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TWF - Tex Willer Forum

[72/73] New Orleans


Voto alla storia  

21 members have voted

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Soggetto e sceneggiatura: G. L. Bonelli
Disegni: Guglielmo Letteri
Periodicità mensile: Ottobre 1966 - Novembre 1966
Inizia nel numero 72 a pag. 53 e finisce nel numero 73 a pag. 34


Tex e Carson rischiano di annegare nel Mississippi: colpa degli sgherri di Jean Larousse, un gambler dalle molte identità che cerca di sfilare la mappa del tesoro di Lafitte a Bill e Laura Dawson, legittimi proprietari. Il ceffo è in combutta con Dan Tabor, parente dei Dawson, e Fred Milton, boss di una gang di New Orleans. I pards affiancano il nuovo sceriffo, Nat Mac Kennet...

Tex e Carson saldano il conto a Larousse e a Milton in un ristorante di New Orleans. Poi, pedinando i tirapiedi dei defunti manigoldi, rintracciano Tabor, l'infido parente dei Dawson, da lui rapiti per arraffare la mappa di Lafitte. Il tesoro, però, rimarrà inviolato!


Copyright: Sergio Bonelli Editore

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Questa storia, in sè e per sè graziosa e leggibilissima ( i disegni di Letteri sono poi molto buoni ), acquista importanza nella saga texiana per almeno due ragioni:1) è la prima storia in cui compare lo sceriffo Nat Mac Kennet, che sarà una delle presenza più frequenti nelle storie "cittadine" di Tex, rivelandosi un amico fedele ed un investigatore piuttosto intelligente e capace ( come ci viene detto proprio in questa storia, si tratta del resto di un ex agente della Pinkerton ) 2) per la prima volta ( almeno a quanto mi risulta ) Carson si rivela, come dice Wasted ( e come ha anche ricordato The Lord ) un "vecchio.... galletto", andando in estasi per un bacio in fronte di Laura Dawson. La vicenda riceve un certo sapore anche dalla continuity con la precedente storia texiana a New Orleans dei nn. 37 - 38

il più importante "cattivo" della storia, Fred Milton, è fratello di quello della storia precedente, mentre si apprende la tragica fine del predecessore di Nat Mac Kennet che aveva avuto un ruolo di rilievo in quella storia
, nonchè dal finale "amarognolo":
la mappa che avrebbe consentito ai Dawson di mettere le mani sul tesoro di Laffitte va perduta nello scontro finale tra Tex e i malviventi che hanno rapito Bill e Laura Dawson; Tex e Carson riescono semplicemente a salvare la vita dei due
. In sintesi ( e IMHO):soggetto 7sceneggiatura 7,5disegni 8 Edited by Pedro Galindez
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  • 8 months later...

Storia dalla trama semplice e lineare che si lascia leggere abbastanza piacevolmente. come tutti ben sapranno questo episodio segna l'inizio della solida amicizia tra tex e lo sceriffo Nat mac kennet, accennato giustamente da pedro, ex agente della pinkerton e figlio di un vecchio sergente conosciuto anni prima da tex e carson con il soprannome di "uragano" ... :P:P la simpatia di Nat mac kennet affiora da subito già dalle primissime vignette del loro incontro, un incontro storico che segna l'inizio di un infinit? di avventure che hanno per filo conduttore la città di "New Orleans". la storia io la reputo al d' sopra della sufficienza.. mi piace la trama e sopratutto lo svolgimento di essa... bellissima la parte sul battello, quando tex decide di impartire una lezione a jean larousse per far recuperare i soldi persi a dawson a poker... bella anche la parte quando carson, intento a inseguire gli scagnozzi di Milton, investe una signora che stava comprando degli aranci al mercato.. :D:D VOTO 8 SU 10

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  • co fondatore

Una storia spumeggiante, con dialoghi memorabili e un Letteri alla sua seconda prova, che ha già miglior confidenza con i pard e il mondo di Tex. Bravo nelle scene cittadine (? protocivitelliano, anche nel tratto, più massiccio di quello che avrebbe avuto da ODIO SENZA FINE in poi), le sue tavole son ricche di azione e anche di particolari, nonchè di personaggi dalle fisionomie azzeccate. Bellissime le ultime vignette, in cui si colgono i fiori della letteratura avventuroso-decdente tanto cari a GLB. TESTI: 9,5DISEGNI: 9

