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TWF - Tex Willer Forum

Cosa Vi Manca Di Pi? Del Vecchio Caro Tex?


Cheyenne
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Cosa vi manca, se vi manca qualcosa, nel Tex degli ultimi anni?  

29 utenti hanno votato

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A qualcuno mancano gli interrogatori vecchia maniera ma questi non fanno una storia valida. Sono un di più, che molti amano e anche io amo ma sarebbe snaturare Tex se egli si dimostri vile, o che sbagli una tattica, o che sparando un nemico lo manchi da distanza ravvicinata, che non aiuti chi è in pericolo... ecco cosa significa snaturare.

Condivido quando scrivi che è snaturare Tex quando si dimostra vile ( ci ha pensato l'ultimo Nizzi e basta e avanza ); ma far quasi scomparire il tipico linguaggio ( senza manco sforzarsi come fece invece il primo Nizzi ) o non vedere piu' certi "interrogatori" non è la stessa cosa è Secondo me è il rovescio della stessa medaglia. Tex è nato ed è diventato famoso per certe caratteristiche. Qualcuno puo' dire il contrario ? Se queste ultime si riducono, passi, ma se spariscono o, peggio, ci vengono proposte in modo tale che le si "sentano" quasi forzate o applicate "controvoglia" allora non andiamo bene.... -_nono
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A qualcuno mancano gli interrogatori vecchia maniera ma questi non fanno una storia valida. Sono un di più, che molti amano e anche io amo ma sarebbe snaturare Tex se egli si dimostri vile, o che sbagli una tattica, o che sparando un nemico lo manchi da distanza ravvicinata, che non aiuti chi è in pericolo... ecco cosa significa snaturare.

Condivido quando scrivi che è snaturare Tex quando si dimostra vile ( ci ha pensato l'ultimo Nizzi e basta e avanza ); ma far quasi scomparire il tipico linguaggio ( senza manco sforzarsi come fece invece il primo Nizzi ) o non vedere piu' certi "interrogatori" non è la stessa cosa è Secondo me è il rovescio della stessa medaglia. Tex è nato ed è diventato famoso per certe caratteristiche. Qualcuno puo' dire il contrario ? Se queste ultime si riducono, passi, ma se spariscono o, peggio, ci vengono proposte in modo tale che le si "sentano" quasi forzate o applicate "controvoglia" allora non andiamo bene.... -_nono
MA CI SONO anche quelli, solo non in ogni storia!! CHEPPALLE!!! Sei ripetitivo e noioso e fissato come una zanzara con l'Alzheimer!
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La cosa bella è che solo poco tempo fa, su questo forum, ci siamo generalmente complimentati per:i battibecchi e l'interrogatorio di "Mondego il killer";i battibecchi del Texone di Civitelli - oltre che per il protagonismo di Kit;i battibecchi di "Salt River";E ora, è tutto un canto funebre, un requiem nato (lo ribadisco) da UNA storia brutta, UNA. Mi sa che c'è in giro un po' di schizofrenia! :D

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Assai interessante, questo topic. Riassumendo in modo molto spiccio, riguardo l'argomento di fondo del topic mi pare che finora si siano delineate grosso modotre posizioni:- C'è chi del vecchio Tex rimpiange tutto, ma proprio tutto ( dal linguaggio al carattere, dalla centralit? assoluta del personaggio alla scrittura, didascalie comprese ).- C'è chi rimpiange alcune cose ( nel caso del sottoscritto: una certa caratterizzazione del personaggio che è stata modificata, una maggior presenza dei pard, le storie lunghe e un tasso di ironia/umorismo sensibilmente diminuito ), ma accoglie con favore la maturazione in termini di scrittura, di disegno, riconoscendo che finora si è trattato di una evoluzione naturale, sempre contenutaentro i giusti limiti e mai spinta verso i confini della snaturazione.- C'è infine chi non rimpiange assolutamente nulla, o perchè preferisce il Tex moderno rispetto a quello vecchio, oppure perchè negli anni il suo approccio alla saga è cambiato di pari passo con l'evoluzione della stessa. Io rientro nel secondo dei casi classificati, ma anche se magari non condivido questa o quella argomentazione addotta a sostegno di qualche tesi, penso che tutti e tre gli approcci siano ugualmente validi. Perchè ognuno di noi ha in mente il proprio Tex, ama questo fumetto per determinate caratteristiche piuttosto che per altre, e di conseguenza ha la propria idea su come la saga dovrebbe essere portata avanti. Perciò trovo particolarmente interessante la discussione, e mi farebbe piacere che anche altri si aggiungessero.

