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TWF - Tex Willer Forum

Cosa Vi Manca Di Pi? Del Vecchio Caro Tex?


Cheyenne
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Cosa vi manca, se vi manca qualcosa, nel Tex degli ultimi anni?  

29 utenti hanno votato

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Cheyenne A me sinceramente non crea nessun problema se Tex rimane "confinato" tra Canada e Messico. Prima di tutto perchè è una location, anzi oserei dire "macrolocation", decisamente ampia, con tutte le varietà territoriali e climatiche che si possano desiderare, e in secondo luogo perchè le variegate etnie che tra nativi e immigrati si sono stanziate in quella zona permetterebbero di creare avventure molto diversificate tra loro. Questo pur apprezzando storie come Patagonia o I ribelli di Cuba, oltre ovviamente a Giungla Crudele.

Non sono legato ad ambientazioni stereotipate o a riferimenti temporali e storici ma trovo molto corretto quello che dice Cheyenne definendo gli USA una macrolocation ampissima con molte opportunità da sfruttare, forse manca un pizzico di fantasia per usarla al meglio oppure resta più facile pensare a paesi molto lontani che ispirano sfrenati voli pindarici con la fantasia, allora a questo punto si può pensare anche alla vecchia Europa con le sue sette e i suoi intrighi, oppure al misterioso oriente.

Quello che è evidente nel discorso di Ymalpas è l'abilita con cui gli autori storici con pochi mezzi a quel tempo e molta fantasia creavano ambienti ricchi di riferimenti tali da farti immergere nelle varie atmosfere, anche se Tex in effetti si allontanava sempre molto poco dalla sua zona, a parte le puntate in Canada ( e l' si parla di attraversate di 4000 km a cavallo ed in ferrovia, boia di un mond che faticata ). :shock:

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Cheyenne A me sinceramente non crea nessun problema se Tex rimane "confinato" tra Canada e Messico. Prima di tutto perchè è una location, anzi oserei dire "macrolocation", decisamente ampia, con tutte le varietà territoriali e climatiche che si possano desiderare, e in secondo luogo perchè le variegate etnie che tra nativi e immigrati si sono stanziate in quella zona permetterebbero di creare avventure molto diversificate tra loro. Questo pur apprezzando storie come Patagonia o I ribelli di Cuba, oltre ovviamente a Giungla Crudele.

Non sono legato ad ambientazioni stereotipate o a riferimenti temporali e storici ma trovo molto corretto quello che dice Cheyenne definendo gli USA una macrolocation ampissima con molte opportunità da sfruttare, forse manca un pizzico di fantasia per usarla al meglio oppure resta più facile pensare a paesi molto lontani che ispirano sfrenati voli pindarici con la fantasia, allora a questo punto si può pensare anche alla vecchia Europa con le sue sette e i suoi intrighi, oppure al misterioso oriente.

Quello che è evidente nel discorso di Ymalpas è l'abilita con cui gli autori storici con pochi mezzi a quel tempo e molta fantasia creavano ambienti ricchi di riferimenti tali da farti immergere nelle varie atmosfere, anche se Tex in effetti si allontanava sempre molto poco dalla sua zona, a parte le puntate in Canada ( e l' si parla di attraversate di 4000 km a cavallo ed in ferrovia, boia di un mond che faticata ). :shock:

Mi puoi accusare di tutto, ma non di non avere fantasia, Gianbart. :indianovestito:
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Non sono legato ad ambientazioni stereotipate o a riferimenti temporali e storici ma trovo molto corretto quello che dice Cheyenne definendo gli USA una macrolocation ampissima con molte opportunità da sfruttare, forse manca un pizzico di fantasia per usarla al meglio oppure resta più facile pensare a paesi molto lontani che ispirano sfrenati voli pindarici con la fantasia, allora a questo punto si può pensare anche alla vecchia Europa con le sue sette e i suoi intrighi, oppure al misterioso oriente. Quello che è evidente nel discorso di Ymalpas è l'abilita con cui gli autori storici con pochi mezzi a quel tempo e molta fantasia creavano ambienti ricchi di riferimenti tali da farti immergere nelle varie atmosfere, anche se Tex in effetti si allontanava sempre molto poco dalla sua zona, a parte le puntate in Canada ( e l' si parla di attraversate di 4000 km a cavallo ed in ferrovia, boia di un mond che faticata ). :shock:

Nota bene che proprio per le caratteristiche degli USA Tex potrebbe interagire con sette o comunit? italiane - un po' tipo quella che ha fatto capolino, insieme agli irlandesi, ne "Gli invincibili" anche rimanendo in territorio americano. Che è poi quello che sostenevo in questo sondaggio abbastanza datato.

