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TWF - Tex Willer Forum

Cosa Vi Manca Di Pi? Del Vecchio Caro Tex?


Cheyenne
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Cosa vi manca, se vi manca qualcosa, nel Tex degli ultimi anni?  

29 utenti hanno votato

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Beh, la 3 dice le stesse cose della 1, in pratica :DComunque preciso ancora una volta: la 2 non vuole mica dire che le vecchie storie non siano bellissime stupende ecc. Vuole dire che il mondo va avanti, e che anche se Michelangelo rimane un genio supremo, non posso arrabbiarmi se oggi un Pistoletto o un Kounellis non mi dipingono madonne e cristi - è questo (rapportato a Tex) che le vecchie mummie non capiscono :)

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Poi Thazay tu parli di personaggio già evoluto all'inizio ma non è così. Bonelli scrisse le storie di Tex, quelle che citi tu, le prime strisce, senza farsi tanti problemi autoriali. Era un personaggio non tanto diverso da altri come Kociss oppure Hondo. Tex è evoluto man mano negli anni.

Attenzione, ho usato "evoluto" tra virgolette, nel senso che Tex aveva già in embrione tutte le caratteristiche fondamentali, non nel senso di "compiuto"....... so perfettamente che le prime avventure, fino a "Il tranello" ed alla formazione definitiva dei 4 pards, erano ancora esplorative sotto molti punti di vista.
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Non puoi pretendere di affermare sembra ombra di dubbio che Tex è nato già adulto e pensare di avere per forza ragione. Perfino GLB ha sempre asserito che le prime storie di Tex sono nate così senza pensare a come si sarebbe evoluto il personaggio perchè a quei tempi neanche sapeva se Tex avrebbe avuto un futuro.

E cosa c'entra, scusa? Se GLB ha avuto il genio, il talento e l'abilità di confezionare un personaggio già "centrato" e avanti rispetto ai tempi, cosa cambia se la cosa era stata o meno pianificata a tavolino?Mica tutti gli attaccanti che prendono l'incrocio dei pali hanno voluto per forza tirare l'.... sta di fatto che c'è chi ci riesce (anche senza mirare) e chi, pur prendendo la mira, non ci riesce in dieci tentativi...... a buon intenditor, poche parole.
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Ma allo stesso modo, personalmente, trovo inutile il processo di "beatificazione" di GLB per cui lui era un genio e gli autori odierni delle "pippe".

Ma che stai a d'? >:azz: a) qui si parla di quello che è l'argomento "naturale" della discussione, ossia di cosa ci manca (se ci manca) del vecchio Tex, quindi è persino ovvio che il tono sia retrospettivo o nostalgico (almeno, per coloro ai quali qualcosa manca);b ) non mi permetto di dare della "pippa" a nessuno, sia chiaro, nemmeno come sottinteso o tra le righe, n° penso che "La corona dei sette smeraldi" o "Avventura a Cedar Mines" siano migliori de "Gli invincibili" solo perchè c'è la firma di Bonelli, o perchè Tex è costantemente al centro della narrazione.
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Mi sbaglio, o alcuni stanno cercando di comporre l'equazione Tex del passato = storielline semplici e disimpegnate = scarsa attenzione alla caratterizzazione dei personaggi = lettore ingenuo/poco esigente --------- Tex odierno = originalità = attenzione ai dettagli = intrecci più maturi = lettore adulto/più esigente?

Boh, di certo non sono io - non a caso "Braccato" e "L'inseguimento" sono storielle per bambini di 5 anni uscite molto di recente.

No, io quel che dico è sempre che:
1) i lettori odierni (o forse solo quelli dei forum) sono dei gran pippaioli che fanno l'autopsia alle singole vignette;
2) le vecchie mummie alla "Baci e spari" vivono in un tempo anacronistico, morto e sepolto, e pretendono che il mondo non si evolva e rimanga allo stato di mummia - come loro, insomma;
3) che se i capolavori di Bonelli o Nizzi o Boselli uscissero oggi, nessuno li considererebbe tali: e per forza, oggi facciamo le autopsie e giochiamo a fare i "grandi critici" (con effetti, per esempio nel campo del disegno, quasi sempre ridicoli), mica pensiamo a goderci le storie.

Quoto, ma solo la 3.
Vorrei contribuire a sfatare anche quest'altro "mito".

