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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 07/01/2024 in tutte le sezioni

  1. La Tigre Nera non è, non vuole e non può essere un giallo sopraffino. È una storia d'azione che spesso sconfina nel registro della commedia brillante e con un cattivo affascinante perché esotico. Anche quel suo megacastello nero con l'ingresso a forma di fauci di tigre, tutti i trabocchetti di cui è disseminato il percorso, quei due gigantoni malesi sono poco credibili a ben guardare. Letta sotto queste lenti, la storia si demolisce facilmente. È un'altra l'ottica con cui va guardata la storia: va letta a briglia sciolta, in relax, a gustarsi eventi e disegni. Su Fuga da Anderville Diablero ha tentato la stessa opera distruttrice: analizzando le singole sequenze di quell'avventura, le ha trovato zeppe di magagne. Una storia insalvabile, a suo dire, pessima, da buttare. Lì non mi convinse nessuna sua critica, molti di noi ribatterono punto su punto, per poi restare ciascuno della propria opinione. Ricordo un tentativo di Diablero di coinvolgere Borden nella bocciatura, che però fu rispedito al mittente. Nonostante le critiche circostanziate di Diablero e le altrettanto dettagliate risposte di altri, ciascuno rimase della sua opinione non per partito preso o per non guastare i ricordi di infanzia, ma perché molte delle scene che Diablero pretendeva oggettive erano in realtà interpretabili, e si scoprì che ognuno ne poteva dare un'interpretazione diversa (Diablero ovviamente dissentira' pretendendo di essere nel giusto più assoluto sulla base di una logica ferrea, la sua ). La Tigre Nera no. Questa la demolisci più facilmente. Alcuni possono anche fare delle obiezioni più o meno centrate (come le repliche puntuali di Grande Tex), ma vista col lanternino del giallista questa storia non ne esce bene. Dipende quindi dal lanternino. Dalla luce che utilizzi per leggerla. Il fatto che questa storia sia apprezzatissima, qui nel forum, su Facebook, dalla stessa casa editrice che l'ha ripubblicata sulle grandi storie bonelli, dovrebbe far capire che non c'è un pubblico di idioti che apprezza la cacca da una parte e Diablero e una minoranza illuminata come lui dall'altra. C'è un pubblico variegato, che sa apprezzare una storia per quel che è e per quel che propone, nonostante e a prescindere dai suoi punti deboli.
    3 points
  2. E come storia avventurosa, funziona pure la Tigre Nera, al netto delle presunte od oggettive "magagne" che si possano riscontrare. Posta sotto il lanternino, anche la quotidianità reale può apparire incoerente e forzata, poiché spesso le azioni possono essere condizionate dall'emotività o altri fattori imprevedibili, se così non fosse non esisterebbero errori o scelte sbagliate nella vita; di conseguenza anche nella narrativa, frutto della fantasia umana, non tutto può seguire i binari della perfezione. A mio avviso qualsiasi opera (o autore) può essere presa in castagna se si analizza sequenza per sequenza, ma in fondo siamo lettori e non inquisitori. I difetti di Nizzi sono arcinoti, ma voler distruggere a tutti costi pure le sue opere migliori, per me non è giusto. Diablero ha il diritto sacrosanto di esprimere le sue ben motivate opinioni e tesi, ma preferisco ancora lasciarmi rapire dalle emozioni durante la lettura, poiché analizzando con minuzia tutti i dettagli, finirei per non divertirmi più.
    2 points
  3. Se Boselli, come io credo, aveva sin dal principio intenzione di sviluppare la trama e soprattutto l'epilogo in questo modo, catapultare sin da subito Tex in Borneo e farlo restare in attesa fino al momento della resa dei conti non avrebbe avuto tutto questo senso. Tanto è valso, dunque, goderci l'inseguimento della Tigre per mezzo continente americano e solo dopo fare incontrare i due nel Borneo.
