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  1. IL TESORO DEL TEMPIO Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli Disegni: Guglielmo Letteri, alla sua terza storia dopo Duello Apache (68-69) e New Orleans (72-73). La prossima sarà La banda dei lupi (80-81) Pubblicazione: 1965 (formato striscia); Febbraio-Marzo 1967 (formato attuale) Tex e Kit Carson cercano nella prateria il loro informatore Big Leg, per sapere qualcosa di più preciso sulle strane scorrerie dei comanche che rubano le mandrie - una cosa insolita per gli indiani - ma non lo trovano. All'improvviso, vedono il suo cadavere divorato dalle formiche rosse per opera dei comanche. La storia inizia quindi in modo drammatico. Dopo averlo seppellito, compare un gruppo di comanche che li insegue. Tex e Kit si separano per dividere il gruppo: solo che Tex fa finta di essere colpito per affrontare i comanche da solo, per permettere a Carson di scappare. Ma Kit scopre l'inganno e torna indietro a dare manforte all'amico, e insieme respingono la banda indiana. Carson poi rimprovera Tex per aver fatto il furbo con lui. Essere soci al 50% significa dividere i rischi in due! (cit. Bud Spencer) I comanche superstiti contattano il loro capo, Tonito, coi segnali di fumo: tutta la tribù comanche parte all'inseguimento dei due, e anche per attaccare il vicino ranch dei Miller. Inoltre, Tonito e gli indiani fanno cenno a una misteriosa Esmeralda. E, in una valle segreta, chiamata Valle del Giaguaro, Fidel Romulio, un desperado spagnolo - in sostanza, un mercenario - viene accolto da misteriosi discendenti di antichi aztechi che vivono laggiù. Nakua, il sacerdote, va da Esmeralda, l'ultima della stirpe azteca dei Montezuma, che fa in bagno in un lago, all'interno di un edificio. Nakua non si fida di Fidel, perchè sente che porterà sventura, ma non riesce a convincere Esmeralda. Sin dalle prime battute di Nakua si intuisce la tragedia: infatti il sacerdote dice a se stesso di avere come il presentimento che Fidel porterà la sventura. Gli avversari di Tex, soprattutto quelli dotati di magia, non sono mai misteriosi, incombenti e minacciosi, tipo i capi di organizzazioni malvage della Marvel: sono invece persone che stanno percorrendo una via di rovina e già lo sanno. Lo si può vedere in Black Baron, con Mefisto e Baron Samedi, o Mah-Shai, o anche Rakos o Mitla. Sono prigionieri del loro male, minacciati dalla rovina incombente. Non sono "malvagi tranquilli", come possono essere quelli delle storie "normali" di Tex, tipo il capobanda Tom Clebber di Canyon Diablo o il capitano Lowett di "Uno contro Venti". Sono persone inquietanti e inquiete. Fate attenzione alla scena: Esmeralda prima chiede se sono arrivati i comanche, ma poi, quando viene a sapere che l'uomo che arriva è Fidel Romulio, sorride, come se fosse una persona che lei rivede volentieri ("era tempo che arrivasse": una frase che la dice lunga). E Nakua fa la parte del padre preoccupato perchè sua figlia ha preso una sbandata per un idiota. Le "paludi della morte" sono i luoghi dove si trovano i funghi allucinogeni di cui si parlerà. Notate come GL Bonelli introduce nella storia degli elementi senza nemmeno spiegarli: cosa sono queste paludi della morte? Di cosa stanno parlando? Questo lo si capirà solo più avanti, e senza nessuno spiegone: il lettore dovrà capirlo da solo. Invece adesso avrebbero già fatto lo spiegone per far capire subito tutto al lettore tonto di oggi che hanno in testa, che se non gli spiegano subito tutto per filo e per segno, perde la testa, povero piccino. E una storia come questa sarebbe diventata subito noiosa, perchè si toglierebbe il mistero. Senza contare l'incredibile trovata del Gianluigi, di far comparire Esmeralda per la prima volta (e poi anche per la seconda) nuda in una piscina naturale. Con degli alligatori, per di più. Senza mostrare nulla, ma lasciando tutto all'immaginazione, diventando così seducente al massimo. Fujiko Mine non avrebbe fatto di meglio. Per forza che gli appassionati si ricordano parecchio di questa scena...i disegni di Letteri in questa storia sono straordinari. Intanto, Tex e Kit, per scoraggiare i comanche, si avventurano in una strada stretta attaccata alle pendici di una salita. Tex vorrebbe tenere a bada i comanche, mentre Kit va a chiedere aiuti al ranch, ma il pard non ci sta. Tex allora manda via il suo cavallo con un messaggio legato sulla sella, sperando che venga letto dagli uomini del ranch di Miller, che dovrebbero essere nelle vicinanze. Tonito, con una mossa a sorpresa, mette in difficoltà i due; ma per fortuna arrivano Miller coi suoi uomini, e Tex e Kit riescono a scappare via con loro. Il capo comanche Tonito, che metterà molte volte in difficoltà Tex e Kit Carson; è con lo stregone Wovoka. Qui GL Bonelli si richiama a un Wovoka veramente esistito: fu uno stregone che predicò la vittoria degli indiani usando funghi allucinogeni e illusioni. Tex avrà a che fare anche col vero Wovoka più avanti, nei numeri 88-89 ("Gli spietati"-"Morte di un soldato"), in una storia realizzata dagli stessi autori, GLBonelli e Letteri.) Tonito però li insegue coi comanche, che sono in un numero molto grande. Quando ormai i comanche sono troppo vicini, due uomini del ranch mandano contro Tonito e i suoi tutta la mandria che stavano pascolando, almeno per rallentarli. Tex e gli altri riescono a raggiungere il ranch, ma sono subito assediati dai comanche di Tonito, che mettono il ranch a fuoco. Tex, Kit e gli altri fanno una resistenza disperata, ma si trovano in svantaggio. Ad un certo punto, arrivano i soldati del forte che partono alla carica, facendo fuggire Tonito e i suoi comanche. Una resistenza letteralmente disperata. Il capitano del plotone, White, avverte Tex di un messaggio arrivato a lui a forte Davis da parte del quartier generale dei ranger: dice che Tonito è legato a doppio filo col desperado Fidel Romulio. Inoltre - sempre nel messaggio - il capitano Walson, un medico dell'esercito amico di Tex (che non compare mai nella storia), gli suggerisce di contattare un certo El Morisco, che vive a Pilares, in Messico, sull'altra riva del Rio Bravo (o Rio Grande: è il fiume che segna la frontiera tra gli Stati Uniti e il Messico), per riuscire a trovare i comanche. E consiglia di chiedere a El Morisco informazioni su dei "funghi sacri", e Tex si chiede che c'entrino questi funghi. In ogni caso, è chiaro che il bestiame rubato dai comanche finisce in Messico, quindi è meglio andare a trovare questo El Morisco per sapere qualcosa al riguardo. Nel frattempo, Tonito conduce via il bestiame rubato dai Miller, per portarlo al tempio azteco, dove si trova Romulio. E, nel lago del tempio sacro dove si trova Esmeralda, Fidel parla con lei, ancora immersa nell'acqua: essendo lei un bel pezzo di ragazza, Fidel la vuole convincere a sposarlo, basandosi sulla profezia secondo la quale Esmeralda avrebbe salvato la stirpe dei Montezuma, sposando un bianco (e Tonito dice appunto di discendere dai Conquistadores). Ma lei non è ancora convinta e si allontana per il suo rito di purificazione. Fidel, più che alla donna, è interessato al tesoro del tempio azteco, che Esmeralda gli aveva fatto vedere una volta. Si vede qui che Esmeralda non solo è attratta da Fidel, ma agisce con lui in modo seducente: se ci fate caso, lei prima quegli orecchini non li aveva. E poteva uscire dall'acqua in anticipo, ma non l'ha fatto (la venuta di Fidel era stata improvvisa, certo, ma Esmeralda sapeva che era arrivato e aveva avuto tutto il tempo per uscire dall'acqua e coprirsi). Anche la frase di Esmeralda è fuori luogo: Fidel aveva già visto Esmeralda in passato, quindi non ha senso dire che "nessun uomo bianco può guardarla", visto che Fidel l'avrà fatto molte volte. Si tratta di una provocazione. Le profezie nelle storie di Tex non sempre si avverano. Soprattutto se sono profezie "positive". Le profezie di disgrazie, invece, si avverano sempre puntualmente... Tex e Kit raggiungono a Pilares la casa di El Morisco, che trovano piuttosto inquietante, con dei brutti faccioni sulla facciata. Non ho mai capito perchè El Morisco si era fatto costruire una casa così, visto che voleva solo fare "lo studioso tranquillo". Ma uno che studia di rado vive nella casa degli Addams...per forza che lo consideravano uno jettatore. Anche la prima impressione dei pard è la stessa di quelli del villaggio. Ma siamo finiti a casa degli Addams? La prima apparizione di Eusebio è memorabile, degna del maggiordomo Lurch degli Addams. Lo vedono comparire con le maniche rimboccate: ha addosso un panno da macellaio. E ha in una mano un coltellaccio e con l'altra mano regge un grosso sauro morto. E' meglio non chiedergli che cosa ci voleva fare. Kit sobbalza persino appena lo vede. "Sono soltanto il suo aiutante": da queste parole sembra che il Morisco sia una specie di Jack lo squartatore. Ed è una sorpresa per Tex e il lettore vedere che invece è un tipo tranquillo e posato. Un forte contrasto con l'ambiente e una presentazione ottima del nuovo personaggio. "Volete che vi stringa la mano?" "NO, grazie!" Tex e Kit osservano incuriositi gli animali mummificati nello studio, e capiscono che questo El Morisco deve essere uno studioso, una specie di naturalista. E infatti si presenta così: questo è un momento importante nella serie di Tex, perchè compare per la prima volta un personaggio che sarà assai ricorrente nelle storie future, che saranno spesso memorabili. Un incontro importante. Quando gli parlano dei funghi sacri, El Morisco fa cenno al peyote, un cactus i cui frutti sono allucinogeni, e spiega che questi "funghi sacri" sono qualcosa del genere. Come il peyote, quresti funghi sono molto usati nelle cerimonie religiose degli indiani e anche degli aztechi. E