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TWF - Tex Willer Forum

[77/78] El Plateado


Guest Wasted Years

Voto alla storia  

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Guest Wasted Years

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Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni:
Aurelio Galleppini
Periodicità mensile: Marzo 1967 - Aprile 1967
Inizia nel numero 77 a pag. 93 e finisce nel numero 78 a pag. 47

 

I rangers affrontano El Plateado, sanguinario apache rapitore di donne bianche…

Ha ucciso il cercatore d'oro Sam Flatter, gli ha rapito moglie e figlia, sta terrorizzando un'intera regione: El Plateado va fermato! Le donne vengono salvate e l'Apache dai capelli d'argento cade nella trappola tesa da Tex e dalle giacche blu. 

 

Copyright: Sergio Bonelli Editore
 

 

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

 


Questa storia per me è fantastica. Mi è sempre piaciuta la sua atmosfera, ma sarà anche perchè l'ho sempre conosciuta e letta un milione di volte.
Tex e Carson sconfiggono con l'astuzia un nemico fortissimo ed agguerritissimo, con un finale al cardiopalmo.
In quell'epoca ogni ideuzza diventava oro, ed i i disegni erano uno SPETTACOLO.

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  • 11 months later...
  • Rangers

Concordo con quanto diceva Wasted, quando apr? questo topic. Dopo l'avventura che vedeva come protagonista Esmeralda, GLB inserisce due storie brevi ma intense ed entusiasmanti, prima del grandioso scontro con Mefisto. La prima è questa, di stampo classico: indiani ribelli che scorrazzano per il territorio seminando terrore e raccogliendo scalpi quà e là. L'atmosfera che si respira in questa storia è per me strana, nel senso che è diversa dal solito, sembra quasi di trovrsi davanti ad uno di quei film Western degli anni '50-'60, almeno guardando i personaggi delineati. Nella sua brevit? questa storia ha molti punti spettacolari, dall'inseguimento iniziale del cercatore d'oro, alla missione che Tex e Carson decidono di intrapendere per liberare moglie e figlia del cercatore morto, ormai lasciate al loro destino, in quanto anche il comandante del forte non vuole agire coi soldati in un territorio tanto selvaggio. Stupenda è la caraterizzazione degli indiani e di El Plateado, che nonostante le perdite combattono fino all'ultimo per la loro vendetta, dando filo da torcere ai nostri. Tex e Carson in formissima seminano dinamite, sparano come diavoli, tutto per salvare le due donne indifese. Il finale è veramente spettacolare, il tono è classico, ma sarà per l'ambientazione e per il modo con cui GLB riusciva a raccontarcelo, il risultato è stupendo. Ottimi i disegni di Galep, particolarmente ispirato, forse dalla trama completamente in puro stile Western. Voto: 9

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Quest'avventura mi fece compagnia per un anno intero a scuola, fu scelta per "il diario di Tex"... Ricordo ancora che non possedevo questi albi e leggerlo nel diario fu una vera sorpresa per me... In tutta l'avventura il pericolo è palpabile, pressante e sembra che i due pard stavolta non riusciranno a salvarsi... La stessa signora Flatter afferma che: " se le cose dovessero andar male, gli apaches non mi avranno viva". Tex stesso è preoccupato, e comunque fa coraggio agli altri; il finale è forse troppo breve, in tre sole striscie. Bellissima avventura che si può leggere per intero nel 37° volume della collezione a colori di Repubblica. Voto: 9, meritatissimo, a testi e disegni

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  • 3 years later...

Quest'avventura mi fece compagnia per un anno intero a scuola, fu scelta per "il diario di Tex"... Ricordo ancora che non possedevo questi albi e leggerlo nel diario fu una vera sorpresa per me... In tutta l'avventura il pericolo è palpabile, pressante e sembra che i due pard stavolta non riusciranno a salvarsi... La stessa signora Flatter afferma che: " se le cose dovessero andar male, gli apaches non mi avranno viva". Tex stesso è preoccupato, e comunque fa coraggio agli altri; il finale è forse troppo breve, in tre sole striscie. Bellissima avventura che si può leggere per intero nel 37° volume della collezione a colori di Repubblica. Voto: 9, meritatissimo, a testi e disegni

E' vero possedevo anche io quel diario...! E quindi ebbi modo di averla continuamente sotto gli occhi... Come te anche io non possedevo l'albo. Comunque una bella storia, tutta azione e suspence...!
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  • 1 year later...

Ha ucciso il cercatore d'oro Sam Flatter, gli ha rapito moglie e figlia, sta terrorizzando un'intera regione

Ho appena letto la storia e concordo con te, è molto bella e avvincente, tuttavia non mi sento di darle più di 7. El Plateado non ha rapito la moglie e la figlia di Sam Flatter, sono rimaste nella loro casa fino a quando non viene Tex a portarle via. :trapper:
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  • 3 years later...

Episodio molto breve e ovviamente dal soggetto alquanto scarno.

 

Tex e Carson si ritrovano a dover salvare una coppia di donne, mamma e figlia dalla furia degli Apache sul piede di guerra.

El Plateado, il leader dei predoni è un tipo ostinato e temibile e i nostri dovranno sfoderare molto coraggio e astuzia per sconfiggerlo.

Sceneggiatura molto ben realizzata e intensa, con molta azione e sparatorie.

 

Il Bonelli del periodo è un autore conscio del suo valore e del fatto che la sua creatura fumettistica ha fatto breccia nei lettori; anche storie minori come questa si trasformano in letture accettabili e piacevoli, grazie alla consueta verve vulcanica dello scrittore.

 

Per chi è amante delle trame più complicate e ariose, episodi simili possono non bastare, ma ci sta che in una saga si alternino momenti più aulici a episodi minori.

 

Riepilogando: storia breve e secondaria, senza vette di qualità altissime ma che raggiunge la sufficienza. Da lì a breve gli episodi più memorabili faranno capolino.

