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TWF - Tex Willer Forum

Cosa Vi Manca Di Pi? Del Vecchio Caro Tex?


Cheyenne
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Cosa vi manca, se vi manca qualcosa, nel Tex degli ultimi anni?  

29 utenti hanno votato

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Ma cos'è questa novità? La scrittura non è forse in funzione della fruizione? O è un mero ed autoreferenziale esercizio di stile?
Che poi il Tex di oggi sia "figlio dei suoi tempi" (con tutto il rispetto per I. K. E. e per Ulzana, che è massimo da parte mia) non ci vuole certo un genio per affermarlo, o per coglierlo. E' di palmare e solare evidenza.
Ed infatti: beve poco, fuma pochissimo, non dice parolacce, non fa stragi di "vermi rossi", non pesta i "musi di limone", non usa la parola "negri" o "neri" (addirittura, in una recente avventura un piccolo negretto ha definito la sua razza parlando di gente "di colore", il che è tutto dire), esibisce la pelle femminile misurata al centimetro....
La differenza (sostanziale) è che negli anni '50 e '60 Tex veniva censurato obtorto collo, per via di alcuni rompitasche posizionati nelle alte sfere che minacciavano strali nei confronti della Casa editrice.......... adesso nasce già auto-censurato ed ammansito, cloroformizzato, in una parola: omologato.
Per chi dice che Tex è l'unico a resistere dopo tanti anni perchè ha saputo rigenerarsi, autorinnovarsi, stare al passo coi tempi senza snaturarsi, ecc. ecc........ Tex regge perchè ha delle SOLIDISSIME fondamenta, e perchè negli anni '60 e '70 è diventato un fenomeno popolare tale da vendere 700.000 copie al mese...... inutile girarci attorno..... Tex, rispetto agli altri fumetti, ha un unico vantaggio: campa DI RENDITA!!!

Concordo.

Aggiungerei che le "solidissime" fondamenta, secondo me, non lo sono piu' tanto ed alcune "crepe" pericolose sono affiorate ( ad es. quelle citate da Tahzay, che ho quotato in tutto anche se sui cm. di pelle femminili il sottoscritto li lascerebbe così ! _ahsisi )...... :old: :capoInguerra:

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... inutile girarci attorno..... Tex, rispetto agli altri fumetti, ha un unico vantaggio: campa DI RENDITA!!!

Nemmeno io ci voglio girare attorno: questa che hai scritto è la fesseria dell'anno!

Io compro Tex perchè Tex - questo Tex - mi piace!
La qualità media di testi e disegni è inarrivabile: confrontate Tex con Dylan Dog, per esempio.

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Vorrei capire che cosa volete da Tex? I lettori di Zagor, alcuni, si lamentano dei suoi viaggi (l'ultima sua trasferta ha avuto qualche scontento) vorrei dire loro: ma allora non hanno capito niente di Zagor! Zagor viaggia, deve farlo è concepito così! Poi che noia le storie ambientate soltanto a Darkwood!

Non riesco a capire - scusa - se questa frase va letta con serietà o in senso ironico. Ipotizzando il primo direi: in effetti Zagor è nato per viaggiare. Nel tempo, nello spazio, nelle culture, senza causare alcun disturbo. E quando non viaggia, il suo autore lo ha collocato in un posticino che oltre al pregio di non esistere :D ha quello di poter essere tutto ciò che si vuole, montagne, paludi, giungla tropicale e chi più ne ha più ne metta. Assurdo quindi lamentarsi dello Zagor viaggiatore: assurdo perchè Zagor è stato concepito e creato proprio così! Il primo, grande, fantastico e fantasioso viaggio dello Spirito con la Scure fu progettato da Nolitta, il suo autore. Gli incontri con i samurai , con i vikinghi, con la magia indiana dell'uomo tigre... sono frutto della fantasia di Sergione. Ma altri autori hanno accompagnato Zagor nel suo percorso, Cesare Meloncelli, ad esempio, che fa imbattere sulla strada dei nostri i Maya. E potremmo mai dimenticare la seconda grande odissea che parte dal Passaggio a Nord Ovest? Dove mettono mano Boselli in primis, e poi Burattini e altri!Io da molto tempo non leggo Zagor, ma penso che viva tuttora nella sua capanna nel bel mezzo della palude di Darkwood, da raggiungere attraverso il sentiero segnato dai teschi. Mi chiedo cosa ne sarebbe della serie se gli autori moderni - che indubbiamente sono figli del loro tempo e le cose le sanno, come le sa il lettore ed è informato in tempo reale - decidessero che non è mai esistito un luogo chiamato Darkwood, che è più probabile trovare liane nelle foreste pluviali che nel nord-est americano, che Za-Gor-Te-Nay, come ammesso da Nolitta, non vuol dire proprio nulla e sicuramente non ha nulla a che fare con il dialetto algonchino... Immaginiamoci il nostro eroe che, privo dei suoi amati rampicanti, si adatta ad andare a piedi come un qualsiasi mortale, o in subordine a fare uso del lazo per le proprie acrobazie. O che spiega alla nuova conoscenza "Mah, una volta raccontavo a tutti di essermi scelto un nome indiano, la verità invece è che il suono mi piaceva!". Non succeder?, mi auguro! :shock:
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Un'opera narrativa no. Va in DUE direzioni. Scrittore e lettore interagiscono . Un'opera narrativa non dev'essere un mero esercizio di stile, ma non è neppure una pastasciutta.

Su questo ci troviamo d'accordo: io non auspico un Tex scimmiottato o "di maniera", ma un Tex figlio del suo Autore, di un Autore che conosca e rispetti il personaggio, e che sappia inserire in Tex, con un giusto dosaggio, anche il suo bagaglio tecnico e di esperienza personale. Stop. Non è facile, ma non è neppure chiedere la luna.

Non voglio, viceversa, un Tex "figlio dei suoi tempi". Tex non è stato concepito per evolversi, non ha bisogno di evolversi, e non ha bisogno di stare al passo coi tempi, perchè è già nato moderno e completo.

Appunto. TEX E' o deve essere LO STESSO-


Ma LA SCRITTURA cambia!

E' inevitabile. Tex del '48 non è scritto come il Tex del '70 - dallo stesso GL BONELLI!!! O NO???

QUESTO stiamo dicendo.

C'è chi continua a confondere il rispetto al personaggio con il modo in cui si scrivono le sue avventure. Sono inevitabilmente due discorsi diversi, si sovrappongono un po' , certo, ma non del tutto. Proprio no!

Tex deve rimanere se stesso, ma le sue storie e lo stile non si possono cristallizzare. E' impossibile!
Questo è accaduto anche a Zagor e a Diabolik...

