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TWF - Tex Willer Forum

Guglielmo Letteri


Zeca
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Letteri ha dato tanto a Tex: se il ranger è quello che ?, lo dobbiamo senz'altro anche a lui.

Parole sante Leo!Letteri nel tempo che fu' ha disegnato moltissime storie diventando a titti gli effetti, negli anni '60, il vice disegnatore di Tex dopo Galleppini. Malgrado cio' non mi ha fatto mai impazzire. Tuttavia era molto bravo nel far recitare i personaggi conferendogli le espressioni giuste al momento giusto. Come fu' per Galleppini, a mio avviso Bonelli sbaglio' anche con Letteri negli ultimi anni della sua carriera. Non doveva piu' farlo disegnare. Le sue ultime prove parlano da sole. Perche' ostinarsi ancora quando non si e' piu' in grado di offrire una certa qualita'?non e' meglio ritirarsi prima?
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Come fu' per Galleppini, a mio avviso Bonelli sbaglio' anche con Letteri negli ultimi anni della sua carriera. Non doveva piu' farlo disegnare. Le sue ultime prove parlano da sole. Perche' ostinarsi ancora quando non si e' piu' in grado di offrire una certa qualita'?non e' meglio ritirarsi prima?

Sul fatto che quello di Bonelli sia sato un errore sono in netto disaccordo. O meglio, parlando in termini puramente calcolatori, freddi, hai ragione tu, Anthony, e Bonelli ha sbaliato. Ma Sergio Bonelli era prima di tutto un gran signore, uno che ragionava- almeno in queste cose- con il cuore e non con la testa: coi collaboratori sul viale del tramonto (che siano Galep, Diso o Ortiz) lui si è sempre comportato così. E vogliamo accusarlo di questo? Di essere stato davvero una grande persona, oltre che un grande editore?Poi con che coraggio si può vietare a Galep e Letteri, che per Tex sono stati due veri padri, di disegnare il loro personaggio? Per farlo ci vorrebero per davvero due dita di pelo sullo stomaco!!
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Come fu' per Galleppini, a mio avviso Bonelli sbaglio' anche con Letteri negli ultimi anni della sua carriera. Non doveva piu' farlo disegnare. Le sue ultime prove parlano da sole. Perche' ostinarsi ancora quando non si e' piu' in grado di offrire una certa qualita'?non e' meglio ritirarsi prima?

Sul fatto che quello di Bonelli sia sato un errore sono in netto disaccordo. O meglio, parlando in termini puramente calcolatori, freddi, hai ragione tu, Anthony, e Bonelli ha sbaliato. Ma Sergio Bonelli era prima di tutto un gran signore, uno che ragionava- almeno in queste cose- con il cuore e non con la testa: coi collaboratori sul viale del tramonto (che siano Galep, Diso o Ortiz) lui si è sempre comportato così. E vogliamo accusarlo di questo? Di essere stato davvero una grande persona, oltre che un grande editore?Poi con che coraggio si può vietare a Galep e Letteri, che per Tex sono stati due veri padri, di disegnare il loro personaggio? Per farlo ci vorrebero per davvero due dita di pelo sullo stomaco!!
Diciamo che avete ragione entrambi: in termini puramente aziendali, ha ragione Anthony: le ultime prove di Letteri, come di Galep (forse più di quest'ultimo) erano veramente non all'altezza. Per rispetto del lettore (e non parlo di noi appassionati texiani, che nei tratti tremanti di Galep o di Letteri leggiamo la "gloria" passata e quindi sorvoliamo tranquillamente sul presente, ma dei lettori novelli), al quale vuoi e devi vendere un prodotto di qualità, i disegni devono essere sempre di una certa levatura. Ma, in effetti, credo che Bonelli non abbia avuto il coraggio di dire a quegli uomini (ai quali deve in parte la sua fortuna, per la dedizione, l'impegno e la professionalità passate, e con i quali doveva sentirsi legato da un vincolo quasi di parentela, tanti sono stati gli anni passati a "cavalcare" insieme) di farsi da parte: non è riuscito a separare l'editore dall'uomo, il capo d'azienda dall'amico, la testa dal cuore (e credo che anche con l'ultimo Nizzi si sia comportato allo stesso modo): in definitiva, penso che non gli e lo si possa rimproverare più di tanto...
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con che coraggio si può vietare a Galep e Letteri, che per Tex sono stati due veri padri, di disegnare il loro personaggio? Per farlo ci vorrebero per davvero due dita di pelo sullo stomaco!!

