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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione dal 27/06/2024 in Messaggi

  1. Mi è stato approvato un nuovo soggetto, che sto ampliando (l'originale era appena una traccia base di mezza pagina!), che questo episodio sia anche la mia prima sceneggiatura per Tex? Si tratterebbe comunque di una storia da due albi. Se ingrano qualcuno mi dovrà aprire il thread nella sezione dedicata agli autori . Burattini è stato un buon maestro e ora spero che certe mie incertezze presenti nella mia prima sceneggiatura per Zagor rimangano ricordi del passato.
    7 points
  2. Invece il forum è nato anche per avere dialogo con gli autori, che hanno il diritto di passare e dire la loro se qualcuno fa critiche alle loro storie. Altrimenti sarebbe un forum a senso unico e non avremmo neanche la possibilità di leggere molti aneddoti e retroscena che stanno dietro alle quinte della lavorazione delle storie.
    6 points
  3. Se qualcuno si fa condizionare, o limitare nella sua libertà di espressione, dalla presenza di un autore è un problema suo. Nessuna persona intelligente scrive delle cose qui dentro "per offendere un autore", la critica quando espressa in maniera educata e costruttiva è sempre stata libera e tale deve restare verso chiunque, siano essi lettori o autori. Comunque sei molto gentile a permetterci di continuare a fare come abbiamo sempre fatto, grazie!
    5 points
  4. Ti sorprenderà sapere, viceversa, che esistono luoghi dell'internet dove la discussione non diventa scontro. Questo perchè questi luoghi hanno delle regole chiare a tutti i partecipanti fin dall'inizio, e siccome inevitabilmente man mano che crescono i numeri entrano degli elementi 'tossici', le regole servono a definire i limiti (secondo la Costituzione italiana, il diritto ad esprimere un opinione è garantito ma non è "illimitato", ovvero non si può dire 'tutto' quello che si vuole) e ad estromettere, se e dove necessario, questi elementi 'tossici', per consentire alla discussione di continuare liberamente entro i limiti che lo stesso 'luogo dell'internet' si è dato. Quindi no, la definizione di 'discussione' = 'scontro' non vale sempre ed ovunque. Venendo allo specifico, un autore può benissimo ricevere del feedback dai suoi lettori (e, un tempo, questo feedback arrivava via posta ordinaria alla redazione, GLB incluso, come tutti sappiamo), purchè il feedback parta prima di tutto dal RISPETTO del lavoro dell'autore. "Questa storia mi è piaciuta perchè...." oppure "Questa storia non mi è piaciuta perchè..." ci sta. Sono opinioni, sono gusti, e sono rispettabili. Una storia può essere riuscita o meno, ad alcuni piace ad altri no, per carità, ci sta, se ne prende atto e si va avanti. Trattare apertamente invece la storia e gli autori che la scrivono senza la minima mancanza di rispetto - perchè questo e quello che succede da queste parti - e volere avere ragione per forza anche quando lo stesso autore viene qui a spiegare il perchè di certe scelte narrative e invece di un 'ok ho capito, grazie', continuare a dargli addosso dandogli più o meno dell'incapace perchè ha fatto così e non ha fatto cosà, perchè Tizio o Caio sì che scriveva bene o costruiva delle belle storie/sequenze (non come te), oppure 'io l'avrei scritta così e sarebbe stata una scena degna dell'oscar del fumetto mondiale universale galattico', oltretutto senza essere nemmeno professionisti del settore ma 'normali lettori' (e oltretutto una minoranza ristrettissimissima dei lettori di Tex, però 'pretendendo' di rappresentare e di parlare a nome di tutti i lettori di Tex e volendo persino imporre a tutti, inclusi gli stessi curatori ed autori di Tex, la propria personalissima 'visione' della texianità), vuol dire essere solamente dei gran maleducati, e uso un termine fin troppo moderato.
    4 points
  5. CONTIENE SPOILER L'abbacinante bellezza del viso di Eve inizialmente mi ha fatto pensare che non può esserci un giovane Carson senza una donzella vicino: conosciamo infatti le qualità dongiovannesche del Vecchio Cammello e la sua predilezione per le grazie femminili. Da come però il padre di lei, il ranger Shepard, la tratta subito dopo che è stata ferita, la freddezza con cui quasi non la degna di uno sguardo e il limitarsi a lanciarle del whisky per una prima sommaria medicazione, tradiscono sin da subito una situazione diversa, una certa profondità della situazione (rapporto problematico padre/figlia, che in realtà dopo viene solo abbozzato ma non sviluppato, sospendendolo in un' apprezzabile indefinitezza che lascia capire al lettore più di quanto non dica espressamente) che lascia pensare che Eve non sarà solo la semplice fanciulla da salvare. E infatti, nonostante la scena "metafumettistica" del tamburo racconti in forma stilizzata la tradizionale storia della damigella in pericolo e del cavaliere senza paura, più tardi è lei che si industria per salvare Carson, nella drammatica scena in cui il nostro viene comunque catturato dai Comanche ( @Letizia, è vero che sembrano quattro gatti, ma penso fossero commisurati all'obiettivo del momento: anche Fort Belknap sembra infatti un avamposto poco fornito di uomini, probabilmente un piccolo centro fortificato come i tanti che dovevano essere disseminati nel Texas degli anni '50, durante una scorreria che non è ancora - nemmeno sotto il profilo dimensionale - quella di qualche tempo dopo, con la massiccia mobilitazione di indiani di Tonkawa e Quanah Parker). E' una storia di destini. Quello tragico, di Eve, lo apprendiamo a bruciapelo, di colpo, nella prima vignetta di pag.100: la lapide di una "moglie amata", di quella ragazza così giovane e bella a cui il lettore aveva potuto già affezionarsi. Poi quello dei figli di Cuore Splendente, in particolare per la profezia che riguarda Carson che di fatto in passato aveva consentito al Vecchio Cammello di avere salva la vita: nella scena del cimitero, il Vecchio Cuore Splendente sembra Priamo che, in incognito, prega il suo antico avversario (Achille/Carson) nel suo ruolo di vecchio padre. Una scena omerica, appunto, resa ancor più commovente dalle lapidi nella radura in cui è ambientata. Achille/Carson non si sottrarrà all'impresa, e riprende contatto con il ranger Shepard, padre di Eve. In poche vignette, Giusfredi tratteggia questo personaggio con notevole profondità: un relitto, che cerca nel whisky un antidoto al male di vivere, un cinico anaffettivo che non è nemmeno andato al capezzale della figlia, un sadico torturatore di donne. Il vuoto spaventoso dell'esistenza, si scorge in Shepard, i cui tratti esteriori sono la perversione e l'indifferenza. "Cosa c'è stato tra di voi", chiede Shepard a Carson in merito al rapporto di quest'ultimo con sua figlia Eve. Ma Giusfredi non vuole raccontare la storia dell'ennesima fiamma del Vecchio Cammello. Racconta di un amore platonico, intriso di tristezza e malinconia per la sorte che il caso ha riservato a Eve. Come l'indimenticabile Marta de La diceria dell'untore (cui Giusfredi potrebbe essersi ispirato per la scena finale), anche Eve abbandona il letto del sanatorio col suo cavaliere, cercando nella "fuga" un riscatto dalla malattia, rivendicando con quell'azione avventata - una passeggiata all'aperto - il suo diritto di vivere, il suo attaccamento, giovanile e disperato, alla vita. La sua ribellione a un destino segnato si traduce nell'ultimo spettacolo della Lanterna magica, le cui diapositive sui vetri, fondendosi con le immagini della sua mente ormai prossima alla fine, proiettano un film, struggente e bellissimo, di una principessa antica salvata dal prode moschettiere dai baffi e pizzetto neri. Complimenti a Giorgio Giusfredi.
    4 points
  6. Non sto frequentando assiduamente nell'ultimo periodo, ma nella presente discussione non mi pare che Joe sia stato offensivo. Nemmeno a me è piaciuto il suo intervento sugli autori nei forum, ma ha espresso un parere personale senza offendere nessuno (non so se altrove abbia fatto di peggio). Ma tu passi automaticamente dalla parte del torto con il tuo ultimo sprezzante post. C'è un confine da non valicare anche se gli altri lo fanno (e ripeto che qui non ho visto Joe esagerare). Anche l'intervento di Letizia mi è parso spropositato, e conoscendone lo stile mi ha sorpreso e deluso. Sarebbe bene che si tornasse nei ranghi della buona educazione. Questo topic non è degno del forum che conosco io, e i vostri ultimi messaggi non sono in linea con il tipo di utenti che siete sempre stati.
    4 points
  7. Mi ero perso questa famosa "fake new" nella risposta, la correggo giusto perchè davvero, sono come la gramigna, non muoiono mai (mentre i fatti veri vengono dimenticati subito) Anche se è confortevole immaginarsi "gli altri lettori" bigotti che tempestano di proteste la redazione e Sergio Bonelli "costretto a piegarsi", (e per questo queste "fake news" proliferano, sono una maniera per sentirsi superiori agli altri) non è così. L'ha confermato Boselli in questo stesso thread, ma anche all'epoca la cosa era abbastanza nota: non ci furono ondate di proteste dai lettori, fu Sergio Bonelli a mettere il veto su Medda. E per me, aziendalmente, ha fatto bene. NON per lo specifico punto ("niente bordelli") ma perchè dopo la prima volta che aveva messo prostitute nella sua prima storia, gli era stato detto (dal suo datore di lavoro, Sergio Bonelli) di non farlo più. E lui l'ha rifatto. Quando hai un dipendente che fa così, capisci che (1) o è uno zuccone che non capisce quello che gli dici, o (2) è convinto di saperne più di te e che può fregarsene delle cose che dici. E tu uno così lo tieni sulla testata principale della casa editrice? Ma mandalo a fare Caravan, così vediamo quante copie vende con sei sue "idee innovative"...
    4 points
  8. Credo che ognuno abbia il "suo" Tex, formatosi con le letture che più lo hanno affascinato da bambino o da ragazzo. Così alcune cose piacciono a qualcuno e meno ad altri oppure risultano per qualcuno poco in linea e per altri perfettamente in linea con la psicologia di Tex. E credo che questo valga sia per i lettori che per gli autori e non solo per Tex.
    3 points
  9. Signore e signori, siete pregati di rimettere le colt nella fondina. Non obbligate lo staff a prendere decisioni sofferte, grazie.
    3 points
  10. In questo momento non sta lavorando a nulla, ma è in attesa di una sceneggiatura che, si spera, gli consentirà di chiudere la carriera, se vorrà chiuderla, s'intende, con una storia a lui più gradita.