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"Tex è nato quando il fumetto era semplice intrattenimento, è cresciuto e ha attraversato decenni in cui questa forma di espressione si è evoluta fino a diventare una vera e propria forma d'arte (perchè, prima cos'era? N. D. R.) e ancora oggi ha lettori che leggono fedelmente da più decenni. Non solo, ma proprio Tex e anche gli altri personaggi creati dalla Sergio Bonelli Editore nel corso di questi decenni, hanno contribuito a far ridefinire come arte (allora era arte anche prima..... N. D. R.) quello che prima era etichettato, anche con una certa qual sufficienza, ?fumetto popolare? e questo, a mio parere, è stato possibile proprio grazie all'evoluzione dei vari personaggi (Tex compreso) al suo arricchirsi di dettagli, di sfumature e di realismo, anche se questo ha portato ad un attenuarsi di alcune caratteristiche del personaggio Tex originario".

Questo è ciò che testualmente ha scritto I. K. E., e che io non condivido.
L'evoluzione del modo di scrivere fumetti (abbandono di didascalie troppo lunghe, sceneggiature più rilassate, maggior aderenza a riferimenti storici e geografici precisi, perchè i lettori ora possiedono internet....... e fin qui, siamo d'accordo!!!) NON si accompagna, tuttavia, al concetto di "evoluzione del personaggio"; e Tex, in particolare, tra tutti gli eroi dei fumetti, non ha mai avuto alcun bisogno di evolvere, nessuno l'ha mai chiesto, tant'? che l'oggetto di questa discussione, e la piega che ha preso la stessa, sono chiarissimi.
L'ho scritto e lo ribadisco: Tex, attualmente, campa, e può continuare a campare di rendita. Il che non vuol dire che le storie di oggi sono vendute solo perchè c'è il logo "Tex" anche se fanno tutte schifo, ma che Tex non ha bisogno (e non ha mai avuto bisogno) di evolversi per tenersi al passo con i tempi, gli basta abbeverarsi dalla sua stessa fonte.

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Non solo, ma proprio Tex e anche gli altri personaggi creati dalla Sergio Bonelli Editore nel corso di questi decenni, hanno contribuito a far ridefinire come arte quello che prima era etichettato, anche con una certa qual sufficienza, ?fumetto popolare? e questo, a mio parere, è stato possibile proprio grazie all'evoluzione dei vari personaggi (Tex compreso) al suo arricchirsi di dettagli, di sfumature e di realismo, anche se questo ha portato ad un attenuarsi di alcune caratteristiche del personaggio Tex originario.

Non capisco allora perchè dovrebbe essere opportuno inchinarsi alla prosopopea di chi "con sufficienza" nega la valenza artistica di un prodotto a causa di ciò che ne dovrebbe costituire un aspetto di merito e interesse, cioè la sua semplicit?, privandone gli aficionados :old:
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Dire che Tex campa di rendita significa a mio parere stravolgere totalmente la realtà. Se la scrittura di Tex non fosse cambiata, io (e probabilmente tanti come me) non avrei più acquistato il fumetto, altro che rendita.

Siamo tutti d'accordo che Tex deve consentirci di passare una bella mezz'ora di intrattenimento.

Il Clan dei Cubani, da me recentemente letta, è una storia paradigmatica del Tex GlBonelliano: duro, scattante, nervoso, estremamente ironico, pronto a pestare tutti. E' uno spettacolo, un grande intrattenimento, mi ha divertito moltissimo.

Colorado Belle (su cui non mi dilungo perchè già a citarla sono ripetitivo), il cui stile di scrittura è obiettivamente molto diverso, mi emoziona nel profondo.

Entrambe le storie mi hanno intrattenuto e divertito e mi hanno regalato emozioni diverse: più superficiali e immediate quelle datemi dal Clan dei Cubani, più cerebrali, e obiettivamente più profonde, quelle scaturenti da Colorado Belle.

Il punto ?: Tex C'E' in entrambe le storie? Secondo me, assolutamente sè, anche se lo stile è palesemente diverso. La prima diverte un mondo, sono il primo a dirlo, ma davvero vogliamo che Tex sia sempre scritto così? Davvero vogliamo un personaggio immutabile e cristallizzato, a dispetto dello scorrere degli anni e delle storie? Davvero vogliamo leggere sempre quelle formidabili battute, quelle portentose frasi ad effetto? Io credo che ci piacciano proprio perchè ora si scrivono di meno; in caso contrario le avremmo probabilmente prese a noia e la "rendita" di Tex sarebbe andata a farsi benedire.

Nizzi, nel bellissimo libro Tex secondo Nizzi, nel manifestare le sue perplessit? sullo stile di Boselli afferma: "So di cosa parlo. Tex viene letto con l'innocenza e l'incultura fumettistica con cui lo si leggeva nel 1948".

Non credo proprio. IKE dice bene che non siamo più in quegli anni e che invece siamo bombardati da informazioni in tempo reale su qualsiasi cosa e da sollecitazioni di vario genere. Non siamo più (come dice Nizzi) "innocenti" n° tanto meno "incolti". Vogliamo di più, vogliamo qualcosa che vada al di l' della superficie, della pelle. Le storie di Boselli puntano dritte all'anima e credo che sia per questo che molti di noi acquistano ancora Tex. Altro che rendita. Tex vende ancora non per i fasti passati, che restano fasti (non mi sognerei mai di dire il contrario) ma che sono anche, irreversibilmente e inevitabilmente, passati.

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Il Clan dei Cubani, da me recentemente letta, è una storia paradigmatica del Tex GlBonelliano: duro, scattante, nervoso, estremamente ironico, pronto a pestare tutti. E' uno spettacolo, un grande intrattenimento, mi ha divertito moltissimo.

Colorado Belle (su cui non mi dilungo perchè già a citarla sono ripetitivo), il cui stile di scrittura è obiettivamente molto diverso, mi emoziona nel profondo.


Il punto ?: Tex C'E' in entrambe le storie? Secondo me, assolutamente sè, anche se lo stile è palesemente diverso. La prima diverte un mondo, sono il primo a dirlo, ma davvero vogliamo che Tex sia sempre scritto così? Davvero vogliamo un personaggio immutabile e cristallizzato, a dispetto dello scorrere degli anni e delle storie? Davvero vogliamo leggere sempre quelle formidabili battute, quelle portentose frasi ad effetto? Io credo che ci piacciano proprio perchè ora si scrivono di meno;

Il Tex di un tempo piace di piu' perchè si scrivono meno battute "formidabili" e "portentose" ( parole di Leo ) rispetto al passato e, quindi, non abbiamo rischiato di "prenderle a noia" ?? E te credo che piacciono di piu' !! :old:

E poi: "prenderle a noia" ?? :shock:
"Il clan dei cubani" è una storia che "diverte un mondo" ma noi lettori vorremmo che Tex fosse scritto sempre così ?
Ma certo che no, che "noia" sarebbe... >:azz: .
Al contrario, vorremmo storie "cerebrali", "riflessive", quelle dove il bene ed il male si confondono ( e confondono pure un po' di lettori ) con Tex che usa un linguaggio "aulico", da "dolce stil novo"..... doubt zzzz :malediz...
Mah.... Evidentemente il sottoscritto non è al passo con i tempi. Giuro, Leo, non l'ho proprio capito il tuo post.