Come fanno ad aggiungersi altri, se già dici tutto tu? :indianovestito: Scherzi a parte, apprezzo e quoto il tuo intervento, che sintetizza le diverse istanze dei forumisti. Io, come te, mi colloco al secondo posto: rimpiango l'ironia e il linguaggio di Nizzi ma apprezzo molto di più la maturazione del personaggio, i suoi dialoghi più profondi e l'umanit? e il ben diverso spessore dei suoi personaggi.
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A qualcuno mancano gli interrogatori vecchia maniera ma questi non fanno una storia valida. Sono un di più, che molti amano e anche io amo ma sarebbe snaturare Tex se egli si dimostri vile, o che sbagli una tattica, o che sparando un nemico lo manchi da distanza ravvicinata, che non aiuti chi è in pericolo... ecco cosa significa snaturare.

Condivido quando scrivi che è snaturare Tex quando si dimostra vile ( ci ha pensato l'ultimo Nizzi e basta e avanza ); ma far quasi scomparire il tipico linguaggio ( senza manco sforzarsi come fece invece il primo Nizzi ) o non vedere piu' certi "interrogatori" non è la stessa cosa è Secondo me è il rovescio della stessa medaglia. Tex è nato ed è diventato famoso per certe caratteristiche. Qualcuno puo' dire il contrario ? Se queste ultime si riducono, passi, ma se spariscono o, peggio, ci vengono proposte in modo tale che le si "sentano" quasi forzate o applicate "controvoglia" allora non andiamo bene.... -_nono
MA CI SONO anche quelli, solo non in ogni storia!! CHEPPALLE!!! Sei ripetitivo e noioso e fissato come una zanzara con l'Alzheimer!
Peste ! :shock:

Quelli chi ?
"Gli interrogatori" è Ma dove è Ma se non ci vengono manco piu' mostrati e dobbiamo lavorare di fantasia ( proprio su alcune tue storie di questi anni recenti ).
Il famoso linguaggio texiano è A corrente alternata. Il Tex bonelliano e nizziano non parlava a corrente alternata....
Gran matusalemme ballerino ! :capoInguerra: :trapper:

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Comunque, intervengo da vecchio nostalgico, se le storie sono come le ultime due di Boselli ( Tonto Creek e almanacco ) oppure come il texone di Civitelli, possiamo anche far a meno delle patatine. Se sono come "Gli schiavisti" che mi ha annoiato e che ho trovato sconclusionata, si ritorna inevitabilmente a reclamare il vecchio Tex. In realtà le storie moderne non hanno niente da invidiare a quelle del passato, l'importante, in primis, è azzeccare la storia (e i disegni).

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Comunque, intervengo da vecchio nostalgico, se le storie sono come le ultime due di Boselli ( Tonto Creek e almanacco ) oppure come il texone di Civitelli, possiamo anche far a meno delle patatine. Se sono come "Gli schiavisti" che mi ha annoiato e che ho trovato sconclusionata, si ritorna inevitabilmente a reclamare il vecchio Tex. In realtà le storie moderne non hanno niente da invidiare a quelle del passato, l'importante, in primis, è azzeccare la storia (e i disegni).

Su questo concordo solo in parte. Si possono scrivere storie di Tex veramente belle, a volte definibili addirittura capolavori, e su questo non ci piove. Ma senza quei particolari che fanno Tex. sono texiane in modo limitato. Io, e capisco che questo possa non trovare la condivisione di tutti, tutto sommato preferisco una buona storia pienamente texiana che un capolavoro a texianit? limitata. Non voglio dire che il secondo non lo leggo volentieri, ma non è quello che cerco. A volte, addirittura, mi va bene anche la storia quasi mediocre (chiaro, che non sia veramente brutta!), perchè tutto ciò che richiedo da un albo a fumetti è un po' di sano e totale relax, senza pensieri, meditazioni, filosofie ecc. Sono una persona dai gusti molto semplici, è per quello che ragionamenti sull'evoluzione e sul perfezionamento dei dettagli ecc. ecc. non mi toccano più di tanto; a me Tex andava benissimo con i dettagli imperfetti e con tutta l'ingenuità di quegli anni ;)
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Io, e capisco che questo possa non trovare la condivisione di tutti, tutto sommato preferisco una buona storia pienamente texiana che un capolavoro a texianit? limitata.

