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La Grande Sete Di... "peste", Birra, Bistecche E Risse!


ymalpas
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Qualche giorno fa ho letto di Manfredi come di un autore che alla lunga potrebbe, con le sue storie texiane, spiazzare più di un "tradizionalista". Spieghiamo meglio questa uscita. Secondo questa tesi che per carit? gode di tutta la sua legittimit? dal momento che dello scrittore finora si è letto poco, Manfredi, che nel mondo del fumetto è una personalit?, finir? inevitabilmente anche su Tex con l'avvicinarsi alla scuola dei Boselli, Berardi, D'Antonio. Che non è quella così peculiare di Gianluigi Bonelli. Questa affermazione mi ha fatto storcere il naso e ho deciso di riprendere in mano l'albo "La grande sete" e di trarne qualche conclusione. Ovviamente la storia, che è di 220 pagine, meriterebbe un'analisi lunga e approfondita. Ma considerato che non ho tempo e ancora meno pazienza, mi sono limitato a cinquanta pagine, le prime scritte dall'autore. Cosa emerge da questa sommaria lettura ?Una marea di indicazioni. Innanzitutto cinquanta pagine in cui Tex e Carson vanno a spasso nella regione desertica di Phoenix senza che accada nulla o quasi. Senza cioè che ci sia una sorpresa ogni due pagine. Senza che ci sia un personaggio vero e proprio a parte i due pards, che devono vedersela con dei coyotes affamati e qualche comparsa in un piccolo flashback. Insomma una lettura rilassante ma assolutamente non monotona. L'esordio di Manfredi sulla serie regolare si ha con una battuta di Tex a Carson, già per il pendio di una montagna. "Vacci piano, vecchio cammello". Inizia cioè con uno dei classici epiteti bonelliani. L'autore ha cura, come vedremo anche più avanti, dal non discostarsi mai troppo dal frasario tradizionale della serie: ecco che a pagina 7 la terminologia viene ancora rispettata con un Carson che viene definito "brontolone". Manca il "vecchio" accanto, ma ecco che a pagina 24 il "vecchio brontolone" è di nuovo al suo posto. Le prime pagine sono tutte spese a raccontare un rapporto di confidenza e complicità e a delineare i due protagonisti. Carson chiama Tex "vecchio mio". Carson, giganteggia Carson. Brontolone, ma non solo. C'è spazio anche per un accenno al suo pessimismo:Quella città laggià dovrebbe essere Salt Creek... Dovrebbe ma potrebbe benissimo essere un dannato miraggio... Sempre ottimista eh!Un' altra delle caratteristiche tipicamente Carsoniane è l'amore per la birra. A pagina 8 dice che non ne baster? una botte per ripulirgli la gola da tutta la polvere che ha trangugiato. A pagina 22 Carson ritorna col pensiero alla birra. E quando Basil, il tirapiedi di Lansdale, a pagina 41 li invita nel miglior ristorante della città per conto del padrone, eccolo che sbotta con un: "beh se le cose stanno così... un rifiuto sarebbe davvero scortese!". Nella pagina successiva Tex, che un po' era riluttante e si era lasciato convincere dal pard affamato, ordina al cameriere la classica... birra, bistecche e patate! Carson ama le comodit?. Anche Tex non rinuncia al bagno caldo, in una comoda vasca. Li vediamo così a pagina 35 in ammollo, salvo essere interrotti dall'arrivo di due giovani cowboys ubriachi. La scenetta è tutta da gustare. Vi aspetterete il Tex spaccone o musone. Niente di tutto questo: non perde la calma, ha il sorriso tra le labbra. E badate bene, è nudo ( solo un asciugamano a coprirgli le parti intime ). Domina i due importuni, li squadra dall'alto della sua superiorit? sfoggiando l'arma migliore che ha e che dovrebbe sempre avere: l'ironia!Leggo per voi in successione le sue battute:E chi si muove! E chi sarebbero gli ostaggi! Thud! Sock! bastardo? Piano con gli insulti, giovanotto. E già gli sganassoni che mettono i due giovani al tappetto. E Carson, per nulla scomposto, sempre a bagno nella vasca che commenta intenerito:Poveri figlioli... fanno tenerezza!Dicevamo del rapporto splendido e unico che lega i due protagonisti. C'è spazio anche per un Carson nizziano, quello delle domande che qualcune definisce telefonate e che invece sono da vedersi in un gioco eterno dove il primo si finge ingenuo e il secondo saputello."Un dollaro per i tuoi pensieri" lo incita Carson. Tex è quello che "pensa". Ma Carson NON è il vecchio rimbecillito che molti utenti, ridicoli nelle loro deduzioni, apostrofano. E' capace di leggere nell'animo del pard e di essere anche un buon analista, aggiungiamo noi, un po' sarcastico e maligno forse, ma è proprio lui:C'è una differenza tra te e tuo figlio ( Kit Willer). Tu vai sempre a sbattere contro i guai, lui ci si infila. C'è spazio anche per Piccolo Falco, una manciata di vignette in flashback che ci riportano indietro agli anni cinquanta. E' tutto dire. Carson non è solo riflessivo e malinconico, è anche ironico, o meglio autoironico. Sua è la battuta più simpatica di queste prime cinquanta pagine:A proposito di età, tu non hai mai pensato di tingerti i capelli ?Figurati! Li sbianco apposta per non sembrare un poppante!Parliamo anche un po' di Tex. Apprensivo nei confronti del figlio appena lo vede inoltrarsi tra le sabbie mobili, si fa notare soprattutto per il linguaggio "satanico", lo stesso che gli metteva tra le labbra il pap? Bonelli:Per tutti i diavoli!Peste!Dannazione!Ma non solo, ovviamente. In queste prime pagine non c'è spazio per una rissa, ma che piacere nel vederlo agguantare Lansdale per il bavero e sbattacchiarlo a dovere!Cinquanta pagine, dicevo all'inzio, dove non succede nulla o quasi. E dove ci sono tutte le cose che ho appena descritto. Il lettore non è mai annoiato, semmai è divertito, gode nel ritrovare le locuzioni preferite, i personaggi che ama con le caratteristiche che li hanno resi immortali. Ci sono soprattutto loro, Tex e Carson, nessun altro. Nessun bisogno di creare dieci invalidi per risultare appariscenti, o di far venire emicrania e capogiro ai lettori per la complessit? dell'intreccio. E i "peste!" la birra, le bistecche e tutto il resto, profuse a piene mani.

