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  1. Andiamo, cosa hai capito di quei personaggi? Sia Mister No che Zagor sanno benissimo qual è la "parte giusta" per cui schierarsi. La differenza tra GL Bonelli, dove le dicotomie sono nette e il bianco e il nero, il bene e il male, il buono e il cattivo sono nettamente separati e che nel "mondo" di Nolitta bianco e nero sono spesso mescolati e ci sono molte sfumature di grigio. Il buono non è sempre così buono e il cattivo non è sempre così cattivo. Non è una negazione dell'"eroe", che è sempre presente nelle storie di Nolitta, ma semplicemente una maniera diversa di narrarlo, più dubbiosa, più realistica, più "moderna" se vogliamo...
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  2. Certo, chi ha mai pensato il contrario? Che le storie non si formino da sole per miracolo lo sapevo già, grazie per la lezione ma io non ho mai pensato quello che mi attribuisci. E infatti la scena di Tex che sta per essere strangolato e si difende sparando al suo aggressore è una precisa scelta di Nolitta per mettere in difficoltà Tex e rendere molto drammatica lo scontro, e secondo me ci riesce benissimo, visto che tutta la sequenza, con la lotta nella casa che sta andando a fuoco, è molto adrenalinica. Cos'è che dà fastidio? Che il fratello di El Muerto sia fisicamente più forte di Tex? Ma Tex non è superman, è sì imbattibile con le pistole ma non è l'uomo più forte del mondo. Dà fastidio il fatto che per vincere spara a "un uomo disarmato"? Sinceramente mi fa un po' ridere, scusate, definire "disarmato" uno che ti sta strangolando... Certo, Tex poteva, per scrollarselo di dosso, dargli una ginocchiata nelle parti basse (e se non trovava la pistola probabilmente l'avrebbe fatto), ma dai, la scena avrebbe perso molto della sua drammaticità. Secondo me lo sceneggiatore ha fatto bene così: Tex può e deve essere messo ogni tanto in difficoltà, se no sai che barba, dipende naturalmente in che modo, e io in questa scena non ci vedo nulla di sbagliato o sleale, non ci vedo nessuna "diminuzione" della grandezza di Tex. Non sono certo io che dico balle volontariamente... Vediamo cos'ho scritto: E vediamo allora la vignetta incriminata: E' esattamente come ho scritto io: Tex e Carson uccidono alle spalle uno che fugge e che non ha armi in mano, altro che balle. La scena, e in particolare questa vignetta, è sbagliata come "contenuto" e come "forma". Il fatto che il fuggiasco abbia un fucile nella sella non significa niente, innanzitutto è ferito al braccio destro e non lo può usare, e poi non ha nessuna intenzione di usarlo, è un criminale ma in questo momento è inerme e innocuo. Forse solo Salvini direbbe che Tex e Carson hanno fatto bene a ucciderlo. E a proposito di balle... El Muerto non affama nessuno bambino!!!! Ma cosa vi siete fumati? A El Muerto interessa solo malmenare Tiger e fare arrivare a Tex la sua sfida, le provviste dei Navajos non gli interessano, è solo un caso che incontra Tiger mentre le sta portando al villaggio. Prima di fare l'avvocato di Diablero, bisognerebbe però controllare la storia. Io l'ho fatto e ho scoperto che me la ricordavo bene: non c'è nessun dialogo che parli del rischio che i Navajos muoiano di fame, anche perchè Tiger trasporta solo 6 muli "con coperte e carne secca" (più coperte che carne secca come si vede nei disegni di Galep). E' un normale rifornimento come ce ne sono tanti ma non c'è nessun rischio di carestia o di fame. Anche perché sarebbe ridicolo sfamare la tribù Navajos con i viveri di appena 6 muli!!!... E comunque tutto si chiarisce a p. 25, terza vignetta, quando Tex dice: "appena sarà giorno manderò un paio di nostri a recuperare i muli e i rifornimenti", il che dimostra tre cose: 1) a Tex frega molto dei suoi Navajos, 2) El Muerto non ha rubato i rifornimenti, ha solo spaventato i muli che sono ancora lì in zona... 3) Non c'è nessun bambino navajo che muore di fame... Altra cosa inventata: Kit Willer non fa figuracce, scende dalla diligenza e saluta Faccia tagliata che crede un amico (non può sapere che è diventato un rinnegato) e si prende un pugno all'improvviso (che non poteva prevedere) poi si batte come un leone perché, da solo contro 5, ne fa fuori a pugni tre e un altro lo ferisce col coltello, prima di essere fermato da una pallottola. Se questo è fare figuracce... Logica ferrea?????!!!!??? Ho appena dimostrato che non c'è nessuna logica ferrea in queste critiche. El Muerto ha sicuramente dei difetti ma non sono questi. E la logica qui non c'entra niente, c'entrano semmai le opinioni personali, sempre discutibili.
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  3. La prossima è un'evidente citazione dalla scena finale de Il Mucchio selvaggio
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  4. Ma mi spiegate come ragionate? Uso il plurale perchè è una cosa che vedo da più persone, spesso, quando si parla di fumetti: questa cosa di NON RENDERSI CONTO CHE SI LEGGE UNA STORIA. "Cosa doveva fare Tex in quella circostanza? Per un colpo di fortuna ha disarmato l'avversario, che era armato. Poi per un colpo di sfortuna perde l'arma. A quel punto fanno a botte, e l'avversario per colpo di sfortuna è in grado di sconfiggere Tex. Per colpo di sfortuna invece di stordirlo lo sta strangolando, e Tex morirebbe. Per colpo di fortuna Tex si accorge che c'è un arma di fianco. Cosa può fare poverino, se non sparare allo stomaco di un uomo disarmato?" E sì, quanta sfortuna, quanta fortuna... chissà di chi è la colpa... Dio? Odino? Un congiunzione astrale? Certo, SE FOSSE IN UN OPERA DI FANTASIA, qualcuno potrebbe pensare "accidenti QUANTE COINCIDENZE HA MESSO LO SCENEGGIATORE, per far sì che Tex sparasse allo stomaco di un uomo disarmato! Non deve essere GL Bonelli, non l'ha mai fatto prima, non ha mai messo Tex in questa situazione... Deve essere uno sceneggiatore nuovo, chissà perchè l'ha fatto" Ma per fare questo ragionamento, devi renderti conto che Tex non esiste, e stiamo parlando di scelte dello sceneggiatore, che decide TUTTA la scena, coincidenze comprese. Se invece non ti ricordi che è una storia... lo sceneggiatore NON ESISTE, è solo un caso e una coincidenza, e valuti l'operato di Tex COME SE FOSSE TUO CUGINO IN UNA RISSA VERA, "cosa poteva fare se non difendersi, poverino?" Solo che allora, se Guido Nolitta / Sergio Bonelli non esiste e NESSUNO ha deciso che Tex fosse in quella situazione... che senso ha fare questo sondaggio? Tanto Nolitta mica ha scritto la storia... Ti pare strano perchè non sai che c'è uno sceneggiatore! Se sapessi che c'è uno sceneggiatore, ti renderesti conto che la situazione in cui una persona ARMATA (che davvero, c'è la vignetta stampata, insistere che non ha il fucile ben visibile vuol proprio dire balle volontariamente...) sta fuggendo e sfuggirebbe a Tex, è "normale", non richiede SEQUENZE ASSURDE DI CASUALITÀ PER AVVENIRE. Se non ti rendi conto che è una storia con uno sceneggiatore, e pensi a Tex come "tuo cugino", dici "ma comunque è mio cugino che spara, che differenza fa?" Ma non è tuo cugino, è una storia con uno sceneggiatore, e SOLO UNO DEI DUE SCENEGGIATORI ha messo in fila circostanze arzigogolate e improbabili che portassero ad uno specifico risultato... Mefisto cosa fa ne "La gola della morte"? Certo. E tu prendi Mefisto come ESEMPIO di "avversario onorevole e non completamente cattivo, per cui fai il tifo", vero? Sì, ti sono sfuggite le prime venti pagine della storia, quando El Muerto ruba L'INTERO RIFORNIMENTO DI CIBO PER LA RISERVA NAVAJO... Ma non è nulla. Robetta per questo "nobile avversario" per cui fare il tifo... una personcina a modo che PRIMA di incontrare Tex e rimanere sfigurato, picchia una donna, e poi con i suoi fratelli la uccide, insieme a tutti i passeggeri della diligenza... davvero un avversario onorevole... Bello quel duello? 1) Come hai ricordato anche tu, è SCOPIAZZATO da un film... 2) Come si svolge? Tex e Paco Ordonez si trovano e... PARLANO PER 47 PAGINE! Raccontandosi la rava e la fava, le "origini del cattivo", con il classico "tono da notaio" Nolittiano ("anche se il tuo corpo non fu mai trovato, era mia convinzione che fossi perito nel rogo che distrusse la tua baracca") 3) Dopo le 47 pagine di flashback, si sparano in due pagine e... incredibile! Vince Tex! Chi se lo sarebbe aspettato? Ti concedo che è il duello PIÙ LUNGO della serie. Ma bello????? Quel duello è la banalità personificata! Allora cos'è il "secondo duello", nel saloon, de "la sconfitta"? La sfida finale, uno contro uno, fra Tex e Fraser in "massacro"? Dai lettori... DI ZAGOR! La storiella che "El Muerto" abbia "vinto il referendum sulla storia più bella" è una clamorosa bufala (come tante altre emerite bufale che girano su Tex...)! NON vinse il referendum (lo vinse la storia di GL Bonelli del 200) e il referendum non era per la storia migliore, ma per la storia migliore DAL NUMERO 185 IN POI, tagliando fuori quasi tutte le storie di GL Bonelli e tutto il "periodo d'oro".... IO SONO un lettore e quelle pagine NON LE AMO PER NIENTE. Ma questo non impedisce a tanti autonominati "portavoce di tutti i lettori" di andare in giro a dire che tutti i lettori "le amano, visto che piacciono a me", e che quindi le amerei anche io...
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  5. Senza offesa, ma la tua lettura di "El Muerto" secondo me è tutta sballata. Tex spara nella pancia del fratello di El Muerto perché lui lo sta strozzando. Tex sta soffocando, non riesce a liberarsi dalla sua presa micidiale per cui gli spara con la pistola. Cosa doveva fare? Farsi strangolare? (Tra parentesi si è discusso di recente di come Tex ne "Il marchio di Satana" spari alla schiena di uno che fugge a cavallo ferito e senza armi in mano - scena a mio parere sbagliata - e a molti invece andava benissimo, mentre adesso Tex non può neanche sparare a uno che lo sta strozzando? Boh...). Mefisto cosa fa ne "La gola della morte"? Fa catturare Kit Willer dagli Hualpai, e poi Kit Carson, e fa uccidere i Navajos. Il nemico di Mefisto è solo Tex, è lui che l'ha arrestato ai tempi de "L'eroe del Messico", ma per vendicarsi se la prende anche col figlio, i suoi amici e i suoi indiani. E' una situazione tipica di tanti vendicatori, è un topos dei fumetti far soffrire colui di cui ci si vuole vendicare colpendolo negli affetti. I vendicatori di solito sono così, crudeli e perlopiù monodimensionali, accecati dalla voglia di vendetta. Che El Muerto affami gente innocente mi risulta nuovo, ma forse ho dimenticato qualcosa io... Sono sicuro però che El Muerto dimostra coraggio visto che affronta Tex da solo mentre avrebbe potuto eliminarlo già nella scena del saloon senza tanta fatica. Questo si può dire di tutti i nemici di Tex. Tutti alla fine perdono. Tutti bischeri? E Mefisto poi, che perde 5 o 6 volte? Un superbischero? Credo che tu sia l'unico lettore di Tex che ha sperato che alla fine vincesse El Muerto? E perché poi? Cosa ti ha fatto di male Tex in questa storia?. Non si sa. E' vero che è lento a inseguirlo all'inizio, ma a parte la sua lentezza (che serve a Nolitta solo per creare suspense non per denigrare Tex)? Mah! Forse abbiamo due versioni diverse di "El Muerto" perché a me non è capitato di odiare Tex, Kit e nemmeno i Navajos. Perché poi? Kit Willer viene ferito, non so perché dovrei odiarlo... El Muerto non ha il fegato di affrontare Tex? A me sembra proprio il contrario. E secondo me è la tua lettura di questa storia che non ha senso. Senza offesa, eh... Questa affermazione poi è il massimo del non-senso. Comunque, secondo me "El Muerto" non è un capolavoro, ha dei difetti ma resta comunque un'ottima storia in cui Tex non sfigura affatto. Inoltre contiene il duello più bello di tutta la serie (nonostante l'idea del carillon non sia originale). Se ci fosse un sondaggio sui duelli migliori di Tex credo che vincerebbe sicuramente questo: le ultime cinquanta pagine (compreso il flash-back) lo scontro tra Tex e El Muerto alla booth-hill di Pueblo Felix sono tra le pagine più amate dai lettori.
    3 points
  6. Nessuno mette in discussione la grandezza dei "cattivi" di GLB, e nemmeno il fatto che da grande narratore lui sapesse creare loro delle credibili strutture psicologiche pur nella malvagità (Mitla, Lucero, Mefisto, ecc) ma come ho scritto le dicotomie sono nette: Tex non ha dubbi ed è sempre dalla "parte giusta". Nolitta invece porta il lettore a comprendere e, in un geniale cortocircuito, a volte addirittura a condividere, pur facendo ovviamente il “tifo” per Tex, anche le ragioni e le motivazioni del nemico, vedi El Muerto. E questo causa nel lettore una sorta di transfert emozionale, che a te fa pensare "Tex è il cattivo della storia" (in realtà ovviamente non è così). Per me due giganti.
