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TWF - Tex Willer Forum

[Strisce Anastatiche di Tex]


Diablero

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Dite quello che volete, ma io mi sto divertendo un sacco a ri(ri... ri...)leggere le prime vicende di Tex in questo formato.

Il ritmo è fantastico, e ogni striscia ti lascia nuove emozioni e si vede bene con si "completino" ogni volta con tutto quello che serve per appassionare.

Non so quanto potrò andare avanti, ma per adesso è pura goduria.

Per quanto mi riguarda, la striscia inedita (mooolto più decompressa, seppur interessante) la potevano risparmiare. Certo... è pur sempre un'altra storia di Tex!.

 

So long.

Gianpaolo 

 

PS: da me oggi è arrivata già la 4a uscita. Hanno pensato bene di rinforzare il fascicoletto con un pezzo di cartone posto all'interno. Era difficile non piegarlo nel trasporto, prima.

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Il 30/10/2021 at 18:01, ComixComunity dice:

Dite quello che volete, ma io mi sto divertendo un sacco a ri(ri... ri...)leggere le prime vicende di Tex in questo formato.

Siamo almeno in due! :)

 

Il 30/10/2021 at 18:01, ComixComunity dice:

PS: da me oggi è arrivata già la 4a uscita. Hanno pensato bene di rinforzare il fascicoletto con un pezzo di cartone posto all'interno. Era difficile non piegarlo nel trasporto, prima.

Mi viene il sospetto che la presenza del cartoncino di rinforzo sia completamente casuale: io l'ho trovato già nella terza uscita mentre nella quarta che ho comprato questa mattina manca, quindi ho solo il fascicoletto buttato dentro con le tre strisce.

Effettivamente per 5 euro non penso che alla Bonelli andrebbero in rovina inserendo qualcosa... Con tutto il cartone usato per le prime due uscite... :D :D

 

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Per informazione, nella mia terza uscita nessun cartoncino, nella quarta di oggi un cartoncino anonimo in mezzo al fascicolo per tenerlo rigido.

Il mistero dei cartoncini a casaccio è però nulla in confronto al mistero del Tex "Miller": chissà se arriveremo a sapere prima chi ha ucciso JFK o chi ha sostituito la K con la M...

Edited by PapeSatan
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<span style="color:red">32 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

Per informazione, nella mia terza uscita nessun cartoncino, nella quarta di oggi un cartoncino anonimo in mezzo al fascicolo per tenerlo rigido.

Il mistero dei cartoncini a casaccio è però nulla in confronto al mistero del Tex "Miller": chissà se arriveremo a sapere prima chi ha ucciso JFK o chi ha sostituito la K con la M...

Quando ho letto "Miller" mi sono messo a ridere. :D

 

Tra l'altro, non ricordo che questo tipo di svista sia stato indicato nei fascicoletti. Ma potrei ricordare male.

 

So long.

Gianpaolo.

 

Peraltro uno dei "Killer" rimasti (non chiedetemi a che punto :P ), avrebbe avuto anche un senso, a ben vedere. Se ricordo bene la scritta inizia con "Killer... (3 puntini)" ecc. In effetti in quel momento Tex si sta rivelando un killer spietato della Mano Rossa.

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Che meraviglia poter rileggere queste storie con i dialoghi originali! 

Mi sto proprio godendo la lettura.

 

Tra l'altro per curiosità hi preso in mano la ristampa de "Il Totem Misterioso" contenuta nella DYNAMITE BOX e la qualità della ristampa anastica in corso mi sembra decisamente migliorata, anche a voi ha dato la stessa impressione?

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Puro godimento all'ennesima potenza.
GLB era un fenomeno, un autore straordinario e irripetibile.

Il ritmo di ogni striscia è altissimo e presenta ogni volta un climax ascendente che ogni albo rilancia, in pratica incollandoti alla pagina e facendoti chiedere (come se già non lo sapessi) cosa accadrà nel prossimo numero.

Le vignette ricche di testo soddisfano l'esigenza di non esaurire quel tesoretto in due minuti netti e i dialoghi, per quanto ancora non affinati dall'esperienza che renderà cotanto autore semplicemente il migliore, sono già ad un livello elevato. 