Morisco, essendo uno studioso, è riuscito a raccogliere ed analizzare questi funghi. Fu Eusebio a darglieli: infatti, un suo parente fa parte della banda di Fidel Romulio, che cerca appunto i funghi sacri (in una pericolosa palude chiamata Palude della morte: è il solo a poterci andare), per consegnarli al popolo di Esmeralda e ai comanche di Tonito. Infatti i funghi sono molto preziosi per loro e per i loro riti magici. In cambio, Tonito consegna a Fidel Romulio le mandrie rubate, mentre gli aztechi lo pagano con oro. Grazie ai funghi (che mangia anche lui), il capo indiano Tonito ha molto prestigio tra i comanche, facendosi passare per il classico tizio inviato di Manito (stile Zagor attuale o quasi), e a riunire una grande banda di indiani al suo servizio per attaccare i bianchi. Tex è incerto però su questa storia, e Morisco, per convincerlo, gli offre un fungo da assaggiare. Tra l'altro, lo stesso Morisco ha detto di aver sperimentato i frutti del peyote. Nello stesso tempo Tonito, insieme con un suo compagno indiano, raggiunge il tempio azteco dove prende parte alla cerimonia, e viene a sapere della forte diffidenza del sacerdote Nakua verso Fidel Romulio: anzi, Nakua lo avrebbe già ammazzato se lui non fosse l'unico capace di raccogliere i famosi funghi. Avviene la cerimonia: Esmeralda consegna i funghi sacri a tutti, che iniziano a mangiarli. Esmeralda in tutto il suo splendore. Avviene la stessa cosa a casa del Morisco (GL Bonelli fa un parallelismo facendo avvenire contemporaneamente questi fatti). Lo studioso dà un fungo sacro a Tex, che lo mangia. In un'altra sequenza memorabile, Tex dopo un pò ha delle visioni strane. Ma, ad un certo punto, vede Mefisto e gli spara. Ma si trattava di una visione, e Tex ritorna in sè. Dopo aver spiegato tutto a Morisco, lui lo avvisa: se nelle visioni dei funghi, che danno una certa conoscenza, Tex ha visto questo Mefisto che crede morto (la storia avviene dopo "La gola segreta", la prima storia in cui compare Mefisto come mago), allora è molto probabile che lui sia ancora vivo. Infatti, poche storie dopo, ci sarà la storia "Spettri/Il Dago Rosso", in cui ritorna Mefisto insieme al mago Padma. In ogni caso, adesso Tex capisce perchè questi funghi diano cosi tanto potere al capo dei comanche Tonito. Per aiutarli, Morisco chiede ad Eusebio se quel parente che è col desperado Fidel Romulio può essere di aiuto ai pard, ma il servitore dice che il suo parente non lo farà mai: tradire Romulio porta alla morte. L'unica cosa che Tex sa è che il luogo degli incontro è la Sierra de Hueso, una zona molto vasta ed arida. Quindi vanno laggiù sperando di trovare qualche traccia, seguendo la pista dei comanche. Nel frattempo, Fidel Romulio, disgustato da tutta quella banda di fanatici, decide di rubare l'oro del tempio mentre tutti sono immersi nelle illusioni dei funghi. Ma Fidel finisce in una trappola: avvisa allora il suo compagno Felipe di chiamare Prieto, il suo comandante in seconda, perchè attacchi il tempio. Se Fidel viene scoperto lì, finirà ammazzato dagli aztechi con tutti i suoi uomini, e nel grazioso stile azteco: estrarre il cuore mentre sono ancora vivi. Ma Esmeralda, nelle sue visioni, vede Fidel Romulio nella sala del tempio, e avvisa Nakua, il sacerdote, che va subito a vedere col capo comanche Tonito e gli altri aztechi. Fidel viene scoperto, imprigionato dietro a una grata all'ingresso della sala del tesoro, ma si difende sparando: Nakua viene ucciso subito, e con lui altri aztechi. Tonito fugge e avvisa Esmeralda; poi manda a chiamare i suoi comanche attraverso uno speciale falò (l'avvenimento avviene di notte). Oltre ai comanche, anche Tex e Kit - accampati di nascosto vicino ai comanche - vedono gli strani fuochi e salgono subito sui cavalli. Esmeralda vuole essere sicura che il tesoro del tempio non venga profanato, e fa uscire da lì l'acqua che sommerge il posto. Fidel scappa per non finire travolto dalle acque, ma, oltre alle acque, arrivano anche i coccodrilli, che lo sbranano. Si potrebbe pensare che è strano che Esmeralda faccia fare una fine così orrenda al suo "ragazzo", ma lei vuole vendetta per l'omicidio di Nakua (era stata informata subito del suo omicidio da Tonito). Nel frattempo, i comanche di Tonito e gli indios di Prieto, il braccio destro di Fidel, si scontrano in una feroce battaglia, alla quale partecipano anche gli aztechi. Tex e Kit osservano da lontano il massacro, lasciando tranquillamente che si scannino tra di loro. Tonito viene ucciso, quasi tutti finiscono ammazzati, anche Prieto. Ma lui, prima di morire, spara ad Esmeralda, che aveva appena chiesto aiuto a Tex e Kit, che erano arrivati in quel momento. Esmeralda muore tra le braccia di Tex, chiedendo di essere seppellita nel tempio insieme ai suoi aztechi. Tex lo promette; dopo aver dato sepoltura ad Esmeralda, i due si allontanano, dopo aver disarmato e lasciato liberi i superstiti: non vogliono più stare in un posto che ormai puzza di morte. LE STRISCE ORIGINALI DELLA STORIA Striscia serie "Pueblo", dal n. 30 al n. 35, uscite nel 1965. Curiosamente, sulle copertine non compaiono nè El Morisco nè Esmeralda, nemmeno nella striscia col titolo dedicato a lei. Compare solo Mefisto in copertina, nella visione di Tex a casa del Morisco, ma null'altro di particolare: tutte le altre copertine mostrano scene di un west generico. COMMENTO La storia inizia in modo normale, anche se ben raccontata e movimentata, con Tex e Kit che devono sfuggire a degli indiani ladri di bestiame. Ma dopo un pò avviene l'inaspettato: entrano in scena valli segrete, commemorazioni azteche, donne nude in acqua, funghi sacri, strani studiosi, visioni misteriose, e si finisce in una storia che ha dell'onirico. In particolare, il personaggio di Esmeralda, anche se compare poco, è indimenticabile: Galep non la rappresenta nelle copertine, ma Villa lo fa nella pubblicazione del Tex a colori di Repubblica, ricalcando la scena finale di Letteri. Copertina presa da Tex color di Repubblica n. 37. Solo in una presentazione dei modellini dei personaggi di Tex si può vedere un disegno di Galep (forse) su Esmeralda, anch'esso preso da una vignetta di Letteri. Questa storia ha avuto un'insolita continuity, non frequente in GL Bonelli: all'inizio della storia di Mefisto e Padma, Tex parla allo stregone navajo di Esmeralda. Inoltre, in "Diablero", Mitla usa proprio i funghi sacri per far trasformare il suo Guaimas in un Diablero. Esmeralda appare come una donna giovane, semplice e attratta da Fidel; nello stesso tempo è cosciente della sua responsabilità. Quando tutti stanno per uccidersi a vicenda, in quel carnaio Esmeralda chiede a Tex di aiutare lei e il suo popolo, ed è disposta anche a sacrificare il tesoro del tempio per questo. E' strano che lo chieda a degli sconosciuti, ma si vede che, in qualche modo, aveva capito che Tex e Kit Carson non c'entravano con tutto questo e, visto il loro comportamento di uomini sicuri di sè, li aveva visti istintivamente come un'ancora di salvezza. Salvezza che purtroppo le sarà rifiutata: e così la tragedia prevista da Nakua si avvera del tutto. La donna è rappresentata con un fascino unico, come pure Mitla: Letteri sapeva fare delle donne memorabili, forse le migliori dell'universo texiano. Per non parlare della sua abilità di rendere i personaggi vivi e dinamici anche nelle storie prettamente western, non solo in quelle cittadine tipo contro le sette del Drago per le quali sarà più famoso.
    4 points
  2. Fai bene a fare un altro thread "per quelli che credono sia la stessa storia". A me interessava l'idea del tentativo di infilare storie nuove fra le vecchie e di creare da queste una "storia unica". Con tutte le differenze del caso, qualcosa come quello che aveva fatto Don Rosa con Barks (nella creazione di una cronologia riducendo al minimo le inevitabili incongruenze) o Busiek con Untold Tales of Spider-man (nell'infilare nuove storie fra le vecchie senza negarle) Con la realizzazione che invece di "giocare secondo queste regole" Boselli tranquillamente altera e fa retcon a tutto spiano per raccontare semplicemente la SUA storia, gran parte dell'interesse per quella cronologia è svanito e non penso ne posterò altre versioni. Essendo una storia DIVERSA che riscrive le vecchie storie secondo la SUA versione, si fa molto prima ormai semplicemente a dire "La cronologia di Tex Willer la fanno le storie di Tex Willer, (più un maxi e due Texoni) ignorate pure quelle su Tex Gigante" (D'altronde è pure la filosofia dichiarata ormai della testata, con l'ammissione che è stato necessario riscrivere le vecchie storie "per chi ha letto solo Tex Willer e basta" (non vorrei riempire anche questo thread di polemiche, questo post è solo per spiegare come mai il mio thread non verrà più aggiornato)
    3 points
  3. Un modo intelligente per sottolineare la bravura del disegnatore.
    3 points
  4. Sono d'accordo. Sia sul fatto che sia molto bravo sia sul fatto che ora potrebbe cominciare a lavorare per sottrazione. Se lo può permettere. Letto anche il secondo albo. Purtroppo la storia non da particolari soddisfazioni al lettore e tutto scorre senza offrire a quest'ultimo sussulti o trepidazioni degni di nota. Il primo albo faceva sperare in qualche colpo di scena o snodo di trama un filo più originali rispetto al solito, ma giunti all'ultima pagina non rimane molto da segnalare o da ricordare, a parte forse la relazione tra Elaine e il navajo, unico elemento se non altro meno abusato, per quanto non si vada oltre la superficie. Quella delle vedove mi aveva appassionato sensibilmente di più. Avanti con la prossima. In questo, come in molti altri casi, i disegni sono ciò che salva la baracca e non mi fa rimpiangere troppo i soldi spesi. Bravo Ginosatis!