Modificato da ymalpas
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L'intervento di Sandro è ricco di spunti. Ho letto due volte "La grande sete" ma dovrei rileggerla una terza. Se ben ricordo, in prima lettura la storia mi era piaciuta molto, in seconda meno. Vero è che Tex e Carson sono i due vecchi volponi di GLBonelliana memoria: si respira la loro amicizia ( e di questi tempi è una notizia, ahimè) , con i due pards che si ( e ci ) fanno compagnia. Tuttavia, sotto il profilo del taglio narrativo, le scelte sono molto diverse : si respira un'atmosfera crepuscolare (resa anche dall'abollizione della didascalia, scelta antitetica al western classico e a Tex, che in buona misura a tale modello si rif?) e al contempo realistica ( Lansdale/Berlusconi a parte, buoni e cattivi si confondono). Per certi versi, sembra una storia di Ken Parker, molto più di quanto abbia fatto IMHO lo stesso Berardi in "Oklahoma", che ho riletto giusto ieri e mi sento di definire una storia texiana al 100 %. Ad ogni modo, mi sarà utile una terza lettura per poter esprimere le mie idee in modo più dettagliato ed esaustivo.

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L'analisi di Ymalpas è molto interessante, e condivisibile in più punti;quello che più mi trova concorde è l'accenno al fatto che, avendo letto appena due storie di Manfredi, tutte le ipotesi al suo riguardo sono leggittime. Per come la vedo io, "La grande sete" è insieme tradizionalissima e moderna. Moderna nell'intreccio, che mescola Storia (quella Storia tanto rimproverata dai detrattori di Bosell) e politica-io credo che "La grande sete" sia una delle storie più calate nella nostra contemporaneit? mai scritte di Tex. Tradizionale, però, nel modo in cui viene narrata, soprattutto nel modo in cui i pards vengono messi in scena. Qui l'analisi di Ymalpas è ineccepibile-e personalmente, i due pards di Manfredi ricordano maggiormente i Tex e Carson di Nizzi (del Nizzi straordinario del quarto centinaio) che quelli di Bonelli. Insomma, un mix perfetto tra un intreccio raccontato modernamente e una messa in scena dei pards giustamente tradizionale. Ma di quale tradizione parliamo? Di quella del secondo centinaio, mi sembra!E qui ritorniamo a quello che per me è il punto focale:Boselli, semplicemente, si rif? a una tradizione diversa, quella del primo centinaio. In modi diversi, sia Manfredi che Boselli seguono la tradizione.

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Seguite il titolo del topic. Non mi sono soffermato troppo sui contenuti perchè ogni storia farà caso a parte. Sono bensì le due impostazioni della narrazione che sono diverse, se non opposte. Anche Boselli dice che la birra e le patatine nelle sue storie le inserisce, il problema è che dovrebbe farne la regola e non l'eccezione. Io spero in maniera molto sentita che Manfredi prosegua su Tex con il racconto lineare e il linguaggio che ho mostrato. Creerebbe così maggiore equilibrio nella serie, a beneficio anche di Boselli, esattamente come avveniva negli anni novanta, con un Nizzi che proponeva storie normali e l'autore milanese guest star che puntava sull'epicit?. Non sentite una gran sete di "peste", "satanasso", "vecchio brotolone", di "birra e patatine", di "bagni caldi e fumanti", di "ristoranti", di ironia e allegria è Di situazioni semplici, di personaggi secondari normali, privi di identit? ?

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Moderna nell'intreccio, che mescola Storia (quella Storia tanto rimproverata dai detrattori di Bosell) e politica

Paco, non fare di tutte le erbe un fascio. I detrattori di Boselli (che io, pur critico sul taglio della scrittura di Borden, non penso affatto di essere) hanno punti di vista differenti e una testa autonoma. Personalmente apprezzo molto la Storia in Tex: Storia che peraltro è stata inserita forse più da Nizzi. "Buffalo Soldiers" e "Missouri" non mi son piaciute, ma non perchè mi sia sgradito l' intervento del 'West reale' nella finzione texiana.

i due pards di Manfredi ricordano maggiormente i Tex e Carson di Nizzi (del Nizzi straordinario del quarto centinaio) che quelli di Bonelli.

Bonelli o Boselli?

Insomma, un mix perfetto tra un intreccio raccontato modernamente e una messa in scena dei pards giustamente tradizionale.

In effetti, è quello che ho pensato anch'io. Mi sembra un'ottima analisi. L'apologia dell' acqua pubblica nell'arringa finale di Tex mi è tuttavia sembrata forzata sulla bocca di Tex; il quale, pur avendo ideali illuministi, resta uomo d'azione più che pensatore rousseauiano.

Ma di quale tradizione parliamo? Di quella del secondo centinaio, mi sembra!E qui ritorniamo a quello che per me è il punto focale:Boselli, semplicemente, si rif? a una tradizione diversa, quella del primo centinaio.

Se è vero che con Boselli i pards agiscono in modo molto più indipendente ( secondo il modello del primissimo Tex, in cui tuttavia Carson è un collega prima ancora che un amico), mi sembra che il tradizionalismo si fermi qui. Non mi sembra che nel primo centinaio Tex sia sovente estraneo alla logica narrativa, come, piaccia o non piaccia, accade spesso nelle storie di Borden. Il formato a striscia richiedeva peraltro la totale predominanza dell'azione sull'introspezione psicologica, ancor più che nel secondo centinaio. Guardate le statistiche sui morti ammazzati fornite da Paglieri e vi accorgerete che nel primo centinaio sono il quadruplo rispetto non dico al Tex boselliano ma al secondo centinaio. I personaggi contorti di Borden, piaccia o non piaccia, sono del tutto antitetici alla tradizione (per favore non mi si venga a citare Lucero e le eccezioni che certamente ci sono: qui si parla di analisi generali ) e alla tradizione specialmente del primo centinaio.
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Mi piace questo spunto Ym... leggendo "La grande sete" mi ero soffermata sulla trama lasciandomi sfuggire queste chicche (ahi, vergogna delle vergogne per una texiana della tradizione ups ).
Effettivamente Tex fa... il Tex, sia nelle battute con Carson (compresa la corsa verso Salt Creek, con una bevuta in pegno), che nelle battute a Lansdale, che ha la malcapitata idea di chiedere il prezzo degli integerrimi rangers ("Sarà, ma intanto pulisciti la faccia! Stai sudando catrame!").
Scambio di proverbi a pag. 99:

Tex: "La gatta frettolosa fa i gattini ciechi!"
Carson: "S?, e campa cavallo che l'erba cresce! Al diavolo! Ti sembra il momento di snocciolare proverbi?"

