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TWF - Tex Willer Forum

[59/60] El Rey


Guest Wasted Years

Voto alla storia  

17 utenti hanno votato

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Guest Wasted Years

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Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini
Periodicità mensile: Settembre 1965 - Ottobre 1965
Inizia nel numero 59 a pag. 80 e finisce nel numero 60 a pag. 125


La Sonora è insanguinata da bande di feroci guerriglieri agli ordini di El Rey, un furfante che vive rintanato sull'isola Tiburón. I due pards, giunti su richiesta di Don Florio Juarez, alcalde di Hermosillo, si scontrano subito con agguerrite schiere di bandidos. Grazie all'aiuto di numerosi tirapiedi e di una fitta rete di spie, El Rey controlla la Sonora! E sul suo libro paga c'è pure il capitano Vasquez: El Rey sogna di sovvertire l'intero Messico. Ma il piano si sgretola grazie ai pards e a quei militari onesti che rifiutano di farsi comprare. Tex e Carson, superate le difese del maniero sull'isola Tiburón, covo di El Rey, costringono il dittatorello a una precipitosa fuga che trova la sua tragica conclusione tra le fauci dei pescecani del Pacifico.
 

 

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La storia della presunta conquista del Messico e degli squali dell'isola di Tiburon. Le immagini che conservo sempre nella memoria sono un Kit Carson con un fantoccio nella barca, e una fuga sempre in barca rovinata dalla mancanza del tappo, precedentemente tolto da Tex.
Una bella storia, che a me è sempre piaciuta. L'isola degli squali, il classico intrallazzo politico militare messicano, condito da una sorta di isola dei cattivi e da tanta azione. Con i bei disegni di Galep.
Colgo l'occasione per una bella rilettura, onde esprimere meglio il mio parere.

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  • Collaboratori

Merita una rilettura. E ci permettiamo anche un suggerimento agli autori di Tex affinch? si ricordino una buona volta dell'isoletta di Tiburon. L'ultimo è stato Nizzi che, con Ortiz ai pennelli, ce la mostra a pagina 37 e 38 dell'albo n° 517 intitolato "Il serpente piumato". Ma il riferimento non è alla storia oggetto di questo topic, bensì all'avventura contenuta nei numeri 6 e 7, che aveva visto protagonisti Montales ( incatenato al muro con dei grossi anelli di ferro ) e un intrepida ragazza chiamata... Lupe! Nizzi in quell'occasione sembra proprio essersi dimenticato della storia con El Rey, infatti Carson dice a Tex: "sbaglio, o su quell'isola ci sei già stato ?" lasciando intuire che lui, invece, non ci ha mai messo piede!

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  • 3 mesi dopo...

Ora che mi viene in mente.... il finale di questa storia è forse il primo esempio di un Tex che si comporta in maniera cinica come quello de "I predatori del Grande Nord". Infatti

toglie un tappo che turava una falla della scialuppa che si trova nei sotterranei del castello di El Rey, anzich? semplicemente fracassarla; di conseguenza, quando El Rey ed il suo luogotenente cercano di servirsi della scialuppa per prendere il largo, finiscono per andare a fondo abbastanza in alto mare per essere divorati dagli squali
. Di fronte a morti di questo genere, come dice C. Paglieri, di solito è Tex a dire: "Buon Dio, che fine orrenda!" oppure: "Una morte davvero orribile!"; stavolta invece, date le circostanze, la battuta di questo genere con cui si conclude la vicenda è data al capitano dei Rurales ( che fa eco a Carson ) che coi suoi ha affiancato i pards nella felice soluzione del caso; Tex afferma invece: "Giustizia è fatta!".
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  • 7 mesi dopo...
  • Rangers