Il fatto che una storia venga analizzata e sminuzzata in modo capillare, è quasi sempre sintomo di affezione ed attaccamento al personaggio, e io - come autore - lo decodificherei sempre in chiave estremamente positiva.
Il piacere della lettura non ha alcunch? di comune con questo processo, che viene dopo, e sta al "Tex" come le chiacchiere davanti alla moviola e le critiche alla squadra del cuore, stanno alla partita "vissuta" e tifata allo stadio.
Come molti sanno, grandi capolavori di Tex presterebbero il fianco a facili accuse: "Il giuramento" nasce da un grande equivoco di fondo, ossia l'apparente raffreddamento di una pista di vendetta che Tex avrebbe lasciato inaridirsi per anni; "Tra due bandiere" è piena di incongruenze storiche, nonchè interne alla saga di Tex; "Il grande intrigo" vede Tex in posizione passiva, se non addirittura assente, per gran parte delle tavole, e un po' "piccione" al principio.
Trovare delle incongruenze, dei difetti, delle curiosità in una storia non vuol dire svalutarla o sfatarne il mito, sempre che l'emozione e il divertimento abbattano e travolgano i suddetti difetti; viceversa, se Tex non fa emozionare n° divertire, o fa addirittura sbadigliare, restano poi solo difetti, incongruenze, ecc. ecc..... ed è tutto un altro discorso, ovviamente!
Per il capitolo disegni, vale lo stesso ragionamento: se il lettore non entra in "empatia" con la storia, non trova un disegno chiaro, caldo, emozionante, coinvolgente...... o riscontra un Tex male interpretato........ che il suddetto disegno sia tecnicamente perfetto o ricco di virtuosismi ad un'analisi a posteriori, cosa conta?

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Per il capitolo disegni, vale lo stesso ragionamento: se il lettore non entra in "empatia" con la storia, non trova un disegno chiaro, caldo, emozionante, coinvolgente...... o riscontra un Tex male interpretato........ che il suddetto disegno sia tecnicamente perfetto o ricco di virtuosismi ad un'analisi a posteriori, cosa conta?

Niente, sono d'accordissimo!Il problema viene dopo, quando il suddetto lettore si sente in dovere di scrivere "eccelsi pezzi" di "critica d'arte" - e se be leggono di certe: a me per esempio è rimasto impresso quello sullo stile di Galep su Baci e Spari :D
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Trovare delle incongruenze, dei difetti, delle curiosità in una storia non vuol dire svalutarla o sfatarne il mito, sempre che l'emozione e il divertimento abbattano e travolgano i suddetti difetti; viceversa, se Tex non fa emozionare n° divertire, o fa addirittura sbadigliare, restano poi solo difetti, incongruenze, ecc. ecc..... ed è tutto un altro discorso, ovviamente!

Quel che mi lascia perplesso sta proprio in questa parte del discorso che ti ho riportato.

Perchè a leggere buona parte dei tuoi interventi, e di alcuni altri, sembra, correggimi se sbaglio, che si applicano due pesi e due misure.
Le storie di GLB sono commentate come è giusto che sia, ricordandole per il loro valore e senza andare a sezionarle o a trovare il pelo nell'uovo. Metodo, anche secondo me, correttissimo.
Il discorso cambia quando l'autore è un altro, allora si cerca il pelo nell'uovo e, cito le tue parole, "Tex non fa emozionare n° divertire, o fa addirittura sbadigliare".
Anche per bellissime storie come, ad esempio "Gli invincibili" si trovano dei difetti, non potendo dire alcunch? sulla storia la si accusa, cito sempre una tua frase, che "Tex non è il perno della narrazione".
Allora mi domando, per "Gli invincibili" questo sarebbe un problema, mentre per "Il grande intrigo" anche se vede "Tex in posizione passiva, se non addirittura assente, per gran parte delle tavole, e un po' "piccione" al principio" questo non è un problema.
E' questo che non capisco, come basta cambiare l'autore e certe cose non vengono più notate.
Per me "Il grande intrigo" è una SIGNORA STORIA senza se e senza ma.
Detto questo anche "Gli invincibili" lo ?, senza se e senza ma.

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Anche per bellissime storie come, ad esempio "Gli invincibili" si trovano dei difetti, non potendo dire alcunch? sulla storia la si accusa, cito sempre una tua frase, che "Tex non è il perno della narrazione". Allora mi domando, per "Gli invincibili" questo sarebbe un problema, mentre per "Il grande intrigo" anche se vede "Tex in posizione passiva, se non addirittura assente, per gran parte delle tavole, e un po' "piccione" al principio" questo non è un problema. E' questo che non capisco, come basta cambiare l'autore e certe cose non vengono più notate. Per me "Il grande intrigo" è una SIGNORA STORIA senza se e senza ma. Detto questo anche "Gli invincibili" lo ?, senza se e senza ma.

