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TWF - Tex Willer Forum

[65/67] Dramma Al Circo


Guest Wasted Years

voto alla storia  

24 members have voted

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Guest Wasted Years

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Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni e copertina: Aurelio Galleppini

Periodicità mensile: Marzo 1966 - Maggio 1966
Inizia nel numero 65 a pag. 121 e finisce nel numero 67 a pag. 18

 

Tre rapinatori abbigliati da predicatori mormoni svaligiano una banca del Texas...Dove si rifugia dopo ogni rapina la Banda dei Mormoni? Tex e Kit Carson hanno l'incarico di scoprirlo. La pista porta al Great American Circus, spettacolo viaggiante diretto dalla pingue Rosa Seymour e dall'inetto marito Ben. Rosa, in combutta col viscido domatore Leo Castell, ha una doppia vita: è lei il boss della gang e i "mormoni" sono, in realtà, alcuni dei suoi attori! Ben, rifiutato dalla moglie, si affeziona alla trapezista Stella, ma la terribile Rosa è gelosa e la uccide simulando un incidente! Sotto al tendone, nelle vesti del forzuto Mustafà, lavora anche l'erculeo Pat Mac Ryan...


Copyright: Sergio Bonelli Editore

 

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Altra storia mitica, talmente mitica da risultare addirittura atipica. La trama e i disegni sono semplicemente fuori dall'ordinario, azzeccatissimi e pieni di pathos.
Si resta letteralmente incollati a questa storia magnetica, specialmente per la grande ricchezza di passioni che guidano le mosse dei personaggi. La vendetta sulla povera Stella, il terribile assassinio durante il gioco di prestigio, un sacco che si stacca e rischia di uccidere i pard.
Mitico Pat-turco con i baffoni ed imbarazzato davanti a Tex e Carson.
Per me una storia fantastica.

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Gran bella storia!! una banda di mormoni che attacca le banche lungo il fiume Colorado, sparendo poi senza lasciare tracce... un circo che si sposta di città in città, seguendo il percorso delle banche rapinate dalla banda... intrighi e incidenti che fanno sospettare a un collegamento tra il circo e la banda di rapinatori... un Pat unico, mitico, fenomenale!!! ingaggiato dal circo come lottatore turco, con tanto di baffoni spioventi!! Voto: 10 superba!!

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  • 5 weeks later...

Assolutamente tra le mie preferite. Da ragazzina continuavo a guardare la scena in cui

il "mago Wonder Bill uccide Little Joe durante la solita scena della sparatoria nel baule
e ancora adesso la ritengo una delle migliori come tensione.10 tondo tondo!
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  • 7 months later...
  • Rangers

Storia indimenticabile, anche per me. Ci troviamo davanti un gruppo di banditi travestiti da mormoni che assale di notte le banche e nella fuga, si lasciano alle spalle numerosi omicidi, dato che uno di questi è un tiratore infallibile. Sullo sfondo GLB si diverte ad inserire il mondo del circo, costituito da personaggi che all'apparenza sono tutti amici, ma in realtà ognuno è pronto a "mordere" l'altro. Nel circo, Tex e Carson hanno la gioia di rincontrare il vecchio amigo Pat, che ancora una volta ha cambiato lavoro (all'ultimo incontro lavorava come operaio nelle ferrovie), ora invece veste i panni di un forzuto lottatore turco, con tanto di baffoni e col nome di Mustaf?. :trapper: Da ridere, quando racconta di come lo è diventato. :)GLB si diverte a farci assistere per una volta, agli spettacoli del circo (il lancio dei coltelli, il numero del mago, che agli occhi dei nostri assomiglia a Mefisto, al numero dei saltimbanco). E nel bel mezzo dello spettacolo avvengono due "strani" incidenti, uno dei quali avrebbe ammazzato i due rangers. Le indagini dei nostri pards cominciano ad avere una svolta, i nostri fiutano subito che l'aria non è buonissima e grazie all'aiuto di Pat e di un personaggio del circo, arrivano sulla buona pista. Notevole il finale, quando nel circo scoppia l'inferno, con tanto di leoni e orsi che si aggirano liberi e feroci in cerca di carne da mettere sotto i denti. Una buonissima storia, direi da 9.