:asd:

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Mi sembra che si mischino un po' le carte fra l'assenza di texianit? del linguaggio boselliano (il vero punto debole dell'autore) e la presenza nel contempo di figure fortemente caratterizzate dal punto di vista fisico e psicologico.

Sono perfettamende d'accordo con chi sente la mancanza di "casa" nel Tex di borden, perchè effettivamente, pur conservando in fondo i suoi comportamenti e la sua indole, esteriormente Tex appare smorzato, perfettino, serioso, non ironico. Non appare lui, pur essendo lui, ad esempio nelle azioni.

Ma la presenza di personaggi lievemente più caratterizzati del solito è secondo me nella indole di Boselli. Ed anche di Manfredi, basta leggersi il suo Magico Vento (lettura entusiasmante). E non è che nella sua La grande sete ci sia andato leggero: ci ha messo personaggi crepuscolari, con inedite caratteristiche (il tizio tossicodipendente non mi sembra tanto tradizionalista...) oppure agganciati alla politica (il villain, che ricorda tanto il caro leader sisi ).

E non credo che più di tanto ci si possa distaccare dalle proprie caratteristiche di sceneggiatura. Lo stesso Nizzi, di cui ci viene ripetuto il grande lavoro di adattamento, scriveva su Mister No (prima di Tex) allo stesso modo di come ha scritto sulle pagine del ranger. E su Nick Raider, almeno nelle sue poche storie che ho letto, l'impianto nizziano si vede tutto. Sia nei lati negativi che positivi. Che abbia rinunciato totalmente al suo presunto stile originario, al punto di replicarlo anche sulle pagine non texiane?

Alla fine concordo con chi ha parlato de La grande sete come un perfetto mix di storia moderna, messa in scena con i personaggi tradizionali. Smorzando, ma non rigettando le proprie caratteristiche, Manfredi ci ha lasciato un'ottima storia, che fa vedere ai tradizionalisti i "loro" amati pards ed agli innovatori situazioni nuove, personaggi sfaccettati, ambientazione più realistica e crepuscolare allo stesso tempo.


Se secondo me Boselli magari si sforzasse un po' di immettere nelle sue storie quell'aurea texiana, che io ci ritrovavo nelle sue magiche storie pre-500, fatta di convenzioni, scene particolari, battute ad effetto, ecc. ecc. riuscirebbe a coniugare modernit? e tradizione e credo che magari di fronte alla nuova manifestazione ESTERIORE di texianit? magari anche il più taleb... tradizionalista magari accetterebbe di buon grado un cattivo sfaccettato o un comprimario, che so, cieco da un occhio.

Si, perchè il fatto di inserire magari un tizio mezzo scalpato oppure un personaggio complesso non lo vedo affatto come un difetto boselliano. E la tanto starnazzata poco centralit? di Tex la rilevo in poche storie (come quella in corso d'opera), e comunque non mi fa cadere dalla sedia.

Per concludere, prendiamo uno sceneggiatore come Ruju. Su Dylan Dog, su 10 storie sue, 8 in pratica sono delle fetecchie (per validi motivi). Avevo accolto con scetticismo la notizia del suo arruolamento sulla testata ammiraglia, ma devo dire che la sua Prova del fuoco mi ha divertito. Comunque, di fronte a tanta texianita SUPERFICIALE (personaggio sempre al centro, siparietti, narrazione classica) sul lato della SOSTANZA ho visto un Tex che si lascia andare alle emozioni (cosa fatta da N-E-S-S-U-N-O, nemmeno da Nizzi ne L'uomo senza passato, tranne che ne Il giuramento, in maniera comunque virile e composta) oppure che, dopo aver promesso di smuovere mari e monti, praticamente arriva in ritardo ( :shock: ) ad uccidere un cadavere ambulante. Per non parlare del suo almanacco, dove un pistolero della domenica (tal Canon) arriva a sparargli in faccia da 2 cm, avendo finito i proiettili (la faccia di Tex, sgranata, dimostra che praticamente il duello l'ha perso :shock: ).

Eppure anche lo sceneggiatore sardo è salutato come una manna dalla fronda antiboselliana.

Io preferisco mille, centomila volte un Tex raccontato diversamente ed inserito in contesti a lui non familiari, ma rispecchiante la filosofia di fondo, ad un Tex che scherza coi pards ma che poi non ne azzecca una (i riferimenti a Ruju, oltre che a Nizzi, sono fortemente voluti).
Se si riuscisse a coniugare le due situazioni, come sembra voler fare Manfredi, senza castrare lo sceneggiatore, tanto di guadagnato.

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Eppure anche lo sceneggiatore sardo è salutato come una manna dalla fronda antiboselliana.

Brevissimo commento: Ruju, è vero, ha ricevuto commenti positivi, ma l'unico (o uno dei pochissimi) ad averlo "salutato come una manna" è stato il sottoscritto, che certamente non può essere accusato di "fronda antiboselliana". Lo dico perchè anche su altri forum ho letto commenti maligni sugli antiboselliani che gongolano al pensiero di Ruju autore sempre più presente... peccato che il sottoscritto non sia antiboselliano. Oppure essere iscritti a questo forum implica automaticamente l'iscrizione a quel partito? Pu? essere... ricordo che nei primi tempi su questo forum venni più volte aggredito in quanto, essendo un ex-iscritto di TWO, ero necessariamente "antinizziano". laughingE, per una volta, smettiamola con discorsi "antiboselliani" o "antinizziani". Certamente in passato vi sono stati eccessi da entrambe le parti, ma non amare Boselli o non amare Nizzi non significa per forza essere "anti"... e lo dice uno che ama entrambi!Poi, sinceramente mi delude vedere gente che stronca gli autori sulla base di singoli episodi limitati. E' vero, le storie di Ruju avevano qualche difetto... ma l'impianto generale? L'ottimo effetto d'insieme mi fa ben dimenticare quel paio di difetti che, tra l'altro, secondo me non esistono neppure, come il duello perso o il Tex ritardatario. :rolleyes:
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Cinquanta pagine, dicevo all'inzio, dove non succede nulla o quasi. E dove ci sono tutte le cose che ho appena descritto. Il lettore non è mai annoiato, semmai è divertito, gode nel ritrovare le locuzioni preferite, i personaggi che ama con le caratteristiche che li hanno resi immortali. Ci sono soprattutto loro, Tex e Carson, nessun altro. Nessun bisogno di creare dieci invalidi per risultare appariscenti, o di far venire emicrania e capogiro ai lettori per la complessit? dell'intreccio. E i "peste!" la birra, le bistecche e tutto il resto, profuse a piene mani.