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Anche battute "formidabili e portentose", anche un certo modo di scrivere, per quanto divertente, alla lunga (65 anni sono lunghetti no?) stanca. A me è accaduto. Quel Tex "mi diverte un mondo", ma se tutte le storie fossero così probabilmente non mi divertirebbe più. Accanto a quello, ho bisogno di qualcosa di più "cerebrale", "riflessivo" (non mi è mai capitato di "confondermi"), che non significa (ma proprio no!) "aulico" e "da dolce stil novo".

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Al contrario, vorremmo storie "cerebrali", "riflessive", quelle dove il bene ed il male si confondono ( e confondono pure un po' di lettori ) con Tex che usa un linguaggio "aulico", da "dolce stil novo".....

"Cerebrali", "riflessive". Ecco, quando sento questi termini affibbiati alle storie nuove mi viene quasi il dubbio di essere più intelligente della media! :DPerchè io di "cerebrale" non ci vedo niente - ah certo, se poi storie giustamente complesse e per persone adulte con un sistema intellettivo maturo come "Deadwood" o "Mondego il killer" sono "cerebrali", boh, allora mi dispiace per voi. Linguaggio da dolce stil novo? Quel poveraccio di Cavalcanti si sta riboltando nella tomba! :lol2:
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Al contrario, vorremmo storie "cerebrali", "riflessive", quelle dove il bene ed il male si confondono ( e confondono pure un po' di lettori ) con Tex che usa un linguaggio "aulico", da "dolce stil novo".....

"Cerebrali", "riflessive". Ecco, quando sento questi termini affibbiati alle storie nuove mi viene quasi il dubbio di essere più intelligente della media! :DPerchè io di "cerebrale" non ci vedo niente - ah certo, se poi storie giustamente complesse e per persone adulte con un sistema intellettivo maturo come "Deadwood" o "Mondego il killer" sono "cerebrali", boh, allora mi dispiace per voi. Linguaggio da dolce stil novo? Quel poveraccio di Cavalcanti si sta riboltando nella tomba! :lol2:
Paco, "cerebrale" l'ho usato per primo io e il buon Capelli ha solo ripreso la mia espressione. Quando dico "cerebrale" alludo ad alcuni passaggi di storie di Boselli che mi hanno colpito tantissimo e che sono a mio parere meno immediate di tante altre (penso ad alcune scene de L'Ultima Diligenza, di Colorado Belle, de I Territori del Nord Ovest, di Mondego il killer e altre pluricitate per le quali non voglio ripetermi). Non intendevo certo alludere a storie per intelligenze superiori (alla cui categoria senz'altro non appartengo :D), o storie che possano confondere, che, come giustamente dici tu, neanch'io su Tex ho mai visto.
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Penso che Capelli abbia volutamente adoperato espressioni che enfatizzano il desiderio di lettori come Leo - legittimo ma che non per questo tutti condividono - di un Tex su cui si possa compiere un'analisi introspettiva. Del resto il termine cerebrali è usato dallo stesso Leo, non per Tex, comunque, ma per le emozioni che lo stesso gli procura e che lui desidera.

Linguaggio da dolce stil novo? Quel poveraccio di Cavalcanti si sta riboltando nella tomba!  :lol2:

Parli ovviamente di Guido, perchè in quanto a Cavalcante ti ricordo che è svenuto battendo la zucca sul bordo della tomba infuocata, in occasione della visita di Dante laughing
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Il Clan dei Cubani, da me recentemente letta, è una storia paradigmatica del Tex GlBonelliano: duro, scattante, nervoso, estremamente ironico, pronto a pestare tutti. E' uno spettacolo, un grande intrattenimento, mi ha divertito moltissimo.

Quindi, ricapitolando, "Il clan dei Cubani" (edita nel 1979), recentemente riletta (nel 2013), ti ha divertito moltissimo. E presumo che la stessa cosa accadr? anche nel 2023, nel 2033, nel 2043...... Strano, perchè - in coerenza col tuo ragionamento - mi sarei aspettato di leggere che la storia non è più in linea con i tempi, è ingenua, poco approfondita, poco coinvolgente e oramai poco interessante per il lettore moderno. Invece, diverte ancora..... toh! Chi l'avrebbe mai detto! sisi
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Bella discussione ma tanto per precisare alcune cose: Tex è cresciuto dal 1948 fino agli anni 70 in modo esponenziale ( le sempre famose 700000 copie ), quindi per 30 e passa anni un mucchio di gente si è illusa di leggere un fumetto popolare per divagarsi e invece era un'opera d'arte in evoluzione; poi c'è l'avvento del politicamente corretto e il nostro eroe comincia a perdere i pezzi per strada ( si cala a 3-400000 copie ) quindi la forma d'arte in evoluzione comincia a non essere più apprezzata come prima, fino ai giorni nostri con le circa 200000 mila copie vendute e qui tanto per chiarire: ma pensate che questi lettori siano tutta gente arrivata a Tex dagli anni '90 in poi come alcuni di noi, attirati dalla forma d'arte in evoluzione, oppure ci sia ancora una bella fetta di vecchie mummie dei 700000 ignorantoni che non abbandonano il loro eroe per affezione o per speranza ?Che nel nuovo corso ci siano buone cose non si può negare ma valutare in maniera nettamente positiva, perchè a qualcuno piace così come è il personaggio, vuol dire vivere in un mondo a parte fatto di " ego sum ". Leo scusa se te lo dico ma Tex è piaciuto per decenni nella sua forma strutturata e delineata a cavallo del dopoguerra e ancora oggi quel personaggio vende e stravende ( ed è la SBE che lo ripubblica in accordo con altre realtà editoriali ) con quelle sue storie epiche dopo ben 65 anni, ma pensi che quelle di oggi, per quanto belle, rimarranno impresse tra 65 anni come quelle ?Borden, sia chiaro, non è una accusa a te ma al modo di gestire il personaggio tenuto dalla SBE in questi anni insensibili al grido d'allarme gettato in tempi non sospetti quando ancora si vedeva solo un lento declino, forse c'è un progetto ma per ora si vedono solo gli scarsi effetti, a quando i risultati della sperimentazione ?

