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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 17/02/2024 in tutte le sezioni

  1. Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli Disegni: Aurelio Galleppini Periodicità irregolare: Ottobre 1958 Inizia nel numero 1 a pag. 87 e finisce nello stesso numero a pagina 130 Tex incappa in un massacro compiuto dalla banda di El Diablo, e giura all'uomo torturato a morte che trova, di salvare sua figlia. __________________________________________ Sul serio non c'era un topic aperto su questa storia? L'ho cercato senza trovarlo. se mi sono sbagliato, pregogli amminstratori di trasferire questo messaggio nel topic apposito. Nel frattempo, via col commento. Eccoci alla terza avventura. Qui abbiamo praticamente due storie in una. Da un lato ci ritroviamo una tipologia di avversario che ci ritroveremo più di una volta di fronte nel prosieguo della saga di Tex: il desperado messicano. Che sia interessato solo al profitto o che voglia conquistare il potere in una parte degli USA o nel Messico, bene o male Tex avrà spesso a che fare con questo tipo di avversari. El Diablo è sostanzialmente un bandito, ma vuole che sua figlia Florecita lo creda un patriota impegnato in azioni di guerriglia per vendicare la conquista delle terre a nord del Rio Grande da parte degli Stati Uniti nella guerra del 1848. Tex non avrà il cuore di rifiutare l'ultimo desiderio di un morente e manterr? il segreto con Florecita. Non molto dopo Tex apprender? che Florecita è stata rapita da un losco figuro che viene chiamato Bill Mohican. Arriver? troppo tardi, Florecita si uccisa per la vergogna di essere stata stuprata e Tex non potr? che vendicarla e tornare indietro con l'amaro in bocca. Poche osservazioni: 1) Appaiono qui per la prima volta: Marshall, capo del West Department, Kit Carson, destinato a diventare amico fraterno di Tex, ed Arkansas Joe, che, a dire il vero è alla sua unica apparizione, se si eccettua un breve flashback nella storia ?La grande invasione?. 2) Tex viene arruolato nei Rangers e cessa, quindi, almeno ufficiosamente, di essere un fuorilegge. In verità quello in cui entra Tex è una specie di Servizio Segreto Federale alle dipendenze di un fantomatico (nel senso che non è mai esistito) West Department con sede a Washington. Di questo servizio fanno parte tre agenti: Arkansas Joe, ufficialmente un pistolero, Kit Carson, ufficialmente Scout dell'Esercito e Tex, ufficialmente un fuorilegge. Sull'esatta natura di questi Rangers lo stesso Bonelli non sarà mai troppo coerente, oscillando spesso tra l'idea che siano un corpo paramilitare federale (e da qui l'esistenza di comandi a Phoenix e Santa Fe) e l'identificazione pura e semplice con i Texas Rangers (e la contraddizione di vederli agire per crimini commessi in New Mexico, Arizona, Utah, dove tecnicamente non avevano giurisdizione ed erano solo privati cittadini). 3) Compare per la prima ed unica volta il Ranger Jeff Weber (il cognome, però, lo sapremo solo più avanti), fisicamente una via di mezzo tra Errol Flynn e Clark Gable, contatto iniziale tra Tex e Marshall. 4) Giusto per parlare di contraddizioni, se Jeff Weber appartiene allo stesso servizio segreto in cui fa entrare Tex e Tex è il n° 3 dopo Arkansas Joe e Kit Carson, Jeff cosìera: il numero zero? 5) In quel periodo G. L. Bonelli non era solito dividere esattamente le storie con un inizio ed una fine ben definiti da un titolo o da un' Fine dell'episodio? Accade, quindi, che non tutti siano d'accordo su come dividere queste prime storie. C?? quindi chi considera quella di El Diablo e quella di Bill Mohican due storie separate, io ovviamente no. 6) In nessun punto della storia si dice che Florecita è stata violentata, ma il lettore smaliziato capisce subito sia perchè Bill Mohican rapisce fanciulle sia cosa è successo veramente a Florecita. Quanto al lettore meno smaliziato (per esempio un bambino), magari potr? rimanere turbato alla notizia del suicidio di Florecita (ma è dubbio che un bambino del 1948 potesse esserlo), ma non certo da riferimenti sessuali trattati davvero con molto garbo. 7) Da notare come nelle storie non manchi mai una comprimaria femminile. L'era della misoginia per Tex doveva ancora iniziare. clap Sempre all'altezza i disegni di Galep, col sempre probabile aiuto di Angelo Corrias In sintesi. Una bella storia, pur se niente di eccezionale.