Le tue considerazioni sono... Puro Vangelo ! ::evvai:: :trapper: clap
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Eppure anche lo sceneggiatore sardo è salutato come una manna dalla fronda antiboselliana.

Brevissimo commento: Ruju, è vero, ha ricevuto commenti positivi, ma l'unico (o uno dei pochissimi) ad averlo "salutato come una manna" è stato il sottoscritto, che certamente non può essere accusato di "fronda antiboselliana". Lo dico perchè anche su altri forum ho letto commenti maligni sugli antiboselliani che gongolano al pensiero di Ruju autore sempre più presente... peccato che il sottoscritto non sia antiboselliano. Oppure essere iscritti a questo forum implica automaticamente l'iscrizione a quel partito? Pu? essere... ricordo che nei primi tempi su questo forum venni più volte aggredito in quanto, essendo un ex-iscritto di TWO, ero necessariamente "antinizziano". laughingE, per una volta, smettiamola con discorsi "antiboselliani" o "antinizziani". Certamente in passato vi sono stati eccessi da entrambe le parti, ma non amare Boselli o non amare Nizzi non significa per forza essere "anti"... e lo dice uno che ama entrambi!Poi, sinceramente mi delude vedere gente che stronca gli autori sulla base di singoli episodi limitati. E' vero, le storie di Ruju avevano qualche difetto... ma l'impianto generale? L'ottimo effetto d'insieme mi fa ben dimenticare quel paio di difetti che, tra l'altro, secondo me non esistono neppure, come il duello perso o il Tex ritardatario. :rolleyes:
Non mi sembra di aver stroncato Ruju su Tex :shock: Ho detto che la storia mi ha divertito, e l'ho persino votata su altri lidi come la migliore della sua annata. Ho solo rilevato le cose che non mi hanno convinto appieno. Il maxi invece mi era piaciuto poco, l'Almanacco non mi aveva convinto del tutto. Dove invece stronco lo sceneggiatore sardo è du DyD, ma siamo OT. Comunque il discorso è su Manfredi... Guarda, sul fatto di antiboselliani e antinizziani mi trovi d'accordo. E non vedo cosa c'entri TWO...
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Non sentite una gran sete di "peste", "satanasso", "vecchio brotolone", di "birra e patatine", di "bagni caldi e fumanti", di "ristoranti", di ironia e allegria è Di situazioni semplici, di personaggi secondari normali, privi di identit? ?

Se ne sento la mancanza?io moltissimo. Tanto che ultimamente per rilassarmi e per sentirmi a "casa" mi rifugio nei vecchi Tex. Sicuramente non le ultime storie con quella gallerie di personaggi secondari e con un Tex che non c'e'. Inm quanto al titolo del topic, io dico che "La grande sete" e' un perfetto esempio di come si possono trattare delle tematiche nuove con un impianto di narrazione classica, riconoscibile, senza ricorrere a personaggi/macchiette, senza ricorrere a mezzi scalpati, senza relegare Tex nel ruolo di comparsa etc....
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Non mi sembra di aver stroncato Ruju su Tex :shock: Ho detto che la storia mi ha divertito, e l'ho persino votata su altri lidi come la migliore della sua annata. Ho solo rilevato le cose che non mi hanno convinto appieno. Il maxi invece mi era piaciuto poco, l'Almanacco non mi aveva convinto del tutto.

Ah, sta bene... avevo interpretato male! upsPerò, scusami, domanda puramente OT: quale Maxi di Ruju non ti è piaciuto? Forse mi sono perso qualcosa... :unsure:Il discorso sul confronto fra i vari forum era soltanto un corollario del discorso antinizziani-antiboselliani: mi piacerebbe che nessuna delle due parti facesse affermazioni maligne sull'altra. Fermo restando che hanno tutto il diritto di dire ciò che pensano, ma la mia sensazione è che, in passato, talvolta si sia superato il segno. Ma hai ragione, siamo tremendamente OT! ups
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... per tornare in topic, proviamo a pensare al soggetto del Texone in prossima uscita. Abbiamo:1) le "spose postali";2) un serial-killer!Mi sembra quindi che, almeno a livello di soggetto, questa avventura manfrediana abbia tematiche tutt'altro che tradizionali!

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Non sentite una gran sete di "peste", "satanasso", "vecchio brotolone", di "birra e patatine", di "bagni caldi e fumanti", di "ristoranti", di ironia e allegria è Di situazioni semplici, di personaggi secondari normali, privi di identit? ?

Se ne sento la mancanza?io moltissimo. Tanto che ultimamente per rilassarmi e per sentirmi a "casa" mi rifugio nei vecchi Tex. Sicuramente non le ultime storie con quella gallerie di personaggi secondari e con un Tex che non c'e'. Inm quanto al titolo del topic, io dico che "La grande sete" e' un perfetto esempio di come si possono trattare delle tematiche nuove con un impianto di narrazione classica, riconoscibile, senza ricorrere a personaggi/macchiette, senza ricorrere a mezzi scalpati, senza relegare Tex nel ruolo di comparsa etc....
Straquoto. ::evvai:: :trapper: Si possono affrontare anche certe nuove tematiche ( se proprio si vuole ) ma con il "rispetto" dovuto verso certi canoni texiani e verso lo stesso Tex. Manfredi, finora, lo ha detto e pure fatto ( non solo nel tratteggiare i pards, sempre in "primo piano", ma soprattutto nel linguaggio, così "famigliare" e "rassicurante", come ha ben scritto Ymalpas ). :old: P. S.: Personalmente, tra il Nizzi che ha "svilito" il Personaggio e Boselli che lo mette ai margini e ci fa "immaginare" quando "sbatacchia " qualcuno la differenza c'è ma non è poi così siderale. :malediz...
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Avevo deciso di non intervenire in questa discussione, ma visto che sostanzialmente sono stato tirato in causa, non potevo esimermi da un breve, mi auguro, intervento

Qualche giorno fa ho letto di Manfredi come di un autore che alla lunga potrebbe, con le sue storie texiane, spiazzare più di un "tradizionalista". Spieghiamo meglio questa uscita. Secondo questa tesi che per carit? gode di tutta la sua legittimit? dal momento che dello scrittore finora si è letto poco, Manfredi, che nel mondo del fumetto è una personalit?, finir? inevitabilmente anche su Tex con l'avvicinarsi alla scuola dei Boselli, Berardi, D'Antonio. Che non è quella così peculiare di Gianluigi Bonelli. Questa affermazione mi ha fatto storcere il naso.