E' tutto perfettamente coerente, invece. Anche ne "Il figlio di Mefisto" Tex non compare per un sacco di pagine, ma Tex resta sempre il fulcro, il "centro dell'universo", il motore della narrazione. Mefisto è il nemico per eccellenza di Tex, la sua nemesi: senza esaltare e descrivere il suo odio per Tex, la trasmissione dello stesso a Yama, ecc. l'avventura tutta ne sarebbe risultata depauperata. Ne "Il grande intrigo" i pochi momenti in cui Tex è sulla scena sono esaltanti (vedasi scena in cui viene rinchiuso nella piccola cella buia), e comunque tutta la narrazione ruota attorno al piano dei villains, che consiste nell'eliminazione fisica/morale di Tex, nella creazione di un "mondo senza Tex", e l'assenza dello stesso dalla scena è esattamente funzionale a dipingere questo quadro terrificante per il lettore: un mondo senza Tex, una riserva navajo allo sbando, una condanna ingiusta. Ma, in tal caso, il "vuoto" esalta i "pieni": esalta, in particolare, la figura ed il ruolo dei pards, preparando il terreno alla rivincita di Tex, che deflagra nella parte finale. Ne "Gli invincibili" c'è una storia che parte e si sviluppa completamente senza Tex, che nulla ha a che vedere con il mondo di Tex, e che quindi si incrocia e si fonde con le vicende texiane. La storia degli "Invincibili" potrebbe essere messa in piedi senza Tex (o con un qualsiasi "Pincopallo" al posto di Tex), e non sarebbe così sminuita come le altre due. La stessa cosa la si può riscontrare in altri casi più recenti ("Caccia infernale", ad esempio). Ora, non che questo sia un problema, laddove costituisca un saltuario diversivo; ma moltiplicate per "n" volte questo modo di scrivere Tex, e capirete che questa non diviene una semplice incongruenza o un difetto come un altro, bensì una scelta di campo ed una cifra stilistica. E non l'ha detto Tahzay, che non capisce nulla e non conta niente: l'ha detto, in tempi non sospetti, tal Claudio Nizzi, che qualcosina ha contato, nella storia del personaggio. E l'ha detto, senza "se" e senza "ma".
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Beh, perchè una storia sia texiana non è necessario che Tex cavalchi in ogni pagina. N° che azzecchi ogni mossa, n° che colpisca ogni bersaglio e tanto meno che si mostri sempre infallibile in tutto e per tutto. Ne "Il grande intrigo" l'iniziale piccionaggine del Nostro permette lo sviluppo di una grandissima storia. Tex doveva pur finire dentro, e non lo si poteva certo arrestare sulla base di un'antipatia a pelle da parte dello sceriffo. E' vero che essendo chiuso in un penitenziario ha dovuto necessariamente rimanere defilato lasciando a Carson gran parte dell'iniziativa, ma una storia con Carson è una storia texiana, mica carsoniana!

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Rieccoci acc?!
Nei Vs commenti sta tutto il senso di questa discussione.
Tex è il Dominus di questa serie. Ciò non vuol dire che debba essere presente in quasi ogni pagina. Al contrario può anche non vedersi per diverse pagine come nella storia citata: Il grande intrigo. Ma tutta quella storia, però ruota intorno a lui. Per parafrasare la dossologia liturgica della Chiesa, le storie di Tex sono "per Tex, in Tex e con Tex". Tex Willer è il fulcro su cui ruota tutto il resto e senza questo fulcro tutto viene meno.
Dove sta la differenza tra due belle storie come Il grande intrigo e Gli invincibili.
Non sono differenze di gusti, che vanno accettati nel rispetto di chi li manifesta.
Non si tratta nemmeno di fare una discriminazione tra giusto e sbagliato o tra santificare GLB e demonizzare gli altri autori.
La differenza tra le due storie sta nel fatto che mentre la prima non avrebbe senso senza la presenza più o meno visibile non importa di Tex, la seconda è una storia che avrebbe potuto avere un Ken Parker o un Magico Vento o un Judas o un qualsiasi personaggio de La storia del West al posto di Tex, e la storia non ne avrebbe risentito ne in senso positivo ne in senso negativo.
Per riprendere le affermazioni di Nizzi e per rispondere alla domanda del post, dico che il rischio che si sta correndo non è tanto nell'avere nostalgia del linguaggio gianluigibonelliano, o delle tematiche sociali di Nolitta, o dell'ironia di Nizzi, o dell'epicit? di GLB e delle prime storie di Boselli.
Il rischio è che manchi Tex!
Attenzione quindi: accettiamo il fatto che ogni autore scrive Tex come gli è più congegnale, che non possiamo forzare gli autori a scimmiottare chi li ha preceduti, perchè ciascuno di loro ha le sue caratteristiche ed è meglio che esprima le sue potenzialità nel modo che gli è più consono. Accettiamo le nuove tecniche di sceneggiatura e di scrittura. Accettiamo tutto.
Ma non possiamo accettare che Tex subisca la regressione di diventare collaterale e se ne perda la centralit?.
Perchè così facendo non si perde solo la centralit? del protagonista. Si perde proprio il Dominus. Colui che è sopravvissuto per 65 anni a tanti cambiamenti, vicende, persone.
Non mettiamo in pericolo e in gioco Tex.
E non si tratta solo di avere un timore; è anche probabilmente una questione di onest? intellettuale, di correttezza professionale e deontologica. Infatti sarebbe troppo facile servirsi di uno strumento così conosciuto, diffuso e strutturato come Tex per scrivere altro che non sia Tex. La tentazione di farlo è certamente naturale, umana, ma cedergli può essere irreversibilmente deleterio, oltre che scorretto verso chi lo ha creato e verso chi lo ha accompagnato (pur nella diversit? di stile e di capacità) lo ha portato fino a noi oggi.
Dunque avanti con le novità, ma nel rispetto da parte di tutti dell'elemento essenziale.

