Leaderboard
Popular Content
Showing content with the highest reputation on 12/24/2024 in all areas
-
Indian Springs, sei iscritto da due settimane e hai postato SOLO link al blog di comixarchive, mi viene un vago sospetto...2 points
-
Sto recuperando anche questa storia, di cui per ora ho letto il primo albo. Le prime 30 pagine sono dedicate a Jeff Weber, ed è un aspetto che ho apprezzato molto. Si vede Jeff agire in solitaria, farsi rispettare da duro nel saloon, in qualche misura anche affascinante con la bella Marie Gold: insomma, un personaggio vero e non il pretesto narrativo della versione di GLB. Inoltre, in queste prime pagine il lettore può acclimatarsi nella cittadina di Gila City (a proposito, perché non Silver City? Magari avrete già dato una risposta, ma non ho ancora letto il topic perché ho letto solo il primo albo della storia. Lo stesso dicasi per il Jolly/Gold Saloon), presentata credibilmente con le caratteristiche delle boom town, può assistere allo spettacolare arrivo della River's Queen e può conoscere la bella e dura Marie Gold. Bella, anzi bellissima, più affascinante di quella di Galep a mio parere. Le cose si ribaltano con Joan: la ragazza bruna disegnata da De Angelis è davvero bella, ma non è all'altezza del fascino della Joan galleppiniana: non è questione di bellezza, ma di carisma, di maturità, e la ragazzina - deliziosa quanto si vuole - non riesce a competere con la donna leggermente più matura, e molto più intrigante, resa 76 anni fa da Galep. Joan inorridisce davanti alla violenza di Tex: il Tex di GLB uccide senza avvisare, entra nella stanza e spara, bang bang! Secco. Uccide e basta. Il Tex di Boselli prima tira un pugno, poi comincia a sparare per legittima difesa. Nonostante questo, il giornalista Baker pragmatico di GLB quasi non batte ciglio, limitandosi a pensare: "che cimitero"; quello di Boselli è quasi inorridito quanto la figlia, è sconcertato da quanto accaduto. In questa scena c'è una differente caratterizzazione sia di Tex che di Baker: il Tex di GLB uccide. Punto. Il Tex di Boselli lo fa, ma non prima di aver tentato di fare qualcos'altro. Addirittura si giustifica dicendo che a uno degli avversari aveva lasciato il tempo di estrarre. Sono due Tex. Qual è quello giusto? La domanda può sembrare retorica, ma non lo è poi tanto. Di sicuro il Tex originale è quello di GLB, entra in stanza e spara, fine dei giochi. Ma Tex è stato molto "edulcorato", nel corso dei decenni, forse già a partire dallo stesso Bonelli, per poi divenire a volte esageratamente legalitario con Nizzi. Si è cercato di renderlo meno feroce, meno sanguinario. Forse perché il lettore di oggi potrebbe avere più la reazione del Sam Baker boselliano che di quello glbonelliano. La differenza nei modi, nella durezza delle parole, sta anche nella concione tenuta dal nostro nel tribunale: "Ma sia ben chiaro e noto a tutti che se sarò attaccato io sparerò... e sparerò per uccidere... questo è tutto". Lapidario, schietto, brutale. Quanto poco nerbo invece in "se verrò attaccato, risponderò... con queste. E darò altro lavoro al becchino". I dialoghi glbonelliani di questa storia andrebbero solo minimamente revisionati, ma non riscritti. Perché sono splendidi, duri, spietati, crudi. Quello è il Tex degli albori. Bellissimo è anche il dialogo glbonelliano con il giudice, che si conclude con queste parole: "cosa vi spinge a vagare come un lupo rabbioso... temuto dagli onesti e odiato anche dai fuorilegge?". Quanta efficacia in poche parole, quale meravigliosa sintesi. In generale in questo primo albo le due storie sono sostanzialmente identiche, ma i dialoghi secchi di GLB si fanno preferire, come anche nel caso della reazione piccata di Joan alla similitudine del vitello Le aggiunte di questa storia stanno in un certo realismo (il giudice padrone di un emporio, la giuria popolare, lo sceriffo che in realtà è una sorta di vigilante, insomma tutte le autorità del villaggio rese più sfumate e meno ufficiali, come nella realtà storica) e in tutta la prima parte che coinvolge Jeff, che ho trovato opportuna perché come detto mette al centro lo sfortunato Jeff, vittima di uno spietato raggiro.2 points