    1 point
  2. Samuele Frasca Fumettista ed illustratore italo-svizzero. Ha collaborato con il Corriere del Ticino ideando Amore 7.0 (testi e disegni), fumetto a strisce che ha come protagonisti una coppia di coniugi immersi nelle situazioni di vita del quotidiano dai risvolti comico-umoristici. La serie è stata pubblicata sul settimanale Ticino7, di cui ne è uscita in seguito una raccolta in volume monografico pubblicata da Fontana Edizioni. Nel 2018 esce La profezia del guerriero, graphic novel tratta da una storia vera contenuta nel Libro dei Giudici da lui sceneggiata ed illustrata edita da Fontana Edizioni. Il titolo è stato selezionato fra le 15 migliori opere per il premio "miglior fumetto svizzero 2018/19" indetto dal festival del fumetto Délémont BD. Sempre grazie alla collaborazione con Fontana Edizioni, esce a fine 2021 Un segreto nella foresta, il suo primo racconto per bambini e ragazzi scritto ed illustrato. L'avventura ha come protagonisti tre fratellini di un paesino di montagna, coinvolti, come il titolo anticipa, in un mistero da svelare. * * * Ciao a tutti, dato il molto materiale realizzato nei più recenti anni dedicato al mondo di Tex e pards, frutto della mia passione per il ranger ed il suo mondo, ho deciso di aprire una galleria apposita. Quella inserita sopra è una mia brevissima biografia artistica, per quanti non mi conoscono. Vi ringrazio e spero che i lavori condivisi possano piacervi! Inizio con uno fra i miei più recenti disegni dedicato al nostro in sella al suo destriero immersi in una pressoché sconfinata prateria.
    1 point
  3. Tranquillo, Leo, avevo già letto qualche giorno fa il tuo commento - sempre interessante - e prima ancora tutta la lunga e accesa discussione che c'era stata anni fa tra Boselli e due forumisti particolarmente polemici e ben poco diplomatici (eufemismo). Certo che Borden ne ha dovuto avere di pazienza a suo tempo! Nel tuo caso, le obiezioni che avanzi sono legittime, ma in un certo senso ti sei già dato la risposta da solo. E' poco credibile che Finnegan accetti il figlio di Tex nel suo gruppo di rangers "speciali"? Secondo me ci può stare. Come dici anche tu: se Kit è sincero, per Finnegan è un buon acquisto; se è una spia, lo fa tenere d'occhio e lo elimina. Certo è un rischio per Finnegan, ma per un uomo come lui, sicuro di sé e abituato a non avere avversari, è anche una sfida che pensa di poter vincere (in fondo loro sono tanti e Kit è da solo). Semmai è più legittima la critica opposta, che qualcuno ha fatto: non è che Tex sta facendo correre un rischio troppo grosso a Kit, nell'infiltrarlo? Ed era necessario, visto che poi alla fine Kit non è che sia poi così utile per sgominare i rangers "deviati"? Ma, insomma, secondo me questo rientra sempre nel carattere "spericolato" dei Nostri, e per quanto mi riguarda, non ci ho visto nulla da eccepire, se non il fatto - come ho scritto sopra - che sarebbe stato meglio un finale con Kit più protagonista, visto che fino a quel momento era stato lui il fulcro della storia. Per quanto riguardo il massacro dei greasers al ranch invece non sono proprio d'accordo col tuo giudizio: Il personaggio di Finnegan è così: in lui "c'erano delle buone qualità" (lo dice Tex nel finale) ma alla fine il suo odio verso i Comanche e il suo razzismo (l'atteggiamento sprezzante che ha sempre verso i messicani) hanno il sopravvento, e i suoi metodi diventano via via sempre più brutali e al di fuori della legge, da padreterno violento che non sopporta regole e ostacoli (ma anche vigliacco nel finale). A me ha ricordato film (o telefilm) polizieschi con poliziotti in gamba che poi per un lutto subito, o per qualche altro motivo, si trasformano un po' alla volta in carognoni che se la prendono con i più deboli e sfogano la loro rabbia sui delinquenti, agendo sempre più al di fuori della legge. Insomma, poliziotti che perdono per strada il senso del loro mestiere corrompendosi per violenza o per soldi. Il massacro dei greasers io l'ho visto come uno sfogo violento e razzista contro i messicani: lo sparo accidentale è solo il pretesto per quello che già prima i rangers di Finnegan volevano fare, divertirsi ammazzando qualche messicano. Poi la dinamica della sparatoria, il buio fitto, il caos, ecc. ha fatto sì che diventasse un eccidio anche di donne e bambini in cui non vien risparmiato nessuno. Per me ci sta nell'ottica di un gruppo senza ormai più freni... Insomma, a me è piaciuto molto, non un capolavoro ma un gran bel Texone! Grazie ovviamente anche a Majo!
