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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione dal 26/03/2024 in Messaggi

  1. Qui si stanno mischiando pere con mele con ferrari testarossa. E mischiando cose diverse, si fa confusione e si perde il punto. Esaminiamo una cosa per volta. -------------------------------------------------------------- 1) L'uso di didascalie descrittive COME METODO DI SINTESI PER RACCONTARE DI PIÙ IN MENO SPAZIO. Questo è il caso dell'esempio citato da Poe da "Diablero": l'osservazione di Poe secondo cui qui GL Bonelli sarebbe "prolisso" per me manca totalmente il bersaglio, anzi, per me è incomprensibile: questo che vediamo in quelle pagine è un esempio di mirabile SINTESI NARRATIVA. Inviterei Poe a fare semplicemente l'elenco delle cose che vengono narrate in quelle pagine. E poi pensare a quante DECINE DI PAGINE verrebbero impiegate, oggi, per raccontare le stesse cose senza usare didascalie. Ho visto per esempio in uno Zagor recente diverse pagine dedicate a Zagor che taglia i rami da un tronco di un albero per costruire un ponte di fortuna. Vignette su vignette con Zagor che taglia rami spiegando cosa sta facendo. Tutto spiegato nei minimi dettagli per un lettore non solo ritenuto "non capente" ma che pensa sarebbe mandato nel panico da un semplice montaggio della scena, senza fargli vedere per filo e per segno come fa Zagor a creare il ponte di fortuna. Vediamo le tre pagine postate da Poe. Guardate la PRIMISSIMA VIGNETTA. Quella vignetta sarebbe, oggigiorno, minimo 5-6 pagine. Si inizierebbe a far sentire i lupi, per spiegare al lettore che ci sono i lupi. Poi si mostrerebbero avvicinare. L'indiano spiegherebbe con "dialoghi descrittivi" (in cui spiega la situazione all'aria circostante) che ha paura che i lupi mangino il cavallo, per preparare il pubblico impressionabile allo shock della scena di violenza. A pagina due si vedrebbero i lupi. A pagina 3 inizierebbero l'attacco, che verrebbe mostrato nei dettagli per 2-3 pagine. A pagina 5 o 6 ci vedrebbe una vignetta simile a quella pubblicata all'epoca, poi seguirebbero 2-3 pagine di parole esplicative ad alta voce dell'indiano per spiegare come mai è nei guai e cosa teme, e arriviamo a pagina 9. Pagina 10 e 11 mostrerebbero, lentamente, l'arrivo del pipistrello. Probabilmente prima del vedere l'ombra del Diablero passerebbero più pagine, ma in ogni caso NESSUNO SCENEGGIATORE "MODERNO", nemmeno i migliori, liquiderebbe "la notte di terrore" in DUE STRISCE. "mungerebbero" la "scene fica" per almeno 20 pagine! Con versi, terrore, mantenere il fuoco, etc. E perchè non dovrebbero? In quella maniera invece di farsi pagare solo 2 pagine, se ne fanno pagare 30!!! Allungando semplicemente il brodo! (poi capisci come fanno a fare tante pagine senza uno straccio di idea...) Con la tormentata fuga del guerriero verso il campo poi fanno almeno altre 10-20 pagine, e così invece di farsi pagare 2 pagine se ne fanno pagare 40-50! (dico "farsi pagare" per far capire che risparmio sarebbe anche per la casa editrice fare albi più snelli e che si leggono più rapidamente, ma onestamente non credo che la motivazione principale oggi sia l'avidità: credo che sia invece il "panico da disegnatore!", hai 10-15 disegnatori che ti mandano avanti altrettante storie, qualcuno che ha finito le pagine e ti telefona ci sarà praticamente tutti i giorni, se hai una buona idea per il seguito e sta tutta in due pagine quello ti richiama il giorno dopo, se la allunghi fino a 20-30 pagine non lo risenti per almeno un mese...) Idem per la terza pagina con Mitla: una pagina qui è il tempo (anche di lettura) che ci vuole per mantenere il ritmo: non è un caso se certe storie erano (e sono ancora) APPASSIONANTI, mentre troppe pagine attuali, ammiri i disegni, dici "che dialoghi realistici", ma poi... alla fine, sotto sotto, ti sei annoiato e non hai voglia di rileggere. Oggi, quella pagina di Mitla con la lucertola sarebbe ovviamente descritta senza didascalia ("argh! Orrore! una didascalia!" Gli sceneggiatori italiani, evoluti e bravissimi, copiano la TV e le fiction Rai anche nel ritmo lento, vogliono "berardeggiare" mentre in realtà stanno facendo "Gli Occhi del Cuore". Non si abbasserebbero ad usare didascalie come fanno certi autorucoli come... Alan Moore, Frank Miller, Joe Sacco, Zerocalcare, Neil Gaiman, etc! Meglio imitare gli sceneggiatori di Boris!). Quindi, minimo 1-2 pagine per l'arrivo della lucertola, il testo della didascalie a le informazioni contenute sarebbero da mostrare azione per azione in vignette separate, quindi invece di una "antiquata" didascalia... una bella sequenza di 2-3 pagine! Poi capisci come mai oggi in un albo di 110 pagine (330 strisce) accadono meno cose di quelle che accadevano una volta in 80 strisce (26,66 pagine)... OK, ricapitolando... QUESTA È SINTESI! L'uso di didascalie per "tagliare" e dare RITMO alle scene, mostrando le cose in due strisce invece di dover usare 10 pagine. Dando così al lettore TANTE scene, tanta azione, tanto "fumetto", senza farlo annoiare a vedere il protagonista che taglia rami per pagine e pagine. Gli altri temi di cui si parla, lo "spiegazionismo" e i terrificanti "dialoghi esplicativi", sono il primo totalmente indipendente, e il secondo addirittura OPPOSTO: abbandonando il ritmo che poteva essere dato da un uso saggio delle didascalie, arrivi ai terrificanti dialoghi esplicativi attuali, innaturali, prolissi, e pallosissimi. La prova, come sempre, sta semplicemente nell'ASSAGGIARE la zuppa: quelle storie di GL Bonelli, narrate con RITMO e SINTESI grazia all'uso ben studiato delle didascalia, erano ZEPPE DI IDEE anche perchè, occupando poco spazio, ne servivano tante. E NON ANNOIAVANO. La stessa cosa non si può dire dei "brodi allungati" attuali, lentissimi, con "dialoghi esplicativi" pallosissimi, ma "moderni" perchè non usano le aborrite didascalie (che quello è l'importante, non usare didascalie, poi se si annoia il lettore non è importante, anzi, nel fumetto Bonelli "moderno" il lettore si DEVE annoiare mentre lo "istruisci", mica è lì per divertirsi...)
    5 points
  2. Non ho chiamato i moderatori per non farti parlare di Nizzi come ti pare, tanto sappiamo già quale è il tuo pensiero, semplicemente trovo stucchevole rimescolare sempre la stessa minestra ogni volta che c'è Nizzi di mezzo, usando sempre gli stessi esempi e gli stessi argomenti. Non trovi che sia una richiesta lecita? Ti ho citato, non a caso , poiché troverei molto più interessante e utile alla discussione che tu partissi almeno dalla lettura del maxi attualmente in edicola (che io sto leggendo e non ho ancora terminato, per la cronaca), piuttosto che rifarti a storie già citate più volte, sempre da te e sempre per mettere l'accento ai difetti...vuoi dirmi che non è così? Il mio era un invito ad essere un po' più costruttivo nei commenti, senza sempre andare in un' unica direzione, e poiché tu ti metti subito sulla difensiva, aggiungo che sei stato molto più sgradevole in questa tua risposta piuttosto che nel post precedente, perché ti sei messo subito a fare la vittima, senza capire che il mio richiamo ai moderatori era soltanto per regolare la discussione, non zittire le critiche a Nizzi o zittire Diablero. Mi dispiace se c'è stato questo malinteso, ma non credo di aver fatto male, in questo caso. Detto ciò, non mi nascondo e resto dell' idea che le critiche nei confronti di Nizzi mosse da te e da alcuni utenti più prevenuti dovrebbero moderarsi nei toni e nella frequenza, basandosi almeno sulla lettura delle storie inedite e poi , eventualmente, ricollegarsi al resto ( l'abbandono di Nizzi, le parti di vecchie storie che non vi piacciono ecc) Passo e chiudo, da parte mia non c'è niente contro di te, sappilo. Ma non mi piace che ogni volta ci si basi sui soliti preconcetti quando sul forum ci sono dei nuovi lettori o curiosi che vorrebbero godersi le storie senza la solita retorica volta ad azzoppare in partenza una storia "perché è di Nizzi".