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  • 9 months later...

Grande storia! Trama semplice e affascinante, svolta con una sceneggiatura impeccabile che unisce momenti da commedia pura ad un finale tragico e incandescente. Letta questa storia ci si chiede da dove venga l'avversione verso Pat che la sua lunga assenza dalla serie dimostra;un personaggio irresistibile e divertente, beccaccione quanto forte, pieno di una umanità commovente che in questa storia viene messa in risalto. Ma forse Pat è uno dei personaggi più personali inventati da Bonelli, uno di quelli che maggiormente rispecchia la personalit? vulcanica del suo creatore:ecco perchè è così difficile da usare e così scarsamente usato... Qui poi è davvero splendido il racconto del modo in cui viene assunto nel circo!!Personaggi delineati alla perfezione, ognuno con le sue caratteristiche e le sue specificit?;menzione obbligata per il povero nano e Rosa Seymur, donnaccia scaltra e con un dito di pelo sul cuore che anticipa la Eva di "Oppio". Splendida la scena finale, dall'omicidio feroce del nano alla sparatoria con le bestie del circo (gli animalisti che si sono trovati a leggere questa storia si saranno strappati i capelli per la rabbia!). Galep se possibile ancora più in forma del solito!!... questa è, secondo me, una delle sue storie migliori, disegnata alla perfezione, con il suo tratto magnifico a delineare l'ambiente inedito del circo. Maestoso!! Quindi, nella sua semplicità, nel suo mescolare risate e dramma, questa è una storia perfetta, oltreché stupenda: 9 e mezzo senza appelli!!

  • +1 1
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  • 2 years later...
  • 8 months later...

Di questa storia mi ha molto colpito la sceneggiatura, sempre più dettagliata e con dialoghi sempre più ad ampio respiro, frutto probabilmente del passaggio dalle strisce a 32 pagine a quelle ad 80 che consentono uno sviluppo più accurato delle varie scene splendidamente rappresentate da Galep. Da notare in questa storia la presenza di diversi aspetti narrativi che in futuro diverranno un'ingiusta spada di Damocle per Nizzi, come lo spione di turno ed il probo confessore. Un bel nove è la valutazione complessiva.

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  • 9 months later...

Appena letta per la prima volta, e devo dire che, al contrario di altre storie di questo periodo, questa è molto più "complessa" o meno banale. E' evidente che i 3 rapinatori, per quanto in gamba, non sono avversari al livello di Tex e Carson, tuttavia GL Bonelli ha ideato una storia interessante, capace appunto di appassionare il lettore nonostante il basso calibro degli antagonisti. Ad es. la storia con El Caiman mi è sembrata molto meno avvincente e molto più scontata. Qui le indagini dei nostri si intrecciano con le rivalit? all'interno della banda, le quali costituiscono il "perno" su cui poggia l'intera storia, e poi c'è Pat Mac Ryan, quindi si ride alla grande laughing
Divertimento ma anche dramma con l'incidente di Stella (ma poi è sopravvissuta? Speriamo! :huh:) e l'omicidio di Little Joe, i momenti più intensi oltre all'incendio nel finale.
Davvero bella, voto: 8

Due particolari mi hanno colpito: le città dove il circo si ferma per i suoi spettacoli si trovano tutte vicino al fiume colorado, lo dice Tex all'inizio, poi però lo stesso Tex mostra a Pat una cartina dove c'è scritto Texas... ma il colorado non si trova in arizona? doubt forse si tratta di un altro colorado.
L'altro particolare è quello del cosiddetto "origliatore", anzi gli origliatori, visto che ne abbiamo due, Little Joe e poi Leo. Non è curioso che a qualcuno, molti anni dopo, verr? rimproverato il fatto di usare queste figure mentre a GL Bonelli invece no? E' vero che questo qualcuno forse le ha usate un p? troppo spesso :old: , ma davvero hanno contribuito a rendere brutte alcune storie brutte o meno belle altre storie belle? Io penso di no. -_nono

