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L'impostazione Delle Copertine...


ymalpas
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Villa o Galep?  

17 utenti hanno votato

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  • 2 mesi dopo...
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A me piace di più l'impostazione di Villa, perchè connette strettamente la copertina con la storia ( o con una delle storie ) contenute nell'albo, dandole una precisa individualit? ( magari al prezzo di qualche concessione allo spoiler ). Galep all'inizio probabilmente non poteva regolarsi in questo modo perchè era sempre in affanno coi tempi di consegna delle storie; ho tuttavia l'impressione che considerasse tendenzialmente questa impostazione una limitazione alla sua fantasia di artista artista, dato che anche dopo il n. 101, quando Galep aveva oramai molto più tempo a disposizione per le copertine, esse tendono spesso ad essere generiche e, anche quando hanno un legame con la storia, esso si attua talora attraverso quello che definirei un "falso spoiler" ( cfr., per esempio, le copertine dei numeri 152, 154 e 197, in cui si ha una ambientazione tipica della storia principale dell'albo, ma in cui si rappresenta Tex in una situazione che nell'albo non si verifica )

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Nota di moderazione: aggiunto il sondaggio

Per l'idea di Ym, ossia il 600 con una copertina di Galep...

Per certi versi se la meriterebbe tutta dato che è lui che ha iniziato. Però, essendo dato che ormai il testimone è passato a Claudio e Galep ci ha ormai già salutati definitivamente... direi che un 600 con da qualche parte un CVilla non possa che essere d'obbligo :D (e spero grandioso ;) )

LA copertina che personalmente voglio ricordare, legata a Galep, è quella dove ci saluta, ossia quella già presentata da me in precedenza del 400.

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Beh ragazzi, che ne dite se per il numero 600 villa riproponesse una vecchia copertina di Galep? Una lavoro tipo quello che ha fatto per chinatown... potrtebbe riprendere chessè la copertina del numero 100 o 200 e proporcela per il 600... in questo modo si renderebbe il dovuto tributo a Galep ma si onorerebbe anche il grande claudio...

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Guest Wasted Years

A me piace molto l'idea di un tributo di Villa a Galep, nel Tex di Repubblica ha riproposto molte scene dei suoi grandi predecessori, sarebbe bello vedere una cosa del genere nella serie regolare. Sarebbe un piacere per gli occhi e per il cuore. La copertina di Tex 400 mi rattrista, è un triste addio, visto a posteriori.

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Ho un po' di nostalgia verso le mitiche copertine di Galep.. ma non credo che oggigiorno ci siano disegni inediti del Maestro... almeno, non quelli fantastici del suo periodo d'oro....

... Ma ormai mi sono abituato alle copertine del buon Claudio... perchè riesce a creare delle copertine uniche, riuscendo sempre a migliorare.. eppoi le sue copertine hanno un dinamismo eccezzionale: sono copertine molto più moderne....

ma sarebbe magnifico se proponessero una copertina così per il numero 600:

Immagine postata

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Premetto che sia Villa sia Galep sono disegnatori da 10 e lode (anche se io preferisco il tratto di Villa). Per quanto riguarda l'impostazione della copertina, devo però assegnare l'Oscar all'impostazione odierna, non perchè il disegno di Villa sia poi tanto superiore a quello di Galep (in sostanza, si equivalgono), ma perchè le copertine di Villa comunicano molto più di quelle di galep.. sono d'accordo con chi sostiene che la copertina deve comunicare qualcosa sul racconto.. e cosa comunicano copertine come quella di WANTED o peggio ancora LA CASA SUL FIUME?? Niente! Oppure prendiamo l'esempio della copertina de I DUE RIVALI: Tex si scaglia con un avversario già da un balcone.. ma una scena del genere non è neanche immaginata nel racconto! Mah.. Poi è anche vero che molte copertine di Galep sono egualmente efficaci (penso per esempio a LA COLLINA DEGLI STIVALI).