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La carne al fuoco è moltissima e non è facile intervenire in modo esaustivo, quindi evito di toccare punto per punto cercando invece di dire liberamente la mia.
In primis, credo sia necessario un chiarimento: un conto è il rispetto del personaggio Tex, un altro quello della struttura narrativa della saga.
Personalmente credo che il primo sia stato sostanzialmente rispettato, il secondo molto meno. Ma su questo punto torner? dopo.

- Calo delle vendite

Onestamente, Gianbart, su questo punto credo che la valutazione dei lettori sulle storie incida in modo minimale, se non nulla, sul fenomeno.
La verità è che, sia per l'esplosione del fenomeno TV sia per l'avvento di Internet, si legge da molti anni sempre meno. Inevitabile che la SBE sia coinvolta anch'essa in questa crisi.

- Gian Luigi Bonelli

In questi giorni, anche da parte di utenti che stimo molto (con Leo ci scambiamo peraltro sempre pareri sugli articoli del Magazine, prima di consegnarli), ho dovuto sorbirmi cose allucinanti, che peraltro - non so che farci, ma è così - mi fanno dubitare della loro profonda conoscenza del Tex di GLB.
Uno dei leitmotiv, sotto testo, è che le storie di GLB siano in genere divertenti, ma presentino personaggi in genere privi di spessore psicologico.
Al di l' del fatto che ritengo molto discutibile che il valore di un'opera sia solo nella caratterizzazione dei personaggi, l'argomentazione mi lascia allibito. Gli esempi di personaggi stratosferici nel Tex del suo creatore sono migliaia e ne cito due per tutti: Hope e Barlow, che uccidono per noia.
Semmai la differenza con Boselli, ma anche con altri autori, è che le psicologie emergono nell'azione, e non è la narrazione a costruirsi su di esse. Il tutto in linea con le "radici letterarie" di GLB, amante del feuilleton. Non è un caso che il Tex recente sia stato un pesce fuor d'acqua in varie occasioni: la cosa deriva evidentemente da questa alterazione.

- Protagonismo di Tex vs spessore psicologico dei comprimari

Altra questione, per cui riprendo un discorso di qualche tempo fa dell'ottimo Tahzay. Sembra quasi che chi vuole un Tex protagonista (e in GLB lo era quasi sempre, anche quando non era presente: vedasi La cella della morte e l'inizio di Gli eroi di Devil Pass, in cui è proprio l'assenza dell'eroe a creare alone sulla sua figura) desideri delle mezze calzette come comprimari.
E' un teorema ridicolo, secondo cui un personaggio, per avere forza, deve essere protagonista o quantomeno occupare tanto spazio. Vi assicuro invece che esistono personaggi memorabili che compaiono in pochissime pagine, e non solo nelle storie di GLB: cito per tutti (per restare in ambito texiano, ma potrei attingere da qualsiasi contesto narrativo) Johnny Lame, lo storpio che ha sfidato la sua natura e cerca di scappare inutilmente dal suo destino. E cito anche Orso Che Corre, visto che è appena uscito sul nostro magazine un bell'articolo su Medda.
Peraltro, non dovrebbero esistere gli Oscar al non protagonista, se fosse valido l'assioma da più parti proposto (o comunque implicito nelle argomentazioni).

- Tex figlio dei tempi dello scrittore

Che non si possa, e anzi non si debba, scrivere Tex oggi come nel '48 è fuori discussione. Lo scrittore DEVE mettere del proprio, un proprio che deriva dalle esperienze maturate nella sua vita e che sono figlie del suo tempo.
Ho però anche la sensazione che, dietro a questa evidenza, ci si sia nascosti per far sè che valesse tutto. E' un equilibrio delicato, ma scrivere bene Tex secondo me è nel coniugare i cardini narrativi creati da GLB con il cambiamento dei tempi: c'è riuscito magnificamente Berardi in Oklahoma!, in modo minore - o, più che minore, poco continuo - altri autori. In alcuni casi (vedasi l'orribile Caccia infernale) Tex è morto.


Per il momento mi fermo qui, ma la carne al fuoco è tantissima e avrei molto altro da dire.

P. S. Leo, i capolavori son quelle opere che conservano valore in qualsiasi epoca. I fasti passati - e parlo di storie MONUMENTALI come Sangue navajo, Il giuramento, Il figlio di Mefisto, In nome della legge, Terra promessa o Odio senza fine - sono passati irreversibilmente, forse. Di sicuro non inevitabilmente!

Modificato da Don Fabio Esqueda
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Bella discussione ma tanto per precisare alcune cose: Tex è cresciuto dal 1948 fino agli anni 70 in modo esponenziale ( le sempre famose 700000 copie ), quindi per 30 e passa anni un mucchio di gente si è illusa di leggere un fumetto popolare per divagarsi e invece era un'opera d'arte in evoluzione; poi c'è l'avvento del politicamente corretto e il nostro eroe comincia a perdere i pezzi per strada ( si cala a 3-400000 copie ) quindi la forma d'arte in evoluzione comincia a non essere più apprezzata come prima, fino ai giorni nostri con le circa 200000 mila copie vendute e qui tanto per chiarire: ma pensate che questi lettori siano tutta gente arrivata a Tex dagli anni '90 in poi come alcuni di noi, attirati dalla forma d'arte in evoluzione, oppure ci sia ancora una bella fetta di vecchie mummie dei 700000 ignorantoni che non abbandonano il loro eroe per affezione o per speranza ?Che nel nuovo corso ci siano buone cose non si può negare ma valutare in maniera nettamente positiva, perchè a qualcuno piace così come è il personaggio, vuol dire vivere in un mondo a parte fatto di " ego sum ". Leo scusa se te lo dico ma Tex è piaciuto per decenni nella sua forma strutturata e delineata a cavallo del dopoguerra e ancora oggi quel personaggio vende e stravende ( ed è la SBE che lo ripubblica in accordo con altre realtà editoriali ) con quelle sue storie epiche dopo ben 65 anni, ma pensi che quelle di oggi, per quanto belle, rimarranno impresse tra 65 anni come quelle ?Borden, sia chiaro, non è una accusa a te ma al modo di gestire il personaggio tenuto dalla SBE in questi anni insensibili al grido d'allarme gettato in tempi non sospetti quando ancora si vedeva solo un lento declino, forse c'è un progetto ma per ora si vedono solo gli scarsi effetti, a quando i risultati della sperimentazione ?

