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Un buon Texone, non un capolavoro di sceneggiatura, ma ci vedo un capo e una coda in una storia che tenta, con più o meno successo, la via dell'originalità in quel ha di rendere un visibile omaggio ai miti viventi che sono oggi Tex e Carson. Confesso che è uno degli aspetti che mi sono piaciuti di più. Scorrevole e godibile dalla prima pagina all'ultima, l'unica cosa che gli manca è in fondo solo la classicità glbonelliana, ma ci ho visto molto del Nizzi che fu, quello che ancora riusciva a farci divertire con le sue sceneggiature, così come nei disegni ho pensato più di una volta a Ticci, insomma un prodotto riconoscibile come Tex e non mi pare poco. Buone trovate, persino in quelle contestate sul ponte ballerino la cui presenza, fin dalla prima vignetta, ne suggeriva la conclusione, ma sempre un Tex (e Carson) che ti tirano le castagne roventi dal fuoco, sempre nel posto e nel momento giusto presenti. Con Ruju non sono sempre tenero, ma con storie come questa ha la mia benedizione. PS, detto per inciso, Biglia era la ragione prima delle lamentele di Claudio Nizzi che avrebbe voluto i suoi pennelli per la sua storia: se in questo Texone fosse finita la storia di cui si è dovuto fare carico Bruzzo, beh ancora una volta penso a una bella doccia torrenziale di umiltà sul capo dello sceneggiatore di Fiumalbo e sulle sue insensate pretese. Sic transit gloria mundi.4 points
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L’ho riletta ieri, per la terza volta. Fresca, epica, commovente come la prima lettura. Per me è “La” storia di Tex, con un eroe granitico, risoluto, empatico che stavolta agisce piacevolmente in solitaria. Il ritmo perfetto, il viaggio, il costante senso di pericolo, la coralità, la caratterizzazione perfetta di tutti i comprimari la rendono una storia eccelsa. Ripeto, per me la più bella di sempre. I disegni del compianto Marcello sono il valore aggiunto che rende quest’opera un capolavoro anche dal punto di vista grafico. Grazie @borden, complimenti per quest’opera meravigliosa2 points
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Tex finora sono circa 195 uscite settimanali, quindi in tutto 973,05 Euro spalmate in 195 settimane cioè 3 anni e 9 mesi, circa 260 Euro all'anno. Può sembrare tanto se si fa il confronto con il prezzo dell'ultima ristampa, la Tex Classic, che ristampa 6 strisce ad albo per 4,50 Euro (e quindi per le stesse storie ristampate finora in anastatica avresti speso "solo" 440 Euro), ma a parte che non c'è proprio paragone per il prodotto, veste, fedeltà incensurata, etc bisogna dire che per un edizione anastatica questi prezzi sono BASSISSIMI. Per gran parte della mia vita, le anastatiche sono state un miraggio, essendo pubblicazioni amatoriali costavano UN BOTTO, certo, molto meno degli originali (e infatti fino agli anni 80 ho comprato gli originali, poi i prezzi sono andati alle stelle e non ho più potuto permettermelo), ma le piacentini spillate costavano più di 6000 lire a striscia più di 20 anni fa, cioè PIÙ DEL DOPPIO DI UN ALBO BONELLI, come se oggi una striscia costasse più di 12 Euro! Quindi, all'epoca pure le anastatiche COSTAVANO TROPPO, presi giusto le primissime serie perchè il fascino del "non censurato" era troppo forte... poi tutte le altre le ho comprate USATE nell'arco di VENT'ANNI cercando l'occasione su ebay! Aspettando per anni e anni "l'occasione del secolo!" (e il fatto che CI SIA RIUSCITO, e che alla fine contando il fatto che ho preso "occasionissime" a prezzi stracciati di blocchi di molti numeri rivendendo poi i doppi, e con i soldi dei doppi rivenduti alla fine me le sia fatte praticamente gratis, spiega anche perchè sia stato felicissimo di avere questa nuova edizione... se avessi preso le piacentini a prezzo di listino spendendo un rene magari a vedere i prezzi di questa mi sarebbero girati i cosiddetti... ) Oggi, grazie allo "sdoganamento" delle anastatiche, prodotte per il grosso pubblico, i prezzi sono molto più bassi (e purtroppo si sono buttati nel settore anche con operazioni malfatte e discutibili come quella di Alan Ford), e le anastatiche sono a portata di (quasi) tutte le tasche! P.S.: io e altri miei amici erano quasi vent'anni che dicevamo, parlando anche con editori o redattori, che ci sarebbe stato il pubblico per pubblicazioni anastatiche... ricevendo risposte condiscendenti e snob da parte di questi "addetti ai lavori" secondo cui "a nessuno interessava quella roba vecchia", mentre questi stessi proponevano "fumetti moderni" che sono stati un flop dietro l'altro...2 points
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Propongo di aggiungere una striscia finale a "I fratelli Donegan" e a "Oltre il fiume" , quando verranno ristampati, in cui si vede Ben il bugiardo con la penna in mano che le sta scrivendo: in realtà quelle non sono le peggiori storie di Nizzi ma le simpatiche storie di Ben il bugiardo. Così verranno lette con tutt'altro spirito, e improvvisamente diventeranno persino piacevoli e divertenti.2 points
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XD ma il microscopio è vostro, mica il mio Mica deve piacerti per forza. - Il microscopio rende incapaci di vedere il quadro che si svela in modo EVIDENTE alla fine, attardandosi su dettagli tipo la critica Per Diablero: Non vedo il problema dei racconti di Ben son sincero... Va da sé che quelli sono i racconti nel racconto, e andavano differenziati dal resto del2 points