    2 points
  4. Io? Sesto senso? Mi sa che mi hai confuso con qualcun altro (che stava parlando di Dylan Dog) Quello che ho sempre detto è che Tex Willer "nel mondo di GL Bonelli" è una persona normale, abile, onesta, coraggiosa e che si schiera sempre dalla parte dei deboli, ma non è invincibile. Quindi nelle storie è normale che a volte sbagli, ma non viene mai ridicolizzato. Mentre "nel mondo di Nizzi" Tex Willer è famosissimo perchè NON FALLISCE MAI (e lo dice lui stesso, vantandosene), è una star mondiale, tutti lo conoscono e sono terrorizzati da lui, e quindi quando Nizzi lo fa fallire SEMPRE, viene amplificato "l'effetto ridicolo" Io sì. Che fosse parte della banda si capisce appena viene nominato, già dopo poche pagine, fra le persone coinvolte nei passaggi di proprietà (e per questo le affermazioni successive dei pards sul fatto che sia un "rompicapo" sono ridicole: qualunque personaggio dei fumetti rappresentato come senziente direbbe subito che i responsabili delle morti e delle sparizioni devono essere loro, essendo gli unici che ci hanno guadagnato) Che non sia un "semplice sgherro" ma la Tigre Nera travestita si può sospettare dai lineamenti e dal fatto che "parla a suo nome" tranquillizzando Morel, già dalla PRIMA PAGINA in cui appare davvero, e non solo come "nome". E il sospetto diventa ASSOLUTA CERTEZZA nel momento in cui, dopo pochissime pagine, dice a Morel che "va a prendere qualcosa che gli farà cambiare idea". E già qui il fatto che Morel non sia fuggito immediatamente (avete mai sentito una frase più sospetta di questa?) fa capire che Tex, Carson e Mac Parland non sono gli unici fresconi in questa storia... Ma anche se non vedi l'ovvia minaccia nella frase e la "stranezza" del suo comportamento, nella pagina successiva... dai FA IL GHIGNO DEI CATTIVI DI CAPITAN MIKI! E questo sarebbe l'abile attore che frega tutti? Capisco che Nizzi veniva dal Giornalino che aveva all'epoca un pubblico "parrocchiale" praticamente di bambini sotto gli 11 anni (tutti smettevano di andare a catechismo dopo la Cresima), e forse per questa sua esperienza era stato scelto per Tex per la capacità di fare trame "semplici"... ma davvero, questa è una trama che non ingannerebbe un bambino di 11 anni!
    2 points
  5. Torniamo a seguire l'albo, cercando sempre di non ridere.. (e non è mica facile, questa storia è ESILARANTE... che grande talento comico che abbiamo perso, bloccando Nizzi su Tex per tanti anni... se una persona non avesse mai letto un albo di Tex, o - peggio ancora - avesse un immagine di Tex che viene dalle storie di Nolitta, adattate anche alla TV, capisci come possa essersi appassionato alle avventure di QUESTO Tex, e poi rimanere molto perplessi di fronte a storie dove "è troppo invincibile" come quelle di Bonelli. Sono quelli che le storie di GL Bonelli se le ricordavano, come me, che soffrivano a vederlo trattato così...)) Ripensiamo al "difficilissimo caso" creato da Nizzi che appare UN VERO ROMPICAPO a Tex, Carson e Mac Parland... Ci sono diverse persone SCOMPARSE senza lasciare traccia, o uccise. Il numero dei morti è tale che si muove la Pinkerton. Scoprono che OGNI VOLTA la vittima aveva FIRMATO UN ATTO DI VENDITA, e sempre DI FRONTE ALLO STESSO NOTAIO (numero 382 pagina 6 prima vignetta). Cioè Madison. Ma per la Pinkerton "è tutto a posto" negli atti di vendita... perchè sono SCRITTI BENE, "non c'è una virgola storta" (stessa pagina vignetta 3). Cioè nel mondo del