    2 points
  5. In effetti può essere una idea niente male, indipendentemente dal fatto che il fantomatico "mio west" di Maurizio Colombo è letteralmente scomparso dai radar forse questo suggerimento potrebbe risultare anche più interessante
    2 points
  6. Ho una domanda per voi.. Perché quest’opera magna di sceneggiatura e disegno è stata pubblicata sul magazine e non sulla regolare? Provo a dare le uniche risposte, secondo me, sensate È una storia “celebrativa”. Per me LA storia celebrativa dei 75 anni. “La cavalcata del destino” è godibile ma non mi ha coinvolto, trascinato e affascinato come questa perla (del medesimo autore). Forse, il carattere “onirico” di questa avventura stonava leggermente con lo stile contenutistico della regolare. E forse tra le due alla fine l’ha spuntata la tanto bistrattata storia targata @bordene Villa. Che peccato però. Pubblicare questo capolavoro sul magazine fa sì che una platea ristrettissima abbia avuto accesso a questa splendida storia, che tutti gli appassionati di Tex, o gli amanti dell’arte grafica e narrativa, meriterebbero di leggere L’avevo letta all’uscita, ma mi mancavano alcuni riferimenti di storie passate di GLB mai lette. Il rileggerla dopo aver colmato le mie lacune, me l’ha fatta apprezzare ancor di più e mi ha permesso di goderne a pieno. Fatevi un regalo, recuperatela qualora non lo abbiate già fatto. Saludos amigos
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  7. In primis non c'entrano nulla le lacrime (per essere emotivi mica bisogna obbligatoriamente piangere!), altra affermazione che contesto è che Bonelli non sapesse esprimere l'emotività senza scadere nel patetico o didascalico. A memoria posso citare scene molto intense come quella del Ponte Tragico quando Tex fugge con la morte nel cuore appena scopre che presumibilmente il figlio e Carson sono morti sotto la frana scatenata da Mefisto, o la scena di Tramonto Rosso con la fine dell'amico Virgil, o il giuramento sulla tomba di Lilyth che mette i brividi. Quindi non è affatto vero che Bonelli fosse anti-emotivo, solo che in questa storia, evidentemente per scelta personale decide di non esserlo, a mio avviso sbagliando visto le tematiche ma è un parere soggettivo. Secondo me non bisogna commettere l'errore di ritenere Bonelli impeccabile; per quanto fosse un fuoriclasse e lo stimi tantissimo, bisogna avere l'onestà intellettuale di criticare quei pochi passaggi che si reputano a vuoto, così come facciamo con tutti gli altri autori, Mauro compreso. Io reputo davvero troppo fredda la scena in cui Tex scopre il corpo del padre ucciso. Nessun pathos, nessuna reazione, solo la fretta e il desiderio di andare in Messico per sopprimere i killer, si sorvola pure sulla sepoltura del povero Ken, difatti si può pure credere che la sua tomba rimanga la prateria. E dire che con Gunny Tex torna indietro per recuperare il corpo per seppellirlo in Texas, col padre nemmeno una parola. Potete dirmi ciò che volete, ma a mio avviso, un evento così forte necessitava un tatto maggiore per essere narrato con la dovuta epicità che meritava. Pure la morte di Sam sembra solo il pretesto per mostrarci la grandezza di Tex nel repulisti di Rebo e compagnia e nient'altro. A tratti Tex sembra un freddo robot programmato solo per uccidere e vendicarsi senza provare nemmeno uno straccio di emozione e al sottoscritto, questa sensazione in un soggetto così importante come quello della storia, mi disturba.
    2 points
  8. Della fine di questo episodio esiste una "variante", che ho individuato io con la collaborazione degli amici di Vintage Comics: https://vintagecomics.forumcommunity.net/?t=63088779&stp=466439569#entry466439569
    2 points
  9. Posto la MIA cronologia iniziale di TEX aggiornata al numero 76 della collana TexWiller. Negli scorsi anni avevo sempre postato la cronologia nel thread "Cronologie semplificate del Giovane Tex Willer", però visto il titolo e soprattutto i contenuti degli ultimi post, che non mi trovano d'accordo, ho deciso di aprire un nuovo thread. La collana TexWiller (il cosiddetto "Tex giovane") non contraddice la storia classica, ma la arricchisce con nuove sfumature, colmando alcuni vuoti e sviluppando aspetti rimasti in secondo piano nei racconti tradizionali. Certo, possono emergere piccole discrepanze o differenze di tono, ma questo è normale in una serie così longeva. Per me la saga di TEX rimane unica, come unica è la sua cronologia. 1 Nueces Valley MaxiTex (10/2017) 2 Mefisto:le origini del Male TexWiller Speciale nr. 4 fino a pagina 92 3 L'oro dei Pawnee (700) Regolare. Flashback Tesah 4 I razziatori del Nueces TexWiller nr.24 * Il passato di Tex (83-84) Regolare. Fino a che Tex lascia ranch paterno dopo morte Gunny 5 Il vendicatore TexRomanzi (6) 6 Giustizia a Corpus Christi TexRomanzi (7) 7 Il passato di Tex (84) Regolare. Da Tex che si unisce rodeo alla morte Clem Tilden 8 L'ultima vendetta (695) Regolare. Flashback rodeo fino infortunio Moss Keagan 9 Un uomo tranquillo TexWiller Speciale nr.2 10 Resa dei conti al White Horse TexWiller nr. 25 * Il passato di Tex (85) Regolare. Fino alla fine 11 Il magnifico fuorilegge Texone 2017 12 L'ultima vendetta (695) Regolare. Flashback uccisione Mallory 13 Vivo o Morto! TexWiller nr. 1-2-3-4 * Il totem misterioso Regolare Nr. 1 14 I due disertori + altri TexWiller da nr. 5 a nr. 15 15 Fantasmi di Natale TexWiller Speciale nr. 1 16 I lupi della frontiera + altri TexWiller da nr. 16 a nr. 28 17 Sfida nel Montana TexRomanzi (4) 18 Sull'Alto Missouri TexWiller nr. 29-30-31-32-33 19 Amici per la morte TexColor5 2016 Flashback 20 Atascosa Mountains + altri TexWiller nr. 34-35-36-56-57 21 Bandera! TexWiller Speciale nr. 3 22 Il mio amico Hutch + altri TexWiller da nr. 37 a nr. 49 23 Rancheras TexWiller Speciale nr. 5 24 Il passato di Cochise + altri TexWiller nr. 50/55, 58/63 25 Le cinque dita della mano rossa TexWiller nr. 64-65-66 * La mano rossa Regolare Nr. 1 26 El Diablo TexWiller nr. 67-68-69-70 * El Diablo Regolare Nr. 1 27 La regina del fiume TexWiller nr. 71-72-73 * Uno contro venti Regolare Nr. 2 28 La guerra dei Piutes TexWiller nr. 74-75-76 * La banda di Kid Billy Regolare Nr. 2 * Storia della regolare riscritta nella collana TexWiller
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  10. I commenti calano su Facebook per due fattori: lo usano sempre meno, preferendo altri social, e si legge sempre meno in generale
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  11. Ti ringrazio di cuore per la risposta. Spero tu, come tutti noi, possa essere presto soddisfatto da storie appassionanti che meritino il nostro acquisto
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  12. Leggendo questo topic per la prima volta: ho le strisce originali (ho tutte le brossurate, bei tempi quando se ne trovavano tante a mille lire, sigh...) quindi potrei andare a veriticare sull'unica vera pubblicazione "certificata originale", ma ci vorrebbe troppo tempo e non ne ho voglia, soprattutto visto che già leggere l'87 gigante originale chiarisce le idee (è vero che questi erano già censurati, ma i dialoghi sembrano quelli del letterista originale) Tex chiama quasi sempre il capitano semplicemente "Tom" senza tante formalità, quindi all'inizio il solo indizio sulla sua identità e la scritta sulla porta, "Capitano Tom Harding", ma finalmente a pagina 83, rivolgendosi all'ortofrutta, lo chiamano "Capitano Harding" anche nella nuvoletta (c'è il motivo per cui una volta mangiano un po' di frutta, a parte dare sollievo al loro fegato e assumere un minimo di vitamine: devono far finta di averle comprate per non inguaiare l'informatore, E qui si vede la differenza con il Tex di Nizzi: questo Tex per non mettere in pericolo la gente si mangia pure un arancia, quello di Nizzi pur di fermarsi a mangiare bistecche e patatine fa ammazzare testimoni e lascia andare assassini... ). Poi dicono ancora "Harding"a pagina 123, e di nuovo a pagina 31 del numero 88 è chiamo così in didascalia. Insomma, non c'è traccia di Devlin. Nell'avventura precedente la polizia a San Francisco sembra non esistere, Tex e pards fanno stragi in giro e nessuno va a chiedergli niente... (il fatto che abbiano preteso "carta bianca" controfirmata all'inizio fa pensare che all'inizio GL Bonelli si fosse posto il problema e pensava immagino di fare scene con Tex che mostrava il foglio a poliziotti stupefatti, ma poi il rtmo incalzante della storia gli ha fatto trascurare questo piccolo dettaglio... ) La volta dopo, in "San Francisco", il capo della polizia è Tom Devlin, ma è chiaramente la stessa persona: stessa faccia, e con i pard ricorda i vecchi tempi della prima avventura. Chissà come è avvenuto questo scambio: controllare il nome giusto era elementare, sicuramente GL Bonelli ce l'aveva o se lo poteva procurare facilmente. La risposta più semplice probabilmente è quella giusta: non gliene fregava assolutamente nulla di usare lo stesso nome, si sarà affidato alla memoria e non ha perso tempo a controllare, o per qualche motivo "Harding" non gli piaceva più, chissà... Su questa storia: fantastica, e la chiave per capirla è il dialogo fra Tex e Carson a pagina 85 e 86 del numero 87: Shangai Kelly e gli altri non sono dei veri "duri", non durerebbero cinque minuti contro gli apaches o i comanche contro cui combattono Tex e Carson abitualmente, e nemmeno contro dei veri "gunman" di frontiera. Sono degli affaristi vigliacchi, dei parassiti che dominano sfruttando la paura che incutono a gente tranquilla che rifugge la violenza. Facile così, prendersela con i deboli... ma Tex lo dice "ebbene, è giunto il momento di mostrare a questi signori che la violenza non dà sempre gli stessi risultati. Faremo gustare loro la stessa medicina che propinano agli altri" Tex e Carson non sono al livello dei gangster di città, sono di un altra categoria. Non temono la violenza, anzi, sono abituati ad esercitarla a livelli che quei poveretti manco si immaginano. Questo non è uno scontro ad armi pari, è una coppia di lupi che ha sorpreso dei topi a razziare un pollaio. Questa è una strage. Questo è Tex che gli fa provare "la loro stessa medicina" e gli insegna che anche loro dovrebbero avere paura della violenza, perchè al mondo c'è gente molto più dura di loro... Loro taglieggiano i commercianti e i locali concorrenti? Tex gli sfascia tutti i locali che possiedono. Loro prendono dei poveretti da soli, li drogano e li menano in gruppo per rapirli? Tex e Carson gli portano una trentina di energumeni ben svegli a spaccargli le ossa. Questa non è "legge", non sono "i regolamenti", non servono "origlioni" o "prove": questa è la giustizia divina che si abbatte su di loro, e come puoi sperare di fermare la giustizia divina?