    1 point
  4. Dopo una lettura fiume di questa storia sono sostanzialmente d'accordo con il tuo giudizio, i disegni di Seijas li trovo molto belli nella loro plasticità accademica, purtroppo i volti di alcuni personaggi non convincono e gli indiani sono molto simili tra loro, ma si compensa tutto con la resa della stupenda signora Ramona. Contiene alcuni SPOILER Del primo albo è molto interessante la trama dei rurales ,dove si respira la tensione dell'avere indiani assetati di sangue alle porte e pochi uomini e mezzi per difendersi (realistico, se pensiamo a come dovevano essere certi villaggi del Messico a quei tempi) un po' più tirata via e confusa la parallela vicenda del colonnello Atwood corrotto. Il secondo albo ha un passaggio piuttosto strano ovvero il momento in cui Tex e soci consegnano il prigioniero complice di Atwood e si recano nella riserva Apache. Da quel momento è come se finisse una mini storia e ne iniziasse un' altra, che però implica la conoscenza della precedente serie di albi della fascia 600 in cui venivano introdotti i personaggi (personalmente odio i citazionismi quando non si tratta di nemici importanti come Mefisto o Il Maestro ad esempio)... A parte questo da lì in poi nonostante una sovrabbondanza di dialoghi e spiegazioni (i pards e i loro compagni appiedati nel deserto e praticamente disidratati per non aver trovato acqua per miglia e miglia trovano la forza, non so come, di parlare e discutere fra loro in modo estenuante anche davanti al villaggio dove poi se ricordo bene avrebbero trovato un po' di ristoro e dei vecchi cavalli) la vicenda si può comprendere e apprezzare per il coinvolgimento che certi personaggi e azioni salienti possono dare al lettore. Ci sono in particolare alcune scene davvero molto belle, su tutte i rurales caduti accidentalmente nel burrone per sfuggire agli apaches e l'eroica fine degli ultimi 2 chiusi tra i nemici indiani e il vuoto, e aggiungo; la sequenza con gli abitanti di Canaan nascosti dopo aver lasciato la città abbandonata. Per quanto mi riguarda è promosso anche il personaggio del rurales Lopez; i suoi tradimenti sono basati perlopiù su un istinto di sopravvivenza e sull'insicurezza personale, ed è stato bello da parte dello sceneggiatore redimere il personaggio alla fine, facendogli fare un ultimo gesto di coraggio. Tuttavia ci sono oltre alle belle scene dei momenti no tra cui : Tex che sa il nome di Ramona pur non avendola mai vista prima; il Tenente Castillo che dopo aver avuto salva la vita dalla signora decide di precipitarsi nel deserto di notte e parla di forca per la donna (a cuor leggero , per poi ritornare sui suoi passi e salvare la sottotrama amorosa in calcio d'angolo); la sparatoria in cui la colonna di militari assedia Tex e i prigionieri sulla collina nella prima parte della vicenda, in cui si decide di non sparare ai militari pur essendo in evidente pericolo di vita, e scegliendo di sperare nell' inverosimile arrivo di un giudice che in quel momento va prima chiamato e potrebbe benissimo essere in qualsiasi altro posto (per non parlare poi dell' incontro casuale in mezzo al trambusto con l' agente indiano che salva la situazione). Concludendo questa impegnativa analisi (perché impegnativa è la storia, nel bene e nel male) forse il modo migliore per rendere giustizia al lavoro è votare il migliore e peggiore personaggio di tutti e 4 gli albi ed esprimere infine un voto generale. Pertanto: miglior personaggio Yavakai, forse perché il più coerente di tutta la storia. peggior personaggio Nantan, perché a tratti davvero non sono riuscito a capire dove va , cosa fa e perché lo fa. Limite mio? Forse. Voto generale alla sceneggiatura: 6,5 con numeri oscillanti tra un 6 o un 7. Voto generale ai disegni senza considerare i volti di alcuni protagonisti: 8 Copertine tutte valide, la migliore a mio avviso quella del 717
    1 point