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  • Collaboratori

Oppure prendiamo l'esempio della copertina de I DUE RIVALI: Tex si scaglia con un avversario già da un balcone.. ma una scena del genere non è neanche immaginata nel racconto!

Si è vero, nel racconto una simile scena non è nemmeno contemplata, però il fascino di queste vecchie copertine di Galep stava proprio anche nella difficile arte di trasmettere sensazioni attraverso l'immagine...


Un lettore di allora, vedendo l'albo in edicola immaginava che i due rivali fossero Tex e il misterioso personaggio e il volo dal balcone suggeriva una rivalit? epica e violenta che lasciava sognare ancor prima di aprire l'albo...

Beh... poi si passava alla lettura e si scopriva che la storia era un'altra, diversissima magari da quella che si era creata nella nostra fantasia, ma non per questo meno entusiasmante.

Pensa ad esempio a quest'altra cover, al volto intensissimo di Tex, alla tragicit? del titolo e forse capirai meglio le attese del lettore di quegli anni:

Immagine postata


Le copertine di Villa, come giustamente sottolineato nel thread, hanno un'impostazione del tutto diversa: le situazioni sono annunciate, i riferimenti alla storia sono concreti, e nonostante la bellezza di queste opere ( ma questo non è un topic sulla bellezza ) si perde tanto proprio in termini di fantasia ( quella del lettore ovviamente ).

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  • 1 anno dopo...

Secondo me come impostazione sono di gran lunga migliori quelle di Villa, perchè le sue cover raccontano parte della storia. E poi sono più complete , tutti gli elementi al loro posto. Infatti Villa, a mio modo di vedere, da importanza a tutto, compreso il più piccolo masso del terreno, invece Galep faceva Tex, qualche casa sullo sfondo, e poi il cielo. La maggior parte delle sue purtroppo( per me) è così. Oppure basta pensare alla copertina de "Le terre dell'abisso", o anche alla stessa " La mano rossa", cioè, sembrano copertine fatte in fretta, quindi mette il personaggio principale e ci piazza un cerchio sullo sfondo. Invece quelle di Villa sono più studiate, più particolareggiate... insomma, le adoro! Comunque, quando avevo tipo 6-7 anni, e pap? comprava sia NR che inedito, guardavo principalmente la copertina perchè ancora non le capivo bene le storie. Dopo un po di storie lette e capite, notavo che solo nella serie inedita c'erano vignette che rappresentavano la cover, e a ogni Tex inedito le cercavo. Invece nella NR no. Adesso, da quando leggo questo forum, mi sono finalmente spiegato questo strano "fenomeno" haha. Altra curiosità: quando guardavo le cover della NR dicevo che quello era "Tex giovane", invece quel Tex sulla serie regolare( che io ho visto solo di Villa), dicevo che era "Tex vecchio", ecco, secondo voi non avevo un po ragione? Cioè quello di Villa sembra più vecchiotto. Invece quello di Galep il volto era asciutto. Comunque, tornando alla discussione, io voto Villa. P. S.: Galep secondo me era più adatto a disegnare le storie e non le cover( ma le disegnava tutte e due).

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Guest Wasted Years

Le prime copertine del Tex gigante sono spessissimo riprese da altre copertine diverse, pertanto ecco l'esigenza del cerchio nella "Mano rossa" e di alcune delle stranezze che imputi a Galep. Confrontare i lavori di 45 anni fa con quelli di 10 anni fa credo dovrebbe implicare un minimo di conoscenza della storia delle copertine stesse, del perchè e del per come, cosa che è fattibile anche attraverso questo forum. Sarei curioso di sapere quale sia la spiegazione che ti sei dato per lo strano fenomeno, spero non sia il fatto che Galep dipingeva solo quello che gli andava in copertina, mentre Villa no.

