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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 19/04/2024 in tutte le sezioni

  1. Per me è una delle sue minori più belle. Il Bos ha una produzione variegata, e sono diversi i "format" in cui eccelle: le sue triple sono arcinote e possiamo anche tralasciarne i nomi (tanto sono note), ma tra le sue doppie ci sono delle vere e proprie meraviglie, come questa del presente topic, come Colorado Belle, Missouri, La lunga pista, L'ultima diligenza, i Giustizieri di Vegas, Il Fuggiasco, e altre che starò dimenticando. Questa poi è una storia in blanda continuity per via del personaggio di Bronco, gran bel character, che ci fa riandare con la memoria a quei Sette Assassini che è una delle storie boselliane più belle.
    1 point
  2. Allora...Ho letto due volte a stretto giro questa storia. Non mi capita quasi mai ma la prima lettura mi ha preso tanto perché ero incalzato e coinvolto dagli eventi. Nella seconda lettura ho "assaporato" i personaggi, i dialoghi e le scene. Boselli si conferma il mio autore preferito (naturalmente non esente da difetti e naturalmente certe sue storie non mi hanno convinto), per lo stile, per la coralità, per la creazione di tanti personaggi coinvolgenti. Questi personaggi sono sia in prima linea (Bronco, Langdon) che dietro le quinte (padre Esteban, Manchas, Donner). Personaggi incisivi con poche (o molte) battute, ben definiti. Poi la gestione dei pards... Kit il protagonista, Tiger sempre su pezzo, Carson che chiude il conto con i veri rapinatori e Tex che chiude i conti. Questa storia è a metà strada per me tra le vette e le storie discrete di Boselli. Font sicuramente ha un tratto caratteristico ed efficace, però non sarà mai tra i miei disegnatori preferiti (tipo Marcello) e questo un po' ha "penalizzato" la storia. Comunque lettura molto soddisfacente. :-)
    1 point
  3. E' regola valida per tutto il multiverso che ogniqualvolta l'eroe si trovi in un ambiente oscuro - se l'eroe è privo di torcia o altri mezzi di illuminazione propri- l'ambiente stesso sia rischiarato da funghi luminescenti o pietre fosforescenti o luci magiche o qualsiasi altro espediente consenta al protagonista di cavarsela ed allo spettatore di vedere che sta succedendo. Strano ma vero.
    1 point
  4. Questa settimana, insieme alla serie "Topazio", inizia una delle storie più belle di Tex e parte uno dei periodi migliori della serie. La "rivolta degli Apaches" di Rayakura (nella serie gigante nei numeri 27, "assedio al posto numero 6"), con nella seconda striscia l'uccisione dei genitori di Dick (ma ci pensate che cosa metteva GL Bonelli in un fumetto "per bambini"? Poi per forza finiva all'indice come "lettura pericolosa"...). una scena drammatica e tragica che dura più di un albo intero (da pagina 20 del primo a pagina 24 del secondo) senza la minima apparizione dei pards! I pards nel secondo albo si vedono solo nelle ultime 8 strisce, e con un ellisse narrativa che oggi farebbe girare la testa per la rapidità della cosa a tanti lettori, Dick e Fuzzy si vedono già uniti senza tanti salamelecchi... Ma tutta questa storia presenta un GL Bonelli in stato di grazia, con scene cariche di dramma, sacrifici e redenzione in ogni albo, un tour de force che quando lo lessi da bambino mi colpì moltissimo. E rileggendolo per l'ennesima volta adesso, continua a colpirmi.
    1 point
  5. A tempo perso ho riletto questa storia che definirei davvero un piccolo capolavoro se non addirittura la miglior storia della fascia 500. Il soggetto per quanto semplice possa essere una accusa ingiusta verso degli innocenti è davvero ben sviluppato. Viene ben trasmessa la sensazione dei pards braccati degli uomini dello sceriffo Langdon. Meriterebbe dieci fino a quando Tex & co liberano Kit a Quemado poi quando si svolge la caccia allo sceriffo Langdon la trama perde un po pur rimanendo di alto livello ma ovviamente non si poteva far finire la storia lasciando impunito il cattivo di turno. Un altra volta un amico di Kit ci lascia la pelle... fossi in Nehdi io starei molto attento.