 

Disegni nella media di Galep, a tratti meno curati del solito, evidentemente anche l’artista consapevole di essere alle prese di una prova minore, ha puntato più sulla quantità che sulla qualità, tuttavia il suo Tex è sempre un piacere per gli occhi e le storie con gli indiani il suo pane. Il mio voto finale è 6

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2 hours ago, Condor senza meta said:

Disegni nella media di Galep, a tratti meno curati del solito, evidentemente anche l’artista consapevole di essere alle prese di una prova minore, ha puntato più sulla quantità che sulla qualità

Chiaramente i disegni non sono del solo Galep (anche se wikipedia sostiene che lo siano, questo è un caso in cui credo più ai miei occhi che non a wikipedia). All'epoca si faceva aiutare spesso da Gamba, che però quando inchiostrava era ben riconoscibile, qui si fa più fatica a capire chi ha collaborato (e ammetto di non essere mai stato un grande esperto nel riconoscere le varie "mani", non vorrei dire boiate ma mi sembra un inchiostrazione galleppiniana su matite di altri (basta vedere il colonnello nella prima striscia di pagina 105, galleppiniano ma deforme nelle proporzioni, o la faccia di Tex in fondo nella stessa pagina.

 

Era il periodo in cui la produzione era quasi triplicata (da 32 a 80 strisce settimanali), stavano arrivando anche altri autori a dare man forte a Galep ma per il momento erano arrivati solo Letteri e Muzzi (il primo veloce ma appena arrivato, il secondo lentissimo), Nicolò aveva fatto un tentativo ma era tornato alla Universo prima del suo definitivo ritorno nel 1969 e Ticci doveva ancora arrivare...  e Galep si arrangiava come poteva, in molte storie di quel periodo di Galep c'è davvero poco e si fa fatica a capire davvero quante mani sono intervenute (quello è il periodo circa in cui fu tentato anche Tarquinio, con la storia interrotta pubblicata recentemente in volume)

 

Detto questo, questa breve storia mi è sempre piaciuta. La brevità non la rende un mero "riempitivo" come si vede oggi con autori "cinematografici" che in 81 pagine ti fanno quattro scene con pagine e pagine di personaggi che parlano e disegni che mostrano tutte le sequenze: qui in 81 pagine abbiamo una vicenda drammatica e compiuta, dall'uccisione del cercatore d'oro all'intervento di Tex e Carson fino alla disfatta degli Apaches. Dovrebbero mandarla a tutti quelli che fanno fatica a far stare una storia in un albo con un bigliettino "si fa così"...  :lol:

 

E poi vedere Tex che trolla per gran parte di quelle pagine gli apaches, deridendoli apertamente per farli arrabbiare abbandonando ogni prudenza, non ha prezzo...  "plateado, lo vuoi ancora il mio scalpo?" :lol:

 

P.S.: come mai la storia qui è intitolata "El Plateado"? Su Wikipedia è indicata come "Fort Apache", ed è composta da tre strisce pubblicate nell'ottobre 1965 intitolate:

    Forte Apache    
  In corsa con la morte  
 

Il grande agguato

 

Capisco il non voler usare "Fort Apache" già usato per il numero 100 (anche se io avrei chiamato "Fort Apache" questa e "SuperTex" il numero 100), ma perchè non utilizzare uno degli altri due titoli? "In corsa con la morte" in particolare descrive bene la storia...

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<span style="color:red">10 ore fa</span>, Diablero dice:

Chiaramente i disegni non sono del solo Galep (anche se wikipedia sostiene che lo siano, questo è un caso in cui credo più ai miei occhi che non a wikipedia). All'epoca si faceva aiutare spesso da Gamba, che però quando inchiostrava era ben riconoscibile, qui si fa più fatica a capire chi ha collaborato

 

 

Hai perfettamente ragione Diablo, in quel periodo di cambiamento di formato, con evidente aumento vertiginoso di produzione in tempi stretti, il povero Galep ha per forza di cose dovuto appoggiarsi ad aiutanti esterni 

 

Col senno di poi, possiamo dire che fu un peccato, visto che parte del suo periodo di apice artistico fu "sporcato" da questo tipo di collaborazioni che se permettevano il rispetto dei tempi per mandare l'albo in edicola, di contro creavano un miscuglio stilistico che penalizzava l'esito finale dei disegni.

 

Per quanto Galep cercasse con le chine di amalgamare il tutto, non sempre riusciva a coprire tutte le magagne e la fretta non lo aiutava, di fatti venivano fuori quelle sproporzioni da te fatte notare, che a tratti disturbano non poco l'occhio.

 

Purtroppo come ogni legge dello showbiz, "lo spettacolo deve continuare" di conseguenza la priorità era quella della pubblicazione e nella fretta l'aspetto prettamente artistico, veniva delegato in seconda fila. Comunque mi chiedo di che pasta fossero quei disegnatori per macinare questa immane mole di tavole in tempi ristretti e con esiti tuttavia superbi al netto di qualche imperfezione. Quanta fatica e amore per il fumetto trasuda da questa stoica impresa, oggi sarebbe davvero impensabile pretendere tanto.

 

Su Bonelli, nulla da eccepire a cio' che hai scritto: era un periodo in cui riusciva a trasformare in storia appassionante anche il manuale d'istruzioni di un frullatore. :laugh:

 

Spesso non ci rendiamo conto, ma il suo talento era cristallino e in fondo trovo davvero che fosse un autore anche molto "moderno" per i tempi, infatti le sue storie invecchiano bene e sono ancora dei cult oggi, a svariati decenni di distanza.

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Una storia breve ma intensa: non comincia con Tex come ci si aspetterebbe, ma con un tizio sconosciuto inseguito dagli indiani di Plateado ("argentato", perchè ha i capelli bianchi. Forse Kit Carson, "capelli d'argento" è chiamato nell'originale "Cabello plateado"...). Il disgraziato viene sepolto nella terra, tranne la testa, e viene dato in pasto alle formiche rosse. E la storia inizia così, col botto. Solo dopo compaiono Tex e Carson, al forte, quando vengono a sapere della morte del poveraccio e della sua identità: Sam Flatter, cercatore d'oro. Tex e Kit devono trovare la moglie e la figlia, malata, di Flatter, e salvarle, perchè forse sono nelle mani degli indiani. Da lì inizia la storia: motivazioni forti, situazioni pericolose, 81 pagine che si leggono tutte d'un fiato. Si capisce bene perchè fu scelto come storia per il "Diario arancione di Tex" del 1964 (quindi quando era ancora stato stampato in formato libretto: la stampa sul gigante fu realizzata nel 1967, tre anni dopo).

