Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Classifica

  1. Carlo Monni

    Carlo Monni

    Collaboratori


    • Punti

      7

    • Contatore Interventi Texiani

      5958


  2. Augustus McCrae

    Augustus McCrae

    Cittadino


    • Punti

      4

    • Contatore Interventi Texiani

      172


  3. mangiatortillas

    • Punti

      4

    • Contatore Interventi Texiani

      18


  4. Diablero

    Diablero

    Ranchero


    • Punti

      4

    • Contatore Interventi Texiani

      3093


Contenuto popolare

Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 05/01/2024 in tutte le sezioni

  1. Chiaramente se la si legge come fa Diablero, di cui riconosco senza problemi l’intelligenza e l’acume critico ma che secondo me pecca di ipersensibilità nell’interpretare certe situazioni, la scena non è da Tex: dei bulli infieriscono su un povero prestigiatore e Tex gli da pure man forte. Ma seriamente Nolitta può avere costruito a bella posta questa sequenza per far vedere Tex come uno smargiasso prepotente, e Sergio Bonelli deciso di pubblicarla sulla testata del suo personaggio più venduto? Verosimilmente l’intento di quella scenetta - che magari, per carità, gli può anche essere riuscita male - era di dare un tocco divertente e scanzonato a una avventura che sarebbe stata poi molto drammatica (come Nolitta usava spesso su Zagor: una delle storie più tragiche dello spirito con la scure, La rabbia degli Osages, iniziava con una delle gag più divertenti di Cico), oltre che di ricreare il clima fumoso e chiassoso dei saloon di tanti film western, con le ballerine che ballano il can can e gli avventori che fanno baccano. Il motivo principale di quella scena, insomma, mi pare quello di dare uno sdrammatizzante tocco di colore. Non serve ricordare che il tono sdrammatizzante e scanzonato è sempre stato uno dei marchi di fabbrica di Nolitta, quindi non scambierei quello che è un tratto autoriale per uno sgarbo fatto coscientemente. Se poi la prepotenza è l’uccisione della povera colomba giova ricordare che all’epoca su Tex si vedevano stragi di puma, lupi, coyotes, corvi e avvoltoi e quant'altro che la sensibilità animalista del tempo non era certo quella di oggi. Le copertine di Tex però le sceglieva Sergio Bonelli, cioè Nolitta
    2 points
  2. A mio avviso, è logico che passando il tempo occorre attenersi all'ammodernamento della saga, soprattutto per ciò che riguarda le tecniche narrative. (Ma il Bonelli del periodo d'oro, siam sicuri che moderno non lo fosse già cinquanta anni prima?) Di fatto gli autori attuali, Boselli in primis, hanno via via dato un tocco più "fresco", con ritmi di sceneggiature più ariose, bozze di continuity più marcate rispetto al passato, una maggiore coerenza storica delle trame, un campionario di personaggi più ampio e molto sfaccettato (a volte anche troppo, quasi da mettere i nostri in secondo piano). Ma l'essenza del protagonista non può essere cambiata. Tex è e deve rimanere un eroe tutto d'un pezzo, sebbene umano. Un autore può scegliere tutte le strade che vuole, ma la meta deve sempre essere quella, se non vuole snaturare la caratterizzazione bonelliana che ha reso celebre questo immensa creatura fumettistica. L'antieroe brontolone e irascibile che Nolitta inseriva nelle sue tavole, non poteva funzionare a lungo. Infatti il calo delle vendite lo mostrava che la strada era errata. Se vado al cinema e voglio vedere un film western, non puoi trasmettermi un porno. Chi si recava in edicola per leggere storie del sapore bonelliano e si trovava un sorta di Mister No in camicia gialla, è ovvio che alla seconda uscita, mandava tutto al diavolo. Sergio, ben conscio della sua scarsa attinenza con la serie ammiraglia del padre, appena scorse in Nizzi quel mestiere e manierismo utile a emulare in linea di massima alcune caratteristiche del padre (soprattutto nell'ironia e nei dialoghi) passò rapidamente la mano. Pure Nizzi però, appena finita l'ispirazione del primo decennio, ha cominciato a "tradire" troppo il personaggio, a via di origlioni, botte in testa, cinturoni slacciati e fare da sbirro ottuso. Anche la sua ultima gestione avrebbe affossato la saga senza l'affiancamento di autori freschi e ben conoscitori della saga come Mauro, ma i dettami bonelliani non possono mai essere aggirati. Equivarebbe a far tramontare la stella ormai ultrasettantennale della saga.
    1 point