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  13. Con questa tua ultima recensione, Condor, hai commentato tutte le storie di Tex del primo centinaio, se non sbaglio. Credo che tu sia l'unico forumista a essere riuscito nell'ardua impresa. Complimenti! Quando avrai completato anche tutte la altre storie fino a oggi, propongo un premio per te.
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  14. Seconda parte deludente anche per mè. Nessun pathos, con sequenze poco credibili. Tex e Carson che arrivano a risolvere le varie situazioni cruciali con tempistiche così perfette che appunto sono poco credibili.🙋‍♂️
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  15. Seconda parte deludente, purtroppo…cliché a non finire, sequenze che lasciano a desiderare (come i militari scoprono gli scagnozzi di Escorpion, ad esempio…). Mi fermo qui con il (breve) commento, un’altra storia che non riprenderò mai.
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  16. Celo ❤️ anche se meglio il bianco nero.
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  17. Preso in edicola all'epoca, carino ma si faceva già fatica allora a sfogliarlo per la troppa colla impiegata. Oggi probabilmente non riuscirei comunque a leggere le scritte. I colori già meno fantasiosi rispetto alle epoche precedenti ma migliori di quanto si vede oggi. Un "cosino" simpatico da tenere a casa.
    1 point
  18. Mi è capitato tra le mani questo microvolumotto e non ho resistito: troppo particolare il formato (tascabile, a colori, con quattro strisce a pagina) per non averlo in collezione Certo che per leggerlo ci vorrebbero degli occhiali ingranditori... Fortuna che sono storie arcinote
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  19. Non ci badare. Se ti è piaciuta va benissimo, ci mancherebbe.
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  20. Riflessione sull emotività: a mio giudizio le emozioni in un fumetto come in un film,non basta farle intuire.Si deve farle vedere,perché parte dell esperienza di leggere é anche questo.Certo io lo intuisco benissimo che Tex é triste per la morte del fratello: ma vorrei che l autore me le facesse vedere queste emozioni che me le trasmetesse.Perché se si tratta solo di intuirlo allora potevo anche non leggermi la storia,bastava che mi leggessi un riassunto e vedessi cos é successo.Ecco perché a Glb ho sempre preferito altri autori.
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  21. Una storia che è una goduria da leggere! Il quartetto al completo, con Tex chiaro mattatore, una cittadina da ripulire e ben due bande criminali, quella agli ordini di Don Manuel e quella del Drago. Azione, ironia, ottimi personaggi (il vicesceriffo Tip Durbin e Nilsen il gambler), oltre a trovate memorabili: la porta delle mille felicità, il comitato... Davvero non penso ci sia in tutta la storia uno scambio di battute che veda coinvolto Tex che non sia da applausi! La metto certo tra le migliori del primo centinaio.
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  22. Anche Tex all'inizio aveva serie più lunghe. il progressivo accorciamento per me mostra che, conti alla mano, vedevano le vendite rialzarsi ad ogni "numero uno" (altrimenti non avrebbe avuto senso spendere per fare una nuova grafica di copertina ogni tot numeri) La distanza temporale fra Tex e Miki non è di "diversi anni", Tex è del settembre 1948, Miki del luglio 1951, sono meno di tre anni, Tex era ancora all'inizio della sua terza serie. Ma prima di Miki era venuto Kinowa, dal maggio 1950, sette serie brevissime (135 albi in 7 serie). Anche per la Bonelli Tex non era certo la prima serie "a serie", questa cosa PRECEDE il formato "striscia": "Ipnos" di GL Bonelli era in formato "libretto" ed era a serie, dal 1946 (Ora che ci penso... @joe7 ti ho visto usare "formato libretto" nel tuo blog come sinonimo di "striscia"... no, sono due formati diversi, se una cosa è in formato libretto non è in formato striscia e viceversa). Direi che in generale il fumetto del dopoguerra, "economico", passa alle "serie" su tutti i formati, tranne quelli proprio più "prestigiosi" tipo Topolino. Per @Joe7, ecco un Miki formato libretto: E un Miki formato striscia: Il citato Kinowa era così: Ipnos era così: All'epoca si provarono un sacco di formati diversi, ma in generale, il termine "striscia" si utilizza SOLO quando il fumetto è un unica striscia, orizzontale, come su Tex e Miki, mentre nei formati spillati più "quadrati" si utilizza il termine "libretto" (o "albo d'oro" quando raggiunge le dimensioni degli albi d'oro Mondadori)
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  23. Nell'ultimo albo, Boselli è molto rispettoso della storia originale. Penso che abbia ripreso di peso quella didascalia da lì. Io ho ovviamente apprezzato.