Quest'affermazione è mia e la rivendico con orgoglio. Mi dispiace, caro Ymalpas, che ti abbia fatto storcere il naso, ma così stanno le cose. -_nono Di certo non ho mai inteso affermare che Manfredi scriva come Boselli, ci mancherebbe, solo che il suo stile, a mio modesto parere, non è affatto G. L. Bonelliano. Inoltre da come lo dici parrebbe che appartenere alla scuola dei D'Antonio, Berardi e Boselli sia un titolo di demerito mentre per me è vero esattamente il contrario. :inch: Detto questo, cari Ymalpas e Capelli d'Argento, a me pare che voi tendiate a privilegiare la forma sulla sostanza. Per realizzare una buona storia di Tex non basta inserirci una certa quantit? di "Peste", "Vecchio Cammello "Bistecche e patatine" ed altri rassicuranti cllich?, ci vuole anche la sostanza, quella sostanza che ho trovato e non dubito di trovare ancora nelle storie di Manfredi, così come la trovo (diversamente da voi) in quelle di Boselli. Resta il fatto il fatto che Manfredi non appartiene alla scuola di G. L. Bonelli e non scrive come G. L. Bonelli. il giorno che smetterete di guardare il dito e vi accorgerete della luna allora ne riparleremo. P. S. certe affermazioni di Capelli d'Argento mi fanno temere che questo possa diventare, quali che fossero le reali intenzioni di chi lo ha aperto, un altro topic di attacco a Mauro Boselli ed io mi rifiuto di farmi trascinare nel giochino. Chiariamo subito quindi: che per me il peggior Boselli è comunque superiore al miglior Nizzi, che uno dei miei rimpianti è che Gino D'Antonio non abbia accettato di scrivere Tex sin dal 1980 quando gli fu proposto la prima volta, che secondo me Manfredi dovrebbe scrivere Tex più spesso e dovrebbe farlo anche Berardi. Detto questo, vi saluto. :colt: Modificato da Carlo Monni
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Speriamo davvero che non si trovino nuovi spunti per attaccare qualsivoglia sceneggiatore o disegnatore! Non sarebbe giusto, e se c'è questa tendenza dovremmo cercare di allontanarcene perchè comunque sia ognuno di essi ha dato qualcosa di buono; ciò non toglie che i nostri gusti individuali ci portino più verso l'uno che verso l'altro. Io mi rendo sempre più conto che Bonelli padre non c'è più e non si può dopotutto cercare in un altro autore, con altre caratteristiche, la pedissequa imitazione dell'originale. No, questo no (magari riuscirebbe pure male!). Ma mi chiedo: siamo proprio sicuri che bistecche e patatine, vecchi cammelli e sganassoni, peste e corna e pendagli da forca, non facciano proprio parte della sostanza di Tex? Dopotutto, se diversi lettori non proprio di recentissima generazione ricordano dei vecchi tempi non solo le trame e gli scioglimenti delle stesse, ma anche quello che potrebbe sembrare semplice contorno, vuol dire che contorno o no faceva parte del piatto, e che il piatto senza questo condimento non sarebbe stato lo stesso, anche se cucinato con innegabile perizia e magari con ingredienti raffinati.

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Avevo deciso di non intervenire in questa discussione, ma visto che sostanzialmente sono stato tirato in causa, non potevo esimermi da un breve, mi auguro, intervento...

E invece hai fatto benissimo ad intervenire, perchè scrivi cose sempre accettabili sul piano contenutistico anche se le idee non sono sempre condivisibili. E' sempre un piacere leggerti.

Qualche giorno fa ho letto di Manfredi come di un autore che alla lunga potrebbe, con le sue storie texiane, spiazzare più di un "tradizionalista". Spieghiamo meglio questa uscita. Secondo questa tesi che per carit? gode di tutta la sua legittimit? dal momento che dello scrittore finora si è letto poco, Manfredi, che nel mondo del fumetto è una personalit?, finir? inevitabilmente anche su Tex con l'avvicinarsi alla scuola dei Boselli, Berardi, D'Antonio. Che non è quella così peculiare di Gianluigi Bonelli. Questa affermazione mi ha fatto storcere il naso.

Quest'affermazione è mia e la rivendico con orgoglio. Mi dispiace, caro Ymalpas, che ti abbia fatto storcere il naso, ma così stanno le cose. -_nono
Storcere il naso è un modo di dire, mi piace usare un linguaggio colorito :indianovestito: . Detto questo, sono stato a lungo a pensare se fare una citazione vera e propria oppure riportare il contenuto così come lo ricordavo, in maniera anonima, perchè era l'idea in se ad essere interessante e a prestarsi ad un'ampia discussione. Per il resto il topic nasce da una triplice influenza, tra cuii un messaggio letto su TWo e uno sul forum di Baci&Spari.

Di certo non ho mai inteso affermare che Manfredi scriva come Boselli, ci mancherebbe, solo che il suo stile, a mio modesto parere, non è affatto G. L. Bonelliano. Inoltre da come lo dici parrebbe che appartenere alla scuola dei D'Antonio, Berardi e Boselli sia un titolo di demerito mentre per me è vero esattamente il contrario. :inch:

Ma no, assolutamente no. però Tex è una creatura GlBonelliana e il modello di riferimento deve essere Bonelli. Nessuno poi contester? certe aperture ( vedi che sono d'accordo su Lena e Donna ) ma bisogna stare molto attenti anche alla forma.