-
Questa è una falsa dicotomia, in realtà i metodi non sono solo "sei personaggi si spiegano fra di loro il loro lavoro di tutti i giorni a favore di un lettore invisibile" o "una pesante e goffa didascalia introduttiva", i metodi sono tanti (e lo sai benissimo) in base a contesto e al tipo (e quantità) di informazioni che devi dare. Ma per non fare discorsi teorici, ecco un esempio pratico Altri autori bonelliani hanno dovuto spiegare il Pony Express nelle loro storie. Ecco come ha fatto D'Antonio nella Storia del West, l'albo è "la lunga cavalcata": Vorrei sottolineare il RANGE DI TECNICHE utilizzato qui da D'Antonio: inizia con note storiche, dando informazioni da "narratore onnisciente" (e sì, CI METTE LA MAPPA! ), poi passa ad un intervista dove Lincoln PARLA AL LETTORE (del quotidiano, nella fiction, ma in realtà al lettore del fumetto) poi passa al dialogo esplicativo in una situazione dove ha senso in fiction (uno dei due sta raccontando all'altro cose che l'altro NON SA e che DEVE SAPERE PER COMPIERE LA SUA MISSIONE), e subito dopo fa vedere una scena "storica" utilizzando abilmente una didascalia (quarta vignetta della quarta pagina) dove un autore "moderno" avrebbe utilizzato dodici pagine per far vedere tutta la scena delle campane partendo dalla prima... Vorrei che questo post non fosse equivocato: non sto dicendo che Boselli deve scrivere come d'Antonio o che D'Antonio è più bravo, sto facendo vedere come D'Antonio, dovendo mettere in un fumetto come Storia del West UN SACCO di informazioni storiche, utilizza per tutta la serie un VASTISSIMO range di tecniche per dare queste informazioni (in quattro pagine qui se ne vedono SEI contando separatamente le didascalie e la folla che grida informazioni, e la mappa come tecnica a sé stante) L'obiezione tipica a questo punto sarebbe che La Storia del West ha scopi didattici (anche se ottenuti con storie appassionanti) e Tex Willer no: ma siamo sicuri che sia ancora vero? O che sia mai stato vero? Se guardiamo al numero di informazioni storiche inserito da Boselli in certi numeri, siamo a livello della Storia del West e oltre. Solo che Boselli (SECONDO ME, ovvio che non è una cosa matematica, alla fine è sempre un giudizio estetico del lettore, se si diverte, se si annoia, se trova la lettura facile o difficile, etc.) abusa troppo di un solo metodo, il "dialogo descrittivo", quando invece altri metodi (sempre SECONDO ME, ovvio) sarebbero meno "pesanti" da leggere e più efficaci. (L'avevo già notato nei Dampyr che avevo letto, altra serie dove vengono date informazioni al lettore, nei dialoghi dove Dampyr per presentarsi "al lettore" rivelava ogni volta ai suoi avversari nome, cognome, poteri, debolezze e numero fiscale... ) Si può fare? Certo! Mica è una tecnica "proibita". Anche D'Antonio la usa come tecnica, insieme alle altre cinque, nelle pagine di esempio che ho postato. Ma è una tecnica DIFFICILE quando devi dare UN SACCO di informazioni, riuscire a inserire nella fiction dei momenti in cui ABBIA SENSO che i personaggi si raccontino la storia e la geografia dei luoghi non è sempre immediato. E ho l'impressione che Boselli sempre più spesso non se ne curi, dando per scontato che il lettore di un fumetto accetti sempre la cosa in maniera convenzionale "perchè è un fumetto", con il risultato che i suoi dialoghi stanno diventando sempre più pesanti e innaturali. Ecco, tornando a rispondere a lui: Mauro, questa