trovo molto corretto quello che dice Cheyenne

ringrazio Cheyenne per aver aperto l'argomento in modo civile e corretto

Un grazie a Cheyenne

Piano piano sta nascendo un amore :lol2:
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X Cheyenne : Troppo smielato eh! sisi
X Borden : rimarcavo il lavoro del passato nel contesto temporale, quello di oggi è impoverito al confronto ma chiaramente si parla della media non di qualcuno in particolare, soprattutto non di te in questo contesto ( ho letto poco fa " serata al grand guignol ", come al solito complimenti ), ma qualcuno pecca di iniziativa e ancora deve dimostrare la sua vena d'autore! blablabla

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X Cheyenne : Troppo smielato eh! sisi
X Borden : rimarcavo il lavoro del passato nel contesto temporale, quello di oggi è impoverito al confronto ma chiaramente si parla della media non di qualcuno in particolare, soprattutto non di te in questo contesto ( ho letto poco fa " serata al grand guignol ", come al solito complimenti ), ma qualcuno pecca di iniziativa e ancora deve dimostrare la sua vena d'autore! blablabla

Va be', io per ora rispondo solo di me stesso, ma tra breve usciranno le storie da me prodotte e, ahimè, dovr? rispondere anche degli altri... :_sigh


:trapper:

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I parenti te li accolli alla nascita, gli amici e i pards si scelgono ... ( fin che si può ). :soldatoS:

Vuoi dire che consideri i miei collaboratori alla stregua di miei parenti?!! :trapper:
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peste! Qui si parla di birre offerte!!! Eccomi. :D

Io non posso perchè se mi faccio avanti qualcuno mi dice che sto diventando un'assidua frequentatrice di saloon -_nono :P
Immagine postata



:lol2: laughing

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  • 2 settimane dopo...

