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TWF - Tex Willer Forum

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  1. Today
  2. Letizia

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Se io dovessi tradurre in inglese "cavaliere pallido" (con l'aggettivo pallido che assume i vari significati, tipo non abbronzato, smunto, malandato, smorto, debole ecc.), avrei delle serie difficoltà a non usare la traduzione "pale rider".
  3. joe7

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Il nome originale del film "Cavaliere pallido" è "Pale Rider", quindi la traduzione è corretta. Solo che non è corretta la citazione biblica del film. Riprendo dal post di Diablero: "And I looked, and behold a pale horse: and his name that sat on him was Death, and Hell followed with him." Cioè: "Io guardai e vidi un cavallo pallido; e il nome di chi era su di lui era la Morte, e l'Inferno lo seguiva". L'errore è proprio nel termine "pallido": la versione originale parla di cavallo verdastro, nella versione greca glaukos, cioè glauco, cioè un colore che va dal blu al verdognolo. Ma non è certo un colore "pallido". Inoltre, "pallido" è un aggettivo, non un colore, e indica una tonalità del colore. Un uomo pallido, per esempio, ha sempre la sua colorazione rosa-carne, ma più chiara, pallida appunto. Il nostro Clint nel film cavalca un cavallo bianco, non certo "pallido", e il cavaliere della Morte nell'originale non cavalcava un cavallo bianco: cosa impossibile, tra l'altro, perchè il bianco, nella tradizione cristiana, è un colore positivo, simbolo di purezza e bontà. Simbolo del bene, in sostanza. Uno solo, dei Quattro Cavalieri dell'Apocalisse, porta il cavallo bianco, ed è il primo, l'unico che tradizionalmente è presentato con tratti positivi: è associato a Cristo, che fa giustizia. Ma, nella Riforma protestante (ricordate che la Bibbia letta nel film è una bibbia protestante, non cattolica) si è voluto associare il primo cavaliere con una realtà negativa, per rendere omogeneità al quartetto. Il cavallo rosso, per tradizione, rappresenta la guerra; il cavallo nero la carestia; il cavallo verdognolo la morte. Simboleggiano la giustizia divina contro i malvagi e la protezione verso i buoni (il fatto che il primo cavallo sia quello bianco e il cavaliere sia Cristo, indica il dominio del Bene su ogni circostanza avversa). Tornando al film e alla citazione biblica: come si vede, contiene un errore, chiamando "pallido" il cavallo, anzichè verdognolo, fino a coinvolgere in questo modo tutto il film e il titolo stesso del film. Le Bibbie protestanti, infatti, spesso contengono errori di traduzione, perchè chi le ha redatte non era molto ferrato in teologia.
  4. Diablero

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Anche nel film, Eastwood non è mica pallido... è il suo cavallo che è bianco. E il titolo è "Pale Rider", non "rider on a pale horse"...
  5. Carlo Monni

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Premesso che tecnicamente l'Apocalisse fa parte del Nuovo Testamento, credo che solo gli anglosassoni abbiano fatto la traslazione da cavallo pallido a cavaliere pallido. Nel testo, in qualsiasi lingua sia stato tradotto, non si fa proprio cenno all'aspetto del cavaliere. E difatti mentre vedevo questa scena proprio a Tex pensavo. Quante volte ho visto scene simili nelle sue storie? La differenza più rilevante con il vero Tex è che Eastwood non parla mai.
  6. Diablero