    3 points
  7. Andiamo avanti ancora per tanto con queste amenità? Se Nolitta non piace, basta evitare di entrare nel sondaggio. Non è obbligatorio per forza spammare ovunque...
    3 points
  8. Ma scherziamo? Paragonare Nolitta a Leone? Leone crea un'atmosfera. Sergio allunga il brodo con l'acqua. Se togli tutte le pagine dove Tex va da là a un po' più in là, cosa rimane? E con questo cosa voleva dimostrare? Che il West era immenso? Riempire le pagine di inutili viaggi vuol dire una cosa sola: avere poche idee.
    3 points
  9. (OK, proseguo il ragionamento, se non posta nessuno si dovrebbero concatenare i post). Di Fuga da Anderville, in questo thread è più interessante vedere come come mostra un Tex perdente. CHIARAMENTE e TOTALMENTE perdente. Tex alla fine viene SCONFITTO. Il politicante che l'ha sconfitto e ingannato per oltre dieci anni alla fine gli sbatte in faccia la sua pochezza, mostrandogli come per dieci anni, tontolone com'è, ha creduto colpevole la persona sbagliata, un AMICO che gli aveva salvato la vita e che in punto di morte gli aveva detto che era innocente. Lasciamo da parte il giudizio estetico: c'è chi (come me) penserà che è una immonda schifezza e un calcio in faccia al lettore e a Tex, altri potranno pensare che è un gesto di geniale originalità che eleva Nizzi nell'olimpo dei narratore, a vette che NESSUNO aveva mai osato raggiungere! (trovatemi un altro eroe classico dei fumetti mostrato così imbelle e stupido...). Ma lasciamo da parte il GIUDIZIO, limitiamoci all'OSSERVAZIONE. QUESTO sarebbe lo sceneggiatore che "si ispira più di tutti a GL Bonelli" e che segue il modello GLBonelliano? Eppure... Sergio Bonelli dice così. L'ha detto tante volte. Per lui Fuga da Anderville è sulla falsariga di GL Bonelli, "classicissimo"... Capite cosa intendo quando dico che non era lucido riguardo a Tex? (l'alternativa è che mentisse spudoratamente e lo facesse apposta, e sarebbe peggio) Poi, le possibili spiegazioni psicologiche possono essere tante, io ne ho detta una, Marcello un'altra, non sapremo mai la verità. Ma qualunque sia la CAUSA, l'EFFETTO era evidente. L'effetto era che Sergio Bonelli nonostante la crisi di Nizzi, non si fida di nessun altro. Boccia Berardi, poi boccia Medda, non avrebbe bocciato D'Antonio ma lì è D'Antoinio che si tira indietro. Boccia Manfredi. Accetta di provare Boselli sono quando davvero è con l'acqua alla gola, e prima si e accollato due storie e due le ha mollate a Canzio. Gli va bene solo Nizzi. Quello che fa Tex che perde... Questa ossessione (o, se preferite un termine meno forte, questa visione) di Sergio Bonelli... quanti danni ha fatto a Tex? (dal prossimo post continuo la risposta a Ymalpas, che il thread è sulla crisi di Nizzi!)
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  10. Innanzitutto, bellissimo intervento che si legge con estremo piacere. Pecca - forse - nella conclusione che è plausibile, anche troppo, ma potrebbe essere tacciata anche di anti-nizzismo. Vorrei aggiungere qualche elemento, per me decisivo, che hai ignorato nel tuo intervento. La volontà dell'editore. Negli anni novanta Sergio Bonelli vede nel lavoro di Nizzi tutto "oro" ed è probabilmente d'accordo con Nizzi nel ritenere Boselli "fuori dagli schemi" e pertanto "pericoloso" per il futuro della testata. Lo stesso Nizzi ha a che fare con i "niet" decisi di Sergio quando gli dice che alcuni suoi soggetti sono di Civitelli. Che sono anche profondamente modificati, un po' da Nizzi e molto da Sergio. Civitelli trova degli spunti bellissimi ma poi l'editore gli toglie ogni velleità, dicendogli di occuparsi di quello che sa fare. Per Sergio, Nizzi è canonico, scrive per Tex anche male ma è quello che la gente si aspetta di leggere comprando l'albo. Non lo pensa di Boselli, no. Roberto Guarino un giorno mi aveva raccontato di come Sergio avesse presentato Nizzi alla madre in termini estremamente pomposi, come se fosse stato il Noé della casa editrice. Boselli è apprezzatissimo da Canzio, che non ha però l'ottica dell'editore, vede quindi le storie senza le fette di salame agli occhi, per cui sono una più bella dell'altra. Boselli racconta invece che da Sergio ha avuto solo un complimento, lo ha raccontato recentemente anche in video, e non è un elogio del suo lavoro. Se gli affida la storia "Colorado" che aveva iniziato per Galep, lo fa perché non ha nessuna voglia di continuare a sceneggiarla lui, però gli scoccia che una sua storia (anche se in pubblico dice che non si considera uno scrittore, sono tutte balle belle e buone) resti in naftalina, ma non osa proporla a Nizzi, la rifila dunque al vice che non è una star ma solo un dipendente ossequioso della casa editrice. Nulla toglie che poi, con il tempo, e con le storie prima mediocri e poi sempre più insufficienti di Nizzi (anni duemila) l'editore cambi idea. Litigano per la il Texone di Seijas e le sue donnine. Solo l'intervento di Canzio trova una mediazione tra i due: 10 e più tavole censurate. Nizzi riprende a scrivere Tex nel settembre 1992. E le primissime storie che scrive non sembrano quelle di un autore uscito da una crisi creativa. Nel 1992 Il pueblo nascosto L'uomo senza passato L'uomo di Atlanta La ballata di Zeke Colter Queste storie sono IMO al livello di quelle che scriveva prima. Nel 1993 La carovana della paura (aw) e L'uccisore di indiani (aw) Delitto nel porto La lettera bruciata (per fusco) Sul sentiero della vendetta Anche queste sono storie valide. Ma dello stesso periodo è la seconda parte della storia che sceneggia per Fusco ambientata nello Yukon, primo vero segnale di svogliatezza. Nel 1994 Springfield calibro 58 Il cavaliere solitario (TX) SOLO due storie (tre con quella di Fusco di cui sopra, di cui porta a termine la terza parte). Beneficia del lavoro di Boselli, Medda e Canzio. Manfredi, che non abbiamo mai considerato, finisce intanto con il suo Maxi nello scantinato. Nel 1995 Oppio Il ritorno della Tigre Nera Gli uccisori L'ultima frontiera (TX) Vendetta navajo Cinque storie (a cui si aggiunge adesso quella di Marcello sullo Yucatan da finire) che alternano classici come il texone di Parlov e il ritorno della Tigre Nera. Le tre della regolare sono di un albo o poco più, invece. Della storia slla Tigre è solo l'ultimo albo che manda tutto in vacca. Nizzi ci tiene alla Tigre e lui stesso afferma che nel momento in cui scrisse la sequenza degli zombi (1996 o primo semestre 1997) era piuttosto svogliato e lo scrisse pensando sul momento di riscriverlo in un secondo tempo e poi non ne ebbe il tempo o la voglia (un po' come gli era successo con il finale di Zhenda, sempre per Civitelli, nel 1987). C'era anche il fatto che Sergio gli aveva bocciato la morte di Lohana e Civitelli fu costretto a ridisegnare diverse pagine. Comunque gli scricchiolii sono sempre più evidenti. Il Nizzi oberato di lavoro si ha nel momento in cui Boselli inizia a fargli da spalla ? Direi soprattutto che ciò avviene nel 2000, quando l'autore è andato completamente in vacca. 1996 6 storie (un Texone e il polpettone Mefistiano e che inizia a scrivere con un bellissimo primo albo, poi si perde) 1997 4 (una storia da tre albi un Texone e un AW) 1998 5 (un Texone, il primo Maxi che scrive per Repetto, un AW) 1999 1 (la storia di Custer) 2000 8 (due Texoni tra cui quello di Seijas, due AW, ma anche Il mercante francese, Le foreste dell'Oregon e Muddy creek) Ecco, dal 2000 inizia il disastro. Le storie di Nizzi si moltiplicano alla faccia della qualità: ormai umilia il personaggio in maniera sempre più aperta. Da qui abbiamo un autore senza più freni che crede di poter scrivere quello che vuole e l'editore ha ormai ceduto le sue velleità di controllo. Solo dopo il 2005 Sergio è cosciente della situazione ma ha ormai individuato in Boselli l'erede che potrà continuare l'opera del padre. Nizzi presenta allora una quantità "industriale" di soggetti e se li vede più o meno tutti respinti, tanto che nel 2007 decide di ritirarsi complice anche lo screzio di cui sappiamo con l'editore.
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  11. Negli anni 1880-85 i territori della riserva navajo erano sconfinati, erano abitati da numerose tribù e i Navajo di tutte le tribù erano sicuramente più di mille (a tenersi bassi). Oltre quella centrale, che non era certamente alla periferia, ce n'erano diverse altre (spesso citate da GLB: una di queste era la tribù delle terre alte, ricordate?) Per andare da un estremo all'altro della riserva ci volevano giorni a cavallo. Si intuisce che il Muerto, quando incontra Tiger, deve essersi inoltrato nella riserva navajo da molti giorni, vicinissimo al villaggio centrale dove sta Tex, perché Tiger, nonostante il suo lento procedere, ci arriva entro la giornata. Mentre Tex, che invece è sano come un pesce, deve aver volato, perché il giorno dopo è a Wingate (a proposito, perché Wingate e non Gallup che è più vicina?) Quindi il Muerto è entrato nella riserva. Una volta Boselli mi criticò un soggetto perché avevo previsto tre persone che erano entrate nella riserva senza che nessuno se ne accorgesse: non è possibile, mi disse, ma il perimetro è sconfinato, ribattei io, non importa, non si può entrare inosservati in riserva. Qui sono cinque e, anche se uno è un Navajo (che però non può conoscere i movimenti di tutti i navajo che potrebbero vederli), gli altri sono piedi dolci. Quindi il Muerto cosa fa? Aspetta i rifornimenti inviati ai Navajo: 6 muli stracarichi di coperte e carne secca. Come? 6 muli? Coperte e carne secca? Ma non vi viene da ridere fino al punto da non trattenere la vescica e bagnare i pantaloni? Non vi viene da dire: basta, Tex non lo compro più? Recentemente si è parlato del "Grande Intrigo" e me lo sono andato a rileggere. Fatelo anche voi. Arrivano i rifornimenti per i Navajo. A parte il fatto che sono bestie macilente gonfie di acqua (vecchio trucco per aumentare il peso delle vacche), ma sono TRECENTO. Un'intera mandria di 300 vacche, scontate da numerosi cowboy. I Navajo sono migliaia: 300 bestie mi sembrano un rifornimento di viveri adeguato. La carne secca su 6 muli è un insulto alla credulità del lettore, è il rifornimento invernale per 6 Navajo e non per 1000. Siamo a pagina 1, il primo baloon recita: "Woah!... Questa volta, Aquila della Notte non avrà motivo di lamentarsi dei suoi fratelli bianchi." (già, farà salti di gioia per la grande abbondanza) e già ti viene voglia di tirare la catena del water. Ma fare le cose in maniera logica ti rovina la scena che hai in mente: come fai a far menare Tiger in quel modo se, a scortare 300 vacche, ci sono 20 persone? E allora riduci i rifornimenti a 6 muli, tanto nessuno ci fa caso. Infatti non ho trovato neanche una piccolissima osservazione sulla quantità esigua dei viveri. Chissà, forse nessuno avrebbe avuto niente da ridire nemmeno se, invece dei 6 muli, ci fosse stato il cestino della merenda di Cappuccetto Rosso.
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  12. Ma questo l'avevo detto pure io... Mi sa che non hai capito la mia tesi... 1) El Muerto vuole razziare le provviste dei Navajos. Non per RUBARLE., è una PROVOCAZIONE, come tutto quello che sta facendo: sa che Tex Willer È TROPPO VIGLIACCO PER ACCETTARE LA SUA SFIDA (e lo si vede quando non si schioda manco davanti a Tiger ferito) e quindi vuole tormentarlo fino a costringerlo ad alzare le chiappe dal divano. 2) La provocazione è: - ammazzi tutti I navajos di scorta meno uno, che deve raccontare a Tex com'è andata, e dargli l'appuntamento. - disperdere i muli con le provviste, minacciando di affamare il villaggio e smuovendo quindi anche il malcontento dei navajos verso il loro "capo" se non alza le chiappe e non fa qualcosa (ovvio che non muoiono tutti di fame, ma senza i rifornimenti dell'esercito qualcuno deve stringere la cinghia, e un popolo affamato ti fa la rivoluzione...) 3) Qui c'è la CLASSICA INCONGRUENZA NOLITTIANA, che ha ben segnalato Boselli nel post che ho quotato: Tex non segue le tracce di El Muerto DOPO POCHE ORE perchè dice che "sarebbe inutile", non le trova più... ma è ASSOLUTAMENTE SICURO che ritroverà i muli IL GIORNO DOPO: visto che le tracce non sono trovabili, è chiaro che sono muli ADDESTRATI A STARE SENZA MANGIARE E SENZA BERE, e quindi non andranno in cerca di cibo nemmeno dopo 24 ore... Stendiamo un velo pietoso sulle incongruenze nolittiane, accettiamo che i muli siano addestrati a non muoversi per 24 ore anche se non hanno niente da bere: la provocazione comunque è riuscita, non solo hanno ammazzato dei Navajos, ma hanno disperso i viveri, e ora i Navajos dovranno andare a cercarseli (se li trovano, i muli saranno addestrati ma un navajo manolunga che si prende tutto per sè potrebbe passare di lì...). Nonostante questo IL PIANO DI EL MUERTO FALLISCE perchè Tex non ha la minima intenzione di inseguirlo, mica hanno fatto del male a lui, hanno pestato "solo" Tiger e hanno ammazzato un ragazzo che non è suo parente... ci vorrà ben altro per smuovere Tex! 4) Ovviamente, quando vedono che a guidare il tutto c'è Tiger Jack (magari ci speravano, se Tiger lo fa spesso di guidare quel carico, ma non potevano essere sicuri) sono contentissimi, immaginando che pestare Tiger sicuramente smuoverà Tex: illusi!
