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TWF - Tex Willer Forum

[338/340] I Diavoli Rossi


Voto alla storia  

41 members have voted

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personaggi molto diversi tra di loro tra gli assediati e con psicologie e personalit? ben definite (il che per Nizzi è una cosa più insolita).

Ad essere sincero io ho sempre pensato che quella volta Nizzi dovesse essere a corto di idee e, disperato, abbia acceso la TV: per sua fortuna rete 4 dava Ombre Rosse.
Non ho mai visto il film "Ombre rosse" percui non posso dire se i personaggi della storia assomigliano a quelli del film. Pu? anche darsi che siano stati presi come spunto per questa storia. In qualsiasi caso resta comunque un ottima storia basata su un soggetto che è un classico ed è inevitabile che gli autori prendano spunto da altre cose per sceneggiare le storie. Non ci vedo niente di male.
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sono d'accordo con La Tigre Nera nel senso che il Nizzi di quel periodo non aveva bisogno di niente e non era "disperato" nel trovare spunti per le sue storie e per scrivere belle sceneggiature. Ispirarsi alle volte significa anche omaggiare un film un libro eccetera...

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La storia e' un bellissimo affresco western, con cui Nizzi rende omaggio capolavoro di Ford Ombre Rosse. Sono d'accordo con quanto affermato dalla tigre nera e da Ulzana: ispirarsi ad un'opera cinematografica come in questo caso non significa "scopiazzare" perche' a corto di idee, a maggior ragione tenendo conto dell'epoca in cui Nizzi ne ha scritto il soggetto. Capitolo disegni: a me sono piaciuti anche se obbiettivamente non siamo di fronte al miglior Galep. Penso comunque che anche Ortiz con questo tipo di ambientazione avrebbe fatto un'ottimo lavoro.

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Tutto ciò che volete, ma io devo ancora perchè se un esordiente dice "ho scritto un western in cui un ufficiale messicano, condannato ingiustamente e privato del suo onore, diventa un assassino di potenti" la risposta è "ha copiato VxVendetta e Zorro(che in comune ha che vestono tutti e 3 di nero), non pubblichiamolo", mentre se uno già navigato dice "ho scritto un western con gli apaches che inseguono una diligenza ove ci sono una prostituta, un venditore ambulante, un fuorilegge, un ufficiale disonorato e un banchiere che deve fuggire perchè ha rubato, poi viene a salvarli la cavalleria, inoltre, l'ufficiale dice a Tex la stessa frase che dice Carradine a John Wayne" il suo è un omaggio.

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Tutto ciò che volete, ma io devo ancora perchè se un esordiente dice "ho scritto un western in cui un ufficiale messicano, condannato ingiustamente e privato del suo onore, diventa un assassino di potenti" la risposta è "ha copiato VxVendetta e Zorro(che in comune ha che vestono tutti e 3 di nero), non pubblichiamolo", mentre se uno già navigato dice "ho scritto un western con gli apaches che inseguono una diligenza ove ci sono una prostituta, un venditore ambulante, un fuorilegge, un ufficiale disonorato e un banchiere che deve fuggire perchè ha rubato, poi viene a salvarli la cavalleria, inoltre, l'ufficiale dice a Tex la stessa frase che dice Carradine a John Wayne" il suo è un omaggio.

Il discorso è più complesso di quello che si potrebbe pensare. A mio avviso non si tratta di essere un autore navigato o meno. Per carit? potrebbe benissimo capitare che a uno con più esperienza sia concessa più libertà che a un esordiente. Però se proprio dobbiamo dirla tutta per ogni storia scritta in qualsiasi fumetto o da qualsiasi altra parte ce ne sarà sempre un altra che le somiglia perchè alla fine le idea e i soggetti sono quelli ed è sempre più difficile avere storie del tutto inedite con idee mai avute da nessun altro.
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E chi lo nega... resta però il fatto che "omaggio" per me è mettere il cattivo che dice a TEx "dalle mie aprti si dice che quando l'uomo con la pistola incontra l'uomo col fucile, l'uomo con la pistla è un uomo morto" (che poi l'abbia fatta dire a uno dei cattivi meno significativi della saga texana è secondario)... se però mi metti una storia in cui Tex arriva a dorso di mula e stende secchi 4 bulli perchè alla sua mula non piace la gente che ride. e poi si barcamena tra le 2 famiglie più potenti nel tentativo di fregarle entrambe per poi venire menato a sangue ed infine avere la sua riscossa.. qui si è oltre l'omaggio ;)

