperazione e solitudine. Pu? sembrare il ritratto di un estraneo, un Tex debole molto diverso da quello duro e risoluto che siamo abituati a conoscere, ma secondo me ne guadagna molto in spessore e profondit? interiore. Se le amicizie familiari e virili hanno segnato il cammino di Tex, anche per quanto riguarda le donne la giovinezza ha lasciato un'impronta indelebile. Veniamo infatti a sapere dell'innamoramento platonico per la messicana Lupe, e del metodo universale per porvi rimedio: la fuga. Ma una volta al palo della tortura non si può scappare, ecco dunque l'incontro con Lilyth. Non viene aggiunto niente che non sia già noto, la riconoscenza che pian piano si trasforma in amore, eccetto il fatto che cogliamo per la prima e forse unica volta un segno di eccitazione sessuale in Tex, precisamente ?lo strano calore? che lo invase a prima vista. Questo è un bell'inedito, un dettaglio che dimostra come Tex, almeno un tempo, non fosse completamente di ghiaccio.(Il calore indice di eccitazione mi rimanda al ?Carmide? platonico, dove un Socrate adulto, vedendo le vesti trasparenti del nobile giovinetto aristocratico minorenne Carmide, viene preso da vere e proprie vampate di eccitazione. Altri tempi, altri personaggi, altri minorenni). E finalmente una bella riflessione sui pochissimi anni vissuti con la moglie, dove la vita di un Tex finalmente in pace con se stesso e col mondo aveva avuto una svolta. Questa breve ma importante riflessione permette di capire in modo ancora più marcato l'importanza determinante di Lilyth nella vita di Tex, e permette di vedere il suo ricordo come un'oasi di pace della memoria dove potersi rifugiare e abbandonare. Anche la caccia fallita all'assassino della moglie è un inedito quasi commovente, Tex e Tiger insieme, il primo in preda alla disperazione che viene richiamato alla realtà e ai suoi doveri dal secondo: bellissimo. E anche il pianto liberatorio dopo il compimento della vendetta è perfetto, giusto non vederlo nel fumetto e altrettanto giusto sapere che c'è stato. I suoi doveri di padre, a dir la verità, Tex non li rispetta poi molto, dedicandosi per diversi anni, sentendone il richiamo, all'avventura e alla vecchia vita d'azione. E dalla sua elezione a capo dei Navajos (?Nazione Navajo? sembra un termine troppo moderno per l'epoca) Tex amplia la sua funzione di padre, non più di un unico figlio ma di un'intera tribù. L'indecisione e il dubbio interiore, contrapposta alla risolutezza esteriore, con cui affronta una guerra all'esercito americano perchè sia resa giustizia ai suoi indiani, ci fornisce ancor di più quel lato umano nascosto che forse può far storcere il naso a qualcuno. Per la prima volta Tex ci parla poi apertamente della mentalit? magico-rituale della sua tribù, con un'interessante interpretazione del suo ruolo di capo, a metà fra il razionalismo pragmatico dell'epoca, scettico verso il soprannaturale e l'aldil', e la spiritualit? indigena imbevuta di sacralit? di cui si nutre quotidianamente. Interessante e centrata anche la figura di El Morisco, correttamente visto come un ponte fra le due culture. Dopo i familiari più stretti, dopo la moglie, il figlio, la tribù, mancano gli ultimi due pards. Sui quali non si dice gran che, si tace sul loro incontro, non si apprendono novità, fino al momento finale. Commovente e da brividi, infatti, è la tomba del vecchio cammello accanto a Lilyth, nelle terre indiane dove ha voluto terminare la propria vita, è l'intervento di Tiger e soprattutto il gesto silenzioso fra vecchi fratelli di sangue. Non c'è bisogno di altro, la profezia della strega papago può attendere. Cosè il quartetto si riunisce idealmente, e via, forse verso una nuova avventura, forse verso una semplice visita, in direzione del figlio finalmente autonomo e indipendente. Bellissima conclusione. Sia chiaro, è Kit Barson a morire, non Carson, i nostri non muoiono, e neanche invecchiano, forse solo un poco, sono fumettisticamente ?eterni?. L'unico dubbio che mi rimane è se a scrivere questo romanzo sia stato Mauro Goselli.--scritto da back65. Quello alternativo? No, quello grullo.