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Ma come, prima parli di evidente ingenuità e poi parli di microscopio? Non ci vuole il microscopio per trovare cose evidenti. Un vecchio adagio dice: se sei in India e vedi tutto grigio, stai guardando il culo di un elefante. E non ci vuole il microscopio per vederlo. E poi le storie non devono piacere a Ben, devono piacere a me.2 points
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Texone godibile e trama originale e ingegnosa per come ci ripresenta i personaggi che conosciamo in stile dime novel. I disegni di Biglia sono meravigliosi, ma forse davvero poco adatti all'intento rischiesto. Ci voleva qualcuno con uno stile più classico western, che ricordasse di più le copertine e l'immaginario di quel momento storico. -- incredibile che nessuno qui, o quasi, dei commentatori abbia capito la cornice entro cui sta storia si dipana...2 points
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Parto col dire che è stata una piacevole lettura, la storia è simpatica, ha alcune trovate interessanti ed intrattiene. I personaggi sono tutti ben caratterizzati. Certo, magari da un Texone ci si aspetta un po’ di più.. ma sulla regolare questa sarebbe stata una storia accolta da giubilo. I disegni sono l’aspetto che più di tutto tende ad alzare la valutazione, anche se ho trovato il lavoro dell’immenso Biglia un po’ incostante: a volte tavole curatissime, a volte tavole più “approssimative” specialmente nei volti. Ma nel complesso, una prova graficamente molto valida. In definitiva, ad albo chiuso, non rimpiango di averlo aperto, e lo ripongo in libreria con un senso di pace per la bella lettura terminata, cosa che ultimamente non accade spesso (spero nella storia di Manfredi che mi sta prendendo) Per @Diableroincredibilmente, pare che a pag 175 Tex spari per primo. Miracolo!1 point
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Anche questo, la Marvel l'ha già fatto... Non so chi di voi comprava negli anni 70 una rivista con storie di Hulk "fuori continuity" basate sul telefilm, edizione italiana di un magazine lanciato dalla Marvel per sfruttare il successo della serie TV... anni dopo, per giustificare storie fuori continuity e una caratterizzazione "strana", in una storia di Hulk "normale" si scoprì che quelle storie erano una serie TV anche nel mondo marvel, cioè una fiction ispirata all'Hulk "reale". Visto che oggi la Bonelli copia la Marvel in tutto, magari se insistiamo a dargli questa idea, magari ci riusciamo a fargli stabilire in una storia che il Tex di Nolitta e Nizzi è quello di Ben il Bugiardo... (e anche se non lo stabiliscono loro... nel mio head-canon ormai è così! È l'unica spiegazione possibile! )1 point
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Si ma non è che devi prenderla sul personale, eh. Non l'ho trovata piatta, ma lo stile che tu citi come piatto e la mancanza di logica è parte di quello stile di storie che piacciono a Ben... Non ci vuole UmbertoEco per capirlo. Ma davvero1 point
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È vero ti aspetti una punta di diamante della produzione annuale anche se questo va un po' meglio di quello dello scorso anno davvero mediocre. Due anni fa, con "per l'onore del Texas" l'ultimo Texone degno davvero di tale appellativo.1 point
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Anch'io. Il Texone è la pubblicazione più prestigiosa e la preferita di molti lettori. Deve proporre storie di un certo peso, come le ultime di Borden e dello stesso Manfredi, non basta che siano disegnate superbamente. Ben il bugiardo è una storiellina carina, senza grossi cattivi e con un character debole e poco originale come per l'appunto Ben. Lo aspettiamo tutto l'anno, il Texone, è l'appuntamento di inizio estate, che si risolva così è una beffa amara...1 point
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Volendo proporre questo omaggio alle Dime Novel avrei optato piu per il color con storie brevi che per il texone da 220 pagine. La lunghezza del texone mal si sposa col concetto di dime novel, mentre le storie brevi a colori sarebbero state perfette. Avrei preferito sul Texone una storia piu matura... e non intendo necessariamente una storia alla Per l'onore del Texas, semplicemente una storia si scorrevole e veloce, ma più "seria".1 point
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Ruju ha diversi problemi, nello scrivere Tex. uno dei principali è... che non riesce a scrivere Tex! Cioè, non riesce a darci TEX come PROTAGONISTA, non riesce a rendercelo "vivo", a costruire davvero una vicenda sulle sue scelte: Tex nelle sue storie pare muoversi da cliché a cliché, da un "satanasso" a un "vecchio cammello", da una scena dove Tex punta le armi ma non spara mai per primo a un altra scena dove Tex punta le armi ma non spara mai per primo.. Non se è per ovviare a questo problema, o perchè proprio gli interessano molto di più gli altri personaggi, ma Ruju nelle sue storie cerca di basarsi su ALTRI personaggi che spingano la storia: cattivi "superumani" come Wolfman o il mostro del lago o il pistolero vudu (con scarsissimi risultati), o... co-protagonisti che gli interessino di più. In questa storia ne abbiamo due: uno è il "bugiardo" del titolo (un personaggio