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  • Sceriffi

Come nella storia precedente (Mexico) ho messo in luce la presenza di elementi che sono considerati comunemente un marchio di fabbrica di Boselli, così dopo la rilettura di questa storia non posso non segnalare la presenza di due origlioni, soluzione narrativa per cui il buon Nizzi è stato più e più volte crocifisso. Anche in questo caso, credo che un'attenta rilettura delle storie di GLB metta in luce come l'uso di questo espediente di sceneggiatura non fosse per nulla raro nelle sue storie (è però questa, lo ammetto, una sensazione, non ho dati a disposizione; chissà se qualcuno ha mai fatto una statistica?). Ed è appunto una scelta narrativa che ho sempre mal sopportato, perché la percepisco come una scorciatoia per lo sceneggiatore per far proseguire la trama, senza star troppo a pensare a soluzioni differenti e creative.

Poi, di nuovo, si tratta anche di considerare le storie nella loro globalità, senza focalizzarsi solo sui singoli episodi: questo "Dramma al circo" è davvero una signora storia, una delle storie mitiche della fascia 1-100! Di fronte ad una sceneggiatura così ricca e vivace, atipica per certi versi, anche le origliate passano in secondo piano. Ma, di nuovo, era lo stesso con Nizzi: gli origlioni nizziani ci sono sempre stati, sono ubiqui nella sua produzione, ma di fronte alle sue grandi sceneggiature del primo periodo passano in secondo piano; diventano invece rilevanti quando si sommano alla carenza di idee generale del suo ultimo periodo; quando le sceneggiature si fanno sempre più piatte e banali la presenza di soluzioni come le origliate non fa che affossarle ulteriormente.

Rileggendo questa storia, non posso fare a meno di evidenziarne anche il legame con la nizziana "Oppio!", che è accomunata a questa dalla presenza della compagnia itinerante (là teatranti, qua circensi), dalle beghe interne tra i personaggi della compagnia, e... dagli origlioni! :lol: Sì, perché Nizzi, in quella storia, ne mette addirittura cinque, forse il suo record personale! Il confronto tra le due storie è impietoso: come è insulsa quella di Nizzi, questa invece merita un 8 pieno.

 

Mi rendo conto che in questa recensione non ho parlato che di origlioni e di confronti con Nizzi...

Per concludere, anche questa è una storia legata al periodo in cui è stata scritta, "ingenua" in alcuni passaggi, ma credo molto godibile anche per un lettore abituato ad un modo di narrare più moderno.

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Questa storia è probabilmente la prima che è stata scritta per il formato ad 80 strisce visto che presenta un articolato prologo incentrato sulla Banda dei Mormoni e Tex non compare per quasi tutto il primo albo, una scelta che certi cosiddetti puristi texiani oggi non gradirebbero. Per fortuna che GLB e ne fregava di regole che in realtà esistono solo nella loro testa.:D

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On 19/1/2014 at 18:15, Pablo Contreras dice:

Due particolari mi hanno colpito: le città dove il circo si ferma per i suoi spettacoli si trovano tutte vicino al fiume colorado, lo dice Tex all'inizio, poi però lo stesso Tex mostra a Pat una cartina dove c'è scritto Texas... ma il colorado non si trova in arizona? doubt forse si tratta di un altro colorado.
 

 

C'è un Colorado River anche in Texas, è il fiume che attraversa la capitale Austin, sede dei rangers.

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  • 1 year later...