  5. Quella pila di texoni (due pile) riesumata durante i lavori non è stata riposta ma è restata lì, in bella vista mia ma ahimè anche di mia moglie, che non lesina poco pacate e fracassanti proteste sul nuovo disordine nella stanza che si sarebbe dovuta sistemare. Però vuoi mettere che, grazie a quel disordine, ho potuto rigustarmi L'ultima Frontiera, una delle piu belle prove d'autore di Nizzi sulla saga? In ordine assolutamente casuale, in base all'apparizione sulla pila, oggi ho protervamente perseverato nella lettura di questi vecchi texoni, incappando nientepopodimenoche nell'esordio di Boselli sulla collana del Tex Speciale, più amichevolmente detto Texone. E sono assolutamente d'accordo con Virgin quando dice che in questa storia c'è tutto e che tutto funziona. C'è l'elemento giallo (chi è Mitch? Perché suo padre è stato ucciso?), c'è l'azione (con una prima scena da brividi, con Kit che sembra essere stato ferito a morte, con Tiger pestato a sangue prima e poi urlante di dolore come una belva a cui stiano strappando l'anima), c'è il conturbante personaggio della Vedova (per nulla scontato il fatto che avesse voluto salvare, dieci anni prima, il figlio della sua vittima). Ci sono eccellenti cattivi, dal misterioso e astuto Boydon ai killers col sorriso sulle labbra (nella caratterizzazione dei quali Font eccelle, se si considera la resa grafica di analoghi assassini dai tratti sorridenti vista anche in Colorado Belle). La qualità della sceneggiatura è tale da rendere credibile anche la ricerca dei nostri, alla caccia di assassini misteriosi che dovrebbero essere a dire il vero introvabili. Ed invece, identikit perfetto a parte (esagerato il fatto che Angelo riconosca Mitch per un semplice disegno, fatto peraltro su narrazione indiretta, posto che nemmeno Tex e Carson avevano mai visto prima il giovane Anderson), tutto sembra incastrarsi perfettamente, non ci sono giri a vuoto o situazioni che appaiano eccessivamente improbabili. C'è una bella recherche dei nostri, alle prese con ottimi cattivi e con uno di quei personaggi rubascena tanto vituperati ed invece efficaci e, come in questo caso, memorabili. Grande esordio del Borden, non pago evidentemente di quanto aveva fatto, anni prima, sulla regolare, ma grande esordio anche di Font, disegnatore divisivo ma che il sottoscritto, pur non negando l'eccesso caricaturale di molte sue vignette (presente anche nel texone che sto commentando), semplicemente adora.
    1 point
  6. Per me un ottimo Texone. Innanzitutto per i magnifici disegni di Majo, uno che sa come far recitare i personaggi, renderli espressivi e realistici, e allo stesso tempo creare suggestive atmosfere western, che sia il polveroso deserto del sudovest o gli interni dettagliati della cittadina texana di Austin. Le scene migliori realizzate da Majo: la finta scazzottata dei due Kit, il successivo dialogo notturno tra loro due in albergo, la rievocazione dello storico massacro di San Antonio subito dai Comanche. Originale e interessante, poi, il soggetto: un gruppo di rangers “deviati” e Kit Willer che si infiltra tra loro, mostrando disagio per dover spiare uomini che ammira e allo stesso tempo manifestando la voglia di nuove esperienze lontano dal padre e dal “padrino” Carson. Ai rangers dice: “Adesso, per la prima volta in vita mia, posso dire di essere del tutto libero e indipendente, senza legami familiari”. Sta recitando una parte, ma in fondo in fondo è probabile che sia quello che sente, in mezzo a quel clima cameratesco che lo attira. Belle tutte le scene in cui Kit Willer compare ed è un peccato che nel finale un po’ sparisca. Secondo me doveva essere lui e non Tiger, nelle ultime pagine, a dare manforte a Tex contro Finnegan, chiudendo il cerchio narrativo con la sua definitiva presa di distanza da colui che l’aveva in precedenza “affascinato”, magari con qualche suo commento significativo. Resta comunque, questa storia, una delle migliori del giovane