Beh Paco, io la vedo diversamente da te e da Sergio Bonelli. Nel senso che, proprio per rispetto nei confronti di questi disegnatori io avrei evitato di pubblicare le loro ultime storie. Siamo sicuri di aver fatto del bene facendo uscire in edicola storie come "Il diadema indiano" o "Il veleno del cobra" dove le tavole testimoniano che Letteri artisticamente era solo l'ombra dell'artista che fu'?
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  • 2 anni dopo...

Speranzoso in un team up Tex - Ken Parker, ho sfogliato stasera pigramente il maxi Oklahoma, in cui è avvenuto il finora unico incontro tra Tex e il creatore di Ken Parker, Giancarlo Berardi. Non sto qui a commentare Oklahoma, sceneggiatura immensa, ma voglio dire in questa sede che se questa storia è eccelsa lo deve anche al tratto di Letteri. Le espressioni del viso dei singoli personaggi sono incredibili: i volti sono talmente espressivi che i personaggi sembrano vivi. Tex, poi, è un super Tex, un super eroe dall'incredibile carisma grazie non solo alle parole e alle azioni pensate da Berardi, ma anche alla sublime rappresentazione di Letteri. Disegnatore incredibile, mi manca e non poco.

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Mi aggiungo al tuo ricordo, non avevo notato questa discussione finora, l'ho letta solo ora, mi manca immensamente il tratto di LETTERI, disegnatore che ho sempre trovato perfetto per il Tex che ho cominciato a leggere da ragazzo all'epoca.

Rileggo sempre con piacere qualunque storia disegnata da lui perchè è un vero lustro per gli occhi osservare le sue opere nei minimi particolari, un grande disegnatore !

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caspita Letteri... cosa dire di lui? Insieme a Galleppini e poi Nicolò, Ticci e Fusco, sono i magnifici cinque che hanno realizzato i primi duecento numeri(senza tralasciare i vari Muzzi, Uggeri e soci) però Letteri senza dubbio grazie al suo tratto chiaro, bello e pulito ha rappresentato un punto d'unione tra i lettori e gli autori. Infatti nelle storie "letteriane" (penso a "Diablero", a "Il signore dell'Abisso" e a "Una campana per Lucero" limitandomi proprio ai cult fino a "Oklahoma!" e "L'uomo serpente") io ho sempre visto Tex come un amico di famiglia che mi raccontasse le sue avventurose vicende. Questo è dovuto sia alla capacità el grande GLB di dare al suo fumetto quella impronta e quella caratterizzazione che tanto abbiamo amato ma se non fosse stato per disegnatori come Letteri difficilmente si sarebbe creata questa empatia.

 

Letteri è anche il disegnatore de "Il medaglione spagnolo" l'ultima crepuscolare storia del Grande Vecchio... e chi un pochino mi conosce in questo forum sa che l'ho sempre difesa quell'avventura, esile certo, ma onesta e ricca di elementi cari a una vecchia mummia come me. E quando riprendo spesso quell'albo mitico in mano è anche grazie a Letteri, a quel suo bianco e nero così limpido e sublime che mi si riempie l'animo di nostalgia.

 

Letteri è un disegnatore imprescindibile per quanti amano Tex!

Modificato da Ulzana
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  • 8 mesi dopo...

Dal sito Allagalla:

"Tex secondo Letteri offre a tutti gli appassionati texiani un’approfondita ricostruzione della vita e della produzione artistica di questo autore e delle cinquanta storie di Tex da lui disegnate. Completano il volume un’introduzione di Claudio Nizzi ed un ricordo di Letteri di Mauro Boselli, che tante sceneggiature hanno scritto per lui. In appendice pubblichiamo due storie disegnate da Letteri. Il dente del lupo del 1963 è un’avventura in cui Letteri ha dimostrato la sua capacità di dare una convincente caratterizzazione di un personaggio non suo, Pecos Bill, reso in maniera molto personale, ma al tempo stesso fedele all’immagine tradizionale".

 

Immagine

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Vero... ma d'altronde più o meno tutti i disegnatori dell'epoca avevano un cast fisso di pochi comprimari che ripetevano ad ogni storia. ;)

Io la trovo una caratteristica adorabile del fumetto dell'epoca.