è l'opinione di un lettore, fanne quello che ti pare, fregatene, ritieni pure che sono un analfabeta con il livello d'attenzione bruciato dagli spot televisivi, ma per favore non pensare che ti accusi in malafede "perchè sono un detrattore". Sono detrattori TUTTI quelli che OVUNQUE si stanno lamentando DA MESI che i tuoi testi stanno diventando sempre più pesanti? (Poi, non ho idea di quanti siano, magari una minoranza trascurabile, ma io commenti simili li leggo - o me li dicono di persona - da davvero un sacco di gente) Personalmente, l'effetto di questa "predilezione" di Boselli per i dialoghi esplicativi varia. Prima di tutto perchè anche lui non lo usa ovviamente sempre alla stessa maniera, ci sono scene in cui funziona,. altre meno. Poi dipende (1) da quanto ne so di un argomento e (2) quanto mi interessa. Da queste dipende il livello di "sopportazione" che sono disposto a sopportare per avere quelle informazioni. Quando ho sentito davvero una maria di gente lamentarsi per le informazioni inserite in storie come quella della giovinezza di Cochise, l'ho difeso perchè a me interessava davvero molto l'argomento e trovavo tutto interessante. Ma anche perchè in quel caso il dialogo era SENSATO dal punto di vista della coerenza dei personaggi: Cochise stava raccontando a Tex cose che Tex non sapeva. Anche i Pony Express mi interessano, ma in questo caso è andava a svantaggio: visto che mi interessavano, ero già informato, erano tutte nozioni che non mi servivano, e addirittura mi rendo conto che quello che sapevo già era CONTROPRODUCENTE: per esempio ho riconosciuto il dialogo che mi "informava" del capolinea esatto del servizio Pony Express (una città del Missouri, normale che se ne parli nel Nevada... ) e mi ha dato fastidio, se avessi pensato che parlava di un posto qualunque a poche miglia da lì mi avrebbe dato meno fastidio perchè sarebbe parso meno "esplicativo e innaturale" Questo ASSOCIATO alla mancanza di informazioni importanti che INVECE MI SERVIVANO, come la posizione spaziale dei vari gruppi, affidata solo a nomi di luoghi che non riuscivo ad associare a nulla. Da qui nasce l'irritazione: non SOLO dalla presenza di dialoghi esplicativi così innaturali, ma dal contrasto fra, da una parte, dialoghi che mi spiegano il servizio del pony express fino a dire in Nevada il nome del capolinea nel Missouri (tutte info che già sapevo), dall'altra NON C'È UNO STRACCIO DI MAPPA per far capire dove sono tutti i luoghi citati nei dialoghi sulla posizione degli indiani, di Carson e delle varie stazioni. Non è solo "troppi dialoghi esplicativi", è il CONTRASTO fra troppe informazioni che non mi servono e la mancanza di informazioni che mi servono.2 points
-
Ieri mi sono letto il primo albo tutto d'un fiato e alla fine ho pensato: "Che bella storia! Finalmente un'avventura inedita, e per di più appassionante e ben scritta, senza lungaggini e con un buon ritmo, speriamo che i prossimi due albi rimangano a questo livello. Un western classico che mi ha ricordato un po' "Assedio al posto n. 6" (fatte le debite differenze), quindi sicuramente farà contenti tutti, anche i fan di GLB più tradizionalisti". Ingenuo che sono... Leggo il forum e mi trovo l'ennesima polemica sul nulla. SUL NULLA. Io tutti questi "dialoghi esplicativi" non li ho notati. Sono andato a rileggermi le prime pagine e... sì, ci sono un paio di baloons didascalici a p. 6 che potevano essere evitati e che appaiono un po' forzati, è vero ("Dalla prossima stazione ce lo rimanderanno indietro col corriere diretto a ovest" e anche "Dovrebbe andare nella mochila, ecc. ecc.), ma tutti gli altri dialoghi sono normalissimi e perfettamente funzionali alla storia. Quindi stiamo parlando di 2 balloons in una storia che ne avrà qualche centinaio! Se questo è il modo di giudicare una