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TWF - Tex Willer Forum

virgin

Ranchero
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Messaggi pubblicato da virgin

  1. Mi riferivo ad esempio alla maxi-saga di Mefisto e Yama: mi interesserebbe anche, ma avendo perso la precedente con Yama non ho voglia di ritrovarmi qualcosa di mutilo.

    La prossima apparizione della Tigre Nera, invece, di sicuro non mi scapperà (ho tutte le sue apparizioni precedenti e tu e Venturi alle prese con ambientazioni salgariane siete una prospettiva troppo ghiotta).

     

    31 minuti fa, Condor senza meta dice:

    Visto quanto sono interessanti le tue recensioni pard, spero che tu riprenda in pianta stabile a rileggere Tex. :)

     

    Il regolamento del forum non prevede sanzioni per chi adula i moderatori. Disdetta. :D

     

    28 minuti fa, Diablorojo82 dice:

    Scusa se sono indiscreto...Problemi di tempo o di voglia verso Tex e/o il genere?

    Te lo chiedo perché io mi fermai per anni...

     

    Egestà di spazio, moltiplicazione delle uscite con anche formati per me non interessanti (cartonati alla francese), autori a me sgraditi (Faraci e Recchioni) o che cominciavano a battere colpi a vuoto (Ruju, Manfredi) mi hanno spinto dapprima a saltare qualche uscita, poi, dato che ormai mi mancavano pezzi della vita di Tex e mi trovavo nell'impossibilità di continuare ad avere una collezione completa, ho troncato del tutto.

    Di tempo in tempo, però, agnosco veteris vestigia flammae.

  2. Le storie degne su questa collana ci sono state: "Lo sciamano bianco" (vi ricordate quanto era bella?) e "Delta Queen" (vi ricordate quanto era divertente?). Da allora non ho letto altri Color, ma quei due furono un bel leggere e un bel vedere (Ticci e Civitelli).

    • +1 1
  3. Calmiamoci, su.

    Sono di pessimo umore dopo aver sprecato quaranta minuti della mia vita a commentare l'ultimo Texone, non vorrei mai che qualcuno venisse bannato solo per questo.

    Assumiamo un tono rispettoso degli altri e controbattiamo nel merito, spiegando magari perché l'interlocutore, a nostro avviso, sbaglia a relativizzare l'importanza di certe cifre e non di altre.

    Dare del "borioso" non è un'argomentazione; né ora, né mai.

    Peccato, perché la discussione era veramente interessante. Poi al solito si degenera.

    Aveva ragione Umberto "Fotocopiatrice" Eco a valutare negativamente l'impianto dell'informatica sulla comunicazione? Almeno al tempo dei Bar Sport ci si affrontava virilmente a suon di assi giocati in prima mano, bestemmioni, tavoli rovesciati e cateteri in faccia.

    • Mi piace (+1) 2
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  4. Una storia dell'intelletto, ma del cuore in nessun modo.

    Questa la sensazione una volta terminata. Non ci sono grottescherie o scene fuori registro, perché tutto o quasi fila alla perfezione: Tex e Carson fanno il loro e non presentano errori di caratterizzazione, la trama scorre ed è articolata il giusto, con tutte le sottotrame che poi trovano il proprio sbocco con relativi senso e spiegazione.

    Però c'è un problema: mi è risultato quasi impossibile, durante la lettura, interessarmi a ciò che stava accadendo. Quasi tutte le scene funzionano e ci sono anche delle belle invenzioni d'atmosfera, grazie al supporto degli splendidi disegni di Freghieri; però, non c'è un singolo personaggio che buchi la pagina o che sia caratterizzato in modo da farsi ricordare. I due piccioncini sono a dir poco anonimi: hanno come caratteristica principale il fatto di essere due rincoglioniti, ma a parte ciò non spiccano per nulla; e, trattandosi di una storia incentrata su una caccia, non è un difetto da poco. Possono essere anche rincoglioniti, va bene, ma me li devi rendere simpatici o interessanti in qualche modo; e invece, Billy sa solo combinare disastri e fare la figura del fesso, mentre Josephine se ne sta lì appesa e serve giusto per far disegnare a Freghieri un bel musetto, farci vedere mezza tetta e giustificare il loffissimo fraintendimento su "spogliati". Nessuno dei banditi si fa ricordare in qualche modo, a parte Shorty al quale però sono dedicate giusto un paio di scene. I cacciatori di taglie boh, secondo me nemmeno loro, al momento di crepare, hanno capito che cosa stavano facendo. Nemmeno Tex e Carson spiccano particolarmente: non chiedono scusa in mutande, vero, fanno il proprio dovere, ma non risultano carismatici.