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  24. La storia in sé è coinvolgente, ben sceneggiata e disegnata. Se dovessi trovare qualche appunto, sarebbe questo: troppi baloon esplicativi dei pensieri di Tex. Troppi spiegoni su quello che il protagonista fa, a mio parere superflui, mascherati da pensieri. I primi due albi forse sono leggermente migliori dell’ultimo. I disegni di Ghion sono di ottima qualità, anche se c’è qui e là qualche bruttura, soprattutto nei volti. Piccola perla che ho apprezzato e che sicuro molti di voi avranno colto: una cara, vecchia didascalia vecchia maniera quando Tex schiva la pallottola nel finale. È la prima storia di Tex Willer che leggo, non so se sia una tradizione recuperata. Perché sulla regolare sono sparite. Ma, quando servono, possono essere funzionali e poetiche, come GLB ha saputo dimostrare
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  25. Usare termini come "anti-emotivo", che a loro volta sono da spiegare, non aiuta la comunicazione ma la complica. Andiamo sul concreto, senza utilizzare termini "pseudocritici" o "poetici" mal definiti. Una differenza che ho notato nella narrazione "moderna" (e non è un complimento) che sta usando Borden nel raccontare le vecchie storie di Tex nei "remake" (e in particolare proprio nel passato di Tex) è che ci mostra spesso Tex che RACCONTA LE PROPRIE EMOZIONI. O con il pensiero, nei baloon, o con la narrazione ad altri GL Bonelli ci ha mostrato a volte un Tex che mostra forti emozioni... ma non mi pare che usi MAI il "pensiero" per farlo. Sto cercando di farmi venire in mente esempi, e... 1) Il giuramento sulla tomba di Lilyth è pronunciato. GRIDATO, addirittura. Ma non "vediamo" mai i pensieri di Tex mentre si avvicina alla tomba. La massima concessione è un "Maledetti! Maledetti cani!" appena saputa la notizia, e quel "mi si stringe il cuore nel vedere com'è ridotto il villaggio", quando arriva a cavallo. Tutta la sequenza in cui capisce che Lilyth è morta, ci è nascosta, da quel "ma non vedo lilyth" fino al momento in cui non crede al suocero quando gli dice che Lilyth non è al villaggio. Tutto il ragionamento interiore che lo fa giungere a quella conclusione non lo vediamo Non si può dire che GL Bonelli non vuole farci vedere l'emotività di Tex, basta pensare alla scena sulla tomba: ma ci fa vedere quello che DICE, cosa GIURA. 2) Idem alla fine di "Tramonto Rosso": non vediamo il suo ragionamento, solo la decisione che DICHIARA a Dick. 3) Idem alla fine di "massacro", con la decisione dichiarata a Carson. 4) E quando deve entrare in penitenziario? "non dire niente, Kit". Eppure non è un uomo che "non trova le parole", anzi, è MOLTO eloquente, quando deve galvanizzare con discorsi, fare giuramenti, intimidire... Semplicemente, è un uomo d'azione. Non è un uomo riflessivo, che fa dei monologhi interiori. Quando "leggiamo" i suoi pensieri sono di solito dedicati a fare ragionamenti logici (quante volte mentre legge le tracce sul terreno, e la voce pensiero ci mostra come anticipa le mosse di chi sta seguendo?), non a definire le proprie emozioni. Quindi, quando viene a sapere della morte del fratello, non si mette a fare riflessioni su quanto gli volesse bene... si limita a MOLLARE TUTTA LA SUA VITA E IL SUO LAVORO per andare AD AMMAZZARE COME CANI I RESPONSABILI, a costo di mettersi contro la legge. Penso che la "mancanza di emozioni" addebitata a Tex sia più che altro il fatto che non si vedono le emozioni SPIATTELLATE E SPIEGATE da lui stesso nella sua voce-pensiero (come fa invece nel remake di Borden), ma basta vedere come agisce che capirle, le emozioni. Però non tutto quello che vediamo... corrisponde a quello che ci aspetteremmo. Per esempio, se guardiamo le azioni... vediamo che il ritratto del padre di Tex, come modello di Tex e a cui Tex fa riferimento... è un invenzione di Boselli. in questa storia, la morte di Gunny Bill "colpisce" Tex e viene rappresentata (mostrandocene la tomba) più di quella del padre. Si capisce dalla decisione successiva di Tex di mollare tutto, che Tex non ci stava bene con la sua famiglia, che non vedeva l'ora di andare via, e che Gunny Bill era per lui un modello molto più del padre, che probabilmente somigliava a Sam e che vedeva Tex come la pecora nera se non un poco di buono... Certo, Tex non ci pensa un attimo a attraversare la frontiera e a uccidere un sacco di gente (anche innocente, come i rurales...) per vendicare il padre. Come poi ammazzerà un sacco di gente diventando un ricercato per vendicare Sam. È chiaro che gli voleva bene, erano il padre e il fratello. Ma l'impressione è che nessuno dei due fosse simile a Tex o capisse Tex. Non come Gunny Bill. Borden esplicita maggiormente i pensieri di Tex quando va ad uccidere la banda di Rebo per vendicare Sam, rende la narrazione più "moderna" e quindi più esplicita spiegando anche cosa prova Tex, ma riguardo a tutta l'infanzia di Tex fa una sorta di ret-con creando una figura di padre "ammirevole per Tex" che rende Gunny Bill un po' ridondante. Nella "versione retcon" del padre di Tex, bastava lui a insegnargi ad usare le armi. Il punto in cui le critiche alla storia per me sono condivisibili è nel fatto che... non è una "origin story!". una storia con "le origini" deve essere TRASFORMATIVA! Peter Parker inizia le sue origini egoista e debole, privo di poteri. Cambia totalmente a fine storia! Anche un personaggio senza superpoteri come Zagor nella sua "origine" ha una rivelazione sconvolgente che gli stravolge la vita. Da quello che si sa, dare un "origine" a Tex era una richiesta dell'editore, visto che Tex ancora non ce l'aveva. E allora GL Bonelli fa una storia in cui Tex vendica padre e fratello. Ma non è una "origine": chiaramente, A INIZIO STORIA TEX È GIÀ TEX. Tex non può avere un "origine" perchè non è mai stato "trasformato", non è un Sam Willer che viene morso da una colt 45 radioattiva e diventa di colpo Tex Willer: Tex Willer è sempre stato Tex Willer. Ed è quello che ci dice GL Bonelli con questa storia.
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  26. Allora modifico quello che ho scritto: Le strisce di Tex non erano pubblicate in ordine consecutivo, tipo dalla striscia numero 1 alla striscia numero 1000 e oltre: erano pubblicate a blocchi. Per esempio, il primo blocco era chiamato "prima serie" ed era composto da 60 numeri settimanali; il secondo blocco era chiamato "seconda serie" ed era composto da 75 numeri settimanali, con la numerazione che ricominciava daccapo, da 1 a 75, e così via. Questi blocchi avevano anche altri nomi "western", oltre a "primo" e "secondo: potevano chiamarsi "serie Pueblo", "serie Nevada", eccetera. In ordine cronologico, i blocchi/serie delle strisce furono: 1) "Prima Serie" 60 strisce (1948-1949) 2) "Seconda Serie", 75 strisce (1949-1951) 3) "Terza Serie", 33 strisce (1951-1952) 4) "Quarta Serie", 24 strisce (1952) 5) "Quinta serie", 46 strisce (1952-1953) 6) "Serie Verde", 48 strisce (1953-1954) 7) "Serie Rossa", 24 strisce (1954) 8) "Serie azzurra", 14 strisce (1954) 9) "Serie Gialla", 18 strisce (1955) 10) "Serie Smeraldo", 27 strisce (1955) 11) "Serie Rubino", 18 strisce (1955-1956) 12) "Serie Topazio", 15 strisce (1956) 13) "Serie Arizona", 21 strisce (1956) 14) "Serie California", 15 strisce (1956-1957) 15) "Serie Kansas", 21 strisce (1957) 16) "Serie Nevada", 15 strisce (1957) 17) "Serie Gila", 12 strisce (1957-1958) 18) "Serie Colorado", 12 strisce (1958) 19) "Serie Pecos", 18 strisce (1958) 20) "Serie Oklahoma", 14 strisce (1958) 21) "Serie Mefisto", 29 strisce (1958-1959) 22) "Serie Rio Bravo", 16 strisce (1959) 23) "Serie Dakota", 11 strisce (1959) 24) "Serie Città d'Oro", 20 strisce (1960) 25) "Serie Drago Nero", 25 strisce (1960) 26) "Serie Alabama", 29 strisce (1960-1961) 27) "Serie Mexico", 19 strisce (1961) 28) "Serie Navajo", 28 strisce (1961-1962) 29) "Serie Leopardo Nero", 35 strisce (1962) 30) "Serie Apache", 23 strisce (1963) 31) "Serie Comanches", 25 strisce (1963) 32) "Serie Osages", 30 strisce (1963-1964) 33) "Serie Nebraska", 33 strisce (1964-1965) 34) "Serie Pueblo", 40 strisce (1965) 35) "Serie Cobra", 61 strisce (1965-1967) 36) "Serie Rodeo", 19 strisce (1967) Con la serie "Rodeo", si concludono le strisce classiche di Tex (lascio stare ovviamente le storie a striscia pubblicate attualmente, nel 2021 e 2024, che non contano). Una curiosità: la storia conclusiva delle serie a striscia è quella di "Black Baron", dove avviene la fine di Mefisto, che poi passerà la "fiaccola della vendetta" al figlio Yama. Ma non è l'ultima che è stata poi pubblicata nell'attuale Tex Gigante, come avrebbe dovuto essere: infatti non è stato rispettato l'ordine cronologico. Riferendoci alle ultime storie, l'ordine di pubblicazione sul Gigante è stato questo: Vendetta indiana da strisce Serie Rodeo da n. 1 a n. 5 a Tex Gigante seconda serie n. 91. Giustizia! da strisce Serie Cobra (la precedente alla serie Rodeo) n. 57-61 a Tex Gigante seconda serie n. 92-93. Black Baron (l'ultima saga di Mefisto) da strisce Serie Rodeo da n. 11 a n. 19 a Tex Gigante seconda serie n. 93, 94, 95. La carovana dell'oro da strisce Serie Rodeo da n. 6 a n. 10 a Tex Gigante seconda serie n. 95, 96. L'ordine della pubblicazione insomma era andata a remengo. Di conseguenza, la prima storia originale di Tex pubblicata direttamente su Tex Gigante seconda serie dovrebbe essere quella pubblicata sui numeri 97, 98 e 99: "La caccia", Lo straniero", "I razziatori". Si trattava della storia disegnata da Muzzi, quella col Maggiore Farriman, che ricorda tanto "Canyon Diablo"... In tutto, le strisce pubblicate sono state quasi mille: 973, per l'esattezza, e sono state pubblicate per quasi vent'anni, dal 1948 al 1967. Nel 1952 ci fu la ristampa "Albo d'Oro" spillata quindicinale. Ne sono stati pubblicati 205, divisi in 8 serie. Sono famose per aver avuto le copertine tra le migliori di Galep. All'epoca "non si buttava via niente", e le rese venivano sempre riciclate in "raccolte" (le stesse strisce furono raccolte in "raccoltine a striscia"). Nel 1954 esce la "raccolta" di questi Tex "Albi d'Oro", chiamata a sua volta "Tex Gigante prima serie" o "Serie 1-29", perchè durò appunto 29 numeri. Qui sotto c'è il primo numero. La loro periodicità però era irregolare, non quindicinale come la precedente. Visto che quei mallopponi vendevano molto bene, finite le scorte dei 205 Tex Quindicinali si mise in cantiere non più una raccolta, ma una vera e propria ristampa, quella che esce ancora oggi: la Tex Gigante Seconda serie, dal 1958, col classico "La Mano Rossa". Purtroppo non ho mai preso le Piacentine. Decisamente delle ottime copertine, si vede che Galep aveva più tempo per farle. Avevano lo stesso formato bonelliano del Tex attuale o erano un pò più grandi? Ottimo video. Conservali bene, ragazzo, queste cose non le pubblicano più...
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  27. Anche a me piace qullo stile, tipo quello di Seijas o di Gomez. Ho solo notato alcune vignette in quest'albo che non mi hanno convinto del tutto.