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Però ho fatto caso a questo aspetto solo con Letteri, non con Galep o Ticci. 
Anche a me manca un po' quella ingenuità dei tempi d'oro per cui periodicamente mi piace tornare a leggere le prime centinaia di Tex.

Tra parentesi, fra sperimentazioni di ogni genere, chissà che qualcuno non si azzardi prima o poi a scrivere una storia seguendo i vecchi canoni -i cagnolini nelle didascalie del primo Galep:lupo_grigio:- non fosse che per vedere l'effetto che fa:D

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Io ci ho fatto caso anche con Nicolò. Galep e Ticci infatti mi sembravano meno ripetitivi, ma, com'è ovvio, una certa tendenza a riproporre caratteristiche ce l'avevano anche loro.

Modificato da virgin
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È vero, Nicolò aveva la tendenza a disegnare la gente con la bocca aperta, Tex compreso :lol:
Forse per dare più dinamismo alle scene. 
Può darsi che adesso ci si faccia meno caso data la maggior alternanza di disegnatori. Anche dalla mancanza di queste piccole imperfezioni può nascere la difficoltà della "riconoscibilità" di Tex in talune storie.

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Hai perfettamente ragione, Red Arrow: oggi fra una storia e l'altra un disegnatore cambia perfino stile, dato il tempo trascorso. Difficile mantenere la stessa familiarità.

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  • 2 mesi dopo...

Ho comperato come regalo di natale il libro di Antonio Carboni “Storie di fumetto e di amicizia” (I grandi Maestri a Lugano nei racconti dell’autore).

Non ho resistito e aprendo a caso una pagina mi sono imbattuto in questa intervista a Letteri.

Intervistatore: “Senta Letteri, parliamo un po’ di lei. Mi tolga innanzitutto una piccola curiosità. Come si pronuncia esattamente il suo cognome? Con l’accento sulla prima “e” o sulla seconda?”

Letteri: “Sulla seconda. Ma le confesso che, se potessi scegliere, mi piacerebbe di più l’accento sulla prima “e”. Ma la dizione corretta è l’accento sulla seconda “e”.”

Io l’ho sempre pronunciato nel modo “sbagliato”. Comunque piccola curiosità di Letteri che parla del suo cognome.
Ciao.

 

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Anch'io Calvera e credo che molti altri lettori siano caduti in questo errore. D'altronde viene più spontaneo pronunciarlo con l'accento sulla prima e tanto che anche al disegnatore sarebbe andato a genio così per sua stessa ammissione da quanto leggo. :)

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Anch'io l ho sempre detto con l accento sulla prima e. Poi parlando al telefono con borden in occasione di un'intervista, lui lo metteva sempre sulla seconda r ho capito. Ma per me resterà sempre sulla prima e

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L'irripetibile "prima generazione" dei disegnatori di Tex mi ha fatto leggere per anni quasi malvolentieri storie illustrate da altri.
Adesso il ricordo è più sbiadito (e forse hanno pesato le quasi dolorose ultime opere dei grandi vecchi), quindi ora è più
difficile stabilire anche soggettivamente "solo questo è il vero Tex".
Una volta si potevano anche scatenare risse sull'argomento!
Da piccolo (dove si è più assoluti nelle scelte), anche il Tex di Nicolò per me era un "pugno in un occhio".
Non vi dico che fatica leggere le prime tavole di Fusco...
Per fortuna si cresce ma a volte pure io sento il bisogno di riprendere qualche albo pre 200.
Letteri era anche un asso nelle figure femminili, spesso avversari di Tex e destinate a una fine tragica per intervento divino,
dato che Tex si sa che non spara sulle donne.

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L'irripetibile "prima generazione" dei disegnatori di Tex


Che se ho capito bene a chi alludi, tecnicamente è la seconda, essendo la prima composta da Galep, Maio Uggerie  Francesco Gamba,:lol:
Nulla di strano: anche per me che ho cominciato a leggere Tex regolarmente dal 1966 (e saltuariamente da un paio d'anni prima), Muzzi Nicolò, Letteri, Ticci, sono la prima generazione.;)
 

 mi ha fatto leggere per anni quasi malvolentieri storie illustrate da altri.


Mai avuto di questi problemi.
 


Adesso il ricordo è più sbiadito (e forse hanno pesato le quasi dolorose ultime opere dei grandi vecchi), quindi ora è più
difficile stabilire anche soggettivamente "solo questo è il vero Tex".
Una volta si potevano anche scatenare risse sull'argomento!
Da piccolo (dove si è più assoluti nelle scelte), anche il Tex di Nicolò per me era un "pugno in un occhio".