     

    In realtà ho mentito: qualche personaggio che funziona c'è. Spaulding e il cittadino Kane sono entrambi introdotti in maniera ingannevole: quando il primo appare in scena, ti aspetti che di lì a qualche pagina faccia a pezzi i due imbecilli o quantomeno ci provi, mentre poi si rivela quasi un padre adottivo (ma potrebbe benissimo essere un serial killer, per quanto ne sappiamo, dice @Diablero: sì, ma secondo me in maniera positiva. Con lui, la labilità dei personaggi manfrediani funziona e la sua statutaria ambiguità gli dà un minimo di fascino, poi irrobustito dalla scoperta che in realtà è una pasta d'uomo, per quanto sia un ciarlatano); e così anche il secondo, al quale prima si allude presentandolo come il classico prepotente signorotto, mentre in realtà è una figura più integra e al tempo stesso ambigua. Manfredi gioca con entrambi e anche con noi lettori: li presenta in un modo e poi vira violentemente. Forse troppo violentemente: la sensazione che ha provato anche @Diablero, che la storia sia scritta un po' improvvisando, è ben presente e tutto risulta un po' sghembo. Ma comunque funziona: io adoro i punti della littérature industrielle in cui si vedono le suture, il canterino che tentenna un attimo e poi intona l'ottava successiva seguendo un'idea apparsagli al momento. Cito sempre il personaggio di Espectro e la relativa sezione in quella bella storia di @borden e Seijas: un inserto sghembo, surrettizio, che a mente fredda appare un po' superfluo, ma che funziona e, soprattutto, funzionava egregiamente mentre leggevi. Ecco, nel caso soprattutto di Kane secondo me siamo da quelle parti; o l'impressione che ne rimane è comunque quella.

    Il cittadino Kane, ad ogni modo, di gran lunga miglior personaggio del Texone (non concordo con @Barbanera, quindi): appare in una sezione e lì esaurisce la sua funzione narrativa, ma spicca e affascina. E il fatto che il miglior personaggio sia quello di una singola sezione è eloquente circa la riuscita della storia.

     

    Mi sento di assolvere Manfredi da qualche rilievo ascrittogli. Tex non fa affatto una deduzione eccessiva sulla signora Cobb, anzi; e anche la successiva intuizione che parte dalla fibbia della cintura è accettabile nel contesto. Théo che uccide il bandito è giustificato dallo stesso Théo qualche scena dopo, quando dice che era stato il capo della banda a dargli l'ordine; ma in effetti il senso dell'uccisione latita, al di là di quello individuato da @Diablero e @Letizia, cioè di segnare un -1 nella lista dei cattivi da eliminare.

    Il vero punctum dolens, come ho già detto prima, è la caratterizzazione di Billy e Josephine: piatti e così insulsi che, alla fine, se venissero ammazzati non ce ne fregherebbe nulla. Billy ha qualche punto di contatto con Fast Dan, uno dei personaggi più riusciti della carriera di @borden: entrambi sono due agnelli in un mondo di lupi e si barcamenano come possono. Fast Dan, però, in meno della metà delle pagine, è caratterizzato in maniera magistrale. In qualche modo ci è simpatico, anche se è un truffatore; ma soprattutto @borden lo mette, nello scontro finale con i banditi, nella posizione di dover fare una scelta; e, anche senza poter cambiare le cose, messo con le spalle al muro decide di sacrificarsi per la donna che ama e i familiari e i concittadini di lei. Poi tutto finisce bene perché interviene Tex: ma Fast Dan era disposto e deciso a immolarsi e questo atto di coraggio non può che colpirci. Ecco, nulla di tutto questo accade a Billy: anzi, si fa fregare fino all'ultimo, quando dovrebbe sorvegliare Shorty.