non certo originale, e "l'eroe per caso" citato da Poe già non era originalissimo, me lo ricordo solo io "Cuore che fugge" dalla Storia del West?), e l'altra è la maestrina, il tipico ritratto femminile "moderno" stile "girlboss" delle storie di Ruju. Però stavolta funzionano. E lo dico con una certa sorpresa. Pur essendo un po' un cliché (ma quale personaggio di Ruju non lo è?) nella sua indubbia abilità di cacciaballe Ben risulta simpatico. E a differenza degli altri esempi già citati, non dimostra alla fine capacità da "uomo d'azione", ma continua ad usare la sua capacità di sfornare storie per cavarsela anche contro assassini e rapitori. E anche la maestrina riesce a non diventare un manifesto ma a rimanere un personaggio tutto sommato credibile, anche se abbastanza monodimensionale nella sua assoluta determinazione. Anche i banditi, sono dei cliché ambulanti e abbastanza caricaturali, ma funzionano come minaccia temibile per Ben e Angela (un po' meno per Tex e Carson, per cui servirebbero magari avversari meno caricaturali) Però, come dicevo, devo ammetterlo: erano anni che non leggevo una storia di Ruju che non mi facesse venir voglia di scaraventare via l'albo. Questa storia magari meno "ambiziosa" (per la caratura dei cattivi e l'assenza di peculiarità supereroistiche degli stessi) rispetto alle altre recenti dello stesso autore riesce comunque ad essere leggibile e con personaggi simpatici. Purtroppo una cosa però rimane costante, il fatto che, torniamo sempre al problema di base... il problema delle storie di Tex di Ruju, è proprio il Tex di Ruju. Dovrei esserci abituato alla maniera caricaturale in cui OGNI VOLTA di fronte ad avversari armati e pericolosi si mette tranquillamente in posa plastica, con le armi spianate... e ASPETTA CHE GLI ALTRI SPARINO PER PRIMI! Ormai lo so che gli fa fare sempre questa pantomima idiota, ma no, non mi ci abituo, è insopportabile. BASTA. lo fa a pagina 28 e a pagina 221, e pagina 234 , e non lo fa a pagina 104-110 solo perchè lì fa spari "dimostrativi" stando attento a non colpire nessuno finché non gli sparano contro... Vorrei fare una preghiera al prossimo curatore di Tex, magari potremmo fare una petizione firmata... MULTARE Ruju ogni volta che mette una scena simile in un albo di Tex! Chissà che così magari non la smetta! Altro problema è il dare la precedenza alle "scene tipiche" anche quando non hanno senso. Tipo mettere la scena "tipica" di Tex al ristorante che mangia bistecche a pagina 78. una scena che "stona" spaventosamente con l'urgenza di inseguire i rapitori di Angela, che in qualunque momento potrebbero magari stuprarla e poi ucciderla per non essere rallentati. Intendiamoci: non dico che Tex dovrebbe correre dietro come un treno dietro ai rapitori sfiancando il cavallo senza mangiare o bere, è chiaro che comunque non li può raggiungere in cinque minuti di corsa e quindi può mangiare qualcosa. il problema è la RAPPRESENTAZIONE di questa cosa. Se ci venisse mostrata comunque una cena fatta in fretta, con Tex che dice che non ha tempo da perdere, farebbe ben altro effetto di quella mostrata invece nel fumetto, in cui Tex viene mostrato prendersela calma e agire quasi con una certa flemma. Il problema insomma è il tono e uno "stop" che in quel punto. Visto che poche pagine dopo (pagina 92) è lo stesso Tex a dire a Carson che devono muoversi in fretta visto che quei banditi hanno fin troppo vantaggio... (come illogicità comunque nulla batte la scena a pagina 56: i banditi hanno scorrazzato per tutta la città sparando all'impazzata, stanno inseguendo lo sceriffo per ucciderlo dopo aver ucciso il vice, sono entrati nella banca con le armi spianate... e Angela entra tranquillamente per "portare la colazione" senza essersi accorta di nulla! ) A parte questo: una certa disinvoltura nelle coincidenze per far avvenire proprio le cose che servono a Ruju (su quel ponte passano DUE CAVALLI senza problemi e poi le assi si sfasciano con il peso del solo Carson? Deve aver esagerato ultimamente con le patatine fritte... ) Ma, tutto sommati... temevo peggio. Stavolta Ruju porta a casa almeno le basi: una storia che si legge con due protagonisti interessanti. Nulla di eclatante, e probabilmente scorderò questa storia ben presto, ma molto meglio delle altre sue prove che ho letto negli ultimi anni. Dispiace che il giudizio, già non eccelso, debba essere diminuito per quei "vizi ricorrenti" che ho descritto tipo la scena-fotocopia con Tex che si mette in mostra e schiva le pallottole, giusto per "fare il tamarro": basterebbe così poco per evitarle, e invece le infila in ogni singola storia... Ma vabbè, il texone l'ho preso ovviamente per i disegni di Biglia, ero rassegnato alla solita storia di Ruju e invece è stata meglio di quello che mi aspettavo, pur non essendo nulla di speciale: pretendere che non ci mettere proprio nessuna delle sue "scene tipiche" sarebbe stato pretendere troppo!1 point
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Posso dirlo? Lo dico: da zagoriano, ma soprattutto da marveliano della prima ora, delle seghe mentali di continuity me ne šträçiävø. L'importante è che sia una bella storia. Se contraddice un dettaglio di una storia di 50 anni fa, ma chissenefrega! La continuity è un artifizio letterario, mica una religione. Poi, è ovvio che una coerenza di fondo in una serie ci debba essere, ma la coerenza assoluta è più di pertinenza della psichiatria che della narrativa.1 point