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Prendo la tua recensione come sostanzialmente positiva, caro Jack. Ma dovresti sapere che, per trasporre una serie a fumetti di 600 numeri e passa in un piccolo libro in prima persona, occorre fare delle scelte! E' facile dire che cosa manca! Mancano migliaia di pagine!In quanto alle "differenze", sono quelle fisiologiche nel passaggio da un medium all'altro (potrei giustificarle una per una). L'importante è la fedelt? allo spirito, non a TUTTA la lettera. E' come passare da un romanzo o da un fumetto a un film. I film di Spiderman e Harry Potter sono sostanzialmente fedeli, tra i più fedeli, ma cambiano molto cose rispetto alla pagina scritta. E' inevitabile, e lo si capisce se ci si prova. E io non avevo neppure a disposizione i sequel e i prequel! Borden

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Una recensione:recensioni in pillole 103 - "Tex Willer. Il romanzo della mia vita"Mauro Boselli, Tex Willer. Il romanzo della mia vita, Mondadori 2010 (223 pp., 17 euro)Ci sono due tipi di potenziali lettori per questo libro: quelli che non hanno mai letto Tex e quelli che sono cresciuti cavalcando con lui e con i suoi tre pards fra il trading post di Kayenta, la Sierra Nevada e il Deserto Dipinto. I lettori del primo tipo troveranno una narrazione western svelta ed efficace, con elementi horror a speziare la trama avventurosa. I lettori del secondo tipo (tra i quali si annovera il vostro affezionato blogger) potranno adottare due modalit? di approccio: aspettarsi che il romanzo rifletta in tutto e per tutto il fumetto, e provare quindi disappunto nel riscontrare variazioni e discrepanze; oppure accettare che il processo di transcodifica comporti gli indispensabili riaggiustamenti, e quindi calarsi nell'operazione architettata da Mauro Boselli. Il quale, per chi non lo sapesse, è uno dei più abili e indaffarati sceneggiatori bonelliani e, da qualche anno a questa parte, autore principale delle avventure di Tex (oltre che appassionato di vecchia data del Ranger).?Tex Willer. Il romanzo della mia vita? parte del più classico dei pretesti: siamo nel 1899 e un giornalista di Chicago va in Arizona per intervistare una leggenda del vecchio West. Un Tex Willer ormai avanti con gli anni gli racconta la propria vita: la giovinezza da fuorilegge, il matrimonio indiano, l'ingresso nel corpo dei Texas Rangers, l'elezione a capo dei Navajos, gli incontri con amici (Jim Brandon, Montales, Gros-Jean, El Morisco) e nemici (Mefisto, i machiavellici Brennan e Teller, la diabolica Mitla). Le vicende sono, ovviamente, soltanto una minimissima parte di quelle contenute in sessantatr? anni di gloriosa vita in strisce, tavole e balloons. Ma è la prima volta che le sentiamo narrate (e le vediamo vissute) direttamente dagli occhi e dalla voce del protagonista. Alcuni fans texiani l'hanno odiato. A me è piaciuto.