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E chi lo nega... resta però il fatto che "omaggio" per me è mettere il cattivo che dice a TEx "dalle mie aprti si dice che quando l'uomo con la pistola incontra l'uomo col fucile, l'uomo con la pistla è un uomo morto" (che poi l'abbia fatta dire a uno dei cattivi meno significativi della saga texana è secondario)... se però mi metti una storia in cui Tex arriva a dorso di mula e stende secchi 4 bulli perchè alla sua mula non piace la gente che ride. e poi si barcamena tra le 2 famiglie più potenti nel tentativo di fregarle entrambe per poi venire menato a sangue ed infine avere la sua riscossa.. qui si è oltre l'omaggio ;)

Mettiamola così: c'è chi sa "copiare" bene e chi non sa copiare. Poi il concetto di citazione e plagio è così labile. Credo sia un fatto di percezioni, te ne accorgi se l'autore usa un espediente preso da altre fonti per raccontare la SUA storia. Il pregiudizio sulle fonti di ispirazione è una pratica di questi ultimi anni che è arrivata a gradi di parossismo assurdo, nel senso che ancora prima che una storia esca già c'è la caccia alla fonte (vedasi la nuova serie di Lukas) ritrovo questa cosa riprorevole. In questa storia Nizzi ha usato un canovaccio celebre (la diligenza assediata) e l'ha condotto con maestria.
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E' con storie come questa che Nizzi dimostra tutto il suo valore come sceneggiatore di Tex. Il soggetto sembra abbastanza scontato, ma lo sceneggiatore estrae dal cilindro alcuni personaggi memorabili ( Bellamy su tutti) e alla fine la storia risulta splendida e resta impressa nella memoria. Ho anche io notato una certa somiglianza con " La grande Invasione" (che però ritengo nettamente superiore soprattutto sul piano dell'epicit? e del pathos). Galep mi è piaciuto, il suo stile si adatta molto bene alla trama. Intervengo anche sul discorso Ortiz... che " sulla pista di Fort Apache" sia un capolavoro assoluto sono il primo a dirlo ( secondo me è una delle 10 storie più belle dell'intera saga), ma se vogliamo trovarle un punto debole, secondo me è il disegno... Ortiz non mi convince e forse mi sono prevenuto un pochino con lui a causa di " montagne maledette" che non mi è mai piaciuta troppo... Soggetto: 8Sceneggiatura: 10Disegni: 8Voto globale alla storia: 9

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  • 8 months later...

A parte i disegni che rivelano un Galep in calo vertiginoso (la ragazza in particolare ha espressioni che rasentano il ridicolo) la storia, che ho appena riletto, l'ho trovata godibile anche se trovo anche solo il paragone con La grande invasione di Borden pura blasfemia; bella storia si, ma nulla a che vedere con quel capolavoro che tocca livelli di epicità visti gran poche volte nell'intera saga. Comunque questa storia merita un bel 7 (anche se la qualità dei disegni è da 4)

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A parte i disegni che rivelano un Galep in calo vertiginoso (la ragazza in particolare ha espressioni che rasentano il ridicolo) la storia, che ho appena riletto, l'ho trovata godibile anche se trovo anche solo il paragone con La grande invasione di Borden pura blasfemia; bella storia si, ma nulla a che vedere con quel capolavoro che tocca livelli di epicità visti gran poche volte nell'intera saga. Comunque questa storia merita un bel 7 (anche se la qualità dei disegni è da 4)

Lungi da me criticare i tuoi gusti, ognuno ha i suoi e ci mancherebbe che fosse il contrario, però a me non sono sembrati cosiì male i disegni di Galep. Un calo più evidente su vedrà nel Texone o in "Soldati a cavallo". Una piccola precisazione poi: il paragone con la storia di Boselli "La grande invasione" sta nell'analogia degli uomini assediati nel forte, concordo con te che quella storia è superiore ma pure questa non è male.