Vedo che arrivo quando ormai il dibattito ha un po' rallentato (ho tempi lunghi di elaborazione delle risposte, chiedo venia), ma volevo comunque spiegare un po' meglio quello che io intendevo associando il concetto di "ingenuità" al Tex di Gian Luigi Bonelli e, per poterlo fare, dico subito che il nodo centrale da cui parte il tutto è la considerazione che ogni singola persona (autori di fumetti compresi) è anche figlia del proprio tempo e questo si ripercuote inevitabilmente sulle azioni della persona stessa. Per questo motivo, quando esaminiamo l'opera di un qualsiasi autore, non possiamo prescindere dal momento storico e dalla terra in cui quella persona è vissuta dalla sua nascita fino al momento ha dato vita alla sua opera. Le storie di Tex scritte da Gian Luigi Bonelli, sono state pubblicate tra il 1948 e il 1991 (anno in cui venne pubblicata la sua ultima storia "Il Medaglione Spagnolo"). Ci ricordiamo (per vissuto o per sentito raccontare) di come era l'Italia quando uscirono i primi numeri di Tex? Era un paese appena uscito da un ventennio di dittatura e da una guerra devastante, dove un referendum dal risultato estremamente incerto aveva da poco sancito la morte del regno d'Italia e la nascita della Repubblica Italiana; era un paese in cui povert? e scarsa alfabetizzazione erano ancora molto diffuse, dove le persone vivevano e lavoravano essenzialmente per procurare la sopravvivenza alle proprie famiglie e per provare a ricostruire una società che la guerra aveva messo quasi in ginocchio; era un paese in cui la conoscenza dovuta alla circolazione delle informazioni era un fenomeno ancora molto limitato; era un paese in cui la maggioranza delle persone viveva la propria vita in un raggio di pochi chilometri; infine era anche un paese da cui, soprattutto agli inizi di quel secolo, c'era stata una forte emigrazione verso l'America che era vista come una terra in cui poter coltivare il sogno di rifarsi una vita migliore. Se proviamo a pensare a quello che era Tex in quegli anni, ci possiamo rendere conto di come quelle storie fossero da una parte le avventure di un eroe, ma dall'altra erano anche finestre aperte su un mondo che la gente comune non immaginava di poter vedere e di poter conoscere nel corso della propria vita; erano sogni ad occhi aperti che davano alla gente il modo di staccare per una manciata di minuti dalla dura realtà quotidiana, e di poter immaginare di vivere in quegli spazi. Nel corso dei decenni in cui Bonelli ha scritto le storie di Tex, l'Italia è passata dalla ricostruzione, al boom economico e alla scolarizzazione di massa degli anni '60, dalla rivoluzione culturale e dei costumi iniziata nel '68 fino alla diffusione di un benessere economico su larga scala, che ha avuto il suo apice negli anni '80 e anche di una diffusione della conoscenza e delle informazioni che continua tutt?oggi a potenziarsi e ad espandersi. Tex è stato scritto in quei decenni, intingendo il pennino nel calamaio dell'ottimismo di chi ha vissuto la guerra sulla propria pelle e ha visto che, dal nulla della distruzione e delle città bombardate, le persone si sono rimesse in piedi con volont?, forza, fatica e sacrificio. Inoltre, soprattutto negli anni '60 e '70, l'Italia era anche un paese in cui vi erano forti scontri tra ideologie e Tex stesso, anche se non si è mai messo da una delle due parti politiche, ha sempre avuto posizioni molto nette nel definire quello che era giusto e quello che era sbagliato. E adesso, invece?Per quanto riguarda le persone, ci si accorge che la gente ha maturato da una parte una maggiore coscienza e conoscenza sia del mondo circostante che dei meccanismi profondi del proprio essere, e dall'altra una forte carica di cinismo e di disillusione. Infatti, mentre le scoperte scientifiche progredivano e la diffusione e la condivisione di informazioni si evolveva in modo esponenziale grazie all'informatica e alla rete telematica, dall'altra, sui piani politico economico e sociale, si sono vissuti anni estremamente difficili, dovuti sia ad una serie di crisi in ogni ambito che hanno portato anche ad una progressiva perdita di modelli e di punti di riferimento. Se pensiamo al periodo storico che ha vissuto l'Italia dal 1991 ad oggi, vediamo che lo slancio verso un benessere crescente si è fermato; che le varie ideologie che avevano tenuto banco per decenni sono crollate una dopo l'altra; che la fiducia verso la società (intesa non tanto come uomini politici, quanto proprio come fiducia nei singoli individui) è sempre più diminuita fino quasi al collasso; che ad oggi, purtroppo, molte persone sono talmente abituate al benessere ed al superfluo che non sanno più farne a meno e, per questo, non riescono a guardare con ottimismo al futuro; infine molte persone hanno avuto la terribile dimostrazione che, a volte, tutti gli sforzi fatti per cercare di rialzarsi, possono anche non portare a nulla, o comunque non essere sufficienti allo scopo. Come si fa a credere che le persone nate dalla seconda metà degli anni '60 in avanti, non siano stati influenzati da tutto questo?Come si fa a pensare che anche l'approccio a scrivere di avventure e di eroi non sia profondamente cambiato?Da tutto ciò che ho letto su Gian Luigi Bonelli, l'ho sempre percepito come una persona letteralmente "tagliata con l'accetta", dura spigolosa, determinata, con opinioni nette e con "pochi fronzoli", con l'animo di uno spirito libero e provocatorio, ma era in tutto e per tutto un figlio del suo tempo. Tra Gian Luigi Bonelli e il suo Tex c'era un'identificazione praticamente totale ed è stata questa la vera forza del suo stile. Un'identificazione che per gli autori di oggi è praticamente impossibile da ricreare, se la si intende non tanto col personaggio in sè, ma piuttosto con l'interpretazione che ne aveva dato il suo creatore ed è precisamente questo il distinguo tra stile "Gianluigibonelliano" e "Gianluigibonellesco", dove il primo è lo stile originale del creatore di Tex e il secondo una copia sbiadita e manieristica che, a mio parere, impoverirebbe Tex in maniera irreparabile. D'altro canto ogni singolo autore può arricchire il personaggio di Tex, semplicemente creandone una versione con cui autore e personaggio raggiungano quella sintonia che proprio Gian Luigi Bonelli aveva col primo Tex, riuscendo così nel compito di far evolvere il personaggio senza snaturarlo. Provo a fare un esempio: pensate alla sequenza di PATAGONIA in cui Tex e Kit arrivano quasi alla lite per poi abbracciarsi. Gian Luigi Bonelli non avrebbe mai potuto scriverla, proprio perchè assolutamente in