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  • Rangers

Mi associo ai pareri positivi per questa storia, che si mostra piacevole nella lettura, grazie anche ai disegni di Letteri, il cui tratto ancora acerbo mostra già i primi passi per entrare nel cuore di una vasta schiera di Texiani. La storia ruota attorno ad uno dei tesori del pirata Jean Lafitte. Da ricordarsi il recente accenno nella storia Omicidio in Bourbon Street e seguenti (con Rapahel Tenebres ;) ) e il tesoro che abbiamo visto nelle mani del Grande Re, che apparteneva anche questo al famoso pirata. :)Strano passaggio quello di GLB quando i nostri, dopo essere finiti nel fiume si ritrovano a riva. In quel momento Carson e Tex si scambiano i ruoli, infatti Tex diventa brontolone e pessimista, mentre Carson stranamente ride, scherza ed è ottimista. Memorabile e da incorniciare l'incontro con lo sceriffo Nat, che fa solo una rapida comparsa nella storia, ma da questo breve incontro comincia a conoscere ancor di più i metodi di Tex e Carson, più volte comunque decantati dal padre, amico dei nostri. Il primo incontro dei nostri con quello che dovrebbe essere il cattivo della storia, fratello del precedente boss di New Orleans Milton, risulta

fatale per quest'ultimo, dato che appena vede i nostri ordina subito ai suoi uomini di agire con l'eliminazione.
Tutto si risolve velocemente, i disegni di Letteri aiutano moltissimo nei vari cambi di scena. Interessante il personaggio di Tabor, altro cattivo della storia e parente dei Dawson. Finale veloce con la mappa trascinata dalla corrente e l'ultima vignetta che ci porta al luogo dove è semisepolto il tesoro di Jean Lafitte, accanto ai miseri resti di qualche pirata. Voto alla storia 8. :)
  • +1 1
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  • 3 years later...

Storia graziosa, non priva di fascino (per quel che sono i miei gusti) per l'ambientazione iniziale su di un battello che risale il Mississippi, dalla tra semplice e lineare. Da segnalare la seconda prova di Letteri con Tex. Il tratto va affinandosi e nella parte finale tende ad avvicinarsi significativamente a quello della maturit? che tutti noi conosciamo. Le espressioni dei personaggi sono truci, manca ancora quell'atteggiamento sorridente e scanzonato che non faceva mai sembrare i cattivi cattivi abbastanza, rappresentando però il suo marchio di fabbrica. Un primo assaggio se ne avrà nella scena del bacio di ringraziamento della giovane Lisa a Kit Carson. Esordio di Nat McKennet raffigurato come un personaggio poco incline all'azione, fin troppo ligio alle regole, e dunque eterogeneo al modus operandi di Tex. Prudente, presumibilmente per non trovarsi invischiato in qualche guaio, ma contento che siano altri a fare il lavoro sporco. In definitiva viene ritratto come un pilatesco scaldasedie.

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  • 1 month later...

Dopo Il Clan dei Cubani e Nelle paludi della Louisiana, eccomi di nuovo a stretto giro a New Orleans. La storia coinvolge e diverte, anche se accelera forse troppo sul finale. Segnalo una scena che mi ha aperto il cuore: dopo aver salvato Tex dalle acque del Mississippi, Carson spiega a Tex quali sono a suo parere le motivazioni dell'attentato, e fornisce una ricostruzione inappuntabile della losca trama in cui si trovano coinvolti. FINALMENTE: per una volta, è il Vecchio Cammello a salire in cattedra e a dimostrare acume, con Tex che sta l' ad ascoltarlo e a dargli ragione. In seguito, sarà sempre di Carson l'idea di liberare i due malviventi dalla prigione per seguirli e per ritrovare i Dawson. Non dico che vorrei che fosse sempre Carson l'elemento risolutore; dico solo che i due potrebbero dividersi i ruoli, e comunque che non c'è necessit? di far apparire il Vecchio Cammello come un idiota che deve sempre pendere dalle labbra di Tex. Certo, in questo scambio di ruoli GLB ha un po' ecceduto: nell'ultima vignetta di pag.85 dell'albo New Orleans Carson si rivolge a Tex chiamandolo Vecchio Cammello :D

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  • 1 year later...

Bella storia classica. Breve (107 pagine), semplice nella trama ma con un buon ritmo, tanta azione e scenette divertenti. Anzi, le situazioni che più restano impresse sono proprio quelle simpatiche con protagonista Kit Carson: il suo sguardo raggiante per il bacio in fronte ricevuto dalla ragazza che ha aiutato, il suo inseguimento al mercato con la cesta di frutta che gli frana in testa, e soprattutto il salvataggio di Tex dalle acque del Mississippi, con lo sketch finale sulla riva notturna, in mutande accanto al fuoco: “Dove sono?”, gli chiede un Tex appena ripresosi dall’attentato subìto.