Tex di Nizzi, basta avere una bella calligrafia per fregare la Pinkerton... Tex e Carson scoprono, grazie al fatto che nove dipendenti di uno di questi "acquirenti" gli scaricano addosso i caricatori di nove fucili (circa 150 pallottole in tutto) da pochi metri di distanza (senza peraltro fargli un graffio), che uno degli acquirenti è sospetto (ma va?), ma quando vanno a interrogarlo lo trovano morto. Già sospettavano di Morel (perchè la sua faccia non piaceva a Tex, che è il massimo di indagine che gli abbia mai visto fare in una storia di Nizzi), ora vanno a cercare anche lui. Lo trovano solo il giorno dopo. Assassinato. Ormai sanno che i due erano sgherri della Tigre Nera, che ha fatto uccidere tutti i precedenti proprietari. Gli atti di vendita FIRMATI NELLO STUDIO DEL NOTAIO MADISON (che in realtà è la Tigre Nera. Cioè un malese. E non se ne è mai accorto nessuno..) erano stati contraffatti o estorti. Che fareste voi? Andreste a cercare Madison? Beh, sì, è quello che farebbe chiunque, e quindi lo fanno anche Tex e Carson, che lo cercano... ... per chiedergli informazioni! ...e Tex SI FIDA CIECAMENTE (dopo avergli fatto il nome di Rickers CAUSANDO LA SUA MORTE () , E si convince che "è un tipo a posto" (pagina 37 numero 383) (e gli altri concordano con lui ) Basta, dopo questa ho voglia di leggere dei "gialli" più seri e meno ingenui... dove ho messo i vecchi Topolino? P.S.: come fa questo furbissimo Tex a intuire che il notaio che ha certificato tutti gli atti di vendita fasulli sia un tipo sospetto? Semplice... TROVA IL FAZZOLETTO DI MOREL. Senza nemmeno perquisire la stanza. Lo VEDE, semplicemente, mentre sta dicendo agli altri che il notaio è un tipo a posto di cui fidarsi. il fazzoletto era lì DAL GIORNO PRIMA. La Tigre Nera ha probabilmente fatto pulire tutte le tracce di sangue ma ha lasciato il fazzoletto per un giorno in bella vista... P.P.S.: La setta è così segreta, ma cosi segreta, che I SICARI MALESI DELLA TIGRE NERA, IN VESTITO MALESE E CON COLTELLI MALESI, inseguono Rickens IN PIENA CITTÀ E IN PIENO GIORNO! (pagina 47). Per loro fortuna Rickens è ancora così attento alla segretezza della setta che per pagine e pagine NON CHIAMA AIUTO, e il suo primo grido è quello di morte (che Tex sente benissimo, quindi avrebbe sentito anche richieste d'aiuto precedenti... ma siamo in una storia di Nizzi, Rickens probabilmente sa cosa succede a chi chiede l'aiuto di Tex...)
    2 points
  6. Questa poi. La setta non è segreta, sono segreti i componenti. Questa me la devo segnare. I componenti sono segreti e la Tigre ci tiene a che rimangano tali. È un concetto talmente complicato da assimilare che Nizzi ce lo fa spiegare da Moren. Però devo notare che Nizzi non conosce l'italiano: ha detto la segretezza della setta invece che la segretezza degli adepti. Possibile che Nizzi non sappia il significato della parola adepti? Se hai bisogno di una vetreria, te ne suggerisco io una. James Bond no. E Tex, se parla di piani strategici di fronte a un cameriere (anche se il cameriere è san Pietro), è un cretino.
    1 point
  7. Lo dici tu. Moren dice: La segretezza della setta gli sta troppo a cuore... [gli = alla Tigre Nera]. I casi sono due: o tu sei un errore o Moren è un cretino. No di certo, non lo sapeva. Ma io al ristorante, se sto parlando di mio nipote che si è appena laureato, quando arriva il cameriere, mi taccio perché sono affari miei. Figurati se sto organizzando una missione segreta.