antitesi con tutto quello che lui e il suo tex erano, ma in mano a Boselli è una scena che da sola arricchisce Tex in maniera stupenda. Non c'è dubbio che Tex sia un eroe, che sia nel giusto, che combatta dalla parte di chi subisce un'ingiustizia, fino all'ultima fibra del suo essere e che mantenga il suo essere uno spirito libero che non puoi ingabbiare, ma in quella sequenza c'è anche profonda umanit?, coinvolgimento emotivo, dolore del distacco e senso del destino e della tragedia. In più, anche noi lettori siamo profondamente cambiati nel corso nel tempo. In che senso? provate ad immaginare una tavola di un episodio con Tex e i pards che partono da [nome_di_una_cittadina] e cavalcano fino ad arrivare ad una mesa; immaginate una vignetta in particolare in cui i pards sono ritratti in un punto della mesa in cui fissano il paesaggio che si apre su una serie di pinnacoli e rocce, con il sole sullo sfondo alla linea dell'orizzonte e un fiume che scorre sulla direttrice est-ovest. Una didascalia in questa vignetta, ci avvisa che siamo al tramonto e che i pards hanno cavalcato per circa 6 ore sempre verso ovest. Ora mettetevi nei panni di una persona inizi a leggere tex e si trovi davanti la tavola in questione e provate a pensarlo come una persona che ha vissuto in uno dei decenni dagli anni '50 agli anni '80. Questa persona non è mai stata negli stati uniti; ha in casa una radio e una televisione, in cui le fonti principali di informazione sono i canali nazionali; molta parte della sua cultura arriva o dai libri di scuola su cui ha studiato, o dai quotidiani che legge. Al di fuori di questi canali informativi, la ricerca di informazioni che gli siano sconosciute può essere fatta o con l'esperienza diretta o nelle biblioteche pubbliche, oppure attraverso le enciclopedie o su volumi che siano specializzati nell'argomento in cui si stiano cercando le informazioni in questione. Leggete questa storia e, nel guardare questa tavola, ammettendo che nel mentre state leggendo voi non sappiate dove si trova la città all'interno del territorio del sudovest degli stati uniti, e che non abbiate conoscenze precise riguardo la morfologia dei luoghi che le vignette inquadrano, che fate? Potreste essere incuriositi di sapere dove sia quel luogo e quel panorama, oppure no, ma in ogni caso la ricerca che dovreste fare vi porterebbe via parecchio tempo e, eventualmente, anche una certa qual spesa, per cui vi è molto più facile guardare la vignetta e cercare di immaginare i colori, i rumori, gli odori, e crearlo nella vostra mente come una sorta di "luogo della fantasia", che a questo punto non vi importa di andare a vedere in realtà, perchè è ormai alla vostra fantasia personale che fate riferimento. Immaginate di essere, invece, nei panni di una persona che inizia a leggere Tex oggi, che si trova davanti alla stessa tavola ed ha le stesse informazioni di partenza dell'omologo lettore neofita degli anni dai '50 agli '80, se vi viene voglia di vedere dove sia e come sia quel luogo, quanto può costarvi in termini di tempo e di costo la ricerca dei dati necessari? Avendo un computer (o un qualsiasi altro strumento informatico che si possa collegare in rete) in pochi minuti potete recuperare tutte le informazioni che vi servono (dalla coordinate della cittadina di partenza, alla velocit? media a cui puoi fare andare un cavallo per 6 ore senza farlo morire; dal trovare un arco sulla cartina geografica in cui si può ragionevolmente supporre che siano finiti i pards, fino anche alle foto di quei luoghi) e potresti tranquillamente scoprire qualsiasi tipo di difetto di riproduzione del disegno, o anche scoprire che quel disegno è un luogo inventato. E qui arriva il punto critico, ovvero: anche se non tutti i lettori si comportassero come sopra descritto, resta il fatto che ciascuno di noi ha la possibilità di accedere in qualunque momento ad un numero di informazioni praticamente illimitato. Basta anche pensare un attimo solo a questo: fino al 1988, anno in cui è uscito il primo giornale di sergio bonelli, le anticipazioni erano veramente minime con le anteprime sulla quarta di copertina che pubblicizzavano il numero successivo; con "il giornale di sb" l'arco temporale delle anticipazioni è passato a circa un trimestre, per poi arrivare nei numeri di fine anno, a dare un breve sguardo sulla programmazione dell'anno successivo; nel forum, volendo, si possono trovare anticipazioni anche molto precise per un periodo variabile dai due ai tre anni. Questo porta anche che molto dell'effetto sorpresa che, prima, si aveva nello scoprire l'argomento della storia successiva (il ritorno di un amico, o di un nemico; una vignetta che raffigurava Tex in pericolo di vita, piuttosto che uno degli altri pards o per qualsiasi altro elemento nuovo o ritrovato) si perda inevitabilmente. Emozione e saggezza nascono con lo stupore, ma come fai a stupire qualcuno che può accedere, volendo, a quasi tutto il sapere del mondo?La realtà cambia, così come cambiano le persone e la loro coscienza del mondo esterno, e questo non può non riflettersi anche sull'arte. Anche le arti stesse nascono e si evolvono, perchè chi sperimenta nuove forme di espressione se ne impadronisce mano a mano che ci lavora, che migliora la sua percezione di quel che può fare con gli strumenti a disposizione, che si evolvono gli strumenti stessi. Tex è nato quando il fumetto era semplice intrattenimento, è cresciuto e ha attraversato decenni in cui questa forma di espressione si è evoluta fino a diventare una vera e propria forma d'arte e ancora oggi ha lettori che leggono fedelmente da più decenni. Non solo, ma proprio Tex e anche gli altri personaggi creati dalla Sergio Bonelli Editore nel corso di questi decenni, hanno contribuito a far ridefinire come arte quello che prima era etichettato, anche con una certa qual sufficienza, ?fumetto popolare? e questo, a mio parere, è stato possibile proprio grazie all'evoluzione dei vari personaggi (Tex compreso) al suo arricchirsi di dettagli, di sfumature e di realismo, anche se questo ha portato ad un attenuarsi di alcune caratteristiche del personaggio Tex originario. P. S. Per come la vedo io l'arma in più di Tex rispetto ad altri eroi positivi non sono tanto le scazzottate, l'essere spavaldo (e a volte anche spaccone), ma è il suo essere, oltre che un giusto, anche uno spirito libero che sa guardare la realtà senza pregiudizi e che vive in un mondo dove, comunque, la ragione e il torto non si appiccicano per categorie ma per le azioni che ogni individuo compie. Salute a tutti e arriscriverci a presto :)