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Puoi anche fidarti, ma non ti fai descrivere il posto? Non ci fai un sopralluogo? Affido donne e bambini alla prima idea di un montanaro che non è certo un esperto di sparatorie? Nessuno dei pard va nemmeno a vedere se è un posto sicuro? Ricordiamo poi che il luogo è VICINISSIMO al paese ("2 ore" a cavallo, in montagna e su una pista che non conoscono, pagina 111), quindi pochi km, mica è una vastità sperduta. E le portano "al vecchio campo", quindi un luogo NOTO anche agli abitanti del paese e con piste battute che arrivano fino a lì (infatti ci arrivano CON DEI CARRI in UN ORA, praticamente sono attaccati al paese... che "sicurezza" possono avere? Che "posto sicuro" è un posto noto a tutti, perfettamente raggiungibile e in mezzo alla strada, praticamente attaccato al villaggio... ma giusto quel poco "fuori dalle difese" per essere totalmente indifeso... No, dai, non cerchiamo giustificazioni: è una storia di Nizzi, Tex DOVEVA fare almeno una figura da piccione e DOVEVA essere salvato da qualcuno, e senza l'intervento di quel qualcuno doveva essere chiaro che sarebbe stato sonoramente sconfitto... avviene in tutte le storie di Nizzi, se non era il villaggio era un altra cosa, ma che Tex avrebbe messo in pericolo tutti con una figura da piccione era OVVIO: quando mai non succede, nelle storie di Nizzi? Notare anche una cosa: Nizzi ha plagiato "il cavaliere pallido" per quasi tutta la storia, ma DA SUBITO ha cambiato il rapporto fra padre e figlio, praticamente solo per fargli salvare Tex alla fine (e quindi io, che conosco i miei polli, a vedere un vecchio quasi immobilizzato ho subito capito "ah, ecco chi salverà Tex". Di solito è banalissimo capirlo nelle storie di Nizzi). E al contempo, mentre Clint Eastwood nel film è un giustiziere implacabile... TIPO TEX, e non fa errori da piccione... qui Nizzi li inserisce. È la discrepanza maggiore fra le due storie (la sotto-trama incestuosa viene appiccicata chiaramente solo a storia iniziata, e occupa pochissime pagine, risultando praticamente ininfluente): Nizzi, in totale crisi di idee da anni (tanto che, dice lui stesso, NON HA PIÙ INVENTATO UN SOGGETTO ORIGINALE DAL 1994), prende un film di Eastwood da copiare. E visto il ruolo di Eastwood nei suoi film, con piccole modifiche sarebbe adattissimo a Tex (non lo rendi più un prete, fai arrivare quattro persone, la sottotrama con la ragazzina la fai con kit), con una bella "sfida finale" in pieno paese. Ma no. Il resto (la trama, i montanari, il fiume, le macchine, etc.) vanno bene. Ma un Tex infallibile che risolve il problema è INTOLLERABILE per Nizzi. E infatti, si crea subito il "personaggio che salverà Tex" modificando da subito il cast, poi si inventa lo spostamento delle donne che nel film NON avviene (anzi, nel film ci provano a prendere UNA ragazzina prigioniera... E Clint Eastwood gli fa subito capire che non è una buona idea!), per far perdere Tex... La cosa più incredibile di queste storie, rileggendole, è che io non abbia smesso di comprare Tex dopo le prime 20 storie consecutive che lo ridicolizzavano, e anzi abbia proseguito anni a pagare per "storie appassionanti" () come questa... P.S.: ecco cosa succede nel film originale quando cercano di catturare una ragazza (e si vede anche quanto "romanticismo" ci sia fra i due ragazzi della prima scena, nella storia originale... Andava tolta, assolutamente inadatta per una trama di Nizzi: Tex deve fare continue da piccione incapace, mica salvare ragazze in pericolo...
  7. Laramie

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Ok, riformulo: Tex propone di spostare donne e bambini da un'altra parte, ed è una mossa intelligente, ma la scelta del posto è dei minatori. E lui cosa può fare? È arrivato nella valle da due giorni, questi vivono lì da una vita, anche io mi sarei fidato Poi magari sbaglierò, ma a una certa è palese che Nizzi ha architettato tutto lo spostamento in funzione della scena madre finale, e in un certo senso ci sta che vengano catturati per esigenze di trama, però ecco, magari spedirli direttamente in bocca al nemico è stato un po' eccessivo... Comunque ok per "Il cavaliere pallido", vedrò di riprenderlo in mano. Ho in mente una sola scena, sempre che non mi stia sbagliando, quella di lui, da poco arrivato nella vallata, che taglia della legna di mattina presto. MñIn generale me lo ricordo come un western atipico, quasi filosofico.
  8. Ieri
  9. Diablero