    1 point
  8. Concordo con te. Anche su Anderville, criticabile magari per delle scene poco texiane, ma che come western bellico regge, checché ne dica Vincenzo.
    1 point
  9. P.P.P.S: la faccia che fa Tex quando qualcuno, FINALMENTE gli spiega che la persona di cui avrebbe sospettato CHIUNQUE (tranne loro) era il capo della setta... E la faccia che fa quello sveglissimo di Carson... Ma il più bello è L'INVESTIGATORE DI PROFESSIONE, Mac Parland...
    1 point
  10. In origine l'intenzione di Verne era di dire che fosse Polacco. Da wikipedia: Questa versione contrasta però con alcuni dati di fatto, in quanto richiesta dall'editore di Verne e non da Verne stesso, in origine. La prima versione presentava infatti una storia differente. Nella versione iniziale di Ventimila leghe sotto i mari Nemo era difatti un nobile polacco desideroso di vendicarsi dell'omicidio della sua famiglia durante la repressione russa della Rivolta di gennaio (l'insurrezione polacca, 1863-1864). L'editore di Verne, Pierre-Jules Hetzel, temette la censura del libro sul mercato russo e di offendere un potente alleato francese, l'Impero russo, e rese oscuri il passato e le motivazioni di Nemo. Dai dati non modificati che Verne ha lasciato, appare visibile, soprattutto nella prima parte del romanzo, che Nemo ha una cultura di tipo europeo, poi giustificato dal fatto che ha studiato in Europa, come molti nobili indiani dell'epoca, dall'età di 10 anni fino ai 30 circa. Inoltre, tra le incongruenze vi sono l'aspetto di Nemo, descritto come un "meridionale", ma come un uomo bianco e non come un indiano di pelle scura (anche se è vero che la classe nobile indiana spesso presenta la pelle chiara, poiché discendente dagli arii, soprattutto nel nord, da dove Nemo afferma di venire). In alcune lettere, lo scrittore esprime disappunto per le interferenze di Hetzel e descrive l'originale background di Nemo, sotteso nel primo libro e cambiato nel secondo. Nemo è qui un fervente repubblicano, a cui i russi deportano e uccidono i familiari per rappresaglia, generando così il profondo odio visibile nel romanzo; Verne parla in una lettera all'editore di un Nemo «polacco, la cui moglie era morta sotto lo knut[8] e i figli erano morti in Siberia»[9]; precisa poi in un'altra lettera quella che era l'idea originale del libro, di Nemo come «un signore polacco, le cui figlie sono state violentate, la moglie uccisa con un'ascia, il padre è morto sotto lo knut, un polacco di cui tutti gli amici erano morti in Siberia e la cui nazionalità sparì dall'Europa sotto la tirannia dei russi».[10] [...] Verne non corresse la prima parte del romanzo, ormai uscita, cosicché resta difficile identificare Nemo come un sovrano indiano che combatte principalmente per patriottismo e non solo per rivalsa (sarebbe impossibile senza la rivelazione finale de L'isola misteriosa), mentre sarebbe più semplice se fosse un nobile polacco che vuole principalmente una vendetta personale per la sua famiglia, come era nelle intenzioni dello scrittore; difatti è rappresentato come un europeo nella maggior parte delle riduzioni cinematografiche (tranne in tre, in cui appare come un vero indiano: il film del 1916, la miniserie del 1973 e il film, tratto dal graphic-novel, La leggenda degli uomini straordinari), e anche nella seconda si trovano tracce della prima redazione, per dimenticanza o per volontà polemica dello scrittore verso la censura dell'editore (Nemo mostra solo in un'occasione una simpatia per un pescatore indiano, ma perché "oppresso", così come aiuta i greci insorti, ma non mostra alcuna emozione particolare per l'India vicina). Non presenta mai caratteristiche tipiche da indiano, anche se con cultura europea per aver studiato all'estero, ma appare europeo in tutto e per tutto. In particolare: nella scena del cimitero di corallo, appare una croce sottomarina eretta dai marinai del Nautilus, e lo stesso Nemo si inginocchia a pregare con le braccia in croce.