    3 points
  11. Il soggetto aveva del potenziale, in parte non valorizzato dalla sceneggiatura. Dopo il suo esordio sulla regolare, Rauch dimostra di prediligere le storie con molti personaggi, con più fronti, con cattivi veramente cattivi e con altri cattivi dal tratto boselliano. Con queste premesse, imbastisce una buona storia, ai miei occhi priva dei difetti che in questo topic gli si imputano (ma ammetto di aver letto i post precedenti "a volo d'uccello", senza soffermarmici granché anche perche arrivo molto in ritardo), eccetto uno: una certa freddezza. I personaggi non "fioriscono", restano un bocciolo chiuso. Eppure tutti i personaggi avrebbero le caratteristiche per restare impressi, e bene ha fatto mi pare Poe a richiamare il Jesus Zane de L'ultima Frontiera quale esempio di sceneggiatura in cui questo accade. Invece lo sviluppo della trama, condita da tanta azione anche ben messa ma forse troppa, ha compresso le possibilità di uno sviluppo arioso dei personaggi, virando più verso l'occasione sprecata del Capitan Jack faraciano che verso il modello ideale nizziano prima citato. Ed è un peccato, perché i Texoni sono appuntamenti da non sbagliare. Non escludo che le caratteristiche del disegnatore abbiano potuto contribuire a questa mia sensazione di freddezza, né escludo che ad una seconda rilettura io possa apprezzare di più un'avventura in cui ci ho visto comunque del buono, tanto da confermarmi nella testa che Rauch possa essere davvero un buon acquisto per la testata in ottica futura.
    3 points
  12. Ma allora cosa stai sul forum a fare? Le discussioni servono ad approfondire le proprie esperienze, a comprendere meglio quello che leggi. Perchè può darsi benissimo che qualcuno abbia visto qualcosa in quella storia che tu non hai notato: e dalle sue osservazioni ne esci arricchito. Ma con una impostazione simile, tu ti impoverisci soltanto, vivi solo con un orizzonte limitato alle tue singole e uniche esperienze. Vivi in una stanza chiusa. Non è bene che l'uomo sia solo: è necessario che parli con gli altri per comprendere meglio il mondo in cui vive. Poi può scartare o accettare quello che gli si dice, ma così fa esperienza, sa di più di prima. Non facendo niente, invece, si nasce in un frutto e si muore in un seme. Se tu consideri il fumetto un "argomento leggero", perchè perdi tempo in un forum in cui si parla di fumetti? Se qui se ne parla, vuole dire che lo si considera un argomento importante, non certo "leggero". A vederla così come dici tu, saremmo tutti una banda di imbecilli che parla di argomenti stupidi. Se consideri onanismo puro l'analisi punto per punto di un fumetto, in un forum in cui si analizzano i fumetti punto per punto, cosa stai qui a fare? Sarebbe come dire che, se tu andassi in una squadra di calcio, dicessi che è una cretinata prendere a calci un pallone tutto il giorno. Tutti ti direbbero giustamente di andare da un'altra parte. Il "piacere della lettura" lo si gusta meglio analizzando quello che leggi. Se non sei d'accordo con questo, non capisco allora perchè frequenti un forum che analizza sempre i fumetti. Da un altro forumista: Adesso qualcuno ci spiegherà perché il Tex di GLB di Goldena in quella occasione non è "piccione", mentre quello di Nizzi lo è invariabilmente. Potrei rispondere che Tex non poteva certo sapere che Fraser era d'accordo con gli indiani; mentre invece il Tex di Nizzi lo avrebbe lasciato scappare anche se lo avesse saputo. Nel primo caso, non lo poteva sapere, quindi Tex è una persona normale; nel secondo caso, lo sapeva e quindi Tex è un cretino. Questa è la differenza di base tra il Tex di Gianluigi Bonelli e il Tex di Nizzi. Ma il problema è più profondo, direi che "va a monte", come si dice: qui non si ha ben chiaro chi sia un eroe. Per prima cosa, un eroe non è infallibile. L'eroe infallibile non è mai esistito: l'unico che è infallibile è Dio. L'eroe è un uomo, e, come tutti gli uomini, può sbagliare. Ma, nello stesso tempo, un eroe non è come tutti gli altri uomini: l'eroe è piuttosto quello che tutti gli uomini vorrebbero diventare. Coraggioso, sicuro di sè, altruista, generoso, gentile, difensore dei deboli e degli oppressi, forte di fisico e forte d'animo. Si sacrifica per il bene degli altri. Ha delle capacità superiori a quelle degli altri (spara meglio, è più forte, usa la spada meglio degli altri, eccetera: dipende dal contesto in cui viene messo). Per definizione, un eroe è una persona che è ammirato da tutti per le sue eccezionali virtù di coraggio, protezione, abnegazione (cioè capacità di rinunciare a far prevalere i propri istinti, i propri desideri, i propri interessi personali, per motivi superiori: il bene degli altri, il bene del Paese, il bene della Patria, il bene della donna amata, eccetera). Non ha nessun cenno di vittimismo, o di invidia, o di rancore: ha una giusta ira contro le ingiustizie. Non conta se l'eroe sbagli o meno (e qui ci riallacciamo all'"infallibilità" descritta prima): alla fine trova quale sia la cosa giusta da fare. Difende il bene e condanna il male. Dà sicurezza. Non vince perchè è fortunato (in questo caso non è un eroe, ma un cretino qualunque alla Romeo Brown), ma perchè è giusto e combatte per le cose giuste. E' intelligente, quindi non si fa ingannare: se succede - ma è raro - rimedia subito al fatto facendola pagare a chi lo ha ingannato. Tex è un eroe. Il Tex di Nizzi e di Nolitta no: è un fallito.
    3 points
  13. Già... in diversi nel thread l'hanno chiamata "storia minore", ma "minore" per GL Bonelli, significa pur sempre "superiore a praticamente tutto quello che viene pubblicato oggi"... Chi mai oggi scrive scene come queste (e non parlo solo di Tex)? O come questa? Una particolarità che ho notato rileggendola, a cui non avevo fatto caso all'epoca: fra tutte le storie con elementi sovrannaturali che ha vissuto, Tex non parla di Mefisto, di Mitla o delle altre streghe, ma parla "delle mummie azteche" (pagina 38 de "la dama di picche"). Cos'ha di particolare quella storia? Che fu disegnata da Muzzi... Fa quasi pensare che per GL Bonelli ogni disegnatore avesse una "continuity separata", e fossero Tex diversi...
    3 points
  14. Ma per piacere... Affermazioni come questa fanno scompisciare dal ridere da quanto suonano false e retoriche.
    3 points
  15. Io penso che mai nella storia di Tex si è assistito ad una quantità enorme di ritorni come negli ultimi anni. Non credo sia mancanza di creatività perché ai nostri autori non manca. Mi sembra più un voler riscrivere, o aggiungere qualcosa alle vecchie storie...come se ce ne fosse bisogno. Nell' ultima per me sì è un po' esagerato....il mondo perduto e la valle della luna. Per me queste storie di GLB resteranno nella memoria di tutti, mentre questi "ritorni" non saranno ricordati per niente. Storie belle ne mancano da un po', io credo che negli ultimi anni Tex è cambiato tanto, ma in peggio.
    3 points
  16. Sulla lunghezza delle storie di Tex: personalmente da estimatore di "Storia del West" e di "Ken Parker" non ho problemi con storie di un albo solo, ma vorrei ricordare a chi cita "Il tranello" che stiamo parlando dell' epoca degli albetti a striscia e che è stato lo stesso GL Bonelli successivamente a fare evolvere il modo di narrare Tex come lo conosciamo adesso, con gli albi giganti, ossia con tempi più "dilatati". Il suo periodo migliore, dal n. 100 al 200 è caratterizzato da capolavori che sono tutti di circa 3 albi (alcuni un po' più, alcuni qualche pagina in meno): El Morisco, Il giuramento, Chinatown, La legge del più forte, Tra due bandiere, Sulle piste del Nord, Il figlio di Mefisto, Terra promessa, Una campana per Lucero, Il laccio nero hanno tutti circa 300 pagine, poco più o poco meno. In più il capolavoro assoluto di "In nome della legge" è di 4 albi e mezzo. Certo in quel periodo ha scritto anche ottime storie di 2 albi circa o 1 albo e mezzo ("Massacro", "Gilas", "Diablero"), ma il meglio era di circa 3 albi. I successori di GL Bonelli hanno semplicemente continuato questa tradizione ottenendo anche loro i risultati più convincenti con storie lunghe ("Il passato di Carson", "Gli invincibili" oppure "Furia rossa" ecc. ). Si vuole cambiare tradizione e fare storie più brevi di 1 albo o 2? Secondo me è un falso problema: la qualità della storia non dipende dalla sua lunghezza: mi sembra chiaro che ci sono storie di 2 albi che sono brodi allungati e storie di 3 che, per le tante cose che narrano, hanno uno stile sintetico. Ci sono albi singoli che raccontano un mondo in sole 96 pagine e altri che annoiano da morire e si fa fatica a finire. Fare esempi che portano acqua al proprio mulino per dimostrare che sono meglio gli uni o gli altri è fin troppo facile. Per dire, Boselli ha ottenuto ottimi risultati sia con 3 albi , che con 2 ("Colorado Belle" , vari suoi Texoni) e anche con 1 ("Agente indiano", e numerose storie sul Magazine, tipo "Bad River" ecc.). Forse molti sono rimasti delusi recentemente da storie lunghe poco riuscite e sperano di trovare un miglioramento in quelle più corte. Mah... alla fine quello che conta - sarà banale dirlo - è l' ispirazione non il numero delle pagine.
    2 points
  17. Storia del West di Gino D'Antonio. Non occorre fare il giro del mondo per trovare autori che in 100 pagine sapevano raccontare una storia completa con i suoi tempi e il suo ritmo e anche le esigenze editoriali (tranne le scadenze, visto che per 75 uscite ci mise quasi quindici anni). Oppure prendete Watchmen (la serie originale): racconta un universo alternativo mai visto prima e presenta una marea di personaggi. Il libro che raccoglie i 12 episodi è più corto di un MaxiTex qualunque.