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Ho letto con piacere l'analisi, ma non condivido la tesi di IKE (se ho capito bene, la tesi è che ogni versione di Tex è "figlia dei tempi"). Se così fosse, che senso avrebbe questa discussione? Perchè il lettore del 2013 dovrebbe rimpiangere qualcosa del Tex del 1948, che basava il suo successo - in tesi - sulla semplice capacità di far sognare una generazione scarsamente acculturata, priva di nozioni oggi alla portata di tutti e bisognosa di evadere dalla dura realtà post-bellica?

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Io che chiedo sempre di intervenire nelle discussione mi trovo a dovermene pentire, ci ho messo un botto a leggere l'intervento di I. K. E. e devo dire che nonostante le argomentazioni verbose del nostro amico non ho trovato niente di nuovo sotto al sole.
Scusa I. K. E. ma quello che tu scrivi mi pare un intervento tecnicamente valido e ben costruito ma nell'essenza scarno di contenuti. Non voglio mettermi a contrastare parola per parola perchè ci vorrebbe un secolo e svariate pagine per farlo e non ne nessuna voglia, ma secondo me parti da presupposti sbagliati.
Quello che tu dici per Tex è riconducibile ad altri 10000 personaggi dei fumetti: Blek Macigno, Capitan Miki, il piccolo Ranger, il Comandante Mark, Ken Parker, Blueberry, etc.. etc..., ma nessuno ha mai raggiunto neanche da vicino i risultati ottenuti da Tex, molti sono sepolti da tempo nella memoria dei pochi affezionados e rimarranno un ricordo nel mondo dei fumetti, Tex supera tutto questo come una palla di cannone senza mai fermarsi o meglio senza farsi mai fermare da niente perchè non dipende da niente di quello che hai menzionato, Tex è Tex ed è fine a se stesso.
Chi legge Tex anzi chi leggeva Tex e continua a leggerlo oggi non cerca l'analisi del personaggio o l'espressione grafica come forma d'arte ma la sua mezz'ora di avventura e di divertimento fatta di poche cose semplici evidenziate a più riprese proprio in questa discussioni.

I. K. E. Tex è nato quando il fumetto era semplice intrattenimento, è cresciuto e ha attraversato decenni in cui questa forma di espressione si è evoluta fino a diventare una vera e propria forma d'arte e ancora oggi ha lettori che leggono fedelmente da più decenni. Non solo, ma proprio Tex e anche gli altri personaggi creati dalla Sergio Bonelli Editore nel corso di questi decenni, hanno contribuito a far ridefinire come arte quello che prima era etichettato, anche con una certa qual sufficienza, ?fumetto popolare? e questo, a mio parere, è stato possibile proprio grazie all'evoluzione dei vari personaggi (Tex compreso) al suo arricchirsi di dettagli, di sfumature e di realismo, anche se questo ha portato ad un attenuarsi di alcune caratteristiche del personaggio Tex originario.

Ed è proprio questo l'errore, Tex è il fumetto popolare e non deve evolvere per piacere altrimenti non sarebbe più del popolo ma di una nicchia ristretta di persone, capisco la voglia di strappare il fumetto dalla definizione di arte povera ma abbiamo avuto molti esempi di questa evoluzione con i vari Moebius, Pratt, Pazienza, e non credo che sia il destino di Tex appartenere a queste ristrette cerchie.

Tex è un prodotto per il popolo e i Bonelli non hanno mai cercato di farne un prodotto artistico di nicchia, questo lo fecero con altri prodotti sperimentando ed innovando il panorama fumettistico ( vedi: un uomo un avventura ), ma con Tex no, perchè avevano capito che rappresentare il fumetto popolare ha fatto la fortuna del personaggio e non bisognava etichettarlo o dargli connotazioni di parte per non alterare il suo successo attraverso i tempi, Tex deve essere Tex, d'altronde cambiarlo o alterare l'equilibrio costruito fino ad allora non mi pare abbia portato fortuna o acquisito riconoscimenti negli anni.
:old:

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Chi legge Tex anzi chi leggeva Tex e continua a leggerlo oggi non cerca l'analisi del personaggio o l'espressione grafica come forma d'arte ma la sua mezz'ora di avventura e di divertimento fatta di poche cose semplici evidenziate a più riprese proprio in questa discussioni.