    4 points
  3. Due disegni realizzati nel finale di estate e autunno 2021: Il primo dedicato al giovane Tex e alla sua amata Lilyth (mi piaceva rappresentarlo con la divisa degli inizi). il secondo invece, è un ritratto a figura intera, omaggio a Lilyth.
    3 points
  4. Bos, ti prego, torna a riferire personalmente (senza nulla togliere all'amico Carlo). Qui c'è ancora un sacco di gente a cui manchi e che, almeno credo, si merita la tua presenza. Please.
    3 points
  5. La storia Un mondo perduto (di cui Il mistero del Monte Rainier è il seguito) occupava un albo e mezzo, ma conteneva talmente tanti eventi e situazioni (l’arrivo a Yakima e l’incontro con Gros-Jean, i preparativi per la spedizione, la tappa al villaggio dei klamath, la scalata del ghiacciaio, l’attacco dei ghundar, la scoperta del mondo sotterraneo, la cattura e l’incontro con il professor Steiner, ecc.) che oggi facilmente verrebbe spalmata su 4 o 5. Per questo quando leggo “albo introduttivo” storco il naso: una volta non esistevano albi introduttivi, ogni albo, anche se la storia rimaneva da concludere, presentava tantissimi momenti avventurosi e colpi di scena ed era comunque perfettamente fruibile per se stesso, anche perché poteva capitare in mano a un lettore occasionale, e in questo caso magari spingerlo all’acquisto dell’albo successivo: se a uno, ad esempio, capitava in mano Zagor contro Supermike era spinto dall’incalzare della storia a comprare La settima prova per vedere come andava a finire, se a uno capita in mano il Supermike di Burattini (dove i primi 3 albi finora sono introduttivi) mi sa che fa il ragionamento opposto…
    3 points
  6. Nizzi scrive una trama fatta sostanzialmente di azione, con atti di guerriglia ai danni di nemici poco all'altezza e con un finale sbrigativo e "faraciano". Nulla di nuovo sotto il sole, sempre la solita minestra per i suoi lettori da "bagno caldo". Leggi in relax, senza impegno, nessuna sorpresa, poco interesse. Ma tutto sommato è una buona lettura. Perché c'è ritmo, ci sono dialoghi frizzanti, c'è fluidità di narrazione. C'è tutto il mestiere di un autore che sa scrivere Tex e che continua a saperlo scrivere, magari anche divertendosi, nonostante e forse anche grazie alla sua età. Perché è meglio questo Nizzi che scrive senza particolari vincoli, da vecchio leone che ogni tanto si diverte a dare una zampata, con una leggerezza che in questo caso si traduce nel brio di questa sua buona sceneggiatura, che quello che non si vergognava di proporre Cane Giallo e i Fratelli Donegan, quando era bollito ma non voleva, perniciosamente, mollare.
    3 points
  7. Il mondo è bello perché è vario, e anche i giudizi sulle storie. Però in certi casi non capisco bene le critiche: Come sarebbe che non c'è un mistero? Tutto questo primo albo è basato proprio su un'atmosfera di mistero (come dice anche il titolo) di cosa sia celato sul monte Rainer: sono davvero sopravvissuti alcuni Gundhar? Sono loro che uccidono i cercatori d'oro che s'inoltrano nella foresta oppure, come più probabilmente, qualcun altro che non vuole venga violata la sua vetta? Quale segreto nascondono il geologo russo e il suo strano assistente? Gli esseri simili a rettili che erano giunti dallo spazio sono ancora vivi? E che intenzioni hanno? Sono rimasti intatti i macchinari visti ne "Un mondo perduto" e avranno un loro ruolo? E le pietre che provocano ustioni? Chi è "il demonio che ha preso Reuben" come dice l'uomo sfigurato che appare nell'ultima vignetta dell'albo? Ecc. ecc. ecc. Tutto questo albo è fatto di misteri su misteri che si accumulano di pagina in pagina. Si potrebbero fare diversi esempi di storie classiche in cui i pards entrano in scena piano piano e il primo albo è dedicato alla preparazione dell'azione e alla presentazione dei comprimari, o degli avversari: se non ricordo male nel primo albo di "Diablero" i Nostri non fanno quasi niente, se non avvicinarsi alla zona dove agiscono i Diableri, mentre tutto l'albo è dedicato proprio a loro e a El Morisco che si reca dagli Apaches minacciati. Oppure il primo albo della "Congiura" è fatto solo di dialoghi tra i pards che arrivano a Frisco e via via incontrano Mike Tracy, Sam Brennan, e poi l'avvocato Bixler e infine Barbanera in carcere: quasi niente azione, ma solo preparazione di quello che avverrà in seguito (l'evasione). In realtà qui in 110 pagine di cose se ne vedono tante, abbiamo fatto la conoscenza di numerosi nuovi personaggi: i due fratelli indiani Salish, Holt e la sua banda, il geologo russo, l'avido proprietario della mandria poi pentito, lo sceriffo, il ritorno di Gros-Jean, la sorpresa di Mamie, un mezzo linciaggio di Tiger, lupi minacciosi nella foresta, uno stampede disastroso, uno scontro a fuoco che coinvolge Kit Willer e Tiger... direi che di cose ne sono accadute parecchie e non ci si è annoiati. Il ritmo della storia è quello classico dei tempi d'oro di GLB. Poi l'azione vera e propria che coinvolgerà i Nostri nella foresta è abbastanza ovvio che la vedremo presto nel secondo albo, visto che si sono appena addentrati nel cuore di tenebra. Qui è chiaro che la scelta di Boselli, avendo a disposizione tre albi, è quella di preparare bene il lettore, di creare attesa e allo stesso tempo di chiarire il contesto, per cui il flash-back sulla precedente storia sul monte Rainer era inevitabile (e comunque ben sintetizzato), anche perché secondo me persino i vecchi esperti lettori di Tex si erano scordati quella che non è proprio tra le più memorabili avventure di GLB... In più, oltre al tema "mysterioso", io ci ho visto anche echi dal film "Terra lontana" di A. Mann, con i cercatori d'oro di Dawson City che hanno bisogno di carne per sfamarsi e James Stewart che ha il compito di consegnare la mandria di bovini, tra ladri di bestiame, banditi, sceriffi e affaristi senza scrupoli, tutti impazziti per l'oro. E mi sembra che qui Boselli sia ben riuscito ad amalgamare il tema fantastico con quello più realistico e terra terra della corsa all'oro.