Il calo delle vendite non è certo dovuto a noi, Gianbart. E parlo di noi come di Casa editrice, ivi comprendendo GLB, Nolitta, Nizzi, me, tutti... A parte che il calo è iniziato con l'arrivo di Nizzi (!), e ha galoppato durante il suo regno. Questo nessuno lo considera mai! :trapper: Ma io lo ritengo INEVITABILE e asserisco qui che la Casa editrice, ossia in quel periodo Nizzi, non ha causato il calo, ANZI, NIZZI HA EVITATO CON LE BUONE STORIE CHE QUEL CALO FOSSE MAGGIORE. Nemmeno le storie di Nizzi erano tutte uguali e in serie come vorrebbe qualcuno, ed erano pure DIVERSE da quelle di GLB. Ritengo altresè e l'ho detto spesso anche a quel testone di Gianbart, che attualmente con un calo complessivo del sei per cento annuo , che ha raggiunto il 15 per cento per talune serie, il calo attuale del 2,5 per cento di Tex sia UN SUCCESSO. Vedete un po' come cala il PIL dell'Italia, per esempio.... :indianovestito: Sono completamente d'accordo con ciò che dice Leo. E parzialmente anche con Don Fabio. Non sono d'accordo per es che nelle mie storie le psicologie non emergano durante l'azione, ma siano in un certo senso "scritte prima". Balle! E' il contrario, invece.
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- Tex figlio dei tempi dello scrittore

Che non si possa, e anzi non si debba, scrivere Tex oggi come nel '48 è fuori discussione. Lo scrittore DEVE mettere del proprio, un proprio che deriva dalle esperienze maturate nella sua vita e che sono figlie del suo tempo.
Ho però anche la sensazione che, dietro a questa evidenza, ci si sia nascosti per far sè che valesse tutto. E' un equilibrio delicato, ma scrivere bene Tex secondo me è nel coniugare i cardini narrativi creati da GLB con il cambiamento dei tempi: c'è riuscito magnificamente Berardi in Oklahoma!, in modo minore - o, più che minore, poco continuo - altri autori. In alcuni casi (vedasi l'orribile Caccia infernale) Tex è morto.


Per il momento mi fermo qui, ma la carne al fuoco è tantissima e avrei molto altro da dire.

P. S. Leo, i capolavori son quelle opere che conservano valore in qualsiasi epoca. I fasti passati - e parlo di storie MONUMENTALI come Sangue navajo, Il giuramento, Il figlio di Mefisto, In nome della legge, Terra promessa o Odio senza fine - sono passati irreversibilmente, forse. Di sicuro non inevitabilmente!

Non posso che quotare in pieno, seppur con qualche riserva, personale, su "Oklahoma"... :old::trapper:

Peraltro, è anche stata l'unica di Berardi.

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Vorrei capire che cosa volete da Tex? I lettori di Zagor, alcuni, si lamentano dei suoi viaggi (l'ultima sua trasferta ha avuto qualche scontento) vorrei dire loro: ma allora non hanno capito niente di Zagor! Zagor viaggia, deve farlo è concepito così! Poi che noia le storie ambientate soltanto a Darkwood!