Forse non è sempre proprio così, anzi, da quando sono su questo forum vedo che diverse persone cercano in Tex, tra altre cose, proprio queste, e tuttavia quoto e incornicio questo passaggio di Gianbart, perchè sebbene il sondaggio sia aperto e diretto a ogni tipo di lettore presente sul forum che desideri commentare - e come poteva essere altrimenti? - è stato senz'altro concepito per coloro a cui effettivamente manca qualcosa del vecchio Tex, di quel vecchio Tex che, secondo l'interessante (ma che non condivido totalmente) analisi di Ike, è figlio dei tempi in cui Gian Luigi Bonelli lo cre? e lo fece crescere, tempi di minore informazione ma di maggior capacità di sogni.

Io, e penso gran parte di noi, ho conosciuto il mondo degli indiani (scusate se non uso la "political correctness" chiamandoli "nativi americani") attraverso il fumetto, non solo Tex o Zagor ma diversi altri, di cui alcuni non ho nemmeno idea da dove venissero e che fine abbiano fatto come un certo "Aquila d'oro". Quel mondo di fantasia, capace di farmi sognare ma anche di farmi prendere coscienza, nel mio piccolo, di grandi ingiustizie, mi ha poi spinto in età più adulta a cercare libri specifici come "I navajo popolo della terra" o "Capo Giuseppe", tanto per citarne due. Mi hanno aiutato a conoscere meglio la realtà e la vita di questi popoli, ma proprio presentandomene la realtà mi hanno oscurato il sogno. O meglio, me lo avrebbero oscurato se non avessi i ricordi d'infanzia che solo un fumetto, Tex in questo caso, può ridarmi.
Io leggo senza crearmi eccessivi patemi d'animo se una tribù non è presentata con precisione storica, se un personaggio vive qualche anno in più che nella realtà o, al contrario, muore in battaglia piuttosto che avvelenato da un serpente a sonagli. O se degli indiani, sotto la guida di un bianco - uomo di legge e giustizia "sui generis" - perdono la propria identit? di abilissimi ladri di pecore e cavalli. Se voglio vedere i navajo fare cose da navajo apro il libro e leggo. Ma preferisco quelli delle nuvole parlanti ;):indiano:

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Scusa I. K. E. ma quello che tu scrivi mi pare un intervento tecnicamente valido e ben costruito ma nell'essenza scarno di contenuti. Non voglio mettermi a contrastare parola per parola perchè ci vorrebbe un secolo e svariate pagine per farlo e non ne nessuna voglia, ma secondo me parti da presupposti sbagliati.
Quello che tu dici per Tex è riconducibile ad altri 10000 personaggi dei fumetti: Blek Macigno, Capitan Miki, il piccolo Ranger, il Comandante Mark, Ken Parker, Blueberry, etc.. etc..., ma nessuno ha mai raggiunto neanche da vicino i risultati ottenuti da Tex, molti sono sepolti da tempo nella memoria dei pochi affezionados e rimarranno un ricordo nel mondo dei fumetti, Tex supera tutto questo come una palla di cannone senza mai fermarsi o meglio senza farsi mai fermare da niente perchè non dipende da niente di quello che hai menzionato, Tex è Tex ed è fine a se stesso.
Chi legge Tex anzi chi leggeva Tex e continua a leggerlo oggi non cerca l'analisi del personaggio o l'espressione grafica come forma d'arte ma la sua mezz'ora di avventura e di divertimento fatta di poche cose semplici evidenziate a più riprese proprio in questa discussioni.

I. K. E. Tex è nato quando il fumetto era semplice intrattenimento, è cresciuto e ha attraversato decenni in cui questa forma di espressione si è evoluta fino a diventare una vera e propria forma d'arte e ancora oggi ha lettori che leggono fedelmente da più decenni. Non solo, ma proprio Tex e anche gli altri personaggi creati dalla Sergio Bonelli Editore nel corso di questi decenni, hanno contribuito a far ridefinire come arte quello che prima era etichettato, anche con una certa qual sufficienza, ?fumetto popolare? e questo, a mio parere, è stato possibile proprio grazie all'evoluzione dei vari personaggi (Tex compreso) al suo arricchirsi di dettagli, di sfumature e di realismo, anche se questo ha portato ad un attenuarsi di alcune caratteristiche del personaggio Tex originario.

Ed è proprio questo l'errore, Tex è il fumetto popolare e non deve evolvere per piacere altrimenti non sarebbe più del popolo ma di una nicchia ristretta di persone, capisco la voglia di strappare il fumetto dalla definizione di arte povera ma abbiamo avuto molti esempi di questa evoluzione con i vari Moebius, Pratt, Pazienza, e non credo che sia il destino di Tex appartenere a queste ristrette cerchie.