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Ma non possiamo accettare che Tex subisca la regressione di diventare collaterale e se ne perda la centralit?. Perchè così facendo non si perde solo la centralit? del protagonista. Si perde proprio il Dominus. Colui che è sopravvissuto per 65 anni a tanti cambiamenti, vicende, persone. Non mettiamo in pericolo e in gioco Tex. E non si tratta solo di avere un timore; è anche probabilmente una questione di onest? intellettuale, di correttezza professionale e deontologica. Infatti sarebbe troppo facile servirsi di uno strumento così conosciuto, diffuso e strutturato come Tex per scrivere altro che non sia Tex. La tentazione di farlo è certamente naturale, umana, ma cedergli può essere irreversibilmente deleterio, oltre che scorretto verso chi lo ha creato e verso chi lo ha accompagnato (pur nella diversit? di stile e di capacità) lo ha portato fino a noi oggi.

Scusa Ted, ma secondo te davvero in SBE c'è qualcuno così pazzo, autolesionista, candidato al suicidio da volersi giocare il cavallo di razza della Casa Editrice, il gioiello più prezioso, quello che quasi da solo manda avanti baracca e burattini?Non credo proprio - senn° vorrebbe dire che sono tutti da ricovero in ospedale psichiatrico, e non credo affatto che sia così!Quindi, sinceramente, il tuo mi sembra un allarmismo quantomeno eccessivo :)
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Sembrer? blasfemo, ma... che cosa mi manca del Tex di GLB? Poco o nulla. Bene, se non siete già corsi a insaponare la corda, calmate i bollenti spiriti che mo' vi spiego. :DIl Tex di GLB ha caratteristiche uniche che già sono state sviscerate senza doverle ripetere anche in questa sede: si tratta di un caso molto simile al Dyd di Tiziano Sclavi, una pregnanza autore-personaggio di tale portata da rendere difficile per chiunque la possibilità di imitarla. Fortunatamente, per rimanere in tema, l'alchimia di Tex è meno peculiarmente legata alle minime sfaccettature e nevrosi del creatore come invece accade per Dyd, sicch? diventa più agevole emularla anche per altri autori. Vedere il caso di Nizzi: il suo Tex è altro da quello GLBonelliano, ma inevitabilmente ha un sapore similare. Per Boselli, avendolo conosciuto di persona, posso dire che il caso è ancora più strano: parla e pensa (nei limiti del possibile, ovvio :trapper: ) un po' come il Tex di GLB, sebbene nelle sue storie di tale modello comportamentale non si possa ritrovare molto; e anche quando lo si ritrova, è evidente che si tratta di un'imitazione, per quanto buona. A me il Tex di GLB piace; e molto. Forse per certi aspetti mi è più vicino il Tex di Nizzi, più guascone e autoironico; ma il Tex GLBonelliano nella mia mente è L'EROE per eccellenza. Perfino più di Achille, più di Ettore, Odisseo, Aiace, Arjuna e mille altri personaggi che mi sono ovviamente cari per motivi di studio e lavorativi. Non amo troppo scrivere di eroi tutti d'un pezzo, ma quando l'ho fatto, recentemente, il personaggio aveva qualcosa dell'impenetrabilità tipica del Tex di GLBonelli. Che era, a tutti gli effetti, un dominus, per usare il bel termine adoperato qui sopra dall'utente Ted Hawkins. Tuttavia, so riconoscere quando un modello letterario appartiene ormai a un altro tempo. Mi entusiasmo moltissimo a leggere l'Odissea e il Mahabharata, ma riesco anche ad apprezzare l'Inamoramento de Orlando o la Gerusalemme liberata, che pure sono tutt'altra cosa, n° mi straccio le vesti se oggi si scrive tutt'altro. Quando un autore come Tito Faraci (che pure apprezzo tanto umanamente quanto per le sue storie di Tex e per i suoi capolavori disneyani) dichiara in un'intervista che "Tex non ama la violenza e la usa solo come mezzo per la giustizia", evidentemente siamo finiti altrove. In GLB la violenza ha un altissimo valore ludico e vedere Tex pestare a sangue dei gaglioffi (magari con i deliziosamente comici commenti di Carson) o venire coinvolto in splendide megarisse in cui, fra una battuta e l'altra, si radono al suolo locali interi era parte cospicua del divertimento. Non che GLB fosse un autore che puntava al divertimento grasso, ma aveva una concezione peculiare (e anche passata) della violenza narrativa. Basti vedere storie come "Sulle piste del nord", "San Francisco" e "Il laccio nero": che cosa sarebbero senza interrogatori a scazzottate e risse varie, descritte con insistito divertimento?Come dicevo, so riconoscere i cambiamenti dei tempi e sono in grado di apprezzare anche le simpatiche storie di Tito Faraci (tanto per fare un esempio a caso, non di certo l'unico possibile. Se mi stai leggendo, spero che comprenderai, Tito! ;) ) pur se in esse la violenza viene considerata un male necessario. Per GLB la violenza era necessaria, ma di certo non un male; era uno strumento, usato senza compiacimento, ma con una notevole componente goliardica. Tutto il contrario delle "sparatorie tanto per" giustamente stigmatizzate da Cheyenne pagine addietro. Non pretendo quindi che gli autori di oggi ripropongano artificialmente alcuni stilemi studiati a tavolino; mi basta (ma non è di certo poco) che si leggano GLB, lo assimilino e poi ci offrano il "loro" Tex, che per quanto "loro" non deve però contraddire l'originale. Di GLB non manca qualcosa in particolare, ma tutto il suo spirito che, per ovvie ragioni, nessun altro può possedere intero. A me però non manca affatto: se mi viene nostalgia, riprendo una sua storia ed ecco, tutto è l' dove dovrebbe essere, e il rimpianto mi passa subito. Ecco perchè GLB non mi manca: perchè c'è ancora. Che gli autori attuali proseguano sulla strada tracciata anni fa, innovandola un poco, riscoprendo caratteristiche andate perdute; perchè è solo così che un mito sopravvive, non mummificato, ma vivo. Perchè, diamine, l'autore GLB (l'uomo non lo giudico n° posso giudicarlo) era l'icona stessa della vitalit?!