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Ammetto che di Galep riesco ad apprezzare appieno soltanto gli apici del suo livello artistico, essendo maggiormente legato al modo più moderno di disegnare Tex inaugurato da Ticci.  O se devo restare alle prime centinaia al tratto di Nicolò.

Ciò non toglie che per i primi trecento numeri il tratto di Galep mi piaccia molto e che alcune sue prove le metta tra le migliori dell'intera serie (per esempio Il figlio di Mefisto o Città senza legge e molte altre). A mio parere Galep dalla storia dei thugs (312-314) in poi cala precipitosamente tanto nelle copertine quanto nelle poche storie che firma. Questa pur non essendo impubblicabile la trovo disegnata in maniera orrenda; lui che disegnava ai tempi belli tanto bene le ragazze disegna quella presente qui (che dovrebbe essere carina stando alla trama) con un'espressione da IQ 35, lo strabismo di Tex arriva a livelli tali che non si capisce come faccia a centrare il bersaglio e un sacco di vignette presentano errori più o meno grossolani. Secondo me Galep avrebbe dovuto ritirarsi prima, mette tristezza assistere a questa decadenza in artisti che si sono tanto amati. Stesso discorso vale per quanto mi riguarda per Letteri ed Ortiz. Poi come dici tu i gusti son gusti.

Sul paragone con la storia di Boselli hai invece perfettamente ragione, faccio mea culpa.

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  • 4 years later...

Storia fatta molto bene, come quasi sempre in questo periodo. Il soggetto è  piuttisto spoglio, ma Nizzi ha l' asso nella manica dei passeggeri della diligenza e degli occupanti  della stazione di posta, tutti eccellentemente caratterizzati. I disegni di Galep non sono quelli  di una  volta, ma sono comunque  molto  efficaci.

Voto 8.5

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Considerando il suo consolidato stile, "I diavoli rossi" appare come una trama atipica di Nizzi. Un episodio alquanto breve, dal soggetto molto scarno, sebbene marcatamente western, che deve la sua discreta riuscita, a una sceneggiatura impeccabile e la variegata presenza di personaggi ben caratterizzati. Proprio le azioni e le storie di ogni coprotagonista, rappresentano il cuore pulsante dell'episodio. Lo sceneggiatore, quasi come un Boselli ante litteram, si sbizzarrisce a far recitare una folta schiera di interessanti personaggi: si passa dalla coppia di postiglioni, al malinconico ex militare, passando dal sarto galantuomo, alla dolce maestrina o all'infido rinnegato Colin Chase. Gli Apaches sul sentiero di guerra, l'assalto alla diligenza, l'assedio alla stazione di posta, rappresentano tutte situazioni tipiche del genere, tuttavia saranno proprio le sfaccettature delle sue creature a far lievitare il valore dell'esito finale. Personalmente ritengo che Boselli in seguito riuscirà molto meglio in simili schemi narrativi, tuttavia Nizzi non demerita e facendo leva su dialoghi incisivi e una coppia di ranger altamente performanti, riesce a fare il salto di qualità a un presunto riempitivo. Da citare il ribrezzo che provoca il personaggio di Bellamy, un uxoricida codardo e meschino a cui fanno da contraltare le bellissime figure dell'ex capitano Freemont e il bandito eroe Benton. Sebbene con il veleno nel cuore, devo ammettere che i disegni di Galep palesano un vorticoso calo qualitativo. Concordo con chi precedentemente ha fatto notare che la buona riuscita di alcuni protagonisti, si debba anche alla capacità di recitazione facciale che il compianto papà grafico di Tex riuscì comunque a fornire con molto mestiere, così come non sfigurano le anatomie dei cavalli, ma il resto non è all'altezza del suo standard artistico. Troppe vignette appaiono tirate via e inchiostrate con poca cura, molti primi piani risultano sgraziati, Carson troppo spesso sembra la copia di "Matusalemme" per quanto viene rappresentato vecchio e pure il viso di Tex assume troppe variazioni durante le tavole. L'affetto che mi lega a Galep e alla sua immensa arte, mi imporrebbe di non esprimere simili giudizi negativi, ma ritengo sia onesto esternare il mio reale giudizio. D'altronde rientra nelle leggi della natura che anche le rose più profumate e vellutate col tempo siano destinate ad appassire, e, in par modo, l'innato talento di un maestro, col trascorrere delle primavere, può risultarne scalfito. Il mio voto finale è 7

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  • co fondatore

Questa storia è la versione postmoderna di Ombre Rosse. Potrebbe piacere a Tarantino. C'è anche un tocco carpenteriano nella sequenza dell'assedio.