storia... E' come leggersi "Tucson" e, senza parlare dei suoi pregi, lamentarsi che nel secondo albo i dialoghi sono un po' prolissi (è vero, effettivamente sono un po' prolissi, ma chi se ne frega!). Insomma, a me la storia è piaciuta. Non sono molto d'accordo neanche sulla rivalutazione delle didascalie in Tex. Parlando in generale: se a volte non convincono certi dialoghi troppo pesanti, che si pretendano dialoghi migliori! Ma ritornare alle didascalie classiche (se non in qualche raro caso) non mi sembra una grande idea. Si vuole una narrazione più scorrevole in Tex? Le didascalie sì che la appesantirebbero! Berardi, Sclavi, Manfredi, Boselli nei loro risultati migliori hanno ampiamente dimostrato che si possono sceneggiare ottimi albi complessi, con tanti personaggi e bei dialoghi senza bisogno di didascalie. Sui tanti riferimenti geografici... Sì, in qualche caso GLB metteva una cartina (per es. nel sopra citato "Assedio al posto n. 6") ma la maggior parte delle volte no. In quante storie abbiamo visto Tex e Carson che discutevano se prendere la strada tal dei tali oppure quell'altra o l'altra ancora perché i banditi erano andati forse a X o magari a Y o chissà forse a Z, a meno che non fossero tornati indietro a W, prendendo la scorciatoia che passava da H. Qualcuno è mai andato a controllare la cartina geografica dell'Arizona? In questa storia ci sono una serie di stazioni del Pony Express una dopo l'altra verso Est. Tanto basta sapere. Infine un'ultima precisazione. Temo che non servirà a niente, ma la faccio lo stesso Lo speciale "Fantasmi di Natale" è una bella storia western ambientata alla viglia di Natale. C'è anche un fantasma e ci sono dei racconti fantastici narrati al suo interno. Non c'è niente di blasfemo nei confronti del Natale. C'è ovviamente un lieto fine: il bene trionfa sul male, Tex salva una ragazza in pericolo, ci sono dei bei rapporti umani tra sconosciuti che prima sembravano nemici e invece poi collaborano per il trionfo del bene. C'è una ragazza che prende coscienza di sé e capisce di avere un padre avido e insensibile a cui non vorrebbe mai somigliare. Il finale è ottimista ed edificante. Cosa c'è di male in una storia come questa se è ambientata alla vigilia di Natale? Persino i tre raccontini macabri - se uno avesse letto la storia - hanno un senso preciso e non sono fini a se stessi, ma anzi cercano di raccontare la Storia di quelle montagne, in cui davvero sono morti indiani uccisi dai conquistadores e alcune donne sono state considerate streghe, e poveri cercatori d'oro sono stati assassinati e altri hanno visto i loro figli morire di stenti Questi non sono racconti horror, è la Storia delle montagne dell'Utah. E, comunque, visto che alcuni non hanno letto "Fantasmi di Natale", una domanda: se "Colorado Belle (che tutti conoscono) fosse stata ambientata alla vigilia di Natale, sarebbe stato sbagliato, blasfemo o non so cos'altro? Sarebbe stata un'idea stupida solo perché c'era un fantasma? O perché a Natale si devono racconatre solo commedie brillanti? Se la risposta è sì, allora davvero uno è "bigotto". Bigotto= "chi scrupolosamente osserva le pratiche del culto senza afferrarne l'intima essenza religiosa".2 points
-
Ho finalmente recuperato questa storia, mentre avevo saltato quella de La mano rossa: ritengo La mano rossa originaria molto debole e non avevo molta voglia di leggere un remake con gli stessi ingredienti. El Diablo invece è una storia che ho sempre apprezzato molto, per via degli antagonisti e della stessa Florecita, e mi sono approcciato alla riscrittura boselliana con fiducia. È una storia sostanzialmente diversa da quella di Glb, per l'assenza di Joan e Don Felipe, per la presenza di Sanchez (bel personaggio) e per altri aspetti che a mio modo di vedere la allontanano