    2 points
  18. Dissento. E certo cose sono sbagliate, ma proprio perchè il fumetto non è uno ed unico, ma ha un numero sterminato di sfaccettature. Tu citi la Disney, ma quei fumetti si prestano quasi esclusivamente ad un tipo di narrazione abbastanza semplice e non lo uso in senso dispregiativo, a casa ho tutta l'omnia di Barks, Don Rosa, Gottfredson e tante cose del Topolino classico di Gentilini e Capelli. Barks è il modello indiscusso e la sua storia più lunga "Vacation Time" dura 33 pagine. Le vicende hanno uno sviluppo non troppo articolato, che, però, nelle migliori storie lascia spazio a colpi di scena e messaggi positivi. "L'unghia di Kalì" ne è un esempio, oppure "Le lenticchie di Babilonia", "L'uomo di Alcatraz", "L'elmo del comando", "Il Pifferosauro Uranifago" (mamma che bellezza i titoli di Cimino) e così via. Infatti tutte le storie molto lunghe della Disney (almeno quelle delle vecchie gestioni) hanno un numero di personaggi a dir poco mastodontico. Tu citi Scarpa, allora basta vedere come nella sua storia lunga (250 pagine) più famosa cioè: "Paperolimpiadi" (oppure chiamata Seul 1988) compaiano ben 26 personaggi della banda Disney tra classici ed inventati da lui in storie precedenti, senza contare quelli creati appositamente per la nuova serie. Questo succede perchè nessun personaggio Disney reggerebbe una storia così dilatata da solo, per questo le storie le storie sono "brevi" per noi abituati a Tex, non perchè le vogliono fare corte e basta, è solo un tipo di narrazione diverso. Per fare un esempio pratico è come se il mese prossimo uscisse una storia in cui oltre ai pards ci sono anche: Jim Brandon, Gros Jean, Pat Mac Ryan, Nuvola Rossa, Tom Rupert, Nat Mc Kenneth, Tom Devlin, Mac Parland... Per fare una bella storia di Tex, nella maggior parte dei casi, ci vogliono un po' di pagine perchè il mondo narrativo (canovaccio della trama, personaggi nuovi da caratterizzare, azioni compiute dai Pards...) lo richiede. E sono entranto in ambito Disney perchè la maggior parte degli albi vengono prodotti nel nostro paese. Se si comprasse un qualsiasi volume Cosmo con i classici dell'Historieta si noterebbe tranquillamente come moltissime storie durino 4/5 pagine.
    2 points
  19. Oddio, adesso Tex non può più entrare in un saloon a fare un repulisti o a bere una birra insieme ai suoi pards perché cè il rischio che restino feriti. Ma quante volte è già successo?🤔🤐
    2 points
  20. Anche per mè queste scene sono perfettamente da Tex. Sia la sparatoria nel saloon, il pestaggio in carcere, e la fuga dello Yaqui, per mè non hanno niente di così sbagliato. Dopo il Texone indubbiamente non è uno dei migliori, ma per mè è stata una piacevole lettura.
    2 points
  21. Ho confuso, chiedo venia, ma restano sempre troppi quando scrive in questo modo che sembra voler prendere tutti i lettori di Tex per dei mentecatti che si fanno passare per buona qualsiasi cosa si dà da leggere, pretendere poi di volersi scegliere pure i disegnatori e fare cagnara in pubblico quando avendo a disposizione un Ticci, i risultati sono questi, inaccettabili sotto ogni punto di vista.
    2 points
  22. E non ti chiedi perché in quelle storie sull'"inganno" il lettore ci passa sopra e invece qui ti salta subito all'occhio? Sarà mai perché è un Tex che non ne combina una giusta? Metti nelle prime pagine, quando libera Carson appeso come un salame, ti aspetteresti che se la prenda subito con quelli che restano all'interno della fattoria e invece: "shhh... zitto! quelli che sono nella baracca non devono accorgersi di niente" e i due sgattaiolano via... per aspettarli nella foresta (MA solo perché serve un cavallo a Carson). Insomma per un autore che piglia 500 euro per sceneggiare pagine come questa ci sono tanti lettori che pagano e che hanno il diritto sacrosanto di lamentarsi. Intanto, quelli nella baracca hanno approntato il piano per compiere una strage, proprio mentre i due conigli pavidi evitano di fare rumore, che ragazzacci. Non l'avesse disegnata Ticci col cavolo che il curatore te la pubblicava sulla regolare. Un vantaggio Boselli questa volta almeno ce l'ha a stare fuori dal forum: non dover rendere conto di quello che che la Casa editrice pubblica sulla serie che regge l'intero baraccone.
    2 points
  23. Volevo rispondere subito a @Ombra Silenziosa ma poi è scoppiato il flame, e ho pensato che era meglio attendere che si placasse. Prima, i miei 2 cent sull'argomento "autori nel forum". Concordo in generale con Virgin: Come ogni altro utente, un autore può essere costruttivo, distruttivo, portare informazioni e argomenti, essere insultante, etc, e va semplicemente giudicato come qualunque altro utente. In più, è vero che presenta alcuni "rischi" ulteriori, legati al suo ruolo (un autore distruttivo è più facile che si crei una sua claque rispetto ad un normale utente), e ci sono utenti che reagiscono in maniera "strana" alla presenza degli autori (o cominciando praticamente a venerarli, o più comunemente iniziando ad attaccarli ad ogni occasione, come se li percepissero come una "minaccia" al loro status nel forum: ma sono "rischi" per me minimi, rispetto alla possibilità di arricchimento, e di confronto, che offrono. Siamo qui per discutere e parlare delle storie, poterlo fare discutendone direttamente con gli autori, non è un arricchimento del forum? Mi pare ovvio che lo sia. Poi certo, ogni autore è un caso a parte, e certe interazioni che ho avuto in passato con certi autori sono state molto antipatiche. Ma mi hanno "arricchito" di conoscenze anche quelle, nel farmeli conoscere meglio, e non farli restare solo un nome sugli albi che compro. Quindi spero che @Ombra Silenziosa torni altre volte ad arricchire il forum, la discussione è (quasi) sempre positiva! Anche se viene per dirmi che ho torto! Sui vari punti: Sì, mi hai stupito, molto positivamente. È abbastanza normale (e umano) per un autore difendere la sua opera in pubblico, quello che spero di solito è che comunque gli autori tengano conto delle osservazioni, e "facciano meglio" la volta dopo, che quella è la cosa importante, leggere buone storie. Il fatto che mi hai dato ragione su questo punto mi rassicura su questo. Hai perfettamente ragione sul fatto che il problema non è che Tex pesti il prigioniero ma COME lo fa, ed era anche quello che dicevo io. Andrà meglio la prossima volta, fagli pestare più gente nelle prossima storie così fai pratica... Per me qui il discorso è molto simile: sono piccole sfumature, ma che fanno un enorme differenza nella maniera in cui percepiamo Tex come personaggio. 1) In "assalto al treno", lo sceriffo è da solo (non si fa alcun cenno ad aiutanti, e GL Bonelli sottolinea come sia un semplice "town marshal" con poteri limitati), la cittadina è piccola, Tex e Carson sospettano che siano loro i banditi in fuga ma non ne sono sicuri (e il marshall ha dubbi). Basta questo per cancellare le altre opzioni: Tex e Carson stanno inseguendo banditi in fuga, non possono perdere tempo, aspettare che escano, questa componente di "fretta" fa in pratica un enorme differenza. 2) Non ci sono, come già detto, aiutanti. Tex e Carson vogliono agire da soli, è lo sceriffo che si aggrega, di sua iniziativa. Cioè, Tex e Carson rischiano in proprio. Il marshall è vero che propone di "attendere l'arrivo dello sceriffo Di TUCSON" (che sta seguendo Tex) , che in questo caso però avrebbe un autorità maggiore e NON È IN PAESE Oltre alla fretta, c'è anche il fatto che Tex e Carson non hanno la possibilità di agire con maggiore prudenza: se quelli non sono gli uomini che stanno cercando, i veri colpevoli gli sfuggiranno. E non hanno "altri uomini da schierare", sono solo 2 (più il marshal dubbioso che si è auto-invitato), contro quattro. 3) C'è anche la "fretta" di GL Bonelli nel raccontare la cosa: non ti lascia il tempo di pensare ad alternative, la decisione arriva IN QUATTRO VIGNETTE (una a pagina 89 e tre a pagina 90), presentata come un dato di fatto (dedica invece molto più tempo all'effettiva sparatoria), e non ci sono feriti fra gli innocenti, in maniera de evitare di sottolineare i possibili rischi del comportamento di Tex. invece nel Texone... sembra appunto che vuoi SOTTOLINEARE quanto sia sbagliato il comportamento di Tex! 1) A differenza che in "Assalto al treno", Tex sa con CERTEZZA che sono loro, nessun dubbio. Sa che DORMIRANNO LÌ (lo sceriffo gli conferma che hanno preso le camere, e comunque a differenza che in Assalto al treno qui i banditi non hanno una posse alle calcagna, sono più tranquilli), quindi tutto l'elemento "fretta" viene cancellato. Perché Tex vuole affrontarli subito, allora? 2) A differenza che in "assalto al treno", ci sarebbe la possibilità di avere altra gente ad aiutare, ma Tex la rifiuta esplicitamente. E per quale motivo? Fretta? No. "Sboronaggine". Prende anche bonariamente in giro lo sceriffo che pensa di avere bisogno di un vice. Ecco, su questi momenti di "tamarraggine" bisogna starci MOLTO attenti: l'eroe "action" moderno che si vede spesso al cinema è un tamarro. Cioè fondamentalmente un cretino che si assume rischi inutili per mostrare quanto è "sborone". Ma Tex è un eroe di tempi in cui non era ancora avvenuta "l'invasione dei tamarri senza cervello". Spericolato, coraggioso, sì, ma non "tamarro". E vedo che molti autori che si sono avvicinati a Tex (penso a Faraci e a Recchioni per esempio) hanno questa tendenza a rappresentarlo come un tamarro. Ma per Tex la tamarraggine è la kryptonite, un personaggio che si comporta come Tex se lo fa con tamarraggine diventa subito odioso! 