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    La Bibbia è in Inglese, questo non lo sapevo. la Bibbia non so, ma il film è in inglese, e la citazione è in Inglese... (oltretutto, anche l'abitudine di chiamare il cavaliere - la morte - sul CAVALLO pallido, come "Pale Rider" è solo in inglese, non mi pare che in Italia ci sia l'abitudine di chiamare la morte "il cavaliere pallido", mentre "Pale Rider" per un americano è ovvio che si riferisca alla morte...)
  10. Carlo Monni

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    La Bibbia è in Inglese, questo non lo sapevo. La traduzione ufficiale CEI recita: "Ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l`Inferno." Presumo che le diverse traduzioni del colore dipendano dal fatto che nell'originale l'aggettivo era glaukos che ha entrambi i significati, tra gli altri
  11. Diablero

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    In effetti, anche se quel pezzo della Bibbia (per la precisione, dell'Apocalisse) viene citato nella scena in cui il cavaliere arriva nella comunità oppressa... "And I looked, and behold a pale horse: and his name that sat on him was Death, and Hell followed with him." ...il titolo agli spettatori italiani faceva venire in mente più un cavaliere poco abbronzato che non la citazione biblica della Morte come ultimo cavaliere dell'Apocalisse! (I titolisti italiani sono così, ti stravolgono il 99% dei titoli sostituendoli con frasi insensate, tipo "2002 la seconda odissea" al posto di "silent Running", poi quando la traduzione letterale potrebbe essere fuorviante usano quella... ) Ecco comunque com'era la scena dell'aggressione in paese nel film: https://www.youtube.com/watch?v=eyjrUAimzZg
  12. Magic Wind

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Piu che altro è una sorta di remake non dichiarato de Il cavaliere della valle solitaria (e si anche un’ulteriore evoluzione del personaggio dello "straniero senza nome", che da fantasma vendicatore assume una dimensione ancora più astratta e metafisica, apparendo come uno dei 4 cavalieri dell'Apocalisse se non quasi come l’incarnazione di Dio in persona).
  13. Diablero

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Ehmm.... Eh, sì, la sterzata "romantica" non ha alcun senso. È evidente che quando ha scritto la prima scena Nizzi non ci aveva ancora pensato, e poi non si è preoccupato di correggere la scena iniziale per dargli un senso... D'altronde è una delle pochissime cose nella storia che NON C'ERANO nel film di Eastwood (nel film non sono parenti e più avanti tenta di stuprarla...), quindi è ovvio che è stata aggiunta "in corso d'opera", forse per sfruttare Milazzo come dici, forse per allungare il brodo, vallo a sapere... Merita come merita tutto Eastwood, ma non è fra i migliori: riprende il tema di High Plain Drifter (auto-plagio?) ma in maniera meno "feroce", e entrambi i film servono per ripresentare il suo personaggio dello "straniero senza nome" in una maniera adatta per il pubblico americano (da qui i toni biblici). Come regista poi ha fatto di meglio, ma fra i western dell'epoca è fra i migliori: e dopotutto, Clint a fare lo Straniero Senza Nome merita sempre...
  14. Ultima settimana
  15. juanraza85

    [678/679] Jethro!