dall'originale, portando così a una sovrascrittura della vicenda per come l'aveva pensata Glb. Questa è più ricca ma non per questo più efficace, ed anzi ho trovato infelice ad esempio la soluzione narrativa che vede Tex sparato alla tempia dal suo falso nemico Sanchez. Una forzatura che mi ha fatto storcere il naso. La Tex Willer ci ha regalato fino ad ora storie preziose, vere e proprie minisaghe dense di eventi e di personaggi e ambientate nelle località più disparate. Ora, però, con l'intersezione tra questa serie e quella bonelliana, ho come la sensazione di un irrigidimento che non fa bene alle trame, che mi paiono più legnose e "obbligate". Intendiamoci, questa di El Diablo è una buona storia, ma non ha la freschezza narrativa delle precedenti, ingabbiata come è nei copioni del passato che da un lato vuole rispettare ma dall'altro sostanzialmente se ne discosta, con una fusione che mi dà la sensazione di non essere perfettamente riuscita. Bello rivedere l'incontro tra Tex e Carson, una sequenza rispettosa di quella originale ma senza la lapidarieta' di quest'ultima, il che è un bene. D'altronde, noi lo sappiamo oggi che quella stretta di mano sarà in qualche modo fatale, certo non poteva saperlo a suo tempo Glb.2 points
-
Mi sono messo in pari con la Tex Willer, leggendo anche La guerra dei piutes. Per ora una storia davvero interessante, che mi ha un po' ricordato la Grande Invasione, solo che lì era Tex a gettarsi nella fornace per avvisare i coloni della guerra indiana imminente. SPOILER Mi ha particolarmente colpito la sequenza di Billy Tate: credevo che alla fine ce l'avrebbe fatta a salvarsi, e invece è rimasto sul terreno crivellato di colpi. D'impatto anche la scena in cui il figlio dello sciamano, sorridendo, spara da distanza ravvicinata nel ventre di RalphRosier. FINE SPOILER (sigh, non ricordo più come si mette lo spoiler...). L'atmosfera, gravida di tensione, rende la storia appassionante: dell'orizzonte della prateria spuntano da dietro le collinette diavoli rossi o, nella notte, bagliori rossastri di sinistri incendi. Carson in solitaria non fa tantissimo, ma è lì, nel mezzo della minaccia, per forza di cose insolitamente poco guascone ma molto concentrato. Come ha scritto Boselli, questa è la sua prima avventura con Tex: abbiamo tra le mani albi dal sapore storico, speriamo che il prosieguo non tradisca le brillanti promesse che finora la sceneggiatura ci sta facendo. PS. Il ricordo di Boselli in secondo pagina è struggente: c'è la vita che scorre, il tempo che brucia veloce, la gioventù, le risate e le serate esistenziali. C'è l'esistenza di ex ragazzi ormai anziani, le ferite inferte loro dalla vita, la memoria come unica cosa che resta. Ai tempi delle prime sue storie, Boselli utilizzava spesso la tecnica del flashback, riuscendo a raccontare in poche ma ispirate vignette un personaggio nella sua interezza, a tutto tondo. Lo ha rifatto qui con sé stesso, sulla sua pelle, mettendo a nudo le sue recenti sofferenze. Una bella persona, Mauro Boselli. Sono onorato di averlo conosciuto in passato dal vivo e di poterci parlare qui virtualmente. Buon Natale a tutti.1 point
-
Al terzo post non più sospetto lo leghiamo, lo rotoliamo nella pece e poi lo cospargiamo di piume. E pensare che per le feste volevo diventare più accomodante...1 point
-