Una buonissima storia, con Tex e Carson in formissima. Sullo sfondo abbiamo El Rey, personaggio ambizioso che vuole arrivare alla conquista del potere del Messico. Memorabile la parte in cui i nostri danno una bella lezione al capitano Vasquez, scaldasedie prepotente, che finisce in mutande, dopo che Tex gli ha strappato le medaglie. Poi come scordarsi le tante battaglie contro gli uomini di El Rey? Quella sul ponte, in cui i nostri si trovano veramente in difficolt? e ne escono senza aiuti, cavandosela con le proprie forze. La battaglia di Carson contro i Tonkawas, in cui il nostro si ripara dietro al "finto Tex". Il vecchio cammello se la cava egregiamente, dimostrando le sue doti con la pistola. Finale violento, in cui Tex si comporta da vero giustiziere."Giustizia è fatta", chi aveva tolto il tappo alla barchetta a vela, mandando a morte certa El Rey e il suo braccio destro??? :trapper: :soldaton: Voto 9.

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  • 1 anno dopo...

Questa è non solo una gran bella storia, ma anche una storia per certi versi molto educativa. Essa infatti (e come lei tante altre dello stesso periodo) contiene alcuni elementi di cui si deve tener conto nel momento in cui si parla del ?vero Tex?, in quella discussione infinita e accesa che ormai affrontiamo ogni volta che esce una storia nuova. Premetto che la vicenda narrata è davvero molto divertente:quello che più mi è piaciuto è che, in un insieme narrativo fondamentalmente western, si inseriscono elementi ?di disturbo? estranei al western puro, che fanno evolvere la storia in un concentrato di avventura pura. Gran parte della storia si svolge infatti nel golfo del Messico, in un ambiente inusuale per Tex e Carson, molto suggestivo e anche molto esotico;gli inseguimenti sul mare e la presenza di squali famelici contribuiscono ad ?allargare? gli orizzonti narrativi dell'avventura;e, dulcis in fundo ed elemento principale di questo ?sconfinamento?, abbiamo un castello simil medioevale in cui si rintanano i nemici. Tutto inoltre si svolge con un gran ritmo, in un susseguirsi di sparatorie, agguati, inseguimenti, che si succedono ad una velocit? forsennata. Ovviamente non mancano i passaggi più lenti e rilassati;queste parti non solo non annoiano, in quanto giostrate magnificamente attraverso i ?soliti? dialoghi spumeggianti, ma addirittura il lettore (per me è stato così) ne riconosce la necessari età:sono questi i momenti in cui tutti, pards e lettore, riprendono il fiato e si rilassano un poco!-ma attenzione, se pensiamo a battibecchi divertenti o cose simili siamo fuori strada. Tra tutte, la scena che più mi è piaciuta, che ho trovato davvero splendida,? stata quella in cui Tex da la lezione al nipote del governatore:il tenente, ignaro, chiede al ranger dove stia andando, e lui, già avviato verso l'ufficio del baldo nipote di governatori, gli risponde:?a vedere che faccia ha il nipote di un governatore?? e subito dopo Tex apre la porta con un calcione?Bellissimo!!Su Galep c'è poco da dire:in questa storia il suo pennello è magnifico nel saper tratteggiare splendidamente tanti scenari diversi, tra cui un castello, che per un disegnatore western(anche per lui) non è una cosa usuale!Ora vengo al punto chiave della faccenda. Non ho controllato, e non mi importa controllare, ma sono convinto di una cosa:che sia sul nostro forum che su altri questa storia è piaciuta alla maggior parte dei forumisti (ed è così anche per me!). Ma proviamo a fare un giochino:facciamo finta che questa storia sia appena uscita sulla serie regolare, e che a firmarla siano stati Nizzi e Boselli, e proviamo a immaginare cosa sarebbe successo. Se la firma fosse stata quella di Nizzi,? facile immaginare il coro di proteste per i seguenti motvii:1)la fortuna che Tex ha in questa storia:l'emissario di El Re viene fucilato, e così il bandito non può avere l'appoggio che sarebbe stato determinante del generale;l'indiano che doveva portare l'allarme al castello viene mangiato dagli squali. Tutto per Tex diventa quindi molto più facile!2)Carson:si comporta prima come un povero vecchietto rincitrullito quando si arrampica con difficolt?, e poi addirittura deve fermarsi un attimo a riprender fiato, lasciando Tex tutto solo ad affrontare i banditi;dopodich?, sull'isola di ?El Rey?, sembra quasi un vero vigliacco, quando lascia intendere che se gli indios fossero stati numerosi non avrebbe esitato a scappare verso la terra ferma lasciando il pard nei guai?Sinceramente, vi immaginate il coro di proteste?Ma vediamo cosa sarebbe successo se la storia l'avesse scritta Boselli. Qui la faccenda si fa ancora più interessante, perchè entra in gioco la questione del' vero Tex? e della modalit? autentica di scrittura texiana. Quali accuse sono state mosse a ?La mano del morto??1)poche pause ?divertenti?, una narrazione troppo densa sia come intreccio che come scene d'azione?Se queste accuse fossero vere, e se davvero dimostrassero che, in questo senso,"La mano del morto" è poco texiana, allora anche "El Rey" sarebbe poco texiana.2)il Tex de ?La mano del morto? ride poco,? troppo serioso, non scherza quasi per niente?. Se anche queste accuse fossero vere, allora anche il Tex bonelliano di ?El Rey? non sarebbe il ?vero Tex?!... perchè anche il Tex di ?El rey? è un dannato musone, non ride per niente, non scherza con Carson neanche a pagarlo!Anche questo Tex è tutto concretezza e concentrazione. Con questo cosa voglio dire?Voglio dire che la questione del ?vero Tex? è una questione che non esiste;il tutto si fonda su basi labili e relativissime. Perchè non c'è nemmeno un ?Tex Bonelliano? che possa dirsi definitivo o assoluto:il Tex di Bonelli ha avuto grosse evoluzioni caratteriali, diventando col tempo più ironico e simpatico;dire con certezza assoluta qual è il ?Tex bonelliano? è impossibile perchè non c'è un unico ?Tex bonelliano?. Se è impossibile stabilire qual è il vero ?Tex bonelliano?, come si può pretendere di stabile qual è il ?vero Tex?Infatti, se Boselli si ispirasse al Tex di questo periodo, più musone e meno ironico, ma comunque vero Tx bonelliano, chi potrebbe accusare il suo ranger di non eseere il "vero Tex"?La soluzione della questione, secondo me,? sempre la stessa:tutto si basa sui gusti personali:se il tuo Tex preferito è quello successivo, più ironico,? ovvio che il Tex di "El Rey" e de "La mano del morto" ti piacer? di meno!Tutto ciò è più che lecito, ovviamente!-l'importante è che non sia il gusto personale a decidere su questioni oggettive che non hanno niente a che fare col gusto personale.