Gran bella storia. Unica pecca: è qui che inizia il tormentone della bistecca sepolta dalle patatine fritte: ci sono ben due riferimenti, uno di tex e uno di pat, dopo che nei 65 numeri precedenti di tex gigante se ne trova solo uno nei primi numeri e, se non ricordo male, le patate non sono fritte. A proposito, mi sa che le patate fritte non erano un cibo molto comune nel vecchio west...

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<span style="color:red">9 ore fa</span>, AmnesiaVivace dice:

A proposito, mi sa che le patate fritte non erano un cibo molto comune nel vecchio west...

Dobbiamo sempre tener presente una cosa (che a molti spesso sfugge, me compreso).

Questo west è quello della leggenda, ispirato alle produzioni hollywoodiane o dai libri di avventura, lontanamente ispirati ai fatti e alle atmosfere dell'epoca. I fatti reali erano molto diversi e per nulla eroici, tranne che occorreva una tempra di ferro per vivere laggiù.

A fine ottocento nelle strade polverose e piene di sporcizia nessuno si vestiva come nei film di John Ford, nessuno sparava bene come Tex e nessuno viveva in salute e in tarda età come Kit Carson!

  • +1 1
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<span style="color:red">21 ore fa</span>, Dix Leroy dice:

Dobbiamo sempre tener presente una cosa (che a molti spesso sfugge, me compreso).

Questo west è quello della leggenda, ispirato alle produzioni hollywoodiane o dai libri di avventura, lontanamente ispirati ai fatti e alle atmosfere dell'epoca. I fatti reali erano molto diversi e per nulla eroici, tranne che occorreva una tempra di ferro per vivere laggiù.

A fine ottocento nelle strade polverose e piene di sporcizia nessuno si vestiva come nei film di John Ford, nessuno sparava bene come Tex e nessuno viveva in salute e in tarda età come Kit Carson!

Concordo, ma almeno lasciaci ancora sognare, almeno un po' :old:

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<span style="color:red">30 minuti fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Concordo, ma almeno lasciaci ancora sognare, almeno un po' :old:

Se non si era capito nel Western le patatine sono ammesse, come gli Stetsons e gli stivali con cui si può camminare sulla Main Street.

Altrimenti non sarebbe più bello.

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  • 11 months later...

Una storia insolita per Tex ma riuscitissima, drammatica (come dice il titolo) ma a tratti divertente (per la presenza di Pat Mac Ryan), persino commovente (nel personaggio del clown Little Joe). Ruota tutta attorno al mondo del circo che, come spiega il direttore Seymour, è un microcosmo umano di inganni:

“Il nostro è un piccolo mondo a sé dove in apparenza tutti sono amici e si scambiano applausi e complimenti, ma in realtà ciascuno è invidioso del successo dell’altro, e spesso dietro la maschera di una faccia che sorride si nasconde l’odio più profondo”.

 

E infatti, mentre Tex e Carson indagano, i rapinatori che si nascondono nel Great American Circus cominciano un po' alla volta a sbranarsi a vicenda tra gelosie, tradimenti, invidie e avidità (“sbranarsi” letteralmente, visto il finale con le tigri liberate dalle gabbie). La presenza dei due rangers non fa che accelerare tensioni e rivalità già esistenti tra i complici della banda e tipiche dei film di ambientazione circense, dove dietro lo spettacolo divertente e fantasmagorico in realtà si cela un’umanità spesso meschina e ben poco attraente.

 

Splendidamente disegnata da Galep, è una storia dalla trama semplice ma che si legge ancora con grande piacere, una delle migliori con Pat Mac Ryan (alla sua quarta apparizione) che, questa volta, con tanto di baffoni appuntiti, interpreta la parte del Grande Mustafà, erculeo lottatore finto-turco che, oltre a far sorridere per la sua ingenuità in una gag memorabile (quella in cui rievoca la sua assunzione al circo), mostra anche un gran cuore, rivelandosi l’unico vero amico del piccolo e vessato clown Joe.