    3 points
  8. Iniziando proprio dai disegni di Bocci, per me non ci siamo, invece. Tex e Carson incerti in molte vignette, volti di certi personaggi addirittura effeminati, vignette poco leggibili a causa dell'eccessiva saturazione dei dettagli, inquadrature e geometrie non sempre armoniche. Lo ricordavo meglio. Non è tra i disegnatori che hanno molta premura della leggibilità, come se non fosse una delle prime cose da ricercare. Se pensiamo alle foreste, da Ticci a Fusco a Ortiz, forse ci capiamo meglio. La sceneggiatura di Boselli per una volta non mi ha rapito. È solo il primo albo, ma per me sono 110 pagine in buona parte sprecate. In effetti l'autore insiste su un mistero che non è un mistero, c'è poi un flashback dedicato ai lettori che non hanno letto la precedente avventura (mentre quelli che leggono Tex da sempre la storia la ricordavano o se la sono riletta per l'occasione come ho fatto io), c'è la sorpresa positiva di Mamie (che comunque come personaggio non mi ha mai entusiasmato), il resto tra stampede, visite allo sceriffo o allo studioso russo che cambia faccia nell'arco di qualche decina di pagine, pagine che per l'appunto sembrano tentare di distoglierci dall'oggetto principale della storia. Insomma la carne al fuoco deve essere altra e se si arriva al terzo albo con l'autore che ti infila il finale ''veloce'' può essere che l'impressione di un certo sbilanciamento tra le varie parti si faccia velenosamente strada. In effetti forse uno dei pochi appunti che possiamo fargli è che Boselli ultimamente ritardi un po' troppo a ingranare la marcia, certi primi albi come quello della storia dell'Erebus o la più recente della Tigre nera, questa impressione me l'hanno data. Mi si risponderà che servono a fissare un'atmosfera, a aiutare i nuovi lettori a calarsi dolcemente in una storia, ma se è vero che le storie in cui Tex entra in azione già nelle prime pagine come accadeva un tempo hanno anche loro i loro difetti, mi sembrano comunque esagerate 110 pagine con i pards a combinare un fico secco (o quasi) come avviene qui. Questa è appunto la sensazione che ho tratto da questa prima parte e non mi convince per niente.
    3 points
  9. Sbagli. Il mio personaggio è Coguaro. E, a onor del vero, Ruju ha ripreso il soggetto ma ha realizzato una sceneggiatura che rispecchia molto poco la mia trama. Avevo in mente di pubblicare il mio racconto originale, ma non l'ho fatto e non lo farò per rispetto prima di tutto per Boselli e poi per Ruju. Ecco un giudizio che non accetto, che dimostra che non hai capito assolutamente niente. Io adoro alcune storie di Nizzi, specialmente il primo Texone: se fossi dannatamente prevenuta (che significa dare un giudizio negativo a prescindere), non direi mai una cosa del genere. E questo è sintomo di scarsa capacità analitica: spari sulla croce rossa perché non ti piace il rosso. Se non hai afferrato il paragone, sarò più esplicita: esprimi giudizi superficiali. Ecco un altro tuo giudizio a conferma di quanto ho già detto. Non so se conosci il significato delle parole: astio è il rancore provato nei confronti di una persona da cui ritieni di aver ricevuto un grave torto. Portato all'estremo è un sentimento peggiore dell'odio. Se non sapessi che tu hai usato questa parola con la superficialità che ti contraddistingue, ti direi: "ma come ti permetti di bollarmi come un essere così schifoso?", ma sono sicura della tua immaturità e, per questa volta, ci passo sopra. Ma in futuro stai ben attento a sparare sentenze così offensive, perché io non sono uno zuccherino.
    3 points
  10. Senza entrare nell'annosa questione dell'integralismo o meno, ritengo che le modifiche apportate da Mauro nella sua versione della Mano Rossa possono pure starci nell'ottica di una serie moderna come Tex Willer. La giovane saga verosimilmente deve pure mantenere una sorta di autonomia dalla serie regolare ed è rivolta anche a un pubblico più giovane che non conosce a fondo i classici bonelliani. La mia non vuole essere una critica alla iniziativa editoriale, che finora è stata di grande spessore e qualità e anche in futuro ci proporrà spunti interessanti, ma personalmente questi inevitabili toccate nella "tappe imprescindibili" della vita di Tex (che si trasformano in parziali remake), mi appassionano poco. Gusto soggettivo ovviamente, ma preferisco di gran lunga gli episodi con soggetti inediti; ciò non toglie che continuerò ad acquistare Tex Willer, ma per quanto ben sceneggiato, all'episodio della Mano Rossa attualmente in edicola, prediligo le ariose trame ambientate in Florida o in Montana.
    2 points
  11. Stai scherzandooooooooo????????? Che vita sarebbe senza ii fumetti!!!!!!!!
    2 points
  12. E' regola valida per tutto il multiverso che ogniqualvolta l'eroe si trovi in un ambiente oscuro - se l'eroe è privo di torcia o altri mezzi di illuminazione propri- l'ambiente stesso sia rischiarato da funghi luminescenti o pietre fosforescenti o luci magiche o qualsiasi altro espediente consenta al protagonista di cavarsela ed allo spettatore di vedere che sta succedendo. Strano ma vero.
    2 points
  13. Non solo quelli, che pure mi sono piaciuti. Vedere battibeccare i due come ai vecchi tempi è per me un piacere, e credo che anche Nizzi si sia divertito nel riproporre le consuete, gustose pantomime tra i due pards (a onor del vero, nell'ultima parte della storia forse eccede un po'). Ma anche il resto l'ho trovato svelto, dinamico, tosto al punto giusto, complici anche i disegni di Torti che trovo molto efficaci. Se devo giudicare l'operato dell'ultimo Nizzi, non posso che concordare con la proposta di Diablero su una collana Nixi-Tex. Ciascuno legge ciò che gli piace senza nemmeno il timore di inoltrarsi in polemiche infinite sul forum: stiamo di fatto leggendo cose diverse, assecondando i nostri gusti. Così io posso continuare a pensare che i dialoghi proposti da Nizzi siano davvero frizzanti, non semplici battibecchi tra comari né acqua gasata con la CO2
    2 points
  14. Sono d'accordo su tutto, @Diablero. Essendomi da poco avvicinato ai fumetti Bonelli, questa cosa della mancata capacità di sintesi la percepisco molto. Leggo storie di 200, 300 o addirittura 400 pagine e mi rendo conto che nella storia è successo estremamente poco. Lo riscontro in tutte le storie, non solo quelle di Boselli. Penso all'ultimo ritorno della Tigre: servivano davvero 450 pagine per raccontarla? O La pattuglia scomparsa: non era sufficiente un albo? Paradossalmente per quest'ultima storia ricordo di aver pensato che avrei voluto un albo in più per approfondire alcuni dettagli (la storia del soldato e della sua fidanzata, prima che morisse). Quindi non è tanto il numero di pagine o albi il problema, ma il rapporto tra il numero di pagine e quello che effettivamente viene raccontato, la densità. Ricordo che nei fumetti che leggevo da piccolo su Topolino o sul Giornalino succedevano così tante cose in 30 o 60 pagine! Qui ne leggo centinaia eppure alla fine mi sembra che sia successo poco o che alcune parti non siano state approfondite abbastanza. A volte si parla del perché in questo periodo di crisi del fumetto i manga in realtà vendano bene. Secondo me ha anche a che fare con il modo in cui in Giappone vengono serializzati. Un autore di manga quando scrive una storia non è costretto ad allungarla per riempire le centinaia di pagine che compongono un volume perché lì i fumetti vengono pubblicati prima su rivista un capitolo per volta. Quindi l'autore può lasciare che la storia prosegua con il ritmo necessario e che si prenda un numero di capitoli non predefinito. Quando un numero sufficiente di capitoli già pubblicati su rivista sono pronti si procede a raccoglierli in un volume, ma senza scadenze regolari. Con Tex se ci pensate agli inizi non era così diverso. Le storie erano ragionate in termini di capitoletti di 32 strisce (10 pagine moderne), quindi la storia poteva prendersi lo spazio a lei necessario, ragionando in multipli di 32 strisce. Oggi invece si è costretti a ragionare in termini di 112 pagine per volta! Per forza di cose alcuni soggetti un po' deboli finiscono per essere forzatamente gonfiati per riempire un albo o più e alcune storie risultano avere una densità di azione o approfondimento calibrate male. Una possibile soluzione? Tornare ad avere albi con storie a lunghezza non predefinita, ovvero albi in cui può capitare che una storia finisca prima della fine dell'albo e ne cominci un'altra. Follia?