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Ma non possiamo accettare che Tex subisca la regressione di diventare collaterale e se ne perda la centralit?. Perchè così facendo non si perde solo la centralit? del protagonista. Si perde proprio il Dominus. Colui che è sopravvissuto per 65 anni a tanti cambiamenti, vicende, persone. Non mettiamo in pericolo e in gioco Tex. E non si tratta solo di avere un timore; è anche probabilmente una questione di onest? intellettuale, di correttezza professionale e deontologica. Infatti sarebbe troppo facile servirsi di uno strumento così conosciuto, diffuso e strutturato come Tex per scrivere altro che non sia Tex. La tentazione di farlo è certamente naturale, umana, ma cedergli può essere irreversibilmente deleterio, oltre che scorretto verso chi lo ha creato e verso chi lo ha accompagnato (pur nella diversit? di stile e di capacità) lo ha portato fino a noi oggi. Dunque avanti con le novità, ma nel rispetto da parte di tutti dell'elemento essenziale.

IO credo che nessuno si serva del personaggio Tex per scrivere altro e assecondare il proprio personalismo (tesi peraltro che portava avanti lo stesso Nizzi). Credo invece che un autore abbia portato in Tex i temi a lui più cari, il proprio modo di scrivere, la propria "poetica" e così facendo, pur riducendo la centralit? di Tex (tanto che, come ben scrivi tu, se non ci fosse Tex la storia non ne risentirebbe), ha a mio parere dato maggior valore all'intera serie. Io non credo che la centralit? di Tex debba essere un dogma. Se anzi a Tex affianchi personaggi di forte caratterizzazione, non fai altro che arricchire la saga. A chi può interessare il Tex che malmena l'avversario di turno, avversario di cui peraltro si conoscono vita morte e miracoli e se ne conosce anche lo scontatissimo destino?Io vorrei leggere tutti i mesi storie come Gli Invincibili o Colorado Belle. Il reverendo preoccupato per la sorella che si mette in gioco nel West e si confronta con un mondo che non gli appartiene è una figura secondo me altissima: quale sarà il suo destino? Riuscir? a ritrovare sua sorella? Sopravviver?? E sua sorella, è ancora viva? Non mi ripeto poi su Shane, il comprimario più grande. Sono queste le domande che voglio pormi mentre leggo Tex. Voglio entrare in sintonia con un personaggio e stare in apprensione (ed essere curioso) per il suo destino, di cui non riesco ad immaginare nulla. Questa è la cifra di Boselli che più mi affascina. Che piega prender? la storia? Come andr? a finire per questo o quel personaggio? Che farà Glenn Corbett una volta fuggito? Avvertir? le autorit? o si infischier? dei propri compagni di sventura? Queste domande voglio pormi. Il Tex di Nizzi e GlB, divertenti quanto si vuole, queste domande non me le hanno mai fatte porre. La strada era segnata, il destino degli antagonisti pure. Preferisco il nuovo Tex.
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Il discorso di Leo lo condivido in quanto il fumetto evolve e i nuovi autori devono tracciare nuovi modi di scrivere Tex. Altri come Ted e Cheyenne che voglio un Tex più al centro dell'azione non hanno torto ma secondo me sbagliamo un po' tutti. Mi spiego: le storie vanno prese singolarmente (ricordando che sono state fatte per intrattenerci e si scrive per passione) e penso che ogni mese esca un albo che accontenter? qualcuno e scontenter? un altro ma in linea di massima la strada è quella giusta. Certo io vorrei magari che Tex faccia qualche viaggio stile Zagor e spero tanto che Boselli opti per questa scelta ma qua si entra nei gusti personali. Per rispondere ancora a Leo: è vero che nel Tex Bonelliano era tutto chiaro e l'azione si svolgeva come da copione però che proprietà di linguaggio, che pathos, che stile aveva Pap? Bonelli!!! Non ne nascono più di autori così. Ovvio che Nizzi ha il suo stile, Boselli ama le trame complicate e ricche di personaggi, Nolitta aveva quel suo modo di presentarci un Tex molto alternativo (pur manentendone i crismi dell'eroe e del "canone") e autori nuovi come Faraci stanno macinando buone storie e sono fiducioso più che mai sul futuro di Tex, come dissi altrove. E aspettiamoci Yama ragazzi. Secondo me le buone storie ci saranno. Poi ci saranno le brevi storie del Color (finalmente si sono decisi dopo anni!!) i Maxi probabilmente avranno una piccola rivoluzione con più storie, magari di autori nuovi. Insomma, dopo 65 anni è un miracolo che ci siano ancora idee e voglia di fare.