 

Diatrio-Tex.jpg

 

Tex aiuta la vedova di Flatter e la figlia, che è ancora convalescente: la donna agisce da donna del west.

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Infatti, prima punta il fucile su Tex, ignorando chi sia, e, dopo che le cose sono chiarite, accetta la pistola del ranger, dicendo chiaro che gli indiani non l'avranno viva. Il sottinteso qui è ben crudo, e adesso non si fa più perchè non è politicamente corretto. Infatti, adesso gli indiani (pardon, nativi americani) sono visti come dei puri angeli che parlano sempre con alate e nobili parole e camminano in mezzo agli sporchi e ottusi diavoli bianchi. Tipo "Balla coi lupi". Invece, in questa storia, ben più aderente alla realtà, gli indiani semplicemente l'avrebbero violentata a morte, sia lei che la figlia. E quella pistola che porta significa che lei avrebbe prima ammazzato la figlia e poi si sarebbe suicidata. Alla faccia degli indiani "puri e innocenti".

PL2.jpg

 

L'idea che le storie di Tex di Gianluigi Bonelli avessero poche donne è sbagliata: molte volte invece appaiono delle donne come questa, senza nome, ma assai carismatiche e decise. Senza dare alcuno spazio alle svenevolezze che si vogliono mettere adesso: un western non ne ha bisogno. Ogni storia western è uno scontro contro la morte: non c'è spazio quindi per cose simili. 

  

Tutta la banda di Plateado è vista - giustamente - come una banda di predoni. Ma adesso che gli indiani sono tutti buoni e in pace coi bianchi, queste scene di tensione ce le possiamo scordare. Tex sfida apertamente Plateado, dicendo a uno dei suoi che "Aquila della Notte è sul sentiero di guerra, e il suo coltello ha sete di sangue Apache". Altri tempi.  

 

C'è anche il momento topico, quello che fa solo il Tex di GL Bonelli: quello in cui dice "Ecco il piano che ho in mente..." Il piano non viene rivelato e il lettore lo scoprirà a poco a poco che si sviluppa la storia, riconoscendo alla fine che è un ottimo piano. Dov'è finito il Tex intelligente di allora?

 

Gli scontri sono sempre al cardiopalma: per esempio, compaiono all'improvviso due indiani mentre Kit segue le tracce degli altri indiani che lo porteranno al rifugio di Palteado. Quindi lui deve sparargli e scappare, perchè ormai tutta la tribù lo inseguirà. Tex e Kit usano dei candelotti di dinamite piazzati e ai quali sparano per rallentare l'avanzata della banda di Plateado: è da notare che gli indiani non rallentano mai, nonostante tutto, tranne quando i due piazzano l'ultima carica. E anche qui, avranno solo un pò di tempo guadagnato. Insomma, non è una passeggiata. Non sono su una diligenza circondata dai banditi dove loro fanno solo pum pum e li sistemano tutti, facendo fatica a non sbadigliare mentre lo fanno. Qui c'è tensione vera. Plateado è una comparsa, non tornerà più e morirà alla fine della storia, anzi muore alla svelta, fuori campo, davanti alla carica a sorpresa dei soldati (e anche questo faceva parte del piano di Tex). 

 

PL4.jpg

 

Davanti a queste cose, si parla spesso del "finale troppo rapido". Ma a GL Bonelli non interessava fare uno scontro culminante tra Plateado e Tex, magari con un classico duello all'ultimo sangue. Era quello che tutti magari si sarebbero aspettati. Ma al Gianluigi interessava la tensione della storia, non lo scontro finale col cattivissimo, cosa fin troppo prevedibile. 

 

In questa storia si vede bene la mano di Gamba, oltre a quella di Galep. Citando Diablero: 

 

"Chiaramente i disegni non sono del solo Galep (anche se Wikipedia sostiene che lo siano: questo è un caso in cui credo più ai miei occhi che non a Wikipedia). All'epoca, si faceva aiutare spesso da Gamba, che però quando inchiostrava era ben riconoscibile. Qui si fa più fatica a capire chi ha collaborato (e ammetto di non essere mai stato un grande esperto nel riconoscere le varie "mani", non vorrei dire boiate ma mi sembra un inchiostrazione galleppiniana su matite di altri. Basta vedere il colonnello nella prima striscia di pagina 105, galleppiniano, ma deforme nelle proporzioni, o la faccia di Tex in fondo nella stessa pagina."

 

PL3a.jpg PL3b.jpg

 

Una cosa però vorrei chiedere a Diablero. Lui ha scritto:

 

P.S.: come mai la storia qui è intitolata "El Plateado"? Su Wikipedia è indicata come "Fort Apache", ed è composta da tre strisce pubblicate nell'ottobre 1965 intitolate:
Forte Apache          
In corsa con la morte     
Il grande agguato
Capisco il non voler usare "Fort Apache" già usato per il numero 100 (anche se io avrei chiamato "Fort Apache" questa e "SuperTex" il numero 100), ma perchè non utilizzare uno degli altri due titoli? "In corsa con la morte" in particolare descrive bene la storia...

 

Forse hanno scelto su questo forum il titolo "Plateado" così da far ricordare subito che storia fosse. Ma, a parte questo, c'è una cosa che non mi torna. Hai detto che le tre strisce di Tex sono state pubblicate nell'Ottobre del 1965. Ebbene, il "Diario arancione di Tex" è stato pubblicato nel 1964, quindi un anno prima. Allora hanno pubblicato per la prima volta questa storia nel diario anzichè nelle strisce? :huh: 

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11 ore fa, joe7 dice:

Tutta la banda di Plateado è vista - giustamente - come una banda di predoni. Ma adesso che gli indiani sono tutti buoni e in pace coi bianchi, queste scene di tensione ce le possiamo scordare.

In realtà Tex, sotto questo aspetto, non è cambiato col passare degli anni. GLBonelli alternava storie con indiani brutti e cattivi ad altre con indiani vittime dell’avidità, dei soprusi e del razzismo dei bianchi. Ed è ancora così.