Per me invece è il contrario. Io spero sempre di incappare in un capolavoro, anche a costo di una modesta presenza di Tex. In effetti la mia predilezione per Borden nasce da quei personaggi che mi hanno affascinato, mettendo senz'altro in (temporanea) ombra Tex. Tex alla fine finisce per vincere, sempre, e la sua figura non è mai sminuita. A me piacciono i suoi compagni di strada, anche se gli sottraggono troppo spazio. Io porto nel cuore la storia di Shane O' Donnell: è quella storia che ricordo, i suoi dialoghi, le sue situazioni, il suo lirismo. Tex l' c'è poco, e quasi non c'è traccia del Tex spaccone: eppure non mi è mancato, perchè quella storia mi ha dato una soddisfazione indicibile. Questo per dire che preferisco il capolavoro a un Tex spaccone (e un po' sterile). D'altronde l'avevi detto che non avresti trovato la condivisione di tutti ;)
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D'altronde l'avevi detto che non avresti trovato la condivisione di tutti ;)

S?, ma non è che dovevi subito confermare! :_sigh Chi ti ha insegnatoa trattare così una debole donna? -_nono Le leggiadre fanciulle hanno sempre ragione -_-
Chiedo venia, leggiadra fanciulla :DMi cospargo il capo di cenere e grido evviva al Tex imperfetto, ingenuo e verace dei tempi d'oro :trapper:
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perchè tutto ciò che richiedo da un albo a fumetti è un po' di sano e totale relax, senza pensieri, meditazioni, filosofie ecc. Sono una persona dai gusti molto semplici, è per quello che ragionamenti sull'evoluzione e sul perfezionamento dei dettagli ecc. ecc. non mi toccano più di tanto; a me Tex andava benissimo con i dettagli imperfetti e con tutta l'ingenuità di quegli anni ;)

Il punto sta proprio qua, fra i lettori adulti non tutti riescono ad accontentarsi di una storiellina semplice. A me, ad esempio, da piccolo Tex piaceva molto. Lo stesso dicasi per "Il comandante Mark" che mettevo allo stesso livello. In entrambi i casi mi trovavo di fronte a storie molto semplici, con un buon impianto narrativo, schemi consolidati, disegni discreti e l'eroe buono che alla fine trionfa sempre. Da ragazzo tutto questo mi bastava. Poco tempo fa mi sono letto uno speciale del Comandante Mark, fiducioso di trovare lo stesso entusiasmo di quand'ero piccolo. Ebbene, non dico che non mi sia piaciuto, ho trascorso egualmente una piacevole oretta ma niente di paragonabile a certe storie di Boselli o Manfredi, in cui c'è l'avventura ma anche originalità, pathos, ricerca psicologica dei personaggi. Tutte cose che per te sono di troppo ma per me, adesso, sono indispensabili per farmi appassionare. Insomma mi sembra chiaro che a entrambi piace leggere ancora i fumetti, ma mentre tu ricerchi ancora quella semplicit? di quand'eri piccola io cerco una maggiore attenzione ai dettagli, indipendentemente se sto leggendo Tex o un altro fumetto. Semplicemente, il mio modo di leggere si è evoluto. Ciò non vuol dire che è giusto accontentarsi o non accontentarsi, semplicemente ci sono due modi di leggere ed è inutile stare a "scannarsi" metaforicamente per cercare di affermare quale sia il Tex più "giusto".
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perchè tutto ciò che richiedo da un albo a fumetti è un po' di sano e totale relax, senza pensieri, meditazioni, filosofie ecc. Sono una persona dai gusti molto semplici, è per quello che ragionamenti sull'evoluzione e sul perfezionamento dei dettagli ecc. ecc. non mi toccano più di tanto; a me Tex andava benissimo con i dettagli imperfetti e con tutta l'ingenuità di quegli anni ;)