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  28. Non era solo Tex. TUTTE le serie a striscia dell'epoca erano a "serie", alcune più regolari (Capitan Miki e Blek avevano serie rigorosamente di 21 o 42 albi a striscia) altre meno. Sui motivi, non lo so con certezza ma posso immaginarlo: era un epoca in cui l'entusiasmo verso il "nuovo", i nuovi personaggi era alto, il fumetto non era "nostalgico", e d'altro canto nessuno conservava i fumetti o prendeva arretrati, quindi di fronte ad un nuovo numero uno e un numero 70... tutti i giovani lettori avrebbero comprato il numero 1. Non è esatto, nel 1952 esce la ristampa "albo d'oro" spillata quindicinale: All'epoca "non si buttava via niente", e le rese venivano sempre riciclate in "raccolte", esattamente come era già stato fatto con le raccoltine delle strisce, nel 1954 esce la "raccolta" di questi Tex, chiamata "Tex Gigante" (e oggi "Tex Gigante prima serie" o "serie 1-29"). Visto che quei mallopponi vendevano molto bene, finite le scorte di Tex Quindicinali si mise in cantiere non più una raccolta ma una vera e propria ristampa, quella che esce ancora oggi, la Tex Gigante Seconda serie, dal 1958.
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  29. Forse per apprezzare questa storia e non rimanere vittima di false aspettative è necessario considerare fin da subito Julio il vero protagonista. Lo "scorpione" del titolo non è il desperado che ha assunto il nome dell'animale come suo soprannome. Lo scorpione sono le avversità della vita che stanno cercando di mordere il navajo e da cui lui tenta di fuggire come può. La scena in cui Julio si risveglia e scaccia via lo scorpione che stava per morderlo è una esplicazione simbolica di tutto questo.
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  30. Uscita : 20 Giugno 2016 Testi: Mauro Boselli Disegni: Stefano Andreucci Audace e solitario, ricercato dalla Legge, Tex cavalca in sella al fedele Dinamite tra i monti selvaggi dell'Arizona, per difendersi da una falsa accusa, sgominare intere bande di desperados e comancheros, salvare fanciulle in pericolo e incontrare (per la prima volta) Cochise dei Chiricahuas!.... © Testi e immagini SERGIO BONELLI EDITORE
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  31. Finalmente Tex e Carson "lavorano" insieme e l'intesa fra i due è già speciale. La storia dei Piutes mi è piaciuta, anche se non tocca vette come altre in passato sulla serie del giovane Tex. Interessante come questa volta Boselli abbia raccontato una vecchia storia di GLB ovvero non riscrivendola e arricchendola ma cambiando proprio regia e facendoci vedere i fatti da un'altra prospettiva. In questo tris di albi il protagonista è più Kit che Tex stesso. I disegni mi sono sembrati buoni con qualche calo qua e la, in generale avevo preferito Ghion al suo esordio sulla serie nella riproduzione della "mano rossa"
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  32. Lette le due storie circa una settimana fa, della prima incredibilmente non ricordo più nemmeno la trama, della seconda di Boselli invece ricordo tutto, con la simpatica carrellata di nemici, in particolare la signoria Piggott, i tipacci della palestra che è sempre piacevole rivedere, e le disavventure di Devlin che riesce comunque a uscire a testa alta. Tutti i personaggi andrebbero riproposti in una nuova avventura di cui questo breve episodio andrebbe a costituire l'antecedente, con Tex e i pards, ovviamente. Spero che Boselli ci pensi!
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  33. Lo ha utilizzato Borden nella nuova serie Tex Willer, in uno dei primi numeri.
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  34. Letto questo "Il morso dello scorpione". Nessuno svarione, ma anche poche emozioni. Trama piacevole e scorrevole, ma forse vicenda un po' blanda e quasi tutta incentrata sulle sfortune del navajo Julio. Alla fine in questo centinaio di pagine ci vengono vagamente introdotti i personaggi, ma dello Scorpione e del suo piano non ci viene praticamente detto nulla. Il cattivone e i suoi banditi sembrano vagare attorno a Lincoln per tutto il tempo: ma non hanno un qualche covo in cui stare nascosti e da cui uscire solo quando è l'ora di fare il colpo come i nemici di una volta? Disegni stratosferici! Per il resto, aspetto il seguito per sbilanciarmi ed esprimere un voto.
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  35. Rispetto la tua opinione. Forse preferisci le storie cittadine o quelle ambientate nel grande nord. Ma personalmente amo le storie “messicane”.. storie al confine, letteralmente, tra legge e illegalità. E poi volete mettere le ambientazioni? Quei pueblos dimenticati da Dio, dove il bianco della calce riflette il sole accecante, agavi e cactus saguaro a perdita d’occhio, bandidos con sombreri e bandolere.. anche questo è il West!! E credo che in molti la pensino come me, pur rispettando il tuo parere.. magari se ci spiegassi le tue motivazioni capiremmo, perché il giudizio in sé è alquanto sprezzante. Saludos, amigo
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  36. Ottima interpretazione! Fortunati quest’anno a poterne godere anche sulla regolare
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  37. Siamo di fronte alla solita storia che non aggiungerà niente al mito di Tex: da destinare a qualche speciale più che da inserire nella serie regolare. Poco altro da aggiungere, IMO.
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  38. In genere è la seconda opzione !
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  39. Da ottobre 2015 ho interrotto gli acquisti di Tex per vari motivi e da allora sono diventato un acquirente estremamente saltuario; perciò, le rare volte in chi acquisto qualcosa, o si tratta di storie di sceneggiatori in cui ho fiducia (Boselli), o di disegnatori che amo (i Texoni di Villa e Freghieri, ad esempio), o perché il soggetto mi attira per qualche motivo (la storia di Faraci con i conquistadores... Che Allah mi perdoni! Oppure, il ritorno della Tigre Nera di Boselli e Venturi, che però mi deluse. O, ancora, il Color della Gazza Ladra, passabile). In breve, Nizzi non è rientrato in nessuna di queste categorie. Sulle storie di Nizzi degne di stare accanto a quelle di Gianluigi Bonelli: nessuna; ma semplicemente perché nessuno ha mai scritto storie che stiano al pari di quelle di GLB, neppure Boselli, che pure oggi reputo per distacco il migliore degli epigoni (troverai probabilmente vecchi messaggi in cui lo mettevo alla pari con Nizzi... negli ultimi anni ho cambiato idea, di parecchio ). Ciò detto, ha scritto diverse storie molto divertenti, come I cospiratori, La leggenda della vecchia missione, La congiura, Sioux: spassosissime e con belle scene da commedia buffa, leggere e piacevoli, al netto di una caratterizzazione di Tex non sempre ottimale.
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  40. Metti il ritrovamento in un baule di una vecchia mappa che conduce a un tesoro leggendario, il piano criminoso di una banda di malviventi per entrarne in possesso, l’opera di protezione di Tex e Carson nei confronti della coppia padre-figlia presi di mira, l’arrivo in una città caotica e corrotta come New Orleans, la consueta verve compositiva di Bonelli e la storia è servita. I nostri eroi spenderanno fatica e polvere da sparo per far fallire il piano della cricca di Larousse nei confronti dei Dawson. Giunti dopo varie peripezie a New Orleans entrano in contatto con il marcio che regna nella citta, ove Milton, il fratello del defunto Asso di Picche, ha occupato il posto di boss rimasto vacante e con l’ausilio di criminali del livello di Larousse e spadroneggia fra i quartieri della città fluviale. Ma guai a sfidare Tex, infatti con la consueta decisione e intraprendenza, spalleggiato da un Carson in pienissima forma psico-fisica nell’occasione, darà vita ai fuochi artificiali, sbaragliando le truppe nemiche e salvando i due Dawson. Storia frizzante, forse un po’ breve per il soggetto, ma fila via che è un piacere. Per la prima volta incontriamo il caro sceriffo Nat Mac Kenneth, che negli anni a seguire diverrà un amico ricorrente, ma soprattutto si rimane deliziati dalla giusta miscela di azione e ironia che Bonelli ci propina. Davvero esilarante la scena col Carson “poeta” che decanta versi al risvegliarsi di Tex, o il portantino di colore che si getta in acqua dalla passerella alla vista dei due rangers, scambiati per fantasmi. Anche molto efficaci e poetiche le didascalie che chiudono le ultime due vignette, ennesima dimostrazione del grande valore di narratore di Gian Luigi Bonelli, perfetto sia nei dialoghi, nelle svolte ironiche, nelle scene d’azione e molto poetico quando occorre. Che dire: il top! Letteri, alla sua seconda prova su Tex, conferma ampiamente le buone impressioni del debutto. Nella storia cittadina e fluviale mostra la sua duttilità stilistica e in futuro simili location, soprattutto con sette e cinesi, saranno a suo panaggio. Il mio voto finale è 7
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  41. Infatti, devo ammettere che l'episodio mi ha colpito tantissimo anche per la grande capacità di Bonelli di coinvolgere il lettore e trascinarlo tra le scoppiettanti pieghe della trama. Un ritmo perfetto, azione e strategia ben bilanciate e il consueto Tex che buca la pagina e coinvolge. Anche l'albetto senza i pards è comunque carico di pathos e la trovata dell'orripilante macchina della tortura (con nome poetico ma così paurosa da indurre pure don Manuel a fare cessare il supplizio) una nota di gran classe. Non eravamo ancora giunti in quello che viene definito periodo d'oro Bonelliano, ma ormai l'autore aveva raggiunto un livello compositivo straordinario. Poi che dialoghi strepitosi: asciutti, azzeccati, avvincenti, ironici.