Basta vedere l’ultima storia di Rauch in edicola sul Magazine: Tex deve vedersela con una banda di predoni comanche che hanno rapito una ragazza bianca che, dopo dieci anni vissuti con loro, non vede l’ora di fuggire il più lontano possibile. Nessun politicamente corretto o idealizzazione, mi sembra.

 

11 ore fa, joe7 dice:

Il sottinteso qui è ben crudo, e adesso non si fa più perchè non è politicamente corretto.

11 ore fa, joe7 dice:

Alla faccia degli indiani "puri e innocenti".

Nelle storie scritte da Nizzi, Boselli, Faraci, Manfredi, Rauch e Giusfredi non si sono mai visti "angelici" indiani "puri e innocenti". Di feroci predoni o di teste calde apaches in cerca di gloria e bottino è piena la serie. Mi sembra una polemica fuori bersaglio, almeno per quanto riguarda Tex.

Edited by Poe
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<span style="color:red">8 ore fa</span>, Diablero dice:

Semplice: il diario arancione di Tex in realtà è stato pubblicato nel 1978...  :lol:

 

 

 

Ecco spiegato l'arcano, mi ero confuso. Grazie! :lol:

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Poe dice:

Nelle storie scritte da Nizzi, Boselli, Faraci, Manfredi, Rauch e Giusfredi non si sono mai visti "angelici" indiani "puri e innocenti". Di feroci predoni o di teste calde apaches in cerca di gloria e bottino è piena la serie. Mi sembra una polemica fuori bersaglio, almeno per quanto riguarda Tex.

Anzi in alcune ultime storie di Nizzi (a mente mi viene l'Assedio di Metzcalli ma ce ne sono tante altre anche nei suoi anni migliori) gli indiani feroci sembrano messi là solo per fare da bersaglio al piombo dei nostri (e questo è da criticare a mio avviso ma non c'entra con questo discorso!).

 

Se poi vogliamo considerare quanto erano buoni e puri i Mescaleros del piccolo capolavoro boselliano "Sulla pista di Fort Apache" (altro "piccolo" esempio di produzione post Bonelli) ci rendiamo conto che fare polemica è diventato un piacevole sport sul web, ma occorre farla bene e quando ci sono i presupposti per farla, se no rimane fine a se stessa. :rolleyes:

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15 ore fa, joe7 dice:

Ma adesso che gli indiani sono tutti buoni e in pace coi bianchi, queste scene di tensione ce le possiamo scordare

 

Qui rasentiamo l'assurdità scandalosa, in un forum di Tex!

 

Joe. Ma sei ignorante di Tex o un disinformatore di professione che semina fake news?

 

Nel primo caso, statti zitto!

 

Nel secondo, fatelo star zitto!

Edited by borden
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<span style="color:red">26 minuti fa</span>, borden dice:

 

Qui rasentiamo l'assurdità scandalosa, in un forum di Tex!

 

Joe. Ma sei ignorante di Tex o un disinformatore di professione che semina fake news?

 

Nel primo caso, statti zitto!

 

Nel secondo, fatelo star zitto!

 

In tutti i casi, meglio che stia zitto. :lol:

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Il 2/2/2025 at 23:56, Diablero dice:

Chiaramente i disegni non sono del solo Galep (anche se wikipedia sostiene che lo siano, questo è un caso in cui credo più ai miei occhi che non a wikipedia). All'epoca si faceva aiutare spesso da Gamba, che però quando inchiostrava era ben riconoscibile, qui si fa più fatica a capire chi ha collaborato (e ammetto di non essere mai stato un grande esperto nel riconoscere le varie "mani", non vorrei dire boiate ma mi sembra un inchiostrazione galleppiniana su matite di altri (basta vedere il colonnello nella prima striscia di pagina 105, galleppiniano ma deforme nelle proporzioni, o la faccia di Tex in fondo nella stessa pagina. 

 

Dalle immagini postate, potrebbero essere chine di Galep su matite di Gamba

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2 hours ago, Magic Wind said:
On 2/2/2025 at 11:56 PM, Diablero said:

Chiaramente i disegni non sono del solo Galep (anche se wikipedia sostiene che lo siano, questo è un caso in cui credo più ai miei occhi che non a wikipedia). All'epoca si faceva aiutare spesso da Gamba, che però quando inchiostrava era ben riconoscibile, qui si fa più fatica a capire chi ha collaborato (e ammetto di non essere mai stato un grande esperto nel riconoscere le varie "mani", non vorrei dire boiate ma mi sembra un inchiostrazione galleppiniana su matite di altri (basta vedere il colonnello nella prima striscia di pagina 105, galleppiniano ma deforme nelle proporzioni, o la faccia di Tex in fondo nella stessa pagina. 

 

Dalle immagini postate, potrebbero essere chine di Galep su matite di Gamba

In altri punti anche le chine non sembrano di Galep, ma come dice non ho "l'occhio" per riconoscerle... mi sa che vista la necessità di fare in fretta abbiano lavorato insieme facendo un po' di tutto alla bisogna...

 

Sul "politicamente corretto su Tex" si apre un discorso lunghissimo, a cui non sono estranee pressioni redazionali (tipo le sigarette dopo il caso codacons). Ma si possono selezionare cose davvero irritanti. Questa volta il caro Nizzi non è il caso eclatante (Lui rendeva Tex più scemo di altri maschi bianchi, mica solo delle donne...), quello irritante è Ruju, con i pards che non sparano mai per primi, le donne sempre perfette e a cui si persona tutto, e soprattutto gli indiani "buoni" rappresentati come povere vittime indifese non molto intelligenti (e questo, in realtà, oggi sarebbe politicamente scorrettissimo negli USA: come ho detto altre volte, soprattutto su Burattini, gli autori nostrani sono ormai così "out of touch" con il mondo moderno che volendo essere troppo politicamente corretti non si rendono conto che la loro versione del politicamente corretto di vent'anni fa oggi sarebbe da cancellazione immediata e ban perpetuo negli USA: era più "moderno" anche in questo GL Bonelli, il suo ex schiavo che si fa giustizia da solo oggi sarebbe perfettamente accettabile, mentre tutti gli eroi che li salvavano oggi sarebbero considerati politicamente scorretti).