[12] Anche se non sembra praticare alcuna religione specifica, tutto questo è tipico di chi comunque ha un background cristiano, come un nobile polacco, e non indù o musulmano, come ci si aspetterebbe da un principe indiano. l'aspetto di Nemo e dei marinai è descritto come europeo, anche se di diverse latitudini. Nemo non mostra disprezzo aperto per gli inglesi come ne L'isola misteriosa, perfino alcuni suoi marinai sono descritti come inglesi, ne conosce bene la lingua e afferma di aver studiato a Londra (e alcune parti del Nautilus sono state costruite in Inghilterra e Scozia), mentre nell'Isola afferma di non aver voluto mettere mai piede nella terra dei suoi oppressori; né mostra astio particolare verso la nazionalità di Ned Land, canadese anglosassone e quindi suddito britannico. la nave affondata da Nemo, che si dice inglese nell'Isola, non viene riconosciuta (ad esempio per l'aspetto dei marinai o per la loro lingua) né da Arronax né da Ned Land[13], la cui lingua madre è l'inglese, e quindi poteva più facilmente essere russa (le navi britanniche erano molto più frequenti nelle rotte dell'epoca, mentre quelle russe lo erano meno, e il Nautilus incontra e affonda due sole navi nemiche durante il viaggio). la famiglia di Nemo del ritratto non viene descritta come indiana da Arronax, mentre la moglie di Nemo, ad esempio, avrebbe dovuto avere caratteristiche e abiti tipicamente indiani, che sono facilmente riconoscibili, ma si parla solo di "una giovane donna con due bambini ancora piccoli".[14] la cultura di Nemo è prettamente europea (usa un nome latino e latini sono il nome ed il motto della sua nave), e si nota anche la sua ammirazione per l'arte classica ed europea[15], e la mancanza totale di riferimenti indiani nel Nautilus e nella cabina di Nemo, neppure tra i suoi oggetti personali; nell'Isola invece mostra un forte attaccamento all'India come sua madrepatria. Aronnax identifica gli uomini dell'equipaggio come europei di varie nazionalità in base ai tratti somatici: "Riconobbi senza incertezza degli inglesi, dei francesi e alcuni slavi, un greco o candiota. Ma quegli uomini erano poco loquaci, e usavano l'idioma bizzarro di cui non sapevo identificare nemmeno l'origine". il primo degli eroi di Nemo, il cui ritratto campeggia nella sua cabina, è proprio l'eroe polacco Tadeusz Kościuszko (gli altri sono Daniele Manin, Abraham Lincoln, John Brown disegnato da Victor Hugo, George Washington, Daniel O'Connell e Markos Botsaris, tutti "occidentali" e oppositori delle monarchie, una cosa insolita per il figlio di un sovrano indiano mirante a restaurare il suo regno (Nemo è inoltre un ammiratore della Rivoluzione francese); lo stesso Verne era vicino alla massoneria e repubblicano, se non anarchico).[16][17][18] Descrivendo il ritratto di Kościuszko, inoltre, Arronax cita la frase «Finis Poloniae», attribuita al condottiero e patriota polacco il cui quadro appare come il più importante nella cabina di Nemo (al di sopra si trova solo il ritratto famigliare). Nessun eroe indiano è presente ed è difficile comunque che un indiano conoscesse bene e ammirasse tutti questi personaggi. nel primo libro Nemo mira, oltre ad esplorare il mare, principalmente a combattere l'imperialismo e a vendicare la famiglia e la patria (pur mirando anche a un certo potere personale, spiegato poi come l'amore-odio del vinto per il vincitore, quindi invidia per la stessa efficiente organizzazione coloniale e nazionale inglese), mentre nell'Isola sembra voler ripristinare un regno libero in India (almeno come obiettivo ideale), non lottare per una generica libertà sua e dei popoli oppressi. nel primo libro si dice che Nemo lasciò la società umana dopo il 1865, e i primi incidenti con le navi avvengono circa tre anni dopo, coerentemente con la fine della rivolta polacca nel 1864; la rivolta indiana invece terminò nel 1857, da che risulta che Nemo abbia passato circa 8 anni a costruire il Nautilus, mantenendo nel contempo legami col mondo fino al 1865 (anno in cui acquistò gli ultimi libri), dato che non si parla di avvistamenti del "mostro" (cioè del sottomarino) precedenti.