Per me Nicolò è sempre stato una presenza gradita. Ne conoscevo il tratto sin da quando ero bambino ed era una delle colonne del Monello con personaggi per me indimenticabili.
 


Non vi dico che fatica leggere le prime tavole di Fusco...


Idem come sopra. Apprezzavo Fusco per il suo lavoro su Lone Wolf e I due dell'Apocalisse e vederlo su Tex fu una sorpresa molto gradita. Mai capite le reazioni di quelli come te.

 

Per fortuna si cresce ma a volte pure io sento il bisogno di riprendere qualche albo pre 200.

 


Tutti la sentiamo ma ciò non vuol dire svilire  quello che è venuto dopo, con storie ottime anche se di altri autori.
La nostalgia è un sentimento che provo anch'io ma quando è fine a se stessa non mi piace. Non è nel mio stile vivere nel passato.

 


Letteri era anche un asso nelle figure femminili, spesso avversari di Tex e destinate a una fine tragica per intervento divino,
dato che Tex si sa che non spara sulle donne.



E finalmente torniamo in topic.:lol:

Dei cinque disegnatori in questione, Letteri era effettivamente quello che disegnava le donne migliori che nei sondaggi di solito ricevono i maggiori voti.
Non posso dimenticare come colpì la mia fantasia di undicenne Janet Brent anche se mi ci vollero ancora altri anni per capire cosa sottintendesse GLB quando, parlando del suo lavoro al saloon fa dire a Rudy Nielsen che non era come le altre donne del suo genere.:o:wub::D
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a Monni

è giusto segnalare che il primo team di disegnatori di Tex non comprendeva Letteri, ma io li reputo gli aiutanti di Galep.
In casi eccezionali essi hanno avuto il privilegio di fare interi episodi da soli, e sempre cercando di avvicinarsi allo stile
del creatore grafico. A questi aggiungo Raffaele Cormio, sfortunato artista che era quasi l'alter ego di Galleppini.
Ticci, Letteri e Nicolò furono i primi a fare un Tex completamente diverso, anche per un lettore distratto.
Ai miei occhi di bambinetto erano quasi un "tradimento" e anche se adesso anche a me sembra ridicolo, so che non
ero il solo a pensarla così. Se ci pensi i primi episodi non scritti da G.L. Bonelli vennero pubblicati con il trucco
di non indicare lo scrittore nei crediti, e il nome dei disegnatori erano accessibili solo a chi li aveva apprezzati in altre testate.
Con tempo si cambia opinione e quindi ho trovato inutile nascondere il fatto che saltavo allegramente le storie di Nicolò e Fusco,
trovandomi peraltro, anni dopo, con tanto buon materiale da poter apprezzare.
Per fare un esempio in quegli anni (fine '70 inizio '80) apprezzavo tantissimo il Topolino di Cavazzano perché allora era innovativo,
mentre ora mi da un fastidio enorme vedere nel settimanale Disney (quasi) tutti gli attuali disegnatori che lo imitano!
Per restare in tema (cosa che mi viene segnalata ma sarà un vizio duro da vincere), Guglielmo Letteri nella sua giovinezza
fu un discreto musicista Jazz (nel "Crystal trio").

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Guglielmo Letteri nella sua giovinezza
fu un discreto musicista Jazz (nel "Crystal trio").

Letteri era il chitarrista del gruppo con Umberto Cesari al piano e Carletto Loffredo al basso.
L'abilità delle sue mani sulle corde era pari a quella con i pennelli.
Personalmente apprezzo entrambe le qualità, ma naturalmente privilegio il disegno!

Modificato da natural killer
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a Monni

è giusto segnalare che il primo team di disegnatori di Tex non comprendeva Letteri, ma io li reputo gli aiutanti di Galep.


Che è quello che erano in effetti: lo aiutavano con le chine e talvolta anche le matite in quei tempi di scadenze pressanti
 


In casi eccezionali essi hanno avuto il privilegio di fare interi episodi da soli, e sempre cercando di avvicinarsi allo stile
del creatore grafico.