Da questa storia comincia il crollo definitivo di Galep. In confronto i disegni de Gli strangolatori son quasi degni del suo periodo di massimo splendore.

 

TESTI: 8

DISEGNI: 6

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Una goduria rileggere questa storia puramente western all'interno della quale troviamo una caratterizzazione dei personaggi molto approfondita. Ma come poteva essere altrimenti, visto che si basa soprattutto su questo?
Tex è il solito dominatore della scena e del gruppo, ma l'azione si svolge coralmente per dar modo a tutti di interagire e farsi conoscere dal lettore. Ognuno ha una sua storia alle spalle eccetto la ragazza, della quale, purtroppo, non ci viene raccontato niente. Sembra messa lì per calibrare il peso degli altri passeggeri.

I disegni di Galep non mi sono affatto dispiaciuti. Anzi, li trovo migliori di altre prove dello stesso periodo.

Voto alla storia: 8,8

Voto ai disegni: 8

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  • 1 year later...

E arriviamo a questa "i diavoli rossi" nella rilettura quarantenale dei vecchi classici, in cui ho cominciato da Nizzi.

Mah, francamente non mi trovo d'accordo con diversi commenti che mi hanno preceduto. A me non pare nemmeno un Nizzi dei tempi d'oro questo.

Trama classicissima e presa in prestito da famosi film, ovviamente. Nulla di male, chiaro, ma trovo la psicologia dei vari personaggi appena abbozzata e tutta la storia narrata in modo molto fiacco, tanto che ho trovato superiore, seppur di poco,  la recentissima "l'assedio di Mezcali" che riprende il tema e che di suo è tutt'altro che una storia indimenticabile.

Insomma, nessuna emozione da questa rilettura.

Non contribuisce a migliorare le cose un Galep disastroso e, direi, quasi impubblicabile, purtroppo.

Nizzi 5 Galep 3.

Edited by valerio
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<span style="color:red;">7 ore fa</span>, valerio dice:

E arriviamo a questa "i diavoli rossi" nella rilettura quarantenale dei vecchi classici, in cui ho cominciato da Nizzi.

Mah, francamente non mi trovo d'accordo con diversi commenti che mi hanno preceduto. A me non pare nemmeno un Nizzi dei tempi d'oro questo.

Trama classicissima e presa in prestito da famosi film, ovviamente. Nulla di male, chiaro, ma trovo la psicologia dei vari personaggi appena abbozzata e tutta la storia narrata in modo molto fiacco, tanto che ho trovato superiore, seppur di poco,  la recentissima "l'assedio di Mezcali" che riprende il tema e che di suo è tutt'altro che una storia indimenticabile.

Insomma, nessuna emozione da questa rilettura.

Non contribuisce a migliorare le cose un Galep disastroso e, direi, quasi impubblicabile, purtroppo.

Nizzi 5 Galep 3.

Io non la ricordo male questa storia anche se e' passato un po di tempo da quando l'ho letta,  ma sono sicuro che e' sicuramente migliore de L'assedio di Mezcali. ( per me naturalmente).🙋

.

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<span style="color:red;">9 ore fa</span>, Piombo Caldo dice:

Io non la ricordo male questa storia anche se e' passato un po di tempo da quando l'ho letta,  ma sono sicuro che e' sicuramente migliore de L'assedio di Mezcali. ( per me naturalmente).🙋

.

Bo, a me non ha mai detto nulla. E ora ancor meno di prima....

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  • 1 year later...

Questa storia ha rappresentato un ingombrante ostacolo nella mia opera di recupero delle vicende di Tex che non avevo letto.

Devo dire la triste verità: mi sono arenato d'innanzi a una vignetta del primo albo in cui Tex è più grande del cavallo! Mi sono molto intristito a vedere un Galep in così cattiva forma, ed è stato forse il timore di imbattermi in altre vignette del genere a bloccarmi.