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  13. Mannaggia, Diablero, mi tocca spiegarti proprio tutto! Pagina 52 Tex dice "Ciò che spiega invece molte cose è la presenza di Faccia Tagliata" "Era nella tua tribù, vero?", chiede lo sceriffo. "Esatto!... Quello stupido rinnegato... ha fornito ai suoi loschi compari le informazioni su Tiger e su mio figlio" Non è così. La situazione è semplice: Faccia Tagliata si informa dai Navajos su dove sia Tiger, gli dicono che è andato a prendere delle provviste (ma poteva anche essere andato a caccia, a pescare o chissà dove) insieme a un altro indiano, i criminali si appostano sulla strada che i due devono fare al ritorno e quando li vedono dicono (a p. 7): "Attenti che arrivano" e Faccia Tagliata pensa: "Proprio Tiger Jack. Bene... bene..." (tradotto: Mi hanno dato l'informazione giusta!) Poi Tiger dice a p. 12 "Se è per il carico che stavamo portando"... Al che gli rispondono sprezzanti che non gliene frega niente del carico, che loro non sono dei pezzenti, dopodiché spaventano i muli (che Tex ordinerà di recuperare visto che i muli dopo un po' si fermeranno, mica continueranno a correre fino in Messico!). Se volevano puntare alle provviste, come dici tu, si sarebbero comportati diversamente, i muli li avrebbero portati con sé, non lasciati liberi nei dintorni, e certo non avevano intenzione di affamare i Navajos visto l'esiguità del carico (appena 6 muli). Per finire, Tiger chiede a El Muerto cosa vuole da lui ed El Muerto risponde a p. 18 "Che tu porti un messaggio al tuo amico Tex Willer" Questo è il vero obiettivo, non le provviste, nè i Navajos. El Muerto dice "al tuo amico" non al tuo capo, quindi sa che Tiger è l'amico fedele di Tex, non un indiano qualsiasi, gliel'ha detto Faccia Tagliata. Infatti lo stavano aspettando apposta. Lo conferma Tex a p. 52 - ripetiamolo: Quello stupido rinnegato... ha fornito ai suoi loschi compari le informazioni su Tiger e su mio figlio"
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  14. Volevo rispondere analizzando varie magagne della storia, poi mi sono ricordato che l'avevo già fatto... Da questo post del 2020: Spiega bene e nei dettagli, perchè questa storia è proprio brutta e mal scritta in generale, non solo "come storia di Tex". Poi, se qualcuno va in brodo di giuggiole solo perchè gli citano (scopiazzando) gli Spaghetti-Western, e per quello si lancia in azzardate affermazioni su quanto sia nobile questo bullo picchiatore di donne, rapinatore, ladro e massacratore di innocenti... sono PROBLEMI SUOI! Non ci metto becco, basta che per esaltare questa storiella insensata, non si metta a raccontare emerite balle sulle storie di GL Bonelli... è lì che tiro la riga! Sulle provviste... fantastico! El Muerto DERUBA DELLE PROVVISTE I NAVAJOS, e non si limita a ferire e pestare come un tappeto Tiger, ma AMMAZZA IL RAGAZZO CHE ERA CON LUI, ma "non ha fatto niente ai Navajos, infatti Tex è sicuro che il giorno dopo, quando lemme lemme manderà qualcuno, ritroveranno sicuramente il carico, i muli saranno ancora lì, e nessuno l'avrà portato via". Questo è NON FARE NULLA DI MALE! Come quando ammazzi un negoziante perchè non paga il pizzo? Se ti limiti a bruciare il negozio dopo averlo ucciso, senza portargli via uno spillo, "non gli hai fatto nulla", manco dovrebbero processarli... È fantastica poi LA LOGICA dietro questa serie di assurdità di questa storia... Tex è SICURO che IL GIORNO DOPO i Navajos troveranno le tracce dei muli.. ma NON INSEGUE EL MUERTO perchè dice che dopo poche ore, è impossibile trovare le tracce di diversi uomini a cavallo... Persino Borden ha commentato l'assurdità del comportamento di Tex in questa storia... E questo è il difetto principale. Fare agire i personaggi come marionette al servizio dell'idea dell'autore. Un metodo che personalmente aborro e in cui io e il mio maestro GL cerchiamo istintivamente di non cadere mai. Inutile stare a spiegare in che cosa consiste. Qualcuno potrebbe obiettare : ma non è sempre così? I personaggi dopotutto escono dalla mente dello sceneggiatore, no? Non è questo il punto. I personaggi devono perlomeno SEMBRARE reali e quindi agire e PARLARE (senza per esempio la tecnica spiegazionista del ventriloquo che spezza la quarta parete) come se reali fossero davvero. Diablero lo capisce. Ma comunque, alla fine... lodate pure questa storia quanto vi pare, chissenefrega. (notate che non ho assolutamente risposto all'ultimo post di Magic Wind, che appunto si limitava a cantare peana immeritati a questa storia ridicola). Basta che per elevare questa storiella, non vi andate ad inventare balle sulle storie di GL Bonelli. P.S.: Ah, dimenticavo... Quindi il fatto che siano APPOSTATI SULLA PISTA, e che quando Tiger e il ragazzo che verrà ucciso arrivano, i banditi (pagina 7) dicano "attenti, stanno arrivando!" è solo una coincidenza? Chissà chi stavano aspettando, da menare per spingere Tex ad alzare le chiappe e inseguirli, al posto di Tiger! (e non è bastato, NON alzerà le chiappe e NON li inseguirà)
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  15. Il fratello sta strozzando Tex perché è più forte di lui e, se non c'era una pistola nei paraggi, Tex ci lasciava la pelle e fine della testata. E in quella situazione ce l'ha messo Nolitta (chissà se era contento o no, chissà se poi, rileggendo, se ne è pentito), così come Nolitta fa fare a Tiger la figura del cretino. Gli indiani sono per natura diffidenti e viaggiano sempre con il fucile a braccio. Tiger e il suo Navajo incontrano, nei territori della riserva, cinque facce da galera e si avvicinano come pirla senza neanche chiedere cosa ci fanno nella riserva, tenendo i fucili pronti con le dita sui grilletti. A Nolitta Tex non piace ma farlo massacrare è troppo anche per lui e allora si accontenta di far massacrare Tiger. Tralasciamo la figuraccia che fa fare a Kit. Tex poi, quando vede arrivare Tiger massacrato e un suo Navajo morto, che fa? Domani va a cercare di capire cosa è successo (perché, tonto com'è, non lo ha ancora capito). E, a proposito, che fine hanno fatto i viveri per i Navajo? (Magari @Diablero, quando parlava di "affamare" si riferiva a questo?) Ma che gli frega a Tex, forse l'inverno è ancora lontano, che ne sappiamo noi? Il Tex di GLB sarebbe partito subito a dar la caccia a quei cinque e, nel giro di due o tre pagine avrebbe lasciato i loro cadaveri agli avvoltoi. Ma il Tex di Nolitta è "prudente", non è avventato, deve ponderare le cose, non accetta né provocazioni né sfide. Su tutte le cose sbagliate di questa storia ce ne sarebbe da riempire di righe su righe, ma ccredo che questo basti e avanzi. Del resto poi, tutto è stato argomentato più volte con logica ferrea e aggiungere altro sarebbero parole al vento. @Diablero, a parte il fatto che non avevo nessunissima intenzione di prendere le tue difese, non ne hai bisogno, ma non ho resistito (sono una debole donna indifesa e se devo di', devo di'). Abbiamo scritto quasi in contemporanea e non avevo ancora letto il tuo commento.
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  16. Mai avuto la minima comprensione per El Muerto. È solo un volgare bandito, che da bravo "mafioso" fa vendette trasversali, se la prende con i figli, gli amici, affama gente innocente come i bambini del villaggio Navajo: una vera e propria merda umana che non viene certo "redento" dal fatto che è ossessionato dalla vendetta. Pensa che fa tutto quel casino per spingere il Tex lemme lemme e pigro di Nolitta ad affrontarlo (con quello di GL Bonelli bastava che lo sfidava senza tanta cagnara), la sua meggiore difficoltà è proibire ai suoi soci di far fuori loro quell'incapace (e comunque alla fine se non era per Tiger lo facevano fuori lo stesso) e alla fine... perde come il bischero che era. Dove sarebbero queste "qualità" di El Muerto? Non ci sono, non ha onore (affama gente innocente), non ha coraggio (mica affronta Tex da solo prima della sfida). Gliele attribuisci solo perchè (1) il suo avversario è quasi peggio di lui, irritante e imbelle, per quello speri che El Muerto lo faccia secco, e (2) Nolitta te lo DICE in pratica, "guardate che questo mafiosetto rubagalline che fa del male ad innocenti solo perchè non ha il fegato di affrontare Tex al villaggio, ha delle qualità! Non ne ho fatto vedere manco una, ma fidatevi, ce le ha". Immaginati uno scontro El Muerto contro Ken Parker. Contro Ken Parker sì che servirebbero certi metodi ad un duello: El Muerto ferisce il figlio di Ken, e il suo vecchio amico scout, affama la tribù a cui apparteneva, per spingerlo ad un duello. Ti pare ancora un personaggio con delle qualità? La differenza è che Nolitta ti fa odiare Tex, Kit e tutti i Navajos. Ken Parker non lo schifi, e quindi con lui ti accorgeresti, senza il velo di schifo per Tex, di chi è veramente El Muerto: un bolletto prepotente, che dopo una vita a predare sui deboli, si trova di fronte uno che lo mena, va in ossessione, provoca di nuovo questi tipo facendo il prepotente con amici e parenti... e poi le prende di nuovo, come merita. Non è un gran "transfert", il lettore è semplicemente IRRITATO da un personaggio imbelle, incapace, pomposo, odioso, tanto da desiderare che lo facciano fuori. Non c'è nessun "transfert", è solo irritazione. È semplice incapacità di scrivere un eroe classico: lo stesso motivo per cui tanti lettori di Nizzi godevano delle figuracce di Tex: se non sei capace di scriverlo, un eroe classico, lo rendi antipatico. Lo dici in maniera "altisonante", come se fosse un gravissimo difetto: "essere sempre dalla parte giusta". Come TUTTI gli eroi classici, perchè il lettore deve TIFARE PER LORO, deve appassionarsi alle loro vicende. È il critico "moderno" che invece vuole eroi che facciano del male ad innocenti, che provochino la morte di innocenti, che per la loro stupidità agiscano per il male: perchè il "critico moderno" non si APPASSIONA alle storie, anzi, DISPREZZA CHI LO FA, e vuole disprezzarli tutti, eroi e lettori, per sentirsi "superiore"... Sai invece CHI mi ha preso molto di più a livello emotivo? Alcuni nomi te li ho fatti. La famiglia di rapinatori de "il cacciatori di taglie". Rispetto ad uno squallido delinquente come El Muerto, sono dei giganti. Dopo 2 albi El Muerto mi faceva schifo come all'inizio, mentre in quelle 30 paginette quei rapinatori diventano gli eroi, e speri che se la cavino. O La Regina della Notte, che speri si riesce a salvare dal veleno del serpente. Lucero, ovviamente: non un volgare bandito di strada come El Muerto, ma una persona che comunque combatte per il suo popolo. QUESTI sono "cattivi" per cui ti appassioni e con cui provi empatia. Non certo un volgare delinquente che se la prende con innocenti perchè non ha il fegato di affrontare Tex... (in realtà, la storia "El Muerto" non ha senso, è ridicolo che uno debba fare tanti danni solo per avere un duello con Tex: l'intera trama si basa sul fatto che Tex è codardo, pigro e imbelle a livelli assurdi, tanto da "costringere" un avversario a fare certi disastri per spingerlo ad affrontarlo...)