3) La scelta di Tex di deridere lo sceriffo per la sua proposta di chiamare il vice viene prima EVIDENZIATA dal tempo dedicato alla pianificazione (21 vignette per 4 pagine), poi dal fatto che lo sceriffo È UN AMICO di Tex e non una faccia anonima, e dal fatto che anche se non glielo chiede Tex esplicitamente, tutta la scena viene mostrata come lo sceriffo fosse praticamente "spinto" da Tex nel saloon. Lo sceriffo entra per primo e le sue remore precedenti vengono SOTTOLINEATE dal fatto che viene appunto ferito. Alla fine, la scena differisce solo in piccoli dettagli: ma è evidente che differenza fanno! Un amico di Tex viene ferito dopo che Tex lo ha spinto, deridendolo, a correre più rischi del necessario! È vero che "è facile parlare dopo aver visto la storia disegnata" (anche il pestaggio nella cella sarebbe percepito diversamente se Palumbo non avesse disegnato quei pugni con quella potenza), ma anche qui, sarebbe bastato probabilmente togliere qualunque riferimento al vice, e far dire allo sceriffo (in un ruolo attivo, e non passivamente a seguire Tex) che "va immediatamente ad arrestarli", con Tex e Carson che lo seguono, per cambiare completamente il tenore della scena: Tex e Carson sarebbero visti come amici dello sceriffo che lo salvano, non come quelli che lo mettono in pericolo... È una critica che si collega ad un discorso più generale, delle "storie in cui Tex e Carson sembrano infilati a posteriori". Cioè, non è un generico "e se la mia nonna avesse le ruote, sarebbe una formula uno", non mi sto a chiedere cosa sarebbe successo se il cavallo di Tex fosse bianco o se fosse arrivato da est invece che da ovest: la domanda "e se non ci fosse Tex?" è una MIA maniera per cercare di capire se un idea per una storia conteneva da subito Tex, o è stato infilato dopo (che ovviamente non avendo scritto la storia io, non lo posso sapere direttamente, mi tocca fare deduzioni) In particolare, recentemente mi capita di vedere storie che sarebbero (a mio avviso, ovvio) MIGLIORI senza Tex, come per me questa (dove sei stato fra virgolette "costretto" ad inserire scene per me estranee, come quella del saloon, per "dare a Tex qualcosa da fare", mentre per me la storia fra Selina, Lo Yaqui e John era il vero "cuore" emozionale della trama, e risulta sacrificato dal doverci infilare Tex. Proprio il tuo esempio di "Sangue Navajo" è un chiaro esempio di questa differenza: senza Tex, "Sangue Navajo" non esiste. È Tex che "mette in moto" la vicenda, rifiutando di accettare una evidente ingiustizia, fino al punto di dichiarare guerra agli stati uniti. Senza un personaggio "larger than life" e sopra le righe come Tex, che arriva a questo per la giustizia, la storia "Sangue Navajo" sarebbe al massimo una storia breve di ingiustizia, in cui due criminali senza scrupoli ammazzano dei ragazzi indiani e la fanno franca senza conseguenze. Fine. Ma non è questo il caso di "Sierrita Mountains": la storia parte senza nessun intervento di Tex, e i personaggi chiave (John, lo Yaqui, Selina) entrano in azione senza manco sapere che Tex esiste. Tex deve apparire ogni tanto "perchè altrimenti il lettore si lamenta" ma fino a pagina 80 non li incontrano nemmeno. Dopo che fanno? Accompagnano John (prigioniero) a caccia dello Jaqui e di Selina. Cosa avrebbe fatto John senza la presenza di Tex nella storia? Avrebbe dato la caccia comunque allo Yaqui, nello stesso identico modo, anche senza di loro... Togliendo Tex e Carson (e tutte le loro scene) e con piccoli aggiustamenti alle altre scene, questa avrebbe potuto benissimo essere una storia pubblicabile su "le storie" quando ancora pubblicava storie inedite. E sarebbe stata probabilmente una storia migliore. Quando ho letto questa parte del tuo post ci sono rimasto di sacco. "possibile che mi sia sfuggita una cosa simile"? (Domanda retorica: certo che è possibile! A volte mi sono fuggite anche cose più evidenti! ) Comunque, sono subito corso a controllare. Tex e Carson sono arrivati a piedi, dopo una "salita" che hanno fatto senza cavalli, vero (difficile da quantificare, Carson si lamenterebbe anche di pochi metri...), ma quando Tex cattura John, questi sta tenendo per le briglie il cavallo di Mayler. Potrebbe essere scappato, spaventato dagli spari? Certo. Finendo in bocca a Carson. Ma valutiamo l'ipotesi peggiore, che quel cavallo sparisca velocissimo all'orizzonte: quanto tempo serve a Tex e Carson per recuperare i loro cavalli? Da come ne parli sembra ci vogliano ore. Eppure, a pagina 106, prima di "svegliare" John, i pard HANNO GIÀ RECUPERATO I LORO CAVALLI. Andiamo con ordine: Tex stende John con un pugno a pagina 96. Lo Yaqui ancora non si è visto. C'è una piccola incongruenza (John è ancora sveglio dopo il pugno, Tex dice di legarlo, poi a pagina 105 John è sì legato ma ancora stordito). Quando Tex e Carson arrivano in cima dicono che hanno sentito gli spari "poco fa", e Summers, pur essendo "ridotto male" è ancora vivo per il tempo di dire due parole e rivelare che è stato un indiano che ha rapito una donna bianca. Secondo me, con il poco vantaggio che ha lo Yaqui a quel punto... Tex almeno un tentativo per raggiungerlo a piedi lo farebbe. Sono in cima ad un Pueblo, non certo un terreno adatto per galoppate, e dove Tex dovrebbe poter vedere a distanza, e ha un fucile e lo Yaqui sul cavallo ha una prigioniera: Tex realisticamente per breve tempo sarebbe più veloce, e senza un cavallo di scorta (che ha, ma Tex non può ancora saperlo) non prenderebbe comunque troppo vantaggio. Vederlo rinunciare subito ricorda davvero troppo i "Mefisto è fuggito su un calesse 5 minuti fa, è inutile inseguirlo a cavallo!" che ricordiamo fin troppo bene. Ma in ogni caso, se quando torna ("poco dopo" dice la didascalia) John è ancora svenuto, e Carson HA GIÀ RECUPERATO I CAVALLI.. quanto tempo può essere passato? Carson non ha alcun bisogno di "rifarsi la salita", può semplicemente correre giù sulla pista, prendere i cavalli e risalire in groppa. E John non può essere svenuto per ore, mica gli ha causato una commozione cerebrale. Sanno di avere contro un solo avversario. Che ha rapito una donna. Per quello che ne sanno, sono in due su un cavallo. Mentre Tex e Carson hanno un cavallo in più. E non può avere più di pochi minuti di vantaggio. PERCHÉ si fermano per ore a scavare fosse? Per quello che ne sanno, possono benissimo raggiungere lo Yaqui, salvare la ragazza, e tornare indietro con calma a scavare fosse prima del tramonto con John ancora legato... (e se non si fidano può rimanere Carson con Tex che segue lo Yaqui con due cavalli). Intanto, mentre loro si fermano premurosi a scavare fosse, per quello che ne sanno lo Yaqui può torturare con calma la ragazza per farsi dare le informazioni per poi ucciderla e scalparla, e a quel punto Tex e Carson manco saprebbero che faccia ha... Ripensa a come è costruita la scena da pagina 106: "poco dopo" la fuga dell'indiano, si vedono Tex e Carson, CON I LORO CAVALLI... che discutono tranquillamente del fatto che ha rapito la ragazza... e non si muovono. Fanno le presentazioni. Chiedono con calma a John chi è l'indiano. Hanno pure fortuna che John lo sa: è uno sgherro della persona che ha fatto uccidere suo fratello e VOLEVA UCCIDERE SELINA. John non ha la minima idea del vecchio rapporto che c'era fra lo Yaqui e Selina, dice a Tex quello che sa, che in pratica è "non so perchè non l'ha già ammazzata, a quanto ne so la cercava per ucciderla, forse prima vuole informazioni". E come reagiscono i pard? "allora abbiamo tempo. Adesso ci mettiamo con calma a seppellire tutti i morti, poi ci pensiamo..." Davvero, rileggendola stampata, non ti suona "storta" come scena? Vedo una notevole differenza fra le intenzioni e la realizzazione. È chiaro che ti serviva che lo Yaqui prendesse il volo. Ma invece di affidarti a motivazioni "durature" (fa perdere le tracce, ha cavalli più freschi, ha rapito Selina ore prima dell'arrivo di Tex, etc.) come potrebbe appunto anche essere "Tex e Carson sono a piedi", vediamo "poco dopo" a pagina 106 Tex e Carson già con i cavalli, demolendo tutta la costruzione precedente dei motivi per cui sono senza cavallo. In pratica hanno solo perso il tempo necessario per riprenderli. Ma la didascalia non dice "Tre ore dopo, Carson è di ritorno con i cavalli". La didascalia dice "poco dopo", con John ancora svenuto per un pugno. E John aggiunge il tassello che mancava a Tex e Carson: l'indiano cercava PROPRIO Selina, agli ordini di qualcuno che la vuole morta, perchè Selina ha "misteri" che ha celato a John A quel punto, nulla impedisce a Tex e Carson di almeno provare ad inseguirlo. Notare LA SCELTA DELLA FRASE di Tex a pagina 109: "PRIMA DI METTERCI SULLE TRACCE DI QUELL'ASSASSINO ci aiuterai a seppellire i tuoi compadres e il nostro povero amico" È una chiara dichiarazione delle sue priorità: PRIMA seppellire i morti, POI evitare che muoia Selina... e a quel punto hanno tre cavalli.
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  24. Questa è IMO la pecca più grande di tutto l'albo. Diciamo subito che Tex ha fatto fronte in passato ad altri epocali tradimenti, da Giungla Crudele a Fuga da Anderville, ha dato fiducia a personaggi che gli si sono rivoltati contro. Vabbé, erano grandi storie anche per questo ingrediente da dosare con cura. Ma quando usi questa carta, da autore devi essere bravo a tenerla celata al lettore fino alla fine, poi metti in atto il "colpo di scena". In questa storia non succede. Qui invece tutti sanno che c'è il doppiogioco, tutti tranne Tex, con l'autore che ammicca con il lettore: "vedi quanto è fesso il Ranger, gliela fa sotto il naso come niente, facile, facile", allora tu autore stai UMILIANDO il personaggio e la storia è IMO da gettare nella pattumiera. Sono piccoli accorgimenti che ogni buon narratore di storie sa adoperare, Nizzi l'ha fatto in passato in maniera esemplare per esempio con Lou Caudill in una storica avventura degli anni Ottanta, ma in queste pagine sembra farlo apposta a mostrarcelo perdente sotto tutti i punti di vista, lui e Carson, lasciamo stare il vederlo appeso come un salame, meglio osservarli tutti e due a dormire della grossa, figurativamente e anche no, mentre si compie un eccidio, poi il tradimento di un ufficiale, vile, plateale, che grida vendetta e rimane invece mestamente senza una risposta a tono. Questo non è TEX. Semplicemente la sua controfigura comica e e neanche tanto (comica). E il prossimo albo lo vedremo in fuga come un coniglio, invece di mostrare di che pasta è fatto davanti a un ufficialotto che non ha niente dei grandi militari negativi del passato mossi da ben altra ambizione. Che Ticci si sia rotto le scatole a disegnarla non c'è da sorprendersi, lui questo genere di storie le ha disegnate anche in passato proprio con Nizzi (Sioux), che robaccia gli hanno messo tra le mani questa volta, invece.