  3. Tex in un duello estrae, spara e uccide l'avversario prima che questi abbia il tempo di toccare la colt. È da Tex? Risparmiami mille altri esempi, non ho il tempo, la voglia e la pazienza (mia e di quei povericristi che vorrebbero leggere il commento). Verissimo. Mi piacerebbe una bella storia in cui Tex dà un morso a una mela avvelenata..
    1 point
  4. Per rispondere a @cuervojones : sì é vero che vengono anche i Mamga e Zerocalcare, ma vendono proprio perché non sono Tex.Se trasformi Tex in un manga non attiri nuovi lettori,fai solo perdere quelli che ci sono già( in genere,che siano fumetti,libri o film, la formula " fai assomigliare X a Z così quelli che amano Z ameranno anche X non funziona mai: quelli che amano Z non si fidano e rimangono con Z,quelli che amano X si rompono e smettono di amarlo).
    1 point
  5. Riletta in occasione del quarto capitolo... Cosa dire...C'è di tutto...Azione alla Indiana Jones, battute, siparietti, un cattivo di alto livello (con un fondo di verità), Tex e Carson sugli scudi, il tutto condito dai disegni di Villa non ancora al top (tipo il suo Texone) ma già eccezionale. Nizzi tira fuori dal cilindro un'altra perle. Lo sceneggiatore ne ha scritte di storie diciamo "discutibili" però ne ha fatte secondo me una decina (come minimo) da "giù il cappello".
    1 point
  6. Questo era per voi il Tex "superman", quello che non mostrava mai debolezze? Mentre immagino quello attuale, che in copertina non può nemmeno mostrarsi spaventato ed è sempre impassibile, sarebbe quello "umano" Boh, io a volte a leggere certi commenti sul Tex di GL Bonelli mi chiedo se chi li scrive lo ha mai letto... (a parte che oggi usare BATMAN, il sogno bagnato di ogni nerd che vorrebbe essere invincibile, dico BATMAN, "the most dangerous man alive", l'uomo che HA SCONFITTO Superman, come esempio di "eroe fallibile" mi fa pensare che non si sia letto manco Batman... ) P.S.: Tex vende quello che vende perchè ha CONSERVATO i vecchi lettori, soprattutto. E non solo lui. la Bonelli è diventata la principale casa editrice di fumetti "all'indietro", negli anni 70 quando i fumetti vendevano un casino, molti vendevano più della Bonelli (l'Intrepido faceva milioni di copie al mese). Poi le vendite di tutti sono crollate. Quelle di Bonelli sono crollate molto meno delle altre. Il segreto del successo di Sergio Bonelli è sempre stato principalmente la capacità di non scontentare i vecchi lettori. Non quello di cercare stoltamente "un nuovo pubblico" ormai inesistente (deve fare anche quello, certo, con nuove testate, che se lo intercettano tutto vendono 20.000 copie: non certo buttando a mare le vecchie) Pazzesco sentire certi peana allo snaturamento, in un editoria dove VENDONO SOLO COSE VECCHIE (guarda chi vende di più nel fumetto seriale: Tex, Zagor, Diabolik, Topolino... non ne trovi uno recente!). Quando a chiudere non sono le "cose vecchie" come Tex, ma sono, invariabilmente, le "nuove proposte" nei "nuovi linguaggi" che "piacciono ai giovani" (sì, si vede... ) A cercare un "pubblico" giovane comunque ci hanno provato, "svecchiando" un vecchio personaggi. Anzi due. Mai sentito parlare di Mister No Revolution? Di Martin Mystere Le Nuove Avventure (quello "GGiovane"?). Grandissimi successi, vero? Quelli sì che vendono, mica la roba vecchia tipo Tex...
    1 point
  7. Allora...Riletta e concordo con te. Atmosfera di New Orleans, la laguna, i canali, il covo della Tigre, un Civitelli che valorizza il tutto. Poi la storia scorre bene tra siparietti spassosi, inseguimenti, morti viventi, seguaci del vodoo, scontri armati ed un personaggio come la Tigre un po' più introspettivo. Quando la lessi da ragazzo mi entusiasmò ora da "adulto" non mi ha deluso (anzi).
    1 point
  8. Oggi stavo leggendo vecchi articoli nel sito "Baci e Spari" (che prima o poi dovrò trovare il tempo di esplorare completamente, ma c'è troppa roba...), e ho trovato la cronaca di un incontro con Galep in cui spiega un po' la storia de "Gli Sterminatori": https://www.baciespari.it/comune/?ID=444 (questa ovviamente è la versione di Galep delle motivazioni della mancata pubblicazione del volume, anzi è un resoconto di altri su quello che avrebbe detto, anche se sono tutti in buonafede sono sempre interpretazioni individuali di interpretazioni individuali. Ma in ogni caso fa capire con che amarezza Galep nel 1971 prese la decisione dell'editore. Vero che poi fu pubblicata in volume di grande formato "La conquista del West", ma solo nel 1986, quindici anni dopo ("Condor Pass" è del dicembre 1971) Sulla conclusione affrettata (che "dimentica" tutti i crimini dei cacciatori di bisonti) credo che, abbandonato il progetto del volume, Bonelli l'abbia semplicemente voluta chiudere in fretta (con quell'impaginazione non era adatto alla serie regolare) e nelle poche pagine che gli rimanevano per arrivare a fine albo. Concordo con Galep che comunque non basta l'impaginazione "sbarazzina" a dire che è la sua storia migliore. Purtroppo, era già iniziato il suo lento declino, non so se stava già avendo i primi problemi agli occhi ma in ogni caso aveva perso la mano eccezionale degli anni precedenti (lo diceva anche lui, che produrre tutte quelle tavole di Tex gli aveva "rovinato la mano"). Per me il Galep migliore, quello che si vede purtroppo solo in Occhio Cupo e nelle copertine degli albi d'oro, è quello degli anni 50, quando aveva la possibilità di dedicarci più tempo, e quello de Il Figlio di Mefisto dove usa incredibilmente il "mestiere" acquisito per darci una sua versione "gotica" raramente vista prima P.S.: sono anche d'accordo sulla sua opinione sul colore: Galep. Io ho fatto i colori di questa storia qui… ecco “La conquista di Tex” (Galep pronunciava “Tex” tèchese)…….. l’ho dedicata a mia moglie. E qui c’è tutta la storia, vede… a me però piaceva in bianco e nero, l’originale in bianco e nero. D. Anche a me. Galep. È vero? D. sono più belli i disegni in bianco e nero… A questa mia affermazione, mentre siamo di spalle alla telecamera intenti a guardare il volume, si vede Galep girarsi verso il sottoscritto e sussurrare con soddisfazione: “Sono i migliori”.
    1 point
  9. Vai tranquillo, @Mister P: storia molto divertente e ben fatta, al netto di un certo calo nella seconda parte, che però non intacca la riuscita. Non un'avventura che passa alla storia, ma una di quelle che vorresti trovare tutti i mesi in edicola e grazie alle quali noi tutti amiamo Tex. Un solo errore da matita blu, con la famigerata pacca sul culo che è una stonatura non da poco, ma basta chiudere gli occhi per un paio di vignette; per il resto, una storia che è al tempo stesso classica, grazie a una narrazione solida, logica e coerente, e molto post-moderna, perché intessuta di autocitazioni, spesso distorte, di altre storie di Tex, segnatamente dello stesso borden. Una delle poche storie post-2008 che abbia riletto dopo la prima lettura fatta all'acquisto (se non ricordo male, oltre a questa ho riletto solo "Deadwood" e "Furia comanche" di Ruju). Insomma, una lettura di grande piacevolezza e la dimostrazione, caso mai ce ne fosse bisogno, che Boselli è l'ultimo autore di Tex in grado di fare un western vero, che odora di western.
    1 point
  10. Non so se è già stato citato nel thread (troppo lungo leggersi tutti gli interventi) ma ecco il giudizio del grande GL Bonelli su questa storia, preso da una intervista che gli fecero Marcheselli (futuro direttore Bonelli, ma all'epoca ancora fanzinaro) e Spiritelli su "Fumo di China", credo nel 1981, e che è stata riportata qualche anno fa da Baci e Spari" ------- A proposito di Fernando Fusco, per i tre episodi disegnati da lui, Caccia all’uomo, Mingo il ribelle e Il giudice Maddox, si dice che i testi non siano suoi, è vero? Sì, sì, li ha fatti Sergio, mio figlio. Io poi gli ho corretto i dialoghi. Che cosa volete... ogni tanto, quando non ce la faccio più, lui scrive qualche racconto. Ma sa che il suo modo di parlare i personaggi è differente (il modo di parlare, non l’azione) e così mi manda i testi da rivedere e io glieli cambio quasi completamente. Come mai non li ha fatti lei? Ma perchè non ho il tempo! Mi sembra che quasi tutti quelli che non ha scritto lei li ha disegnati Fusco, sbaglio? Sbaglia. Io ho scritto dei testi per Fusco (basta ricordare L’idolo di smeradlo e l’avventure recente della setta satanica, Il marchio di Satana), così come mio figlio Sergio ha scritto per Ticci, Letteri, Nicolò e lo stesso Galleppini (El Muerto e Cruzado). Comunque, la collaborazione fra me e Sergio ha dato spesso buoni frutti. Anche nei Ribelli del Canada? Quello è una vaccata di racconto. Abbiamo notato che in quei racconti c’è la stessa struttura narrativa del Zagor... Se n’è accorta altra gente. E pensare che quando Sergio ha cominciato a scrivere Zagor, dopo due o tre numeri mi aveva chiesto di continuarlo io. Gli ho scritto due o tre episodi di Zagor completi, dopodiché gli ho detto che non potevo fare l’uno e l’altro fumetto, così ha continuato lui. Ma le cose che scrive non le condivido tanto. Ma lui si rivolge ad un pubblico più giovane. Sì, ma dice lo stesso cose un po’ sconclusionate.