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  42. Ho letto questa brillante storia qualche settimana fa, purtroppo la mancanza di tempo non mi ha permesso di stendere a caldo le mie positive impressioni e mi ritrovo a doverlo fare adesso, a mente molto fredda. Ne andrà, desumo, della qualità dell'intervento, ma ci tengo comunque a scriverlo lo stesso. Di certo mi sono divertito tantissimo: Bonelli si sbizzarisce in una trama scoppiettante, dai ritmi narrativi celeri e con il quartetto di pards in grande spolvero. Ognitalvolta che il papà di Tex si cimenta con le gang cinesi è puro spettacolo e il lettore può essere certo di essere sbalzato sulla giostra del più assoluto divertimento. Parecchie trovate rendono particolare l'episodio: il ruolo di "guardaspalle" di Tiger che si renderà prezioso per far fallire le velleità di attentati degli avversari; l'agire sotto falso nome dei nostri, con Tex che rispolvererà quel "killer" indigesto a Tea Bonelli alle origini. Non male la figura di don Manuel, che spadroneggia in combutta col Bieco Drago Nero nella mafia dei saloon e del gioco di professione, ma finisce col farsi spezzare le unghia entrando in contatto con la furia dei nostri. Tex, prima si inventa proprietario di saloon e poi si diletta a chiedere il pizzo ai gambler della cittadina di Texas City nell'intento di stanare gli avversari e poterli colpire allo scoperto. Se lo sceriffo è poca cosa, e farà una brutta fine prendendosi il veleno nel pugnale destinato a Tex dalla giovane cinese, che vorrebbe vendicare il fratello e finisce con l'essere graziata dai nostri (il Tex Bonelliano ha il suo impareggiabile codice di giustizia e ciò contribuì al suo successo imho), si fa notare il vice e il gambler Nilsen, simpatico e attivo, che diviene un fedele alleato dei nostri, anche dopo averne appreso le reali identità. Ho trovato molto a effetto le terribili macchine di tortura poste nei sotterranei base della setta cinese, soprattutto ho notato il voluto contrasto tra il nome poetico "La porta delle mille felicità" e l'effettiva valenza della struttura. Paradossalmente proprio il marrchigegno di morte, aiuterà Tex e soci a sfuggire alla rocambolesca scena dell'incendio. A proposito, la striscia che porta proprio il nome "La porta delle mille felicità" non vede mai presenti nè Tex, nè i suoi pards, credo sia il primo caso del genere e quasi un unicum, di fatto anche Bonelli senior spesso allontanava la "cinepresa" da Tex per lunghi tratti, non è la sola prerogativa attuale che viene a tratti imputata al povero Borden . Molto effervescente pure il finale, ma vorrei soffermarmi sulla scena scoppiettante dell'agguato sul ponte di Galveston; sequenza che avrà pure impressionato Nizzi che la cita in una delle sue prime storie ambientata proprio da quelle parti. Galep straordinario nel dinamismo e nella resa, ma che lo dico a fare? Il mio voto finale è 8
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  43. Frati o suore a me ogni episodio con Lilyth è gradito!
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  44. Lo spunto scelto da Giusfredi rientra tra i classici della narrativa d’avventura, da intendersi chiaramente nel senso più totale e onnicomprensivo del termine, che sia la ricerca di una città misteriosa e di origine sconosciuta, la scoperta di un’immensa ricchezza celata dallo scorrere inesorabile del tempo o la miracolosa e leggendaria fonte dell’eterna giovinezza (“Una potente medicina perduta” dice Tiger Jack) non fa alcuna differenza, è il Graal da sempre ambito dal genere umano ma anche la ghiotta occasione per il narratore di raccontare della fallibilità dell’uomo, vinto dal destino beffardo o dal potere invincibile dell’illusione. In questa storia Aquila della notte arriva in soccorso dell’indiano Nakai che teme per la scomparsa di sua figlia adottiva Sitsi, inizialmente non è chiaro se la ragazza sia stata rapita o se al contrario abbia scelto di seguire volontariamente un gruppo di uomini alla ricerca della famigerata fonte della giovinezza, resta il fatto che tutti se la dovranno vedere con la figura mascherata di Nataska, uno spietato indiano che difende il prezioso segreto della tribù Hopi. Come tutti sanno Giusfredi recupera personaggi e situazioni dall’universo Zagoriano mettendo in atto una seconda “collisione” di mondi dopo quella di Bandera! (c’è ne saranno altre?), volendo si può discutere all’infinito sull’opportunità di una scelta di questo tipo e sul valore aggiunto che tale soluzione imprime alla storia, tuttavia alla fine l’unica domanda da farsi è se questa sia una storia pienamente riuscita oppure no. A mio avviso la storia non è pienamente riuscita e uno dei problemi maggiori risiede proprio nella volontà dell’autore di collegarsi alla vecchia vicenda dello Spirito con la scure, per farlo nella prima parte assistiamo ad un lungo e macchinoso spiegone che racconta di personaggi ed eventi passati, avvenimenti e nomi che al lettore di Zagor saranno sembrati superflui mentre a quello di Tex solo confusionari. La storia nel complesso risulta anche godibile, niente di eccelso e certamente molto al di sotto degli standard della serie cartonata (almeno dei volumi che ho letto finora), tuttavia più andavo avanti con la lettura e più mi chiedevo se era davvero necessario ripescare questi personaggi Zagoriani per inserirli a fatica in un racconto dal respiro fortemente limitato dalle sole 48 pagine. Tutto questo impegno per far vivere un’avventura a Tex dove utilizza la mitica scure in una manciata di vignette? O per mostrare Zagor e Cico in una tavola dove si racconta di una vecchia storia? Devo essere onesto, ho trovato questo collegamento una forzatura gratuita, a mio avviso si poteva scrivere la stessa storia senza tirare in ballo Zagor e la sua scure, Giusfredi avrebbe avuto più spazio per raccontare e per meglio definire i diversi personaggi (nessuno di loro lascia il segno) e il tutto sarebbe forse risultato più equilibrato e funzionale, a cominciare da un finale talmente affrettato che nell’ultima pagina l’azione è ancora in corso nonostante l’arrivo dell’implacabile parola FINE. E veniamo ai disegni di Civitelli, quando ho letto il suo nome ho pensato che non poteva esserci scelta migliore considerando il suo tratto particolarmente pulito e definito, concettualmente parlando e prendendo come base la linea chiara d’ispirazione franco/belga Civitelli era semplicemente perfetto per questo tipo di pubblicazione. Confermo il mio apprezzamento dopo aver letto la storia, ho trovato il suo lavoro molto buono sopratutto per quanto riguarda lo studio e la composizione o de-composizione della tavola, il maestro aretino osa parecchio da questo punto di vista e si diverte nella sperimentazione, oltre alle due splendide splash-page (quella dell’allucinazione collettiva e quella del viaggio di Tex e Nakai) abbiamo diverse tavole singole molto originali, quella muta e a “scacchiera” dove Nakai trova la piccola Sitsi, quella che racconta la vecchia storia di Zagor, quella dell’incubo di Tex e quella con protagonisti i conquistadores, entrambe prive dei rigidi confini delle vignette. Sinceramente certe critiche mi sorprendono, una certa staticità del disegno è da sempre presente nell’arte di Civitelli che non ha mai fatto della ruvidezza del tratto e della dinamicità il suo punto di forza, magari la colorazione non eccelsa dell’esordiente Laura Piazza (secondo me non ai livelli di Vattani) può aver evidenziato ancora di più queste caratteristiche ma di certo non le ha generate di sana pianta. Poi per carità è legittimo preferirlo in B/N ma per me il suo lavoro su questo cartonato è di buonissimo livello. Storia: 6,5 Disegni: 7,5
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  45. Quello che a me colpisce è l'incredibile stacco nella scrittura rispetto all'impegnatissima storia precedente. Sembra quasi di tornare indietro alle semplici e svagate storie degli inizi (e non solo per l'abbondanza di indiane seminude). Quando Tex vede una bella donna in pericolo perde la testa ed è capace di tutto (e c'è chi dice sia misogino) Bellissima la scena iniziale e molto commovente la morte della ragazza tra le braccia del nostro. Una storia minore per questo periodo, ma molto godibile.