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  25. Mi associo all'invito alla calma. Premesso che le madri di tutti sono sacre, @Joe7 le aveva citate solo come esempio (molto infelice quanto volete, ma solo un esempio come da lui ribadito: mi pare evidente la buona fede-certo per prudenza avrebbe potuto scrivere Se q.no insultasse la madre di q.naltro- ma un esempio rimane) dopo la discussione sulla liberta' di parola con @MagicWind. Purtroppo poi la questione e' scivolata pesantemente sul personale con @Letizia, ma, secondo me, in gran parte si e' trattato di un equivoco legato al fatto di scrivere on line: non sempre l'iperbole e l'ironia vengono colte sul momento e quando poi sfugge una parola di troppo (o che viene percepita come tale) si finisce per far deragliare la discussione. Comprendo bene che quando si e' nell'occhio del ciclone tempesta in un bicchier d'acqua o maelstrom fa tutt'uno, ma anch'io, come Leo, preferirei un chiarimento e un trattato di pace a tre, invece che l'eventuale condivisione di un'ipotetica sanzione. Si stava parlando dell'opportunita' degli interventi degli autori nel forum, non spostiamola sul personale, grazie. P.s.Avevo anche ripreso i singoli punti, ma 1 questo spetta ai moderatori. 2 Non vorrei finire per essere IO a farvi litigare in modo peggiore, per questo chiedo scusa in anticipo nel caso queste righe avessero ulteriormente intorbidato le acque: non era questa la mia intenzione.
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  26. Dopo aver letto la storia mi sono cadute le braccia, altro che gradimento o no, questa è una delle storie da annoverare tra quelle che si prestano alla distruzione del mito: prima Carson e poi Tex ridotti alla stregua dei due fantocci ridicoli da cui è meglio stare alla larga se non vuoi vederti piovere addosso i guai, antitexiana a 180 gradi, quanto capisco Ticci costretto a illustrare con i suoi straordinari disegni ciofeche come questa che rischia di degenerare nella seconda parte che è quella che ha tenuto maggiormente impegnato il maestro senese. Mi dispiace per Nizzi che è stato un grandissimo, ma non ha imparato nulla, ma proprio nulla, dai suoi errori del passato. Una storia che a 4,90 euro è una rapina.
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  27. Dipende dai punti di vista. Io non ho ruggini con nessuno e ho anche memoria corta per cui non serbo rancori verso nessuno. Ma non devo favori a nessuno e, se qualcuno mi provoca, reagisco. Se poi qualcuno mi tocca negli affetti più cari, divento una belva. Poi, ripensandoci, mi chiedo se ne è valsa la pena e se non potevo soprassedere. Ma lì per lì mi chiedo: perché dovrei soprassedere? Paura di esser giudicata una pazza furiosa? Neanche per sogno. Chi mi conosce sa bene che non lo sono. Eppoi, se qualcuno vuol pensare male di me, lo fa senza dover attendere una giusta motivazione. E quindi, se devo diventare una belva, perché no? Ma, se mi si lascia in pace, sono un agnellino. Lasciare in pace non vuol dire darmi sempre ragione (che, si sa, agli scemi si dà sempre), ma vuol dire ribattere le mie opinioni con la logica e con il rispetto dovuto a ogni essere vivente. Andatevi a rivedere tutti i miei commenti e tutte le mie "liti", non ho mai estratto la colt per prima. Ma, se estraggo, sparo. E chiudo con un "chiedo venia anticipato". Vi sarete accorti che la mia ironia talvolta non è forse troppo sottile e che bonariamente (molto bonariamente) amo prendere in giro i miei interlocutori: ebbene, se qualcuno si offende prendendo troppo sul serio le mie parole, gli chiedo scusa in anticipo e se qualcuno vuol farmi notare di aver esagerato, non abbia scrupoli a mandarmi a quel paese e riceverà pubbliche scuse.
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  28. Mi ero ripromesso di non prendere questa storia (non per principio ma semplicemente perché luglio e agosto sono mesi in cui escono altre cose interessanti), però visto il dibattito mi sono incuriosito (e poi nell'edicola del campeggio l'unica alternativa sono topolini tedeschi). Beh, i difetti segnalati ci sono tutti, però ci sono anche un paio di aspetti molto positivi: 1) il Nizzi non ha preso la capacità di scrivere dialoghi pungenti né quella di dosare abilmente gli elementi narrativi. Alla fine diventa facile passare sopra al Tex e Carson piccioni, perché la storia funziona, perché c'è pathos, perché questo albo muove lo stato d'animo del lettore. 2) il Ticci, cataratta o patologia corneale che fosse, rimane un maestro assoluto e si mangia a colazione tanti giovani di belle speranze. Il suo tratto non è quello di 20 anni fa (anche se rimane personale, riconoscibilissimo e dinamico) ma riempie gli occhi. È una meraviglia!
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  29. Dopo aver sfiorato varie volte, con ottime prove, il colpo grosso, un Bonelli in alto grado d'ispirazione, sfornò un altro capolavoro della serie. "Sangue Navajo" è un caposaldo per ciò che concerne l'ambientazione indiana. L'autore imbastisce una trama intensa, che fa riflettere, a tratti indignare a causa del razzismo di fondo che muove l'azione dei biechi villain che, col loro sconsiderato gesto, danno il via all'incendio destinato a mandare in rogo le lande dell'Arizone, sotto il soffio di una nuova e sanguinosa guerra indiana. Ma è pure la storia in cui il Bonelli pensiero si fa palese e attrae. Ai tempi in cui fu composta non era consueto che nell'avventura western, si scrivesse schierandosi dal punto di vista degli indiani oppressi, ma il vecchio leone anticipò un'epoca, puntando il faro verso le ingiustizie e le angherie che i poveri indigeni erano costretti a subire, mostrandoli come un popolo fiero e reattivo e non certo come il branco cattivo e incivilizzato, che la letteratura e il cinema dei tempi descriveva. Ma tra le splendide strisce dell'episodio è ben evidente anche l'antimilitarismo dell'autore, che indirettamente ci mostra una critica agli eserciti, dove la boria, l'arroganza e l'intransigenza di pomposi ufficiali con le pigne nel cervello, rischiano di creare danni immani, destinati a essere pagati da incolpevoli civili o commilitoni. Ma proseguiamo per ordine: l'incipit è molto toccante e già inquadra un assurdo sentimento razzista, che spinge i due biechi affaristi Hope e Barlow a stendere come birilli, dei giovani navajo, la cui unica colpa è quella di inscenare per gioco, una corsa contro il treno, nel giorno del tragitto inaugurale della rete ferroviaria. Una giusta punizione al folle gesto di cattiveria gratuita, era il minimo che si potesse aspettare per fare giustizia, e in fondo Tex vorrebbe un simile epilogo per vendicare i suoi ragazzi e scongiurare il peggio, purtroppo però nè l'esercito rappresentato dal controverso colonello Elbert, nè il governatore hanno dapprima interesse a far luce sulla faccenda, anzi si prodigano per insabbiare il tutto. Unica voce fuori dal coro dell'assurda ipocrisia, quella del coraggioso e leale giornalista Floyd, che sfida il clima di odio razziale diffusasi contro i Navajos e scrive la verità dei fatti, anche a costo di rischiare il linciaggio e la distruzione del suo giornale, come effettivamente avviene. Consapevole che cavare whisky da un sasso è più probabile di far fa ragionare l'intransigente Elbert, che nega in modo assoluto l'instaurazione di una commissione d'inchiesta sull'accaduto, Tex decide di dichiarare guerra all'esercito. Non vi è infatti nessuna altra soluzione per poter far trionfare la giustizia e vendicare i giovani guerrieri. Ovviamente il pacifismo dell'eroe (e del suo autore) farà in modo che la guerriglia scatenata da Aquila della Notte non colpisca i militari incolpevoli e costretti a seguire gli ordini screanzati dei loro colonelli. Con molta astuzia e strategia, Tex e i suoi Navajos, riescono a infliggere grandi danni agli avversari, ostacolandone la campagna di avvicinamento militare alla riserva e infliggendo dure perdite economiche alle U.S. Army (basti solo vedere che fine fa Fort Defiance raso al suolo), senza spargimento di sangue. Il colonnello Elbert mostra tutta la sua mediocrità e meschinità allorchè spara su Kit nei panni di parlamentare, a tal punto da far esplodere pure la giusta reazione dei suoi sottoposti, che mostrano maggior buon senso e verranno premiati da Tex che li prende "ufficialmente" prigionieri, ospitandoli pacificamente nella Valle della Luna. Sorte diversa toccherà a Elbert stesso, punito, umiliato e strapazzato da Tex che lo rimanda al forte, rasato, in sella, nudo sotto il sole e a un passo dal collasso. Il piano di Tex è arguto e appoggiandosi sui servizi di "cronista di guerra" di Floyd, riesce a far invertire la ruota degli eventi, agitando l'opinione pubblica in favore dei Navajos, inducendo così i papaveri di Washinghton a far pressione sul Governatore, per far emettere un mandato di cattura a Hope e Barlow e favorire la tanta sospirata commissione d'inchiesta sul triste accaduto. L'eliminazione contemporanea dei due assassini, che si sparano a vicenda quando hanno ormai l'acqua alla gola e il prezioso regalo meritato che Tex fa a Floyd, chiudono l'episodio, ricco di azione, pathos, emozioni e tanta strategia. Ogni rilettura di questo capolavoro appassiona, e non è un mistero che abbia tracciato un solco dove poi sono nate altre storie epiche successive come "vendetta indiana" dello stesso Bonelli o il fortunato ciclo dei Sioux del più recente Nizzi. Una storia che appare ancora moderna e attuale, un classico senza tempo che non si scalfisce minimamente con lo scorrere dei decenni. Alla resa immensa della prova, contribuisce pure un Galep perfetto, impeccabile, elegante e molto espressivo. Non riuscirei a immaginare la storia disegnato da un altro artista, tanto è il livello eccelso ai pennelli del compianto padre grafico di Tex. Uniche note stonate (se così si possono chiamare due piccole inezie al cospetto di un colosso di prova corale) l'incongruenza delle divise del corpo dei rangers, rappresentati ingenuamente dall'autore come un corpo militare classico con tanto di forti e ufficiali in ghingeri, e la scena "impossibile" del telefono nel west, usato dagli editori per trasmettere la notizia bomba di Floyd, destinata a destabilizzare il castello di ipocrisia e menzogna dell'esercito, atta a coprire i due biechi assassini. Storie epiche e splendide come questa, realizzate perfettamente dal duo Bonelli-Galep, stanno alla base del successo senza tempo del nostro amato ranger e ammetto che, ancora oggi, mi emoziono ogni volta che mi accingo a rileggerle. Il mio voto finale è 10
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  30. "Comportamento di intimidazione" è davvero da sbellicarsi.
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  31. Direi che è meglio, viste le argomentazioni.