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No, la spiegazione è che Galep faceva più copertine generiche, giusto?E poi, comunque, nella discussione si dice se ci piace più l'impostazione di Villa e di Galep e basta. Mica dice quale vi piace di più considerando che Galep è vissuto 40 anni fa e Villa vive ora, o qualsiasi altra "scusa". Io ho detto perchè mi piace più l'impostazione di Villa e basta ;)

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Guest Wasted Years

Ma se il tuo giudizio è basato su un ragionamento completamente errato, cioè che Galep facesse le cose in fretta e furia e poi piazzasse cerchi e losanghe per rimediare al suo pressapochismo, se permetti il giudizio stesso non vale il prezzo del giornale di ieri. Non è questione di scuse o di scusette, tipo che Galep lavorasse tempo addietro, è questione che, quando si basa un giudizio su qualcosa, bisogna che quel qualcosa sia vero, non frutto di un ragionamento campato in aria. Altrimenti è campato in aria pure il giudizio che ne deriva. La storia delle copertine di Tex è lunga e variegata, il tuo giudizio è invece tagliato con l'accetta e molto grossolano. Se poi ti piace Villa di più, niente da eccepire, ma le motivazioni che hai dato nel primo post (e anche nel secondo) sono da autentico profano della materia. Tutto l'.

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No, forse non hai capito bene... io, dicendo che le cover di Galep hanno poco particolari, per far capire meglio ho aggiunto una metafora, e cioè che è come se le avesse fatte in fretta. Non è che mi baso su questo, assolutamente no, perchè so la fatica che faceva Galleppini a fare cover e storie soltanto lui. In definitiva le cover di Villa mi piacciono, oltre al fatto che mi piace Claudio, perchè sono più studiate e raccontano una parte della storia, invece che essere generiche. Per esempio, la cover di "Tre lunghi giorni" non è presa da nessuna immagine interna alla storia, però è inerente alla storia. Sono sicuro, invece, che Galep avrebbe fatto un Tex che sparava col fucile a non so chi, e non so dove. Però, comunque, per chiarire meglio: -Le cover di Galep non mi piacciono perchè sono poco particolareggiate e c'è poco sfondo.-Le cover di Villa mi piacciono perchè sono di gran lunga più studiate, e non sono generiche.

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Guest Wasted Years

Magari non avevo capito bene perchè ti eri spiegato male? Quest'ultima versione, pur non essendo per me condivisibile, non contiene palesi contraddizioni logiche e di fatto, per cui è un'opinione rispettabile e che rispetto.

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Le copertine delle testate decennali come ad esempio Topolino mensile e Tex mensile hanno sub?to nel corso degli ultimi anni un'evoluzione significativa. Entrambe con un punto in comune: l'aumento dei particolari in copertina che non rappresenta più un soggetto "semplice" e "romantico" ma una situazione a volte molto complicata. Per la Disney si lasciavano preferire nettamente le precedenti senza nemmeno discutere. Quelle attuale con accenni manga, contrasti totali e giochi di colori e particolari eccessivi sono solo un guazzabuglio di idee. Villa ci riesce invece. Anche se lo trovo un po' cupo e marcato ci riesce eccome a dare una certa complessit? al soggetto e fare "immaginare" il lettore. Lettore che pero' ai tempi di Galep sognava nel romanticismo di una copertina. Una per tutte numero 122, Sulle piste del Nord. Non c'è niente e c'è... tutto. Non esprimo una preferenza visto che il tema e l'intento del thread non era assolutamente quello. Ma un Villa "addolcito" sarebbe credo assolutamente da lasciarti senza parole.

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  • Collaboratori

Lettore che pero' ai tempi di Galep sognava nel romanticismo di una copertina. Una per tutte numero 122, Sulle piste del Nord. Non c'è niente e c'è... tutto.

Hai centrato il punto ( a proposito, benvenuto! ). Copertine così Galep ne ha fatte parecchie, penso a Chinatown, Trapper... quello che si chiedeva allora al copertinista era di mettere in bella evidenza titolo, l'eroe e il marchio Tex ( sproporzionatamente più grande di quello attuale se ci pensate ), perchè in quegli anni le edicole erano invase da centinaia di fumetti e ciò che importava era la visibilit? e riconoscibilit? del prodotto. Nonostante l'apparente povert?, erano copertine ricche nella misura in cui donavano emozioni ai lettori. Per uno che è cresciuto con quelle copertine, non c'è ninte di meglio, ma capisco anche il risultato del sondaggio: se a proporle così oggi fosse cvilla le vedrei anacronistiche.
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  • 8 mesi dopo...