    1 point
  6. Quoto Ymalpas perchè anch'io ritengo che il personaggio Langdon insanguini la pista in maniera eccessiva, divenendo il motore di una storia che, senza questo personaggio esagerato, non vedrebbe neanche la luce. Purtroppo non amo simili scorciatoie (la follia e l'esaltazione alla base delle situazioni che generano una storia, vedi anche l'ultimo Espectro) e questo è l'unico punto (seppur fondamentale, perchè per l'appunto da esso parte tutto) che un p? mi dispiace. Per il resto, dato per assodato questo elemento "genetico" (comunque non inverosimile, perchè sceriffi canaglia esaltati dal connubio tra una stella e un'anima nera nel West dovevano essercene eccome) credo che Boselli e Font ci abbiano regalato con questa storia un vero capolavoro. Il ritmo è serrato, l'azione è tanta e convincente, ma come al solito la grandezza di una storia la fanno i protagonisti, e qui abbiamo una messe di comprimari di altissimo livello e i pards grandissimi anche in solitaria (non solo Kit Willer, anche la breve comparsata di Carson è semplicemente da applausi). I comprimari: Wade Catlett: vestito da becchino e preceduto da una poco nobile fama, Wade ha, all'inizio della storia, uno scontro con Kit che immediatamente ce lo fa individuare come un avversario che dir? la sua nel corso della storia. Ed in effetti sarà così, anche se, con le solite e sempre gradite sorprese boselliane, ecco che questo nero personaggio diventa grigio ed infine quasi risplende, quando rinuncia a Bronco e continua la sua caccia e va incontro ad una fine inaspettata che lo nobilita facendo di lui una figura memorabile. Bronco Lane: più che lo stesso personaggio, sono i sentimenti di Kit nei confronti di quest'ultimo ad emozionare. Kit che lo vorrebbe con sè nella riserva (il paragone di Segnalidifumo che vede Kit e Bronco novelli Tex e Carson non è campato in aria), Kit che gli chiede, quasi con imbarazzo, se abbia fatto bene a presentarsi come suo amico (Kit vuole essere amico di Bronco, palesando debolezza nei suoi confronti, ma non sa se questo sentimento di amicizia sia realmente ricambiato oppure no). Ma lo stesso Bronco, al di l' dei riflessi in Kit, rifulge di luce propria, e la sua fine porta a sincero dispiacere per un personaggio che aveva saputo catturare e avvincere il lettore. Peraltro, una fine degna di un cuore nobile, sempre allegro e incosciente: nobile, perchè salva la vita a Kit, incosciente, perchè, quando viene beccato, dice "E' strano, mi ha preso...". In quell'aggettivo ("strano"), sta racchiuso a mio parere tutto il personaggio: scavezzacollo e incosciente perchè, nell'ottimismo della sua giovane età, non contempla la morte nel novero delle possibilità, ed ecco che quando essa arriva non è una cosa tragica, è solo "strana", quasi fosse una cosa assurda, inattesa, che lascia increduli perchè impossibile: qui sta il personaggio di Bronco, ed in esso si riflette la grandezza dell'Autore, che sempre sorprende con simili raffinatezze Padre Sebastian, e con esso tutto il villaggio di Quemado, pronto ad immolarsi per aiutare degli sconosciuti, perchè in essi vede i perseguitati dall'ingiustizia: piccolo grande esempio di coraggio e di nobilt?, villaggio "che è un paradiso" (come dice Bronco) fuori e che lo è anche nell'anima dei suoi pochi abitanti Hugh Langdon: pur non piacendomi il suo carattere eccessivo (come dice Ymalpas alla Jack Tunder), ?, come detto, il motore della storia e un cattivo come pochi, ributtante dentro e fuori (grande Font nella sua caratterizzazione estetica), ma dotato di fiuto e ingegno non comuni, che lo rendono un ottimo cacciatore di uomini e un avversario degno di essere affrontato (non a caso, le trappole di Kit con lui non funzionano, perchè questo vecchio segugio conosce il suo mestiere e si dimostra più in gamba dello stesso Kit) Insomma, un gioiello inestimabile, questi testi e un Boselli così. Capitolo Disegni: confermo quanto ho detto in post recenti sulle performance di Font. Io amo questo disegnatore, mi entusiasma, in questa storia come in altre è a dir poco superlativo. Eccellente, è uno spettacolo sia nelle ambientazioni che nei personaggi (il suo Kit Willer è quello che mi piace di più, le fattezze di Langdon sono la perfetta incarnazione della sua anima, il villaggio di Quemado è il luogo dove vorrei andare a vivere...)