 

Avere solo indiani "buoni"? No, quello sarebbe assurdo, ma non si pone davvero il problema perchè non è questo quello che vuole il politicamente corretto moderno (e sarebbe comunque una cosa ben difficile da fare su una serie come Tex

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Torniamo su questa storia: cosa renderebbe impossibile (o quasi) rifarla oggi?

 

Non il politicamente corretto, su questo concordo con altri che sono già intervenuti.

 

Certo, l'andazzo attuale imporrebbe alcune modifiche. Provo a ipotizzarne qualcuna:

 

Versione politicamente corretta Bonelli attuale: le due donne sarebbero state molto più "girl boss", la vedova invece di dire a Tex che si sarebbe suicidata piuttosto che cadere nelle mani degli Apaches avrebbe detto che avrebbe fatto secco qualunque apache si fosse avvicinato (e si sarebbe stati attenti, nel corso della storia, a farle far fuori un numero adeguati di avversari mostrandola come abile pistolera o comunque capacissima di cavarsela da sola. La spiegazione del perchè una donna così abile e indipendente abbia bisogno di Tex è facile, è bloccata dalla figlia che sarebbe ancora malata, non guarita come qui). Si caratterizzerebbe Plateado come il tipico maschio patriarcale, facendo vedere magari come maltratta le mogli, e più come "cattivissimo" se non psicopatico, mostrando invece alcuni indiani come sani di mente e contrari (per un BUON esempio, vedere "Verso l'Oregon" dove Manfredi riesce con trucchi come questi a rendere accettabili ad un pubblico politicamente corretto una banda di indiani che vogliono catturare donne bianche: tutta la colpa viene scaricata sul capo, mostrato come pazzo al punto da sparare sui suoi stessi uomini che lo seguono costretti). (Notare come invece GL Bonelli non ci dice mai se gli Apache hanno qualche ragione o no, sono razziatori, ci sono donne in pericolo, questo basta senza bisogno di tante premesse. Così come viene dato per scontato che predoni sono interessati a catturare donne, senza bisogno di fare filippiche o sottolinearlo, e comunque Plateado è più interessato a uccidere Aquila della Notte che alle donne)

 

La storia sarebbe stata diversa, ma nulla di irrimediabile. In generale con qualche piccola modifica tipo quelle che ho ipotizzato la trama reggerebbe ancora. Certo, sono modifiche PEGGIORATIVE (se le donne sono capaci di cavarsela da sole la missione di Tex non sarebbe più così necessaria o disperata, e dare spazio al far vedere che "non tutti gli Apache sono per il patriarcato" aggiungerebbe scene inutili), ma non tanto da impedire di fare una storia simile.

 

Cosa, DAVVERO lo impedirebbe oggi?

 

Facciamo un elenco sommario?

 

1) Manca la "sfida finale" fra Tex e El Plateado. Oggi sarebbe considerata "un errore", perchè le storie vanno fatte con il bilancino e alla fine il cattivo deve essere fatto fuori da Tex, possibilmente con una sfida "drammatica"(?) che in realtà è prevedibilissima. Ma è come le patatine fritte: sono scene in realtà noiose e ripetitive, ma il "lettore" le pretende (qui è difficile dire se sia più colpa dei lettori invecchiati male che non vogliono più sorprese e vogliono sempre la stessa roba, o di autori che li hanno abituati male facendo per anni storie che parevano ottenute unendo i puntini da 1 a 47...)

 

2) Il piano di Tex non viene spiegato prima. Tex inizia a spiegarlo e zac! La telecamera si sposta. Ma quel che è peggio è che non viene spiegato nemmeno durante la storia e non viene spiegato a storia finita per chiarire cosa è successo. Quindi non viene spiegato nella maniera "standard" a cui i lettori semiassopiti di Tex sono abituati. È vero che oggi qualche autore temerario ancora si azzarda a spiegare le cose "solo" due volte (causando le lamentele di chi rimpiange Nizzi) o addirittura (audacissimo!) una volta sola! Ma qui G.L.Bonelli non lo spiega MAI! Conta sul fatto che il lettore sia capace di fare 2+2, e se quando Tex e company passano attraverso il passaggio trovano la cavalleria nascosta dall'altra parte, capiscano che QUELLO era il piano!

GL Bonelli aveva l'enorme vantaggio di scrivere senza ricevere le lamentele di quelli che "non ho capito la storia, come mai c'era la cavalleria in agguato proprio lì? Non ha senso! E non avete mai spiegato il piano di Tex".

Anche gli autori attuali dovrebbero capire che quei lettori CI SONO SEMPRE STATI, e NON ERA UN PROBLEMA, non capivano ma leggevano lo stesso. Non valeva la pena di annoiare il 99% dei lettori per accontentare loro. Purtroppo oggi i social fanno un lavoro egregio nel convincere gli autori che hanno un pubblico che non li capisce, e presi dal terrore che qualcuno non li capisca, spiegano tediosamente ogni dettaglio...  :rolleyes:

 

Ma soprattutto...

 

3) Il vero, principale motivo, è che... di GL Bonelli ce ne è stato uno. Gli autori attuali o lo imitano (risultando "falsi" come una moneta da tre dollari, anche se imbottiscono le loro storie di tanti "satanassi" e "vecchi cammelli"), o vanno per la loro strada rischiando di rappresentare un Tex irriconoscibile e alieno. O cercano di barcamenarsi come possono fra questi due estremi.

 

Storia come queste purtroppo non ce ne saranno più. Il massimo sarebbe celebrarle, RISPETTARLE come meritano, senza retcon, senza "aggiustamenti", e fare il Tex migliore possibile con gli autori che si hanno, senza cadere nelle trappole dei punti 1-2 che ho citato...

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1 ora fa, Diablero dice:

Certo, l'andazzo attuale imporrebbe alcune modifiche. Provo a ipotizzarne qualcuna:

 

Versione politicamente corretta Bonelli attuale: le due donne sarebbero state molto più "girl boss", la vedova invece di dire a Tex che si sarebbe suicidata piuttosto che cadere nelle mani degli Apaches avrebbe detto che avrebbe fatto secco qualunque apache si fosse avvicinato (e si sarebbe stati attenti, nel corso della storia, a farle far fuori un numero adeguati di avversari mostrandola come abile pistolera o comunque capacissima di cavarsela da sola. La spiegazione del perchè una donna così abile e indipendente abbia bisogno di Tex è facile, è bloccata dalla figlia che sarebbe ancora malata, non guarita come qui).