Non riesco a capire - scusa - se questa frase va letta con serietà o in senso ironico. Ipotizzando il primo direi: in effetti Zagor è nato per viaggiare. Nel tempo, nello spazio, nelle culture, senza causare alcun disturbo. E quando non viaggia, il suo autore lo ha collocato in un posticino che oltre al pregio di non esistere :D ha quello di poter essere tutto ciò che si vuole, montagne, paludi, giungla tropicale e chi più ne ha più ne metta. Assurdo quindi lamentarsi dello Zagor viaggiatore: assurdo perchè Zagor è stato concepito e creato proprio così! Il primo, grande, fantastico e fantasioso viaggio dello Spirito con la Scure fu progettato da Nolitta, il suo autore. Gli incontri con i samurai , con i vikinghi, con la magia indiana dell'uomo tigre... sono frutto della fantasia di Sergione. Ma altri autori hanno accompagnato Zagor nel suo percorso, Cesare Meloncelli, ad esempio, che fa imbattere sulla strada dei nostri i Maya. E potremmo mai dimenticare la seconda grande odissea che parte dal Passaggio a Nord Ovest? Dove mettono mano Boselli in primis, e poi Burattini e altri!Io da molto tempo non leggo Zagor, ma penso che viva tuttora nella sua capanna nel bel mezzo della palude di Darkwood, da raggiungere attraverso il sentiero segnato dai teschi. Mi chiedo cosa ne sarebbe della serie se gli autori moderni - che indubbiamente sono figli del loro tempo e le cose le sanno, come le sa il lettore ed è informato in tempo reale - decidessero che non è mai esistito un luogo chiamato Darkwood, che è più probabile trovare liane nelle foreste pluviali che nel nord-est americano, che Za-Gor-Te-Nay, come ammesso da Nolitta, non vuol dire proprio nulla e sicuramente non ha nulla a che fare con il dialetto algonchino... Immaginiamoci il nostro eroe che, privo dei suoi amati rampicanti, si adatta ad andare a piedi come un qualsiasi mortale, o in subordine a fare uso del lazo per le proprie acrobazie. O che spiega alla nuova conoscenza "Mah, una volta raccontavo a tutti di essermi scelto un nome indiano, la verità invece è che il suono mi piaceva!". Non succeder?, mi auguro! :shock:
Dico, cara Cheyenne, semplicemente che alcuni lettori storici di Zagor, quelli del cosiddetto zoccolo duro, si lamentano dei continui viaggi di Zagor, di un'apertura verso il fantastico (come se in passato non fosse già stato così! Ma le storie di Hellingen le hanno dimenticate quei testoni? Mah.) che non dovrebbe esserci. Burattini recentemente ha scritto sul suo blog, o su facebook non ricordo, che non ci saranno più viaggi. Spero vivamente che non accadi tutto ciò! Perchè scrivo questo? Partiamo dal fatto che le lamentele sono giuste, così come le critiche, e che le nostre idee personali di certo non rappresentano quelle della totalit? dei lettori ma se ci sono vanno prese in considerazione, giusto? Giusto. Però i vecchi lettori di Zagor non capiscono che sostenendo certe tesi il personaggio morir?, e dimenticano che il lato fantastico della serie c'è sempre stato, così come i continui viaggi. Lo stesso, penso, può accadere con Tex se non si considera che il personaggio deve essere scritto non per accontentare i vecchi criteri. Le storie di GLB vanno benissimo io le adoro, ci mancherebbe!! Quando rileggo "Il Giuramento", specialmente la scena con Tex che ordina la morte del bandito che ha causato la pestilenza alla sua tribù, o il famoso giuramento sulla tomba di Lilith sono momenti indelebili e chi se le scorda! GLB era un istintitivo, era capace di scriverti di una storia con le diligenze attaccate dagli indiani, farlo per trecento volte e appassionarti sempre!Molti di noi, tra cui anche Leo penso, si riferiscono che, col passare degli anni, bisogna anche che qualcosa cambi, ma NON IL PERSONAGGIO. Qui ci sono molte delle dispute (chiamiamole così) fra chi vorrebbe un Tex sempre bonelliano da quello diverso di Nolitta o specie di Borden. Ieri citavo a proposito la storia "I Trappers di Yellowstone" proprio per far capire che in fondo io non vedo questa mancanza di centralit?. Certo in alcune storie Borden lascia un po' la mano ai comprimari, è nel suo stile. Bonelli amava non complicare la vita a Tex ma la sua bravura nello scrivere, il suo modo di avvincerti erano tali che non ti permettevano nessun riscontro ulteriore. Quando si parla di evoluzione del lettore non si parla di voler stravolgere il personaggio. I fumetti del passato erano ingenui. Se pensiamo che negli anni cinquanta il novanta per cento deglle testate fumettistiche erano dedicate a eroi bambini capiremo meglio il concetto che si aveva di questa forma di arte. E certo che era arte. Lo è sempre stata. Però negli anni cinquanta l'identificazione totale si aveva per i bambini che erano il pubblico maggiore di fruitori all'epoca (e che hanno passato i meglio guaio per via della censura e della Garanzia Morale di matrice nazi-cristiana, come se la moralit? vada garantita, ma lasciamo stare!). Poi negli anni settanta GLB già aveva scritto i suoi migliori Tex: un fumetto per adulti altro che per bambini. Quindi i tempi non erano già maturati? Non erano soltanto i bambini ma anche gli adulti (in fondo Tex è sempre stato un fumetto da adulti anche se io l'ho letto a cinque anni ma io ero matto da bimbo) a leggerlo. Quindi Tex è sempre maturato restando Tex! Quando si arriva a valutare le storie odierne dicendo che nel Tex delle storie boselliane manca qualcosa, io dico il contrario. Non dico che le storie di oggi siano migliori, dico solo che la tesi che in queste storie non c'è Tex cade. L'esempio è pervenuto con l'ottima "I Trappers di Yellowstone" che ieri ho finalmente letta interamente. Una storia ricca di siparietti alla GLB, con un giusto dosaggio di azione, con paesaggi bellissimi che richiamano a storie famose come "Giubbe Rosse", dove Tex fa dei discorsi (quando propone al gruppo di trappers di abbandonare il Parco e tornarsene a casa con la pelle intatta) che ricordano tante situazioni già viste nelle storie di GLB, quindi non vedo il motivo di questo tipo di lamentele. Lo spessore psicologico dei personaggi nelle storie di Boselli andrebbe affrontato in altre sedi. Dico che ha cominciato sempre Nolitta che è stato un innovatore. Nelle sue storie, come in quelle di Boselli (che deve molto, credo, anche a D'antonio) spesso i "cattivi" diventavano "buoni". Per molti lettori questo non va bene perchè tolgono la sacralit? dell'editto GLbonelliano che dice: "il cattivo è cattivo e deve essere pestato dal Tex". Eppure ricordo che in tante storie di Tex scritte dal Grande Vecchio alcuni banditi passano dall'altra parte. Se leggiamo "Gilas" (una delle migliori) Tex stringe amicizia con un bandito e se ne dispiace per la sua morte alla fine dell'avventura. E potrei citare anche altri esempi. Come detto la differenza è che Boselli inserisce molti comprimari e non li chiama Bill e Tom per farli sforacchiare da Tex. Gli dona una personalit? e ditemi se questo è un danno? Sarebbe un danno se questi rubano la scena a Tex e ciò non accade. Per esempio io le storie dove compare Buffalo Bill non le sopporto. Quindi non sono quel lettore adulatore. Per esempio la storia sulla morte di Wild Bill Hickok mi è piaciuta di meno. Ho apprezzato l'elemento western e giallo ma l'ho trovata a tratti pesante. Bella, ma pesante. Per me da lettore avrei preferito che Hickok si fosse confrontato con Tex prima da avversario e poi da alleato. Ecco quello sarebbe stato esaltante! Ma sono gusti..."Il Club dei Cubani" è una storia che ti esalta nel leggerla (anche se non è di certo tra le migliori di GLB) e lo farà anche fra dieci anni così come "El Muerto" o "I Trappers di Yellowstone": tre approcci diversi di scrivere Tex ma con Tex e solo Tex come protagonista.
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Come detto la differenza è che Boselli inserisce molti comprimari e non li chiama Bill e Tom per farli sforacchiare da Tex. Gli dona una personalit? e ditemi se questo è un danno? Sarebbe un danno se questi rubano la scena a Tex e ciò non accade.

Dissento.

Secondo me ( e non solo ), invece, la scena a Tex gliel'hanno rubata (troppe) volte. :old:

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Tazhay Quindi, ricapitolando, "Il clan dei Cubani" (edita nel 1979), recentemente riletta (nel 2013), ti ha divertito moltissimo.
E presumo che la stessa cosa accadr? anche nel 2023, nel 2033, nel 2043......
Strano, perchè - in coerenza col tuo ragionamento - mi sarei aspettato di leggere che la storia non è più in linea con i tempi, è ingenua, poco approfondita, poco coinvolgente e oramai poco interessante per il lettore moderno. Invece, diverte ancora..... toh! Chi l'avrebbe mai detto!

Presumo anch'io che la stessa cosa accadr? nel 2023, nel 2033 e nel 2043, perchè nel frattempo ho letto qualcosa di diverso (il Tex di Boselli, ad esempio) e quindi non mi dispiacer?, una volta tanto, rituffarmi in un clima diverso e, come ho detto, divertentissimo. Se dovessi leggere continuamente storie come il Clan dei Cubani (che è comunque ingenua, in alcuni suoi passaggi) tra qualche mese finirei di acquistare Tex.



Gianbart  Leo scusa se te lo dico ma Tex è piaciuto per decenni nella sua forma strutturata e delineata a cavallo del dopoguerra e ancora oggi quel personaggio vende e stravende ( ed è la SBE che lo ripubblica in accordo con altre realtà editoriali ) con quelle sue storie epiche dopo ben 65 anni, ma pensi che quelle di oggi, per quanto belle, rimarranno impresse tra 65 anni come quelle ?

Sono arcisicuro di sè. Tra 65 anni, se dovessi essere ancora vivo, ricorderei con immutato slancio storie che mi sono rimaste dentro, come Mondego il killer, I Giustizieri di Vegas, Missouri, Omicidio in Bourbon Street, Uccidete Kit Willer, Deadwood, Tornado, La Grande Sete (di Manfredi). E non parlo solo per me. Mio padre, vecchio lettore di Tex, aveva smesso di leggerlo trent'anni fa. E' ritornato a leggerlo di recente, ed è molto soddisfatto del nuovo corso.



