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TWF - Tex Willer Forum

Curiosità e aneddoti vari su Tex e i suoi autori


ymalpas
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C'è una video-intervista sul web,Carlo, se riesco a trovarla la posto...

Ma io non dubito di te amico mio, ma della tua memoria o delle tue orecchie. laughing Il punto è che io so che pur frequentando regolarmente Civitelli, non ho mai visto tavole acquarellate di quella storia n° ricordo che abbia mai persoanalmente colorato alcuna pagina della storia suddetta, men che meno ad acquarello, mentre ricordo benissimo le due pagine che ha fatto colorare a Simone Peruzzi come prova e che poi sono state effettivamente ricolorate perchè la Redazione non le ha gudicate adatte... prendendo una sonora cantonata, secondo me. _ahsisi
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C'è una video-intervista sul web,Carlo, se riesco a trovarla la posto...

Ma io non dubito di te amico mio, ma della tua memoria o delle tue orecchie. laughing Il punto è che io so che pur frequentando regolarmente Civitelli, non ho mai visto tavole acquarellate di quella storia n° ricordo che abbia mai persoanalmente colorato alcuna pagina della storia suddetta, men che meno ad acquarello, mentre ricordo benissimo le due pagine che ha fatto colorare a Simone Peruzzi come prova e che poi sono state effettivamente ricolorate perchè la Redazione non le ha gudicate adatte... prendendo una sonora cantonata, secondo me. _ahsisi
Tavole che furono postate anche in questo forum. Jason ha capito o ricorda male, puo succedere.
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  • 2 settimane dopo...
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L'artista Paolo Ciardo ha realizzato a mano diverse serie di tre acrilici su tela dedicati al Tex di Galleppini, ideali per l'arredamento del texiano doc, che vende su ebay!


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L'artista Paolo Ciardo ha realizzato a mano diverse serie di tre acrilici su tela dedicati al Tex di Galleppini, ideali per l'arredamento del texiano doc, che vende su ebay!


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non ho trovato nulla. Puoi mettere il link per cortesia è Grazie

:trapper:

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  • 3 settimane dopo...
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Non sono molte le citazioni di Tex negli altri albi bonelliani. Per ricordarne una, parliamo stavolta di quella presente nell'albo "Il grande buio" di Zagor, scritta nei primi anni novanta da Marcello Toninelli.


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In questa storia compare sotto mentite spoglie il tenente di cavalleria Tom Fetter che sta indagando su dei trafficanti d'armi che di l' a poco, dopo una bella vincita a poker, traendolo in un tranello lo uccideranno in un vicolo.

E' evidente che di questo traffico in una storia texiana avrebbe indagato un ranger, per cui Toninelli ha pensato a Carson ( peraltro anche lui graduato dell'esercito ), Donatelli gli ha regalato la fisionomia del vecchio cammello e la sceneggiatura, tanto per convincerci del tutto, riporta anche le immancabili bistecche alte due dita e la birra!

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  • 2 settimane dopo...
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Subito dopo aver scritto "Oklahoma!", siamo nei primissimi anni novanta, Berardi propone a Sergio Bonelli un soggetto su nuova, lunga storia di Tex! Ne abbiamo già parlato nelle prime pagine di questa discussione e sappiamo già dunque che avrebbe visto Tex confrontarsi col mito di Custer e quello del Little Big Horn. Quello che non sapevamo ancora, invece, è che questa storia era stata pensata per finire dritta su un'altro albo speciale, ancora un maxi, come la precedente scritta dall'autore genovese!

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Come già avvenuto in passato i colori delle copertine ( o dei titoli ) sono stati modificati all'ultimo momento... E' il caso del prossimo albo in edicola e ne lascio testimonianza in questa discussione!

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Nel 1967 Sergio Bonelli, instancabile ricercatore di disegnatori talentuosi da affiancare a Galep, si rec? a Bruxelles da un fumettista belga allora poco più che trentenne, il cui nome è William Vance ( all'anagrafe William van Cutsem ), che rifiut? l'offerta di collaborare a Tex perchè si sentiva poco adatto al genere western ( che negli anni a venire ha disegnato però con successo, per il mercato francese ).

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Nella posta TuttoTex n° 231 Sergio Bonelli dedica una pagina intera alle lettere di protesta che sono giunte in redazione da parte di lettori arrabbiati e feriti pe la conclusione della storia di Nizzi e Villa intitolata "L'uomo senza passato". C'è chi classific? allora il sacrificio di Fiore di Luna come "una vergognosa prova di sadismo" e chi parl' di un nuovo "frustrato" nella famiglia Willer. Bonelli, recepite le critiche, rispose parlando dei risvolti tragici della vita da cui il fumetto non poteva essere considerato esente, e quindi riconoscendo nel drammatico epilogo escogitato da Nizzi un escamotage già usato una mezza dozzina di volte dal padre, e ampiamente documentato in decine di libri e film, tra i quali ricordava "L'amante indiana" di Delmer Daves.