    1 point
  11. Quarto albo scoppiettante che chiude più che bene la saga della Tigre Nera. Ultimamente Boselli sta chiudendo ogni tipo di ritorno di vecchi nemici e le loro ultime storie sono quasi le più belle. Escono alla grande. Un quarto albo "salgariano" soprattutto per i disegni favolosi di Venturi ( gli abiti a cannucce delle donne dayake, la giungla, le capanne, la reggia, le prigioni, i praho, i dayaki con le testoline appese alla cintura....un ben di Dio per gli occhi. Kit protagonista ed "eroe del Borneo" come il padre fu "eroe del Messico" anche se le sue imprese ci vengono solo raccontate e inorgogliscono Tex e Tiger. Un Kit maturo che si appresta anche, mentre Tiger rinuncia, a discutere con il padre, anche se poi non sarà necessario. Vero che la battaglia non è guidata da Tex, la cui azione si limita a liberare i marinai incarcerati e per questo si scontra con i militari di Dekker, ma non avevano attraversato l'oceano con questo scopo. Il solo Kit ha partecipato alla rivoluzione insieme all' esponente buono della dinastia. Tex non poteva schierarsi con il principe deposto (un despota che anche in America aveva dimostrato tutta la sua malvagità) ma nemmeno rimanere insensibile al grido di dolore della popolazione. Problema risolto con la sola partecipazione di Kit che ci viene comunicata ma non fatta vedere. I figli hanno ribaltato il rapporto tra i genitori. Figli, di cui uno ha preso tutto dal padre e l'altro ha potuto essere diverso dal padre in quanto cresciuto lontano da lui e dalle sue malefatte e nell'amicizia con Kit ha trovato la strada per essere un principe diverso dal despota paterno. Una gran bella storia, per i personaggi, gli intrecci personali, i tanti luoghi diversi dove agiscono e gli splendidi disegni. Adesso vado a rileggere con calma tutti e 4 gli albi. Voto a Boselli 8/9 Voto a Venturi 10+. Piccola chicca i pensieri di Kit su tabelline e geografia!
    1 point
  12. Per dare un degno finale ad un degno nemico. So che tu non la vedi così e non ci provo nemmeno a discutere. Il finale della precedente storia era del tutto insoddisfacente e si vede che Boselli la pensava come me. Sergio ha fatto bene a bocciare il soggetto proposto da Nizzi perché era proprio quello che tu non avresti voluto leggere Ha fatto malissimo a proibire il ritorno di personaggi classici e negli ultimi tempi aveva anche cambiato idea perché lui ne era capace. Riguardo a Venturi, ha cominciato a disegnare questa storia agli inizi del 2018 ed ha consegnato le ultime tavole o comunque ci ha dato gli ultimi ritocchi il 5 dicembre 2023. Certo, poteva anche essere venuto in redazione per discutere della nuova storia , ma chissà?