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  17. Straordinario, con questo post hai fatto un capolavoro! Hai descritto esattamente l'essenza di Zagor e Tex, la loro filosofia di base! Gros-Jean infatti era nemico di Tex, all'inizio! Per quanto riguarda gli altri esempi, c'è il baro Rudy Nilsen che poi è passato dalla parte di Tex; la dark lady Marie Gold che aiuta Tex; di sceriffi vigliacchi che si redimono ce ne sono nelle storie di Tex... Infatti El Muerto fa solo stragi, e solo perchè gli gira. Ha la sua vendetta, ma se gli togli quello non ha più niente. Non è che abbia una grande "profondità psicologica", non è che sia "dubbioso", "realista", "moderno", come dicono sempre dei personaggi di Nolitta...è una bestia e basta, non ha psicologia, ha solo un'ossessione. E i suoi compari sono ancora meno caratterizzati: sono ancora più bestie di lui. Di malvagi "nobili" si potrebbe citare come esempio Matias o Il Grande Re. Di "buoni" vili e servili, lo sceriffo venduto è un classico. Infatti tante volte i malvagi, soprattutto i più importanti, fanno una fine atroce, che non era nei piani di Tex. Una giustizia divina, insomma. Questo è importante: lo stesso Tex, infatti, in quella storia -Il Giuramento - ordina ai suoi Navajos di andare a uccidere Tucker, che ha portato le coperte infette ai Navajos. E loro lo uccidono. Quello è un omicidio a sangue freddo, e lo dice chiaramente anche il medico a Tex... alla faccia della monodimensionalità. Tex infatti non è il tipo da ricorrere alla pistola contro una persona disarmata, quando sta per perdere. Infatti Tex - quello vero - non perde mai contro qualcuno e quindi non ha il bisogno - nè il desiderio, tra l'altro, perchè è onesto - di ricorrere a simili sotterfugi vigliacchetti. Gli abitanti di Goldeena infatti si battono come leoni contro gli indiani prima di cedere. E spesso ci sono delle persone che si riuniscono di nascosto con Tex per decidere cosa fare contro il prepotente di turno. Verissimo. Basta guardare con quanto disprezzo Nolitta tratta i cittadini di Bergville, visti come una banda di miserabili borghesucci che vivono in un buco, nella storia di Billy Boy. Si può dire lo stesso di Mister No. Ma il massimo lo si può leggere nell'Uomo del Texas: i due protagonisti, quello principale e il suo amico militare, sanno che stanno facendo entrambi delle schifezze, ma ci passano sopra tutti e due ridacchiando, perchè è giusto che ciascuno si faccia i fatti suoi. Menefreghismo ed egoismo: l'ambiente di Nolitta, quando può agire a ruota libera, è molto sordido. Mefisto vuole vendetta contro Tex e usa le sue magie per questo, certo, ma agisce anche come sicario dl Drago Rosso, o come compagno di avventure del barone di Lafayette-Baron Samedi, o come capo degli Hualpai. Infatti le storie di Zagor in cui il male vince sono emblematiche: Libertà o morte, Vudu (gli zombi fanno piazza pulita di tutto: ditemi voi se è una vittoria del bene...), Tigre, Sandy River, Arrestate Billy Boy. Anche in Mister No vince il male: Make-Make (un'intera isola corrotta), Il caimano d'argento (tutta la polizia corrotta), per esempio.
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  18. Questa è una discussione ricorrente, e vedo purtroppo questo errore, questa errata valutazione, ricorrere. E quindi finisco per postare sempre la stessa smentita... Non è assolutamente vero che in GL Bonelli i personaggi siano tutti "buoni buoni" o "cattivi cattivi". Anche senza andare sui casi eclatanti come Apache Kid, Lucero, Juan Ortega, Clem e i Mohaves nella Cella Della Morte, "Tramonto Rosso", etc, praticamente in ogni storia di GL Bonelli trovi qualche caso: uno sceriffo vigliacco che si redime, un gambler che li aiuta, una dark lady che li mette sulla buona strada, o un assassino che si mette dalla loro parte (Gros-Jean!!!!) Davvero, chi mi dice che nel mondo di GL Bonelli "il buono è sempre buono e il cattivo è sempre cattivo", non so che fumetto ha letto. Non certo quello che ho letto io. Nel mondo di GL Bonelli i personaggi che sono costretti dalle circostanze a fare il male (o il bene, se le circostanze sono i cazzotti di Tex... ) sono COMUNISSIMI. E anche fra i malvagi, mostra ONORE, RISPETTO, VALORE. Non scriveva Topolino! Anche i Fratelli Dalton, biechi assassini, si rifiutano di sparare su Tex quando lo vedono fare un azione temeraria per recuperare un ferito! (Che differenza con lo squallido e vile El Muerto che per sfidare Tex fa agguati e ferisce persone che non hanno nulla a che fare con la sua vendetta) Rileggiti "il cacciatore di taglie", e come vengono mostrati morire EROICAMENTE, dei banditi che stanno sparando a cittadini onesti! Non è che nel mondo di GL Bonelli esistono solo "buoni" o "cattivi": ANZI, la stragrande maggioranza della gente NON È CLASSIFICABILE IN QUELLA MANIERA. Ci sono e vero i cattivi spregevoli (di solito ricchi o politicanti), ma ci sono anche "malvagi" dal comportamento NOBILE, addirittura eroico! E "buoni" che invece sono vili e servili! La cosa che hanno in comune è che sono LARGER-THAN-LIFE! Memorabili, GIGANTI sia nelle loro azioni buone che in quelle cattive. E che, quello sì, nel mondo di GL Bonelli esiste IL MALE ed esiste il BENE. Addirittura a livello metafisico! (non esistono solo i demoni di Mefisto, che si servono di lui, ma anche LA GIUSTIZIA DIVINA è una forza che agisce nel mondo e si sente il suo peso nelle storie) Ma ogni personaggio, SEMPRE, decide in ogni momento se fare il bene o fare il male. Con il suo carattere: la gang del cacciatore di taglie decide di fare il male (e ne paga le conseguenze) ma non cessano per questo di essere eroici e ammirevoli, fino a sacrificarsi l'uno per l'altro. PERSINO TEX, ha questa scelta, e può decidere di fare il male, e a volte LO FA (quando tortura sadicamente i colpevoli della morte di Lilyth, che orrenda banalizzazione di quella scelta che è stata la Cavalcata del Meschino che annulla l'effetto delle sue azioni...) -------------- In Nolitta c'è invece un netto declassamento della figura umana: i "buoni" sono spesso solo timorosi ma vorrebbero essere cattivi. I "cattivi" non hanno qualità (può sembrare strano dirlo leggendo Caccia all'Uomo o El Muerto, ma in quelle storie, il cattivo è Tex: notare che viene specificato che uccide il fratello di El Muerto sparandogli nella pancia mentre è disarmato. E quali qualità dimostra Tex in quelle storie?) È una totale sfiducia nell'essere umano: in GL Bonelli (anarchico, quindi ritiene che la gente saprebbe autogovernarsi) il mondo è fatto di brava gente, vessata da pochi che vanno fermati (da Tex). E questa FIDUCIA NELL'UMANITÀ si estende ai lettori, considerati da GL Bonelli ESSERI INTELLIGENTI IN GRADO DI CAPIRE STORIE COMPLESSE senza bisogno di spiegarglielo tre volte. Nolitta invece ha una totale sfiducia nell'umanità: i suoi "bravi cittadini" sono solo vili e non vedono l'ora di linciare innocenti (e nelle storie, glielo spiega TRE VOLTE... ) Questo, ovviamente, viene scambiata dalla "critica post-moderna" che CONDIVIDE QUESTO DISPREZZO VERSO IL PUBBLICO, come "maggiore realismo". "Descrive la gente, e quindi i lettori, come viscidi vigliacchi a cui manca solo il fegato di fare il male che vorrebbero fare. Quanto è più maturo questo fumetto!!!! Ha proprio ragione, sono tutti cattivi, si rifiutano di capire quanto sono geniale io!!!" il bene e il male, nelle sue storie... non esistono. E non si può scegliere fra esse: Zagor sceglie la giustizia (crede) e commette una strage di innocenti, l'uomo che riteneva "buono" in realtà era un criminale di guerra, e alla fine non ci sono molte differenze fra lui e Solomon Kisky... I suoi "cattivi" non possono scegliere, come il Mostro della Laguna o L'Uomo Lupo, hanno solo avuto sfortuna. O, come Hellingen, sono cattivi "perchè sono cattivi" (Mefisto ha sempre motivazioni più complesse per le sue azioni, persino quando fa la spia per denaro: denaro, vendetta, follia, etc, Hellingen vuole "conquistare il mondo" come un cattivo da operetta) Con questa visione, Nolitta ci ha dato capolavori in Zagor e Mister No, che sono spesso invettive verso l'ingiustizia dell'universo e il male che vince sempre perchè tutti gli uomini sono malvagi. Ma questa visione, è la negazione di Tex: che nelle storie di Nolitta, può solo essere vincente e malvagio, o un fallito.
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  19. Di potente - si scherza, eh - ci fu solo il ceffone che ricevettero in faccia i lettori abituati al Tex di GLB. Mi ricordo che la rilessi un paio di volte quando uscì. Non mi capacitavo proprio di quelle pagine così assurde. Si, mi sembrava tutto assurdo. Anche senza parlare di Faccia d'Angelo, basta citare il rispetto che Mingo e i "suoi" navajos gli dimostrano. Che Aquila della Notte versione Nolitta non fosse più considerato con timore verrà confermato, nella successiva storia dello stesso autore, con Faccia Tagliata. Sono passati tanti anni da quel '76 e non mi pare proprio d'averla mai più ripresa in mano. Eppure si. Rimane epocale, peccato che lo sia per i motivi sbagliati.
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  20. Rileggendo vecchie interviste ne ho trovata una del maggio 2010 in cui Sergio Bonelli parla de "Il segno di Cruzado": DOMANDA: Lei per Galleppini realizzò due storie di Tex che mi colpirono particolarmente: una, El Muerto, segnò la mia adolescenza fumettistica. Ma l’altra fu davvero particolare: Il segno di Cruzado. SERGIO BONELLI: Quella dei ragazzi indiani… Si! Una storia davvero forte perché, quando la leggi, non sai da che parte stare, sei diviso a metà e non riesci a prendere una posizione. Alla fine resti del tutto neutrale. Io scrivevo nei tempi morti, quando il lavoro d’ufficio me lo permetteva. Forse per una questione d’imbarazzo, non sapevo se esaltare la conquista o la resistenza degli indiani. Però ho sempre preferito il western crepuscolare, perché già ti fa capire quali saranno i vinti e i vincitori e personalmente sono più dalla parte dei vinti, di quelli che devono sopravvivere. Mio padre (Gianluigi Bonelli), ad esempio, aveva un carattere totalmente diverso dal mio, a lui piaceva la conquista, lo affascinava che ci fosse un vincitore alla fine di ogni storia. Io invece, per diversità di carattere, sono più affascinato dalla tragedia di questo popolo che vive i suoi ultimi anni con la consapevolezza di essere destinato a scomparire. Infatti colpisce più Il segno di Cruzado rispetto a un’altra grande storia di Tex, Sangue Navajo scritta da suo padre Gianluigi. Uno legge la storia ed è portato a stare dalla parte degli indiani, poi si vede quel gruppo d’indigeni impazzito seminare morte e dentro il lettore è come se si scatenasse una crisi di coscienza. E’ davvero un capolavoro, una delle mie storie preferite e una delle più belle di Tex in assoluto, perché ti lascia l’amaro in bocca… Infatti! E facevo fatica (così come molti altri) a continuare Tex proprio per questo motivo. Mio padre invece non aveva dubbi da che parte stare. A parte la bella intuizione di quando Tex sposa Lilith, la giovane indiana navajo, che rappresentò una svolta importante tanto da precedere anche un film come L’amante Indiana. Lui amava dire che erano i personaggi che agivano da soli e che gli trasmettevano le varie sensazioni da inserire nella storia. Dal canto mio io non avevo la sicurezza di essere bravo. Lui, da grande professionista qual era, invece sì. --------------- In realtà - commento mio - anche GLBonelli negli anni Settanta aveva cominciato a scrivere storie che lasciavano l'amaro in bocca (per il destino tragico degli indiani), ad es. "Apache Kid" e "Il tesoro di Victorio", ma anche, per certi versi, "Una campana per Lucero". Resta il fatto che Sergio Bonelli era probabilmente lo sceneggiatore meno indicato per continuare la tradizione del padre, vista la sua preferenza per il western crepuscolare e per i vinti. Eppure nell'intervista che ho postato due giorni fa di GLB lui afferma - dopo aver stroncato "I ribelli del Canada" - che nonostante tutto "comunque, la collaborazione fra me e Sergio ha dato spesso buoni frutti". E usa proprio la parola "collaborazione"... P.S.: a scanso di equivoci, non sono un fan del Tex di Nolitta , apprezzo solo alcune sue storie (o parti di storie).
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  21. Niente affatto, infatti sulle prime dieci battutine non ho detto niente, all’undicesima mi sono girate. Regola d’oro dei forum: se non si ha niente da dire su un determinato argomento si può benissimo anche stare zitti, o quantomeno sarebbe opportuno di evitare di reiterare ad infinitum la propria opinione...