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Con netto ritardo sono riuscito anch’io a ultimare la lettura dell’albo finale del tanto atteso team up di Tex e Rick Master. Ammetto che è stata una sorta di tortura quella di dover stare lontano dal topic per evitare gli spoiler, mentre la discussione prometteva scintille e di farsi interessante. Magari la dieta del capo della Tong, mi sarebbe servita come punizione visto l'incipiente pinguedine, ma mi son dovuto accontentare di girare al largo, per recuperare solo oggi la lettura della lunga sfilza di commenti che hanno popolato questo post. Non è mai una buona idea leggere i commenti prima della recensione personale, poiché il rischio di essere influenzato a destra e a manca è sempre alto. Cercherò nel possibile di rimanere ancorato alle mie impressioni provate dopo la lettura, sorvolando sulle tante argomentazioni che sono state sfoderate in queste pagine. Come già accennato nel primo commento di due mesi fa, la storia si è mostrata subito interessante e il sottoscritto questo interesse lo ha mantenuto intatto fino all’ultime tavole. Per meglio godere il totale, ho riletto in sequenza i primi due albi prima dell’epilogo del terzo e credetemi, che questo stratagemma è stato indicato nell’occasione. Piccola digressione personale: non mi pento di aver scelto proprio il primo albo della prova per farmelo autografare direttamente da Mauro a Etnacomics, in compagnia del celeberrimo “Il passato di Carson” (quello si imprescindibile nonostante ingiallito da tre decenni di riletture), poiché, a mio avviso, sebbene non del tutto esente da difettucci, l’episodio in questione è destinato a divenire un autentico classico dei tempi recenti e di certo la migliore storia di Mauro sulla regolare dai tempi dell’epopea sull’Artico. Rick Master non lo conoscevo, quindi mi fido della caratterizzazione fornita da Mauro, comunque mi è sembrato subito simpatico e pieno di carisma e merita la vetrina di prestigio accanto a Tex. Molto ben calibrata la prima parte con le due indagini parallele che finiscono col confluire nel secondo albo e da allora il ritmo esplode e la storia diventa davvero al cardiopalma. Master e collaboratore giapponese non rubano la scena a Tex e Carson, ma si ritagliano comunque una buona fetta di peso specifico nell’economia della storia. L’organizzazione che agisce in estorsioni e rapimenti promette fin dall’inizio di dare filo da torcere alla squadra dei buoni e gli indizi seminati dallo sceneggiatore, preparano il vero incedere della sceneggiatura. Fra le critiche mosse nei commenti che mi hanno preceduto, ho fissato in particolar modo quella che definisce troppo semplice e “pilotata” l'indagine che porta subito i nostri sulla strada buona. Può anche darsi che Borden abbia un po’ forzato sulla casualità e sospensione dell’incredulità per sciogliere alcuni passaggi, ma ho avuto come l’impressione che più che altro all’autore premesse mettere in mostra il parterre di onore di protagonisti che il giallo o l’indagine vera e propria. Il simbolo della giacca come vessillo da indossare dai capi sezione può essere stato pur un vezzo di Mauro e mi ha lontanamente ricordato la bandana rossa della banda innocenti. Ma come, un’associazione simile vorrebbe agire nella segretezza e anonimato e si lascia alle spalle tracce così compromettenti? Dunque, come ogni opera, un diverso punto di vista non per forza finisce con l'essere assoluto, quindi se da un lato le osservazioni di Diablero possono anche non essere campate in aria, dall’altro anche i pareri opposti, fra cui quello dell’autore hanno il loro valore. Oltre al fatto che in simili centri abitati non era scontato risalire da una giacca nera, sebbene preziosa, all’identità dei caporioni dell’associazione, fornisco un altro punto di vista che finora non è stato evidenziato, ma che sta pur in piedi come gli altri due già esposti e dibattuti: in fondo chi l’ha detto che all’associazione a delinquere premesse passare del tutto inosservata? Come le varie mafie, spesso i componenti sono noti ai più, ma per omertà, collusione o paura, la gente comune finge di non conoscerli, se non addirittura rispettarli. E se anche in California accadeva questo? In fondo l’associazione è potente e ramificata e anche gli investigatori potrebbero aver evitato di indagare oltre ai misfatti, fino all’arrivo di Tex e Carson che danno il loro coraggioso contributo a Devlin. Il non far conoscere fra loro i capisezione può essere stato un espediente di Miss Dark per impedire eventuali dispute o tentativi di combutta ai suoi danni. Non vi convince? Magari avete ragione, ma la stessa cosa può accadere al sottoscritto leggendo le osservazioni di tizio e caio, quindi... Per il resto, molto bella la sequenza della liberazione della giovane cinese, così come si mostrano molto avvincenti le sparatorie che vedono i nostri pard in grande spolvero. Ho trovato molto ben pensata anche la location in cui si svolge la battaglia finale e quelle chicche storiche cittadine che Mauro non disdegna mettere nelle sue storie per ammodernare le sequenze quali il servizio di posta prioritaria, il tram a fili, il telefono e l’ascensore dell’albergo lussuoso. Capitoli dialoghi: lo stile di Mauro è ormai noto e la presenza corposa di frasi nelle sue conversazioni sono un