    1 point
  11. In attesa di poterne leggere l'ennesimo ritorno, il quarto, ho ripreso le vecchie storie di questo che è forse il più carismatico vilain nizziano, il principe Sumankan, la Tigre per eccellenza. I dialoghi iniziali tra i due pards tra le montagne e la successiva scena del teatro sono tra le cose più divertenti scritte dall'autore sulla testata, lui che è un vero maestro nel registro della commedia che padroneggia perfettamente e che sa calare ottimamente tra le pagine di Tex. Registro che tuttavia scompare rapidamente di fronte ad un'avventura a tinte molto fosche, con un avversario inesorabile e spietato che condanna a morti orribili nemici ed ex sodali. Più tardi esso si rivelerà un terrorista tanto folle quanto geniale, anche se non avrà bisogno di lampi di acume per avere ragione dei nostri, che cadono letteralmente nella rete nella stupefacente fortezza malese. Qui, nella fortezza, la tensione drammatica si scioglie di fronte alla spavalderia di Tex che fa nuovamente tornare toni da commedia brillante, toni che perdureranno lungo tutto il terribile "percorso infernale" che i nostri dovranno affrontare, in una prolungata sequenza alla Indiana Jones adrenalinica e appassionante. Il tutto, raccontato in maniera superba da un Villa che è ancora a metà, nella caratterizzazione di Tex (mentre è già "definitivo" su Carson), del suo personale "percorso infernale" che va dai tratti acerbi de il Ranch degli uomini perduti alla perfezione de L'Uomo senza passato. Grande, grandissima storia.
    1 point
  12. Secondo capitolo della saga di Sumankan. Una bella storia. C'è tanta carne al fuoco, i negri, il voodoo, Lohana, il vecchio dei cimiteri, gli zombie, Tex e Carson appesi a un centimetro dagli alligatori, tante morti, un covo segreto meraviglioso in mezzo alla palude, la scena stupenda di Carson che russa e Tex che gli tira uno stivale. Insomma bello. Certo, il primo capitolo resta su una categoria un pò superiore essendo quello un capolavoro assoluto, e il finale con gli zombie è discutibile anche se a me ha divertito. In fondo su Tex si è visto di tutto riguardo a magia & co. Comunque l'impressione di un finale deboluccio dopo una storia eccellente resta. Disegni assolutamente spettacolari del maestro Civitelli. Nizzi 8 Civitelli 9
    1 point
  13. Concordo con Don Fabio: le storie che ha citato come capolavori non sono paragonabili a questa. In quelle storie vi è l'epica, il dramma, la lotta dell'uomo con il proprio destino. John Walcott, Ray Clemmons e lo straziato Tiger di Furia Rossa restano indelebili bella memoria, perchè di loro non ci resta solo il personaggio, ma soprattutto la loro ANIMA. La Tigre Nera è spettacolare, adrenalinica, l'ultima parte mi ricorda un po' Indiana Jones (e quindi mi diverte un mondo), lo stesso personaggio di Sumankan, tenebroso e folle, è affascinante come pochi. A tutto ciò si aggiungano le strepitose scene ironiche di un Nizzi al massimo della forma (splendida la scena in cui Carson non vorrebbe entrare nella fortezza ma poi segue Tex, con quest'ultimo che pensa:"il solito vecchio Kit", per non parlare di un Tex ormai fuori combattimento che tra il collo spezzato e la cena sceglie la cena o della scena capolavoro di Shakespeare) e le inquadrature superlative di Villa (per me semplicemente un Dio). Per tutti questi elementi, in effetti questa storia è un Capolavoro. Pur essendolo, non è comunque paragonabile alle storie sopra citate (cui ci aggiungo L'Uomo senza Passato o Gli Invincibili): La Tigre Nera diverte, quelle altre storie invece ti artigliano l'anima, lasciandoti in cambio l'anima dei loro personaggi: John Walcott, ad esempio, per me è un vecchio amico...
    1 point
  14. E' son troppo evidente che il Tex che in quella scena chiama a gran voce le ballerine non è il Tex che tutti conosciamo! E se lo sostiene un lettore che ha comunque apprezzato quella storia e, più in generale, le sceneggiature di Nolitta ...
    0 points
  15. Prima di addentrarmi nel mondo di Tex e dei suoi fan la pensavo anche io come te, ma ora comprendo che la questione che tu poni è molto più delicata di quello che sembra. Tex è amato perché disumanamente infallibile, è un personaggio diabolico, quasi sovrannaturale nella sua incorruttibilità. Ogni tentativo di renderlo più debole ne mina direttamente l'essenza. Tex non è forte come Superman, lo è di più!
    0 points
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.