- Gian Luigi Bonelli

Don Fabio In questi giorni, anche da parte di utenti che stimo molto (con Leo ci scambiamo peraltro sempre pareri sugli articoli del Magazine, prima di consegnarli), ho dovuto sorbirmi cose allucinanti, che peraltro - non so che farci, ma è così - mi fanno dubitare della loro profonda conoscenza del Tex di GLB.
Uno dei leitmotiv, sotto testo, è che le storie di GLB siano in genere divertenti, ma presentino personaggi in genere privi di spessore psicologico.
Al di l' del fatto che ritengo molto discutibile che il valore di un'opera sia solo nella caratterizzazione dei personaggi, l'argomentazione mi lascia allibito. Gli esempi di personaggi stratosferici nel Tex del suo creatore sono migliaia e ne cito due per tutti: Hope e Barlow, che uccidono per noia.
Semmai la differenza con Boselli, ma anche con altri autori, è che le psicologie emergono nell'azione, e non è la narrazione a costruirsi su di esse. Il tutto in linea con le "radici letterarie" di GLB, amante del feuilleton. Non è un caso che il Tex recente sia stato un pesce fuor d'acqua in varie occasioni: la cosa deriva evidentemente da questa alterazione.

Nessuno dice che non vi siano "personaggi stratosferici" in GLB. Ma è innegabile una differenza di stile: come dici tu (ma anche Tazhay qualche giorno fa aveva espresso lo stesso concetto) le psicologie di GLB emergono nell'azione. Quelle di Boselli, pur emergendo a mio parere anche nell'azione, si palesano con tecniche diverse, non voglio dire più efficaci ma a mio parere semplicemente più moderne. Le psicologie di Boselli vengono fuori anche semplicemente con sguardi che parlano, con silenzi delicati e significativi, con sublimi (io li adoro) flashbacks. Le psicologie ci sono in entrambi gli autori, e Tex stesso c'è in entrambi (contesto chi dice che non sia così). E' lo stile che è diverso. Uno stile più in linea con la sensibilit? dei giorni nostri.



Ulzana  Molti di noi, tra cui anche Leo penso, si riferiscono che, col passare degli anni, bisogna anche che qualcosa cambi, ma NON IL PERSONAGGIO

Don Fabio P. S. Leo, i capolavori son quelle opere che conservano valore in qualsiasi epoca. I fasti passati - e parlo di storie MONUMENTALI come Sangue navajo, Il giuramento, Il figlio di Mefisto, In nome della legge, Terra promessa o Odio senza fine - sono passati irreversibilmente, forse. Di sicuro non inevitabilmente!

E' così, Ulzana. E secondo me il personaggio NON è cambiato. Lo stile è diverso, ma questo è inevitabile. E' inevitabile, Don Fabio, perchè GLB non c'è più. Ci sono nuovi autori, e nuovi capolavori, non meno validi delle storie sempiterne da te citate. Diversi nello stile, ma ugualmente capolavori.
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Gianbart?  Leo scusa se te lo dico ma Tex è piaciuto per decenni nella sua forma strutturata e delineata a cavallo del dopoguerra e ancora oggi quel personaggio vende e stravende ( ed è la SBE che lo ripubblica in accordo con altre realtà editoriali ) con quelle sue storie epiche dopo ben 65 anni, ma pensi che quelle di oggi, per quanto belle, rimarranno impresse tra 65 anni come quelle ?

Sono arcisicuro di sè. Tra 65 anni, se dovessi essere ancora vivo, ricorderei con immutato slancio storie che mi sono rimaste dentro, come Mondego il killer, I Giustizieri di Vegas, Missouri, Omicidio in Bourbon Street, Uccidete Kit Willer, Deadwood, Tornado, La Grande Sete (di Manfredi). E non parlo solo per me. Mio padre, vecchio lettore di Tex, aveva smesso di leggerlo trent'anni fa. E' ritornato a leggerlo di recente, ed è molto soddisfatto del nuovo corso.
A tal proposito volevo notare una cosa.

Il fatto che il cambiamento di cultura si rifletta anche nei gusti personali.

Qualche giorno fa avevo visto una vecchia classifica di storie preferite da Tex da una cerchia di lettori non precisata : non si può fare a meno di notare che in quella classifica stradominavano le storie di GLB;le uniche non bonelliane a ritagliarsi uno spazietto in fondo erano "Il passato di Carson" e "I Ribelli del Canada" (e forse anche un altra ma assolutamente niente di Nizzi.

L'impressione è che il cambio di mentalit? e cultura che influisce sul modo di scrivere influisce anche sulle preferenze.
Diversi utenti qui rivelano di aver conosciuto Tex attraverso Nizzi : un Tex simile eppure dissimile rispetto a quello di GLB. Nei lettori più veterani quelle storie saranno normale routine texiana e forse versione ripresa delle bonelliane. Ma per i lettori che hanno conosciuto Tex attraverso quelle storie, le riservano un posto speciale nei loro ricordi e indirettamente influisce sulle loro preferenze.

In questi tempi nuovi lettori compreranno tra gli inediti i loro primi albi e alcuni si appassioneranno a quel modo di scrivere che non è di GLB e di conseguenza si former? con una maniera diversa di concepire Tex rispetto a quella del suo creatore.

Per questo oggi storie come "Il Passato di Carson" e "Fuga da Anderville" vengono scelte senza problemi da diversi lettori come alcune delle storie migliori. Eppure ci sono anche dei lettori veterani che le hanno meno in considerazione.
Storie come "La mano del morto" e "Omicidio in Bourbon Street" hanno abbastanza diviso (anche perchè è vero che oggi con forum e altro si è molto più pignoli) ma chissà se fra qualche anno non saranno considerate tra i classici della serie? E se ciò succeder? chissà che a determinarne il successo non saranno proprio tra i lettori nuovi che cominciano ad appassionarsi con quelle storie?
E lo stesso vale per le altre storie che Leo cita : che siano piccole o grandi storie segneranno comunque l'infanzia di qualche lettore e gli rimarrano nell'animo e che ricorder? sempre positivamente. Sarà quello il Tex che lo coinvolge e quello che in parte avrà come riferimento. Un Tex un po' diverso che cambier? la maniera con cui si approccer? a quello di GLB, alla stessa maniera con cui un lettore di Boselli si avvicina a quelle vecchie storie scritte in un altra maniera e che lui giudica avendo lo stile boselliano come punto di riferimento.