Detto questo, cari Ymalpas e Capelli d'Argento, a me pare che voi tendiate a privilegiare la forma sulla sostanza. Per realizzare una buona storia di Tex non basta inserirci una certa quantit? di "Peste", "Vecchio Cammello "Bistecche e patatine" ed altri rassicuranti cllich?, ci vuole anche la sostanza, quella sostanza che ho trovato e non dubito di trovare ancora nelle storie di Manfredi, così come la trovo (diversamente da voi) in quelle di Boselli. Resta il fatto il fatto che Manfredi non appartiene alla scuola di G. L. Bonelli e non scrive come G. L. Bonelli. il giorno che smetterete di guardare il dito e vi accorgerete della luna allora ne riparleremo.

Qui risponde per me Cheyenne, quoterei tutto il suo ultimo messaggio.

P. S. certe affermazioni di Capelli d'Argento mi fanno temere che questo possa diventare, quali che fossero le reali intenzioni di chi lo ha aperto, un altro topic di attacco a Mauro Boselli ed io mi rifiuto di farmi trascinare nel giochino.

Il rischio di essere tendenziosi è concreto. Però è difficile parlare di Tex senza tirare in ballo anche Mauro Boselli, ora che è diventato il numero uno della testata. Non è un giochino comunque e ci mancherebbe. Scrive Francesco Bosco sul forum di B&S:

Boselli è un eccellente autore, forse il migliore che abbiamo per i fumetti in questo momento in Italia, detto e scritto su B&S, ..., ma Boselli credo si aspetti delle critiche alle sue storie di Tex quando questo sono motivate

Perchè non riconoscere che probabilmente Mauro Boselli oggi è il più importante autore di fumetti in Italia ma non rinunciare a delle critiche motivate è Suggerirgli altre possibili soluzioni narrative, riportare alla sua attenzione il fatto che i lettori di Tex guardano anche fin troppo alla forma, può essere utile è O sono critiche sterili perche Mauro non accetter? mai di mettersi in gioco e riconoscere la validit? di alcune nostre rivendicazioni è Io non credo, vedo in Boselli un nostro attento lettore.

Chiariamo subito quindi: che per me il peggior Boselli è comunque superiore al miglior Nizzi

Qui Carlo dici una cosa sulla quale sono in molti a non essere d'accordo. Per me il miglior Nizzi vale il miglior Boselli. E' il peggiore Boselli ad essere superiore all'ultimo Nizzi.

che uno dei miei rimpianti è che Gino D'Antonio non abbia accettato di scrivere Tex sin dal 1980 quando gli fu proposto la prima volta, che secondo me Manfredi dovrebbe scrivere Tex più spesso e dovrebbe farlo anche Berardi. Detto questo, vi saluto. :colt:

Due autori che hanno fatto bene nella loro unica prova su Tex. Io avrei dato qualche possibilità in più anche a Canzio e Medda. Per tacere di Civitelli, che come soggettista è stato a dir poco eccellente.
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P. S. certe affermazioni di Capelli d'Argento mi fanno temere che questo possa diventare, quali che fossero le reali intenzioni di chi lo ha aperto, un altro topic di attacco a Mauro Boselli ed io mi rifiuto di farmi trascinare nel giochino.

Tranquillo Carlo, tranquillo... >:azz:

Nessun "giochino", nessuno che ti trascini.... >:azz:
Su questo topic i miei interventi su Boselli non proseguiranno oltre questo post. :old:

P. S.: concordo anch'io, con quanto scritto da Cheyenne, sull' uso ( molto, molto parsimonioso da parte di Boselli ) di certe tipiche espressioni texiane. Fanno parte del personaggio Tex. Punto e basta. Se un autore non riesce ad adattarsi a certo tipo di linguaggio non è colpa sua, ma glielo si puo', cortesemente, far notare è O no è :old:
Hasta lu?go, Carlo. :trapper:

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Perchè non riconoscere che probabilmente Mauro Boselli oggi è il più importante autore di fumetti in Italia ma non rinunciare a delle critiche motivate è Suggerirgli altre possibili soluzioni narrative, riportare alla sua attenzione il fatto che i lettori di Tex guardano anche fin troppo alla forma, può essere utile è O sono critiche sterili perche Mauro non accetter? mai di mettersi in gioco e riconoscere la validit? di alcune nostre rivendicazioni è Io non credo, vedo in Boselli un nostro attento lettore.

Anche io credo che Boselli ci legge con attenzione e, almeno fino a un certo punto, cerca di "adeguarsi"- non per vilt?, sia chiaro, ma per il semplice fatto che noi siamo il suo pubblico e, nei limiti del possibile (!),? tenuto ad accontentarci . E io credo che Boselli si sia molto "classicizzato" (della classicit? del secondo centinaio) negli ultimi tempi. Per esempio, proprio "La valle degli dei", albo tanto criticato per scarsa texianit?, non ha abbondantemente accontentato la richiesta di questo topic, nella scena del dialogo scherzoso tre Tex,Tiger e Laredo che verte sul significato della tipica espressione texiana "vecchio cammello"?
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Chiariamo subito quindi: che per me il peggior Boselli è comunque superiore al miglior Nizzi

Qui Carlo dici una cosa sulla quale sono in molti a non essere d'accordo. Per me il miglior Nizzi vale il miglior Boselli. E' il peggiore Boselli ad essere superiore all'ultimo Nizzi.
Vero che più vero non si può! ::evvai:: :trapper: :capoInguerra:
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Avevo deciso di non intervenire in questa discussione, ma visto che sostanzialmente sono stato tirato in causa, non potevo esimermi da un breve, mi auguro, intervento...

E invece hai fatto benissimo ad intervenire, perchè scrivi cose sempre accettabili sul piano contenutistico anche se le idee non sono sempre condivisibili. E' sempre un piacere leggerti.


Beh... grazie. Come vedi, sollecitando la mia vanit?, hai ottenuto di farmi rispondere ancora una volta. :lol2:
Incidentalmente posso dire lo stesso di te, perlomeno la maggior parte delle volte (non ti nascondo che certi tuoi interventi un p? velenosi sul topic di "Caccia infernale" e su quello di Boselli mi avevano sorpreso ed irritato, poi, per fortuna ti sei chiarito).