    Non giungo a fare mie le domande avanzate dall'ottimo @ymalpas; però sì, un difetto di caratterizzazione in praticamente tutti i personaggi della storia è evidente: ci troviamo di fronte a uno scontro di varie forze fra le quali nessuna è davvero in grado di conquistare il nostro cuore (neanche Josephine: va bene, è fregna. Ma suscitava mille volte di più la nostra empatia la ragazza di "Eroe per caso", che tra l'altro esteticamente non era neppure sto gran che).

     

    Si è discusso un po' anche del numero dei personaggi: sì, sono molti. Ma nessuno rimprovera a Manfredi che lo siano. Perché? Perché sono debolmente caratterizzati, e quindi non affollano la storia dal punto di vista emotivo e concettuale, ma al tempo stesso sono facilmente riconoscibili nel loro ricoprire funzioni narrative molto diverse. Con questo metodo, Manfredi avrebbe potuto scrivere una storia di 440 pagine col doppio dei personaggi e nessuno ne avrebbe comunque avvertito il peso.

     

    Capitolo disegni. La dimensione delle tavole del Texone mi ha fatto apprezzare quanto detto da @borden in un altro topic: Freghieri è pulito, ma solo in apparenza. La sua pulizia è il risultato di un tratto in realtà molto tormentato, che trova una ricomposizione di ordine e armonia nell'insieme; e nel rimpicciolimento delle tavole del formato bonelliano classico. Qui, su tavole più grandi, si apprezzano bene i tratteggi, le linee che si sfagliano in un insieme coerente, equilibrato e bellissimo.

    I personaggi, i paesaggi, gli ambienti: tutto è credibile, tutto è vivo, tutto è reso con un'eleganza che niente sacrifica della vita.

     

    Piccola nota tipografica: nella mia copia, alcune pagine sono molto più povere di tratteggi, come se fossero fotocopiate; o qualcosa di simile, non mi intendo di processi di stampa.

     

    In sintesi, un Texone soddisfacente, perché tecnicamente impeccabile. Disegni favolosi, storia ben strutturata. Ma la vita che c'è nei disegni, purtroppo, non c'è nella sceneggiatura. Mi ha fatto piacere ritrovare Tex, anche se, all'infuori degli elementi di contorno, dell'eroe che tanto mi ha appassionato tra queste pagine c'è poco. Globalmente, se vogliamo cedere alla volgarità dei voti, una sufficienza.

    • +1 3
  5. Boh, sarà che non sto leggendo queste storie, ma ho visto l'interazione @borden-GLB nei primi quattro bellissimi numeri di Tex Willer e... Non mi ha dato il minimo problema.

    Sono cresciuto con i miti greci che, ogni volta che vengono raccontati da un nuovo autore, acquisiscono e perdono dettagli, ma mantengono il medesimo spirito e la medesima verità di fondo; solo, la pluralità delle versioni li rende più universali, molteplici, complessi.

    Non diciamo sempre che Tex è un mito?

    • Grazie (+1) 1
    • +1 1
  6. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Jeff_Weber dice:

    Boh ! Si definiscono "germani" ... i fratelli che hanno entrambi i genitori in comune, oppure unilaterali se condividono un solo genitore, nel caso di madre in comune vengono chiamati uterini. Dicendo germani anzichè fratelli, eventuali sorelle non si offenderanno per discriminazione di genere. Ormai siamo arrivati a questo :(

     

    No, @Jeff_Weber... Facevo solo spirito di patata sul bisticcio germano/germano reale. :D

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