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Come dicevo in precedenza, questo romanzo su Tex, questa biografia su Tex (e non autobiografia di Tex) mi ha lasciato addosso sensazioni contrastanti. Il problema, alla fin fine, sta tutto nella personalit? del Nostro, per come ne esce dalle pagine.
Anche la questione di alcune vicende importanti modificate non è poi così importante:che i cambiamenti siano dovuti a questioni di spazio o di esigenze narrative diverse da quelle del medium fumetto, l'importante è che si resti fedeli allo spirito del personaggio-per esempio, il Joker del ?Cavaliere oscuro? di Nolan è Joker al cento per cento, anche se non è caduto nell'acido e non ride e spara battute a ogni scena (e con ciò non mi rimangio quello che ho detto qualche tempo fa, anzi lo ribadisco:questa biografia texiana, proprio in quanto biografia, per me va direttamente nel dimenticatoio).
Il problema ?, appunto, lo spirito del personaggio:rispettato o meno?
Finch? Boselli si limita a rileggere le vicende della morte del padre di Tex e di Gunny Bill in una chiave psicologicamente più drammatica e partecipe, io non ci trovo niente di male;anzi, probabilmente la storia originale di Bonelli, fredda fino all'inverosimile, questo romanzo l'ha addirittura migliorata!
Il fatto, però,? che l'interesse per una lettura psicolgica più coinvolta e drammatica, ha portato secondo me a far comportare il ranger in un modo non proprio suo. Mi riferisco specificamente al racconto dell'avventura con Mefisto e gli Hualpai.
Quando nell'introduzione al secondo volume dei ?classici del fumetto di Repubblica-serie oro?,Luca Raffaelli scriveva a proposito di questa mitica storia di un Tex ?particolarmente vulnerabile?, che ?perde colpi su colpiù, io pensai a un esagerazione da parte del critico;fatto sta che quelle parole descrivono alla perfezione il Tex boselliano che affronta gli Hualpai; e se Tex ?perde copi su colpiù, tanto da ammettere che ?Mi chiesi se erano in grado di leggermi dentro, se avevano capito che, dietro quell'affermazione altisonante degna del prode Aquila della Notte, si nascondeva la mia paura? e che ?dentro di me sentivo di nuovo quella tetra ombra nera, come un doppione oscuro di me stesso, che scherniva e incrinava le mie ridicole certezze?, e che perde la testa fino a correre all'impazzata nel deserto quasi sfiancando il cavallo?ecco, per me questo non è Tex,? altro:? un uomo comunque straordinario, certamente un'Eroe, ma non Tex. E non perchè Tex non può avere emozioni umane (lo abbiamo detto sul forum più volte), ma perchè Tex non può mai perdere la sua positivit? e il suo ottimismo, la sua fiducia in se stesso e nella sua buona stella;e soprattutto,Tex non può soccombere alla paura (non può nemmeno pensare alla paura in termini così drammatici e preoccupati) e alle crisi di nervi.
Questo ?tradimento psicologico? ha portato in realtà ad alcuni momenti intensissimi, come quello in cui Tex e Tiger si trovano nel deserto notturno e decidono di abbandonare la caccia a Brennan. Ma ancora:? davvero Tex quello che si chiude nel suo dolore fino a dimenticare di mangiare e bere, e che si dimentica del tutto del figlioletto alla? Insomma, questo Tex psicologicamente debole, lontano anni luce dal ranger calmo in ogni situazione e sempre sicuro di se e dei propri mezzi,? davvero il Tex autentico del fumetto? Per quanto mi riguarda no:questo è un Tex diverso,adattato alle esigenze di un medium diverso, il racconto romanzesco.
Tutto ciò è accettabile? Non lo so:posso però dire che, in quanto appassionato di Tex, il mio primo pensiero è ?al diavolo le esigenze del medium e al diavolo questo romanzo?, nel momento in cui per portare Tex su un romanzo bisogna cambiarlo!

Altra questione:questo romanzo è davvero tale? Possiede cioè una propria autonoma e definita dignit? letteraria?
Non lo so, e mi chiedo che effetto possa avere il libro se letto da un non texiano o non fumettofilo; credo comunque che i cambiamenti biografici e psicologici di Tex si siano avuti proprio per poter raggiungere questo scopo.
In conclusione, a questo romanzo do clo stesso una sufficienza stiracchiata e bonaria:il prologo e la parte finale con Tiger vecchio e la tomba di Carson meritano davvero tanto. Sono questi, secondo me, i capitoli migliori sia da un punto di vista letterario (lontani cioè da quel sintetismo descrittivo e un po' noioso di altri capitoli) che da un punto di vista texiano, quelli cioè che meglio riescono a far risaltare il Mito, a presentare Tex e il suo mondo in quanto Mito.

Modificato da paco ordonez
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Caro Paco, se rileggi la storia con gli Hualpai, vedrai che il dramma e l'angoscia sono già nella storia di Bonelli, altissimamente drammatica. Io non ho fatto altro che tradurla in prima persona. Borden

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D'accordo,Borden, io in quella storia il dramma e la disperazione ce li vedo soprattutto in una scena che non hai menzionato, atipica, e proprio per questo da antologia:quella in cui Tex, dopo aver meledetto Mefisto, lancia il cavallo in un galoppo solitario. Quello, secondo me,? l'unico momento della storia in cui le letture di Raffaelli e tua vengono convalidate. Per il resto no, secondo me. Tex non perde la testa durante l'azione, ma solo dopo, quando non c'è più niente per cui combattere, quando comincia a credere che, molto probabilmente, Kit e Carson sono morti. E comunque la critica che ti faccio è quella di aver calcato troppo la mano rispetto alle debolezze psicologiche di Tex-non solo nell'avventura con Mefisto.

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D'accordo,Borden, io in quella storia il dramma e la disperazione ce li vedo soprattutto in una scena che non hai menzionato, atipica, e proprio per questo da antologia:quella in cui Tex, dopo aver meledetto Mefisto, lancia il cavallo in un galoppo solitario. Quello, secondo me,? l'unico momento della storia in cui le letture  di Raffaelli e tua vengono convalidate. Per il resto no, secondo me. Tex non perde la testa durante l'azione, ma solo dopo, quando non c'è più niente per cui combattere, quando comincia a credere che, molto probabilmente, Kit e Carson sono morti. E comunque la critica che ti faccio è quella di aver calcato troppo la mano rispetto alle debolezze psicologiche di Tex-non solo nell'avventura con Mefisto.