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  22. Finito l'off-topic, torno a rispondere al post di @ymalpas. Non concordo. In generale già si vede la sciatteria che contraddistingue il nizzi degli anni 2000, anche se non tanto invadente. L'unica storia che si salva, per me, è La Ballata di Zeke Colter, ma perchè è (1) una storia davvero "piccola", che non ha bisogno di grandi intrecci, si basa sul ritratto di questo trapper, e (2) Tex è solo un comprimario. E già in una storia così "piccola"... le azioni di Tex, che spara in alto dopo aver fatto la trappola per risparmiare i banditi, mettendo a rischio Zeke, non hanno senso. Ma guardiamo a "L'uomo senza passato". Disegni e SOGGETTO di Villa. È quindi una storia a cui Villa tiene molto. E basta leggere il thread dedicato per rendersi conto di quale sciatteria abbia utilizzato Nizzi rispetto al soggetto di Villa! In quel thread è intervenuto anche Villa, da cui cito prendendo dal suo post: Nizzi "allunga il brodo" con le solite decine e decine di chiacchiere, perdite di tempo, lunghi viaggi, scazzottate, prima di "arrivare al punto" (e la storia ne risentirà quando alla fine non avranno più il tempo per lo scontro finale) ...e dopo decine di pagine di fan service ripetitivo, lo scontro si risolveva in TRE STRISCE... Come svolge Nizzi questa "lotta epica"? Qui cito dai MIEI post in quel thread: Nell'idea di Villa, questa è una storia che dovrebbe GRONDARE pathos. Si basa tutta sull'idea di Tex e Kit uno contro l'altro, e dice "La storia di Kit avrei voluto che fosse più "difficile", e doveva sfociare in una lotta tra lui e Tex epica, con un numero di tavole sufficiente a far capire quanto fossero "tosti" tutti e due. Kit si sarebbe arreso a fatica, ma avrebbe reso difficile la vita al padre, " Sull'idea di base di Villa ho due obiezioni: 1) Non è tutta questa novità, ne "la gola della morte" addirittura Kit spara a Tiger lo ferisce, e passa pagine e pagine a fare rapine... 2) Tutta la parte di Fiore di Luna (spero non l'abbia inventato lui il nome) è davvero troppo telefonata. E oltretutto come ho già postato, avere la ragazza che muore a Kit dopo che è capitato a Tex e a Tiger è davvero mancanza di fantasia e ripetitività. Se vuoi dare un amore a Kit, abbi il fegato di lasciarla in vita e mostrarci come prosegue! Altrimenti, è un "vorrei ma non posso", se per paletti dell'editore kit non può trovare una ragazza, dargliela per farla fuori mi pare un mezzuccio troppo banale. Detto questo, anche con questi difetti, un buon sceneggiatore magari ci tira fuori una bella storia. Ma qui lo sceneggiatore è Nizzi... Vi invito davvero a rileggere il thread. Praticamente TUTTE le cose che vengono lodate nella storia o sono nel soggetto di Villa, o sono nelle pagine che Villa ha "risceneggiato" o modificato. Tutti i difetti, a parte quelli che ho citato prima, sono nella sceneggiatura di Nizzi. Come dice bene Ymalpas La risposta è desolante: La maniera BANALE E FRETTOLOSA in cui tutto si risolve con due botte in testa e sempre nella maniera più scontata, non sono state causate da "paletti" redazionali. È semplicemente che Nizzi non ne aveva voglia (o non ne era in grado, decidete voi se il difetto è nella motivazione o nella capacità, ma che lo svolgimento sia stato frettoloso e svogliato mi pare evidente...) Senti, finchè discutiamo della versione della storia che ti sei riscritto in testa e nei ricordi non ne usciamo più. Fammi il favore di ANDARE A PRENDERE L'ALBO e RILEGGERE QUELLE PAGINE prima di negare l'evidenza facendomi perdere tempo, please. La "sfida infernale" è da pagina 19 (prima azione di Kit contro Tex) a pagina 24 (Kit batte la testa). (alla faccia della "sfida infernale"... Nizzi gli dedica solo 6 pagine, ma probabilmente qui influisce la sua immagine di Kit, l'ha sempre anche detto nelle interviste che lo considera un ragazzino inutile e preferisce non metterlo nelle storie, ovvio che qui Tex lo sconfigga con una facilità irrisoria). CONTA quante delle "tante didascalie" ci sono. La "quindicina" che dici? No. Il numero è ZERO. Zero didascalie. Possiamo parlare una buona volta della storia effettivamente pubblicata, senza inventarne altri che sono solo nella vostra fantasia? P.S.: un'altro esempio della tipica sciatteria e ripetitività di Nizzi. Nelle storie di Nizzi, gli agguati a Tex falliscono SEMPRE perché chi gli fa l'agguato è un ciecato, incapace di tenere in braccio un fucile, sbaglia il tiro anche da 2 metri. Tex non se ne accorge MAI, sono sempre gli altri che sbagliano il tiro. La cosa è tanto palese, il fatto che scriva agguati-fotocopia e non voglia nemmeno sforzarsi di inventarsi un motivo per cui Tex si salva, da essere diventato un cliché ridicolo e irritante. Qui, sceneggiando come al solito svogliatamente con il pilota automatico, mette la solita scena foto-copia (sospetto facesse proprio il copia-incolla di scene standard per far prima, cambiando solo i nomi). Con il risultato di farci vedere Kit Willer che SPARA DUE VOLTE A TEX DA MENO DI DIECI METRI (e Tex ovviamente non si accorge di nulla prima del primo sparo) MANCANDOLO ENTRAMBE LE VOLTE. L'unica discussione possibile su questo punto è: ha ridicolizzato di più Kit che manca un bersagli facile indifeso che non si nasconde nemmeno e non si è accorto di lui, o è più ridicolizzato Tex che non si accorge mai di nessuno prima che gli spari? Estraggo il punto saliente: Villa pensa ad una lotta epica, che metta davvero K Kit contro Tex. Come lo risolve Nizzi? "Tex si fa prendere di sorpresa sempre da tutti, ma tutti lo mancano da tre metri. Quindi anche Kit Willer lo prende di sorpresa, ma lo manca da tre metri". O, per essere più precisi, ripetendo quello che avevo scritto allora: La "sfida infernale" è da pagina 19 (prima azione di Kit contro Tex) a pagina 24 (Kit batte la testa). (alla faccia della "sfida infernale"... Nizzi gli dedica solo 6 pagine, ma probabilmente qui influisce la sua immagine di Kit, l'ha sempre anche detto nelle interviste che lo considera un ragazzino inutile e preferisce non metterlo nelle storie, ovvio che qui Tex lo sconfigga con una facilità irrisoria). [...] P.S.: un'altro esempio della tipica sciatteria e ripetitività di Nizzi. Nelle storie di Nizzi, gli agguati a Tex falliscono SEMPRE perché chi gli fa l'agguato è un ciecato, incapace di tenere in braccio un fucile, sbaglia il tiro anche da 2 metri. Tex non se ne accorge MAI, sono sempre gli altri che sbagliano il tiro. La cosa è tanto palese, il fatto che scriva agguati-fotocopia e non voglia nemmeno sforzarsi di inventarsi un motivo per cui Tex si salva, da essere diventato un cliché ridicolo e irritante. Qui, sceneggiando come al solito svogliatamente con il pilota automatico, mette la solita scena fotocopia (sospetto facesse proprio il copia-incolla di scene standard per far prima, cambiando solo i nomi). Con il risultato di farci vedere Kit Willer che SPARA DUE VOLTE A TEX DA MENO DI DIECI METRI (e Tex ovviamente non si accorge di nulla prima del primo sparo) MANCANDOLO ENTRAMBE LE VOLTE. L'unica discussione possibile su questo punto è: ha ridicolizzato di più Kit che manca un bersagli facile indifeso che non si nasconde nemmeno e non si è accorto di lui, o è più ridicolizzato Tex che non si accorge mai di nessuno prima che gli spari? Altre magagne della storia vengono già notate subito da altri: Persino Villa (che di solito è docilissimo) appare infastidito da come è stato trattato il suo soggetto, e si unisce alle critiche a Nizzi: Questa è forse la PRIMISSIMA storia dopo la "crisi"... e abbiamo già un Nizzi incredibilmente sciatto e menefreghista, che "telefona" un soggetto potenzialmente "forte" del suo collaboratore prima con le solite scenette-cabaret per allungare il brodo, poi risolvendo tutta la storia con Kit che manca Tex da pochi metri, Kit che si becca una botta in testa dopo sei pagine e torna sano come in una storia di topolino... c'è da meravigliarsi che persino Villa si sia irritato a vedere "buttata via" così la sua storia? Quando poi Nizzi si è preso tutti gli elogi per le cose che in realtà aveva messi Villa, come la sceneggiatura del duello (che Nizzi aveva risokto in tre vignette) No, la sciatteria e il menefreghismo verso Tex e pards si vedono da SUBITO. Se non si vedono in Zeke Colter e nei Nick Raider (all'inizio) è perchè non sono storie di Tex. (la stessa analisi si potrebbe fare per la altre storie del periodo, ma dovrei farla una per una, qui ho approfittato del fatto che di questa storia c'erano già un sacco di post da citare)
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  23. O traccheggiare macinando pagine in attesa che te ne venga una... Un po' magari lo capisco: tuo padre ti accolla il SUO personaggio che è quanto di più distante esista da quello che ti piace scrivere, ti tocca scrivere per un personaggio che non è nelle tue corde, il disegnatore macina pagine come uno schiacciasassi e qualcosa devi mandargli subito. Comprensibile che l'odio verso questo ingrato compito trasudi in odio verso il personaggio. Inoltre in quel periodo davvero Sergio Bonelli ha una sbandata "rivoluzionaria" evidente (basta pensare all'Uomo del Texas, e a come qui Tex sia chiaramente un "celerino" con tanto di manette e Andy un "capellone" alternativo di quelli che venivano menati in piazza in quel periodo). (Quello è anche il periodo in cui si "innamora" di Ken Parker, è lui che convince Berardi e Milazzo a farne una serie, doveva essere una one-shot per la Collana Rodeo...) Però è vero che "lo sceneggiatore che usa trucchetti per guadagnare tempo" lo noti subito: il vezzo di Nizzi di fare pagine e pagine con Tex e Carson che aprono la porta di una stanza, "qui non c'è nessuno", ne aprono un altra, "nemmeno qui", e ci mettono tre pagine per entrare nella stanza giusta sono proverbiali, come le pagine e pagine di Nolitta con Tex che viaggia, viaggia, viaggia...
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  24. In un'intervista dell'ottobre 2013 Boselli così rispondeva a una domanda sul Tex di Nolitta: Domanda: "Caccia all'uomo", la prima storia scritta da Sergio Bonelli/Guido Nolitta per Tex e pubblicata nel gennaio 1976, fu considerata dal suo autore una storia sbagliata, perché in effetti Tex prende un granchio nel considerare colpevole un uomo che non lo è, e, quando se ne ravvede, è troppo tardi per salvargli la vita. Sei d’accordo col giudizio di Nolitta? È una storia da dimenticare o invece da considerare per l’umanità che è stata aggiunta alla figura di Tex? Boselli: Le tue domande permettono di fare un discorso coerente e concatenato perché tu mi proponi adesso una domanda su una storia molto controversa. La prima storia di Tex scritta da Sergio Bonelli, cioè da Guido Nolitta, fin dal suo apparire, a me stesso che ero un cultore di Tex e un appassionato e anche un amico della famiglia, sembrò veramente fuori linea, perché il Tex di quell’avventura è effettivamente nelle prime pagine uno sbirro, perfino uno sbirro che sbaglia: per cui sembra visto da un sessantottino. È come se Sergio si fosse messo nei panni di un ragazzo dell’epoca, di sinistra addirittura, (fra le numerosissime sfaccettature di Sergio c’era anche questa) che vedeva Tex come uno sbirro e che dava violentemente la caccia all’uomo, in quel caso un ragazzo, sbagliato. Certamente è così. L’idea bellissima della storia è che Tex poi vendica il ragazzo in maniera feroce, perché deve anche redimere se stesso da questo errore. La storia è accettabile sotto il punto di vista che perfino Tex, diamine!, può fare un errore nel corso della sua vita, l’importante è che non li faccia tutti i mesi! E quindi la storia, nonostante questo, è diventata un classico. E tra l’altro è bellissima e commovente. Veramente, dopo, pur mantenendo questo approccio, che si vede soprattutto in certe situazioni singole oppure nel suo modo stilistico di raccontare, Sergio si adeguò di più al personaggio e tirò fuori dei veri capolavori che si possono equiparare a quelli di Bonelli padre, come "El Muerto" o "Cheyenne Club", capolavori sì, ma non più tanto discutibili come era la pur bella Caccia all’uomo. D: "Oklahoma!", scritta da Giancarlo Berardi, è un’altra storia sui generis di Tex. Sergio Bonelli la destinò in un numero fuori serie (poi diventato l’antesignano dei Maxi Tex) per non infastidire i lettori più conservatori di Aquila della Notte. Cosa pensi della storia e della scelta di Sergio? Boselli: Sergio si sentiva abbastanza libero quando si trattava di scrivere le sue storie, perché lui era un autore e quindi si concedeva giustamente delle libertà. Anche io stesso, infatti, nonostante sia il curatore da un anno di Tex e quindi sappia benissimo come lo si dovrebbe scrivere, ogni tanto quando scrivo mi lascio la briglia sciolta per tirar fuori gli effetti buoni. Questo deve fare l’autore, non può reprimersi e tarparsi continuamente, sennò si rischia l’implosione, come è successo in altri casi in passato. Quando invece si trattava di essere curatore (a quell’epoca era Sergio il primo curatore di Tex insieme a Decio Canzio), era molto severo e infatti vide in "Oklahoma!" di Berardi qualcosa di anomalo, di troppo moderno che io personalmente ora non noto più.
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  25. Paragone infelice. Il passato di Carson è un'ottima storia, a mio avviso. Fuga da Anderville invece non lo è, sempre a mio avviso. Lo zio è più intelligente di Tex e ha preso tutti per il naso. Compreso Tex che non solo non crede all'innocenza di un "amico" moribondo ma che nel finale si lascia andare a un indegno sfogo isterico. Sempre a mio avviso. Senza contare che Boselli ha rischiato grosso quando qualcuno ha fatto notare a Sergio la paternità di Carson che è diventata! precipitosamente plausibile sì ma [altamente] improbabile.