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  32. Proprio la risposta che immaginavo: il processo alle intenzioni del Tex di Nizzi "a prescindere": il Tex di GLB non lo poteva sapere, quello di Nizzi anche se lo avesse saputo lo avrebbe fatto scappare. Ognuno ha le sue opinioni, io personalmente cerco di accostarmi alle storie ed agli autori senza pregiudizi. Trovo l'ultimo Boselli oltremodo ostico e "faticoso" nella lettura, ma non posso per questo negare che abbia comunque scritto dei capolavori della saga texiana. Per Nizzi vedo invece un ostracismo ed una sorta di "damnatio memoriae" a mio avviso ingiustificati: chiudo ricordando che è anche grazie al Tex "fallito" (sic) di Nolitta e Nizzi che quello attuale è ancora in edicola ogni mese.
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  33. Allora...Recuperata questa vecchia storia. Cosa dire...Quando leggo albi disegnati da Letteri mi emoziono sempre perché quando ho iniziato Tex (con l'albo Topeka alla fine della fascia 300-400) ero un bambino-ragazzino (sono classe 1982). Letteri mi ha accompagnato nelle mie prime letture di Tex, mi piaceva molto sfogliare un albo e riconoscere il suo stile. Detto questo la storia architettata da GLB è molto dinamica e ricca di azione. Ci sono i soliti siparietti tra Tex e Carson (brillanti e gustosi), ci sono personaggi minori ma che "sfondano la pagina" (l'erculeo sceriffo con i baffoni o il giudice ), ci sono "cattivi" ostici che mettono in difficoltà i nostri. A dire il vero la storia sembra non omogenea in alcune parti (quella del giudice Bean ad esempio), più che altro sembrano due storie. Forse Tex e Carson stavolta beneficiano un po' troppo dell'aiuto di altri (la cavalleria) e non tolgono le castagne dal fuoco solo loro. Le sbavature ci sono però la storia scorre e lo stile di GLB abbinato ai pennelli dell'indimenticabile Letteri è pura goduria. Sembrano più storie messe insieme e naturalmente la "sparizione" di alcuni personaggi oggi sarebbe vivisezionata e fatta a pezzi da qualcuno. GLB ogni tanto aveva questo vizio però il creatore di Tex sapeva come convincerti con altri argomenti. Concordo...Si dilunga troppo e perde un po' di colpi. Concordo...Se l'ingenuità delle catture è propedeutica alla storia e non ne rovina il ritmo e la bontà io non mi scandalizzo (che siano GLB, Nizzi, Ruju, Boselli).
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  34. Oh ti ho detto solo la mia eh... Capita a volte di vedere albi di disegnatori anche quotati che sembrano disegnati di fretta o di mala voglia... Temevo che questo potesse uno di quei casi visto come era stato presentato, invece no. Meglio così x tutti quelli che lo compreranno e lo leggeranno, no? Anche per quelli che lo scroccheranno dal barbiere... E anche x quelli che lo compreranno, leggeranno ma diranno di non averlo comprato né letto perché nizzi fa schifo a prescindere...
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  35. Ho letto e digerito questo Texone n.40 e vengo ad esprimere i miei due spicci sull'albo in questione, cercando di andare per punti: A) La personalità del tratto di Palumbo mi ha fatto tornare la sensazione della filosofia dei Texoni iniziale. Ovvero artisti chiamati ad interpretare Tex con il loro tratto singolare. B ) Il fatto che si sia tornati alla filosofia originale, non vuol dire che abbia apprezzato granchè la parte grafica. Da amante della linea chiara, fine, e delle tavole con esplosione di dettaglio, ho trovato lo stile di Palumbo poco confacente ai miei gusti, ma soprattutto poco confacente ad un Texone, inteso come Albo di grosse dimensioni (rispetto ai formati pocket dove il tratto spesso Diaboliko regge bene). C) Ovviamente il tratto di palumbo ha alti e bassi. La caratterizzazione di Selina ad esempio è la più riuscita, quella di altri personaggi invece l'ho trovata "banalizzante" (il villain con la barba di qualche giorno). D) Detto dei disegni, purtroppo non ho trovato particolari motivi di esaltazione nemmeno nella storia di Rauch. Mi è sembrata: - un pò troppo poco originale - classici inseguimenti di altri che inseguono altri inframezzati da sparatorie senza particolari guizzi di originalità - l'unica parte originale, quella che dovrebbe sorreggere il soggetto principale (indiani che rapiscono infanti dei bianchi) è approfondita pochissimo, e svicolata in poche pagine. - scarsamente emozionante anche la caratterizzazione di Selina e dell'indiano e del loro rapporto - in positivo si segnala il ritmo cadenzato, che permette di non avere cali significativi durante la lettura, grazie anche ad una buona regia In sintesi non un cattivo albo, ma aspettative "da Texone" un pò deluse. Gli ultimi Texoni davvero buoni per me sono stati tutti scritti da Boselli.
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  36. Io sono contrario in generale alle storie brutte, insulse, banali, inutili. Su Tex Gigante sono state fatte delle "retcon" su GL Bonelli, che sono sempre PEGGIORATIVE (e come altro potrebbero essere? Stiamo parlando di qualcuno che, in termini pittorici, volesse "correggere" Caravaggio perchè non è "moderno", una vera e propria follia tafazziana che vedo, almeno in questo forum e per gli altri appassionati che frequento, aver devastato la stima per Boselli) Tex Willer è una serie diversa, impostata da Boselli, in stile Boselli. Devo andare a cercare i numeroso post che ho fatto sulla necessità di narrare anche le storie già avvenute semplicemente per dare un senso alla serie? Non ho voglia di riscrivere decine di volte le stesse cose (anche se questo forum a volte mi costringe a farlo). Questo già rende questi remake "non inutili". Poi si giodicano come storie a sè, ma un punto mi pare ovvio. Un remake non è una retcon. Se fai un remake, nessuno può dire che hai "cancellato" la storia originale. Il king kong del 1978 non ha minimamente toccato il king kong del 1933. Sono storie DIVERSE. Nella ignobile "celebrazione di quanto sia un fesso e un fallito Tex" in cui hanno spalato fango su "il giuramento", non hanno fatto un remake: sono proprio andati a dire "lo sapete che PROPRIO IN QUELLA STORIA DI GL BONELLI in realtà è successo questo?". Certo, io li spernacchio e per me quella storia non vale nemmeno la carta su cui è stampata, ma questo è quello CHE HANNO DETTO (a loro eterna vergogna). Nulla di quello che viene pubblicato su Tex Willer tocca minimamente le vecchie storie di GL Bonelli. Finchè, in pieno delirio tafazziano, sperando di costringere i lettori di Tex a comprare Tex Willer, non importano questi "remake" su Tex. Su Tex la storia di El Diablo è quella raccontata da GL Bonelli. Qualunque cosa raccontata qui non la tocca... finché non si mettono a fare riferimento ad eventi apparsi qui nelle storie di Tex. Lì davvero mi incazzo. E non penso di essere il solo. Lo sai che dagli ultimi bilanci Bonelli, postati da poco, le vendite sono crollate di un milione di copie annue? Su un totale di 7? Praticamente il calo dei lettori si è "mangiato" tutto l'ultimo aumento (hanno ricavato uguale pur con il prezzo aumentato). Quanto pensano di andare avanti facendo incazzare i loro lettori? E UN SOLO PERSONAGGIO, in tutta la Bonelli, può aver perso tanti lettori...
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  37. La storia ha qualche punto di contatto con "La gola della morte" di Mefisto, con le mummie viventi che proiettano a distanza la loro immagine per apparire a Tex, come accadeva con il grande illusionista, e con gli indiani Yaqui al posto degli Hualpai. Poi la trama prende una piega molto diversa. La bravura di GLBonelli era proprio quella di riuscire a inserire con naturalezza elementi fantastici e insoliti nel West di polvere e piombo di Tex, alternando momenti di mistero e sovrannaturale ai classici scontri a fuoco, con avvincenti scene d'azione. Il risveglio della mummia è un prologo davvero efficace: Immagino che sia piaciuta molto a Sergio Bonelli, che era particolarmente affascinato dal tema, visto che una delle sue scene preferite dei fumetti era il risveglio delle mummie in "Virus, il mago della foresta morta" di Pedrocchi e Molino. Questa tavola di GLBonelli è comunque ispirata a una sequenza analoga del film "La mummia" (1932) con Boris Karloff. https://youtu.be/VAp8WVZm3cc?feature=shared Sul versante, invece, del West nudo e crudo abbiamo qui uno dei massimi esempi di Tex "politicamente scorretto", con la distruzione della cittadina di Huerta. E' vero che i suoi abitanti messicani praticavano una sorta di razzismo al contrario verso gli americani, è vero che si erano resi complici degli Yaqui, ma Tex e Carson sono delle vere furie vendicatrici, radono al suolo a colpi di dinamite la cittadina senza fare tante distinzioni, riducendola a un cumulo di macerie e costringendo i superstiti con tutte le famiglie al seguito (donne, anziani e bambini) a sfollare altrove. Tex è anche questo... Di fatto tutta la storia ha momenti di crudezza, sia negli scontri a fuoco tra Navajos e Yaqui, sia nei combattimenti a Huerta e nella morte di alcuni avversari (lo yaqui Gayuma che muore cadendo su un chiodo di una trave che gli si conficca nella schiena), sino alla fine dell'incubo, con le mummie che si polverizzano come fossero vampiri al sorgere del sole. In pochi anni - dal 1957 al 1961 - più che in altri periodi, il western di Tex viene contaminato con altri generi e abbiamo così storie con: Vindex e i puma giganti, Mefisto, la città d'oro rimasta ai tempi dei conquistadores, lo scimmione tagliateste, la strega Mah-shai, i dinosauri, le mummie azteche, l'extraterrestre misterioso, senza contare Tex vestito da Uomo della Morte e il meteorite spugnoso del Lago scarlatto. Tutte storie insolite che forse oggi non attirerebbero come una volta. L'impressione è che i lettori attuali - ma anche quelli di vecchia data - ormai preferiscano di gran lunga le storie "realistiche" di Tex, di puro western, e apprezzino il lato fantastico solo nelle storie del passato, considerandole magari un po' ingenue, ma comunque divertenti. (Di recente ho ascoltato uno youtuber che addirittura sosteneva di aver fatto fatica a leggere persino "La gola della morte", secondo me una delle storie più avvincenti di tutta la serie! Mah! ) E secondo me Boselli questo lo sta un po' capendo, perché nella posta di "Tex Willer", in concomitanza con l'uscita della storia del Monte Rainer, si è affrettato a precisare che nella serie "Tex Willer" il fantastico non comparirà mai e vi saranno solo avventure "realistiche".
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  38. Non sono del tutto d'accordo. Ho avuto insegnanti che avevano una grande cultura, ma non sapevano trasmettermela, mentre ho avuto alcuni amici che sono andati a scuola meno di me che è un piacere sentir parlare, magari anche di sciocchezze. Non disprezzo la cultura, ma se fosse così ogni scienziato sarebbe un grande scrittore. Ci vuole mestiere ma soprattutto doti innate, che mille libri letti non sapranno insegnare. Penso che tra gli scrittori moderni e Bonelli ci sia un abisso di sapere, eppure Gianluigi, forte del suo viaggiare, dei suoi libri letti e delle ore passate a tirar pugni o tirare al piattello li batte ugualmente.