marchio di fabbrica. In passato ci sono state storie più verbose che mi hanno infastidito (vedi il ritorno della Montoya) qui tutto sommato li ho trovati meno pesanti e la storia scorre meglio rispetto ad alcune recenti prove. La fuga in mongolfiera di Miss Dark, il mistero sulla sua identità (che sta popolando il topic creato ad hoc) e l’imminente ritorno dell’arcana villain, sono un tocco in più di Mauro (scelte narrative che possono piacere o meno ma denotano comunque il desiderio di non essere mai ripetitivi o banali) anzi mi chiedo se l’idea di lasciare il finale aperto sia nato al momento in cui è stata dirottata sulla regolare la prova o Borden intendeva usarlo pure nel caso in cui la collocazione dell’avventura fosse stata quella originaria, ovvero un maxi. Non so se Mauro vorrà rispondermi, peccato non averlo saputo prima che glielo chiedevo di persona durante il nostro incontro o in conferenza, tuttavia mi sento di porgergli i miei complimenti, visto che la storia mi è davvero molto piaciuta e attendo con trepidazione il seguito. Chiudo spendendo alcune parole di elogio per il comparto grafico impeccabile di Michele Benevento. Bravo, bravo, bravo! Già nelle prove passate mi aveva appassionato, qui l’artista si supera, con tavole curate, dettagliate (che goduria gli interni perfetti con tanto di carta da parati elegante), ma pur sempre leggibili e dalla giusta atmosfera e dinamicità. La sequenza tra la nebbia non ha tanto da invidiare a quella perfettamente resa dal maestro Villa nella “Congiura”, le fattezze dei nostri eroi sono armoniose e piacevoli. L’atmosfera cittadina resa alla perfezione e anche la rappresentazione di China Town e le sue tong mi ha convinto. Di certo ci toccherà aspettare un po’ per l’immancabile sequel, ma abbiamo la certezza che graficamente Benevento non ci deluderà, anzi sono pronto a scommettere che alzerà ulteriormente l’asticina della qualità, ben stimolato da Borden che sa come curare i talenti affidati alle sue mani. Il mio voto finale è 91 point
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È chiaro che Boselli vuole che pensiamo alla figlia di Satania: 1) ce la ricorda con l'inizio storia a Los Angeles e i personaggi visti nella sua precedente apparizione. 2) Ce la ricorsa il modus operandi: creare un organizzazione di 13 persone (lei compresa). 3) gli occhi somigliano ai suoi. 4) Conosce già Tex e Carson e anzi li considera i suoi peggiori nemici. A questo punto, dipende da che intenzioni pensi abbia Boselli: 1) Vuole aiutarci e darci utili indizi per risolvere il mistero da soli prima che lui lo sveli? oppure... 2) Vuole metterci fuori strada?1 point
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Giusfredi nuovo curatore e Boselli suo assistente.1 point
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E non è quello che facevano anche Bonelli e Nolitta? Cioè scrivere "a braccio" pensando al pathos e al coinvolgimento del lettore anziché alla stringente logica interna del racconto. Un fumetto, ma anche un film o un romanzo, non è una formula matematica dove la somma degli addendi deve dare per forza un numero perfetto, senza decimali dopo la virgola. Usando una lente come la tua si può smontare facilmente qualunque opera narrativa e d'intrattenimento e vedere errori anche dove non ci sono...1 point
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Se davvero Dark è la figlia di Satania, è davvero lodevole il fatto che Borden abbia tirato da questo personaggio due storie che, partendo da ingredienti simili (associazione malavitosa, per esempio), narrativamente hanno dei ''plot'' assolutamente diversi, evitando così lo scoglio della ripetitività che di solito pesa in avventure che ripropongono il ritorno di un vecchio antagonista. È sicuramente da applausi aver riproposto la figlia di Satania così come l'ha fatto, cogliendo di sorpresa i lettori, che solo alla fine della storia ne scoprono la presenza (e si interrogano ancora, a giorni dalla prima lettura, sulla sua identità). Se non è geniale riproporre una storia su un nemico noto e fare in modo che i lettori per tre quarti della storia manco si accorgano che dietro a tirare i fili c'è proprio lei, che si è pure liberata dell'ingombrante ombra materna (Borden ci fa notare che nella suite dell'attico a tradirla è il suo amore per il lusso e una civetteria tutta femminile, niente scimmiette o oranghi questa volta). Ma l'assoluta originalità di questa storia va ricercata soprattutto nel fatto che non è incentrata sul nemico e solo in parte sul ragazzino rapito. La storia verte tutta sul team con Rick Master. La sua riproposizione è la vera novità di questi tre numeri della serie regolare e siamo di fronte a un personaggio che pur essendo vecchio di 60 anni era praticamente sconosciuto alla platea dei lettori: l'abilità di Borden è stata di presentarci Rick in modo tale che non sembra un personaggio nuovo ma diresti quasi di ritrovarti davanti a un amico storico apparso in una decina di storie precedenti, uno di quelli che insomma hai sempre conosciuto e invece niente di tutto questo. E tuttavia è già diventato un classico di cui non potrai fare a meno. E a differenza di diversi personaggi nati dalla penna di Boselli, è simpatico e affascinante nella sua umanità, e introduce nelle storie di Tex il metodo deduttivo ottocentesco, un personaggio ''nuovo'' se pensiamo che i