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In realtà più ancora di un Tex al centro dell'azione a me preme un Tex al centro della storia. Protagonista, più che onnipresente. Sembra la stessa cosa, ma non lo ?, e la già citata "Il grande intrigo" credo che sia paradigmatica per mostrare la differenza tra i due concetti. Ciò che conta, soprattutto, è che Tex, pur evolvendo, non perda nessuno di quei tratti caratteristici che fanno sè che lui sia Tex e non, ad esempio, Mr. No. Ma questo non significa che in ogni tavola con lui presente ci debba essere un "Tizzone d'inferno!", una bistecca o una dose di pemmicam, oppure una sparatoria con ogni proiettile a bersaglio! A volte ciò che guasta non è tanto quello che manca quanto piuttosto quello che c'è. Se quello che c'è è un Tex eccessivamente meditativo - attenzione! non ho detto "riflessivo"! - un Tex più filosofo o psicologo che d'azione, un Tex più legalitario che giusto, può essere pure presente e centrale in ogni pagina, ma non può soddisfarmi pienamente. Al di l' che la storia sia di primissima qualità, e ce ne sono state davvero tante.

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Io vorrei leggere tutti i mesi storie come Gli Invincibili o Colorado Belle. Il reverendo preoccupato per la sorella che si mette in gioco nel West e si confronta con un mondo che non gli appartiene è una figura secondo me altissima: quale sarà il suo destino? Riuscir? a ritrovare sua sorella? Sopravviver?? E sua sorella, è ancora viva? Non mi ripeto poi su Shane, il comprimario più grande. Sono queste le domande che voglio pormi mentre leggo Tex. Voglio entrare in sintonia con un personaggio e stare in apprensione (ed essere curioso) per il suo destino, di cui non riesco ad immaginare nulla. Questa è la cifra di Boselli che più mi affascina. Che piega prender? la storia? Come andr? a finire per questo o quel personaggio? Che farà Glenn Corbett una volta fuggito? Avvertir? le autorit? o si infischier? dei propri compagni di sventura? Queste domande voglio pormi. Il Tex di Nizzi e GlB, divertenti quanto si vuole, queste domande non me le hanno mai fatte porre. La strada era segnata, il destino degli antagonisti pure. Preferisco il nuovo Tex.

Io invece no!Se devo leggere storie con un Tex relegato a un comprimario qualunque, allora preferisco di gran lunga il Tex di G. L. Bonelli e di Nizzi. Non me ne puo' fregare di meno del destino di un personaggio quando Tex ha un ruolo da "guest star". Sulla centralita' di Tex nelle storie mi sono espresso piu' volte in passato e rimango sempre della stessa idea. Le storie e i personaggi devono ruotare attorno a lui (e i pards). Cos'altro mi manca del vecchio Tex?mi mancano quando i cattivi erano cattivi. Ultimamente vi e' la moda della redenzione. Molti personaggi, inizialmente descritti come canaglie si sono rivelati poi dei santi. Ogni tanto il "grigio" non guasta, ma quando viene usato con moderazione.
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Per rispondere ancora a Leo: è vero che nel Tex Bonelliano era tutto chiaro e l'azione si svolgeva come da copione però che proprietà di linguaggio, che pathos, che stile aveva Pap? Bonelli!!! Non ne nascono più di autori così.

Ma infatti nessuno lo mette in dubbio. In un precedente post, ho scritto che mi manca il linguaggio di GlB e soprattutto quello di Nizzi, che preferisco anche a quello del pap? di Tex. Certe scenette nizziane sono memorabili, e credo che in questo Nizzi svetti su tutti.


Se è vero che mi manca quel linguaggio (che nessun autore successivo ha saputo o voluto replicare), è altrettanto vero che comunque preferisco il nuovo Tex. Che non ?, come lo ha definito Anthony, solo una "guest star". Nelle storie di Boselli Tex è sempre protagonista, con la differenza che è affiancato da altre figure umane di grande spessore. Boselli porta nuova umanit? e nuovi destini con cui confrontarsi. L'autore condivide con noi le sue passioni e le sue inclinazioni portando dentro Tex anche il suo mondo e il suo retroterra. E credo che non possa proprio farne a meno. E' lui che scrive Tex, e porta qualcosa di sè, pur nel rispetto del personaggio, che non mi pare sia mai mancato.

Io credo che il Tex d'antan non torner? più perchè autori e tempi sono cambiati. Qualcun altro forse un giorno si riavviciner? a quello stile, ma solo perchè sarà il suo stile, così come quelli che abbiamo oggi scrivono con il loro. Credo che non ci si possa far nulla.