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e poi, aggiungo su quanto dice giustamente Ymalpas, sappiamo bene che l'elemento femminile in saghe come quella di Tex non era e non è visto di buon occhio. Gianluigi fece lo stesso con Lilith e anche Nizzi non poteva esimersi. Naturalmente anch'io all'epoca avrei voluto vedere e leggere il classico "lieto fine" ma nel meccanismo bonelliano ma soprattutto per Tex e per l'avventura in genere la presenza della donna è inutile. Interessante da leggere è il parere che lo stesso Bonelli Padre in un'intervista contenuta poi nell'albo "Audace Bonelli" che sta ripubblicando ora l'Espresso, alla domanda dell'intervistatore sull'elemento femminile nelle storie di Tex Bonelli, lapidario come non mai, dice: "Le riassumo il problema della donna di Tex. O la donna entra nella trama come elemento narrativo - per esempio nel ruolo di "cattiva" - oppure non la faccio apparire. Non mi va di farla vedere mentre macina il grano o d' il latte al bambino. Al lettore non interessa. A proposito lo stesso discorso vale per i bambini. E non parliamone più!"Ecco più chiaro di così... anche il bambino (Kit Willer) compare in una sola avventura perchè è stato rapito e quindi d' l'occasione a Tex di cimentarsi in un'impresa diversa dal solito, non la "normale" caccia a un bandito o il solito gruppo di bellicosi indiani ma la paura che ti possano colpire in ciò che più hai di caro, un elemento quindi che coinvolge di più sia Tex che il lettore. E lo stesso fu per Lilith... poche volte è apparsa dopo il matrimonio con Tex salvo poi "ritornare" soltanto per dare l'agio a Tex e a Bonelli di narrare la vicenda del Giuramento e la conseguente vendetta. Perchè per Bonelli Padre l'eroe è vendicativo e giustiziere. Premetto che non sono d'accordo ma davvero trovo difficile che nelle storie ci sia spazio per avventure sentimentali. Non è successo in sessanta e più anni salvo un'occasione non credo che ciò si ripeter?.

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molto chiaro e sono d'accordo sulla tua spiegazione, ma credo che come lo stesso personaggio si stia sempre più impossessando di questi tempi contemporanei più fortemente psicologici rispetto al suo vecchio stampo istintivo, presto o tardi un ruolo femminile (che non sia cattivo come identificava Bonelli) secondo me arriva. I lettori si stanno mutando rispetto a tempo fa (nonostante lo zoccolo duro di una certa età) e già con questo forum abbiamo un esempio, forse le critiche andate in posta al tutto Tex sono un chiaro segnale...

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  • 2 settimane dopo...
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Il compianto Gino d'Antonio aveva in progetto di scrivere, dopo il texone di Filippucci, altri soggetti per Tex... Uno di questi avrebbe visto l'eroe calato in una ambientazione insolita; in un altro invece avrebbe incontrato, per la prima volta, un celebre personaggio storico del suo tempo!