Fiamme nelle tenebre comincia male. La conturbante Marie Gold sembra un cerbiatto quando mette la mano sul torace di Tex, quasi cercasse protezione. La donna di Galep è algida, di ghiaccio, anche se senz'altro attratta da Tex in entrambe le versioni. Poi però c'è la scena curiosa di lei furiosa e nuda che mi ha molto divertito, e da questo momento la nuova versione è una gioia per gli occhi. Tra le due sceneggiature ci sono infatti pochissime differenze (perché sono stati invertiti i nomi dei fratelli Tom e Sandy? perché Tom viene ucciso e non solo ferito?) ma la parte grafica di De Angelis è semplicemente straordinaria, e poiché la storia si gioca tutta sull'adrenalina degli accadimenti, quella della collana Tex Willer sovrasta quella, eroica ma datata, degli albori. I dialoghi sono stati completamente riscritti. Nella sostanza dicono le stesse cose, nella forma sono differenti. Quelli di Boselli sono più rotondi e smussati, quelli di Bonelli sono secchi e duri come scariche di mitragliatrice. Finita questa storia. Il terzo albo presenta qualche variante di sceneggiatura rispetto alla storia originaria, che lo rendono a mio modo di vedere più appassionante dell'originale. In soldoni, si tratta della furiosa battaglia "uno contro venti", qui più dilatata se rapportata a quella glbonelliana, ma soprattutto molto più bella graficamente, ciò che le conferisce maggiore epicità e realismo. Bello l'inserto di Marie Gold che decide di abbandonare la città comunque vadano le cose. Tex per lei è stato un uragano e non può più restare: una chicca non presente nella versione originaria che impreziosisce la bella rilettura di questa storia fattane da Boselli.1 point
-
Saltati a piè pari i post autocelebrativi su quanto si è bravi e belli, dico due cose: 1-Mi passa la voglia di leggere il topic e di commentare (purtroppo) un bellissimo primo albo. 2-Che palle.1 point
-
Vedi @Diablero, a volte non è tanto la sostanza che dà fastidio, ma la forma. La pagina che hai postato era parsa anche a me non molto naturale e, nel mio ultimo commento, l'avevo già espresso, ma non ne avevo rilevato la fragilità. L'accostamento dei dialoghi di @borden con i nipotini di Paperino io l'ho trovato irriverente e probabilmente l'autore l'ha trovato molto di più. Potevi usare mille altri modi per esprimere il concetto: la lingua italiana, nella sua versatilità, si presta molto e tu hai una gran padronanza dell'idioma più bello del mondo. Potevi dire "Ci sono ben SEI personaggi che, parlando per una pagina intera..." e il tuo commento non avrebbe perso nulla, anzi ne avrebbe guadagnato. Se si esagera con l'ironia (e tu lo fai spesso) si sconfina nel sarcasmo e, a volte, questo causa una perdita di stile. Bada bene, questo non vuole assolutamente essere un appunto, perché anch'io a volte esagero, però vai in chiesa, siediti fuori e dentro il confessionale, enumera a te stesso i tuoi "peccati" e confessa: sono prolisso e sarcastico. Se poi ti guardi in giro, troverai due me che, in un altro confessionale, fanno come te e sentirai: sono sarcastica e nevrastenica.1 point
-
Però è spiegato bene dopo che era una pratica adottata per domare i cavalli più irrequieti - cioè una cosa vera e reale - che se su Tex non si era mai vista resta una bella trovata narrativa. Meglio questo che le soluzioni banalissime e fasulle escogitate da altri autori che mi fanno sbadigliare e di cui sono piene gli albi di Tex. Tu e Borden dovreste seppellire l'ascia di guerra, tu sei il miglior utente del forum (al netto delle polemiche) e lui l'unico autore della Bonelli capace di scrivere grandi storie di Tex, davvero imperdonabili questi bisticci verbali. Peccato che non si possa fare un "tutti al bancone, è rimasta ancora qualche bottiglia intatta".1 point
-
A me da fastidio, invece. Anche perché è un espediente narrativo che mette in dubbio le capacità di comprensione del lettore, trattato come un bambino che deve essere agevolato in tutto nella lettura. Non c'è niente di male a scorrere indietro qualche pagina se non si ricorda un nome o un passaggio, lo si fa coi romanzi, lo si può fare anche coi fumetti.1 point
-