    Sono tornato questo pomeriggio a rileggere, a distanza di anni, questa storia, che idealmente a me piace considerare la terza e - almeno per ora - ultima parte di quella sorta di trilogia a suo tempo intrapresa con La grande invasione. I miei ricordi erano più che positivi, e la rilettura non ha potuto che riconfermarli in toto, aiutandomi anzi a coglierne ed apprezzarne ulteriori sfumature, su tutte la superlativa valorizzazione della figura di Jethro da parte di Boselli, abilissimo nello scandagliarne la personalità e riproporla lungo le pagine, al punto da ergerlo di fatto - e con pieno merito - a vero e proprio coprotagonista dell'albo al pari di Tex (assai significativa, in tal senso, la scelta di fare rievocare direttamente a lui le drammatiche circostanze che anni prima lo videro coinvolto al fianco di Tex e Glenn Corbett poco dopo la fine della scorreria dei Comanches). La raffigurazione che Boselli fa dell'ex galeotto di colore, infatti, non solo compensa alla grande il limitato approfondimento del suo personaggio nella sua precedente apparizione, ma inoltre ne illustra compiutamente l'indole al contempo orgogliosa ma al contempo non avventata, desiderosa di giustizia per la morte della prima moglie ma non disposta a perseguire una vendetta cruenta e fine a sé stessa, così come non disposta a chinare la testa e rassegnarsi alla mentalità iper razzista del natìo Mississippi (assai ben riuscita, a tal proposito, la contestualizzazione della vicenda in una tale atmosfera, che fornisce un esauriente affresco del Sud nell'immediato dopoguerra). Relativamente in ombra rispetto alla precedente apparizione, invece, l'ex jayhawker Glenn Corbett, di cui comunque è ben illustrato il carattere sempre focoso ed ancora in via di "assestamento" dopo la grazia ricevuta per i meriti acquisiti contro i Comanches a Fort Quitman: lungi dall'essere diventato un agnellino (il che, d'altronde, oltre a risultare stucchevole avrebbe pressoché rovinato il personaggio), si contraddistigue per un temperamento tendenzialmente impulsivo e violento, oltre ad una spietatezza di fondo nei confronti dell'avversario, seppur al netto di una nobiltà d'animo che sovente emerge. Tex, dal canto suo, è il leader incontrastato dell'inconsueto terzetto, sempre pronto a correre rischi ed a cacciarsi nei guai per il bene di un amico, o di chiunque sia in difficoltà, e sempre in grado di trovare una soluzione a qualsiasi inconveniente, persino nel frangente in apparenza più inestricabile. Lo dimostra ampiamente, dapprima decidendo di sobbarcarsi una lunga e faticosa trasferta sin nel lontano Mississippi, ed una volta sul posto adoperandosi con determinazione affinché Jethro abbia piena giustizia degli assassini del fratello e della prima moglie, vigliacchi della peggior specie che, sotto il travestimento tanto inquietante quanto teatrale da "klansmen", si mostrano per quel che sono, feccia razzista inconsistente e capace di commettere prepotenze solo a danno di persone inermi senza neanche mostrare i propri volti (altro che le scemenze del capo Doc Bean, secondo il quale i lenzuoli rappresenterebbero le anime dei patrioti sudisti morti per la causa secessionista), non a caso caratterizzati con sufficienza dal Bos. Più interessante ed accurata la caratterizzazione di Landon Stevens, in realtà il vero nemico, assai teatrale nell'ostentare volontà di riappacificazione con Jethro ma non così abile da ingannare Tex e compagni, abili a rintuzzare il suo tentativo di farli fuori (prendendo vigliaccamente in ostaggio la bella Mary). E, pur nella brevità dell'epilogo contro la marmaglia guidata diversi anni dopo da Isaac Crane contro Jethro nello Utah (dove l'ex schiavo si era nel frattempo trasferito), Tex riesce a fare la sua bella figura correndo coi pards in aiuto del vecchio amico e sventando con facilità l'attacco ordito ai suoi danni. Assai felice anche la scelta di assegnare i disegni di una storia dai contenuti e dai contorni così rudi a Mastantuono, il cui tratto ne esalta ulteriormente l'atmosfera pesante, per quanto personalmente non riesco proprio a farmi piacere la sua rappresentazione di Corbett, estremamente diversa dall'originale di Marcello.
  16. Black Jim

    [Tex Willer N.67/69] El Diablo

    Sì, scusate, temo di aver fatto confusione: dopo una correzione avrebbero dovuto essere due immagini con relativi commenti e invece sono tre...
  17. frank_one

    [Tex Willer N.67/69] El Diablo

    Interessante! QUESTO è quello che devono fare queste riproposizioni. Anche se così si perderà un po' l'effetto sorpresa che aveva l'introduzione improvvisa di Florecita nell'originale. Curiosissimo di vedere cosa ci proporrà Boselli.
  18. Carlo Monni

    [Tex Willer N.67/69] El Diablo

    Infatti è stata aggiunta tutta la parte di Florecita che nella storia originale non c'era
  19. Mister P

    [Tex Willer N.67/69] El Diablo

    Black Jim, impara a postare.
  20. Quelli già presenti nella storia originale ovvero: lo sceriffo ed il postiglione della diligenza sono basati sugli attori che interpretavano quei ruoli in "Ombre rosse "ed ovviamente è una citazione anche Tex che spara dal tettuccio della diligenza.
  21. Quali? È decisamente tanto che non rivedo quel film.
  22. Black Jim