    2 points
  15. Ma quella è narrazione, non sono dialoghi. Boselli è l'esatto opposto: zero didascalie e nuvolette rigurgitanti di parole.
    2 points
  16. Farò la "voce fuori dal coro", ma questa è una storia che ho sempre amato, fin da quando uscì (si, non sono un "giovanissimo") e proprio domenica scorsa me la sono riletta, dopo un tot di anni. Mi sono sempre piaciute le storie dove Tex si confronta con episodi realmente esistiti e non mi sembra affatto sconfitto o sminuito. La "storia", semplicemente, è stata quella. Ed è una sorta di "omaggio", nel bene e nel male, ad un personaggio storico: Apache Kid.
    2 points
  17. Primo albo di assoluto valore. Tanti dialoghi e poca azione ma è una piacevolissima lettura perché Boselli riesce a costruire un affascinante ed enigmatico evento soprannaturale che entra in perfetta simbiosi con l'atmosfera avventurosa e western. Quello che rende più interessante il numero 762 sono le reazioni dei protagonisti alla prospettiva di avere davanti qualcosa di "alieno" che poco si adatta a uomini abituati a ben altre avventure che niente hanno a che vedere con la fantascienza.. a parte rari casi naturalmente. I disegni di Bocci non hanno deluso le mie aspettative: tavole da incorniciare! Paesaggi e personaggi perfetti con una estrema attenzione ai particolari che ha pochi eguali nel mondo del fumetto bonelliano e non..Maestro! Se penso che nello stesso mese è uscito un Tex di Torti mi vengono i brividi nel metterli a confronto..
    2 points
  18. Ammetto di non conoscere molto il tuo vissuto sul forum, e ti chiedo scusa. Purtroppo il tuo intervento è giunto nel momento in cui si parlava proprio della non necessità di ricordare sempre e comunque la famosa uscita polemica di Nizzi, e questo potrebbe aver inasprito i toni più del dovuto. Io sono contro la cancel culture, e non mi piace il clima da tribunale militare che si crea spesso nei confronti di Nizzi. In poche parole, stiamo parlando di un autore e delle sue storie, poi certo, c'è il modo in cui si può essere posto, ha sbagliato e tutto, poteva aver avuto anche le sue ragioni poiché noi non siamo chissachi per giudicare in modo assoluto, ma non è possibile che ogni benedetta volta in cui esce Nizzi inedito si deve rimescolare la stessa minestra. Letizia dice che non dovrei usare la parola astio, ma se l'ho usata è perché SEMBRA che ci sia un vero e proprio astio verso Nizzi. Perciò forse non sono del tutto pazzo. Spero che questa mia spiegazione sia sufficiente, mi scuso se ho avuto un comportamento sbagliato, ma invito anche alcuni di voi a riflettere un attimo, se potete, sul modo e la frequenza in cui criticate Nizzi. E l' attinenza con le discussioni. Invito, non obbligo non bavaglio, non sia mai. Non dubito dell' intelligenza di nessuno, siamo tutti lettori con pregi e difetti, si può litigare e avere opinioni diverse. Buon pomeriggio a tutti.
    2 points
  19. In realtà, sono le storie pubblicate finora sula serie regolare dal suo ritorno (e non solo...) che non ci dovevano stare. Ci saremmo almeno risparmiati quella storia grottesca e ridicola di Tex che fa migliaia di km, un viaggio di SETTIMANE, per essere su una barca LA PRECISA NOTTE in cui un origlione gli ha già detto che criminali faranno qualcosa di grave per fermare il battello (farlo saltare magari, o affondarlo facendo annegare tutti i passeggeri addormentati), e... vanno TUTTI a dormire. E quando sente un rumore sospetto, esce come un bischero in mutande disarmato e ai banditi deve chiedere umilmente scusa... La verità è che Boselli ha richiamato Nizzi perchè non sapeva più come fare a produrre la smodata quantità di pagine causata dalla folle proliferazione di testate di Tex. E ha raschiato il fondo del barile (Nizzi). E il fondo del barile è finito sulla serie regolare già troppe volte. Così facciamo precipitare anche le vendite di Tex ai livelli di Dylan Dog, perchè no? Hai un pubblico che si lamenta di disegnatori come Mastantuono o Font, e tu ci vorresti mettere ALESSANDRINI???? È vero che ci sono curatori di testate Bonelli che credono di poter "obbligare" il pubblico a comprare quello che vogliono loro, ma i risultati (sulle vendite) di certe pretese poi si vedono... E invece pare che sarà proprio lì che vedremo la sua prossima storia, mi dispiace per la tua tesi. La tesi sta benissimo, grazie! Il fatto che mettano uno a disegnare sulla serie regolare dopo averlo "provato" su Texone (prima) e Maxi o poi il cartonato a colori e aver saggiato il gradimento dei lettori è una cosa molto diversa dallo sbatterlo subito sulla serie regolare. O il fatto che Font adesso disegni sulla serie regolare adesso "dimostrerebbe" che da subito Sergio Bonelli si era arrischiato a pubblicarlo sulla regolare e non è più vero che all'inizio fu spostato in corso d'opera sul maxi? (e le ricordo solo io le lamentele sul volto di Tex dopo il suo Texone? Immagino che adesso dopo più di 500 pagine texiane ci abbia preso meglio le misure...o semplicemente con l'invecchiamento del parco disegnatori e la mancanza di disegnatori adatti, adesso non possono più permettersi di stare a sottilizzare troppo...)
    2 points
  20. Esattamente il pensiero di Boselli. In futuro ci sono storie che potranno tranquillamente essere saltate perché non fondamentali, ma non questa sequenza Più che una speranza è una sicurezza per me.
    2 points
  21. Il soggetto di Giorgio Bonelli fu ampiamente sforbiciato dal padre. La storia fu penalizzata anche dalla morte di Nicolò nel febbraio 1983, a due anni più o meno esatti dal suicidio di Cormio, un periodo caratterizzato insomma dai primi lutti nell'ambiente della casa editrice. GLB aveva finito di sceneggiarla tutta ? L'altro soggetto scritto da Mauro Boselli non fu preso nemmeno in considerazione. Il tema attraeva poco GLB, come ha già spiegato Diablero sopra. A Boselli una volta avevo chiesto se mai avesse pensato, una volta diventato un autore dello staff, di riprendere e sviluppare quella trama giovanile ma mi disse che quel suo soggetto era andato perso e non ne ricordava molto. Non doveva valere molto. Tanti anni dopo l'abbiamo visto invece avere l'intuizione di riprendere quella storia e di fonderla con quella dell'extraterrestre, non dobbiamo dimenticare infatti che questa storia dovrebbe essere il seguito non solo di ''Un mondo perduto'' ma anche dell'altra storia (almeno in parte). Sarebbe interessante approfondire di più quel fecondo periodo di collaborazione tra Mauro e Giorgio che in questo caso non unirono le loro forze a differenza de ''La minaccia invisibile'', nata poco tempo dopo nella loro mente fresca, e riuscire a capire quanto di quelle idee contenute nel soggetto di Boselli siano anche inconsciamente state riprese in questa nuova avventura. Probabilmente nessuna, ma non è detto.