Kit, insieme alle sue prime di GLB, a “Il solitario del West” di Nolitta e ad altre di Boselli. (Anche Carson, seppur in secondo piano, è da antologia). L’albo è denso di personaggi ben delineati e di dialoghi necessari, utili per la comprensione della vicenda, del contesto e dei vari caratteri, in una storia corale in cui spiccano Milton Faver e Robledo, ma anche tanti altri comprimari minori. (Poco presenti invece i Comanche, ma ci sarebbero volute più pagine...) Sempre nel finale (che poteva essere più spettacolare) non mi è piaciuto il “buonismo” di Faver verso l’antico nemico Robledo, rapitore di ragazze e assassino, anche perché prima è proprio Faver a rimproverare Tex per non aver impiccato Torres il comanchero (un pesce piccolo). Capisco che questo sia un atteggiamento tipico di molti duri e rudi uomini del West visto in tanti film (che prima si combattono, si odiano e si detestano, poi, in circostanze diverse, quasi quasi simpatizzano allegramente), ma a me - come qui - non ha mai convinto più di tanto. Questo Texone, sia per i disegni che per la trama, risulta più realistico del solito. In ogni pagina si respira l’atmosfera del vecchio West, e tutti e quattro i pards agiscono in un contesto ben preciso che ricorda pellicole famose, anche se nessuna in particolare. Si vede persino il giovane Kit appartarsi con una ragazza del saloon (bella scena). I volti dei greasers e degli indiani, poi, sembrano ritratti dal vero, i visi mostrano spesso stanchezza, vecchiaia, trascuratezza, le donne rapite non hanno nulla di affascinante, anzi rivelano tutta la miseria della loro condizione. Nell'intervista iniziale Majo rivela che avrebbe voluto disegnare Ken Parker e Magico Vento (prima che la Star Comics e poi Boselli lo indirizzassero altrove): sicuramente sarebbe stato molto adatto ad entrambe le serie.
    1 point
  7. LA MANO ROSSA Seconda Serie Gigante N° 1: "La Mano Rossa" Ottobre 1958 Serie a Striscia Prima serie - N°4:"La Mano Rossa" 21 Ottobre 1948 Prima serie - N°5:"La freccia della morte" 28 Ottobre 1948 Prima serie - N°6:"Pista insanguinata" 4 Novembre 1948 Prima serie - N°7:"La mano fantasma" 11 Novembre 1948 Prima serie - N°8:"El Diablo" 18 Novembre 1948 La Mano Rossa La storia si estende su cinque albetti per un totale di 157 strisce, pari a circa 52 pagine dell'albo mensile bonelliano. A differenza dell'avventura precedente, intitolata "Il totem Misterioso" la conclusione di questa storia non coincide con la fine del quinto albetto, le ultime tre strisce fanno parte infatti della storia successiva, intitotala "El Diablo". A partire da questo episodio si innesca una "continuity" che verrà abbandonata solo in seguito. La didascalia della prima vignetta comincia con queste parole ormai famose: "Nel pomeriggio infuocato di un giorno di luglio 1898..." Stando a questa frase le successive avventure di quel Tex ancora giovanissimo, ricorda Sergio Bonelli, avrebbero dovuto svolgersi nel '900, magari con i quattro pards impegnati nella Prima Guerra Mondiale. Questo è sicuramente il più famoso degli errori compiuti da quel calligrafo improvvisato che rispondeva al nome di Gino Rognoni, che avrebbe sbagliato nel trascrivere la data giusta, ovvero un più ragionevole 1858. Erano tempi eroici, si scusa l'editore, e nessuno immaginava che la saga di Tex sarebbe stata così lunga, e che il personaggio sarebbe diventato così "importante" da essere chiamato un giorno a discolparsi per gli errori di giovent?. Come già la prima, anche questa storia inizia praticamente con un uomo in fuga. In sella al cavallo Blackster ( ovvero Blackstar ) lo scout Joe Scott cerca di portare in salvo i ventimila dollari custoditi nella sua sella ma nulla può contro gli uomini della "Mano Rossa", un'associazione malavitosa, che gli hanno teso un agguato. Tex Willer, che si trova nei dintorni della Roccia Nera dove l'uomo è stato colpito a morte, può solo ascoltare le sue ultime