Nella posta tuttoTex n° 433, del maggio 2007, Sergio Bonelli scrive:... nei mesi scorsi, ho notato - con un certo stupore, lo ammetto - che molti "navigatori" internettiani, appassionati di fumetti, erano d'accordo nel sostenere come Gino D'Antonio fosse impegnatissimo a scrivere avventure di Tex, diventando, di conseguenza, uno degli autori fissi della serie. Mi sono dunque chiesto ( e ancora me lo chiedo ) da dove nascano simili "leggende metropolitane" e chi sia il primo che butta l' una notizia priva di fondamento, così a casaccio. E per quale motivo è Bah... Oggi, purtroppo, Gino D'antonio ci ha lasciati per sempre e non è in grado di replicare, con uno dei suoi disarmanti sorrisi, che con Tex non aveva niente in comune: troppo lontano dal comportamento degli eroi che piacevano a lui. Tale frase, più o meno, me la sono sentita ripetere ogni qualvolta ( nel corso di un'amicizia e di una collaborazione professionale durata una quarantina d'anni ) gli proponevo di sceneggiare una storia del personaggio creato da mio padre Gianluigi Bonelli. La sua cortese, ma convinta presa di posizione si era incrinata solo una volta quattro anni orsono, quando aveva accettato (per una sorta di giocosa sfida tra noi due ) di scrivere quella storia texiana sui - Seminoles - che io ( nascosto dietro lo pseudonimo di Guido Nolitta ) mi proponevo di dedicare a voi lettori per farci perdonare alcune inesattezze storiche rifilatevi nei tempi passati. Comunque consegnatami la pagina con la parola "Fine", D'Antonio non si sogn° neanche di affrontare una seconda vicenda di Aquila della Notte! Si concentr?, invece, sulla sceneggiatura del "romanzo illustrato".... ( cioè "Banddos", con Calegari ).-----------------------------------------------------------------------------------------------Questa secca smentita da parte di Sergio Bonelli, che ho potuto leggere solo oggi, è anteriore rispetto al mio messaggio postato tempo dopo, nel quale ho raccolto per l'appunto quelle "voci" internettiane di cui parla l'editore. Non sono più in grado di dire dove le avevo trovate, ma se c'è qualcuno che ci legge e vuole intervenire per una controreplica ( nel senso che non credo che queste voci siano state inventate di sana pianta ) può farlo qui di seguito.
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Il compianto Gino d'Antonio aveva in progetto di scrivere, dopo il texone di Filippucci, altri soggetti per Tex... Uno di questi avrebbe visto l'eroe calato in una ambientazione insolita; in un altro invece avrebbe incontrato, per la prima volta, un celebre personaggio storico del suo tempo!

Nella posta tuttoTex n° 433, del maggio 2007, Sergio Bonelli scrive:


... nei mesi scorsi, ho notato - con un certo stupore, lo ammetto - che molti "navigatori" internettiani, appassionati di fumetti, erano d'accordo nel sostenere come Gino D'Antonio fosse impegnatissimo a scrivere avventure di Tex, diventando, di conseguenza, uno degli autori fissi della serie. Mi sono dunque chiesto ( e ancora me lo chiedo ) da dove nascano simili "leggende metropolitane" e chi sia il primo che butta l' una notizia priva di fondamento, così a casaccio. E per quale motivo è Bah...
Oggi, purtroppo, Gino D'antonio ci ha lasciati per sempre e non è in grado di replicare, con uno dei suoi disarmanti sorrisi, che con Tex non aveva niente in comune: troppo lontano dal comportamento degli eroi che piacevano a lui. Tale frase, più o meno, me la sono sentita ripetere ogni qualvolta ( nel corso di un'amicizia e di una collaborazione professionale durata una quarantina d'anni ) gli proponevo di sceneggiare una storia del personaggio creato da mio padre Gianluigi Bonelli. La sua cortese, ma convinta presa di posizione si era incrinata solo una volta quattro anni orsono, quando aveva accettato (per una sorta di giocosa sfida tra noi due ) di scrivere quella storia texiana sui - Seminoles - che io ( nascosto dietro lo pseudonimo di Guido Nolitta ) mi proponevo di dedicare a voi lettori per farci perdonare alcune inesattezze storiche rifilatevi nei tempi passati. Comunque consegnatami la pagina con la parola "Fine", D'Antonio non si sogn° neanche di affrontare una seconda vicenda di Aquila della Notte! Si concentr?, invece, sulla sceneggiatura del "romanzo illustrato".... ( cioè "Banddos", con Calegari ).

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Questa secca smentita da parte di Sergio Bonelli, che ho potuto leggere solo oggi, è anteriore rispetto al mio messaggio postato tempo dopo, nel quale ho raccolto per l'appunto quelle "voci" internettiane di cui parla l'editore. Non sono più in grado di dire dove le avevo trovate, ma se c'è qualcuno che ci legge e vuole intervenire per una controreplica ( nel senso che non credo che queste voci siano state inventate di sana pianta ) può farlo qui di seguito.

Beh, io non pretendo certom ndi essere considerato una fonte attendibile, ma sta di fatto che ho sentito con le mie orecchie nel luglio m2006, nel corso di un pranzom a cui eravamo presentii: Sergio Bonelli, Decio Canzio,, Mauro Marcheselli e fabio Civitelli, oltre, naturalmente a Gino D'Antonio in cui fu lui stesso a dire che ha avrebbe volentieri scritto altre storie di Tex, ma era titubante per via delkla lunghezza abituale delle storie del Ranger. Sia Bonelli che Canzio gli dissero che non doveva preoccuparsi della lunghezza ed allora D'Antonio chiese se poteva presentare qualche soggetto. Ovviamente gli fu risposto di si (e vorrei vedere :inch:). Allora D'?Antonio chiese se Tex avesse mai incontrato gli Indiani della Costa dell'Oregon e Californiana (Nootka a e simili) e se avesse mai incontrato Calamity Jane. In quell'occasione Civitelli si candid' a disegnare una di quelle storie. Sergio storse il naso all'idea di Calamity Jane, ma alla fine disse che andava bene se proprio D'Antonio ci teneva. In seguito ne parlai con Boselli, il quale non mi sembr? molto entusiasta all'idea che D'Antonio usasse Calamity Jane. Solo di recente ho capito che temeva di vedersi bruciare il soggetto de "La mano del Morto" a cui evidentemente stava già pensando.