 

Più di recente, sono riuscito a leggerla tutta, ricredendomi sulla riuscita di almeno una parte delle tavole, nonostante un Carson dipinto qusi fosse centenario.

 

La trama mi è parsa molto ben congegnata, con diversi personaggi assai riusciti: accanto al disgustoso Bellamy, all'infido Colin Chase, a Benton, non dimenticherei la bella e simpatica figura del postiglione. Sciapo, invece, è il personaneggio della bella fanciulla, come da altri è stato notato.

 

Peraltro, dopo aver concluso la lettura de I diavoli rossi posso dare ragione ha chi ha visto ne L'assedio di Mezcali solo un pallido revival di questa bella avventura western.

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  • 1 year later...

Nulla da fare: ci sono storie che, per un qualche motivo, ogni volta che torni a rileggere tornano a trasmetterti sempre le medesime sensazioni ed emozioni. Una di queste è, appunto, I diavoli rossi: una storia di ottimo livello ma non certo un capolavoro assoluto, eppure in grado, con ogni probabilità proprio perché trasuda epopea western da qualsiasi angolazione la si analizzi, di lasciare il segno. Quasi un paradosso, se in aggiunta si considera come in sede di sceneggiatura Nizzi non brilli per inventiva ed originalità (si limita, al contrario, a ricalcare sin troppo fedelmente il capolavoro del cinema western Ombre rosse di John Ford), e come al tempo stesso anche Galep, per gli arcinoti motivi di età e soprattutto di salute, sforni in questa circostanza una prova nel complesso sufficiente ma non all'altezza delle sue perle migliori.


Punto di forza della storia, per quanto mi riguarda, è il campionario di variegata umanità che viaggia a bordo della diligenza: da Bellamy, omicida in fuga, al capitano Fremont, individuo in gamba ma roso dal rimorso per una macchia nella sua carriera, passando per i "piedidolci" Peggy ed Adam Peabody, goffi ma non troppo, e per infine terminare con il bieco cacciatore di taglie (nonché, come si verrà a sapere in seguito, tra i responsabili della vendita di armi alla medesima banda di indiani) Colin Chase - immediatamente preso di petto dai due pards in un siparietto memorabile - ed il simpaticissimo postiglione Danny Morgan, senza dimenticare il valido ma sfortunato uomo di scorta Budd. Tutti loro, con l'aggiunta di Tex e Carson, si ritrovano asserragliati dalla banda di apaches condotta dal sanguinario Piccolo Lupo presso il trading post di Yampa Flat, ove trovano il gestore messicano Pablo e la moglie, oltre al "bandito gentiluomo" Ray Benton. Con l'eccezione di Budd, ucciso durante l'attacco alla diligenza, il variegato gruppo si ritrova assediato presso la stazione di posta, e ciascuno dei presenti è giocoforza indotto a mostrare la propria vera natura: se Tex e Carson, come prevedibile, si ergono con naturalezza a leader del gruppo ed assolvono all'incarico nel migliore dei modi, c'è chi cade valorosamente, ed in parte riscattano il proprio passato (il capitano Fremont e Ray Benton), e chi si rivela una carogna (Chase, che viene sonoramente sbatacchiato da Tex in un'altra sequenza da applausi) o semplicemente un vigliacco (Bellamy).


Molto ben curato da Nizzi l'assedio dei "diavoli rossi" di Piccolo Lupo, in grado di trasudare epicità, premiato dal sostanziale successo finale, grazie certamente al tempestivo arrivo della cavalleria ma soprattutto per via delle innumerevoli dimostrazioni di valore da parte di quasi tutti i difensori (compreso chi non ti aspetti, come il mite sarto Peabody), mentre non regalano sorprese Bellamy, che si illude di poter fuggire ma viene trasformato in puntaspilli di frecce dagli assedianti, né tanto meno Chase, infilzato con una lancia da Piccolo Lupo convinto del suo tradimento (una sorte, questa, che sa di paradosso e di ironia della sorte, poiché, come anche Tex non manca di sottolineare, fondamentalmente Chase muore per la sola colpa che in effetti non gli si può attribuire).

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