Tex è un prodotto per il popolo e i Bonelli non hanno mai cercato di farne un prodotto artistico di nicchia, questo lo fecero con altri prodotti sperimentando ed innovando il panorama fumettistico ( vedi: un uomo un avventura ), ma con Tex no, perchè avevano capito che rappresentare il fumetto popolare ha fatto la fortuna del personaggio e non bisognava etichettarlo o dargli connotazioni di parte per non alterare il suo successo attraverso i tempi, Tex deve essere Tex, d'altronde cambiarlo o alterare l'equilibrio costruito fino ad allora non mi pare abbia portato fortuna o acquisito riconoscimenti negli anni.
:old:

Puro Vangelo, GIANBART, puro Vangelo.... :old::trapper:
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E non avete capito niente. I. K. E parlava della temperie culturale e dei tempi in relazione alla SCRITTURA di Tex, non alla FRUIZIONE. Ha ragione lui. Infatti il Tex di Nizzi non c'entra niente con quello di G. L. Bonelli. E' figlio (oltre che del suo autore) dei mutati tempi ecc.. ecc...

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scrivo in "diretta": sto leggendo per la prima volta "I Trappers di Yellowstone" (disegni magnifici di Piccinelli, straordinari) su testo del Borden. Dunque, nella prima parte ho visto Tex e i suoi pards in piena azione e con un buon ritmo. Ci sono anche siparietti comici fra Carson e Tiger e il giovane Kit, (Carson che odia i treni) quindi tutto nella norma. Certo è una storia dove geograficamente Boselli inserisce il personaggio del ranger per la prima volta in un territorio che non si era mai visto nella saga (se sbaglio me lo dite), quello del parco dello Yellowstone. Che cosa voglio dire con questo discorso? Faccio prima un passo indietro. Tempo fa scrissi che le serie poliziesche sono evolute e sono cambiati i tempi di come si scrive un telefilm. Feci un esempio fra le serie di telefilm poliziesche anni '70-'80, tipo Chips, con quelle odierne alla The Shield: sceneggiature più moderne, una introspezione maggiore dei personaggi principali ma anche dei comprimari e tanti altri particolari, dai dialoghi più accurati, un realismo molto più dettagliato, una regia più veloce eccetera. Certo, oggi come oggi, vogliamo più crudezza nelle storie e non certo quei personaggi mosci alla Distretto di Polizia. Tutto questo per dire che in ogni epoca c'èun diverso modo di scrivere dettati da varii fattori. Tornando a noi, citando la storia che sto leggendo praticamente in presa diretta, indicavo questa avventura, ambientata nel parco dello Yellowstone, come una storia scritta secondo il modello originale senza snaturare Tex (gli autori non vogliono questo). Ora arriviamo al topic: cos'è cambiato, che cosa non c'è più del caro e vecchio Tex? Certo, qualcosa è cambiato. Lo stile degli autori è diverso (come era diverso quello di Nizzi prima maniera o di Nolitta), ma questo è Tex, signori pards (almeno nella storia che sto leggendo, io "vedo" Tex). La mezz'oretta di evasione l'ho avuta. Come già spiegato, non si può cercare il Tex di GLB e come tutti sarete d'accordo (lo abbiamo detto in tanti) non sono la quantit? di siparietti comici fra Carson e Tex, o quante volte il vecchio cammello cita le patatine fritte e quant'altro a fare una storia degna. Discorso fatto da IKE: penso che il nostro pards sappia meglio di me argomentare ulteriormente il suo bel discorso, però rispondendo a Thazay e Cheyenne e altri noto che Tex non è cambiato, è soltanto figlio di questi tempi, la sua evoluzione (se di evoluzione vogliamo parlare) non significa snaturamento ma soltanto tenersi al passo con i tempi. I fumetti che citava Gianbart, Blek e gli altri non hanno purtroppo tenuto il passo. Mentre Tex lo sta facendo, pur tenendo fede al modello originale. Oggi quello che viene scritto è il migliore Tex che si possa proporre. Poi se arriveranno storie ancora migliori, ben vengano. E' da evitare l'appiattimento. Gli autori devono avere briglia sciolta senn° va a finire che abbiamo storie prive di mordente e penso che nessuno le vorrebbe. Vorrei capire che cosa volete da Tex? I lettori di Zagor, alcuni, si lamentano dei suoi viaggi (l'ultima sua trasferta ha avuto qualche scontento) vorrei dire loro: ma allora non hanno capito niente di Zagor! Zagor viaggia, deve farlo è concepito così! Poi che noia le storie ambientate soltanto a Darkwood! Io ho in casa una "vecchia mummia" ah ah ah ehm con rispetto parlando: ovvero, mio padre. Un lettore di Tex dagli anni sessanta, anzi dalla fine dei cinquanta, credo. Si lamentava sempre. Giuro. Ogni storia la paragonava a quella di Bonelli. "Tex non spara più come prima, Tex non pesta, non è arrogante, non ci sono Pat e Jim Brandon e cose di questo genere". Si è letto le storie di Manfredi, Faraci e Borden e ho notato che la "vecchia mummia" appariva più soddisfatto, meno lamentoso. Ora non lo so perchè! (indagher? meglio ;) ) però voglio dire che in questo momento abbiamo un Tex che va a gonfie vele dopo qualche annetto di appiattimento. Mio padre citava spesso una vecchia storia del grande Vecchio GLB, una storia con il buon Pat che, dopo tanti guai, incontra Tex e amici (deve essere una delle storie intorno alla trentina) e Tex lo rimprovera di non averlo chiamato, di non aver cercato il suo aiuto dicendogli: "gli amici allora a cosa servono?" Ecco questa è l'anima di Tex, l'essenza che lo fa uscire ancora nelle edicole. Parola di mio padre e anche mia!Ora vado a leggermi "Uragano di Piombo"!