Quello che mi colp? all'epoc fu l'estrema ulmilt? di D'Antonio: quando chiese se poteva presentare dei soggetti sembrava quasio un debuttante alle prime armi e non il rispettsato professionista (per non dire il genio :inch::inch: ) che era.

Un paio di mesi dopo rividi D'Antonio a Città di Castello e mi conferm? che aveva in mente o?ltre a quelli citati anche un altro soggetto che vedeva il coinvolgimenmto di Hopi e Apaches.
Purtroppo non ebbe il tempo di trasformare queste sue idee in veri e propri soggetti da presentare a Sergio, ma posso confermare senza tema di smentite che la sua intenzione era quella di scrivere Tex e sembrava anche galvanizzato dall'ioea. Peccato che non ci sia riuscito.

Ancor oggi mio chiedo come sarebbe stato Tex oggi se D'Antonio avesse accetato di scriverlo già dagli anni 80 (ed è abbastanza chiaro ai miei occhi chi tra lui e Nizzi sarebbe diventato lo scrittore guida) e non posso che provare un forte rimpianto. per l'occasione mancata

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Sergio storse il naso all'idea di Calamity Jane, ma alla fine disse che andava bene se proprio D'Antonio ci teneva.

Mi domando come mai anche perchè:Calamity Jane frequent? per un certo tempo il Wild west show di Buffalo Bill Cody, anche se intorno al 1890, ma in ogni caso il nostro ranger, nel numero 436 della serie regolare appunto"Wild west show" incontra Buffalo Bill, quindi è storicamente possibile che si imbatta in Calamity. La stessa è stata una guida del generale Crook e Miles dirante le campagne indiane, e come tema se non potesse esserlo questo per trarne uno spunto per un eventuale incontro... Rimane la storia di Wild Bill Hitchock, ma questa è arrivata in porto...voglio dire gli spunti per non storcere il naso c'è ne erano... non me ne voglia il nostro amato Sergio.
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Grazie Carlo, non avrei giurato che fossi tu che ne parlasti e forse la notizia l'avevo letta su TWO e postata chissà da chi, ricordavo però il particolare della cena, d'altronde la smentita così secca di Bonelli, anche il suo tono quasi infastidito dalle "voci", meritava un'ampliamento e un chiarimento in queste pagine anche se le "leggende metropolitane" il Sergione non le aveva lette comunque in questo forum, ma chissà dove e chissà se riferite proprio poi a queste notizie. Comunque Carlo, dovresti scrivere un libro su Tex con tutte le cose che sai!

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Dopo aver letto quanto scritto da Carlo, su cui non ho motivo di dubitare, mi chiedo come mai Sergio Bonelli abbia voluto affrontare l'argomento sulla posta di TuttoTex. E' chiaro che non ha detto niente di inesatto dato che effettivamente Gino D'Antonio non è mai stato impegnato a scrivere altre sceneggiature per Tex, infatti anche Carlo ci ha riferito che ci fu la proposta in quella famosa cena e le intenzioni ma non ci fu il tempo per passare all'azione. Ma detto questo è anche chiaro che Sergio Bonelli poteva avere ben chiaro da dove nascessero certe leggende considerato che non poteva escludere a priori che Gino D'Antonio avesse parlato con altri dei suoi progetti riguardo Tex. Allora perchè stupirsi e smentire?

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Dopo aver letto quanto scritto da Carlo, su cui non ho motivo di dubitare, mi chiedo come mai Sergio Bonelli abbia voluto affrontare l'argomento sulla posta di TuttoTex. E' chiaro che non ha detto niente di inesatto dato che effettivamente Gino D'Antonio non è mai stato impegnato a scrivere altre sceneggiature per Tex, infatti anche Carlo ci ha riferito che ci fu la proposta in quella famosa cena e le intenzioni ma non ci fu il tempo per passare all'azione. Ma detto questo è anche chiaro che Sergio Bonelli poteva avere ben chiaro da dove nascessero certe leggende considerato che non poteva escludere a priori che Gino D'Antonio avesse parlato con altri dei suoi progetti riguardo Tex. Allora perchè stupirsi e smentire?