Il punto sta proprio qua, fra i lettori adulti non tutti riescono ad accontentarsi di una storiellina semplice. A me, ad esempio, da piccolo Tex piaceva molto. Lo stesso dicasi per "Il comandante Mark" che mettevo allo stesso livello. In entrambi i casi mi trovavo di fronte a storie molto semplici, con un buon impianto narrativo, schemi consolidati, disegni discreti e l'eroe buono che alla fine trionfa sempre. Da ragazzo tutto questo mi bastava. Poco tempo fa mi sono letto uno speciale del Comandante Mark, fiducioso di trovare lo stesso entusiasmo di quand'ero piccolo. Ebbene, non dico che non mi sia piaciuto, ho trascorso egualmente una piacevole oretta ma niente di paragonabile a certe storie di Boselli o Manfredi, in cui c'è l'avventura ma anche originalità, pathos, ricerca psicologica dei personaggi. Tutte cose che per te sono di troppo ma per me, adesso, sono indispensabili per farmi appassionare. Insomma mi sembra chiaro che a entrambi piace leggere ancora i fumetti, ma mentre tu ricerchi ancora quella semplicit? di quand'eri piccola io cerco una maggiore attenzione ai dettagli, indipendentemente se sto leggendo Tex o un altro fumetto. Semplicemente, il mio modo di leggere si è evoluto. Ciò non vuol dire che è giusto accontentarsi o non accontentarsi, semplicemente ci sono due modi di leggere ed è inutile stare a "scannarsi" metaforicamente per cercare di affermare quale sia il Tex più "giusto".
Intervento intelligente. Quoto.
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Mi sbaglio, o alcuni stanno cercando di comporre l'equazione Tex del passato = storielline semplici e disimpegnate = scarsa attenzione alla caratterizzazione dei personaggi = lettore ingenuo/poco esigente --------- Tex odierno = originalità = attenzione ai dettagli = intrecci più maturi = lettore adulto/più esigente?In tal caso, attendetevi un prosieguo della discussione molto caliente....... :generaleN: :colt:

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Mi sbaglio, o alcuni stanno cercando di comporre l'equazione Tex del passato = storielline semplici e disimpegnate = scarsa attenzione alla caratterizzazione dei personaggi = lettore ingenuo/poco esigente --------- Tex odierno = originalità = attenzione ai dettagli = intrecci più maturi = lettore adulto/più esigente?

Boh, di certo non sono io - non a caso "Braccato" e "L'inseguimento" sono storielle per bambini di 5 anni uscite molto di recente. No, io quel che dico è sempre che: 1) i lettori odierni (o forse solo quelli dei forum) sono dei gran pippaioli che fanno l'autopsia alle singole vignette;2) le vecchie mummie alla "Baci e spari" vivono in un tempo anacronistico, morto e sepolto, e pretendono che il mondo non si evolva e rimanga allo stato di mummia - come loro, insomma;3) che se i capolavori di Bonelli o Nizzi o Boselli uscissero oggi, nessuno li considererebbe tali: e per forza, oggi facciamo le autopsie e giochiamo a fare i "grandi critici" (con effetti, per esempio nel campo del disegno, quasi sempre ridicoli), mica pensiamo a goderci le storie. Modificato da paco ordonez
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Boh, di certo non sono io - non a caso "Braccato" e "L'inseguimento" sono storielle per bambini di 5 anni uscite molto di recente.

Ok, ma cosa le renderebbe "storielle per bambini di 5 anni"? Cosè, tanto per capire.


a) i personaggi sono "piatti";
b ) l'intreccio è scontato;
c) il finale (almeno quello di "Braccato") è troppo "buonista";
d) Tex appare invulnerabile;
e) .....
.....
.....

No, perchè (in linea generale) storie che presentano decine e decine di sparatorie e morti ammazzati, ed espressioni comunque forti e colorite, non sarebbero esattamente il target definibile "per bambini di 5 anni".

