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TWF - Tex Willer Forum

[393/395] Intrigo A Santa Fe


bressimar

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Molte volte Tex si porta in giro Carson per non parlar da solo, o per non sentirlo brontolare al ritorno.

Delle volte è utile per guardarsi le spalle, ma almeno si fa catturare meno volte rispetto al figlio!

Domani che è sabato vedo dove posso aver nascosto questi albi. mi avete fatto voglia di rileggerli.

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10 ore fa, Grande Tex dice:

hai citato certo casi particolari in cui Carson ha particolare rilievo

 

Ti cito allora due storie recenti di Ruju: Le catene della colpa Le schiave del Messico.

 

In entrambe Carson rimane decisamente in secondo piano, rispetto a Tex. Ma nel primo caso viene lasciato da Tex ad affrontare da solo (e sconfiggere) nove banditi. Nel secondo caso dapprima si offre di fingersi un vagabondo di passaggio per distrarre i banditi travestiti da rurales e consentire a Tex di aggirarli; poi fa fuori da solo un manipolo di manigoldi che minacciavano le donne rapite.

 

In entrambi i casi, Kit è il "complice" del nostro beniamino e non il partner un po' appannato. 

 

So bene che in altre storie, soprattutto nizziane, Carson è ben poco brillante. Ma a me queste avventure piacciono un po' di meno.

 

Non sono infatti capace di dimenticare che il nostro Kit Carson è una vera leggenda del West, che il giovane Tex ammirava profondamente.

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  • 8 mesi dopo...

Buona storia di un Nizzi però in lieve calo, rispetto ai capolavori precedenti.

La storia è ben congegnata, l'attentato al Presidente una idea abbastanza interessante. La trovata del finto cieco cecchino molto bella.

Eppure non ne ho tratto un gran divertimento.

Ho trovato affrettati alcuni passaggi e meno divertenti del solito i dialoghi. Succedono tante cose ma la storia non resta in mente, infatti non me la ricordavo affatto.

Molto bene Civitelli, come quasi sempre.

Nizzi 7

Civitelli 8

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  • 1 anno dopo...

Allora...Questa è stata tra le primme storie di Tex che ho letto. Erano i primi anni '90 ed avevo 10 anni. Non la leggevo da allora e quindi ora noto molte cose in più perché sono sicuramente un lettore più navigato.

Le tavole di Civitelli mi incantarono e mi incantano ancora (dopo Villa è il mio disegnatore preferito). Non sapevo chi fosse lo sceneggiatore, ora conosco molte più cose.

La storia è intrigante, c'è un giallo (un po' telefonato), ci sono i siparietti, ci sono sparatorie. Oggi dico che è una storia solo discreta ma perché di  Nizzi ho letto tante storie più belle, per quel ragazzino era un capolavoro.:blink:

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  • 2 anni dopo...

Buona storia, ma ben lungi dal poter essere definita eccezionale. Nizzi imbastisce una trama fatta di intrighi e cospirazioni mescolati ad elementi più puramente western, come la location e le sparatorie di rito, che nel complesso funziona abbastanza bene, ma a mio avviso risente di un paio di forzature di sceneggiatura che non fanno fare una gran figura a Tex e Carson, che si ritrovano per puro caso costretti a lottare per impedire un attentato alla vita del presidente degli Stati Uniti, in viaggio elettorale a Santa Fe.

 

La mia prima perplessità si solleva già nelle prime pagine, allorquando i due pards ingaggiano battaglia con tale Kelly Wales e la sua banda, freschi di assassinio di due agenti Pinkerton. I banditi, persi due uomini, decidono di telare, e se la decisione di Tex e Carson di non gettarsi subito sulle loro tracce ci può stare (meglio, oggettivamente, verificare la possibilità di raccogliere indizi sul posto), assai meno logica la decisione dei due di attraversare un ponte pur prevedendo la possibilità che i banditi possano essersi appostati nei pressi per farli secchi; la qual cosa puntualmente si verifica, e i Nostri se la cavano solo grazie alla loro esperienza e ad un pizzico di buona sorte, col solo Wales che riesce a sfuggire alle loro colt. Pericolo scampato, i due giungono a Santa Fe dove, poco per volta, iniziano ad apprendere i contorni dell'attentato, o almeno così credono, poiché gli organizzatori materiali - Barry Wallace ed Ernie Kennan, che invero non sono valorizzati più di tanto - non li perdono mai d'occhio e pensano bene di spedirli su una falsa pista, facendo loro ritrovare Kelly Wales fresco cadavere e con in tasca una mappa della zona con falsi indizi dentro una capanna da poco darà alle fiamme. E da qui sorge la mia seconda perplessità: Carson fa subito notare a Tex l'anomalia del fuoco evidentemente acceso da poco e, di conseguenza, dell'alta probabilità che l'assassino sia ancora nelle vicinanze, ma Tex di fatto glissa e trascura di provare ad acciuffare il killer (Wallace, che in effetti resta nei pressi a spiare le loro mosse). Altro elemento della scena secondo me un po' forzato risiede nella mappa collocata nella tasca del defunto Wales: difficile che un tizio andasse a spasso dentro una baracca con una mappa in tasca, per cui strano per non dire assurdo che, già in quel frangente, Tex e Carson non sospettino che possa essere un depistaggio (come in effetti è).

 

Difatti, il vero attentato è destinato ad avvenire nella main street di Santa Fe, ad opera di un insospettabile killer (per quanto, la copertina di Una pallottola per il presidente è di per sé piuttosto rivelatrice), e solo grazie ad una confidenza di Ely Parker Tex e Carson - nel complesso abbastanza simbiotici e paritetici, nel bene e nel male - scoprono che a sparare al presidente debba essere un ex ufficiale dell'esercito "non vedente" (in realtà, ovviamente, un impostore che aveva prima provveduto ad eliminare il vero capitano Grady, effettivamente non vedente). Il resto della storia è pura accademia, con i due pards che dapprima neutralizzano il killer appena in tempo e poi, con l'aiuto del servizio di sicurezza e del cronista Martin London, smascherano Wallace e Kennan, tramite i quali risalgono ai mandanti comodamente in attesa in quel di Washington (uno dei quali preferisce il suicidio all'arresto), e sulla vicenda cala il sipario.

 

Tale storia, come già detto buona ma non eccezionale, risulta comunque valorizzata anche dagli ottimi disegni di Civitelli, come di consueto un perfetto mix di essenzialità ed accuratezza.

Modificato da juanraza85
  • +1 1
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  • co fondatore

Sì, i difetti sono quelli che hai indicato tu. Lo spunto era interessante, peccato per le scorciatoie narrative utilizzate da un Nizzi che peraltro non era ancora bollito (almeno non del tutto).

Bravissimo Civitelli.

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