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TWF - Tex Willer Forum

[07/08] Il Patto Di Sangue


Voto alla storia  

30 members have voted

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  • 8 months later...

La vignetta proposta da Old Pawnee Bill con i Navahos muniti di warbonnet è copiata paro paro da una del Kit Carson di Albertarelli (VI° Ep. I Ribelli del Far-West") e Galep deve molto al grande Rino perché a più riprese ne ha mutuato le illustrazioni.

In più c'è da segnalare che già in questa avventura GLB aveva fatto ricorso al film Giubbe Rosse di De Mille, quindi prima del Tranello. Mi riferisco a quando Tex getta il pezzo di carne a Satan, cosa che nel film veniva fatta da Gary Cooper.

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  • 2 weeks later...

Questa é la storia della svolta, perché senza di essa non ci sarebbe stato il figlio Kit, non ci sarebbe stato Tiger Jack (e quindi il completamento del più famoso quartetto di tutti i tempi dopo i Beatles e i Fantastici 4), non ci sarebbero stati i Navajos protagonisti di storie memorabili (Sangue Navajo su tutte). E a questo aggiungiamo che vengono introdotti Brennan e Teller, assassini di Lilith, che compare il fugace cane Satan, che vi é il duello indiano, il matrimonio indiano, la storia cittadina e la sfiducia dei vertici dei Rangers....ecc. ecc..ecc...
Voto alla storia: 7 (dovrei dare un 10 per la sua importanza)
Voto ai disegni: 8

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  • 3 years later...
  • co fondatore

Con tutto il bene che voglio al Gianluigione, mettere i Blackfeet nel Sudovest...

 

Che bello, comunque, rileggere la storia a strisce.

  • +1 1
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Storia di epocale importanza e primo vero punto di svolta della saga. Arrivano Lilith e Freccia Rossa, con tutto il fiero popolo Navajo (anche se per il momento vivono in tepee e agghindati come Lakota). Arriva il leggendario (e troppo dimenticato) cane Satan. Arrivano anche Brennan e Teller, che ruolo centrale avranno nel capitolo più tragico della vita del Nostro. Soprattutto, è l'inizio del Mito di Aquila della Notte. G.L.B. qui è di una creatività vulcanica, e imbastisce una storia dai ritmi indiavolati, e contemporaneamente dal respiro epico. Tex mascherato come un eroe da feuilleton, fughe e sparatorie a go go, un duello indiano al coltello, un tentativo di Ley de fuga (il primo ?), incendi (due saloon, un ufficio postale, l'ufficio dei trafficoni bastardi), assalti al treno, un arrogante gallonato tramortito, un'epica sparatoria due-contro-cento ! Alla fine, scoraggiato dalla burocrazia e i tentennamenti dei politicanti, Tex rassegna le dimissioni (per la seconda volta) come Callaghan quando scaglia il distintivo.

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La storia è praticamente incommentabile, essendo, insieme a Il Totem Misterioso, l'architrave su cui si regge l'epopea del Tex. Il mito non può essere recensito.

 

Nel rileggerla, però, mi sono domandato come farà Boselli, quando dovrà riprenderla in Tex Willer, saga così attenta al dato storico.

 

Oltre ai Navajos che vivono nei tepee con i caschi di piume e i Piedi Neri loro alleati, vi sono anche i rangers in divisa.

 

Inoltre, se la Durango in cui l'avventura è ambientata è la cittadina attualmente esistente in Colorado, ho letto che essa è stata fondata solo nel 1880.

 

Il grande GLBonelli poteva dedicarsi all'Avventura, infischiandosene di questi dettagli. Ma Boselli sa che lo aspetteremo tutti, magari inconsapevolmente e con aspettative diverse, con i fucili spianati.

 

Sarà meglio mantenere Piedi Neri e rangers in divisa? O forse occorrerà correggere gli errori storici? Qualunque sia la scelta, qualcuno sarà scontento...

 

 

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Storia mitica, che, benché non sia tra le migliori storie né della serie né di Gianluigi Bonelli, ha un'importanza senza paragoni all'interno della saga del ranger del Texas.
Non sarà tra gli episodi migliori, ma comunque questa storia è assai ben riuscita e spicca sicuramente tra quelle dei primi albi, al di là della sua epocalità, probabilmente anche grazie al suo ampio respiro (dura più di 200 pagine). Apprezzo molto il ritmo delle prime storie a strisce, perché in pratica ogni dieci pagine del formato gigante c'è un momento di tensione o un colpo di scena che tiene alta l'attenzione e rende il tutto molto godibile. Grazie a ciò e grazie agli ottimi e frizzanti dialoghi di G.L.B. la storia è sempre coinvolgente, nonostante la sua non indifferente lunghezza.
Le iniziali, leggendarie strisce con il matrimonio di Tex e Lilyth sono bellissime e a dir poco memorabili.
Il tentativo da parte di Tex di trovare le prove contro dei trafficanti d'armi, cioè l'idea su cui si basa la storia, è molto intrigante in generale. Una delle mie sequenze preferite dell'episodio è quella in cui Jerry Stone e i suoi degni compari creano una trappola per poter eliminare Tex, inscenando un'evasione dal carcere di quest'ultimo per poter così mettere in atto la cosiddetta "Ley de Fuga". Molto appassionante anche la parte della vicenda in cui Tex deve tenere a bada il perfido Volpe Rossa e quella successiva dei "due contro cento", cioè quella in cui Tex e Carson affrontano soli Stone e i suoi uomini. Non sono poi da dimenticare i bellissimi e divertenti battibecchi tra Carson e Marshall. Ottimo il finale dell'episodio, per nulla scontato, con le dimissioni di Tex dai ranger.
Come ho già detto in passato, il Galep delle origini è sempre un bel vedere e qui si nota già anche un miglioramento rispetto alle storie immediatamente precedenti.
Bella ed emblematica la storica copertina dell'albo gigante Il patto di sangue

 

Storia: 8
Disegni: 8

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  • 2 months later...