detective presentati in precedenza non erano per niente paragonabili a Rick, per esempio il Mac Parland apparso nella prima storia. Di feuilletonesco questa storia ha anche altri fili narrativi che vedo in evoluzione, per esempio il rapporto sentimentale nascente tra Claire e lo stesso Rick, che fa da pari con il matrimonio di Lavinia di cui veniamo a sapere nel primo albo. Sono personaggi in mutazione, non statici, che hanno una vita propria: tante volte ci siano chiesti se potessimo narrare qualcosa in più sugli affetti degli amici storici e sappiamo fin troppo bene che su questo fronte non si può raccontare molto, sono personaggi come ingessati. Ma con i personaggi minori, che però stanno diventando classici, come Lavinia e Claire, questo è possibile ed è una novità che potrà dividere i lettori ma che personalmente trovo degna di interesse. Chi critica la storia e la denuncia per una presunta mancanza di idee solo perché ripropone personaggi conosciuti, sembra non voler vedere quanti personaggi nuovi compaiono in realtà in queste pagine e che sembrano non essere destinati a rimanere delle mere comparse. Il cinese a capo della triade, sua figlia, il suo hatchet man (non ricordo i nomi ma li ricordo benissimo come personaggi), sembravano destinati a recitare un ruolo di primo piano e invece sono serviti tutto sommato solo a sviare brillantemente l'attenzione dei lettori dal vero antagonista: sono dei personaggi che rivedremo sicuramente in qualche altra storia slegata da questa, perché hanno già acquisito una statura tale che da soli potranno addossarsi il carico di una nuova avventura. Non vorrei dimenticare tutti gli altri fili minori che tessono questa storia, uno per tutti la rivalità tra Master e i poco brillanti poliziotti della centrale, non so se retaggio della storia bonelliana o di pura invenzione boselliana, poco importa in definitiva, ma che concorrono pienamente a fare di questa la migliore storia che abbiamo letto quest'anno. Una storia eccessivamente dialogata e ricca di salamecchi? Ma anche questo non è un segno di decadenza ma qualcosa di estrapolato dal feuilleton ottocentesco. Forse c'è della verità nel dire che i dialoghi dovrebbero essere più snelli, ma perché voler sminuire tutta l'azione, a tratti indiavolata, di cui è impregnata questa avventura? Come già nella storia newyorchese del Maestro, anche questa deve molto interesse alla documentazione storica che le fa da sfondo e che sembra passare volentieri in secondo piano. Io apprezzo questo tentativo da parte dell'autore. Il fumetto in questo casdo non è più solo uno svago, ma diventa una lettura istruttiva che punta tutte le sue carte sul realismo. Non si può disconoscerlo e pazienza se talvolta pare ridondante. Un'avventura che mi ha divertito, densa, pregna di avvenimenti e di personaggi di colore, che mostra la passione nello scriverla e non certo il suo decadimento. Originale, bella, ben squadrata, per fortuna è finita (almeno questa volta) sulla serie regolare.1 point
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La figlia di Satania, Joan è viva e vegeta. La donna che muore accoltellata al cuore è Rahiana ed è mora e non bionda.1 point
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Il peggiore per me forse è Per l'onore del Texas di Boselli e Dotti. Oltre al fatto che il protagonista non è Tex, ma il "Tex giovane", la trama è così complicata che alla fine non l'ho più seguita e ho finito la storia senza badare agli sviluppi, aspettando solo che finisca al più presto. Non mi sono piaciuti neanche i disegni. Il migliore per me forse è Gli assassini di Boselli e Font. Storia avvincente e disegni coinvolgenti. Curioso che siano tutti e due realizzati dallo stesso sceneggiatore...1 point
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Storia davvero divertente e frizzante. Gian Luigi Bonelli non avendo eccessive pretese di comporre una trama aulica, si diverte con un breve episodio molto serrato e dal tono scanzonato. Tex interviene in aiuto di un povero allevatore di pecore, vessato dal prepotente ranchero Rickett che mal vedo l'uso dei pascoli per gli ovini. Inizia così un piano alquanto originale, che ci mostra un ranger molto abile pure negli affari, visto che, per punire l'arroganza di Rickett aquista cinquemila acri di pascolo conteso a un dolaro, recintandolo col ferro spinato per poi rivenderlo, a fine avventura, al doppio, punendo così il villain economicamente, colpendolo nel portafoglio. Esilarante lo scherzo della "dinamite passamano" nel saloon, o lo stratagemma per far esplodere lo Star - O creandosi un alibi con lo sceriffo. Il tex bonelliano è sempre un eroe deciso e molto ironico, che sa essere deciso e letale, ma al contempo molto spiritoso e un tantino sborone. La storia diverte e l'epilogo originale, con la lieve punizione di Rickett che in fondo non uccide nessuno, ci può stare nel contesto di un episodio più leggero. La parte grafica è caratterizzata dal tandem Galep - Gamba, utile per accelerare i tempi di realizzazione, ma un po' disturbante nell'ottica di uniformità di tratto. Il mio voto finale è 71 point