 

Questo è certo al cento per cento. Tutte le donne dei fumetti e dei film oggi sono "Girl boss": toste, dure, "uome" e superuomini, che non hanno bisogno degli uomini, che sono tutti una manica di deficienti, poverini. Sanno cavarsela da sole, loro, e non lavano un piatto neanche sotto tortura (fatelo voi maschi!). Sparano mille volte meglio di Tex. E quel poveretto di Tex? Dirà: "Ma che ci faccio io qui? La bella statuina? Torno dai navajos, quella virago della vedova da salvare non ha bisogno di nessuno. Anzi, è meglio se avverto gli indiani di stare attenti."

 

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Un esempio di virago-uoma? Lizzy di "Tabla Sagrada". Ma ce ne sono a centinaia, oggi. Tanto indipendenti che possono colonizzare il West da sole e ammazzare tutti gli indiani in cinque minuti, mentre gli uomini lavano i piatti e cambiano i pannolini. E devono stare attenti a non essere violentati. 

 

1 ora fa, Diablero dice:

Si caratterizzerebbe Plateado come il tipico maschio patriarcale, facendo vedere magari come maltratta le mogli, e più come "cattivissimo" se non psicopatico, mostrando invece alcuni indiani come sani di mente e contrari (per un BUON esempio, vedere "Verso l'Oregon" dove Manfredi riesce con trucchi come questi a rendere accettabili ad un pubblico politicamente corretto una banda di indiani che vogliono catturare donne bianche: tutta la colpa viene scaricata sul capo, mostrato come pazzo al punto da sparare sui suoi stessi uomini che lo seguono costretti).

 

Infatti quella mi era sempre sembrata una scena strampalata: indiani buoni agli ordini di un capo pazzo, che senso aveva? Adesso capisco perchè l'hanno messa. Ma la storia diventa più pesante se ci mettiamo dentro degli indiani buoni e capi indiani pazzi. Non è un western horror alla Magico Vento, però è un western da psichiatri. Pensa te che allungamento di brodo sarebbe stato vedere Plateado che vuole la squaw bianca e ammazza un indiano dei suoi perchè aveva obiettato, da bravo indiano educato e civile che aveva letto i diritti delle donne.

 

1 ora fa, Diablero dice:

(Notare come invece GL Bonelli non ci dice mai se gli Apache hanno qualche ragione o no, sono razziatori, ci sono donne in pericolo, questo basta senza bisogno di tante premesse. Così come viene dato per scontato che predoni sono interessati a catturare donne, senza bisogno di fare filippiche o sottolinearlo, e comunque Plateado è più interessato a uccidere Aquila della Notte che alle donne)

 

GL Bonelli sapeva dire l'essenziale in una storia: per questo filavano via come treni. Le storie di oggi invece vogliono sottolineare il superfluo: per questo sono lente e pesanti come i trenini locali di un tempo. 

 

1 ora fa, Diablero dice:

La storia sarebbe stata diversa, ma nulla di irrimediabile. In generale con qualche piccola modifica tipo quelle che ho ipotizzato la trama reggerebbe ancora. Certo, sono modifiche PEGGIORATIVE (se le donne sono capaci di cavarsela da sole la missione di Tex non sarebbe più così necessaria o disperata, e dare spazio al far vedere che "non tutti gli Apache sono per il patriarcato" aggiungerebbe scene inutili), ma non tanto da impedire di fare una storia simile.

 

MOLTO peggiorative, ma oggi ci si accontenta di questo obbligatorio minestrone del politicamente corretto. Un minestrone pesante e indigesto, tra l'altro: ma il convento dà solo questo. Ciuccatevi il calzino. 

 

1 ora fa, Diablero dice:

Cosa, DAVVERO lo impedirebbe oggi?

 

Facciamo un elenco sommario?

 

1) Manca la "sfida finale" fra Tex e El Plateado. Oggi sarebbe considerata "un errore", perchè le storie vanno fatte con il bilancino e alla fine il cattivo deve essere fatto fuori da Tex, possibilmente con una sfida "drammatica"(?) che in realtà è prevedibilissima. Ma è come le patatine fritte: sono scene in realtà noiose e ripetitive, ma il "lettore" le pretende (qui è difficile dire se sia più colpa dei lettori invecchiati male che non vogliono più sorprese e vogliono sempre la stessa roba, o di autori che li hanno abituati male facendo per anni storie che parevano ottenute unendo i puntini da 1 a 47...)

 

Proprio quello che avevo detto: il GL Bonelli non amava le banalità. E un duello finale tra Tex e Plateado era proprio roba da "Mister Bana": lo potevo fare anch'io. O, come dici tu, roba da storia ottenuta unendo i puntini da 1 a 47: emozionante come quel documentario sui castori che guardava mio nonno per la pennichella del pomeriggio. Invece Plateado muore subito nell'assalto finale dei lunghi coltelli, senza neanche avere l'onore di una vignetta! Grande GL! :laugh: :laugh: :laugh: :laugh:

 

1 ora fa, Diablero dice:

2) Il piano di Tex non viene spiegato prima. Tex inizia a spiegarlo e zac! La telecamera si sposta. Ma quel che è peggio è che non viene spiegato nemmeno durante la storia e non viene spiegato a storia finita per chiarire cosa è successo. Quindi non viene spiegato nella maniera "standard" a cui i lettori semiassopiti di Tex sono abituati. È vero che oggi qualche autore temerario ancora si azzarda a spiegare le cose "solo" due volte (causando le lamentele di chi rimpiange Nizzi) o addirittura (audacissimo!) una volta sola! Ma qui G.L.Bonelli non lo spiega MAI! Conta sul fatto che il lettore sia capace di fare 2+2, e se quando Tex e company passano attraverso il passaggio trovano la cavalleria nascosta dall'altra parte, capiscano che QUELLO era il piano!