“In campagna”, è la risposta allegra di Carson, “e mentre la grande luna d’argento sale lenta nel cielo pieno di stelle, il giovane signore si desta al suono di chitarre messicane e…”.   “Vai all’inferno, buffone!”, taglia corto Tex ancora frastornato.

 

Per il resto, la storia segue binari già consolidati in precedenti storie cittadine (questa è la seconda a New Orleans, la prima con lo sceriffo Nat Mac Kennet), con partite di poker sul battello, agguati e sparatorie contro le gang criminali della città, questa volta attirati dalla mappa del tesoro del pirata Lafitte.

Ma sono soprattutto i disegni di Letteri (qui alla sua seconda prova) a fare la differenza rispetto a storie simili: dettagliati, piacevoli, con personaggi ben caratterizzati e visi molto espressivi (in particolare quello di Carson e del simpatico sceriffo Nat Mac Kennet, oltre che quelli femminili), con una luce particolare che dona atmosfera a ogni tavola, soprattutto quelle con paesaggi notturni.

 

Bella, a questo proposito, l’ultima pagina, quando la mappa - per cui sono morti in tanti -, viene trascinata via dalla corrente, mentre il tesoro non trovato giace indisturbato dentro i resti di un galeone lontano, in mezzo alla fanghiglia della palude e a cinque sinistri scheletri che sembrano farne la guardia.

Edited by Poe
  • +1 1
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  • 3 years later...

Metti il ritrovamento in un baule di una vecchia mappa che conduce a un tesoro leggendario, il piano criminoso di una banda di malviventi per entrarne in possesso, l’opera di protezione di Tex e Carson nei confronti della coppia padre-figlia presi di mira, l’arrivo in una città caotica e corrotta come New Orleans, la consueta verve compositiva di Bonelli e la storia è servita.

 

I nostri eroi spenderanno fatica e polvere da sparo per far fallire il piano della cricca di Larousse nei confronti dei Dawson.

Giunti dopo varie peripezie a New Orleans entrano in contatto con il marcio che regna nella citta, ove Milton, il fratello del defunto Asso di Picche, ha occupato il posto di boss rimasto vacante e con l’ausilio di criminali del livello di Larousse e spadroneggia fra i quartieri della città fluviale.

 

Ma guai a sfidare Tex, infatti con la consueta decisione e intraprendenza, spalleggiato da un Carson in pienissima forma psico-fisica nell’occasione, darà vita ai fuochi artificiali, sbaragliando le truppe nemiche e salvando i due Dawson.

 

Storia frizzante, forse un po’ breve per il soggetto, ma fila via che è un piacere.

 

Per la prima volta incontriamo il caro sceriffo Nat Mac Kenneth, che negli anni a seguire diverrà un amico ricorrente, ma soprattutto si rimane deliziati dalla giusta miscela di azione e ironia che Bonelli ci propina. Davvero esilarante la scena col Carson “poeta” che decanta versi al risvegliarsi di Tex, o il portantino di colore che si getta in acqua dalla passerella alla vista dei due rangers, scambiati per fantasmi.

 

Anche molto efficaci e poetiche le didascalie che chiudono le ultime due vignette, ennesima dimostrazione del grande valore di narratore di Gian Luigi Bonelli, perfetto sia nei dialoghi, nelle svolte ironiche, nelle scene d’azione e molto poetico quando occorre. Che dire: il top!

 

Letteri, alla sua seconda prova su Tex, conferma ampiamente le buone impressioni del debutto.

Nella storia cittadina e fluviale mostra la sua duttilità stilistica e in futuro simili location, soprattutto con sette e cinesi, saranno a suo panaggio. Il mio voto finale è 7  

  • +1 2
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  • 1 month later...

Appena finito di leggerla. Storia molto godibile e avvincente, peccato non ci sia spinti un po' più oltre nella ricerca del tesoro: già pregustavo un viaggio in barca dal sapore piratesco di Tex e Carson e invece tutto si risolve in un nulla di fatto.

Disegni di Letteri oltre ogni aspettativa, anche se mi dispiace che rispetto alla sua prima prova abba abbandonato l'uso, di tanto in tanto, delle tre vignette per striscia, adeguandosi ormai allo standard di quel periodo texiano che ne voleva al massimo due.

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