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Proprio le cose che hai detto tu, Tazhai! ;)Inoltre non bastano le sparatorie a gog? per fare una storia adulta: "L'inseguimento" è un video game, anzi, un cartone animato, con Stanton novello Willie Coyote che le prende a destra e manca, gliene capitano di tutti i colori, ma torna sempre bello e fresco come una rosa! :DE vogliamo parlare dell'inserimento della famiglia dei beoti?Quindi non bastano tanti BANG BANG per fare una storia adulta: le prime storie di Tex, quelle cosiddette "ingenue", al confronto di queste due faraciane sono un trattato di filosofia!

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Mi sbaglio, o alcuni stanno cercando di comporre l'equazione Tex del passato = storielline semplici e disimpegnate = scarsa attenzione alla caratterizzazione dei personaggi = lettore ingenuo/poco esigente --------- Tex odierno = originalità = attenzione ai dettagli = intrecci più maturi = lettore adulto/più esigente?

Non per quanto mi riguarda :)


La maggiore o minore esigenza e attenzione ai particolari da parte del lettore è totalmente soggettiva; personalmente non mi preoccupo troppo di soffermarmi a controllare se l'arma impugnata è in linea coi tempi o se il cappello è proprio proprio uno Stetson.
Dal punto di vista oggettivo, invece, non intendo dire che per forza il Tex dei primordi fosse tirato via rozzamente sui particolari, sulle caratterizzazioni ecc. ecc. C'è pur sempre una notevole differenza rispetto a produzioni come Il Comandante Mark o Capitan Miki, dove i "cattivi" sembrano disegnati da Cesare Lombroso e i "buoni" hanno occhi che risplendono di valore e fulgida nobilit?.
Dico, però, che almeno per quanto a me appare era un Tex meno sofisticato.

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Nella mia interpretazione, nel Tex dei primissimi numeri c'era già tutto.
Tutto per divertire il lettore fanciullo, tutto per far rilassare il pendolare reduce da una giornata di lavoro, tutto per solleticare l'attenzione di coloro che erano attenti ai dettagli, tutto per incuriosire i lettori più avvezzi a cogliere le sottigliezze psicologiche dei vari personaggi, tutto per gli amanti dell'ironia e tutto per i sostenitori di una violenza rude, maschia, ma alla fine giusta.
E' per questo che "quel" Tex piace ancora: ce n'? per tutti i gusti e lo si può leggere da molteplici punti di vista.......? - in sintesi - un evergreen.
Quello che viene proposto oggi, è spesso frutto di un dosaggio sbagliato degli ingredienti, che accontenta - pertanto - SOLO una parte dei lettori, scontentando gli altri.
"Gli invincibili" è una storia moderna, adulta, attenta alla caratterizzazione dei personaggi non più di "Uno contro venti" o "L'eroe del Messico". E quanti anni sono trascorsi tra di esse? Mezzo secolo?
L'unica differenza solare è che nella prima c'è "meno Tex" delle altre due: Tex non è il perno della narrazione, potrebbe esserci chiunque al suo posto e la storia sarebbe comunque, in sè, molto bella.
Eppure, c'è ancora chi parla di "evoluzione" e di "lettore moderno". La vera forza di Tex, che ha fatto (e che fa tuttora) la differenza rispetto ad altre pubblicazioni, e che il personaggio era già "moderno" ed "evoluto" ai primordi. Il problema è che non tutti se ne accorgono....

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La vera forza di Tex, che ha fatto (e che fa tuttora) la differenza rispetto ad altre pubblicazioni, e che il personaggio era già "moderno" ed "evoluto" ai primordi. Il problema è che non tutti se ne accorgono....