    1 point
  7. Un ottima storia dell'accoppiata Boselli-Font. Forse una delle migliori della fascia 500-600. Meriti di essa sono:- il fatto di rispolverare Kit Willer,- la presenza di un personaggio come Bronco Lane,- la costante azione, la fuga disperata di Kit, Bronco e i loro compagni, la lotta contro il tempo di Tex, Tiger e poi Carson per salvare la vita dei loro amici,- cattivi molto ben delineati e disposti a tutto per ottenere il loro obbiettivo.- la presenza di comprimari di assoluto livello come Wade Catlett e lo sceriffo di Phoenix. In conclusione peccato per la dipartita di Bronco Lane, che conferma la sfortuna di essere amico di Kit e la comparsa nel finale di Carson che svolge un breve ma importante ruolo. Forse poteva essere pure allungata permettendo così di rendere ancora maggiormente. Fantastica la scena della resistenza disperata a Quemado e dell'impiccagione tentata ai danni di Kit, Bronco e del frate. Storia che è un piccolo capolavoro. Voto 9,5 alla tramaVoto 8,5 ai disegni (molto adatti alla storia e all'ambientazione)
    1 point
  8. - A volte non conviene fare gli eroi! Mio fratello Jim mor? da eroe? e io non voglio finire come lui!... - Ma per me hai corso un grosso rischio! - Ci mancherebbe altro! Tu sei il mio migliore amico! Pagina cinquantanove. Bronco Lane ha appena salvato Kit Willer con una mossa temeraria ed eroica, senza troppo riflettere sull'azzardo commesso. Langdon ha il fucile in mano e la sua corsa verso la salvezza si arrester? infatti un attimo dopo. Ho ripreso questa frase perchè mi sembra la più emblematica della storia, una di quelle capaci di donare il dovuto spessore a un personaggio. L'aspettavo con ansia da Boselli. Bronco Lane muore innocente, per un fatto non commesso, purificato dal suo stesso sacrificio per gli errori del passato. ? il destino comune degli uomini braccati dalla legge, anche se questa è rappresentata da personaggi sanguinari come lo sceriffo di Angel Rock. ? l'ennesimo amico che si spegne tra le braccia di Kit Willer. Una lista nera veramente interminabile. E' un cerchio che si chiude. Le ultime immagini, quelle che ci mostrano la caccia del puma e il nascere di una nuova amicizia tra Piccolo Falco e Nehdi, ci illustrano comunque anche il rinnovamento dei cicli della vita. Non per essere pessimista, ma se dicessi... corone di fiori anche per il piccolo cacciatore navajo? Visti i precedenti, la cosa non mi sorprenderebbe più di tanto 8) Qualche ( criticabile ) chiave di lettura? Nehdi e Bronco Lane Le prove di iniziazione che fanno di Nehdi un vero guerriero, capace di fronteggiare un' imponente aquila e di resistere alle più dolorose torture, prefigurano la morte di Bronco Lane sin dalla prima pagina. L'esile filo dell'amicizia non deve interrompersi. Boselli si preoccupa cioè di rigenerare i legami della fratellanza creando dal niente la figura del giovane navajo, che apre la storia con prove di bravura e coraggio e la chiude sostituendosi idealmente a Bronco Lane, dando così al lettore un'idea di continuit?, che rende più ammissibile il sacrificio dell'amico. Il tema del viaggio. Per una Morte nella nebbia così densa di avvenimenti, duecentoventi tavole sono effettivamente scarse, specialmente se teniamo conto dell'eccessiva dilatazione spaziale e temporale che assume la storia. Viaggio o odissea, stupisce il numero delle ambientazioni ( non è la prima volta per Boselli, basti