Qualche giorno fa ho letto di Manfredi come di un autore che alla lunga potrebbe, con le sue storie texiane, spiazzare più di un "tradizionalista". Spieghiamo meglio questa uscita. Secondo questa tesi che per carit? gode di tutta la sua legittimit? dal momento che dello scrittore finora si è letto poco, Manfredi, che nel mondo del fumetto è una personalit?, finir? inevitabilmente anche su Tex con l'avvicinarsi alla scuola dei Boselli, Berardi, D'Antonio. Che non è quella così peculiare di Gianluigi Bonelli.


Questa affermazione mi ha fatto storcere il naso.



Quest'affermazione è mia e la rivendico con orgoglio.
Mi dispiace, caro Ymalpas, che ti abbia fatto storcere il naso, ma così stanno le cose. -_nono


Storcere il naso è un modo di dire, mi piace usare un linguaggio colorito :indianovestito: . Detto questo, sono stato a lungo a pensare se fare una citazione vera e propria oppure riportare il contenuto così come lo ricordavo, in maniera anonima, perchè era l'idea in se ad essere interessante e a prestarsi ad un'ampia discussione. Per il resto il topic nasce da una triplice influenza, tra cuii un messaggio letto su TWo e uno sul forum di Baci&Spari.

Di certo non ho mai inteso affermare che Manfredi scriva come Boselli, ci mancherebbe, solo che il suo stile, a mio modesto parere, non è affatto G. L. Bonelliano.

Inoltre da come lo dici parrebbe che appartenere alla scuola dei D'Antonio, Berardi e Boselli sia un titolo di demerito mentre per me è vero esattamente il contrario. :inch:


Ma no, assolutamente no. però Tex è una creatura GlBonelliana e il modello di riferimento deve essere Bonelli. Nessuno poi contester? certe aperture ( vedi che sono d'accordo su Lena e Donna ) ma bisogna stare molto attenti anche alla forma.


Su questo punto differiamo almeno in parte, anche se sospetto che la differenza possa essere soprattutto sull'interpretazione. Se quando parli di forma, tu intendi che Tex dovrebbe agire in un certo modo ed usare certe espressioni quando parla, allora possiamo essere d'accordo, ma se intendi che gli autori dovrebbero usare lo stesso stile di scrittura di G. L. Bonelli, con i suoi tempi, il suo uso delle didascalie ecc... allora non ci siamo. A mio parere ognuno ha diritto di scrivere secondo le sue inclinazioni ed il suo stile, a me basta che non stravolga i personaggi.
Del resto, caro Ymalpas, non ti sei accorto che Manfredi ha uno stile diverso da quello di GLB, uno stile fatto di narrazione serrata, rapidi cambi di scena e praticamente nessun uso delle didascalie, oppure eri troppo assorto a gustarti i "Tizzone d'Inferno" e l'ordinazione di bistecche per accorgertene?

Detto questo, cari Ymalpas e Capelli d'Argento, a me pare che voi tendiate a privilegiare la forma sulla sostanza. Per realizzare una buona storia di Tex non basta inserirci una certa quantit? di "Peste", "Vecchio Cammello "Bistecche e patatine" ed altri rassicuranti clich?, ci vuole anche la sostanza, quella sostanza che ho trovato e non dubito di trovare ancora nelle storie di Manfredi, così come la trovo (diversamente da voi) in quelle di Boselli. Resta il fatto il fatto che Manfredi non appartiene alla scuola di G. L. Bonelli e non scrive come G. L. Bonelli.

il giorno che smetterete di guardare il dito e vi accorgerete della luna allora ne riparleremo.


Qui risponde per me Cheyenne, quoterei tutto il suo ultimo messaggio.


Ah ma io non contesto certo l'uso di certe espressioni o situazioni. Contesto (ed anche molto vigorosamente) la loro riduzione a clich? ed il fatto che siano considerati da qualcuno paradigmi della texianita che devono essere presenti in ogni storia perchè sia considerata texiana.

P. S. certe affermazioni di Capelli d'Argento mi fanno temere che questo possa diventare, quali che fossero le reali intenzioni di chi lo ha aperto, un altro topic di attacco a Mauro Boselli ed io mi rifiuto di farmi trascinare nel giochino.


Il rischio di essere tendenziosi è concreto.


Molto concreto, purtroppo.

Però è difficile parlare di Tex senza tirare in ballo anche Mauro Boselli, ora che è diventato il numero uno della testata.


Questo è ovvio. Ma se certo non mi aspetto che ci sia consenso unanime sulle sue storie (e del resto ho sempre trovato noioso, per così dire, che tutti abbiano le stesse idee), però mi piacerebbe che non ci si muovesse sulla scorta di veri e propri pregiudizi (come a mio parere accade a quelli di baci & Spari, dove ho letto critiche a Boselli qualunque cosa facesse).


Non è un giochino comunque e ci mancherebbe.


Bene, mi fa piacere saperlo. resta il fatto che se qualunque altro utente approfitter? di questo spazio per lanciarsi nel solito pistolotto sulla non centralit? di Tex nelle storie di Boselli e similia, io mi asterr? dalla polemica.

Scrive Francesco Bosco sul forum di B&S:

Boselli è un eccellente autore, forse il migliore che abbiamo per i fumetti in questo momento in Italia, detto e scritto su B&S, ..., ma Boselli credo si aspetti delle critiche alle sue storie di Tex quando questo sono motivate


Perchè non riconoscere che probabilmente Mauro Boselli oggi è il più importante autore di fumetti in Italia ma non rinunciare a delle critiche motivate è Suggerirgli altre possibili soluzioni narrative, riportare alla sua attenzione il fatto che i lettori di Tex guardano anche fin troppo alla forma, può essere utile è O sono critiche sterili perche Mauro non accetter? mai di mettersi in gioco e riconoscere la validit? di alcune nostre rivendicazioni è Io non credo, vedo in Boselli un nostro attento lettore.


Ma è chiaro che le critiche costruttive sono necessarie, anzi indispensabili. Gli autori è bene che siano criticati e si mettano in gioco. Gli Yes Men e gli adulatori fanno più male che bene. Mi pare, però, legittimo che l'autore stesso ritenga che non tutte quelle critiche siano fondate.