    [Tex Willer N.67/69] El Diablo

    Molto bella, ma la scurirei ancora un po', ma è In effetti così sembra El Diablo contro Trinità (che deve aver rammendato la camicia!). 🤔👍Bella!😄
  23. Sottoscrivo ogni singola: la storia originale rimane insuperabile. La nuova riscrittura Boselliana è comunque una buona lettura, e i disegni di Ghion sono all'altezza! Ho apprezzato molto gli omaggi ad "Ombre Rosse", ma la tavola migliore dei tre albi è sicuramente l'ultima https://postimg.cc/xkCZjDMF
  24. Grazie per le informazioni. Fa sempre piacere imparare qualcosa di nuovo. Non sto scherzando.
  25. Laramie

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Riletto il Texone dopo più di 15 anni dalla prima e ultima volta (inutile dire che non ricordassi quasi niente). La mia prima reazione appena finito è stata la seguente: "Cara Maud, figlia mia, il fatto che quel sadico criminale di Norman sia tuo fratellastro è IL MENO! Quello è uno che è rimasto a guardare con sorriso sornione mentre i suoi gorilla picchiavano un uomo inerme e poi ha architettato un piano per prendere prigionieri le donne e i bambini del villaggio solo per dimostrare a suo fratello, che a questo punto è pure fratello tuo, che non ce l'ha piccolo, perché è una gara fra maschi nel West di fine '800 e tutto si riduce a quello. Dulcis in fundo, mentre i suoi bifolchi catturano le donne e i bambini, lui ne approfitta per portarti in una capanna a fare le cose zozze e a sognare un figlio con chiare patologie genetiche. E tu ti innamori di lui?!?!?!?!" Sfuriata mansplainingista a parte, in linea di massima il Texone mi è piaciuto, pur con qualche riserva di cui parliamo dopo. Ovviamente, ma non c'è bisogno di dirlo, promozione a pieni voti per i disegni di Ivo Milazzo. La recitazione dei personaggi evidente, ma mai caricaturale, la rappresentante degli interni e l'ariosità degli esterni (non sono poche le vignette senza fondali, a dimostrazione che non sono indispensabili) e l'atmosfera polverosa che si respira per tutto l'albo che fa quasi toccare con mano le miniere, sembra quasi di sentire il sudore degli uomini e il cigolare delle assi di legno delle case. Lato soggetto: niente più e niente meno della classica lotta della piccola comunità contro lo strapotere del prepotente di turno. Un soggetto buono per tutte le stagioni, un po' come le gomme 4x4. Lato sceneggiatura: luci e ombre. Luci: 1) il patriarca della famiglia Maclean: vecchio, malato, tormentato e dolente, ma non domo e capace di sfidare il suo stesso fisico e il suo stesso sangue per ristabilire la giustizia. 2) legato al punto precedente, il conflitto generazionale: il vecchio Howard si fa portatore dei valori del "buon imprenditore", quello dell'impresa quasi artigianale che crea ricchezza onestamente e della quale beneficia la comunità, mentre il figlio Guy dirige un'azienda con sistemi industriali, risponde agli azionisti e punta all'accumulo del capitale senza preoccuparsi dei metodi e senza reinvestirlo. Una contrapposizione molto stereotipata e anche un po' facilona, ma affascinante. 3) le scene da "ordinaria amministrazione", quindi lo sceriffo e il giudice compiacenti, Tex e Carson che che fanno fesso lo sceriffo, le sparatorie, l'ingresso in città con i morti di traverso sulla sella, eccetera. In termini di mestiere, Nizzi ne aveva ancora da vendere. Veniamo però alle note dolenti: 1) la relazione tra Norman e Maud: al di là della tossicità del rapporto che si vede anche senza il binocolo, il passaggio da "lasciatemi!" al "Perché non possiamo volerci bene" è raccontato in maniera frettolosa, maldestra, a dimostrazione che a Nizzi certe sottigliezze psicologiche non venivano bene. La rivelazione della loro parentela è raccontata altrettanto male: Maud e Norman scompaiono per oltre un centinaio di pagine, entrambi fanno una fugace apparizione e poi, dopo altre decine di pagine avviene il colpo di scena. L'impressione è che sia stata una relazione inserita a forza, peraltro senza alcuna influenza sulla trama, per sfruttare la capacità di Milazzo nel delineare gli stati d'animo delle persone con poche pennellate. 