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Cara Letizia, se questo è il tuo nome. E io che ne so? Ti conosco forse, so chi si cela dietro il tuo nick e la tua immagine profilo? No, dunque mi baso su ciò che scrivi. E se non volevi essere fraintesa, con tutto il rispetto eri tu a doverti spiegare meglio, questo è almeno il mio punto di vista. Se io decidessi di scrivere un romanzo usando il personaggio di Tex, senza una concessione di chi ne detiene i diritti, andrei cauto sui termini che si usano per parlarne, soprattutto quando si tira in ballo la casa editrice. Questo è ciò che farei io, e se permetti, e me lo permetti per forza, posso ancora esprimere la mia opinione senza che tu debba per forza incarognirti a farmi cambiar idea e a rigirare le cose che ti ho scritto, scrivendo il falso (che sarei un conservatore, rileggiti i miei commenti e correggiti per cortesia). Per le premesse da te fatte, e ho argomentato a sufficienza, il tuo non è il vero Tex. La vedovanza non è un apostrofo romantico nella storia di Tex che non va cambiato per evitare scandali, ma un pezzo fondamentale alla base dei comportamenti del personaggio. Poi continua a far finta di ignorarlo. Il tuo è il "Tex di Letizia". Non è il vero Tex, ma un adattamento. E me lo permetterai, continuerò a dirlo se mi pare e piace. Tu hai aperto un sito, ci hai messo dentro dei romanzi, il sito è accessibile potenzialmente da migliaia di persone, se non di più, e tu lo spammi anche altrove. In quel sito pubblichi, perché è una pubblicazione seppur come dici tu non a fine di lucro, romanzi che definisci "I Romanzi di Tex", rincarando la dose e parlando del vero Tex. Ti ho già spiegato perché secondo me lo reputo di cattivo gusto e affatto non necessariamente una buona pubblicità per la SBE, se ogni cristiano si svegliasse volendo fare lo stesso. Posso dirlo? Si. E oggettivamente è un dato di fatto che se domani tutti facessero come te, si potrebbe produrre un grosso danno per il personaggio e di certo nessuno darebbe il diritto di fare ciò che fai tu a migliaia di persone. La tua argomentazione è che "c'è gente che fa anche di peggio", il che è praticamente una mezza ammissione che quello che fai non sia proprio elegante (o meglio, come lo presenti), ma mi conferma che il tuo ragionamento, molto all'italiana ti consente di far ciò che ti pare, perché in fondo qualcuno fa cose veramente scorrette e tu sai stare sulla linea tra ironia e serio. GLB non ha mai fatto risposare Tex, lo ha reso vedovo abbastanza in fretta e su quella vedovanza ci ha costruito anche storie epocali, forgiando il mito del personaggio. Ti ripeto, a me che Tex si sposi non frega una pizza, se la SBE dovesse decidere così vediamo che viene fuori. Il tuo darmi del conservatore, dopo i miei commenti in cui ti dimostro il contrario e ti spiego il mio punto di vista sulla questione denota che, siccome sai leggere e sei una persona molto sveglia, devi per forza essere un'interlocutrice scorretta, almeno con me, e che ignora ciò che viene detto. E questo è un punto che mi da fastidio. Non devo giustificarmi su questo perché la nostra discussione parla chiaro e io ho sempre parlato con lingua dritta, ribadendo che il problema è uno. Non cosa scrivi, ma come lo pubblicizzi. Fammi la cortesia di tenerlo a mente e non scrivere ancora il contrario. Il punto non è chi sposa chi, ma che tu usando un personaggio su cui ci sono diritti d'autore pubblicizzi romanzi come romanzi di Tex. Qualcuno potrebbe non capire la sottigliezza. E reputo che non vada bene. Posso dirlo? Tanto mi pare non te ne freghi nulla, per cui vivi e lascia vivere, ma evita di ribadire cose che non ho scritto. Contro di te? Nulla. Pochi giorni fa chiesi anche dei tuoi romanzi su un altro topic e col piglio buono mi ero ripromesso di leggerli o darci uno sguardo. Ti ero apparso scontroso o più curioso? E come ho scritto qui, coerentemente, non ho problemi col fatto che tu scriva romanzi SU Tex. Ci mancherebbe. Viva l'arte. Come chiunque può leggere e testimoniare, ho espresso una critica sul tuo uso inappropriato del termine "I romanzi di Tex" e "il vero Tex", che come ho spiegato reputo scorretti e sui quali suggerirei maggior trasparenza. Ad una prima impressione credevo anche io fossero dei romanzi ufficiali che mi ero perso, su Tex, e capirai, spero, che non va bene che si resti su questi ambiguità. Non lo farai apposta, ma il risultato può essere questo. Posso dirlo? Si, grazie. Che poi mi permetto di dire e chiudo, il web, con nickname e foto avatar ci fa sentire liberi di far di tutto come scritto sopra. Pubblicare dei romanzi di Tex quello vero, su un sito web accessibile da tutti, e anche sponsorizzato su forum molto visitati, non è ben diverso dallo stampare quei romanzi e magari chiedere uno spazio espositivo in un centro commerciale dove offrirli anche gratuitamente per lettori interessati. Li immagino in una sezione di una libreria con lo strillo "I Romanzi del vero Tex", e mi chiedo se suonerebbe corretto. Senza autorizzazione della SBE. Certo, il posto in libreria non te lo danno, e il web ti permette di pubblicare ciò che vuoi e chiamarlo come vuoi. Se alla SBe sta bene tutti felici, io ho espresso un'opinione su questo punto. Della vedovanza non mi frega nulla, è una questione di forma. Chiarito il punto e si può andar avanti? Poi ripeto, o ti spieghi quando parli o se dici in risposta ad un mio commento che forse fai anche una pubblicità alla SBE argomentando seriamente la cosa, beh se vieni fraintesa la colpa è la tua. Non la mia. Non leggo la mente a distanza e su certi argomenti do per scontato che si facciano affermazioni più sobrie. Ma magari abbiamo diverse sensibilità, e se permetti sono libero di esprimere la mia senza ambiguità alcuna. Buona giornata Letizia!1 point