pensare al suo texone ). Per questo motivo tutto sembra svolgersi sul piano del sogno piuttosto che della realtà vissuta. Servirebbe un maggiore dosaggio. Quemado Ai confini del deserto, la paradisiaca oasi di Quemado ricorda non poco la Heaven ( Helltown ) di Jack Thunder l'implacabile. Boselli gioca anche sul nome della città, come è stato già fatto notare in qualche post precedente. D'j? vu! Langdon Un altro punto di contatto con quella storica avventura è rintracciabile nella figura dello sceriffo Langdon, un furfante dalla psicologia spicciola, non troppo dissimile per malvagit? e crudeltà, dal già citato Jack Thunder. Fanatico integralista è Boselli non insiste troppo su questo atout, preoccupandosi in maniera per molti versi sommaria di insanguinare la pista. La violenza ( gratuita ) che questo antagonista degenerato riesce a sprigionare, alimenta la storia, ma, tutto sommato, fa perdere anche la scommessa con i lettori. L'ultima parte dopo la fuga di Langdon da Quemado è quasi tutta da dimenticare e neanche la scena del duello riesce a sopperire a certe sbavature. Se come si racconta Sergio Bonelli ha messo un veto sul ritorno di Jack Thunder, difficile ammettere che abbia lasciato anche solo una chance a Langdon. E Boselli sembra smarrirsi proprio nelle pagine finali, quando dovendo dargli una morte, non sa bene come districarsi. La morte di Langdon è fiacca. Molti lo avrebbero visto appeso a una solida corda insaponata, una morte però fuori dai canoni della tradizione. Il caso più eclatante che io ricordi è lo straordinario finale di Gli eroi di Devil Pass, con l'umiliante castigo inflitto da Tex a Cane Giallo. Nizzi si è servito talvolta dello stesso stratagemma degradando ad esempio qualche borioso ufficiale. Certo trovare il meritato castigo per lo sceriffo dello Utah non sarebbe stato oggettivamente facile, ma una carta da giocare pur restava a Boselli, ed era quello di farlo morire suicida. Non so se è gia stato detto.
    1 point
  9. *** seguono spoilers *** Il secondo albo rende l'episodio il migliore nel post # 500, almanacchi, texoni e maxi compresi. Nessuna sbavatura (manco nel finale, che ha fatto strizzare gli occhi a qualcuno perchè, in effetti, atipico), un ottimo ritmo (quasi d'altri tempi), personaggi superbamente caratterizzati e un paio di situazioni alla Boselli che colpiscono duro nello stomaco (come nel caso della morte di Bronco). Finalmente abbiamo un autentiuco figlio di buona donna come nemico: Langdon è IMO il miglior bastardo che sia comparso negli ultimi 7/8 anni almeno. Unica 'bosellata' ^negativa^ (ma mooolto relativamente) nel ravvedimento, comprensibile alla fin fine, ma troppo repentino, del bounty killer. Font fa un lavoro eccellente, principalmente nel delineare i personaggi e le atmosfere. Si vede che col West va a braccetto . Insomma: TESTI: 9 DISEGNI: 9 Dissi.
    1 point
  10. E dire che Marcello l'aveva iniziata a disegnare la storia, ma essendo ormai in grosse difficoltà di salute, l'esito finale fu considerato non sufficiente in redazione e l'episodio affidato a Font. Purtroppo anche il talento si piega all'inesorabile legge della natura!
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  11. Digli che se torna mi rimetto a leggere Dampyr!
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  12. Gli hanno massaggiato i marroni con la carta vetrata.
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