La ripetizione dei nomi dei vari personaggi nelle storie a fumetti per mè e molto importante perche aiuta a facilitare la lettura della storia. Io spesso mentre leggo una storia devo tornare alle pagine precedenti per memorizzare i nomi, sopratutto dei personaggi meno caratterizzati e meno importanti. Ovvio che nella vita reale quando fai un discorso con una persona conosciuta non la chiami ogni volta per nome.🍷🙋🏻♂️1 point
-
Molto semplicemente si può esprimere qualsiasi opinione ma di questi tempi e mica solo qui ogni forum blog chat profilo etc è sempre esposto al rischio della rissa e dell'insulto. Quando anche ci fossero delle ragioni i toni che vengono usati le squalificano in automatico. E se @borden viene indotto da qualcuno a lasciare il forum sinceramente mi arrabbio. Che lui sia qui è una ricchezza inestimabile e non penso affatto che sia qualcosa di dovuto o scontato. A qualcuno _ ben pochi credo _ non piace bene se ne faccia una ragione. È mai possibile che non si possa rimanere nei limiti di un civile confronto e su cosa poi su un fumetto. Sinceramente ci sono interventi che assumono i connotati della guerra di religione e la cosa più saggia sarebbe farci due risate sopra ogni tanto che i problemi seri sono ben altri per tutti, credo. Bravo quoto. Fra l'altro spesso noto che si va completamente fuori tema e aspetti delle singole storie o personaggi può capitare anche che non vengano mai commentati da nessuno magari lì c'è dietro un lavoro che ha richiesto un sacco di tempo e fatica e nessuno ne parla perché si va sempre a finire sui soliti due o tre temi che portano alla rissa. E anche basta. Siamo appassionati di Tex ed è così bello condividere una comune passione... Almeno dovrebbe Bravo esattamente la penso uguale1 point
-
Credevo fosse il thread in cui si discuteva dell'albo La guerra dei Piutes... e, invece, buona parte dei commenti, a un certo punto, si interessa di Joe7... Utilità per il thread? Nulla. Boh...1 point
-
Cioè fatemi capire: @borden ci ha nuovamente mostrato il suo attaccamento tornando sul Forum (poteva tranquillamente non farlo visto la sua rispettabile scelta del passato) e gli si contesta di difendere il suo punto di vista? Cioè un utente può criticarlo (anche a volte non leggendo la storia oggetto della critica, o storpiando titoli a suo piacimento non avendo il minimo rispetto per il suo lavoro, perchè una storia può piacere o meno ma il rispetto non deve mai mancare) e lui non può far valere la sua perchè è un autore? Mi par di capire che si vuol far passare Mauro come una grande minaccia al diritto di critica, ma stiamo scherzando spero! Anzi son felice che sia tornato, poichè da tempo si notava una deriva di critiche non sempre costruttive, che senza contraddittorio avrebbero portato a esiti poco felici. Per informazione a chi vorrebbe nuovamente far passare il falso punto che qui siamo tutti succubi di Mauro, sono tanti anni che frequento il Forum e di sue storie ne sono state criticate tante, anche dal sottoscritto, eppure mica ogni volta l'autore ha perso le staffe o non ha accettato le critiche. Se fossi in qualcuno, qualche domanda me la porrei prima di "chiedere la testa dell'autore". Ha detto bene @Carlo Monni, rispettare le opinioni altrui è il miglior modo per guadagnarsi il rispetto e ultimamente non sempre accade. Poi se si vuole un Forum monopolizzato da dogmi e toni sprezzanti, fate pure, ma non stupitevi se ci sarà "Resistenza".1 point
-