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  39. In realtà no, potete vedere voi stessi il video, qui: Palumbo (al minuto 31 circa) NON dice che ha voluto una storia solare, piena di cavalli, e senza traccia di "noir". Palumbo dice semplicemente CHE VOLEVA UN PUEBLO, di quelli degli indiani Hopi. Un ambientazione che può benissimo essere rappresentata di notte e che, anzi, per me si presta PARTICOLARMENTE per storie "misteriose" (un antico pueblo abbandonato, magari tesori nascosti, sette che si riuniscono, etc.) E Rauch gli ha dato il pueblo che voleva... a pagina 67! E l'ultima volta che si vede è a pagina 103! meno di 40 pagine! POI NON SI VEDE PIÙ! Quindi, davvero... non solo non ha tenuto conto dello stile di Palumbo, ma NEMMENO DELLE SUE RICHIESTE! Rauch probabilmente aveva già una storia più o meno pronta, totalmente "standard" per chiunque, di fronte alla richiesta di Palumbo ha semplicemente usato un pueblo come "tappa intermedia" al posto di una comune capanna (senza che il pueblo venga effettivamente USATO nella storia, si vede praticamente sempre da fuori) E per quelli che sono partiti a fare la ola senza nemmeno verificare il filmato... Ebbene si ! a confutare le teorie o meglio i "teoremi" di alcuni lettori Per adesso abbiamo solo "confutato" l'ipotesi che tu ti guardi i video prima di commentare! ----------------------- Ma commentiamo il video man mano (scrivo "in diretta" mentre lo guardo): Tzè, all'inizio, parlano del "difficilissimo" esame di Analisi I a ingegneria... Personalmente: 30 e lode. E 30 e lode pure ad Analisi II. Solo in cinque su duecento a prenderlo in tutta la sessione d'esami Per il resto, purtroppo gran parte del video va perso nella solita "reclame aziendale" che ripercorre la storia dei texoni, le solite lodi iperboliche, il solito Masiero che non lascia la parola agli autori fino a quando non sono passati quasi dieci minuti di video... Divertente la storia dell'editore francese che esista a chiedere 100 tavole, e fa capire la difficoltà di trovare autori da quel mercato per un Texone (le 224 pagine del texone sono 5 volte le tavole di un classico albo francese) In questo stesso thread ho parlato delle storie di GL Bonelli in cui Tex arriva e piglia a ceffoni "per conto del lettore" gente che gli ha fatto saltare la mosca al naso. Ecco, ho rivissuto questa sensazione all'ennesima volta in cui ho visto un intervistatore (che, in teoria, dovrebbero esaltare i prodotti della casa editrice) dire sciocchezze sul fatto che personaggi "non completamente bianchi o neri" come questo fossero cose mai viste su Tex. Fa capire bene quanto certi critici disprezzino Tex e la sua storia... (e non la conoscano). Avrei tanto voluto vedere Tex Willer "entrare in scena" a sberle... (in realtà non è che questo si meriti in particolare di essere trattato così male, sono due frasi, è l'accumulo del vedere queste sciocchezze scritte o dette per anni che mi porta all'esasperazione, mi andrebbe bene anche se Tex ne picchia un altro, sono tanti a scrivere queste cose...) (tengo a precisare che né Palumbo, che anzi da persona competente sui fumetti ha anche lui negato l'esistenza di una divisione reale fra fumetto d'autore e fumetto popolare, come faccio io da anni, ne Rauch, si sono associati a queste sciocchezze, e al tono di certe domande, anzi Rauch ha riguadagnato punti su di me intervenendo subito a dire che su Tex c'erano stati personaggi tridimensionali anche prima. E lo stesso Masiero poi è intervenuto a sottolineare la "modernità" della scrittura di GL Bonelli. E mi ha meravigliato parlando anche lui, come ho fatto io tante volte, della "difficoltà" di trovare, oggi, narratori capaci di scrivere "avventura classica", segno che anche la casa editrice percepisce il problema) Rauch, inavvertitamente, conferma in pieno la mia critica principale riguardo al fatto che la storia "non fosse per Palumbo" (ne ho molte altre riguardo alla storia in sè indipendentemente dal disegnatore), dicendo esplicitamente che "non ha minimamente pensato a fare una storia noir", cioè tutti i viaggi mentali che ci siamo fatti io ed altri immaginando stanze buie, dark ladies, pugnali nell'ombra, una storia insomma che prendesse spunto dai punti di forza di Palumbo... lui non ci ha mai minimamente pensato! il libro citato da Palumbo dovrebbe essere questo (consultabile ma non scaricabile dal link: https://archive.org/details/northamericanind00curt/mode/2up?q=yaqui
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  40. Ma qui il cambiamento è completamente scollegato dalla "società". Tex era molto più violento degli altri eroi dei fumetti anche allora. Il Piccolo Sceriffo non uccideva. Tex faceva stragi. Anche fra gli altri personaggi Bonelli, Zagor, Mister No, Ken parker... quando mai si sono comportati come Tex? Tex era DIVERSO DA TUTTI. ANCHE nel rapporto con la fantascienza: la risposta di GL Bonelli sugli "alieni" sta nella storia pubblicata negli anni 50, ed è una risposta UNICA: in tutti gli altri albi Bonelli, gli eroi western (tranne quelli più "storici" tipo Ken Parker) interagivano tranquillamente con alieni. Non è che Tex era cosi perchè "all'epoca era così". Tex era così perchè GL BONELLI SE NE FREGAVA DI QUELLO CHE FACEVANO GLI ALTRI. Mentre invece è verissimo che i nuovi autori lo stanno rendendo sempre più un "eroe standard", che vede gli alieni come tutti. È un continuo processo di "banalizzazione", in cui si perdono le caratteristiche uniche del personaggio per "fare quello che fanno tutti" (atteggiamento masochistico se pensi che i "tutti" non vendono manco un quinto di Tex, è come se la squadra campione in carica anelasse diventare come la Sanbenedettese..)
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  41. Il problema è che non ne ha parlato nemmeno Rauch! All'inizio pareva un personaggio interessante, e non privo di ombre (perchè mente al fratello di Riker? Come ha ottenuto le carte? Cosa dicono?), e la notizia delle sue origini sembra promettere sviluppi. E invece... niente. Rauch fra botte, bang bang e citazioni varie si dimentica di lei, o non ha le pagine, e alla fine Selina diventa semplicemente la "donzella in pericolo" di turno, le sue origini solo una scusa per farla rapire invece che ammazzare. Che spreco (di Palumbo, che l'aveva caratterizzata graficamente come una Dark Lady, non come una dozzinale donzella in pericolo) Dove, non solo non è il fiume ma l'abbeveratoio, ma il malcapotato È STATO SLEALE: era uno "scontro di boxe" leale (in teoria) e lui ha cercato di tirare la sabbia negli occhi a Tex. Vedi com'è semplice rendere odioso l'avversario, prima del pestaggio? Molti dicono che "sceneggiare Tex è difficile", e non ne dubito: sono tante le cose "difficili" su Tex, oltre al saper sceneggiare un fumetto in primo luogo: il protagonista non è facile da rappresentare, bisogna saper scrivere storie di avventura classica, etc. Ecco, fra queste cose "difficili"... non riesco a credere che CI SIA ANCHE IL SAPER RENDERE ODIOSO UN NEMICO. Mi sembrerebbe anzi l'ABC. Nelle pagine postate da Poe (quando si ricorda di metterci anche il contesto... ) c'è un buon esempio. Qui ce n'è un altro. Troppo difficile? Già io nella recensione avevo sottolineato come per "salvare" la scena forse bastava scambiare le due tattiche di Tex (PRIMA provarci con le buone, POI menare). Mi sembrano... cose più che banali. Non riesco a credere che Rauch non sarebbe stato capace di rappresentare cose simili. Trovo molto più credibile il fatto CHE SE NE SIA FREGATO. Un semplice sguardo a questo forum, temo, gli avrebbe dato il messaggio "del contesto se ne fregano, l'importante è che Tex meni, picchi, spari e mangi patatine. Del fatto che abbia senso se ne fregano, anzi al contesto non ci guardano nemmeno". E così, "piccoli Faraci crescono". Questo è quello che credeva Faraci, e anche lui si era fatta questa idea ascoltando certi fan... Visto che ADESSO (dopo che ci si è inalberati a difesa strenua - e senza speranza - proprio di quelle due scene cercando un impari confronto con GL Bonelli) pare che la difesa sfegatata sia passata al "bisogna valutare tutta la storia", direi (a parte "allora torna a leggere i miei primi commenti e rispondi a tutto, non solo a quelle due scene") che quelle due scene sono semplicemente CASI PARTICOLARI DI UN ERRORE DI FONDO. La storia è tutta una banalissima serie di bang bang, che spreca ogni elemento potenzialmente interessante (come Selina), tutto sacrificato al fare vedere Tex che fa bang bang per pagine e pagine. Esattamente come Faraci, e per lo stesso motivo: la convinzione (enunciata tempo fa dallo stesso Nizzi) che il lettore medio di Tex, le storie non le legga nemmeno, quindi non devono avere un senso, non devono avere ritmo, non devono avere suspense, non devono avere personaggi caratterizzati, devono solo avere: 1) pagine di Tex che fa bang bang, non importa se ha senso o no 2) pagine e pagine di Tex che picchia qualcuno, non importa se ha senso o no. 3) e, ovviamente, scene dove mangiano bistecche e patatine, o almeno, dove parlano di farlo. Per avere storie come queste, non bastava tenersi Faraci?