Topic interessantissimo!Io credo che la mutata impostazione delle copertine moderne rispetto a quelle classiche dipenda dalla generale evoluzione del fumetto. A parte il fatto che, come già accennato dallo stesso Villa,Galep aveva praticamente esaurito tutte (o quasi) le possibili pose di Tex, il fumetto moderno presenta di solito copertine che rimandano alla storia, presentandone uno dei momenti cardine:Tex si è adeguato, rimanendo giustamente al passo coi tempi (almeno in questo particolare caso). Che poi, forse, le copertine generiche sono una caratteristica quasi esclusiva di Galep-il che ci dimostra ancora una volta il suo genio, il suo genio "semplice" e artigianale. Per esempio, se provate a guardare qualche vecchia copertina di Zagor, il disegno rimanda spesso a qualche particolare scena dell'albo, con effetti molto spesso "spoileranti" (es."La settima prova"):forse il rischio di spoilerare è insito nell'impostazione non generica. In ogni caso credo che sia difficile dire quale tra le due impostazioni, di Galep e Villa, sia migliore, poich? sono entrambe figlie del proprio tempo (per esempio, chissà quante volte è successo che Galep non sapesse nulla della storia di cui realizzava la copertina...)-

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Io credo che non voter? nessuno dei due: ovviamente, come giustamente dice Paco, ognuno è "figlio del suo tempo", e quindi fa un p? storia a se. Di certo ho parecchia nostalgia di copertine tipo quelle del primo centinaio, o comunque di copertine generiche e che non rappresentino per forza una delle scene che poi si leggeranno all'interno dell'albo... Pensandoci bene, forse sarei propenso leggermente a votare per Galep, ma la differenza tra i due non è molta!