rivelazioni: - Joe Scott... chi è stato ? - La mano... rossa... mi hanno preso le paghe del forte... Ma la sfortuna perseguita Tex! Sulla pista per Calumet City, si profila improvvisamente all'orizzonte una colonna di soldati e e poco basta al fuorilegge per vedersi accusato anche dell'omicidio dell'esploratore. Inseguito dai soldati, l'eroe si segnala al lettore per il grande sprezzo del pericolo e l'audace spregiudicatezza, lanciandosi con il suo cavallo Dinamite dall'alto di un dirupo, nelle fredde acque del Blue River, per sfuggire ai militari. La pesante accusa dell' assassinio di Joe Scott incombe però sulla testa del fuorilegge. Dopo averne messo a dura prova il suo coraggio, Gianluigi Bonelli prosegue nell' incessante opera di riabilitazione del suo eroe. - Sapete che non sono un bandito di quella risma dice Tex allo scout, - S? Tex! avete avuto sfortuna.... E a Forte Two Miles dove si è recato per tentare di scagionarsi, esibendo con la sua barba posticcia il primo dei travestimenti di questa storia, l'eroe ha ancora modo di proclamare la sua innocenza: - Colonnello, sono un fuorilegge ma voi dovete ben sapere come fui costretto a lasciare la mia città e come io non mi sia mai macchiato di furti e rapine. - Uh! La vostra strada è seminata di morti, Tex! - Ma erano tutti ladri, bari e assassini, colonnello, non dimenticatelo! Tex è un fuorilegge, ma molti altri sanno che non è colpevole. A pagina 58, sono due sconosciuti, in un dialogo che sarà poi oggetto di censura, a ribadire ancora una volta l'innocensa dell'eroe giustiziere: - Povero Tex! Sempre in fuga davanti agli sceriffi... - Bah.. Prima o poi riuscir? a dimostrare la sua innocenza, e quel giorno, parola mia, offriro' da bere a tutto il paese. Per scagionarsi dall'infamante accusa di un vile omicidio, Tex dovrà vestire i panni dell'eroe solitario e trovare i veri responsabili. Non è un giallo però quello che sembra prefigurarsi. I nomi dei componenti della Mano Rossa sono subito noti al lettore e sono tutti riportati in un foglio che fa la sua minacciosa apparizione al Paradise Saloon, noto ritrovo di Calumet City, dove si riunisce l'associazione. Il nome di Bannion, vicedirettore della Overland Bank e informatore della banda, il primo dei complici a morire, è stato cancellato dalla mano del "misterioso giustiziere". Seguono gli altri... Stone, Burke, Welles, Topler e Randall! Vale la pena soffermarci su questa pergamena cosi appariscente, con quell'aria un po' alla "dead man walking", dove sono vergati i nomi degli assassini. Si pone infatti, in un ideale rovesciamento di valori, sulla scia di quello usato dalla banda, lasciato come ricordo delle loro scorribande, un foglio che reca il marchio dell'associazione: una mano rossa insanguinata! Ma, dopottutto, è anche un riflesso dell'avviso di taglia che pende sulla testa dello stesso Willer a causa del sinistro sestetto! Nelle pagine successive, l'avventura guadagna rapidamente terreno. Incastrando uno dei componenti della Mano Rossa, Stone, l'eroe riesce a dimostare la sua innocenza davanti allo sceriffo della città. Quindi, nella foresta nei dintorni della città, Tex riesce a recuperare i ventimila dollari frutto della rapina, uccidendo anche Burke! Per i tre banditi sopravvissuti, le ore sembrano contate, ma a sorpresa scoprono casualmente la misteriosa identit? del giustiziere. Segue un agguato fallitto al "barber shop" di un cinese, nel quale perisce anche Randall. Tex non molla la presa e i giochi sembrano fatti nella miniera abbandonata, dove Topler e Welles si sono precipitosamente rifugiati. Solo l'intervento di Alce Nero, un indiano ( ancora un cattivo, complice della banda ), riesce a capovolgere la situazione. Fatto prigioniero, Tex viene fatto precipitare in una cavit? situata all'interno della stessa miniera, dove al buio, l'eroe ( creduto morto dagli avversari ) finir? per trovarsi con una poco rassicurante compagnia!
