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TWF - Tex Willer Forum

Domande A: Claudio Villa


Mister P
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Per Due:tutte le storie che ha disegnato . Un Maestro è sempre un Maestro, anche se amo molto il suo primo Tex, pulito, deciso, preciso ed efficace... Per ymalpas:A Tucson...

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Parlando tra noi utenti del forum una volta avevamo discusso sul seguente fatto:Jim Brandon = il Tex Canadese?Nel corso della discussione ci sono state uscite dove si discuteva sul fatto che la fisionomia è simile, oppure del fatto che Jim, seppur maggiormente più ligio a regolamenti vari, non esita a lasciare da parte la divisa se essa gli impedisce di portare a termine qualcosa che reputa giusto (fatto più ecclatante penso sia quello delle "2 pistole per Jason" #433Cosa ne pensi?

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Penso che lascio agli appassionati lettori il piacere di discutere su tali argomenti... Io cerco con il mio lavoro di dare elementi su cui andare avanti nella discussione... :trapper:

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Claudio, ritornando al discorso Ticci, lui e' un maestro per tutti ed e' una specie di leggenda vivente nella serie di Tex. Pero' non si puo' negare che il "Ticcione" degli ultimi anni e' ben diverso da quello che era un tempo, specie nei volti dei personaggi che disegna. Io questo "diversita" io la intendo come un leggero e anche giusto calo dell'artista piu' apprezzato e imitato del mondo texano. Per te(ho fatto la stessa domanda ai Cestaro)e' uno stile nuovo che il maestro ha voluto intraprendere o un involuzione?

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A mio parere è una evoluzione. La sintesi, la capacità di "dire" tante cose con "poche parole" ( segni in questo caso) è una qualità... La questione si sposta poi su un piano di gusti personali verso un determinato tipo di segno. Ho apprezzato lo sviluppo di Ticci verso un "discorso" sempre più personale: la storia dei "Cheyennes" lo vedeva allungare le facce e smagrire i personaggi. Il suo segno si faceva più incisivo e "puntuto" ( le ombre sotto i cappelli: autentici virtuosismi da polso con i controbaffi... tutte a pennello con un movimento continuo da sinistra a destra senza mai staccare il pennello dalla carta, allegerendo e premendo con maestria per ottenere quelle "lancette"...). poi, nel tempo , si è "sfilacciato" in una maturit? che fa "sentire" la polvere sui vestiti e nell'ambiente: una padronanza che arriva da lontano, da una mole di lavoro enorme, vissuta giorno dopo giorno perchè il difficile in Tex è " fare una tavola al giorno e farla bene", come lui stesso ha detto in un intervista.

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Sicuramente il tuo parere e' piu' professionale rispetto ad un lettore come me.
Ma e' sempre una questione di gusti e il "segno" attuale di Ticci a me non me gusta, mi sembra "appesantito","impreciso" rispetto a quello preciso degli anni'70/80.
Sicuramente il suo (a mio parere)calo non e' paragonabile minimamete al Galep dell'ultimo periodo o a quello di Letteri ma e' innegabile che il volto di Tex non e' quello di un tempo.

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Visto che si parlava di Brandon e Ticci, m'? venuto in mente che Bonelli jr. fece rifare al Maestro senese tutti i volti della sua prima storia con la giubba rossa poich? l'aveva personalizzato troppo. Tu hai mai avuto i questi problemi (con Devlin, Mac Parland, ad esempio)?

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Se alle 2 e 46 sei ancora sveglio per fare domande, è proprio passione Anthony... io a quell'ora stavo facendo una gara di Formula BMW al Nurburgring... Uso per la documentazione tutto quello che riesco a trovare, se mi serve... Negli anni ho accumulato vari libri , fotografici, sul west, sugli indiani... ogni mese compro "Western Side" una rivista che parla di cavalli quarter horse e del mondo western. Dentro trovo anche foto fatte da Carlo Gaberscheck, studioso di cinema western, che va sulle location dei film e fa un mucchio di belle foto... Per le armi, mi sono procurato un paio di riproduzioni: una colt 45 e una navy... e un bellissimo winchester, così ho potuto studiarli "dal vivo"... :indianovestito:

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La mia passione per Tex e' qualcosa che non si puo' descrivere Claudio.
Lo leggo dal 1989 all'eta' di 12 anni e da allora mi e' stato sempre accanto, non mi ha lasciato piu' e non mi lascera' piu'.
E' stato ed e'come un fratello maggiore, un amico.
Anche ora a trent'anni, quando ho qualche problema(come succedeva da adolescente)mi chiudo in camera e mi leggo un Tex. E' come una medicina.
Il poter fare qualche domanda e levarmi qualche curiosita' con il mio disegnatore preferito e' qualcosa che sognavo da anni e oggi grazie ad internet e' possibile.
Quindi grazie per la tua disponibilita' a rispondere alle nostre domande.
Ritornando alle domande;
confrontiamo la copertina di Galep del n°161 "Il fiore della morte" con una tua cartolina aderente a quest'albo:
Immagine postataImmagine postata
Nelle cartoline, a volte ti chiedono di disegnare una sorta di seconda versione delle cover di Galep;
in questi casi dai una tua interpretazione della cover originale o ti basi su qualche scena presente nell'albo?

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Mi viene "presentata" la situazione con la copertina di riferimento e poi qualche scena significativa dell'interno. L'imperativo è non fare qualcosa di "confondibie" con il già visto, ma non staccarsi dal tema. Da qui comincio a lavorare... Nel caso in questione non ricordo se ci fosse la scena che ho disegnato... il tema era comunque chiaro: la presenza di questi strani, misteriosi "fiori"(ricciò). E Tex che arriva...

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  • co fondatore

Nel caso delle storie che hai letto (e, presumo, almeno in certi casi riletto) ti basi anche sulle tue tue impressioni personali, sulla traccia che la storia ha lasciato su di te?

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Se posso utilizzarla si, ma devo essere "in tema" con l'immagine scelta. E' anche vero che ultimamente Bonelli mi da molta fiducia e spesso per le cartoline cambio la scena scelta con un'altra che mi piace di più...

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Claudio ti rifaccio questa domanda che t'avevo fatto qualche tempo fa e che a te probabilmente ti e' sfuggita;
in questi tuoi vent'anni di carriera su Tex hai avuto modo di lavorare e conoscere
tre sceneggiatori di Tex:
con G. L. Bonelli ("Il ranch degli uomini perduti");
con Nizzi ("Gli spiriti del deserto","La congiura","L'uomo senza passato","Mefisto";
e con Boselli attualmente con la nuova storia che stai disegnando.
Puoi dirci su che cosa si differenziano questi tre sceneggiatori?
Chi dei tre autori si avvicina di piu' col tuo modo di vedere il personaggio
di Tex?

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Il G. L. Bonelli che ho disegnato era una delle sue ultime storie. Lo spirito era forte , ma Sclavi è stato incaricato di "limarla" e "metterla in riga" per bene. Nizzi è stato l'autore che più mi ha accompagnato in questi vent'anni... Boselli è un "ritorno al passato". Adesso mi spiego. Dunque La sceneggiatura di G. L. Bonelli era una classicissima storia western, con indiani, soldati e sparatorie... non potevo chiedere di meglio. Poi è arrivato Nizzi con "la nave perduta". Storia insolita basata su un mistero. Nizzi , ricordo, pensava a me come un disegnatore da "esercitare" con storie "oltre il western". Per questo poi sono arrivate pure le balene... Io volevo sparatorie e scazzottate... Che sono arrivate con Boselli, insieme ad un Tex e Carson con i controattributi... e con questo rispondo all'ultima domanda... Ma per me, come disegnatore, il punto centrale è cogliere l'atmosfera di una storia ed esaltarla attraverso il mio lavoro, sia che lo sceneggiatore ti descriva tutto (Nizzi), sia se fa dei "disegnini" ( G. L. Bonelli e Boselli). cerco di andare "oltre" e cercare la "storia", nel senso di sensazioni... poi il lettore che è dentro di me chiede al disegnatore di "accontentarlo"... G. L. Bonelli è la potenza di Tex. Nizzi è il ragionamento e l'indagine. Boselli ?... per adesso è , per me, il "nuovo" Tex incredibilmente somigliante all'originale. :indianovestito:

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