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Io ho votato per Villa, ma non certo perchè le cover del grande Galep non mi emozionassero, anzi. Però qui si parla dell'impostazione della copertina, vale a dire: come posizionare il soggetto principale (Tex) amalgamandolo con tutti gli altri elementi che compongono la cover. Io penso che in questo Villa sia superiore, ha un bagaglio visivo molto diverso da quello di Galep, per una questione semplicemente generazionale. Galep era imbrigliato nello specchio della sua epoca, i suoi riferimenti derivavano, oltre che dalla sua indubbia fantasia, da un'immagine del west e dei suoi molteplici elementi, contenuti all'interno di pellicole classiche sul genere, in primis i flm di John Ford e poi probabilmente quelli di Sam Peckinpah e altri. Anche i riferimenti grafici non erano poi così vasti all'epoca, gli autori a cui Galep sicuramente ha strizzato l'occhio sono a mio parere (date le parecchie somiglianze di stile) almeno due: Alex Raymond e Harold Foster. Col tempo, dando fondo a tutte le sue energie e impiegando il suo straordinario talento artistico esclusivamente sul nostro Tex, Galep è riuscito a ricavare un suo stile personale assolutamente unico, diventando un vero maestro del pennello, sicuramente uno dei disegnatori italiani più invidiato al mondo. Purtroppo, però, sia nelle sue pur splendide tavole in b/n che nelle copertine, la cosa che ho sempre ravvisato, ma è un'opinione del tutto personale, è la mancanza di una certa "tridimesionalit?" nelle immagini da lui create e mi spiego meglio: lui inchiostrava tutto con il pennello e usava lo stesso tipo di tratteggio su qualsiasi cosa disegnasse, che fossero le pieghe degli abiti, l'anatomia dei cavalli, pietre, rocce, etc. Certo, in questo modo teneva fede al suo stile, ma i vari elementi sembravano essere tutti su di un unico piano, quelli in primo piano non si distaccavano dallo sfondo o dal piano intermedio, caratteristica che accomuna altri grandi come, per esempio, Aldo Capitanio e Alberto Giolitti. Comunque, a parte questa mia opinione che probabilmente non sarà condivisa da tutti, aggiungo che anche per quanto riguarda la scelta delle pose e delle inquadrature il tutto è sempre rapportato a un certo fascino delle immagini in riferimento a un'epoca ormai passata. Se Galep oggi fosse ancora vivo e disegnasse con la maestria del suo periodo migliore le copertine di Tex, apparirebbe un tantino "fuori moda", visto che nel frattempo il cinema ci ha fatto conoscere, dalla fine degli anni '70 ad oggi, un'immagine molto più realistica e soprattutto più spettacolare del west e cito una sola pellicola per tutte: "Balla coi lupi" di Kevin Costner. Villa invece fa parte di un'altra generazione, ha avuto dalla sua, oltre ai riferimenti classici, anche quelli più moderni e non solo per quanto riguarda il cinema, ma anche i fumetti, dove i riferimenti e le strizzatine d'occhio ai vari stili grafici non si contano, dato il numero spaventoso di disegnatori bravissimi, soprattutto della Marvel (ma non solo), che oggi è possibile ammirare. Risulta quindi ovvio che l'impostazione delle sue copertine sia più studiata, più curata nelle inquadrature, nelle anatomie dei personaggi e che le scene da lui disegnate abbiano la tridimensionalit? giusta, poich? gli stimoli esterni, gli spunti, le fonti, sono veramente tantissimi oltre che specchio del NOSTRO tempo. Immaginate un disegnatore come Roberto De Angelis... se per il suo Nathan Never si fosse ispirato, per mancanza di fonti, alla fantascienza degli anni '50 o '60, anzich? a pellicole come "Blade Runner", "Alien" e simli o ai disegnatori di fumetti di quegli anni al posto di quelli dei giorni nostri. Insomma, non si posono mettere a confronto Galep con Villa proprio per tutti questi motivi. Il primo ha attinto da dove poteva ed ha usato per il resto la sua fantasia. Il secondo si è trovato al posto giusto, nell'epoca giusta ed ha saputo coglierne tutti gli aspetti, stimolato da fonti esterne praticamente illimiitate.

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Purtroppo, però, sia nelle sue pur splendide tavole in b/n che nelle copertine, la cosa che ho sempre ravvisato, ma è un'opinione del tutto personale, è la mancanza di una certa "tridimesionalit?" nelle immagini da lui create e mi spiego meglio: lui inchiostrava tutto con il pennello e usava lo stesso tipo di tratteggio su qualsiasi cosa disegnasse, che fossero le pieghe degli abiti, l'anatomia dei cavalli, pietre, rocce, etc. Certo, in questo modo teneva fede al suo stile, ma i vari elementi sembravano essere tutti su di un unico piano, quelli in primo piano non si distaccavano dallo sfondo o dal piano intermedio, caratteristica che accomuna altri grandi come, per esempio, Aldo Capitanio e Alberto Giolitti. Comunque, a parte questa mia opinione che probabilmente non sarà condivisa da tutti, aggiungo che anche per quanto riguarda la scelta delle pose e delle inquadrature il tutto è sempre rapportato a un certo fascino delle immagini in riferimento a un'epoca ormai passata. Se Galep oggi fosse ancora vivo e disegnasse con la maestria del suo periodo migliore le copertine di Tex, apparirebbe un tantino "fuori moda", visto che nel frattempo il cinema ci ha fatto conoscere, dalla fine degli anni '70 ad oggi, un'immagine molto più realistica e soprattutto più spettacolare del west e cito una sola pellicola per tutte: "Balla coi lupi" di Kevin Costner.