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Storia quasi anomala nel panorama texiano dell'epoca. Si tratta quasi di un thriller giudiziario, con un innocente accusato di omicidio, con tanto d'indizi che lo incastrano e Tex che deve trovare le prove della sua innocenza.1) In questa storia Tex agisce completamente da solo. Lui stesso, infatti, rimasto ferito nella storia precedente, aveva mandato avanti i suoi pards a far da scorta al carico d'oro prelevato dalla banca di Las Vegas.2) Ancora una volta Tex si rivela un buon giudice di uomini. Udito il racconto di Bill Dutton, non esita a credergli.3) Mostra anche un senso della legalit? del tutto personale. Per evitare a Dutton il linciaggio non esita a farlo tecnicamente evadere (o se vogliamo, lo rilascia sulla parola ).4) Come è già stato notato, per scagionare Dutton Tex fa sfoggio di tutte le sue capacità di cercatore di tracce. Trova anche un testimone, ma gli viene ucciso sotto il naso.5) Gli avversari di turno sono due stavolta: Landers, il prepotente signorotto locale che vuol mettere le mani sui terreni di Dutton, e Black Kenny, suo socio e pistolero.6) Landers è una mente fina, ma non gli serve a molto. Giunto al dunque pensa di risolvere tutto assaltando il ranch di Dutton, ma è proprio in quello scontro che perder? la vita.7) Quanto a Black Kenny, se avesse abbastanza bin senso se la filerebbe lontano, ma decide di tornare a Las Vegas per vendicarsi. Risultato: finisce stecchito.8) La Las Vegas di questa storia ?, come sottolineato già, decisamente improbabile, visto il contesto storico, ma possiamo passarci sopra.9) Ho letto che qualcuno parla di tentativo di continuity perchè ad un certo punto in una didascalia si accenna al fatto che Tex va a visitare il tenente Floyd, rimasto ferito nella storia precedente. Altro che tentativo: il tenente Floyd era comparso già fina dalla prima vignetta della storia, ancora a letto in casa del dottore, stabilendo un chiaro e tutt?altro che forzato legame con la storia precedente. Che poi il povero tenente Floyd venga dimenticato nel resto della storia è un'altra faccenda. Decisamente buoni i disegni di Galep.1 point
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Costo dell'albo 11,00€. Per i disegni 5,00€ li spendo. La sceneggiatura 1,00€ In breve, se ad un mercatino lo trovate a 6,00€ potete prenderlo, per non aver buchi nella raccolta. Ma 11,00€ non li vale proprio Naturalmente a mio parere!0 points
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Non ho mai letto un fumetto Marvel in vita mia. Penso che "What if", a qualsiasi genere letterario/fumettistico/ cinematografico venga applicato, sia la peggiore americanata mai inventata (pensa solo, per avere una pallida idea: what if Tex was gay?) Quindi no, non avrei chiesto il rimborso della spesa semplicemente perché non potrebbe mai esistere una mia spesa per simili porcherie. Se qualcuno mi regalasse roba simile, ne farei palle di carta bagnata che, una volta asciutta, sarebbe un ottimo combustibile per il mio barbecue.0 points
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E il fatto che sia Ben a raccontare giustifica la piattezza della storia e la mancanza di logica degli avvenimenti? A questo punto0 points
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Se ti aspetti la pioggia e arriva un uragano, non ti sei aspettato il peggio. Sei stato quasi ottimista. Nulla può essere peggiore del peggio. Devi rivedere i tuoi parametri in fatto di aspettative.0 points
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Credo che il nuovo curatore sia il nostro Diablero e il suo assistente Nizzi. 😝😂0 points
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@Diablero, se stai criticando così aspramente una storia che io reputo, se non la migliore, una delle migliori storie di Boselli, mi immagino cosa pensi e non dici (almeno non dici tutto e ti limiti solo ai fatti più eclatanti) di tutte le altre, in particolar modo quelle di altri autori. E a questo punto mi chiedo (e ti chiedo subito scusa perché non sono fatti miei) perché cavolo continui a comprare/leggere Tex. Ma non mi fermo qui. Non so cos'altro compri/leggi ma immagino che, da un'idea che mi sono fatta, dovresti aver eliminato del tutto la lettura di tutti i fumetti che escono in edicola. Oppure sei un masochista e ti piace soffrire. Con affetto e stima.0 points
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Nel mitico "Non son degno di Tex" di Claudio Paglieri uscito negli anni 90 e aggiornato una decina d'anni dopo l'autore con impagabile umorismo fa notare con dovizia di esempi che chiunque voglia uccidere Tex e soci è spessissimo preceduto da una fama e una aura di terrificante infallibilita' ma non appena si tratta di uccidere il nostro eroe diventano tutti degli imbecilli completi... indispensabile direi perché altrimenti la saga di tex si sarebbe già chiusa dopo poche pagine... ma questo come il libro fa ben notare ma chiunque può farlo avviene DALL'INIZIO e non certo a partire da Nolitta Nizzi Boselli Ruju e affini.... 😉 Ps io tifo Juve e non questo o quell'autore di Tex . Propongo la creazione di un thread apposito "esiste la parte positiva della recensione di Diablero su Rick Master?"0 points