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  26. Assolutamente d'accordo con il tuo pensiero riguardo l'inspiegabilità di alcuni fatti....razionalmente, non credo che Sergio provasse (seppur al livello inconscio) a smitizzare (e quindi renderlo "umano") il padre ridicolizzando il più grande successo della Storia sia della Casa Editrice che dell'intero panorama nazionale. Più verosimile, a mio parere, che la sua visione su come si racconta una storia (a prescindere da chi sia il protagonista) abbia preso il sopravvento sulle idee, diametralmente opposte, del padre. Convinzione che è emersa sempre in misura maggiore anche a causa dei problemi di GLB e del suo forzato distacco/allontanamento dalla sua creatura. Con GLB sempre più ai margini, è stato più facile uscire dalle caratteristiche che Bonelli Senior aveva delineato. Per quanto riguarda Nizzi, credo che semplicemente le dinamiche editoriali gli abbiano, di fatto, spento la passione... il fatto stesso che per lavorare su Tex gli venisse corrisposto uno stipendio (chiamatelo come volete) più alto rispetto allo stesso lavoro su Nick Raider, ovvero una tua creazione, è abbastaza plausibile che lo possa aver amareggiato. Non è una giustificazione, ma un'ipotesi abbastanza logica.
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  27. Non voglio convincere nessuno, come ho scritto alcuni post fa, quando ci sono cose apparentemente inspiegabili (Nizzi che si lamenta di dover scrivere troppo e scrive oltre 200 pagine di storia in anticipo a diversi disegnatori, Sergio Bonelli che dipende da Tex allora come oggi... e scrive QUEL Tex, quello di Caccia all'Uomo, di Il Segno di Cruzado, de "il disertore", e in seguito NON corregge le storie dove Nizzi ridicolizza Tex, ma corregge l'unica volta in cui fa una scelta "da Tex...) cerco una soluzione razionale, che dia una logica alle cose, per me. Poi ciascuno si scelga la spiegazione che preferisce. Chi di noi non ha un rapporto irrisolto con il padre? Mi pare una spiegazione razionale ad un comportamento che, più lo guardi, più appare irrazionale (se invece la tua spiegazione "razionale" è che QUEL Tex è "perfettamente texiano e non ha nulla di strano", direi che SEI TU che sei totalmente irrazionale... ) Aggiungo anche un elemento personale: ho avuto occasione di sentire parlare dal vivo Sergio Bonelli in diverse occasioni. Non erano incontri "privati", non posso dire di averlo mai conosciuto (per questi dico che ho avuto occasione di sentirlo parlare, io non parlavo, ascoltavo e basta), ma non erano nemmeno incontri "pubblici", erano con poche persone (una tavolata o due, niente microfono, nessun video, oppure per i corridoi della redazione, le poche volte che ci sono stato, sempre in gruppo). Non erano quindi incontri in cui si lasciasse davvero andare a confidenze ma nemmeno incontri dove tutto quello che dici finisce su youtube o stampato. E in quelle circostanze, Sergio Bonelli un paio di volte ha fatto battute autoironiche sul rapporto con il padre. Ovvio, erano BATTUTE. Per far ridere gli astanti, che pendevano dalle sue labbra. Non era una confessione dal prete o dallo psicanalista, magari poteva esagerare per ottenere "l'effetto comico". Per questo non le riporto, anche perchè senza la sua voce e la sua espressione in quel momento, sarebbero facilmente equivocabili. Però ho avuto l'impressione, chiara, che dietro quell'autoironia ci fosse davvero un rapporto difficile. (e, come ho detto... chi non ha avuto un rapporto difficile con il padre? Immaginate se vostro padre fosse pure la persona che ha avuto più successo in Italia nel vostro stesso mestiere e vi dicesse - come Sergio Bonelli ricordava spesso - che "al massimo saresti adatto a sceneggiare paperino"...
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  28. La carriera professionale di Nizzi si lega ovviamente alla storia di Tex e di Nick Raider ed è particolare come alla fine il suo personaggio gli abbia causato dei problemi per colpa anche della casa editrice. In realtà quando Boselli è arrivato a supporto Nizzi si era già stufato di Nick Raider per due motivi principali: - Innanzitutto (piccola correzione a Diablero) è la casa editrice che chiede a Nizzi di creare un personaggio e non viceversa, quello che dice Diablero sulla programmazione è giusto, infatti se nei primi numeri è presente Capitanio è abbastanza normale ipotizzare che la serie sia in cantiere da un po'. Nizzi sceneggia i primi 12 albi e poi arrivano gli altri. Il primo motivo sono proprio i disegnatori (e lo dice bene ancora Diablero) che erano tutti mediocri tranne Milazzo e il già citato Capitanio. Tutti quelli bravi arrivano dopo. - Come già spiegato più volte Nizzi ha sceneggiato tutta la prima annata e poi inizia a dividersi tra i due personaggi, su Nick allora ha preso piede ancora di più la figura di Renato Queirolo che Nizzi quasi detestava come curatore per i suoi metodi (Ha raccontato che i disegnatori andavano da lui per lamentarsi dei cambiamenti ma diceva loro di non poter fare niente in quanto era il creatore e non il curatore). Nizzi smette di sceneggiare Nick Raider proprio nel momento in cui poteva tornare a scrivere regolarmente almeno 4/5 storie all'anno. Boselli arriva in pianta stabile tra il 1993 e 1994 (tolta la sua prima storia che è iniziata a fine '92) mentre le ultime storie per il poliziotto sulla regolare escono nel '94 (e sono prodotte nello stesso anno, Ramella firma la doppia con: "Ramella+Nizzi '94" già dal primo albo), dopo quelle escono solo l'ottavo speciale e il numero 100. Quindi Nizzi non è che smette di scrivere la sua serie per occupare tutto lo spazio e toglierlo a Boselli, semplicemente non voleva sapere più niente del suo personaggio viste le varie problematiche gestionali presenti già dai primi numeri. Ed ha sbagliato, avrebbe scritto meno storie di Tex (se avesse scritto meno storie non sarebbe mai arrivato all'ideazione dei fucili di Shannon o al ritorno di Cane Giallo) e con maggior ispirazione e molte energie sarebbero andate sulla sua serie.
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  29. Stavate agitatissimi. Io non lo vissi in diretta. Il primo albo, Il Passato di Carson, lo trovai insopportabile, pesante, complicato. No no, 'sto Boselli proprio non va. Nel giugno '95, quasi un anno dopo, per far passare il tempo dal pranzo all'ora della partita di calcetto del sabato, non sapendo cosa leggere ripresi in mano l'albo, cercando di leggere la storia tutta insieme. Fu una folgorazione. Il senso del Tempo. L'amicizia tradita. L'amore tormentato. Il buon vecchio Ray. Pagherà chi ha più debiti Waco. Conosco a memoria le regole del gioco. A chi appartiene quel morello là fuori. Questo e altro, per un amico. Fate come vi dice, quello è Kit Carson! Il Carson più bello di tutti i tempi. La storia che mi ha commosso di più. Ancora adesso, quando la rileggo, sento un fremito di commozione. Dai tempi di Bannock, nella storia erano passati venticinque anni. Oggi ne sono passati cinque in più dall'esordio della storia in edicola. Il Passato non è più solo di Carson, ma è anche il nostro, con le sensazioni delle riletture fatte innumerevoli volte nel corso degli anni che si sono sedimentate nella nostra memoria, divenendo parte di quel patrimonio intangibile di ciascuno di noi, fatto di memoria, conoscenza, emozioni.
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  30. Adesso non ricordo bene, ma con i post di Poe sono quasi sempre d'accordo, e in questo sicuramente.🍺🙋‍♂️
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  31. Per gli sventurati che in futuro cercheranno di capire cosa si diceva di questa pessima e insensata storia nel forum di Tex, e leggeranno questo topic, segnalo che in un sondaggio sulla migliore storia di Nolitta è nata una animata discussione su "El Muerto", generata dalla solite false banalità sparate un tanto al chilo sul fatto che GL Bonelli scrivesse solo personaggi buonini buonini o cattivi cattivi senza sfumature (ma come mai quelli che, per loro strane perversioni, amano le storie di Tex di Nizzi e Nolitta, non trovano qualche straccio di argomento per dire quanto sono belle quelle, invece di spargere sempre fango su GL Bonelli? ) Visto che a parte queste amenità si è poi discusso su dettagli di questa storia, lo segnalo anche in questo thread. (anche se a volte sono io che mi lancio in questi off-topic, odio quando vado in cerca di vecchie discussioni sulle storie e le trovo sparse nei thread più strampalati, quindi cerco di espiare riducendo la fatica nel trovarli...)
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  32. Definire disarmato uno che ti sta strangolando ti fa ridere? A me fa ridere invece Tex che le prende di santa ragione perché l'autore ha deciso di dipingere Tex debole, perdente e pure vigliacco. Sì, vigliacco, perché, se ti vai a rileggere le ben sette pagine della lotta con il fratello, Tex spara un colpo nel ventre dell'avversario che lo sta strangolando; questi, ferito, lascia la presa, si comprime le mani sulla ferita e indietreggia; poi, nonostante la ferita, ritorna disarmato all'attacco e Tex lo previene sparando vigliaccamente due colpi all'avversario DISARMATO uccidendolo. Ti fa ridere ancora? A me sì, ma per un altro motivo. Anzi no, mi fa piangere vedere come Sergio abbia trattato il "mio" Tex come un cialtrone vigliacco qualsiasi. Sì, il "mio" Tex. Prima di proseguire, aspetto una tua replica che mi contesti il fatto che il fratello non fosse disarmato.
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  33. Prima di dare dell'ignorante a Sergio Bonelli io ci penserei due volte... anche tre... visto che tutti sanno che aveva un'ottima cultura cinematografica. Se ti rileggi l'intervista che ho postato più sopra, spiega bene a cosa si riferiva Si riferiva ai film che parlano della sconfitta degli indiani d'America, del tramonto di quella civiltà, e del crepuscolo del West. In "Mercanti di morte" si vede bene come ormai gli indiani sono dediti soprattutto all'alcool, il West è ormai frequentato da delinquenti e da falliti, o da prostitute tristi che vivono di rimpianti (e così anche ne "Il cowboy senza nome"). Tutti personaggi tipici dei film western di Altman, Peckinpah, Aldrich, ecc. Queste sono le tue solite esagerazioni: che il Tex di Nolitta sbagli troppo spesso e volentieri è risaputo, ma bisogna valutare storia per storia, non tutte sono uguali. In molte Tex, nonostante gli sbagli, alla fine è decisivo. Senza Tex il colonnello Watson non sarebbe stato arrestato, i mercanti di whisky venderebbero ancora la loro merce, EL Muerto sarebbe ancora vivo, molti nella spedizione di Panama senza Tex sarebbero morti, il giudice Maddox ammazzerebbe ancora innocenti, Sasquatch sarebbe stato catturato dagli scienziati, ecc. In altre in effetti non ne combina una giusta: "Cruzado", "La grande minaccia", "La strage di Red Hill", "Il disertore"...
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  34. Più che ai western crepuscolari, Nolitta è contrario alla chiarezza: ama l'ambiguità, rifiuta di chiamare il bene col suo nome e il male col suo nome. I western crepuscolari, come "Sfida sull'Alta Sierra", "Il grande Jake", "L'uomo dai sette capestri", "Il pistolero", eccetera, non sono così: il protagonista sa comunque dov'è il giusto e dov'è lo sbagliato, pur essendo consapevole di far parte di un mondo che non c'è più. E' tutta un'altra cosa da Nolitta (tanto che mi chiedo se i western crepuscolari lui li abbia davvero visti, li abbia davvero capiti, o li abbia citati solo perchè contengono la parola "crepuscolo"). Per spiegarmi meglio, metto a confronto le origini del nolittiano Zagor e del GLBonelliano Tex. Zagor è figlio di un ex sterminatore di indiani, che però era stato un buon padre e ha vissuto una vita onesta; si vendica di chi lo ha ucciso, che però aveva solo vendicato gli indiani che suo padre aveva ucciso e poi aveva fatto una comunità di indiani pacifici, dei quali Zagor ha fatto uno sterminio come il padre. Inoltre, Solomon Kinski, l'assassino di suo padre, nella vendetta aveva anche ammazzato sua madre che non c'entrava niente. E poi ha anche ammazzato Wandering Fitzy, l'uomo che lo aveva salvato e lo aveva fatto crescere come un nuovo padre. E il pacifico Fitzy ha ammazzato Kinski. Insomma, un tal ginepraio di situazioni dove il personaggio non ci capisce più niente e non capisce bene chi ha torto e chi ha ragione. Quindi diventa lo Spirito con la Scure per valutare i pro e i contro di tutti. Resta sempre comunque un'ambiguità di fondo in Zagor: non sempre sa distinguere il bene e il male quindi diverse volte fa l'Amleto. Tex è il figlio di un allevatore ammazzato da dei ladri di bestiame. Lui li fa secchi tutti. Va al rodeo dove scopre un giro di minacce e ricatti gestiti dal baro Luca e Clem Tilden. Lui li fa fuori tutti. Viene a sapere che Tom Rebo, il capo di un paese, ha ammazzato suo fratello. Lui fa fuori Tom Rebo e tutti i suoi uomini. Insomma, si vede bene che Tex sin dall'inizio è la Giustizia, e basta. Nel leggere le origini dei personaggi, si capisce bene l'enorme differenza del modo di pensare di Nolitta e GLBonelli.