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Nessuno dice che non vi siano "personaggi stratosferici" in GLB. Ma è innegabile una differenza di stile: come dici tu (ma anche Tazhay qualche giorno fa aveva espresso lo stesso concetto) le psicologie di GLB emergono nell'azione. Quelle di Boselli, pur emergendo a mio parere anche nell'azione,  si palesano con tecniche diverse, non voglio dire più efficaci ma a mio parere semplicemente più moderne. Le psicologie di Boselli vengono fuori anche semplicemente con sguardi che parlano, con silenzi delicati e significativi, con sublimi (io li adoro) flashbacks. Le psicologie ci sono in entrambi gli autori, e Tex stesso c'è in entrambi (contesto chi dice che non sia così). E' lo stile che è diverso. Uno stile più in linea con la sensibilit? dei giorni nostri.

Non è così.

Non ho mai affermato che le psicologie di Bonelli emergono nell'azione e quelle di Boselli nell'introspezione, negli sguardi o con tecniche pseudo-avveniristiche, ma semplicemente che le caratterizzazioni psicologiche dei personaggi bonelliani sono strettamente funzionali alla storia (=di Tex), non alla storia loro.
Se per caratterizzare un personaggio occorre far sè che quest'ultimo si "impossessi" della storia, preferisco 100 volte i personaggi caratterizzati "a la Bonelli" (che non vuol dire non caratterizzati e/o descritti in maniera vaga o anonima).

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Non ho mai affermato che le psicologie di Bonelli emergono nell'azione e quelle di Boselli nell'introspezione, negli sguardi o con tecniche pseudo-avveniristiche, ma semplicemente che le caratterizzazioni psicologiche dei personaggi bonelliani sono strettamente funzionali alla storia (=di Tex), non alla storia loro.
Se per caratterizzare un personaggio occorre far sè che quest'ultimo si "impossessi" della storia, preferisco 100 volte i personaggi caratterizzati "a la Bonelli" (che non vuol dire non caratterizzati e/o descritti in maniera vaga o anonima).

Proprio ieri ho riletto, spinto anche dai capolavori citati da Don Fabio, Terra Promessa, che era la sola di quelle storie (oltre a Sangue Navajo) che non leggevo da tempo.


La storia è straordinaria: la prima parte, ambientata a Cedar City, è un concentrato di eventi incalzanti e di dialoghi eccezionali. La figura dello sceriffo di Cedar City, onest'uomo con una spina dorsale e tuttavia disperato di fronte alle "malefatte" dei quattro satanassi che sconquassano la sua città, è un classico di Gian Luigi Bonelli che non stanca mai, tanto è felicemente costruito. La seconda parte, più improntata all'azione, è anch'essa avvincente e sa proporre situazioni coinvolgenti.

Terra Promessa è una grande storia. Il suo linguaggio è quello DOC targato Bonelli, un marchio di fabbrica difficilmente replicabile. Quando Cheyenne, ormai molte pagine fa, ha chiesto cosa ci mancasse del vecchio Tex, molti di noi hanno individuato le lacune del Tex attuale nel suo linguaggio poco colorito e nel suo carattere più serioso. Terra Promessa è paradigmatica di quel che Tex è stato. Una scena su tutte è quella in cui Tex e Carson danno fuoco ad un magazzino di Goldfeld, con Carson che si discolpa estorcendo al commesso del magazzino l'ammissione che il fiammifero gli era caduto a terra in maniera del tutto accidentale. :D

Terra Promessa ha molti personaggi, eppure non è una storia corale. L'avversario di turno è il solito grand vilain, i suoi sgherri mezze calzette, lo stesso Kento non è diverso da tanti altri capi indiani vanagloriosi e predoni visti e stravisti. Non parliamo poi dei membri della carovana: tranne Rocky Bennett, peraltro bestione senza cervello che si scontra con Tex uscendone con le ossa rotte risultando in seguito simpatico, nessuno si mette in luce per la propria personalit?. Gli stessi quaccheri sono abbastanza stereotipati, e così la figura che risulta più efficace è proprio quella, indubbiamente felice, dello sceriffo di Cedar City. Se non c'è spazio per altri personaggi, per altre personalit?, è perchè questa storia è Tex-centrica. Tex è il sole, e tutta la scena ruota attorno a lui. Onnipresente e sempre protagonista, è uno spettacolo per gli occhi; fagocita tutto in maniera totalizzante, e la storia, con questo Super Tex, risulta bellissima.

Eppure il titolo, Terra Promessa, mi aveva fatto a pensare a qualcosa di più epico. L'epico francamente non ce l'ho trovato, mentre ho trovato degna di questo aggettivo un'altra storia dal tema simile, e cioè Verso l'Oregon, di Manfredi. In questa storia Tex e Carson sono protagonisti, ma in maniera differente. Non sono totalizzanti, lasciano il posto ad un gruppo di comprimari, le donne in viaggio in cerca di un avvenire. Se nella storia di Bonelli i membri della carovana sono sullo sfondo, e sono solo il pretesto della storia e del super Tex che in essa si muove, nella trama di Manfredi queste donne sono delle vere e proprie eroine: la aspra Emma, la dolce Gloria, la sfortunata Muriel. Verso l'Oregon è anche la loro storia, la storia delle loro speranze, delle loro aspirazioni, della loro giovent? e dei loro sogni infranti. Queste ragazze, come dice Tazhay, si sono "impossessate" della storia? Forse sè. Ma accanto a Tex, che nelle sue caratteristiche fondamentali è sempre il personaggio di GLB, c'è un'altra umanit?, altri destini dagli esiti imprevedibili. In questo caso, le caratterizzazioni psicologiche sono funzionali prima alla loro storia personale (cioè alla storia delle donne) ma solo così diventano pienamente funzionali alla storia di Tex. E' grazie a loro, a mio parere, che questa storia è un gioiello.

C'è una distanza siderale tra Terra Promessa e Verso l'Oregon. In entrambe vi è una carovana in pericolo; solo che nella prima la carovana resta sullo sfondo, mentre al centro della scena c'è un Super Tex; nella seconda Tex cede il passo (finendo comunque sempre per essere l'elemento chiave e risolutore della storia) ad altre protagoniste, il cui bagaglio di umanit? spicca e affascina il lettore.

Le due storie sono bellissime, trattano temi simili ma sono scritte con stili totalmente differenti. Se quello di GLB mi manca, non posso non essere felice però di ciò che ho guadagnato, vale a dire i comprimari di Manfredi, o quelli (immensi) di Boselli. C'è un Tex diverso, ma c'è sempre Tex, e storie come Verso l'Oregon mi incoraggiano a continuarne la lettura. Quindi Tex vende, a mio parere, anche grazie al nuovo corso, che semmai, grazie a queste storie, come dice Borden, ha contribuito ad arrestare un calo che avrebbe potuto avere proporzioni maggiori.

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