    1 point
  13. Epilogo telefonatissimo (nel "[GIOCO] Come finirà la storia di Tex?" di @ymalpas aspetto di riscuotere la mia vincita) ma qualunque altra conclusione sarebbe stata illogica e quindi deludente. Come in un telefilm dell'ispettore Derrick, si sa già chi sono i buoni e i cattivi e come finirà la vicenda, ma il bello è vedere come si arriva al finale. Ecco le "telefonate": SPOILER SPOILER SPOILER - Usurpatore e usurpato che si uccidono a vicenda. - Il figlio della Tigre Nera che sale al trono cone erede buono e giusto. - Lohana che muore, visto che di lì a poco sarebbe morto anche il suo amato e quindi non avrebbe potuto rimanere in vita, sola e inconsolabile. - La Tigre Nera si confida al padre confessore Tex in punto di morte; ecco, in punto di morte: in tale circostanza appare forzato che un uomo in agonia riesca a mettere insieme così tante frasi e così lucidamente, recitate da copione, ma è una necessità di sceneggiatura per la chiosa finale (ed è peraltro lo stile narrativo di Boselli che contraddistingue tutto l'albo, e non solo questo: si veda per es. la lunga telecronaca mentale di Kit Willer, 6 pagine, dopo la fuga dalla nave). - Tutti i cattivi vengono uccisi dai rispettivi oppressi/offesi (nessuno da Tex), in un senso di giustizia-vendetta che dà soddisfazione. FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER A conclusione della storia posso affermare che mi è piaciuta molto: ariosa, esotica, salgariana, senza cali di tensione e con qualità dei disegni davvero notevole e costante. Se devo trovare un difetto (che, ripeto, NON è il finale scontato, che anzi è totalmente appagante), avrei apprezzato dialoghi più asciutti e stringati a maggior supporto all'ariosità ed ampiezza della vicenda. I miei voti complessivi agli albi: soggetto: 8 sceneggiatura: 7,5 disegni: 8,5
    1 point
  14. Davvero soddisfatto di questo quarto albo. Qui si vede un Kit davvero convincente, (Kit che è anche il mio pard preferito). Mi è piaciuto come sia Tex che Kit anche se lontani e separati sappiano come agiranno contro i loro avversari. Il terzo albo è forse troppo mieloso con Daniel che sembra aver preso una cotta per Kit. La storia si è conclusa nella maniera che era più prevedibile, ed è quella che avrei voluto. La Tigre incredibilmente non è morta con l'ultima storia di Nizzi, ma per aver avuto una storia così mi va benissimo che sia rimasta viva. Queste storie belle lunghe con le navi,perdute e non,mi piacciono proprio, speriamo di veder presto anche quella di Barbanera. I disegni di Venturi più che ottimi, i volti dei pards poi sono i migliori in assoluto.🤸‍♂️🙋‍♂️
    1 point
  15. In questo primo episodio della Tigre l'unica cosa decente sono le tavole di Villa. La setta è segreta e nessuno deve sospettare che ci sia, ma circolano in abbondanza volantini che la sponsorizzano: a quale scopo lasciare bigliettini a destra e a sinistra con scritto: made by Tigre Nera? Mac Parland che si lamenta: Come hanno fatto a sapere che saremmo venuti a interrogarlo? [il finto ubtiaco] e Tex che risponde: Boh? Quando dieci minuti prima Tex, rivolgendosi al cameriere, esclama: ti interessa mica sapere che ora vado dallo sceriffo a interrogare il prigioniero? Non contiamo poi la solita assurdità del tiratore scelto, con la mira precisissima che, invece di sparare in testa a Tex, se la prende con un povero fesso innocuo: questo non lo capirò mai. E non contiamo pure, nove tiratori scelti nove che non colpirebbero una mucca a due metri, figuriamoci due uomini e due cavalli che, perbacco, potrebbero stare anche fermi un po' altrimenti come possono colpirli i nove tiratori nove? Ma quello che mi ha fatto incavolare di più è stato il finale. La Tigre scappa e Tex fa la sua ennesima nizzata: lascialo scappare tanto che male vuoi che faccia? Gli abbiamo accoppato tutti i suoi accoliti ed è rimasto solo. E poi la storia è finita, ci vuoi aggiungere altro?
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  16. Ha fatto fesso il 90% del forum ad occhio...Sei in buona compagnia 😉
    0 points
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