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  46. Ho recentemente recuperato tra gli scaffali di un mercatino, l’albo numero 188, colmando di fatto un buco della mia collezione e completando la storia in questione, dopo tantissimi anni dalla lettura dei volumi precedenti. Una prova molto valida del vecchio Bonelli, che imbastisce una trama accattivante che, soprattutto nella prima parte, coinvolge e trascina il lettore nel mistero ed è segnata da una sceneggiatura molto ritmata e ben calibrata. Le indagini dei nostri sono avvolte nel mistero e pagina dopo pagina, si arricchisce la curiosità di scoprire cosa bolle in pentola. Fra un attentato e un altro, passando dalla presunta traccia rappresentata dalle lettere tracciate sulla segatura dal morente barman, Tex risalirà la china e scoprirà il ben congegnato piano attuato dai carcerieri del penitenziario, coadiuvati dai forzati. Un’idea brillante, che mi ricorda alcuni piani escogitati da Diabolik nei suoi straordinari colpi. Ho scoperto qui sul forum, che lo spunto di soggetto fu fornito a Bonelli dal figlio Giorgio e bisogna ammettere che si presenta molto interessante nella sua atipicità. Come già detto, la prima parte di sceneggiatura è resa magistralmente e le pagine si fanno divorare con estremo interesse, nella parte finale tuttavia l’autore si dilunga forse un po’ troppo nell’inseguimento dei nostri ai villain; tanta azione è vero, ma di fatto il ritmo cala un po’ e la lettura, a mio avviso, perde un po’ di mordente, visto che è prevedibilissimo dove si andrà a parare nell’epilogo. Nel complesso però una buona storia, che mostra quanto il patriarca del fumetto italiano, sebbene in fase discendente, sapesse ancora tenere brillantemente la scena. Classico come di consueto il tratto del grande Nicolò, pulito ed espressivo. E’ ormai noto che Gamba collaborasse alla stesura delle matite e in alcune strisce è palese anche il suo intervento nelle chine. Un binomio di esperienza e qualità che contribuì alla buona resa grafica dell’episodio. Il mio voto finale è 7
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  47. Appena tornato negli USA Tex si ritrova subito in mezzo ai guai. Questa volta deve aiutare una coppia di anziani allevatori a resistere alle angherie di una banda guidata da uno spietato meticcio noto solo come Il Rosso, che vuole costringere a vendere il loro ranch. Tex non perde tempo a schierarsi dalla loro parte ed ad inaugurare un cimitero privato tutto per gli sgherri del Rosso. Il primo confronto tra i due sarà decisamente duro. Il Rosso (il suo vero nome non lo sapremo mai) si rivela crudele, spietato e sleale, un avversario da cui Tex deve guardarsi bene. Se ne accorgerà a sue spese quando, catturato, sarà prima torturato ed infine gettato in pasto alle formiche. Salvatosi per puro miracolo Tex non tarderà a prendersi la giusta vendetta ed ad amministrare la giustizia nel suo personalissimo modo. Tutto semplice, tutto lineare, quindi? Si e no. A tirare le fila è l'ambiguo Giudice Bess, che timoroso che quando la nipote, figlia del suo defunto fratello, avrà raggiunto l'età per entrare in possesso del patrimonio di cui lui è amministratore scopra gli ammanchi da lui fatti per finanziare i suoi vizietti privati. Bel tipo questo giudice, che non esita a pianificare l'assassinio della nipote quando i suoi altri piani rischiano di fallire. Ma c'è ancora di più, perchè tra i vizi del Giudice c'è anche l'oppio e la sua associazione con un'organizzazione che si occupa di smerciarlo nel sud ovest degli Stati Uniti. A questo punto ecco entrare in gioco un sinistro individuo ed una setta segreta di cinesi, tanto per divertirci. Da segnalare: 1) Tex viene torturato dal Rosso, spedito in pasto alle formiche, cade in un fiume e gli basta solo un sigaro per rimettersi a nuovo. Perfino il dottore non riesce a crederci. 2)Tanto per non farsi mancare nulla Tex viene catturato e torturato anche dai cinesi del sinistro Wang. 3) Tex catturato per ben due volte? Ebbene si, e allora? Tex non è infallibile e talvolta gli capita di farsi sorprendere. L'importante è quello che accade dopo. E qui Tex si comporta magnificamente. Piccolo colpo di sceneggiatura il fatto che Tex, pur sospettoso, si lasci sorprendere da Sterns perchè ha comunque il dubbio che sia davvero un paralitico. Ogni tanto anche Tex abbassa la guardia, ma questo non vuol dire necessariamente che faccia una figura da piccione. 4) Abbiamo qui una delle migliori sequenze letterarie di G. L. Bonelli e precisamente quella in cui Tex con un coltello nella spalala, incurante della ferita e del sangue che perde, percorre la strada sino all'ufficio dello sceriffo. La didascalia d'accompagnamento è una delle cose più intense che il creatore di Tex abbia mai scritto. 5) Riappare Kit Carson e da qui in avanti diventa il compagno d'avventure per eccellenza di Tex. Non solo: qui appare in quello che, colore dei capelli a parte, diventerà il suo look definitivo, anche se non mancheranno variazioni temporanee. 6) Tex viene riammesso nei Rangers da Marshall in persona, che si scusa per aver dubitato di lui. Da ora in avanti il fatto che è un Ranger diventa di pubblico dominio e cade la sua copertura di fuorilegge. 7) Tom Weber, lo sceriffo di Maricopa, è il fratello del defunto Jeff, il ranger ucciso fuori scena dalla banda di Bud Lowett, che convinse Tex a diventare un uomo di legge. Nella storia appare anche il di lui figlio Jack (che il letterista nell'edizione originale ogni tanto scrive Yack). Il ragazzino oggi deve essere un uomo vicino ai 30 anni. Magari lui ed il padre potrebbero tornare in qualche storia. 8) In questa storia appare per la prima volta come avversario una setta segreta cinese. GLB è evidentemente influenzato dai romanzi e film sul cosiddetto pericolo giallo ed in particolare da quelli con protagonista il diabolico Dr. Fu Manchu. Le sette cinesi saranno il nemico principale o secondario in almeno altre 4 storie scritte da Bonelli. 9) Reparto incongruenze: all'epoca di Tex il commercio ed il consumo dell'oppio erano legali. In tutti gli Stati Uniti. Solo la California, Nel 1875, passè una legge per proibire le fumerie d'oppio e nel 1883 fu approvata una legge federale per tassare l'importazione di oppio da un minimo di 6 ad un massimo di 300 dollari la libbra (un modo surrettizio per scoraggiare la suddetta importazione). Non si vede quale reato avrebbero commesso, quindi, Sterns ed i suoi tranne quello di contrabbando. Ma come dico sempre non siamo troppo fiscali. 10) Nell'edizione originale di questa storia i neri parlavano con la "B" al posto della "P", e la "Z" al posto della "S" mentre i cinesi parlavano quasi tutti usando la L al posto della R. Nelle ristampe recenti la cosa è stata corretta. Devo dire che, non ponendosi come ristampe filologiche non ho avuto obiezioni di sorta. Quanto al trattamento dei personaggi di colore e cinesi in questa storia, posso solo dire che G. L. Bonelli era figlio del suo tempo, con tutti i limiti che questo comportava. Non ritengo che ci fossero intenti razzisti in lui. In seguito il suo trattamento dei pochi comprimari di colore sarebbe stato di ben altro spessore. 11) Ultima notazione: c'è chi avrebbe proposto di suddividere questa storia in due, separando la parte a Maricopa da quella con il Rosso. Per me si tratta di un'unica storia, invece. Come sempre, buona prova del duo Galep & Mario Uggeri alle matite. Giudizio sintetico: una delle migliori storie del periodo. La rileggo sempre con molto piacere.
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  48. Ho finalmente letto questa storia, in cui, come spesso accade quando è di scena il brujo di Pilares, l'elemento magico è preponderante. Mi è parsa di livello assai buono, ma non propriamente un capolavoro: infatti, malgrado la presenza dell'esotismo egizio ( divinit?, statuette, addirittura una piramide ), IMHO la sua originalità è in fin dei conti minore di quanto possa apparire a un primo sguardo. Malgrado i suoi paludamenti egizi, l'antagonista dei pards, il perfido Rakos, non ha una caratterizzazione molto originale, e potrebbe essere descritto come una controfigura di Mefisto ( i suoi dialoghi con le divinit? egizie sono una versione meno horror di quelli del perfido mago coi demoni infernali ), insaporita da alcuni elementi desunti dalla coppia Mitla - Guaimas ( come i due diableri Rakos agisce di notte e perseguendo il male per il male e analogamente a loro ha al suo servizio una specifica specie animale, nel suo caso i cinocefali ). Inoltre, mentre Tex ha avuto in genere difficolt? a prendere le misure a Mefisto, Yama e Mitla ( e la cosa conferiva una forte tensione narrativa alle storie con tali antagonisti ), qui ? Rakos ad avere una conoscenza molto imperfetta dei suoi avversari ( specie di Tex e Carson ), mentre i pards, grazie a El Morisco, hanno quasi subito un quadro molto preciso dei suoi limiti e dei suoi poteri e possono scegliere il tempo e il modo in cui combatterlo; di conseguenza, malgrado i poteri dell'ex sacerdote egizio siano effettivamente capaci di provocare terrificanti distruzioni, quando Rakos può attaccare i suoi nemici, questi sono al di fuori della sua portata, mentre quando sono loro ad agire lui è personalmente del tutto inerme ed impotente, potendo contare solo sulla protezione dei suoi devoti Yaquis e dei suoi fedeli cinocefali ; gli uni e gli altri non sono certo immuni al piombo caldo di Tex, e si rivelano molto inferiori agli aiutanti a disposizione di Mefisto, Yama, Mitla e Guaimas ( zombi, settari vodoo, lupi ecc. ), sicch? la suspence ne risulta diminuita in misura abbastanza notevole. I disegni di Letteri sono invece, come dice Wasted, di altissimo livello tanto nella rappresentazione dei fenomeni soprannaturali che nella resa delle atmosfere egizie. Insomma, a mio parere: soggetto 7 + sceneggiatura 8 - disegni 9,5
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  49. "L'uomo dai cento volti", seconda apparizione di Proteus come avversario di Tex, è IMHO una storia piuttosto gradevole, con alcune scene parecchio riuscite ( la parte iniziale , l'incontro dei pards coi "quaccheri" e anche il duello sul treno tra Proteus e Tex ), mentre Proteus riconferma l'ironia e l'esibizionismo criminale che ne hanno fatto una figura unica tra i "vilains" texiani ( e che non ritrover? nel successivo sequel nizziano ). La sceneggiatura presenta tuttavia un limite abbastanza serio; a differenza degli altri scontri di Tex con i suoi "grandi nemici" ( Mefisto, Yama, El Carnicero, il Maestro, la Tigre Nera ecc. ) essa non presenta colpi di scena eclatanti e snodi narrativi imprevisti, ma, mano a mano che procede, sembra sempre più obbedire allo schema collaudato nella precedente apparizione di Proteus, che si può così riassumere:a) Spettacolare "colpo" di Proteusb ) Tex, messosi sulle tracce di Proteus, viene platealmente beffato dal bandito trasformistac) Tex, individuati e messi fuori combattimento i complici di Proteus, lo incalza sempre più da vicino. d) Resa dei conti conclusiva. La riuscita di alcune parti di questo schema è ne "L'uomo dai cento volti" migliore di quella del prototipo; ciò però non compensa del tutto l'esilit? e il fiato corto della trama; sono in compenso buoni i disegni di Letteri. In sintesi, a mio parere:soggetto 6,5sceneggiatura 7,5disegni 8
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