Eccomi:io non sono d'accordo! :trapper: Soprattutto non riesco a vedere dove sia il problema:il fatto che Galep inchiostrasse in uns certa maniera è il sintomo di una personalit? artistica matura e con le proprie peculiarit?. Inoltre, se guardiamo le storie post-200, notiamo che Galep adotta un tratteggio molto più raffinato (poich? ottenuto mediante segni più sottili) e molto più incisivo, che la sua bella tridimensionalit? la evoca, eccome se la evoca (poich? il disegno resta sempre bidimensionale in ogni caso)! :trapper: C'è poi un discorso di fondo che non condivido, caro Winsor:l'idea che la nostra epoca, con la sua iconografia del west più ricca e approfondita, sia migliore di quella del tempo di Galep:per esempio, non potrebbe essere che, proprio in mancanza di una documentazione ricca come quella attuale, il disegnatore potesse fare maggior affidamento su un'altro elemento -più importante, secondo me, di qualsiasi documentazione- la fantasia?
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Allora, Paco... io ho chiaramente specificato che la mia è un'opinione del tutto personale e non "puro vangelo", come direbbe il nostro vecchio Carson. D'accordissimo sul fatto che un disegno a china su cartoncino rester? sempre e comunque bidimensionale, ma forse non ho chiarito bene ciò che intendevo dire riguardo al discorso della tridimensionalit?, anzi, mi sa che devo aver utilizzato evidentemente il termine "sbagliato". Ciò che intendevo dire era questo: osservando un'inquadratura di Ticci o di Villa (che sia un'illustrazione, una cover o la vignetta di una tavola a fumetti), noto che i due giocano sapientemente con alcuni elementi che danno alla scena l'effetto che questa contenga al suo interno diversi piani (questo intendo io per tridimensionalit?). Faccio un esempio: mettiamo che all'interno di un'inquadratura abbiamo in Primo Piano due personaggi a cavallo, in secondo piano i vari edifici in legno di una qualsiasi cittadina western e sullo sfondo delle montagne. Dosando abilmente lo spessore del tratto, i neri pieni, i tratteggi, le luci, le ombre e curando i vari dettagli dei due personaggi in Primo Piano, questi devono dare l'impressione di staccarsi nettamente da tutto ciò che si trova alle loro spalle (vale a dire, gli altri due piani), poiche le linee degli edifici in secondo piano sono realizzate con tratti più sottili, un'illuminazionemeno meno intensa, etc., mentre la montagna sullo sfondo (l'ultimo piano, quindi) magari sarà soltanto lievemente accennata per dare il senso della distanza, quasi un "fuori fuoco". Io questa differenzazione tra i vari piani di un'inquadratura nei disegni di Galep non riesco a coglierla in maniera così netta e precisa come invece mi succede osservando una scena di Ticci o di Villa (per citare i miei due disegnatori preferiti) , ma resta, ripeto, solo una mia impressione, legata soprattutto a un mio gusto personale, poich? sulla personalit? artistica di Galep, la sua maturit?, i suoi tratteggi raffinati e tutto il resto, non si discute assolutamente, anzi... personalmente, essendo anch'io un disegnatore, l'ho sempre ammirato e stimato tantissimo. Dici poi di non essere d'accordo sul mio "discorso di fondo", quando mi sembra che diciamo entrambi la stessa cosa. Anch'io ho affermato che Galep si documentava come poteva, come i mezzi del tempo gli permettevano, affidando poi al resto la sua fantasia, che questa sia poi più importante della documentazione.... b?h, è un bellissimo pensiero che posso anche condividere, ma è innegabile che il nostro Tex vive le sue avventure in un'epoca storica che c'è stata davvero e che con i mezzi a disposizione che abbiamo oggi (internet in primis) può continuare ad essere rappresentata in maniera ancora più rigorosa rispetto a 60 anni fa. Ad ogni modo, trovo sia veramente bellissimo avere questi scambi d'opinione con dei veri appassionati di Tex, come trovo sia naturale avere, a volte, dei pareri un tantino contrastanti. Sarebbe veramente noioso se la pensassimo tutti allo stesso modo, sei d'accordo, Paco?Buena Suerte, Amigo!

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