GL Bonelli aveva l'enorme vantaggio di scrivere senza ricevere le lamentele di quelli che "non ho capito la storia, come mai c'era la cavalleria in agguato proprio lì? Non ha senso! E non avete mai spiegato il piano di Tex".

 

Una delle tante differenze tra il Tex intelligente di GL Bonelli e il Tex tonto di oggi è che il primo faceva dei piani. Sempre. In tutte le storie o quasi.

 

Mi ricordo una storia ambientata a San Francisco, dove Tex spiegava il piano per attaccare il casinò dei cattivi. Stacco: il lettore non sa qual'è il piano. Ma il commento dei personaggi che hanno ascoltato il piano di Tex è esilarante: "Santo cielo! Ma se qualcosa va storto, Tom Devlin, amico o no, ci sbatte tutti dentro e butta via la chiave!" E il lettore si chiedeva: che cavolo di piano pazzo avrà tirato fuori Tex? Infatti è anche questo il bello dei piani di Tex: che tante volte erano dei piani da attentatore e  delinquente. Chi se lo dimentica il treno di Canyon Diablo? Tex era un pericolo pubblico. Al servizio della legge, certo, ma sempre un pericolo pubblico era! Era questo il bello del ranger: lui osava dove gli altri non osavano. :laugh:

 

1 ora fa, Diablero dice:

Anche gli autori attuali dovrebbero capire che quei lettori CI SONO SEMPRE STATI, e NON ERA UN PROBLEMA, non capivano ma leggevano lo stesso. Non valeva la pena di annoiare il 99% dei lettori per accontentare loro. Purtroppo oggi i social fanno un lavoro egregio nel convincere gli autori che hanno un pubblico che non li capisce, e presi dal terrore che qualcuno non li capisca, spiegano tediosamente ogni dettaglio...  :rolleyes:

 

I social sono la rovina del fumetto. -_-

 

1 ora fa, Diablero dice:

Ma soprattutto...

 

3) Il vero, principale motivo, è che... di GL Bonelli ce ne è stato uno. Gli autori attuali o lo imitano (risultando "falsi" come una moneta da tre dollari, anche se imbottiscono le loro storie di tanti "satanassi" e "vecchi cammelli"), o vanno per la loro strada rischiando di rappresentare un Tex irriconoscibile e alieno. O cercano di barcamenarsi come possono fra questi due estremi.

 

Storia come queste purtroppo non ce ne saranno più. Il massimo sarebbe celebrarle, RISPETTARLE come meritano, senza retcon, senza "aggiustamenti", e fare il Tex migliore possibile con gli autori che si hanno, senza cadere nelle trappole dei punti 1-2 che ho citato...

 

Accontentiamoci della minestra che passa il suddetto convento. Chissà, a volte un miracolo potrebbe accadere. Un miracolo piccino piccino picciò. Spirito di GL Bonelli, aiutaci tu! 

Edited by joe7
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1 hour ago, joe7 said:
2 hours ago, Diablero said:

Storia come queste purtroppo non ce ne saranno più. Il massimo sarebbe celebrarle, RISPETTARLE come meritano, senza retcon, senza "aggiustamenti", e fare il Tex migliore possibile con gli autori che si hanno, senza cadere nelle trappole dei punti 1-2 che ho citato...

 

Accontentiamoci della minestra che passa il suddetto convento.

 

Che a volte non è assolutamente disprezzabile.

 

Ho inveito parecchio contro autori che considero totalmente inadatti a Tex, anche nelle loro storie "migliori" (fra virgolette, migliori in generale ma non per Tex) come Nolitta e Nizzi. O Faraci e Recchioni. Ma se mi lamento che ci sono autori "inadatti" a Tex, è perchè ho visto autori ADATTI. (Altrimenti non starei a fare differenze, direi "chiudete Tex che tanto farà sempre schifo". Che mi sembra un po' la tua posizione estremista...  :P )

 

Insomma, se mi lamento di cose tipo Fuga da Anderville non è perchè "non è GL Bonelli": se lo pensassi, non dovrei lamentarmi, dovrei semplicemente smettere di leggere i Tex non di GL Bonelli. Se mi lamento... è perchè ho letto "Il passato di Carson", o anche "Oklahoma", o anche "Verso l'Oregon", e quindi ho "le prove" diciamo che UN TEX DOPO GL BONELLI È POSSIBILE. Barcamenandosi certo fra quei due estremi che ho citato (e Boselli recentemente mi pare deragliare pericolosamente verso l'estremo di un Tex irriconoscibile e pieno di retcon), certo. Ma se ci sono riusciti finora almeno una volta in TRE... vuol dire che è possibile.

 

Magari è difficile: Manfredi dopo alcune buone prove non c'è più riuscito, forse perchè troppo "particolare" come autore, o forse per un suo calo generale nella scrittura. Secondo me anche Berardi non sarebbe riuscito a ripetersi a lungo senza deragliare (vedi Julia), per gli stessi motivi. 

 

Ma possibile che sia tanto difficile scrivere un Tex sì "personale" e con le proprie caratteristiche, il proprio stile e le proprie idiosincrasie... ma che sia riconoscibile come "Tex" e che rispetti quello che c'è stato prima?

 

Però basta con queste geremiadi, non voglio che anche questo thread diventi il solito thread di commenti sulle storie nuove: perchè non ci concentriamo di più a parlare delle qualità di QUESTA storia? (sì, lo so, ho deragliato anch'io, mea culpa...)

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<span style="color:red">9 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Che a volte non è assolutamente disprezzabile.

 

Ho inveito parecchio contro autori che considero totalmente inadatti a Tex, anche nelle loro storie "migliori" (fra virgolette, migliori in generale ma non per Tex) come Nolitta e Nizzi. O Faraci e Recchioni. Ma se mi lamento che ci sono autori "inadatti" a Tex, è perchè ho visto autori ADATTI. (Altrimenti non starei a fare differenze, direi "chiudete Tex che tanto farà sempre schifo". Che mi sembra un po' la tua posizione estremista...  :P )

 

È vero, sono sembrato estremista: tante storie del dopo GL Bonelli mi sono piaciute, come gli Invincibili, il Passato di Carson, Gli assassini, e tanti altri. Ma quando non ne leggo molti di questi ultimamente è facile pensare che non si riesca più a fare un buon Tex. Io spero sempre che salti fuori una buona storia.