I giorni scorsi ero rimasto perplesso leggendo certi interventi in questo thread. Poi ho capito perché. Soffrivano di eccessivo recentismo. Forse certe analisi fatte nelle pagine precedenti valgono oggi, ma sino a tempi recenti la realtà era ben diversa. Mi spiego: venti/venticinque anni fa Tex acchiappava ancora i giovani. Tex Willer Online, sito e forum, fu creato da Nicola Cassolato quando questi aveva QUINDICI anni nel 1999. Nel forum c'erano diversi "vecchi cammelli", ma era pieno di giovani e giovanissimi, compresi molti minorenni. E certo, Tex aveva già oltre 50 anni e già allora si diceva che il western era un genere vecchio... Nel 2003 i due fondatori di spiritoconlascure.it , Alessandro Agueci (Axel80) e Paolomis avevano rispettivamente 23 e 20 anni. E pure lì c'erano tanti ragazzi e un importante quota di minorenni. E questo forum? Avevo 25 anni quando lo aprii e Tiziano era ancora più giovane. Quindi le due serie più classiche della SBE tiravano anche tra gli under 30. Il trend è continuato sino a una dozzina di anni fa... sino alla morte di Sergione. Uno spunto, anzi una palla da cogliere al balzo per formulare ipotesi su crisi e rilanci.1 point
-
I personaggi elencati per una riproposta non accendono la mia curiosità, li ritengo tutti come serie che hanno completato il loro percorso e Nick Raider il suo ritorno lo ha già avuto. Le copertine viste di Mastantuono mi sono piaciute, forse accentrando lo sforzo in una unica immagine la resa rispetto a una storia intera ne gioverebbe. E poi tra i nomi dell'elenco mi sembra quello con più anni di "servizio". Probabilmente ho contribuito anche io in passato a discussioni estenuanti ai forumisti, ma pensavo a ogni mio nuovo intervento di dover difendere le mie idee da attacchi provenienti da più fronti e che sembravano più diretti alla mia persona che all'opinione che esprimevo. Quando vedrò che la mia opinione viene solennemente contestata mi limiterò a prenderne atto e passare oltre. Ovviamente Manara è un grande illustratore e non pongo veti a un suo Tex purché che rientri nel solco della tradizione. Per esempio il Tex di Serpieri, pur non canonico è stato realizzato con cura e rispetto, pur con forzature tutto sommato accettabili. Il Boselli dei tempi d'oro mi sa che ce lo siamo giocati, mentre il richiamo alle armi di Nizzi era giustificato dall'enorme mole di lavoro richiesta dall'editore e da Claudio non si poteva pretendere di più.1 point
-
Ma mi vuoi proprio morta? Adesso lo devo scrivere davvero.0 points
-
Ti sei messo in pari? Questa me la lego al dito. Sto giusto ultimando il riassunto che ti avrei mandato via PM e tu mi dici che ti sei messo in pari? Mi hai fatto lavorare come una matta per tutto questo tempo e ora mi dici: grazie tante ma non mi serve più, mi sono arrangiato da solo? Ma ti rendi conto? Questa è una dichiarazione di guerra. Guardati le spalle.0 points
-
Fa piacere la stipula di questa sorta di armistizio (la durata non si sa ma va bene lo stesso ) ma passare da "voler estromettere l'autore dal Forum" ad augurare solo a lui le buone feste, come se gli altri utenti non esistessero (fantasmi di Natale anche noi?), è troppo! Protesto!0 points
-
Menta? PUAH! Quella è roba che sta bene nei prati, non certo nei bicchieri!0 points
-
0 points
-
Credevo di esserlo io, questo è un colpo a bruciapelo alla mia autostima. Grazie per il bel Natale che mi farai passare. Preferire un insopportabile come Diablero a me è una cosa che fa male. Sulla scena: io non condanno in toto la scelta narrativa perché Sanchez dice chiaramente che non gli è venuto in mente altro e che doveva rischiarsela in qualche modo. E ci sta. Ma prendersi un rischio così grande mi sembra comunque una grossa forzatura, e avrei preferito un metodo diverso per cavarsi d'impaccio. Continuo a ritenerla una scelta narrativa infelice, per quanto legittima. Io prenderò la menta, in onore dell'ultimamente vituperato Skinny0 points
-
0 points
-
Leggendo questa frase mirabilmente ambigua, per un attimo ho sognato una liaison tra Marie Gold e Joan Baker.0 points
-
Per me Tex avrebbe preferito di gran lunga essere accudito da Marie, che non era una "brava ragazza" e non mirava certo a sposarlo... Probabilmente la convalescenza sarebbe durata di più, senza tanta fretta di andarsene...0 points