2) il piano di mandare lontano le donne e i bambini: la responsabilità non può essere di Tex perché non è lui che lo propone e non è lui che sceglie il posto, peraltro non gli dicono neppure dov'è di preciso (parlano genericamente di una piccola valle poco lontana), ma la scelta di QUEL posto rimane comunque un'idea talmente stupida che mi sono cascate le braccia: di fatto si trova più o meno a metà fra la miniera dei cattivi e la città, casualmente controllata dai cattivi. Queste sono quelle cose che ti portano a sperare nel test psico-attitudinale per ottenere il diritto di voto, bisogna stare molto attenti quando si scrivono certe scene. 3) Tex che commenta amaramente che sono stati battuti. Questi sono errori da penna rossa, Tex ha mille risorse e conosce mille modi per evadere da una cella, non scherziamo. In definitiva un buon Texone che lievita grazie ai disegni (come quasi tutti i Texoni, dopotutto) e che regala 90 minuti di piacevole lettura al netto della banalità del soggetto e dei punti sopra citati. L'impressione è che Nizzi abbia volutamente puntato su un soggetto classico per andare sul sicuro. Non mi ricordo dove ho letto questa cosa che per anni i Texoni hanno presentato storie classiche e semplici per contrastare l'eccezionalità dei disegni, ma per me ha poco senso: ti capita fra le mani un grande maestro e gli scrivi una storia sui furti di vacche o sui minatori? Leggendo le storie di Nizzi più o meno contemporanee pubblicate sul mensile, molte erano su quella falsariga lì, per cui mi viene da pensare che, più che un diktat vero e proprio, fosse proprio lui che prediligeva questo tipo di storie. Vabbuò, comunque una lettura piacevole, pur senza far gridare al miracolo. (preciso che non ho colto le somiglianze con "Il cavaliere pallido" perché è l'ennesimo film che ho visto una volta eoni fa e del quale non ricordo niente. Se mi confermate che merita lo riprenderò in mano)
  26. 16 pagine è il "quanto" (passatemi il termine mutuato dalla fisica) editoriale. La stragrande maggioranza delle pubblicazioni ha un numero di pagine multiplo di 16. Per restare nei fumetti gli albi Marvel Corno erano di 48 pagine, i "giganti" di 48 o 64, l'Alan Ford di 128. Prendete un albo fallato per impaginazione (sicuramente uno ne avete in collezione, come bizzarria): l'errore riguarda sicuramente 16 pagine o un multiplo. Naturalmente è possibile stampare un albo di qualsiasi numero di pagine, ma per motivi tecnici è poco conveniente. L'aveva spiegato Sergio Bonelli stesso su un TuttoZagor quando decise di aggiungere il frontespizio. Prendiamo l'Uomo Ragno Star Comics e Marvel Italia: inizia con 32 pagine, passa prima a 48 e poi a 64. Però nelle 64 pagine non ci stanno tre storie americane (di 22 tavole a quei tempi) e viene portato prima a 72 (che non è un multiplo di 16) e poi finalmente a 80. Insomma, il modulo di 16 pagine è quello standard dell'editoria. Può essere modificato, ma è poco pratico. Detto questo, è verosimile che in Bonelli sia rimasta in uso la segnatura a 32 pagine degli albi d'oro e dei primi giganti. I preziosissimi "spillati" hanno un modulo di 32 pagine: cioè ogni albo di Tex Gigante II serie era formato da 5 fascicoli (poi 4) di 32 pagine spillati assieme e su questi veniva incollata la copertina. Attualmente i fascicoli esistono ancora, ma sono di 16 pagine e nel processo di brossura vengono fresati per cui non sono più riconoscibili nell'albo che giunge in edicola.
  27. Mister P

    [Maxi Tex N.33] La città che scotta

    Troppo facile coi libri in brossura. Son curioso di vedere come realizzano i libri rilegati ... Diably, sei sicuro che siano 16 pagine e non 32? Le segnature corrispondono a 32...
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