E difatti hai citato prpprio le sfumature che dicevo io, perdinci!Mi spiace, Paco. Non si tratta di DEBOLEZZE psicologiche. Si tratta di COMPLESSITA'. Un vero eroe deve aver paura e deve avere anche rabbia e disperazione. Questo è il NOSTRO Tex, sè, anche quello di GL, di Sergio e di Marcheselli! E anche di Nizzi! Non un robot privo totalmente di aspetti umani. Proprio in QUELLA storia ci sono tutte queste cose!! Evidentemente la nostra sensibilit? è diversa dalla tua. Punto. Ma nessun grande eroe che si rispetti, n° Ulisse, n° D'Artagnan, nemmeno Achille, è quella macchina superiore e fredda che vorresti tu. Il nostro Tex è più simile agli eroi citati. E in molte storie di GL (NON IN TUTTE! è chiaro) si comporta da uomo vero. Chi scrive deve tenerne conto, specie se la storia è in prima persona, perbacco! Altrimenti leggere di uno così farebbe schifo! Non ci sarebbe la minima identificazione! Scusami, chiudiamola qui, tu ha le tue idee, ma, anche se sembra banale a dirsi, se tu fossi da QUESTA parte, cioè di chi le storie le racconta, dovresti per forza ragionare in modo meno freddo e per formulette. Il Tex che ironizza. è invincibie ed è superiore a tutto CONVIVE, nella saga di Tex, con quello che OGNI TANTO è sopra le righe ed EROICAMENTE UMANO! Guai se non ci fosse mai questo Tex... Il nostro non sarebbe quel grande personaggio che ?! Sarebbe un pallido eroe di carta e basta! Irreale e impossibile da amare.
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Mi spiace, Paco. Non si tratta di DEBOLEZZE psicologiche. Si tratta di COMPLESSITA'.

Si, ma ci sarà un motivo se le storie in cui la personalit? "profonda" di Tex viene a galla si contano sulle dita di una mano, e sono così poche?Certo che Tex non è un robot, concordo totalmente!!Ma in 200 pagine di romanzo c'è stata, secondo il mio modesto parere, un'inflazione di "interiorit?", un esagerazione di "sentimentalismo", e un eccessiva umanizzazione dell'eroe.
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Mi spiace, Paco. Non si tratta di DEBOLEZZE psicologiche. Si tratta di COMPLESSITA'.

Si, ma ci sarà un motivo se le storie in cui la personalit? "profonda" di Tex viene a galla si contano sulle dita di una mano, e sono così poche?Certo che Tex non è un robot, concordo totalmente!!Ma in 200 pagine di romanzo c'è stata, secondo il mio modesto parere, un'inflazione di "interiorit?", un esagerazione di "sentimentalismo", e un eccessiva umanizzazione dell'eroe.
Il motivo è proprio nella parola ROMANZO e nel fatto che è IN PRIMA PERSONA. Carissimo, fai così fatica a capire che SE uno si mette a raccontare la sua vita, non parler? delle storie che per lui sono state acqua fresca, bensì di quelle che gli importano di più, che l'hanno fatto più soffrire e arrabbiare, delle PERDITE umane ecc...??? Se fosse stato un ritratto della SERIE Tex c'era già il simpatico libro di Claudio Paglieri, no? Questo è una specie di film, diciamo. Che film e che romanzo funzionano senza un po' di pathosè Non volevo mica fare il distillato preciso della serie Tex. Volevo (VOLEVA) parlare delle storie IMPORTANTI, emozionanti e significative. Borden
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Ok, mi hai dato la conferma di quello che dicevo prima:il problema è proprio la parola "romanzo":per fare un romanzo si è dovuto adattare il personaggio a quel tipo di medium-con conseguente, per quanto minima (?) snaturalizzazione. Questa cosa a me non piace.

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Ciao a tutti. Il mio giudizio è sostanzialmente molto positivo. Le differenze rispetto al fumetto, tra l'altro, a volte sembrano addirittura migliorative. Penso ad esempio all'incotro con Carson, che nel fumetto è una fugace stretta di mano mentre nel romanzo di Boselli è senz'altro più interessante. A differenza di Cheyenne e di Paco Ordonez, però, io non ho trovato molto scontata la morte di Carson. Ecco, questa mi è parsa una forzatura, proprio perchè sembra essere presnetata come una morte naturale, di vecchiaia. Ma se così ?, allora mi pare un po' prematura. Siamo nel 1899, una quindicina di anni dopo le storie narrate nel fumetto "in presa diretta". Ne deriva che Carson avrebbe potuto avere circa 70 anni. Onestamente, non mi sembra un età irraggiungibile.

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