 

Ma quanti mestieri ha fatto Pat? All’inizio il pugile, poi il lottatore, il posa-binari su una linea ferroviaria, lo scaricatore di merci, il trapper, il taglialegna… Pat l’irlandese è l’emigrante disposto a qualsiasi lavoro manuale, la forza fisica è la sua arma, unita però alla generosità e alla gentilezza, un puro di cuore sempre disponibile a imbarcarsi in qualunque impresa o avventura.

Le 9 storie di Pat Mac Ryan scritte da GLB:

- [33/34] La valle tragica

- [35/36] Attentato a Montezuma

- [56/57/58] Notte tragica

- [65/66/67] Dramma al circo

- [87] Oro nero

- [100] Supertex

- [137/138/139] Il ritorno di Montales

- [193/194/195/196] Trapper!

- [309/310] La minaccia invisibile (insieme a Boselli)

 

Ma anche Nizzi ha saputo ben valorizzarlo (nel Texone: “Tex il grande”) e così Boselli (”Gli invincibili” “Golden Pass” e “L’ombra del Maestro”).

IMG-20241117-120317-346.jpg

Edited by Poe
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  • 4 weeks later...

Il primo centinaio della saga è costellato di piccole gemme come la storia in questione.

 

Molto originale e azzeccata l’ambientazione, ma soprattutto Bonelli eccelle nella caratterizzazione dei personaggi che popolano la scena e rendono la vicenda avvincente.

Sotto il tendone del circo, fra belve, clown e trapezi si consumano invidie, passioni, tradimenti ma soprattutto si cela una banda di rapinatori molto particolare.

 

Approfittando della tournee itinerante dello spettacolo, sotto la regia di Rose Seymour, moglie del proprietario inetto, il domatore Leo Castell, l’illusionista Wonder Bill e il tiratore Black Jim si dilettano a svaligiare le banche dei paesi limitrofi al fiume Colorado, per poi far perdere le tracce, usando uno stratagemma ripetitivo ma funzionale.

Tra gli artisti che popolano lo strano circo, si trovano pure il nano Little Joe (anch’egli complice delle rapine ma desideroso di redimersi) e una vecchia conoscenza: Pat Mc Ryan.

 

Chiamati a indagare sulla “banda dei mormoni” (chiamata così per via del travestimento usato dai banditi durante i misfatti) Tex e Carson si ritrovano in mezzo agli intrighi che serpeggiano sotto il tendone del Great American Circus.

 

La storia è scoppiettante e tiene incollati alle pagine. Esaurito il simpatico flashback che spiega al lettore i motivi per cui Pat si esibisce con un folto paio di baffi e spacciandosi per turco, i nostri sfuggono a un atipico attentato, avvenuto in contemporanea con la soppressione della giovane trapezista, la quale colpa è solo quella di intendersela con Ben Seymour.

 

Capito da dove arriva la puzza di marcio, Tex si prodiga allo smantellamento della banda e il tutto avviene con ritmo infernale e con scene memorabili quali, l’uccisione in scena del piccolo Little Joe, l’assalto delle belve e degli orsi liberati da Leo Castell, e la fatale fuga in canoa dello stesso domatore e l’amante Rose, sull’epilogo, quando ormai i loro piani sono stati scombinati dall’azione decisa dei nostri.

 

Che dire: una storia originale e molto divertente, resa alla perfezione dai pennelli di un Galep in strepitosa forma.

 

Molto bella pure la parte di Pat, che accantonati momentaneamente i consueti disastri, mostra un lato umano e sensibile che cattura il lettore e raggiunge il culmine con la sua sincera amicizia nei confronti di Little Joe.

 

Unici nei che ho riscontrato durante la lettura: il fatto che nessuno sospetti la possibile fuga dei banditi su una canoa, visto che ogni volta le loro tracce scompaiono nel nulla nel fiume e infine la stranezza di Pat che si scola ben due bicchieri di bruciabudella. Evidentemente erano ormai lontani i tempi della gazzosa al banco del saloon.

Il mio voto finale è 8

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