Modificato da paco ordonez
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  • 4 anni dopo...
  • Sceriffi

Bella avventura messicana con Tex e Carson impegnati a scontrarsi con le bande di desperados al soldo di El Rey prima del finale "esotico" sull'isola di Tiburon, con tanto di castello e squali! Una storia in cui il western sconfina nella pura avventura, con un finale tragico per l'aspirante dittatore messicano e un Tex più cinico del solito nel determinarne la sorte.
Boselli deve aver avuto ben presente questa avventura nello scrivere la sua recente "El Supremo", che con questa ha diversi punti di contatto - a partire dall'ambientazione - anche se lo sviluppo è totalmente differente.

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  • 2 settimane dopo...

Boselli deve aver avuto ben presente questa avventura nello scrivere la sua recente "El Supremo", che con questa ha diversi punti di contatto - a partire dall'ambientazione - anche se lo sviluppo è totalmente differente.

Letta per la prima volta ieri non ho potuto fare a meno di notare le molte analogie tra questa storia e "El Supremo" di Boselli. Il signorotto messicano con sogni di onnipotenza, l'isola circondata dall'oceano, le truppe sparse per il deserto. Tutte analogie che rendono le due storie simili ma entrambe molto belle. 

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  • 1 anno dopo...

Uno dei primi Tex da me letti ai tempi della sua uscita in edicola (edizione 3 stelle), entusiasmante sia nel soggetto che nei disegni. Qui vediamo un Tex intrepido che non si ferma davanti a nulla, una trama con elementi che rendono la storia affascinate (ambientazione in primis), ma sopratutto i disegni di Calep, che da qui acquistano la piena "maturità" e defiscono in modo preciso quello che sarà il classico tratto grafico di Tex (almeno del primo Tex).