 

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Diablero dice:

Insomma, se mi lamento di cose tipo Fuga da Anderville non è perchè "non è GL Bonelli": se lo pensassi, non dovrei lamentarmi, dovrei semplicemente smettere di leggere i Tex non di GL Bonelli. Se mi lamento... è perchè ho letto "Il passato di Carson", o anche "Oklahoma", o anche "Verso l'Oregon", e quindi ho "le prove" diciamo che UN TEX DOPO GL BONELLI È POSSIBILE.

 

Infatti ci sono stati, se si criticano le storie è proprio perché si spera che quel tipo di buone storie possa ritornare.

 

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Diablero dice:

Barcamenandosi certo fra quei due estremi che ho citato (e Boselli recentemente mi pare deragliare pericolosamente verso l'estremo di un Tex irriconoscibile e pieno di retcon), certo. Ma se ci sono riusciti finora almeno una volta in TRE... vuol dire che è possibile.

 

Magari è difficile: Manfredi dopo alcune buone prove non c'è più riuscito, forse perchè troppo "particolare" come autore, o forse per un suo calo generale nella scrittura.

 

Manfredi non riesco ancora ad inquadrarlo. Comunque credo che Tex non fosse nelle sue corde.

 

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Diablero dice:

Secondo me anche Berardi non sarebbe riuscito a ripetersi a lungo senza deragliare (vedi Julia), per gli stessi motivi. 

 

Oklahoma era fatto bene, ma nei dialoghi e nelle situazioni mi ha ricordato diverse volte l'atmosfera di Ken Parker.

 

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Diablero dice:

 perchè non ci concentriamo di più a parlare delle qualità di QUESTA storia? (sì, lo so, ho deragliato anch'io, mea culpa...)

 

Giusto: per esempio, questa è forse l'unica storia di Tex che parla di "Hole in the wall", il famoso "buco nel muro", che fu il rifugio di Butch Cassidy, Sundance Kid e Kid Curry, quelli del Mucchio Selvaggio. Se no, qualcuno mi corregga.

 

Inoltre, c'è la scena di Kit Carson che si trova col cavallo azzoppato, cosa che peggiora la situazione. Vedo però che non gli sparano, come è la prassi: forse per non impressionare la bambina? Alla quale Tex è costretto anche a mentire dicendo che suo padre è vivo. Sono sottintesi che si notano solo se si fa attenzione.

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4 hours ago, joe7 said:

Inoltre, c'è la scena di Kit Carson che si trova col cavallo azzoppato, cosa che peggiora la situazione. Vedo però che non gli sparano, come è la prassi: forse per non impressionare la bambina?

Per non segnalare agli Apaches la loro posizione.

4 hours ago, joe7 said:

questa è forse l'unica storia di Tex che parla di "Hole in the wall", il famoso "buco nel muro", che fu il rifugio di Butch Cassidy, Sundance Kid e Kid Curry, quelli del Mucchio Selvaggio. Se no, qualcuno mi corregga.

Tex affronta Butch Cassidy e Sundance Kid e la loro banda nei numeri 60-61, e in diverse altre storie citano il "buco nel muro" nei dialoghi, ma non mi pare ci abbiano mai ambientato una storia (nemmeno in questa, credo sia un buco omonimo...  :lol: )

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Diablero dice:

Per non segnalare agli Apaches la loro posizione.

 

Questa spiegazione è più logica, in effetti.

 

<span style="color:red">3 ore fa</span>, Diablero dice:

Tex affronta Butch Cassidy e Sundance Kid e la loro banda nei numeri 60-61, e in diverse altre storie citano il "buco nel muro" nei dialoghi, ma non mi pare ci abbiano mai ambientato una storia (nemmeno in questa, credo sia un buco omonimo...  :lol: )

 

Infatti mi pare che non parlino del "Buco nel muro" nei numeri dove compaiono Butch e Sundance. Si trattava di una storia di inseguimento ai criminali, non di un piano per stanarli nel loro rifugio. L'unica volta in cui è stato citato quel contesto è nella Storia del West, "Vento caldo", il numero 70. E comunque Butch e Sundance lì fanno solo una comparsata, anche se ad effetto. 

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Ho verificato nel volume "tuttoBonelli 1941-1979", in una nota a pagina 95 si dice che in questa storia Galep viene chinato "in gran parte" da Raffaele Cormio. Però non mi convince che sia solo questo. Per gran parte della serie Pueblo le matite di Galep erano chinate da Francesco Gamba e da Cormio. Qui le chine di Gamba non si notano (almeno, io non le noto) ma possibile che abbia "saltato una storia" in un lavoro regolare come quello di disegnare 80 strisce settimanali? Penso più probabile che per tutta la serie Galep, Gamba e Cormio abbiano collaborato, facendo chine o matite in base alla necessità, e qui Gamba abbia fatto delle matite chinate da Galep o Cormio.

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<span style="color:red">11 ore fa</span>, Diablero dice:

Penso più probabile che per tutta la serie Galep, Gamba e Cormio abbiano collaborato, facendo chine o matite in base alla necessità, e qui Gamba abbia fatto delle matite chinate da Galep o Cormio.

Credo che sia proprio così. Durante la collaborazione del periodo, presumibilmente non c'erano delle "gerarchie fisse" e il ruolo di inchiostratore e matitista veniva scambiato alla bisogna.

Ciò lo si nota sopratutto nella differenzazione di stile delle chine, molto più dettagliate e cariche di tratteggi e panneggio quelle di Galep, mentre sotto questo aspetto Gamba era più basilare. Diventa difficile però a volte distinguere le mani anche all'interno della stessa storia e ciò avvalora la tua tesi che i ruoli erano variabili a secondo delle necessità e dei ritardi da dover recuperare.

 

Purtroppo non sempre l'esito complessivo era eccellente ed è un vero peccato, visto che Galep, a mio avviso, attraversava il periodo di miglior forma grafica e queste collaborazioni figlie della fretta, lo penalizzavano oltremodo nella qualità.

 

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