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Ma non possiamo accettare che Tex subisca la regressione di diventare collaterale e se ne perda la centralit?. Perchè così facendo non si perde solo la centralit? del protagonista. Si perde proprio il Dominus. Colui che è sopravvissuto per 65 anni a tanti cambiamenti, vicende, persone. Non mettiamo in pericolo e in gioco Tex. E non si tratta solo di avere un timore; è anche probabilmente una questione di onest? intellettuale, di correttezza professionale e deontologica. Infatti sarebbe troppo facile servirsi di uno strumento così conosciuto, diffuso e strutturato come Tex per scrivere altro che non sia Tex. La tentazione di farlo è certamente naturale, umana, ma cedergli può essere irreversibilmente deleterio, oltre che scorretto verso chi lo ha creato e verso chi lo ha accompagnato (pur nella diversit? di stile e di capacità) lo ha portato fino a noi oggi.

Scusa Ted, ma secondo te davvero in SBE c'è qualcuno così pazzo, autolesionista, candidato al suicidio da volersi giocare il cavallo di razza della Casa Editrice, il gioiello più prezioso, quello che quasi da solo manda avanti baracca e burattini?Non credo proprio - senn° vorrebbe dire che sono tutti da ricovero in ospedale psichiatrico, e non credo affatto che sia così!Quindi, sinceramente, il tuo mi sembra un allarmismo quantomeno eccessivo :)
Non credo che ci sia nessuno così nella SBE, ma questo non elimina i pericoli, perchè spesso nella propria attività come più in generale nella vita, gli errori si commettono involontariamente, ma le conseguenze rimangono eccome anche se uno non voleva, non pensava, non credeva..... ;)
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Ma non possiamo accettare che Tex subisca la regressione di diventare collaterale e se ne perda la centralit?. Perchè così facendo non si perde solo la centralit? del protagonista. Si perde proprio il Dominus. Colui che è sopravvissuto per 65 anni a tanti cambiamenti, vicende, persone. Non mettiamo in pericolo e in gioco Tex. E non si tratta solo di avere un timore; è anche probabilmente una questione di onest? intellettuale, di correttezza professionale e deontologica. Infatti sarebbe troppo facile servirsi di uno strumento così conosciuto, diffuso e strutturato come Tex per scrivere altro che non sia Tex. La tentazione di farlo è certamente naturale, umana, ma cedergli può essere irreversibilmente deleterio, oltre che scorretto verso chi lo ha creato e verso chi lo ha accompagnato (pur nella diversit? di stile e di capacità) lo ha portato fino a noi oggi. Dunque avanti con le novità, ma nel rispetto da parte di tutti dell'elemento essenziale.

IO credo che nessuno si serva del personaggio Tex per scrivere altro e assecondare il proprio personalismo (tesi peraltro che portava avanti lo stesso Nizzi). Credo invece che un autore abbia portato in Tex i temi a lui più cari, il proprio modo di scrivere, la propria "poetica" e così facendo, pur riducendo la centralit? di Tex (tanto che, come ben scrivi tu, se non ci fosse Tex la storia non ne risentirebbe), ha a mio parere dato maggior valore all'intera serie. Io non credo che la centralit? di Tex debba essere un dogma. Se anzi a Tex affianchi personaggi di forte caratterizzazione, non fai altro che arricchire la saga. A chi può interessare il Tex che malmena l'avversario di turno, avversario di cui peraltro si conoscono vita morte e miracoli e se ne conosce anche lo scontatissimo destino?Io vorrei leggere tutti i mesi storie come Gli Invincibili o Colorado Belle. Il reverendo preoccupato per la sorella che si mette in gioco nel West e si confronta con un mondo che non gli appartiene è una figura secondo me altissima: quale sarà il suo destino? Riuscir? a ritrovare sua sorella? Sopravviver?? E sua sorella, è ancora viva? Non mi ripeto poi su Shane, il comprimario più grande. Sono queste le domande che voglio pormi mentre leggo Tex. Voglio entrare in sintonia con un personaggio e stare in apprensione (ed essere curioso) per il suo destino, di cui non riesco ad immaginare nulla. Questa è la cifra di Boselli che più mi affascina. Che piega prender? la storia? Come andr? a finire per questo o quel personaggio? Che farà Glenn Corbett una volta fuggito? Avvertir? le autorit? o si infischier? dei propri compagni di sventura? Queste domande voglio pormi. Il Tex di Nizzi e GlB, divertenti quanto si vuole, queste domande non me le hanno mai fatte porre. La strada era segnata, il destino degli antagonisti pure. Preferisco il nuovo Tex.
La tesi di Nizzi, IMHO, ha un fondo di verità, ma è altrettanto vero che chi la sostiene (lo stesso autore di Fiumalbo) per ovvie ragioni non può essere altrettanto credibile come un osservatore esterno ed imparziale. Portare i temi più cari in Tex e svilupparli è cosa buona e ben fatta; a patto che i temi (anche quelli meglio sviluppati e narrati) siano in funzione di Tex e non viceversa.... Perchè questa ?, per volont? dei suoi creatori la "Collana del Tex" e non la "Collana dell'Avventura, del West e dell'Innovazione"... Dunque storie come Colorado Belle e Gli invincibili mi piacciono e le leggo volentieri; ma ogni tanto, all'interno di una narrazione che non viene meno. Storie come quelle citate sono come le pause all'interno di una melodia: danno ritmo, permettono il cambio di tonalit?, favoriscono introduzioni di strumenti e di stacchi, ma non si sostituiscono alla melodia, altrimenti finisce la musica....
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L'autore condivide con noi le sue passioni e le sue inclinazioni portando dentro Tex anche il suo mondo e il suo retroterra. E credo che non possa proprio farne a meno. E' lui che scrive Tex, e porta qualcosa di sè, pur nel rispetto del personaggio, che non mi pare sia mai mancato.