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  35. Allora...Analizzare le storie di Nolitta è complicato e me ne rendo conto sempre di più. E' un Tex diverso, si lancia in filippiche e discorsi da comizio, non sempre è pronto e reattivo, viene catapultato in storie con momenti anche molto "forti". In questo caso Nolitta con la caccia all'uomo, con le continue fughe e rincorse di Tex e "faccia d'angelo" cerca, con personaggi sporchi e cattivi, sicuramente cerca di smuovere il lettore. Gioca con lui anche in modo crudele, c'è un certo disincanto in questa storia (e non è la prima volta in Nolitta) e traspare da molti dialoghi. L'utilizzo dei "puntini sospensivi" in molte vignette rappresenta un altro marchio di fabbrica dello sceneggiatore. Globalmente promuovo questa storia perché mi ha tenuto sul pezzo, mi ha incuriosito e coinvolto. Certo è che tra dialoghi, monologhi ed azioni, c'è un Tex diverso. I disegni di Fusco non sono affatto malaccio, anzi, ma non rispecchiano il Fusco "evoluto" che ricordavo e che mi piaceva. Tranne che sull'aggettivo "CAPOLAVORO" concordo su molte cose. A differenza di altre storie e di altri scrittori, questa di Nolitta ti porta "dentro" la storia e rende i personaggi "vivi". Fusco efficace ma preferisco il Fusco "evoluto" che vedremo successivamente. Andy sicuramente è un gustoso antipasto dei personaggi Boselliani, però quelli di Boselli con me hanno fatto più breccia.
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  36. Perfetta descrizione de "L'uomo del Texas". Sottoscrivo.
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  37. Ricordo che quella scena mi fece davvero una pessima impressione. Il seguito della storia, senza capo né coda e di rara sgradevolezza, non fece nulla per migliorarla.
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  38. Questo è quello che adesso viene chiamato inside joke, non cercate motivazioni psicologiche anche dove non ci sono... Che è come dire "personalmente avrei allontanato Boselli già ai tempi del Passato di Carson"...
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  39. Quello che dice Diablero sulle motivazioni di Sergio Bonelli riguardo a suo padre e a Tex sono le stesse che avevo sempre pensato, quindi sono d'accordo con le sue osservazioni. Non so se abbiamo ragione o no, ma mi è sempre sembrata una spiegazione molto convincente. Inoltre, bisogna considerare non solo il problema del padre che si è fatto un'altra famiglia (sono sicuro che comunque si volevano bene lo stesso, lo si vede anche dalla loro profonda collaborazione), ma anche il fatto che Sergio Bonelli aveva un carattere diverso da quello del padre. Può darsi che c'entri la ribellione esaltata a quei tempi (siamo negli anni '70, con tutto quello che è seguito dopo), ma Nolitta aveva un atteggiamento di rapporto con la vita diverso da quello del padre. Gianluigi Bonelli viaggiava dappertutto per fare delle esperienze, delle avventure (come Tex), ma Sergio Bonelli viaggiava invece in posti inesplorati, più che per avventura, quasi per nascondersi, come fa Mister No. Il personaggio di Nolitta non è un "avventuriero", ma uno che si nasconde negli anfratti più nascosti per non essere coinvolto. Non è che Sergio Bonelli fosse così, ma di certo sognava di fare così. Infatti spesso è andato in Amazzonia e in Africa, gli stessi luoghi dei viaggi di Mister No. Quindi, oltre ai possibili conflitti col padre (conflitti di natura caratteriale, soprattutto, mi pare: la faccenda del pugno che Tex dà a Carson, e sostenuta da Nolitta, è molto emblematica) c'è anche la faccenda della diversa personalità di Sergio Bonelli rispetto a quella del padre. Tra l'altro, in una scena dell'"Uomo del Texas" di Galleppini e Nolitta (oltre ad essere un'altra amara storia di fallimenti, tipica del "Nolitta che ama i falliti"), nelle prime pagine finisce ammazzato Kit Willer, o un personaggio che praticamente ne è la fotocopia. Qui non è "Tex", ma "il figlio di Tex" che finisce ammazzato. E qui ciascuno faccia pure le sue considerazioni: ma l'ho sempre trovata una scena significativa...
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  40. Non so se Sergio avesse problemi con il padre, cosa possibile ma resta un fatto personalissimo, e pertanto evito di esprimermi Quello che penso è che avesse di sicuro problemi con Tex. Non si spiegherebbero storie profondamente anti-texiane (a mio giudizio) come Caccia all'uomo, il Segno di Cruzado e la grande minaccia (per fare esempi), che da autore doveva riconoscere come iconoclaste. Anche perché in alcuni casi tracce del possibile Nolitta anche ottimo ci sono state (El Muerto, un capolavoro, e il solitario del West, una storia notevole, sono valide nonostante tutte le "nolittate"). E soprattutto non spiegherebbe l'insistenza su Nizzi, che personalmente avrei allontanato già ai tempi di Fuga da Anderville, sebbene tutti quelli testati in seguito (Berardi, Boselli, Medda e persino Canzio e Segura) abbiano scritto storie migliori o potenzialmente potevano scriverle. Quindi imho Sergio non poteva fare a meno di Tex anche se avrebbe voluto potersene liberare. Questo non toglie che l'abbia anche "difeso" e "protetto" a modo suo in molte circostanze... Quindi la domanda è: "Perché ha continuato a fare affidamento su uno sceneggiatore che aveva già dimostrato di non essere più affidabile?" Pare proprio che gli influssi astrali abbiano congiurato contro questo fumetto...
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  41. Le rubriche di Nick Raider (la "posta gialla" e quella sui grandi detectives) erano curate da Mauro Boselli, però non so se supervisionasse anche la serie. Comunque trovo le tue analisi storicamente molti interessanti, ma in tutta onestà quando parti con la psicologia spicciola (SERGIO BONELLI ODIAVA INCONSCIAMENTE IL PERSONAGGIO DEL PADRE E QUINDI CERCAVA QUALCUNO CHE LO SCRIVESSE MALE APPOSTA!!1!) fai perdere loro completamente di attendibilità. A me non sembra che il parco disegnatori di Nick Raider fosse così scarso, a parte un paio (Caramuta e Fiorentini). Oltre a Capitanio e Milazzo, c'erano anche Trigo (che veniva da Dylan Dog), Ramella, Antinori e Polese. Tutti ottimi professionisti. Su Giancarlo Berardi e la sua presunta “bocciatura”. Lui ha scritto Oklahoma! In un periodo in cui aveva bisogno di lavorare, perché l’esperienza di Ken Parker sulle riviste d’autore era terminata, ma scrivere Tex in maniera regolare credo non sia mai stato nelle sue intenzioni, infatti nei primi anni ’90 fonda la sua casa editrice con Ivo Milazzo per cui scrive la nuova serie di Ken Parker. Terminata questa crea Julia. A quanto mi risulta ci furono degli “abboccamenti” per scrivere altre storie di Tex (si era parlato addirittura di un team up con Ken Parker), ma ha sempre rifiutato…
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  42. Beh, se già Nizzi tende ad "infiocchettare" la realtà, addirittura considerare Guarino una fonte affidabile mi pare eccessivo... (anzi, Nizzi la realtà tende a rovesciarla completamente: mi sono rivisto il famigerato intervento su CAD e rovescia SEMPRE la realtà attribuendo le cose che faceva LUI agli altri e viceversa: dice che le storie di GL Bonelli erano tutte "gialle" con poche eccezioni ogni tanto e che partivano sempre da un incarico o un indagine data da un superiore, dice che il suo Tex era gradasso - tutte caratteristiche del Tex di Nizzi che quello di GL Bonelli non ha mai avuto - dice che Boselli usa sempre solo Tex e Carson mentre - dice Nizzi - lui utilizzava sempre tutti i pard... davvero, io ho l'impressione che Nizzi disprezzi a tal punto quello che faceva su Tex che nei suoi ricordi NON LO FACEVA LUI, lo facevano GLI ALTRI... descrive ESATTAMENTE i grossi problemi del suo Tex - gradasso, pomposo, servile verso le autorità e la legge, non farebbe nulla se non gli fosse ordinato, i suoi rapporti umani si limitano agli stessi battibecchi con Carson ogni volta, etc... ma nei suoi ricordi LO FACEVANO GLI ALTRI E LUI NO! ) In realtà, non so in che tono presentò Nizzi alla madre, ma lo ha detto tante di quelle volte in pubblico che considerava Nizzi "il salvatore di Tex" che ritengo lo considerasse vero. Ma non nel senso di "finalmente è arrivato il Dio degli sceneggiatori molto più bravo di tutti gli altri" che pensa Guarino. Io credo che sia in un senso molto più "terra terra"... che Bonelli non trovava un cane per scrivere Tex! Un po' era colpa sua: non avendo mai capito PERCHÉ Tex vendeva (lo ammetteva pure nelle interviste che per lui era un successo "inspiegabile": per i suoi gusti, Sergio Bonelli non avrebbe mai letto Tex: gli piacevano i personaggi un po' perdenti, anche deboli, che si fanno ingannare, sfortunati, con storie che finiscono in tragedia: un personaggio come Tex non lo capiva, e non sapeva scriverlo, alternando fra un Tex fallimentare e imbelle e uno magari più efficace ma prepotente e odioso), era diventato per me eccessivamente timoroso, quasi paranoico, su cosa ci pubblicava sopra: si era convinto (magari a ragione, chissà...) che i lettori di Tex odiassero le donne, tanto da fare tutte quelle manfrine assurde per il Texone di Sejias (accettava senza problemi Tex che si fa fregare come un pollo, Tex che vince uno scontro leale sparando ad un avversario disarmato, Tex che perde e viene beffato da un assassino, ma non accettava che parlasse con troppe donne o che lasciasse andare un povero vecchio che aveva solo vendicato il figlio... dire che avesse le idee molto confuse su Tex direi che è dir poco, ed è incredibile per una persona che conosceva i fumetti come lui, io insisto da anni che ara accecato dai rapporti con il padre che si sovrapponevano al fumetto) Quindi, davvero, Sergio Bonelli per Tex in quegli anni è un problema serio: scrive un sacco di storie indecenti, di cui non riesce a vedere i difetti (de "il segno di Cruzado" fa uno dei primi cartonati ed è sempre stato convinto che avesse ragione lui sul pugno a Carson, ci è voluta tutta la redazione contro di lui compreso il padre e Canzio per non farglielo mettere), boccia per motivazioni inspiegabili Berardi (Oklahoma è ancora oggi una storia amatissima dai lettori, non si capisce di cosa aveva paura), Medda (che per me forse voleva farsi escludere, se mi metti due bordelli su due storie di Tex lo fai apposta, ma bastava dirgli di non farlo più...), più avanti Manfredi, ha avuto sfiducia e fatto difficoltà all'inizio a Boselli e si è convinto solo dopo aver visto le reazioni dei lettori al Passato di Carson... mentre per le sua paure irrazionali si è tenuto per anni e anni un Nizzi ormai arrivato sotto qualunque livello di decenza... Io per anni ho inteso quel "ha salvato Tex" come una maniera di dire "le vendite con le mie storie stavano crollando, con Nizzi si è fermata l'emorragia". Storicamente è quello che è successo, ma ormai penso che sia da intendere in maniera diversa: con Nizzi ha trovato finalmente un autore che gli andava bene. Cioè un autore che ridicolizzasse e deridesse abbastanza Tex, come piaceva a lui (Nizzi lo dice che lui preferiva i Tex di Nolitta, era chiaro che avrebbe proseguito l'opera di demolizione e sputtanamento), ma che fosse meno "scoperto" nel farlo, con sceneggiature brillanti, in maniera da accontentare capra e cavoli: accontentare sia Sergio Bonelli che i lettori. Berardi e Boselli non rendevano ridicolo Tex: accontentavano i lettori, ma NON Sergio Bonelli. Con quella mentalità, chi poteva trovare Sergio Bonelli per scrivere Tex? Chi trovavi che all'idea di scrivere TEX WILLER, avrebbe scritto storie su come veniva fatto fesso da chiunque? (è storia, ragazzi, storia innegabile, rileggetevi tutte le prime storie di Nizzi... non ce n'è una in cui l'avversario non sia molto più furbo di Tex...) Sergio Bonelli aveva chiamato Berardi probabilmente sperando che facesse un personaggio fallito, sconfitto, triste, impotente come quello degli ultimi Ken Parker. Berardi, capendo benissimo invece perchè Tex vendeva, gli fa un "buon" Tex, e quindi inaccettabile per Sergio Bonelli. Attenzione, tutte queste per me sono cose INCONSCE. Non credo che Sergio Bonelli consciamente volesse un Tex ridicolo: ma credo che su Tex non fosse assolutamente lucido, si intrecciavano troppi rapporti umani e la sua storia personale con gli autori (pensate che sia un caso che nel volume di Un Uomo Un Avventura che fanno insieme lui e Galep, nelle prime pagine AMMAZZINO TEX, o almeno un suo sosia?) Da questa ottica priva di lucidità, NESSUNO riusciva a fare un Tex "accettabile", NESSUNO! Chiunque gli avesse fatto un Tex non ridicolo, non sarebbe andato bene, magari per mille altre scuse ("ci ha messo troppe donne! Ci ha messo troppi messicani! Ci ha messo pochi cavalli! Tex spara troppo in fretta! Etc etc"). E Nizzi diventa l'unica persona al mondo "capace di scrivere Tex" proprio perchè... in realtà non ne è capace! (Noi, che siano più lucidi penso sull'intera questione, ormai sappiamo che il fumetto italiano era pieno di gente che Tex lo avrebbe scritto almeno meglio di Nizzi: Berardi, Medda, D'Antonio, dagli anni 90 Boselli e Manfredi, etc, altro che "solo Nizzi"...) Sul resto del post rispondo domani, che stanotte devo dormire che mi alzo presto. Segnalo giusto alcune cose che ho notato riguardandomi l'intervento video di Nizzi: - Nizzi dice che "è arrivato a scrivere anche 12 storie contemporaneamente" e che "non sa come fa Boselli a farne tante scrivendo dieci pagine per volta" (terminando con una battuta sprezzante sui risultati del fare così). Cioè, è arrivato al massimo a DODICI. Nella lista c'erano 15 nomi, di cui due impegnati da Nolitta, ne rimangono 13 più quelli di Nick Raider. Si conferma quindi che tirava a terminare le vecchie storie per non doverne fare troppe contemporaneamente (e infatti diversi di quei disegnatori nella lista stavano finendo di disegnare storie già sceneggiate completamente, anche con centinaia di pagine ancora da disegnare) - Conferma che mandava minimo 100 pagine per volta, e questo già si sapeva. - Dice una cosa interessante parlando di Nick Raider (dopo aver confermato quello che mi ricordavo, che doveva chiamarsi Nick Falcon): che con la serie già in progettazione... "arriva il successo di Dylan Dog", e tutti i disegnatori bravi li mandano su Dylan Dog, lasciandogli gli scarti. Questo fa capire che quando gli chiedono di creare una serie, non è ancora uscito Dylan Dog (1986). Quindi è ancora la Bonelli in crisi che arranca nelle edicole e "le prova tutte". gli ultimi western sono tutti stati dei fallimenti (Judas, Gil), e non è servito cambiare formato (Bronco e Bella, i Ken parker su Orient Express e in volume....), è andato bene Martin Mystere quindi stanno provando altre strade, alcune strane (le parole crociate, Full, Indiana Jones, Dottor Beruscus...) nella speranza di beccare qualcosa che venda. Avrebbe senso che in quel periodo chiedano a Nizzi un personaggio poliziesco, che magari avrebbero potuto portare avanti anche altri (la lista di sceneggiatori di Nick Raider è impressionante). Avrebbe molto meno senso che gli chiedano una cosa simile con il boom di Dylan in corso (al massimo gli avrebbero chiesto di scrivere degli speciali Dylan Dog...) - Su Queirolo parlo in un post successivo, che ce n'e tanta di roba, segnalo solo che il primo albo in cui è indicato come "supervisore" di Nick Raider è il 43, del dicembre 1991... ma non so quanto sia indicativo. Queirolo era già il "supervisore occulto" di Zagor e non so quante altre testate da ANNI (il primo supervisore accreditato su Zagor è Boselli dallo Zenith 404 del dicembre 1994 con la scritta "a cura di", ma si sa che prese il posto di Queirolo che supervisionava Zagor, con interventi anche pesanti, dagli anni 80). Quindi può darsi benissimo che anche su Nick Raider prima fosse semplicemente non accreditato. (in effetti, visto che Nizzi non lavorava in redazione, non avrebbe mai potuto supervisionare Nick Raider, qualcuno in redazione a supervisionare ci voleva, il dubbio è se sia stato Queirolo da subito o se abbia preso il posto di qualcun altro, ma non è che ci fosse tanta gente in redazione all'epoca...)