Sono più che d'accordo!Infatti io sono contrarissimo a cose tipo figlie di Carson e nipotini vari. Però ci può stare anche il contrario: che le prime storie non piacciano come quelle successive! - per dirti: secondo me il primo capolavoro di Tex è "Fuorilegge", però ciò non toglie che io ritenga il Tex da "La gola della morte" in poi (anche qualcosa prima) nettamente migliore, come fumetto, di quello precedente :)
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Vorrei precisare che quando parlo di semplicit? o addirittura ingenuità non mi riferisco al personaggio Tex. Giustamente Tahzay dice che si trattava di un personaggio fortemente moderno già dalle origini (un bianco che diventa capo di una nazione indiana, che per la sua razza è un fuorilegge che ama la giustizia e per amore della giustizia diventa un uomo di legge disposto anche a travalicare la legge... altro che caratterizzazione rozza!!!)
Io mi riferisco sempre ai particolari. Ai fucili che magari non esistevano ancora in quel particolare anno, agli indiani con il copricapo di piume e i totem che magari non c'entrano nulla con quella tribù, ai Seminoles trasferiti d'autorit? bonelliana vicini ai Cheyenne... quante volte l'ho detto: Io amo questi che molti bollerebbero come macroscopici errori!
Chiaramente li amo nella misura in cui sono nati dall'artigianalit? dei tempi. Non dico che con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione oggi, lo sceneggiatore debba far diventare Geronimo capo dei Piedi Neri!

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Rilessi ieri così, per affezione e nostalgia, le pagine di "Il Giuramento" quando Tex cerca di entrare nela riserva Navajos fino alla scena famosa della tomba, quando giura a sua moglie di vendicarla. Quando rileggo quel tipo di storie mi accorgo che il linguaggio bonelliano è qualcosa che ti cattura, che ti entra dentro, qualcosa di dannatamente vivo. E' un classico. Oggi gli autori moderni cone Manfredi, Boselli o Faraci devono per forza di cose costruire una storia secondo le loro corde e non secondo le corde di Gianluigi Bonelli. Non si tratta di scontentare un pubblico ma di una scelta stilistica, un modo di narrare. "Gli Invincibili" è una storia complessa e innovativa e ancora oggi ricordo con stupore il prologo ambientato a Manchester, in Inghilterra. Fu una cosa che mi stup? perchè nella serie regolare si era sempre stati precisi a non uscire fuori dai confini del West tradizionale. Poi Thazay tu parli di personaggio già evoluto all'inizio ma non è così. Bonelli scrisse le storie di Tex, quelle che citi tu, le prime strisce, senza farsi tanti problemi autoriali. Era un personaggio non tanto diverso da altri come Kociss oppure Hondo. Tex è evoluto man mano negli anni. Cambiando formato e numero di pagine. "Vendetta Indiana" ne è un esempio. Tornando alla storia irlandese che citi è vero che Boselli costru? una serie di personaggi molto particolareggiati ma è inevitabile che fu così! Perchè Tex deve stare per forza al centro dell'attenzione? Ma poi non è così, visto che è sempre lui a risolvere la situazione con il piano giusto e perchè lui "oh yeah ci sa fare". Se non ricordo bene, Nizzi una volta disse che era "pericoloso" far perdere la centralit? a Tex, ma non sono d'accordo. Meglio scrivere storie come "Gli Invicibili" che fotocopie sbiadite di altre storie soltanto perchè Tex deve fumare o scazzottare. Poi ogni sceneggiatore scrive storie che possono piacere e altre no. Io leggo Tex dall'età di quattro-cinque anni. Confesso che preferivo Il Grande Blek. Trovavo meraviglioso quel personaggio della mitica Essegesse e ancora oggi rileggo certe avventure con nostalgia: "Gli Uomini Lince" è un classico - chissà se il Borden o Nizzi la conoscono - e rester? sempre nel mio cuore. Anch'io fino ai venti anni ho sempre pensato che Tex dovesse essere granitico, che dovesse malmenare i corrotti, essere più spavaldo, che solo Bonelli padre ci sapeva fare. Io l'ho letto in contemporanea con mio padre che fa parte della "vecchia generazione" di quei lettori che sono cresciuti con le strisce, tanto per capirci. Poi si cresce ancora e si matura. Adesso cerco e voglio trame che mi diano più soddisfazione. Non lasciamoci ingannare dal vero o dal falso Tex perchè non esiste: esiste solo l'avventura narrata con onest?. Ecco, una cosa che odierei sarebbe di leggere storie scritte tanto come compitini da fare.