    1 point
  8. Ho trovato questa come una storia con ottime potenzialità ma un po' vanificate da un finale troppo veloce e con alcune sottotrame un po' superflue. L'albo che ho preferito è stato il primo dove vengono poste le ottime basi per le due storie che andranno poi ad intrecciarsi. Ho apprezzato molto lo sviluppo della storia di Ramona, mentre speravo in un qualcosa di più epico con Yavakay e Uday. Mediamente buoni i disegni di Sejias.
    1 point
  9. L'aspetto che più mi colpisce di questa storia è il ritratto di Tex che ne esce: personaggio romantico, perennemente in fuga e braccato, che sembra non poter mai trovare pace. Un eroe, in questo, almeno in parte intimamente tormentato. D'altronde Bonelli ci fa sapere che Tex è uno ammirato dal "popolo": basta leggere i commenti dei cowboys a pag.58, in cui addirittura uno si propone di offrire da bere a tutto il paese! Evidentemente le gesta eroiche di Tex sono già piuttosto note, se pensiamo al malumore del capitano per l'ingrato compito di scortare Tex fino in cella, e al fatto che addirittura egli stesso, in seguito, si render? complice della fuga del fuorilegge attuata dall'altro marmittone. Insomma, il Nostro è un eroe, ma per la legge è anche un delinquente: e uno come lui non può trovare pace. Ma forse, non è che la vita da "lupo della prateria" è proprio quella che a lui piace, quella che coscientemente si è scelto? Cosè sembra, a giudicare dalle parole che dice allo sceriffo ad avventura conclusa. Un'avventura scoppiettante e movimentata, che non conosce pause, come nella miglior tradizione del Tex degli esordi: certo, non un capolavoro, ma una bella lettura d'evasione, in questo valida oggi come ieri.
    1 point
  10. Un solo topic per due storie differenti? Mi adeguo, ma segnalo agli amministratori perchè valutino se non sarebbe il caso di separare le due discussioni. ?La banda di Kid Billy? Storia brevissima e di ordinaria amministrazione, se non fosse per un particolare rilevante: è la prima avventura in cui Tex ?collabora? con Kit Carson e già solo questo basterebbe a farla ricordare. Altre cose degne di nota: 1) Interessante il modo con cui Kid Billy riesce a far sparire le tracce delle mandrie razziate. In seguito Tex si trover? ad aver a che fare con razziatori altrettanto creativi: nelle storie ?Sulle rive del Brazosè e ?La caccia?. 2) Da ricordare la scena in cui Tex, come biglietto di presentazione buca un asso di quadri in pieno centro. Qualcuno dir? che è inverosimile, che una carta colpita da una pallottola calibro 44 o 45 avrebbe dovuto rompersi. Io dico: e a chi importa? 3) In queste primissime storie il vestiario di Kit Carson varia parecchio. Alla sua prima apparizione indossa una camicia a quadri, qui, nella prima parte della storia, il buon Kit ha sempre la camicia a quadri, ma con un gilet; nella seconda parte indossa una prima versione del suo abito più celebre, con il giaccone lungo ed il cappello nero. Quando lo ritroveremo (in ?Fuorilegge?) avrà di nuovo camicia a quadrettoni e cappellone. 4) Il nome Kid Bill è ovviamente ispirato a quello di Billy the Kid, ma tra i due non c'è nemmeno la bench? minima somiglianza fisica, caratteriale e di modo d'agire. In questa storia Galep viene affiancato alle chine da Mario Uggeri, che d'ora in avanti inchiostrer? le sue storie per almeno un paio d'anni. ?Il mistero dell'idolo d'oro? Ed eccoci arrivati alla prima storia lunga ed articolata di Tex (ben sette albetti a striscia per poco più di 70 pagine, è vero, ma è comunque un piccolo record per l'epoca). Si parte con delle misteriose uccisioni di chiunque abbia avuto tra le mani un misterioso idolo d'oro di probabile origine azteca. Gli ingredienti sono vari: c'è una bellissima india abbigliata in maniera un po' improbabile (si veda il copricapo di penne più in sintonia con un capo delle tribù delle Grandi Praterie che con una principessa azteca o presunta tale), un tesoro sottratto alla brama dei Conquistadores, una ragazza in pericolo, una valle nascosta, un doppiogiochista che finge di voler aiutare gli Indios, ma in realtà vuole solo il tesoro ed ecco gli ingredienti di una storia forse non memorabile, ma accattivante sicuramente. La trama è molto debitrice di atmosfere da feuilleton, con qualche debito anche nei confronti di Arthur Conan Doyle. Solite osservazioni. 