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  43. Dovrò stare ben attento allora, uno Yeti alle spalle non è per nulla rassicurante!
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  44. "Golden Pass" non la considererei di Nolitta: ha sceneggiato solo il primo centinaio di pagine e per sua stessa ammissione ha cincischiato per tutte quelle pagine con scenette "alla Cico" (usando Pat) perchè "non aveva idee per andare avanti", in pratica alla fine non solo la sceneggiatura dei 2/3 delle pagine ma pure il soggetto è di Boselli...
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  45. In realtà proprio dal punto di vista sentimentale io non l'ho trovata stucchevole. Non sappiamo nemmeno se davvero ci sia stata una storia d'amore tra i due, e a che livello sia arrivata. Era un coinvolgimento, un'empatia, un'amicizia speciale. Quasi più "letteraria" (con i rimandi ai cavalieri e alle dame, alla lanterna magica, al finale che io credo sia ispirato al libro di Bufalino "Diceria dell'untore") che reale. È un sentimentale non dongiovannesco, ma intimo, profondo, doloroso. C'è solo Carson al capezzale della ragazza, una ragazza che è già malata quando i due si conoscono. Questo è un punto importante: è un rapporto già minato dalla malattia, un legame di fatto impossibile, o a tempo. Perché la ragazza sa che è questione di tempo, non ha la leggerezza delle fanciulle della sua età. Forse per questo il loro rapporto è più cerebrale, forse per questo Carson appare più un angelo custode che non un amante: vuole proteggerla, sente il desiderio di starle vicino, non vuole necessariamente portarsela a letto. Al capezzale c'è solo lui, non il padre di lei. Un padre carogna, che affoga nell'alcool il suo male di vivere. Quel male che non gli consente nemmeno di essere un padre. È una storia piena di sottotesti, poco manifesta, che chiede al lettore di immaginare i rapporti sotterranei tra personaggi. Chiede collaborazione, non spiattella tutto. Chiede empatia. Eccone la particolarità, almeno per come la vedo io.
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  46. Ha perfettamente ragione @Letizia, non mi riferivo nello specifico ad un tuo commento, dato fra l'altro che non hai offeso nessuno. La mia era una riflessione "ad alta voce" su come sia ormai diventato un hobby sterile e soprattutto crudele stroncare qualsiasi storia che non provenga dalla penna di GL Bonelli, ammettendo che queste storie siano state realmente lette tutte e si ricordino perfettamente. E non voglio tirarmi fuori dal novero di coloro che talvolta abbiano storto il naso e criticato aspramente certe scelte, ma credo che adesso si stia proprio esagerando. Il lavoro che @borden e @PRuju svolgono da anni è soltanto encomiabile. Qualche storia, ma soprattutto qualche scena, non incontra il nostro favore? Nella maggior parte dei casi si tratta soltanto di punti di vista diversi dal nostro, raramente possono comparire discordanze con scene ormai consolidate nella nostra memoria, altre infine dovrebbero farci capire che oggi Tex mostra tutto nei dettagli, senza eludere o sorvolare come accadeva all'epoca di Bonelli senjor. Vogliamo sostituirci agli sceneggiatori ufficiali e scrivere da noi le storie di Tex che più ci interesserebbe leggere? Qualcuno come @Letizia hai il piacere di affiancare alle storie edite anche le proprie. In un altro caso recente, da un soggetto di un componente del forum è stata tratta una sceneggiatura scritta da @PRuju. Sarebbe dovuta diventare un capolavoro, dato che soltanto noi del forum abbiamo la Verità infusa. E invece? Credo di poter affermare che proprio quella sia stata una delle più brutte storie di Tex. Vogliamo dare la colpa a @PRuju ? Sarebbe un'ingiustizia, come da un bel pò di tempo accade con le sue storie, nella quasi totalità ben scritte, sempre accattivanti, con snodi geografici e temporali intriganti, un pizzico di apprendimento psicologico e anche del mistero che non guasta mai. Cosa vogliamo di più? Abbiamo rotto le scatole a tal punto @borden che ha preferito tirarsi fuori da certe atmosfere asfittiche e negative. Forse qualcuno sfoga qui le proprie frustrazioni o spera che le testate chiudano per un piacere soltanto sadico. Anche perché chi critica maggiormente si scopre poi non comprare gli albi regolarmente o ha sospeso l'acquisto anche da parecchi anni, oppure ha una visione così ristretta del personaggio che non si avvicina neppure ad una serie più innovativa come Tex Willer o agli album cartonati alla francese. Che pazienza devono avere questi nostri autori ... ma fortunatamente noi rappresentiamo una esigua parte dei lettori.
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  47. Scusate, ragazzi (mi rivolgo a voi così un po' per tic, un po' perché avete proprio l'età dei miei studenti): ma davvero avete letto le storie di Nolitta? No, perché quando vedo qualcuno che inorridisce di fronte a: "Sai che ti dico? Ti dico che...", vero e proprio intercalare del Sergione, il dubbio mi viene. Ma forse siete semplicemente acerbi; dopotutto, se ripenso a com'ero alla vostra età, il gusto e la capacità di comprendere a fondo ciò che leggevo sarebbe venuto molto dopo (se ci si coltiva per bene, viene poco a poco lungo tutta la vita). Vedrete che col tempo crescerete e capirete la differenza fra il sanguigno e scoppiettante dialogare delle storie di GLB e i ddiscorzi da dibbattito dei personaggi nolittiani (che in bocca a Mister No funzionano anche bene, purché piaccia il genere; ma nel mondo di Tex sono alieni).
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  48. Il problema è che Tex crede che Andy Wilson sia un assassino. E l'uomo che sta pestando è colui che, bloccando Tex mentre Andy fuggiva, ha consentito all'assassino di portarsi in salvo. Inoltre il pestato è il migliore amico di Wilson e quindi, per quanto ne sa Tex, potrebbe essere un pendaglio da forca anche lui. Però concordo che qui il ranger si faccia prendere un po' troppo la mano, perché in definitiva il cowboy non aveva fatto granché se non favorire un amico. I cowboys non hanno il punto di vista del lettore: non si tratta infatti di stinchi di santo, la loro animosità verso gli uomini di legge la si vede già nell'accoglienza riservata allo sceriffo, quando uno di loro dice, con malevolenza, che lui non ha mai avuto guai con la legge, ma che gli sbirri non gli piacciono ugualmente. Il loro punto di vista è quindi quello di balordi che sono contro i rappresentanti della legge, siano essi sceriffi o ranger, non già quello del lettore. Tex chiede il whisky OLTRE all'acqua, lo dice chiaramente. Il whisky lo aggiunge all'acqua e gli serve per scaldarsi visto che le notti nel deserto sono abbastanza fredde. Un'esagerazione, è vero. Anche qui, come all'inizio, il ranger si fa prendere la mano, risultando violento oltre il ragionevole e divenendo, qui come nella scena sopra citata, oltremodo sgradevole. Cosa che gli fa fare anche Boselli nei confronti dell'Ute Blackbird in Colorado Belle: l'indiano è legato, e Tex gli tira un calcio mi pare. L'attenuante è che in entrambi i casi il ranger è molto incavolato. Sono solo una dozzina di balordi, di teste bacate. Non è certo una ribellione, parlare di Tex che non sa farsi rispettare come capo, o addirittura di "distruzione totale" del mito mi pare un'esagerazione. Piuttosto, ciò che è insopportabile è il Tex che si fa sorprendere nel fienile: solo nelle storie di Nolitta il nostro è un vero e proprio pollo che si fa sempre fregare: ricordo ad esempio come si fa infinocchiare dal Colonnello Watson, che lo tramortisce mentre giocano a biliardo. In entrambi i casi, ne I Dominatori della Valle come in Caccia all'uomo, Tex viene messo fuori combattimento per precise esigenze narrative: qui per "consentire" che Andy venga catturato e poi ucciso, lì affinché il nostro possa essere liberato da Ella, la figlio del Colonnello: Nolitta vuole proporre storie forti e drammatiche, con alto tasso di pathos, e lo fa per il tramite di personaggi deboli, qui la povera vittima Andy e lì la ragazza coraggiosa figlia del mostro. Il problema è che per assecondare questa sua idea, non si fa scrupoli a stravolgere le caratteristiche del nostro, proponendo, in entrambi i casi, un Tex "eretico", un personaggio non facilmente riconoscibile per chi ben conosce il character glbonelliano. Detto ciò, io sono un fanatico de Il Colonnello Watson, e continuo ad amare anche Caccia all'Uomo. So in partenza che il Tex di Nolitta non è il personaggio di GLB, quindi quando leggo le storie di Sergio mi dispongo, già "rassegnato", a leggere una bella storia western, con un Tex che è il fratello più "umano" del nostro super-eroe. Vero, l'albo centrale non a caso mi piace molto
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  49. Lungi dall'essere un capolavoro, ed al netto dello stile relativamente poco texiano di Nolitta, a mio parere questa storia è nel suo complesso più che dignitosa. Tralasciando il fatto che il Tex di Nolitta appare come in altre occasioni assai più fallibile di quello canonico, in questa storia ho molto apprezzato il rapporto che, pagina dopo pagina, si viene a creare tra il Ranger ed Andy Wilson, con quest'ultimo che poco a poco si rivela per quello che è, ossia tutt'altro che un freddo e glaciale killer ma semplicemente un tipo impulsivo e dal sangue caldo, incastrato con una falsa accusa di omicidio. Da incorniciare, nel finale, la logica indignazione e la conseguente reazione di Tex all'impiccagione di Andy, fatta eseguire dal fanatico e sbrigativo giudice Maddox e dallo sceriffo Lonnegan suo tirapiedi. Pur sempre nel suo contesto nolittiano, ritengo che tale sequenza sia una delle più rappresentative del concetto di Giustizia di Tex.
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  50. (Nightwing@Oggi 10:32 am ) IMHO lo sbilanciamento della narrazione ( comunque non corta, visto che si estende per l'equivalente di oltre 2 albi ) è stato voluto da Nolitta a ragion veduta: il viaggio dura così a lungo ed è inframmezzato da tante traversie per fare in modo che Tex impari a conoscere e a stimare Andy Wilson; se così non fosse stato il momento di maggior pathos della vicenda( ) non avrebbe avuto senso e giustificazione. Il finale è invece a mio giudizio rapido, ma non affrettato perchè il succedersi incalzante degli avvenimenti serve a far risaltare la furia da angelo vendicatore di Tex .
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