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  42. Non hai letto l'ultimo numero, eh? Ti sfido ad "armonizzarlo con il già raccontato"... Si erano già viste ret-con, per me gratuite e mal fatte (la sopravvivenza di Coffin, i superpoteri di un mefisto più potente che ai tempi de "il drago rosso") ma ancora abbastanza "spiegabili" (insomma, non era esclusa la possibilità di mettere una storia correttiva che spiegasse come Mefisto perdeva i superpoteri. Speranza delusa perchè non si è inventato di meglio del dire "i poteri vanno e vengono" e la morte di Coffin non vale un decimo di quella originale). Stavolta no. Semplicemente ormai non è più possibile negare (a meno di non voler negare l'evidenza) che le avventure di Tex Willer NON STANNO SEGUENDO LA STORIA ORIGINALE DI TEX. (E come ho già detto, lo preferisco: così Borden è libero di sfogarsi a cambiare tutte le storie di GL Bonelli su Tex Willer senza dover più fingere di non farlo. Solo, a questo punto vorrei che lasciasse in pace la Tex regolare...) Vedi sopra per quell'esattamente che è un "esattamente. Com'è vero che 2+2 fa 5". Riguardo alle retcon, Boselli è liberissimo di fare tutte le retcon che vuole alle SUE storie e ai SUOI personaggi. (come ha già fatto diverse volte in passato, tipo con Jack Thunder e la storia delle navi nell'artico), come faceva GL Bonelli. Basta che la pianti di pasticciare storie bellissime di GL Bonelli mettendoci "toppe moderne" malfatte e sgangherate come con Higgins... E quali sarebbero queste retcon di grazia ? Io ne ho vista solo una, ammesso che la si possa definire tale, ovvero l'incontro tra Padma e Mefisto, Da una parte dici che ti annoio a sottolinearle così tanto, dall'altra non te le ricordi nemmeno quindi si vede che ancora non è sufficiente... La retcon di Coffin che non era morto (nata assurdamente sulla Tex Willer ) è stata portata sulla Tex regolare con il numero 695. Ed è un perfetto esempio di "banalizzazione": non so perchè Boselli si è intestardito a dire che non doveva essere morto, perchè voleva ammazzarlo in una sua storia? Voleva "rubarla" a GL Bonelli? Non so, ma la "nuova morte" di Coffin è banale e anonima, non vale un decimo del cazzotto nella casa bruciata che ci ricordavamo. Quella su Mefisto l'hai già citata tu ma è molto più estesa. La "versione di Boselli" va non solo contro quello che SI VEDE IN SCENA nella storia di Nizzi, ma persino contro quello che VIENE RACCONTATO CHIARAMENTE, PIÙ VOLTE nella storia di GL Bonelli. Boselli arriva come uno schiacciasassi per imporre la sua versione... che anche stavolta è più "banale" e loffia non solo di quella di GL Bonelli, ma persino di quella di Nizzi! Poi c'è Higgins, ovviamente, dove ogni senso e ogni logica nella storia originale viene ribaltato per una "versione" ridicola senza capo nè coda che serve solo a dimostrare che, se vuole, Boselli può umiliare Tex e renderlo ridicolo meglio di come facevano Nizzi e Nolitta. Qui è davvero dove Boselli SUPERA IL LIMITE DELLA DECENZA. Per il suo stesso bene, i suoi veri amici dopo questa dovrebbero consigliargli di non toccare mai più storie di GL Bonelli, decisamente ora non ha più la lucidità per farlo senza combinare disastri. (Dovevi vedere come gongolava Guarino alla mostra dell'ANAFI successiva. E TUTTI (me compreso) dovevano dargli ragione, che Nizzi a una roba simile non era mai arrivato. Boselli si bea degli incontri dove i bambini e i nuovi lettori che non hanno mai letto il giuramento dicono che è una bella storia ed è bello il nuovo personaggio inventato da Boselli, quella Lilyth? Avrebbe dovuto sentire cosa dicevano i vecchi fan di Tex che lo leggevano da tempo, a quella mostra...) Prima di Higgins c'è la retcon del finale di Taglia2000 dollari, che non ha scritto Boselli ma l'ha approvata. Ultima, la retcon per "appiccicare insieme gli alieni", si inventa che gli alieni non si erano estinti da tempo come nella storia di GL Bonelli ma erano vivi e vegeti (e allora perchè non si vede mai nella storia precedente?) "Sono solo 5 retcon"... beh, se consideri che negli ultimi 5 anni ha scritto solo QUESTI "ritorni" da storie di GL Bonelli, vuol dire che OGNI SINGOLA FOTTUTA VOLTA, OGNI VOLTA, HA PASTICCIATO MODIFICANDO LA STORIA ORIGINALE! E facendo SEMPRE danni! Non c'è una sola occasione fra queste in cui i suoi pasticciamenti non siano stati peggiorativi! E non si capisce perchè. Tex Willer (dove è libero di fare tutte le retcon che vuole) dimostra che non ha disimparato a scrivere. Non si è bevuto il cervello. Da dove viene questa incapacità di valutare i danni che sta facendo? Hybris? Arroganza? Fretta? Gli hanno fatto odiare il personaggio anche a lui? Non lo so, so solo che è ora di piantarla, se devo beccarmi un "miglioramento" banalissimo dei capolavori di GL Bonelli ogni volta che apro un Tex, forse è ora di mandarli tutti a donne di facili costumi e rileggermi i capolavori di GL Bonelli, com'erano (nelle anastatiche o negli originali) senza tanti pasticciamenti "moderni"
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  43. Allora...Letta la storia...Non male, classica per certi aspetti (il possidente malandrino), con personaggi ostici come lo yaqui, "grigi" come Long John e "duri" come Selina Sanchez. Le sparatorie e i duelli mi sono piaciuti, Rauch ha costruito bene secondo me la parte dinamica ma così così quella psicologica. Tex sul pezzo, Carson un po' più in ombra, bello rivedere lo sceriffo Tom Rupert. Qualche classica espressione come battua che ti fa capire di essere in famiglia. Passando all'aspetto grafico Palumbo ha un tratto che rende bene l'idea del movimento, non male i visi e i corpi. Texone promosso seppur con qualche calo introspettivo. Rauch doveva "dare gas" sull'aspetto psicologico ed emotivo. Secondo me ha costruito una storia discreta dal punto di vista dinamico ma non ha messo "cuore" pur avendo le occasioni. Concordo su tutto 😉😁
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  44. Ticci unico autore ad essere presente dalla prima storica fascia (1-100). Rispetto per un maestro assoluto!
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  45. Anche a me il nome Sam Shepard dice qualcosa... più Monti o Ticci che Nicolò. Mi ha fatto piacere rivedere il tratto di Del Vecchio che porta ancora diversi echi di "Nueces Valley" La storia in sè non è niente di sconvolgente, il Carson con pizzetto e baffetti neri già lo conoscevamo, e non essendo Tex viene lasciato più libero di esprimere una vena 'romantica' (in senso ottocentesco) se non proprio melodrammatica (soprattutto nel finale) con diversi richiami ai romanzi di Dumas, e non solo per i tre moschettieri, benchè Carson forse risponde più all'iconografia del più 'raffinato' Aramis che non del più 'tormentato' Athos. Anche se, nel 'dieci anni dopo', il Carson un po' più maturo torna ad assomigliare di più alla prima versione di Tom Selleck/Magnum PI o, meglio, Carabina Quigley (un po' più scapigliatura, meno la brizzolatura). Curiosità sulla 'stella d'argento'. I 'badge' dei Texas Rangers venivano (e credo siano tutt'ora) ricavati dalle monete messicane (la legge americana vietava, e vieta fin da allora, di 'deface' ovvero di 'modificare' la moneta americana (se ricordate in vecchissimi Tex l'usanza di prendere monete d'argento per farne, invece, speroni)). I primissimi - quelli fino al 1870 circa, i cosiddetti 'Aten company' - erano ricavati preferibilmente da monete 'ocho peso' e non 'cinco peso', che sono invece la versione successiva ed attuale e non avevano, almeno per quanto riguarda i pochi esemplari sopravvissuti, le foglie d'alloro sul bordo ma erano 'lisci'. Il badge di Kit Carson nello speciale viene mostrato due volte, a pag. 9 ed a pagina 72, ed è la versione 'cinco peso, post 1870'. Mi sembra di capire che dovrebbe essere lo stesso distintivo, ma a pag. 9 si legge sopra le iniziali 'K.C.' anche il numero 6, mentre a pag, 72 il numero 6 non c'è (dei distintivi se ne parla ancora a pagina 104, ma siamo 'dieci anni dopo'). Bisognerebbe fare un confronto poi sia con la versione 'originale' di GLB e sia con quelli 'imminenti' nella serie Tex Willer nel numero di agosto. More info: https://authentictexas.com/the-cinco-peso-badge/ A titolo di semplice curiosità storica EH (che poi c'è chi comincia a fare le soliti inutile polemiche sul nulla solo per frullare gli ammennicoli)
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  46. Io mi rendo conto che sei una causa persa e quindi ho deciso di smettere di combatterla. Tu fai pure come ti pare. Da parte mia, mi godrò le prossime storie.
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  47. Mi dispiace se hai percepito il mio commento come un attacco a te, anche perché sei uno degli utenti che maggiormente apprezzo per acutezza delle osservazioni e conoscenza enciclopedica del mondo del fumetto. Né, nei miei anni di permanenza su questo forum, abbiamo mai avuto ragione per scontrarci. Semplicemente, in questo caso il mio punto di vista è diverso dal tuo: a me non sembra che il Tex di questo albo si limiti a sparare e a menare le mani. E, se mi permetti solo per questa volta l'uso di un argumentum ad hominem, ho l'impressione che, in fin dei conti, la tua implacabile capacità di analisi dei fumetti finisca per privarti un po' del piacere della lettura. Ciò posto, non solo hai tutto il sacrosanto diritto di dettagliare le critiche che ritieni (ci mancherebbe altro!), ma, per mio conto, ti invito a continuare a illustrarci le tue considerazioni sulle storie del nostro Tex, visto che, condivisibili o meno che siano per me le tue valutazioni, sono per me (sempre) uno stimolo di riflessione e (spesso) una fonte di conoscenza.
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  48. Perché non ho mai sentito usare "serpente" come insulto in veneto. Per lo stesso motivo sono passato dal lei al tu: in veneto il lei esprime ossequio ma non il distacco che voleva GLB.
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  49. Uno dei motivi secondo me sarà questo. Ma quello principale, a mio modo di vedere, è che ora c'è bisogno di rendere più credibile questa scena: a quei tempi, imho, bastava poco per tenere il lettore sulle spine(basti pensare al fatto che quando uscivano i primi albi i lettori ritenevano Tex un persona realmente esistita!) ; a differenza di ora che sicuramente noi lettori non siamo così "ingenui" da poter credere alla morte di un pard, a meno che non ci venga presentata con una scena forte e drammatica, che può farci sorgere un dubbio sulle condizioni di Carson. Propendo per la tua seconda ipotesi. Quella storia, se non sbaglio, fa parte delle storie in cui Tex usciva nel formato settimanale a striscia di 32 pagine. Tex e i suoi pard non avevano raggiunto quel successo che poi ebbero ed anzi poteva anche essere che Tex di li a poco chiudesse i battenti come per molte altre creazioni di GLB. I lettori ancora non davano per scontato che i pard non "potessero" morire e neanche GLB si poneva questi problemi e credo avesse poco tempo per domande di questo genere e per chiedersi se mostrare o meno il dolore nel volto di Tex. Le storie, considerata la brevit?, dovevano essenzialmente mostrare azione e scontri a fuoco per mantenere alta l'attenzione seguendo i gusti dei lettori di quegli anni, tutto il resto era superfluo.
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