Va tutto bene, finch? un autore porta - per l'appunto - il suo mondo e il suo retroterra dentro Tex. Va meno bene, se porta Tex dentro il suo mondo ed il suo retroterra.

Che è cosa ben diversa.
Il VERO rispetto del personaggio consiste appunto in questo: rispettare quel che Tex è stato e - nell'ambito di tanto - non rinunciare a proporne una propria interpretazione. Non certo nel renderlo infallibile con la colt o nel fargli mangiare bistecche e patatine.... fosse così semplice, Tex saprebbero scriverlo tutti.

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L'autore condivide con noi le sue passioni e le sue inclinazioni portando dentro Tex anche il suo mondo e il suo retroterra. E credo che non possa proprio farne a meno. E' lui che scrive Tex,  e porta qualcosa di sè, pur nel rispetto del personaggio, che non mi pare sia mai mancato.

Va tutto bene, finch? un autore porta - per l'appunto - il suo mondo e il suo retroterra dentro Tex. Va meno bene, se porta Tex dentro il suo mondo ed il suo retroterra.

Che è cosa ben diversa.
Il VERO rispetto del personaggio consiste appunto in questo: rispettare quel che Tex è stato e - nell'ambito di tanto - non rinunciare a proporne una propria interpretazione. Non certo nel renderlo infallibile con la colt o nel fargli mangiare bistecche e patatine.... fosse così semplice, Tex saprebbero scriverlo tutti.

Ma ragazzi, io non credo proprio che non si rispetti quel che Tex è stato. Il Tex di Boselli è sempre il più duro e il più forte, è sempre dalla parte dei deboli, è dotato di un profondo senso di giustizia. Io credo che il Tex boselliano (ed in generale il Tex dei giorni nostri) sia TEX. E' sempre lui, lo riconosco.


I suoi toni si sono affievoliti, le sue smargiassate sono meno frequenti, ma questi sono aspetti esteriori: il personaggio è maturato, ieri era un giovanotto spaccone e spaccatutto, oggi, dopo tanti anni, riflette un po' di piu'. Ma non mi pare che non sia Tex. Tu dici: rispettare Tex non rinunciando a proporne una personale interpretazione: è proprio quello che fa Boselli. Non possiamo pretendere che il Tex di Borden parli il linguaggio di Nizzi: sono due autori diversissimi, molto lontani nei rispettivi stili, è ovvio che le interpretazioni sono dissimili.

A questo punto è solo questione di gusti: Ted dice che Gli Invincibili e Colorado Belle sono come le pause di una melodia, che sono un momento di spicco ma non la melodia stessa (che addirittura verrebbe meno se le storie fossero tutte così). Io la penso esattamente all'opposto: con Boselli ho respirato, perchè il Tex di Nizzi, che pure mi ha fatto innamorare di Tex e che mai rinnegher?, non aveva davvero più nulla da dire, ed io mi sarei stancato a leggere canovacci sempre uguali, con Tex e Carson in fotocopia a svettare sull'avversario morituro di turno. Quindi parliamo solo di gusti, ma non cerchiamo di spacciarli per elementi oggettivi.

Oggettivamente, Tex è rispettato (eccome) pur nella diversit? di interpretazione (che io nel mio piccolo preferisco)

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Beh, certo, anche una pizza all'ananas o alla nutella è sempre oggettivamente una pizza...... ^_^ ....... però in fondo hai ragione, ognuno ha i suoi gusti, magari è più buona la pizza ai fichi d'india, o al caff?........ peggio per me, che ordino sempre la solita "margherita".
Hasta luego, amigos! ::evvai::

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Va tutto bene, finch? un autore porta - per l'appunto - il suo mondo e il suo retroterra dentro Tex. Va meno bene, se porta Tex dentro il suo mondo ed il suo retroterra. Che è cosa ben diversa. Il VERO rispetto del personaggio consiste appunto in questo: rispettare quel che Tex è stato e - nell'ambito di tanto - non rinunciare a proporne una propria interpretazione. Non certo nel renderlo infallibile con la colt o nel fargli mangiare bistecche e patatine.... fosse così semplice, Tex saprebbero scriverlo tutti.

Attendo ancora un po' a intervenire su tutti i punti sollevati, ma nel frattempo posso dire che Tahzay ha secondo me centrato pienamente il punto. Difficile essere più chiaro e incisivo.
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