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Nella mia interpretazione, nel Tex dei primissimi numeri c'era già tutto.
Tutto per divertire il lettore fanciullo, tutto per far rilassare il pendolare reduce da una giornata di lavoro, tutto per solleticare l'attenzione di coloro che erano attenti ai dettagli, tutto per incuriosire i lettori più avvezzi a cogliere le sottigliezze psicologiche dei vari personaggi, tutto per gli amanti dell'ironia e tutto per i sostenitori di una violenza rude, maschia, ma alla fine giusta.
E' per questo che "quel" Tex piace ancora: ce n'? per tutti i gusti e lo si può leggere da molteplici punti di vista.......? - in sintesi - un evergreen.
Quello che viene proposto oggi, è spesso frutto di un dosaggio sbagliato degli ingredienti, che accontenta - pertanto - SOLO una parte dei lettori, scontentando gli altri.
"Gli invincibili" è una storia moderna, adulta, attenta alla caratterizzazione dei personaggi non più di "Uno contro venti" o "L'eroe del Messico". E quanti anni sono trascorsi tra di esse? Mezzo secolo?
L'unica differenza solare è che nella prima c'è "meno Tex" delle altre due: Tex non è il perno della narrazione, potrebbe esserci chiunque al suo posto e la storia sarebbe comunque, in sè, molto bella.
Eppure, c'è ancora chi parla di "evoluzione" e di "lettore moderno". La vera forza di Tex, che ha fatto (e che fa tuttora) la differenza rispetto ad altre pubblicazioni, e che il personaggio era già "moderno" ed "evoluto" ai primordi. Il problema è che non tutti se ne accorgono....

Dici bene Tahzay, nella "tua interpretazione" nel Tex dei primi numeri c'era già tutto mentre, ad esempio, ne "Gli invincibili" non c'è abbastanza Tex.

E' una tua opinione, la mia è diversa e probabilmente se chiedessimo a 50 diverse persone del forum cosa ne pensano in proposito avremmo 50 opinioni diverse, che magari si raggrupperebbero in due/tre grandi blocchi.
Non puoi pretendere di affermare sembra ombra di dubbio che Tex è nato già adulto e pensare di avere per forza ragione.
Perfino GLB ha sempre asserito che le prime storie di Tex sono nate così senza pensare a come si sarebbe evoluto il personaggio perchè a quei tempi neanche sapeva se Tex avrebbe avuto un futuro.
Tu parli di scelte moderne perchè ad esempio Tex è diventato capo di una nazione navajo, ma dimentichi, e Ulzana fa bene a ricordartelo, che molte scelte sono state frutto del caso. Tex sposa Lilith perchè per come si era evoluta la storia GLB doveva trovare un modo per toglierlo dai pasticci, poi la fa morire per levarsi dalle scatole quella che per lui era una palla al piede, e inoltre gli viene spontaneo farlo diventare un capo navajo perchè in fondo era il genero del capo che era morto.
Tutto questo vuole sminuire l'opera di GLB?
No! tutt'altro perchè comunque bisogna essere bravi per far andare avanti la storia anche navigando a vista e selezionando opportunamente le opzioni disponibili. Ma allo stesso modo, personalmente, trovo inutile il processo di "beatificazione" di GLB per cui lui era un genio e gli autori odierni delle "pippe".

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Mi sbaglio, o alcuni stanno cercando di comporre l'equazione Tex del passato = storielline semplici e disimpegnate = scarsa attenzione alla caratterizzazione dei personaggi = lettore ingenuo/poco esigente --------- Tex odierno = originalità = attenzione ai dettagli = intrecci più maturi = lettore adulto/più esigente?

Boh, di certo non sono io - non a caso "Braccato" e "L'inseguimento" sono storielle per bambini di 5 anni uscite molto di recente. No, io quel che dico è sempre che: 1) i lettori odierni (o forse solo quelli dei forum) sono dei gran pippaioli che fanno l'autopsia alle singole vignette;2) le vecchie mummie alla "Baci e spari" vivono in un tempo anacronistico, morto e sepolto, e pretendono che il mondo non si evolva e rimanga allo stato di mummia - come loro, insomma;3) che se i capolavori di Bonelli o Nizzi o Boselli uscissero oggi, nessuno li considererebbe tali: e per forza, oggi facciamo le autopsie e giochiamo a fare i "grandi critici" (con effetti, per esempio nel campo del disegno, quasi sempre ridicoli), mica pensiamo a goderci le storie.
Quoto, ma solo la 3.
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