1) Prima apparizione di un tema che Bonelli user? in seguito molte altre volte: la comunit? di discendenti degli Aztechi, possibilmente abitanti di una valle nascosta o similare, che sognano un impossibile riscatto. 2) Una volta saputo il perchè del comportamento della bella Yogar, Tex la perdona immediatamente e dimentica non solo che lei ha tentato di ucciderlo (cosa, in fondo, comprensibilissima ), ma anche che ha fatto fuori un bel po' di gente innocente pur di recuperare l'idolo perduto. Ancora una volta Tex dimostra di avere un senso di giustizia che non coincide coi dettami delle leggi. 3) Visto che non conosce ancora El Morisco, Tex chiede aiuto a Tesah per avere notizie sulla storia del misterioso idolo. Magari non sarà sapiente come El Morisco, ma bisogna dire che Tesah si presenta sicuramente meglio. 4) Vero tripudio di donne in questa storia: oltre alle già citate Tesah e Yogar, abbiamo anche Estrella Miranda, padrona della posada Estrella del Rio (Stella del Fiume per chi ama le traduzioni), che si dimostra una vera ammiratrice di Tex (e chissà dove si spingerebbe per dimostrarglielo se non fosse interrotta). Fisicamente Estrella è presumibilmente ispirata, come dicono in tanti, a Rita Hayworth, allora stella in ascesa), ma il suo abbigliamento ed il suo nome ricordano piuttosto la cantante, ballerina e attrice Carmen Miranda. 5) Alla fine della storia Tesah, che Tex si era dato tanto da fare per salvare da un'orribile morte, semplicemente scompare senza una spiegazione. Non si rivedrà mai più, purtroppo. 6) Come altre storie di questo periodo, non ha un inizio ed una fine ben definiti. Per parte mia considero finita la storia con il commiato di Tex da Yogar ed il suo ritorno a Santa Fe. Come sempre di buon livello i disegni di Galep, qui con le chine di Mario Uggeri.
    1 point
  11. In effetti, a dar retta a quella teoria strampalata (valida solo per la totale farsa che sono diventati i fumetti Marvel e DC dopo oltre 60 anni di continuity, e per nessun altro), ecco un rapido elenco di persone che "prima o poi torneranno" (se non gli facciamo davvero capire che non gradiremmo..) - Lucero potrebbe essersi messo d'accordo con i frati che l'hanno nascosto, e quel pollo di Tex c'è cascato. - Fraser con quella pistola che gli ha dato quel pistola di Tex (dove l'ho già vista questa scena?) ha ammazzato una bambina innocente, gli ha rubato il cavallo e ora vive tranquillo - Lilyth non è morta, ha solo finto per diventare discepola di Loa (per questo uccide a distanza come Loa sapeva fare) ma non solo: - Freccia Rossa non è morto, ed è lui che di nascosto governa davvero i Navajos, a Tex lo fanno solo credere. - Brennan non è morto, sott'acqua ha ucciso uno squalo con un pugnale che si sono scordati di togliergli ed è arrivato a riva. Quella lancia non ne becca una...
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  12. Cito questa frase dell'amico Virgin, dii cui conosco la vena goliardica ormai da troppo tempo, l'ultimo in linea temporale, ma il fatto è che tra il serio e il faceto sta passando davvero quest'interpretazione bislacca di un'amicizia che senz'ombra di dubbio Mauro Boselli ha voluto virile. Ho visto che nel relativo sondaggio il personaggio ha raccolto pochissime preferenze, nonostante l'autore abbia speso un bel po' di righe per dargli una fisionomia diversa dal padre e una personalità chiaramente ricalcata su un eroe ottocentesco. Queste allusioni di natura sessuale negli albi non trovano riscontro, se non di intenti è una comunione di spirito più che di corpo la loro, è come se si dicesse che tra Sandokan e il suo - fratellino - Yanez ci fosse qualcosa di più del normalissimo rapporto di amicizia che unisce due uomini. Purtroppo la propaganda lgbt che sta inondando la nostra vita temo che stia facendo irrimediabili danni. Vediamo checche dappertutto.
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