Nel ribadire che tutto quello che ho scritto è rigorosamente vero, non so comunque cosa rispondere. Forse Sergio non voleva alimentare leggende su soggetti lasciati da D'Antonio. Da parte mia posso dire che D'Antonio era uno sceneggiatore notoriamente pigro o lento, se preferito (Credo che fosse per quello che "Bella e Bronco" avesse 64v pagine invece delle solite 96) e per questo a settembre 2006 non aveva ancora scritto niente, anche se le idee sicuramente gli frullavano in testa. Ricordo che a Città di Castello la figlia, che era con lui, lo prese bonariamente in giro perchè era uno specialista nel perdere tempo senza produrre. Se mai ha scritto qualcosa (ma io non lo credo) non ha mai fatto in tempo a sottoporlo a Sergio. Che i suoi soggetti sarebbero stati accettati non ho il minimo dubbio. Da quel che ho potuto vedere Sergio nutriva per D'Antonio un'ammirazione ed una fiducia assolute ed era ben disposto ad accogliere idee che ad altri avrebbe bocciato o su cui li avrebbe costretti a discutere. Indubbiamente i soggetti di cui mi ha parlato non erano, da un certo punto di vista, particolarmente originali (In particolare quello sugli Hopi e gli Apaches e quello sui Nootka avrebbero potuto essere rielaborazioni di spunti usati per la "Storia del West"), ma ciò conta poco, perchè D'Antonio è sempre stato più famoso per la forza del suo modo di raccontare più che per l'originalità delle trame. In più, , nonostante avesse in precedenza detto che considerava Tex un personaggio non nelle sue corde, con il Texone aveva già dimostrato di aver ben capito chi fosse Tex e come agisce. Il che rende ancora più amaro il fartto che non abbia potuto dare un contributo maggiore alla saga del nostro Ranger preferito.
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Ancor oggi mio chiedo come sarebbe stato Tex oggi se D'Antonio avesse accetato di scriverlo già dagli anni 80 (ed è abbastanza chiaro ai miei occhi chi tra lui e Nizzi sarebbe diventato lo scrittore guida) e non posso che provare un forte rimpianto. per l'occasione mancata

Mah, penso sia difficile dirlo. Conosco D'Antonio solo in relazione alla "Storia del West" (senza sicuramente esserne un esperto) e lo stile è ben diverso da quello di Tex. C'è da capire quanto l'autore milanese si sarebbe adattato alla scrittura di GLB e quanto avrebbe modellato Tex sul proprio stile. Lo "Speciale" di Filippucci, che a me è peraltro piaciuto molto, è un campione troppo poco ampio per essere significativo. Di sicuro, l'uso delle didascalie era quasi inesistente, contrariamente al modello di GLB. Quanto a Nizzi, voglio esser sincero. E' - credo - del tutto evidente che i lavori dell'autore modenese abbiano registrato un calo progressivo a partire dalla crisi del '92 (spero di non aver sbagliato anno), fino a un crollo finale, che - sono il primo a dirlo - l'autore doveva risparmiarsi. E tuttavia, trovo veramente sgradevole la "damnatio memoriae" che, da parte di taluna critica, viene ormai promossa da anni. Facile dimenticarsi del fatto che Nizzi ha scritto per dieci anni un Tex stupendo, puramente GLBonelliano, salvando con ogni probabilità la serie dalla chiusura.
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Ancor oggi mio chiedo come sarebbe stato Tex oggi se D'Antonio avesse accetato di scriverlo già dagli anni 80 (ed è abbastanza chiaro ai miei occhi chi tra lui e Nizzi sarebbe diventato lo scrittore guida) e non posso che provare un forte rimpianto. per l'occasione mancata

Beh,Carlo, mi chiedo come si possono fare certe considerazioni solo in base a delle ipotesi. Non c'e' stata la possibilita' di verificare che D'antonio sarebbe stato lo sceneggiatore guida se avesse preso in mano la serie dagli anni '80 in poi. Come si fa' a dirlo quando abbiamo letto a malapena una storia sola?l'unica cosa certa e' che se abbiamo la possbilita' di leggere Tex oggigiorno lo e' anche grazie a Nizzi, che ha preso per mano la serie, proprio in quegli anni '80, scrivendolo praticamente da solo e molto bene, come ha gia' detto Don Fabio. Almeno nei primi quindici anni.
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