    2 points
  22. Anche a me. Più ripenso a questa storia e più mi rendo conto di aver inizialmente dato troppo peso, nel mio giudizio, alla pochezza della vicenda di contorno, quella che coinvolge Tex e i contrabbandieri. I veri protagonisti sono Lagarde e i suoi fantasmi interiori e non c'è nulla di male se ogni tanto Tex e soci stanno sullo sfondo. Tutto sommato è stata una buona storia e Lagarde, se sviluppato in storie successive, potrebbe diventare un personaggio ricorrente interessante, al pari di Jim Brandon o anche meglio.
    2 points
  23. Per me è chiaro che la serie "Tex Willer", se fosse solo una serie di remake (come era nell'idea iniziale di Airoldi) non avrebbe alcun senso. Non avrebbe senso pagare per ri-leggere storie che conosciamo già solo perchè sono "ammodernate" da Boselli e altri disegnatori. Io preferirò sempre l'originale alla copia. La serie Tex Willer ha un senso quando diventa una maniera per gli autori di proporre storie NUOVE di un Tex DIVERSO. Detto questo, la serie è anche una "sistemazione cronologica" (imperfetta) della storia di Tex e quindi non è pensabile che certi episodi vengano saltati: mi pare quindi ovvio che in qualche maniera gli episodi "storici" tipo La Mano Rossa, come prima Il Totem Misterioso, debbano essere narrati adeguandoli al tono della serie. Una necessità ineludibile. Non lo scopo finale della serie. Accettata questa necessità, nasce una certa curiosità di leggerle queste "nuove versioni": cosa sarà cambiato? Cosa rimarrà uguale? E noi come lettori questi cambiamenti li approviamo o no? A questi aspetti generali, nel caso della Mano Rossa se ne aggiunge un altro: il fatto che in realtà, LA MANO ROSSA NON L'HA LETTA QUASI NESSUNO. Ne hanno letto la versione "censurata politicamente corretta" creata da tante "manine censorie"! edizione dopo edizione alla Bonelli, che l'hanno resa in gran parte insensata. La versione "censurata" pubblicata su TuttoTex o Tex Nuova Ristampa 1 (o nelle ristampe anonime censurate di Tex Gigante 1) non ha alcun senso. Tex vuole consegnarli alla legge, e non lo fa mai. Vuole prenderli vivi e si mette sempre in situazioni in cui può solo prenderli morti. E non ha alcun senso che lo debba fare lui: che ci stanno a fare gli sceriffi? Che senso ha che a "indagare" ci sia un ricercato fuorilegge? La versione DAVVERO originale, che si trova solo nelle anastatiche, ha una coerenza che le versione successive non hanno e non potranno mai avere, perchè risolve l'inconsistenza di base: perchè dovrebbe essere Tex a indagare e consegnare alla legge dei banditi, quando lo stesso Tex è un ricercato? Tutto è molto più chiaro nella versione originale, dove Tex cerca i componenti della banda PER UCCIDERLI, senza pietà, senza remore, senza bisogno di prove, senza bisogno di seguire nessuna "legge" se non quella della giustizia. Solo così le sue azioni hanno un senso. Qui Borden si trova di fronte il problema di dover fare un "remake" di una storia che i lettori conoscono solo in una versione così mutilata da non avere più senso. Da qui certe "spiegazioni", certi arzigogolamenti per spiegare come mai Tex faccia certe cose. Ma alla fine rimane l'elefante nella stanza: una volta che Tex si è scagionato, perchè rimane a "indagare" non avendo alcuna autorità e anzi essendo lui stesso ricercato? Alla fine, la versione originale non censurata per me rimane la versione più sensata.
    2 points
  24. Serpieri per me era un grande ai tempi in cui disegnava le sceneggiature western di Ambrosio su Lanciostory: se volete vedere un Serpieri che si sforza, che cerca di superare i suoi limiti, cercate il suo periodo PRIMA che gli si appiccicasse sopra la ridicola etichetta di "autore di fumetto d'autore": come per tanti altri suoi colleghi, una volta che ti appiccicano quella etichetta, e allora sei un "autore", scendi nella auto-parodia Agli inizi della sua strada nelle "riviste d'autore", in quella che fu la migliore del mazzo (Orient Express) ancora fa storie western tipo "l'Indiana Bianca", ma già si nota la debolezza delle sue sceneggiature: il problema è che a quel punto (1985) si inventa (o copia dal vivo, pare) il culo di Druuna: la formula per il successo: perchè impegnarsi quando basta il culo di Druuna per fare soldi? Ora, anch'io apprezzo molto il culo di Druuna, ma ad un certo punto le storie associate diventano così insensate, contraddittorie, prolisse, che manco il culo di Druuna è più bastato a farmele leggere. (A differenza di Angelo, io posso anche apprezzare un fumetto basato solo sui disegni: basta che i testi si levino davvero di mezzo, tipo Harzack di Moebius, e non stiano a rompere le scatole in mega-ballons pallosissimi e scritti male). Il Serpieri di Druuna è un autore che si ripete da anni sempre con le stesse cose, per me non ha fatto più nulla di valido in trent'anni. E la cosa peculiare è che... Tex è stato disegnato NUMEROSE VOLTE da disegnatori migliori di lui. Per me sia il Galep degli anni 50 che Ticci sono più bravi, sanno "raccontare" meglio, ma se andiamo a cercare anche i "nomi"... per me come considerazione e valore delle loro opere extra-Tex, sia Magnus che Buzzelli si mangiano Serpieri a colazione. E si sono approcciati a Tex con molta più umiltà e senza bizza da primadonna. Ma purtroppo, alla Bonelli ce ne sono tanti che si sono bevuti la storiella del "fumetto d'autore" (incredibile, pensando a cosa hanno pubblicato... ma parliamo di gente che ha sempre invidiato i supereroi dopotutto)
    2 points
  25. Allora...In un albo e mezzo Boselli coadiuvato dall'ottimo Seijas ci racconta una bella storia di redenzione. Tanti personaggi ben identificati, i cattivi Owens e Spade, il ranger Donovan, lo sceriffo Warren ma soprattutto Frank Harris. La sua redenzione, le sue traversie, la sua abilità con la pistola ti tengono compagnia per un'oretta. Sparatorie, inseguimenti, linciaggi non riusciti, un Tex sul pezzo. Boselli e Seijas in poco tempo e in poche pagine danno soddisfazione. Concordo...Riesce a scrivere storie ambiziose e storie "semplici" ma efficaci. 😁 Sacrosante parole.. 👏👏👏
    1 point
  26. La faccenda del viso di Tex è gravissima, altrochè. Se non gli garbava come Wilson faceva Tex (gli avranno fatto fare delle prove, suppongo) il Texone allora lo fai disegnare in toto da Monti, senza fare quello scempio. Tra l'altro, come si vede da queste tavole originali, il Tex di Wilson era perfetto...