Episodio fondamentale della serie.

 

Bonelli come resa riuscirà a fare meglio nella sua luminosa carriera, ma indubbiamente "Patto di sangue" rimane un pilastro portante della saga.

In un autentico "cantiere aperto", l'autore opta per delle scelte importantissime, gettando le basi alla caratterizzazione definitiva della sua intramontabile creatura fumettistica.

 

Il vantaggio di Bonelli fu indubbiamente quello di poter battere  per primo ogni spunto narrativo e qui lo sfrutta appieno, inaugurando il suo fortunato ciclo sulle storie indiane. A dire il vero sono poche le volte in cui non lo fece egregiamente, ma non è questo il momento per ribadirlo. :)

 

Nella consueta verve compositiva anticipa pioneristicamente i tempi (cosa non da poco non dimentichiamolo!) mostrando il punto di vista degli indiani, fino allora visti sempre come i nemici brutti e cattivi da sopprimere.

 

Tex in una consueta indagine di contrabbando di armi, finisce legato al palo della tortura e solo grazie al gesto magnanimo della dolce Lilyth, figlia del capo Navajo Freccia Rossa, salva la pellaccia a patto di unirsi in matrimonio con la giovane nativa.

Il matrimonio quindi non nasce nell'amore, Lilyth sceglie di salvare il giovane sperando che possa prodigarsi per la pace fra i due popoli e Tex, ovviamente, non ha scelta se vuole conservare lo scalpo.

Cinico opportunismo? Parrebbe all'apparenza ma fin dall'inizio notiamo in Tex qualcosa di diverso.

 

La grandezza di Bonelli è quella di lasciare in "seconda fila" la vena sentimentale, evitando così di sfociare in un'indesiderata melassa stucchevole, che con il ritmo della serie c'entrava poco. Ma proseguendo nella lunga storia (molto straordinaria in foliazione per i tempi) piccoli elementi narrativi e scene provano che pian piano la fiammella dell'amore fra i due giovani sta scoccando.

 

Ho sempre pensato che il ranger provasse qualcosa per Lupe, ma in quella circostanza fuggì alla chetichella, scegliendo la libertà dell'eroe vagabondo. Con Lilyth è tutto diverso: Tex potrebbe benissimo durante le sue scorrerie non farsi più vedere in riserva e invece torna ogni volta. Anche nel rapimento della giovane moglie, il suo coinvolgimento emotivo non è solamente quello di un giustizere, si nota molto di più. Bonelli dipinge magistralmente l'amore striscia dopo striscia, celandolo abbastanza al lettore per non distorglielo dall'incedere della travolgente trama.

 

Per la prima volta lo sentiamo chiamare "Aquila della Notte" e anche questa novità è fondamentale per la serie, ma soprattutto si cementa il rapporto di stima e amicizia fra l'eroe e il popolo Navajo che porterà alla sua nomina di capo alla morte di Freccia Rossa.

 

Tex trova moglie, casa con tanto di cane Satan (un po' ingenua la collaborazione fra i due, fortunatamente Bonelli se ne accorge e lo farà sparire presto) e fra qualche anno avrà pure un figlio che completerà il quartetto caro a Bonelli, insieme a Carson e Tiger, che esordirà a breve. 

 

Il cantiere è ancora aperto ma Bonelli sembra avere le idee chiare o quantomeno è ben saldo nella sua fantasia.

 

L'episodio in se è pur valido e scoppiettante, con villain tosti come Stone e Bessie e un Tex strepitoso, ma l'epicità delle scelte che segneranno le colonne portanti della serie, mettono in secondo piano tutto l'altro.

 

Bonelli fa agire per gran parte della storia il suo eroe mascherato, introducendo un aspetto che recupererà pure in seguito nel travestimento dell'uomo della morte; fa morire l'agente indiano, liberando di fatto un posto che il giovane ranger prenderà in futuro e introduce i primi siparietti simpatici fra Tex e Carson: fra i due già si nota una forte empatia e amicizia, ma non meno importanti pure le prime insofferenze del nostro contro il potere dei scaldasedie. Affranto dalla brutta situazione creata da Caldwell e deluso da Marshall che non può opporsi solo perchè ha le mani legate per via della parentela dell'ottuso ufficiale con un senatore, non ci pensa due volte a deporre la stella. Una chiusura a sorpresa per una storia epocale.

 

Potremmo stare qui ancora a scrivere a lungo, ma rischio di uscire fuori tempo massimo più del solito (e già il solito è tanto! :D).

 

Dinanzi a un episodio cardine si sorvolano con leggerezza le incongruenze celebri: i Piedi Neri in Arizona, i totem e le tende nei villaggi Navajo e il casco di piume nel capo di Freccia Rossa, d'altronde in quei tempi era già tanto che i lettori si chiedessero dove fosse l'Arizona.

 

Galep ingranella strisce e strisce con disegni efficaci e puntuali e non disdegna di inserire elementi umoristici nei ballons (da vedere il pensiero con i cactus di Carson o l'uccellino aleggiante attorno a un malcapitato picchiato da Tex). 

Faccio solo notare quanto è splendida e dinamica la sequenza del Salto del Diavolo!

Ho sempre adorato i cavalli di Galep, pochi erano in grado di tratteggiarli come lui.  Il mio voto finale è 8                                                         

 

 

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