Chiariamo subito quindi: che per me il peggior Boselli è comunque superiore al miglior Nizzi


Qui Carlo dici una cosa sulla quale sono in molti a non essere d'accordo. Per me il miglior Nizzi vale il miglior Boselli. E' il peggiore Boselli ad essere superiore all'ultimo Nizzi.


Preciso: io non metto in dubbio il valore delle storie del primo Nizzi, è solo che preferisco lo stile narrativo di Boselli a quello di Nizzi. Tutto qui.

che uno dei miei rimpianti è che Gino D'Antonio non abbia accettato di scrivere Tex sin dal 1980 quando gli fu proposto la prima volta, che secondo me Manfredi dovrebbe scrivere Tex più spesso e dovrebbe farlo anche Berardi.

Detto questo, vi saluto. :colt:


Due autori che hanno fatto bene nella loro unica prova su Tex. Io avrei dato qualche possibilità in più anche a Canzio e Medda. Per tacere di Civitelli, che come soggettista è stato a dir poco eccellente.


Qui il discorso è diverso per ciascuno di loro: Canzio si è ritirato volontariamente, Medda è stato praticamente allontanato e per quel che riguarda Civitelli... io gli avrei dato anche la possibilità di sceneggiare una storia tutta sua.

Davvero non capisco questa idiosincrasia di Sergio Bonelli verso gli sceneggiatori/disegnatori, idiosincrasia che peraltro pare limitata solo a Tex. Perchè Paolo Morales può scrivere storie di Martin Mystere anche non disegnate da lui, Gigi Simeoni può scrivere e disegnare storie di Nathan Never e regalarci veri e propri capolavori nei Romanzi a Fumetti, Carlo Ambrosini ha avuto una serie ed una miniserie tutte per lui ma ad un disegnatore di Tex questo non è concesso?
Per carit?, magari il disegnatore in questione potrebbe anche non saper sceneggiare, ma perchè escludere la possibilità a priori?

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.. per quel che riguarda Civitelli... io gli avrei dato anche la possibilità di sceneggiare una storia tutta sua. Davvero non capisco questa idiosincrasia di Sergio Bonelli verso gli sceneggiatori/disegnatori, idiosincrasia che peraltro pare limitata solo a Tex.

Condivido in pieno. ::evvai:: Hai visto, Carlo, che, una volta tanto, siamo d'accordo ?! _ahsisi :trapper:
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Ah ma io non contesto certo l'uso di certe espressioni o situazioni. Contesto (ed anche molto vigorosamente) la loro riduzione a clich? ed il fatto che siano considerati da qualcuno paradigmi della texianita che devono essere presenti in ogni storia perchè sia considerata texiana.

Why notò _ahsisi

Il clich?, piaccia o no, esiste. Esiste il clich? del genere, nel senso che in un western (e Tex è ancora un western, spero) c'è il pistolero con cinturone a vita bassissima che usa frequentemente la colt - in bene o in male; c'è il cowboy che rincorre e cattura al lazo un capo di bestiame; c'è l'indiano che dice woah e lancia urla di guerra. Ci sono i personaggi fissi che indossano sempre gli stessi indumenti (meno male che non esistono gli albi "a odori" :P ). Tex è un pistolero con camicia gialla e foulard nero, tiratore pressoch? infallibile, dotato di senso dell'umorismo e sano appetito, e veloce nelle decisioni e nelle azioni. Capisco che avendo ormai la sua quarantina non possa più sfasciare locali come a vent'anni, capisco che sia diventato un po' più riflessivo, ma non si può cancellare tutto ciò che lo ha portato ad essere Tex, e che - ripeto - è rimasto nel cuore e nel sangue dei texiani della prima ora non a caso.
Senza pretendere un "sangue di Giuda!" o un pranzo a bistecche ogni due pagine, la presenza di qualcuno di questi punti chiave non toglierebbe nulla alla tanto desiderata innovazione (per la cronaca, io non ne sento tutto questo bisogno, ma a quanto pare è necessaria, quindi mi sacrifico per la causa :D ), e rallegrerebbe molti lettori :trapper:

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  • Rangers

E' già stato detto tanto, ma provo a buttare già qualche spunto anch'io. Di Manfredi (su Tex) purtroppo abbiamo letto pochissimo per poter giudicare se le sue storie siano intrise di tradizione o di modernit?!!Io poi purtroppo non lo conosco nemmeno per la sua serie giudicata da molti "Capolavoro", ossia Magico Vento!!Nella sua citata storia sulla regolare ("La Grande Sete" appunto) ha comunque fatto un ottimo lavoro di recupero. Recupero di quel linguaggio Bonelliano e di quei piccoli momenti di divertimento, o comunque di semplici momenti di tranquillit?, tra i due inseparabili pards!!Storia tradizionale per gli spunti indicati da Ymalpas, ma moderna per il taglio (anche politico) che l'autore è riuscito a dare. Però sarebbe ingiusto (imho) fare il solito confronto con Boselli o altri autori, anche perchè ogni storia dovrebbe avere un giudizio a parte. Boselli ormai è diventato quello che scrive di più sulla serie, mentre Manfredi ha scritto davvero pochissimo e ha l'aria di voler scrivere solo qualche storia ogni tanto. Detto questo dobbiamo secondo me tener conto anche del fatto che tutti quei "clich?" che tanto usava GLB e tanto hanno reso famoso il nostro Tex, nelle storie di Nizzi in alcuni casi si è giunti all'abuso e alla saturazione, rendendo bistecche, patatine, peste e pessimismo di Carson.... insopportabili ai più, perchè appunto troppo ripetitivi!In qualche modo (sempre imho e non voglio fare l'avvocato difensore di questo o quello) Borden ha cercato di slegarsi dallo stile Nizziano e non più Bonelliano (sempre GL) che stava prendendo una strada pericolosa: quella della ripetitivit?!Non entro nel merito se Borden abbia seguito o meno la giusta via, di certo Manfredi è riuscito dopo anni a riportare un p? di "freschezza Bonelliana", grazie ad un recupero "storico" di alcuni elementi!Però tornando a quello che dicevo prima, Manfredi ha scritto troppo poco per poter essere giudicato!Però se diventasse lui il "timoniere" della serie, continuerebbe a seguire questa via?Oppure comincierebbe a "tagliare" le storie con il suo stile e la sua tecnica, abbandonando o comunque limitando questi clich? e linguaggiàForse molto più tradizionalista Faraci di Manfredi? :trapper:

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