    1 point
  27. La penso anch'io così. Boselli e Ghion hanno fatto come sempre un ottimo lavoro, ma resta il fatto che per un lettore che conosce già la storia originale l’interesse, a dir la verità, non è altissimo. Insomma io aspetto con maggior curiosità le nuove avventure inedite, augurandomi che siano del livello di “Pinkerton Lady” e di “Nella terra dei Seminoles”. Per quanto riguarda i cambiamenti: non sono tali da stravolgere la storia o da modificarne l'essenza, ma comunque ve ne sono di significativi. A parte quelli già segnalati, ne noto tre: 1) Il Tex de “La mano rossa” di GLB è un giustiziere solitario che - lasciamo da parte l'aspetto violento censurato - ha l’approvazione dei cittadini e della gente onesta, ma di fatto è senza troppe relazioni, è una specie di romantico cavaliere della valle solitaria ante litteram, che appare e poi sparisce chissà dove non appena compiuta la sua impresa. Boselli invece in questa sessantina di numeri ha creato attorno a Tex una serie di amici e di punti di riferimento: la famiglia Sanderson (che ricompare qui come momentaneo luogo di rifugio) oppure Cochise, oppure tutta una serie di rangers, sceriffi, agenti Pinkerton, ecc. che lo conoscono e lo stimano (come viene detto anche nella penultima pagina della storia). Questo rende più credibile il passaggio che compirà Tex da fuorilegge a ranger, ma secondo me gli toglie (inevitabilmente) molto dell’aura da cavaliere errante e inquieto, da "lupo della prateria" (come si definisce lui stesso), che aveva invece nella versione di GLB. 2) La polemica insistita verso la legge e gli sceriffi che non sanno fare vera giustizia in un mondo violento, presente in GLB, qui sparisce. Tex è preso dalle sue vicende personali, deve discolparsi e basta, il contesto in questa storia non conta, e insomma il West non appare così privo di legge e in mano ai banditi come traspare invece da quello di GLB. Questi tipi di commenti non ci sono più: Come scrive GLB in una didascalia: "L'intero Texas è terrorizzato dalle gesta della Mano rossa. Crudeli omicidi, assalti alle banche, ecc." Questo elemento di criminalità incontrollata e di paura dei cittadini in Boselli non emerge (o non abbastanza). 3) Non ci sono neanche più, appunto, i commenti della gente comune, onesta, che quasi come un coro accompagnavano il Tex degli inizi. Come quello postato qui sopra o come quest'altro: Infine una piccola cosa che non mi spiego: perché, quando Tex precipita dalla cascata, viene tagliata la scena eliminando il seguito ben più drammatico di GLB? Tex nell’originale, infatti, viene trascinato sul fondo, fatica a riemergere e stremato dice: “E’ finita!” Niente di grave, ma mi chiedo perché sia stata tolta. In generale tutta la scena della caverna e del fiume sotterraneo in GLB è più cupa e coinvolgente. Non critico i cambiamenti (è un remake, quindi è chiaro e legittimo che ve ne siano), ma alla fine mi sembra che in generale tolgano qualcosa senza molto aggiungervi. Per esempio, questa bella vignetta l'avrei lasciata, ovviamente rivista da Ghion.
    1 point
  28. Per me è una delle sue minori più belle. Il Bos ha una produzione variegata, e sono diversi i "format" in cui eccelle: le sue triple sono arcinote e possiamo anche tralasciarne i nomi (tanto sono note), ma tra le sue doppie ci sono delle vere e proprie meraviglie, come questa del presente topic, come Colorado Belle, Missouri, La lunga pista, L'ultima diligenza, i Giustizieri di Vegas, Il Fuggiasco, e altre che starò dimenticando. Questa poi è una storia in blanda continuity per via del personaggio di Bronco, gran bel character, che ci fa riandare con la memoria a quei Sette Assassini che è una delle storie boselliane più belle.
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  29. Allora...Ho letto due volte a stretto giro questa storia. Non mi capita quasi mai ma la prima lettura mi ha preso tanto perché ero incalzato e coinvolto dagli eventi. Nella seconda lettura ho "assaporato" i personaggi, i dialoghi e le scene. Boselli si conferma il mio autore preferito (naturalmente non esente da difetti e naturalmente certe sue storie non mi hanno convinto), per lo stile, per la coralità, per la creazione di tanti personaggi coinvolgenti. Questi personaggi sono sia in prima linea (Bronco, Langdon) che dietro le quinte (padre Esteban, Manchas, Donner). Personaggi incisivi con poche (o molte) battute, ben definiti. Poi la gestione dei pards... Kit il protagonista, Tiger sempre su pezzo, Carson che chiude il conto con i veri rapinatori e Tex che chiude i conti. Questa storia è a metà strada per me tra le vette e le storie discrete di Boselli. Font sicuramente ha un tratto caratteristico ed efficace, però non sarà mai tra i miei disegnatori preferiti (tipo Marcello) e questo un po' ha "penalizzato" la storia. Comunque lettura molto soddisfacente. :-)
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  30. Continuando l'OT: sarebbe impossibile, ok, ma perche'? Perche' il lettore vuole vedere solo disegni a basta? Ma cosa siamo tornati, i bimbi di prima delle elementari che non sanno ancora leggere? A me le didascalie mancano molto, e tu ne hai postato un esempio magistrale (grazie!) dove nessun disegno potrebbe mai sostituirle. Trovo difficile credere che didascalie cosi' sarebbero male accolte - credo invece che il problema sia che prende molto tempo scriverle (se si sanno scrivere, cosa magari non proprio scontata) Quello che invece irrita me sono le pagine con Tex a cavallo che vede un paese da lontano, Tex che entra nel paese, Tex che si fa la main street, Tex che parcheggia il cavallo, Tex che entra nel saloon, etc., tutto senza una parola. Un film muto praticamente.
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  31. Sei stato perfetto, Diablero, i mie complimenti. Come avevo detto in un altro post, chi parla molto è perchè non ha niente da dire. Qui sembra che Gianluigi Bonelli parli molto...invece sintetizza, dicendo molto in poco. Fa una scena di due pagine dove oggi ne impiegherebbero trenta o quaranta e una scena di una pagina dove oggi ne impiegherebbero minimo venti. E lo stesso discorso si può fare per i film, che, come i fumetti, oggi parlano tanto per non dire niente. I manga (quando sono fatti bene, ovvio) dicono molto in poco: i volumi, come ha detto frank_one, sono delle puntate riunite in volume: ogni storia era infatti una puntata, dove si diceva tutto quello che c'era da dire e di più. Il Giornalino aveva puntate di 10-12 pagine al massimo che dicevano le stesse cose che dice oggi un volume Bonelli da 120 pagine. La sintesi non significa rifiutare l'uso delle didascalie: è usarle bene. La sintesi non è imitare Ken Parker: è saper narrare.
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  32. 1 point
  33. Gran bel inizio di storia. Me la sono letta già due volte e ho guardato più volte i disegni. Boselli non scrive mai storie banali o fatte con lo stampino, e i suoi dialoghi io gli ho trovati interessanti e centrati, e non mi hanno mai appesantito la lettura. Spero soltanto che la storia si concluda lasciando un po di mistero, come faceva nelle sue storie Glb, perché la fantascienza in Tex non mi piace molto.🙋🏻‍♂️
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  34. Vi dirò che a me "La città che scotta" è piaciuta un botto. Certo, è una storia di ordinaria amministrazione, niente che non sia già stato visto e rivisto, però oh, considerato le ultime prove di Nizzi (e per "ultime" intendo quelle uscite da fine anni '90 in poi" questa è grasso che cola. Un Tex solido e granitico che gioca al gatto con il topo con i cattivi di turno e che conduce abilmente il suo piano con un unico scivolone che nell'economia del racconto non fa gridare allo scandalo. Tutti e quattro i pards presenti, ognuno con un lavoro da svolgere, un cattivo odioso, la giusta dose di sparatorie. Nessun origlione (o meglio, l'unico che c'è fa anche la figura del fesso, quasi come se Nizzi avesse voluto ironizzare su questo punto), nessun cinturone slacciato dal primo che passa, nessun Carson che fa la figura del vecchio scemo, nessuna pausa pranzo fuori contesto ad ingozzarsi di bistecche e patatine. Io ci ho ritrovato le atmosfere di quei film western di una volta con John Wayne. Mi azzardo a dire che se Nizzi avesse mantenuto più o meno questo livello nel corso degli anni, a quest'ora i forum dedicati a Tex avrebbero molti thread in meno e discussioni molto più corte 🤣 Riguardo a Torti, penso di essere fra i pochissimi che apprezzano il suo tratto, perlomeno per come lo ha declinato sulle pagine di Tex, infatti qui mi è piaciuto un sacco. Un west polveroso, figlio dell'interpretazione di Ticci con qualche spruzzata del Fusco più grottesco. Magari è un'impressione mia, ma le storie che Nizzi ha scritto per Torti sono le migliori tra quelle pubblicate dopo il suo ritorno, o perlomeno sono quelle prive dei proverbiali difetti della sua scrittura. "L'alleato misterioso", su soggetto di Civitelli, è una storia di una sessantina di pagine che diventa prevedibile dopo pochissime scene a causa di un'incauta frase dello sceriffo. Io non so se Serra l'abbia voluta inserire per fornire volontariamente un indizio al lettore prima della fine o se ha pensato che nessuno se ne sarebbe accorto, fatto sta che mi ha bruciato la sorpresa finale. E pazienza. Sceneggiatura in linea con le ultime dell'autore sardo (che ormai risalgono a diversi anni fa), cioè con dialoghi brevi, secchi e maggiore spazio al disegno. Forse, data la brevità del racconto, si poteva fare qualcosa in più. Alla fine è una storia breve che poteva essere senza infamia e senza lode, ma l'effetto spoiler le ha fatto guadagnare un'infamia. Il problema è che non trovo la lode. I disegni della Mandanici belli, ma non ci vivrei.