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Ma cos'è questa novità? La scrittura non è forse in funzione della fruizione? O è un mero ed autoreferenziale esercizio di stile?
Che poi il Tex di oggi sia "figlio dei suoi tempi" (con tutto il rispetto per I. K. E. e per Ulzana, che è massimo da parte mia) non ci vuole certo un genio per affermarlo, o per coglierlo. E' di palmare e solare evidenza.
Ed infatti: beve poco, fuma pochissimo, non dice parolacce, non fa stragi di "vermi rossi", non pesta i "musi di limone", non usa la parola "negri" o "neri" (addirittura, in una recente avventura un piccolo negretto ha definito la sua razza parlando di gente "di colore", il che è tutto dire), esibisce la pelle femminile misurata al centimetro....
La differenza (sostanziale) è che negli anni '50 e '60 Tex veniva censurato obtorto collo, per via di alcuni rompitasche posizionati nelle alte sfere che minacciavano strali nei confronti della Casa editrice.......... adesso nasce già auto-censurato ed ammansito, cloroformizzato, in una parola: omologato.
Per chi dice che Tex è l'unico a resistere dopo tanti anni perchè ha saputo rigenerarsi, autorinnovarsi, stare al passo coi tempi senza snaturarsi, ecc. ecc........ Tex regge perchè ha delle SOLIDISSIME fondamenta, e perchè negli anni '60 e '70 è diventato un fenomeno popolare tale da vendere 700.000 copie al mese...... inutile girarci attorno..... Tex, rispetto agli altri fumetti, ha un unico vantaggio: campa DI RENDITA!!!

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Ma cos'è questa novità? La scrittura non è forse in funzione della fruizione? O è un mero ed autoreferenziale esercizio di stile?Che poi il Tex di oggi sia "figlio dei suoi tempi" (con tutto il rispetto per I. K. E. e per Ulzana, che è massimo da parte mia) non ci vuole certo un genio per affermarlo, o per coglierlo. E' di palmare e solare evidenza. Ed infatti: beve poco, fuma pochissimo, non dice parolacce, non fa stragi di "vermi rossi", non pesta i "musi di limone", non usa la parola "negri" o "neri" (addirittura, in una recente avventura un piccolo negretto ha definito la sua razza parlando di gente "di colore", il che è tutto dire), esibisce la pelle femminile misurata al centimetro....

Una pastasciutta è puramente funzionale alla fruizione. Un'opera narrativa no. Va in DUE direzioni. Scrittore e lettore interagiscono . Un'opera narrativa non dev'essere un mero esercizio di stile, ma non è neppure una pastasciutta. Augh! Non dico altro. Chi vuole intendere intenda. Chi non capisce questo è degno dei manuali americani di scrittura "creativa" per telefilm (esistono! e hanno regole ridicolmente precise per compiacere l'audience!- per fortuna le serie buone non li rispettano).
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Un'opera narrativa no. Va in DUE direzioni. Scrittore e lettore interagiscono . Un'opera narrativa non dev'essere un mero esercizio di stile, ma non è neppure una pastasciutta.

Su questo ci troviamo d'accordo: io non auspico un Tex scimmiottato o "di maniera", ma un Tex figlio del suo Autore, di un Autore che conosca e rispetti il personaggio, e che sappia inserire in Tex, con un giusto dosaggio, anche il suo bagaglio tecnico e di esperienza personale. Stop. Non è facile, ma non è neppure chiedere la luna.

Non voglio, viceversa, un Tex "figlio dei suoi tempi". Tex non è stato concepito per evolversi, non ha bisogno di evolversi, e non ha bisogno di stare al passo coi tempi, perchè è già nato moderno e completo.

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