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  • 2 anni dopo...

Appena finita di rileggere.

Bella storia classica in cui vi è un perfetto equilibrio fra l'azione, con decine di pistolettate, ma anche una trama ben congegnata, mille personaggi, grandi valori e un Tex intrepido e vigoroso. 

 

Come evidenziato in precedenza, questa vicenda deve essere piaciuta molto a @borden che ne ha preso spunto per "El Supremo".

 

Disegni di Galleppini nella versione migliore del suo tratto.

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Bellissima storia!

La dimnostrazione che con un po' di formaggio, due scatolette di Simmental e un poco di argilla rossa, ci sputa sopra e GLB inventa qualcosa di bello...

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  • 2 mesi dopo...

Che gran bella storia!

 

Le trasferte messicane profumano sempre di epicità, complotti e azione pura e anche la storia in questione non fa eccezione.

Bonelli ci delizia con una trama ben architettata e scoppiettante, che si legge di un fiato e appassiona.

 

L'ennesimo tentativo di golpe portato avanti dal fantomatico "El Rey" sconvolge la Sonora. Incaricati di indagare, i due pards cascano nella rete delle spie, che avvisano del loro arrivo in terra messicana e fin dall'inizio agguati e polvere da sparo non mancano.

 

Possiamo ipoteticamente dividere l'episodio in tre parti: la prima che conduce Tex e Carson in Messico è ben ritmata e appassionante.

Le truppe di bandidos al soldo del Rey, tentano ripetutamente di seppellire gli avversari, tra imboscate sui ponti del fiume o nei saloon. I nostri rischiano grosso, ma se la cavano, decimando le file dei banditi e raggiungendo Hermosillo.

 

La parte centrale è più lenta e alquanto deboluccia, visto che i nostri riescono a scoprire tutto della organizzazione del Rey facendo parlare due spie di piccolo taglio come il maggiordomo dell'alcade (che Galep rappresenta graficamente come un Montales incanutito ante litteram :unsure2:) o il taverniere, e si dirigono all'isola di Tiburon (luogo già visto nella celebre storia messicana di anni prima) per provare a distruggere l'organizzazione dei congiuranti.

 

Alcune sequenze come quella dell'indio che sfida il mare cattivo per avvisare i suoi capi e finisce in pasto ai pescecani, lasciano in segno. Ma è tutta la terza parte a essere scoppiettante e effervescente, con Tex che s'introduce nel fortino dei villain e Carson che funge da esca per gli alleati indiani del Rey e se la cava con  coraggio e astuzia, anche grazie all'aiuto dei federales condotti dal valido tenente Sandoval.

 

Bonelli chiude l'episodio dosando meglio i tempi di sceneggiatura rispetto ad altre volte, (in cui l'ultimo albetto risulta alquanto accelerato) e scrive un finale particolare con la fine di El Rey e il suo braccio destro, che annegano tra gli squali, a causa del trucchetto di Tex che togliendo un tappo nello scafo della barca, fa imbarcare acqua ai fuggitivi. 

Giustizia così è fatta e la presunta rivoluzione si scioglie come neve al sole.

 

Concordo con chi sopra ha trovato similitudini con la lunga storia recente di Borden del Supremo, e riconosco che entrambi gli episodi sono davvero molto avvincenti e divertenti.

 

Galep dimostra per l'ennesima volta il suo estro e talento, macinando strisce su strisce con resa magnifica e superandosi in dinamismo e nella sezione esotica dell'isola di Tiburon. Lo stile del compianto papà di Tex si raffinò oltremodo nel periodo di pubblicazione della storia e contribuisce alla riuscita della prova.

Inoltre ho sempre ammirato le scene marinare ritratte dai pennelli di Galep, un maestro quasi impareggiabile su simili location. Il mio voto finale è 8

Modificato da Condor senza meta
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