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  35. Un altro disegno dedicato al giovane Tex.
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  36. Finalmente una donna che di Tiger dice "che bel pezzo d'uomo! Bocci è un piacere per gli occhi.
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  37. La comprerei all'istante! Attualmente prendo sia la Nuova Ristampa che TuttoTex per riempire buchi nella collezione, ma l'idea di una VERA ristampa, stile "3 stelle" in formato magari leggermente più grande (rigorosamente in b/n) mi attirerebbe non poco!
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  38. Da quello che ho capito, Torti se non lo ha voluto proprio Nizzi, sicuramente è stato un suo sponsor e sono convinto che forse sincero quando ha detto che l'aveva pensata per la serie regolare. Che la storia di Alessandrini sarebbe andata su un Maxi lo sapeva ancora prima di iniziare a scriverla. Idem per i due Color di prossima uscita ovviamente, E invece pare che sarà proprio lì che vedremo la sua prossima storia, mi dispiace per la tua tesi. Non è proprio così: se n'è andato perché Boselli non aveva assegnato a Biglia per il Texone una sua sceneggiatura che invece aveva dato a Bruzzo. Nizzi ha sostanzialmente preteso che a Biglia venisse data quella sua sceneggiatura ed al rifiuto se n'è andato, Il suo agiografo Guarino si è lamentato che in questa storia la redazione ha osato modificare un paio di dialoghi.
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  39. La penso più o meno allo stesso modo, nel senso che credo che la ragione principale del (presunto) dirottamento delle ultime storie di Nizzi sui Maxi sia da imputarsi soprattutto alle polemiche da lui mosse, per quanto la qualità media delle medesime storie sia dal mio punto di vista alquanto modesta, improntata ad una piattezza e ad una prevedibilità delle sceneggiature quasi stucchevole. Ne La città che scotta, invece, Nizzi a mio parere è riuscito a realizzare una trama nel complesso dignitosa e persino gradevole da leggere, sia pure al netto di una successione un po' telefonata degli eventi che, a cominciare dall'idea primordiale dell'amico nei guai che chiede aiuto a Tex, l'autore sembra aver pescato qua e là in molte storie passate, da Tex e pards che si rendono irriconoscibili per forzare la mano alla Giustizia, passando per azioni di guerriglia che non fanno vittime, per terminare col rapimento di una fanciulla da parte dei lestofanti di turno. Per tacere di quelli che, a mio avviso, sono errori piuttosto evidenti: dapprima, la famiglia dell'amico di Tex ASSENTE a quella che avrebbe dovuto essere l'esecuzione capitale pubblica del figlio ingiustamente condannato (quale miglior modo per indirizzare su si sé i sospetti 🤔??); non da meno, l'attacco a testa bassa che Tex guida contro il quartier generale dei nemici pur SAPENDO che questi tengono in ostaggio la figlia dell'amico..!! Eppure, ripeto, Nizzi stavolta ha saputo conferire alla storia un pizzico di brio che sembrava aver smarrito nelle sue più recenti prove, nonostante i già citati errori e le già citate soluzioni riciclate, o forse paradossalmente proprio per loro "merito" (le altre sue recenti prove erano sostanzialmente prive di topiche così evidenti, ma talmente piatte da sembrare i temi di uno scolaretto di medio rendimento delle elementari).
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  40. Non è corretto. Nizzi ha detto: "Io le scrivo (le storie n.dr.*) per la serie regolare e loro me le spostano sul Maxi" In effetti, fateci caso: tutte le storie di Nizzi uscite dopo che lui ha sbattuto la porta sono finite sul Maxi. Unica eccezione finora quella di Ticci di prossima uscita. Perché? Sarebbe troppo facile dire: perché sono brutte anche perché questa non lo è, a mio parere e voi sapete che non sono mai stato tenero con Nizzi. Senza fare spoiler, mi limito a dire che è una storia senza infamia e senza lode. Sono d'accordo e credo che sia stato il fattore più determinante. *Non ho resistito alla tentazione di usare questo tipo di note.l
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  41. A mio modesto parere, Boselli ha spiegato molto bene il senso dell'operazione. non si potevano saltare queste storie o riassumerle in poche vignette. Da quanto ho capito, nelle prossime storie verranno mostrati punti di vista differenti e/o cose che nella versione originale non c'erano. Nella storia originale di Kid Billy abbiamo forse visto la rivolta dei Piutes? C'era forse un eroico Pony Express? E l'indagine e cattura di Carson? Meglio aspettare di leggere prima difarsi venire dubbii. E le storie nuove ci saranno eccome.
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  42. Sin da ragazzo, pur apprezzando queste prime storie di Bonelli/Galep mi ha sempre colpito, avendole lette dopo oltre trent'anni dalla loro prima pubblicazione, la estrema sintesi dei testi e l'approssimazione grafica. E ho sempre sperato in una "rivisitazione" nella sceneggiatura e nei disegni. Rileggere la storia della "mano rossa" che diede il titolo al primo gigante , e che si sviluppava in 50 pagine circa , ampliata e risceneggiata e con i bellissimi disegni di Ghion mi ha molto gratificato. Anche io sono andato a rivedermi la vecchia storia di GLB ed ho notato le variazioni apportate da Boselli , tuttavia le ho apprezzate ! Molti hanno criticato il cambio del barbiere, da cinese a messicano; io non ricordavo questo dettaglio e leggendo la nuova storia non mi ha dato alcun fastidio, pienamente congruente con lo svolgimento della storia e rispettosa del periodo storico , aspetto a cui Boselli ha prestato attenzione sin dal primo numero. Tutti ricorderanno l'acconciatura dei capelli e del vestiario del padre di Tesah, consone alle attuali conoscenze dei popoli "rossi". Mi aspetto un analogo trattamento per Freccia Rossa , erroneamente rappresentato da Galep come un capo degli indiani delle pianure, quando sarà presente nelle prossime storie. Anche il contesto ha la sua importanza. Si sta procedendo a raccontare le prime avventure di Tex , integrandole con altre inedite ad inserire nuovi personaggi tenendo conto delle più approfondite conoscenze degli eventi storici, dei contesti degli usi e costumi di quegli anni e cercando di rispettare anche una cronologia storica. Tex, personaggio leggendario che si confronta con l'intera storia del West. Iniziativa che fino ad oggi apprezzo e spero di apprezzare ancora.
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  43. Disegno dedicato al giovane Willer al galoppo in sella al suo Dinamite.