Più  che casi eccezionali, io li definirei casi d'emergenza.
Comunque solo Mario Uggeri nel 1951 e Francesco Gamba nel 1958 ebbero l'onore e l'onere di disegnare un paio di avventure tutti da soli. Negli altri casi fecero matite e/o chine per Galep. Onestamente questa "imitazione" io non la vedo, ma è anche vero che Uggeri in particolare era di scuola raymondiana coem Galep.
Questo fino al 1960, quando Virgilio Muzzi, che nei tre anni precedenti era stato inchiostratore di Galep, debutta come disegnatore completo alternandosi a lui in media in una storia su tre dando il via al sistema che prosegue ancora oggi.

 

A questi aggiungo Raffaele Cormio, sfortunato artista che era quasi l'alter ego di Galleppini.


Cormio fu l'inchiostratore di fiducia di Galep dal 1964 al 1967.ed al tempo stesso era il grafico di Redazione.
 

Ticci, Letteri e Nicolò furono i primi a fare un Tex completamente diverso, anche per un lettore distratto.


Lo stile di Letteri e Nicolò era differente da quello di Galep, ma aveva la stessa matrice, ovvero il grande Alex Raymond (Nel caso di Letteri, mediato attraverso il suo successore su Rip Kirby: John Prentice) e quindi il cambio risultava meno "traumatico" 
Quello veramente diverso fu Ticci la cui matrice era un altro maestro americano: Milton Caniff.
 


Ai miei occhi di bambinetto erano quasi un "tradimento" e anche se adesso anche a me sembra ridicolo, so che non
ero il solo a pensarla così. .


Sergio Bonelli racconta che quando uscì la prima storia di Ticci nel 1967 arrivarono in redazione molte lettere di protesta da parte di lettori sconcertati dal suo stie. Perfortuna Sergio tenne duro.
Io, che non avevo ancora compiuto 9 anni, mi innamorai subito del suo stile e divenne il mio disegnatore preferito, cosa che è  a tutt'oggi.
 

Se ci pensi i primi episodi non scritti da G.L. Bonelli vennero pubblicati con il trucco
di non indicare lo scrittore nei crediti,


Non bastò a trarmi in inganno.:lol:
Capii subito che "Caccia all'uomo" l'aveva scritta Nolitta, il suo stile era inconfondibile-;)
 

 e il nome dei disegnatori erano accessibili solo a chi li aveva apprezzati in altre testate.


Per anni il solo modo che ho avuto per sapere il nome dei disegnatori fu decifrare le firme in calce alle tavole o strisce.
 

on tempo si cambia opinione e quindi ho trovato inutile nascondere il fatto che saltavo allegramente le storie di Nicolò e Fusco,


Ovvero: due dei miei disegnatori preferiti dell'epoca.:P
 

trovandomi peraltro, anni dopo, con tanto buon materiale da poter apprezzare

 


Per fortuna le idee si cambiano.;)
 

Per fare un esempio in quegli anni (fine '70 inizio '80) apprezzavo tantissimo il Topolino di Cavazzano perché allora era innovativo,
mentre ora mi da un fastidio enorme vedere nel settimanale Disney (quasi) tutti gli attuali disegnatori che lo imitano!

 


Ovvero il contrario di come la pensavi da bambino quando avresti voluto tanti imitatori di  Galep.:lol: Modificato da Carlo Monni
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Bravo Carlo (e ovviamente grazie della precisazione di Natural Killer): una "autopsia" al mio messaggio che dimostra
(se ancora ce ne fosse stato il bisogno) la tua competenza. Su Letteri non ho altro da aggiungere se non accodarmi
a chi ne ha apprezzato tantissimo il lavoro su Tex (a parte Rick Master di suo non ho letto altro). Ho "sopportato" con
un misto di rassegnazione e gratitudine le sue incerte prove finali, e ancora sono indeciso su chi ne possa esserne
l'erede.

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Nel recente volume Tex secondo Letteri di Allagalla sono presenti 110 pagine a fumetti che contengono due storie disegnate da Letteri prima di approdare a Tex.

Il dente del lupo (1963) è una storia di Pecos Bill dove Letteri mostra oltre alla sua abilità nel disegnare il west anche affascinanti personaggi femminili che non mancheranno poi nelle sue storie di Tex (Mitla e Esmeralda su tutte...)

Rick Master, realizzata su commissione di Sergio Bonelli, ci mostra il detective in azione in una San Francisco di fine ottocento alle prese con la banda del Drago (prove generali per le storie di Tex con i cinesi ambientate a Frisco)

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