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  44. Non so se Boselli abbia mai visto la serie Tv The Terror (o letto il romanzo di Dan Simmons che ne è all’origine), però le vicende narrate sono molto simili. Per quanto mi riguarda, purtroppo, questa quadrupla è stata una discreta delusione. Non dico non raggiunga la sufficienza, però considerando la storia sul passaggio a nord-ovest che Boselli aveva scritto per Zagor (L’esploratore scomparso, capolavoro assoluto), o anche quella al Polo Sud (Antartica, ottima), qui il risultato finale onestamente non mi pare a quei livelli. Anche in questa avventura ci sono moltitudini di personaggi, ma mentre nelle storie sopra citate tutti erano sbozzati e gestiti adeguatamente qui tanti sembrano inseriti senza apparenti necessità (ad esempio Dallas e il moroso, francamente insopportabili), se non quella di fungere da carne da macello per il bodycount, che peraltro raggiunge vette elevatissime. E qui siamo al secondo punto critico, nel senso che in più di qualche tratto questa avventura artica mi è sembrata un crossover con Dampyr (i mostri che tagliano gole e smembrano corpi con artigli e zanne affilate mi hanno ricordato proprio i vampiri dampyriani). Il fantastico in Tex ha da sempre diritto di cittadinanza, ma qui forse si è esagerato un po’, anche con squartamenti e sgozzamenti vari, che non mi sono sembrati esattamente in linea con il mood della serie, e il risultato finale è una storia un po' "sui generis". Anche la caratterizzazione dei pards è abbastanza rivedibile. Kit Carson viene descritto come il pasticcione che si fa sempre scoprire, che viene lasciato indietro se c’è da correre e fare sul serio, che si lamenta e pensa sempre a mangiare: sembra quasi Cico. Tiger Jack, invece, è costantemente in modalità “grande scopritore di tracce”. Bruzzo inizia disegnando come Ticci in Sulle piste del Nord ma nel corso dei 4 albi cambia completamente stile e nel finale mi ha ricordato gli Esposito Bros.
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  45. Guardate che far tornare "un" diablero è facilissimo! Lo dice lo stesso stregone indiano: nella storia della sua tribù ce ne sono stati TANTI. Non sa da dove vengono, non sa perchè li odiano, ma NON È UNO SOLO. E anche Mitla e ilfratello dicono che sono venuti "dagli antichi rifugi". Sarebbe banale far arrivare una Diablera diversa, magari amica o parente di Mitla, con gli stessi poteri e un altro Diablero al suo fianco. MA (e qui mi raccomando, Borden!!!) NON DOVRÀ MAI ESSERE FATTO!!!! Oggi non sono più CAPACI DI FARE STORIE LASCIANDO IL MISTERO! Andrebbero a spiegare TUTTO, chi sono, da dove vengono, perchè ce l'hanno con gli Apaches... distruggendo non solo la storia nuova (che sarebbe un semplice remake come è successo con "taglia 2000 dollari") ma anche tutto il mistero che aleggia su "Diablero". Questa è una di quelle storie che NON PUÒ AVERE SEGUITI (O REMAKE) SENZA ROVINARLA, esattamente come "Massacro", "Una campana per lucero" e (sigh) "Il giuramento"...
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  46. Riletto oggi. Giudizio positivo su questo Texone che risale ormai a 20 anni fa. Ben riuscita in particolare la prima parte, di ambiente carcerario, dove Tex si guadagna in breve tempo la fiducia di Fremont. Quest'ultimo è il personaggio meglio riuscito dell'albo, una figura di valoroso ufficiale, disilluso però dalla guerra, in cui (proprio come Tex) ha visto troppi lutti e distruzioni. È il maggiore Corbett, furfante senza scrupoli, a pronunciare con disprezzo il suo epitaffio, senza rendersi conto invece di lodarlo, quando dice a Tex e Kit che Fremont giocava a fare il cinico, mentre era in realtà un "dannato sentimentale". Nel finale dell'albo sarà poi Tex a dire a Carson e Davis che Fremont resterà nel suo ricordo, per il suo sacrificio nel tentare un disperato salvataggio del generale Jackson. Un omaggio insolito da parte di Tex ad un uomo che aveva fatto parte dell'altra barricata, sia nella guerra civile che nel rispetto della legge. Il mio voto alla storia è un 8: un Nizzi ancora in gran forma. 8 anche ai disegni di Colin Wilson: mi sono piaciuti il suo Tex e le ambientazioni, sia carcerarie che nel rifugio dei ribelli. Unico appunto, forse, un Fremont graficamente poco originale, ispirato nell'aspetto, da simpatica canaglia del sud, al Rhett Butler dell'indimenticabile Clark Gable.
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  47. Storia discreta,che rileggo spesso volentieri.Si potranno giustamente criticare i limiti fastidiosi dell' ultimo Nizzi (lo spione,su tutto: dá allo sceriffo e a Tex un' informazione vecchia di venti anni!),una certa incapacità a far quadrare la trama (troppe scene tirate per i capelli, troppo arrendevole lo sceriffo corrotto, assurdo far assassinare uno dei tre cattivi dal killer una volta che questo si è arreso a Tex!) Scopiazzature a gogò da altre storie (Topeka,per esempio,con la banda di scampaforche che "miracolosamente" sverna nei pressi della location principale) Il cliché del vecchio stalliere che vive nella città morta è copiato di sana pianta da "El Muerto"... Il killer misterioso si trova SEMPRE a fagiolo nelle situazioni, inverosimile. Detto questo,Nizzi ci mette comunque il mestiere e la buona volontà per portare a casa il risultato,e l' scontro nella città morta è comunque ben fatto Lo aiutano in questo gli splendidi disegni di Civitelli. Nizzi non è a suo agio nelle sceneggiature in cui compaiono personaggi grigi come il governatore, personaggi né buoni né cattivi. Detto questo, come lettura è piacevole,ma non certo avvincente.
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  48. Beh, però non scordiamo "I ribelli di Cuba"... l' nel soprannaturale si va eccome
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  49. I punti deboli di questa storia sono stati già detti. Il vecchietto che rimane nella città abbandonata e va a caccia di conigli con un vecchio fucile, sarebbe bello capire come fa ad avere ancora munizioni dopo 15 anni, o gli autori della rapina che temono di essere riconosciuti... e per quale motivo visto che durante la rapina erano bendati. E poi il motivo per cui viene uccisa la moglie non viene mai spiegato. Tutto sommato però non è che siano problemi insormontabili tali da crocifiggere Nizzi che tra l'altro introduce questo sceriffo dipingendolo abbastanza simile al buon Carson "Vi piace lamentarvi ma non vi piace quando sono gli altri a darvi per vecchi" così suona più o meno una frase durante i colloqui tra Tex e lo sceriffo. Voto sette e mezzo.
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  50. A proposito de "La mano del morto", dicevo che i lettori di Tex (almeno quelli di cui leggo le impressioni sui forum) sono-in linea generale- i più rompi... del panorama fumettistico italiano. Ecco, mi scuseranno gli amigos del forum, ma l'impressione mi è ritornata. Voglio dire:chi se ne frega che a Tex lo chiamano per nome e gli danno del tu?? Non credo che la cosa sia così importante.... ma se per qualcuno lo ?, allora ritorno all'altra mia impressione:e cioè che i lettori di Tex sono quelli che se la godono meno... forse perchè anni di ubc gli hanno fatto male... E a parte questo, sulla storia la si può pensare nei modi più disparati, però credo che su una cosa non ci si possa proprio lamentare:Tex!Che diavolo, se si criticasse anche il Tex di questa storia, allora la Bonelli farebbe meglio a chiudere baracca e burattini!E dico un'ultima cosa, che forse sembrer? una bestemmia:questo continuo riferirsi continuo al Tex bonelliano come metro di misura, personalmente credo che abbia un p? scocciato... non credo che per ogni vignetta, per ogni balloon, per ogni situazione, si debba ritirare in ballo sempre Bonelli!
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