Anche il caro Galep trae gloria da quest'ottima pubblicazione anastatica e le sue copertine sono costantemente appassionanti e avventurose.

 

Giubilo! :wub:

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La lettura del settimo volumetto a strisce ha alimentato la mia curiosità: presto sulla serie Tex Willer rileggeremo della Mano Rossa; come se la sarà cavata Boselli tra ranger con la divisa e accampamenti con tende da campeggio? Sarà filologicamente fedele alla Storia o alla Storia del fumetto?

 

Intanto, ribadisco che è una goduria leggere le strisce. E' oggettivamente impossibile valutare la qualità della scrittura di questi episodi, una volta che siano montati su albo gigante. E anche i disegni di Galep, riportati alla loro originaria impostazione guadagnano in resa e dinamicità

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<span style="color:red">8 ore fa</span>, F80T dice:

Sarà filologicamente fedele alla Storia o alla Storia del fumetto?

Io opterei per la prima ipotesi. D'altronde in Tex Willer abbiamo visto come Orso Grigio (il padre di Tesah) sia stato ridisegnato come un vero Pawnee mentre nella striscia originaria era un "pellerosa" abbastanza generico e stereotipato.
Credo che per la sensibilità dei lettori moderni (in grado di distinguere errori nella meccanica delle armi da fuoco, per dire) sia più importante una certa fedeltà storica. (PEr capirci, anche io la preferisco :) )

<span style="color:red">11 ore fa</span>, Vecchio Serpente dice:

Puro godimento all'ennesima potenza.

Concordo: non si tratta di una spesa di poco conto ma il piacere (un po' infantile forse) del possesso e della lettura (nonché meramente tattile) è al top :)

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Quando ne avrò il tempo proseguirò con l'elenco delle censure principali, ma prima, vorrei fare qualche considerazione sulla primissima storia di Tex di GL Bonelli, la più breve che abbia mai fatto, solo 3 strisce da 32 pagine, cioè 32 tavole da tre strisce. Come una storia di un color storie brevi.

 

Solo che il confronto con le storie dei color è impietoso, anche sono in termini "quantitativi", le cose che accadono, e come sono raccontate:  Guardate per esempio la terza striscia, "terrore a Calver City". Inizia con Tesah e Tex legati e alla mercè di Coffin. Dopo tre strisce Coffin se ne fa, la quarta striscia mostra che Dente di Lupo è ancora vivo, nella sesta libera Tex (saremmo a pagina 2 di un gigante), nella settima e ottava Tex dice cosa farà..  e non c'è bisogno di farcelo vedere, nella striscia 9 hanno già spostato e nascosto il tesoro, e Tex si separa da Tesah per compiere la sua vendetta. Nella striscia 11 è già a Calver City, lo scontro con il duello con Coffin nel saloon dura cinque strisce. lo scontro finale con Ciffin dura tre strisce. Eppure tutto è chiaro e ben spiegato.

 

Nessuno ormai alla Bonelli è più capace di scrivere così. I moderni "influencer alla moda" inorridirebbero a vedere la prima didascalia di pagina 9: "ma come! Dopo che hai detto che ha nascosto il tesoro non ce lo fai vedere? Bisogna far vedere spostare ogni pezzo del tesoro, sennò il lettore si lamenta! (e poi così mi pagano più pagine!)"

 

In uno Zagor recente ci sono diverse pagine dedicate a far vedere Zagor che taglia i rami di un albero per usare il tronco come ponte improvvisato. Lo fanno proprio vedere, per diverse pagine. Altrimenti il lettore moderno per loro non si fida, o non capisce il concetto di "tagliare i rami". l'arte dell'allungamento del brodino portata nella Bonelli attuale al punto più alto.

 

Ci saranno mille altri motivi sociologici, tecnologici, culturali e via via, fino alle congiunzioni astrali e alle maledizioni azteche, ma siamo sicuri sicuri che il fatto che pubblicare brodini allungati non abbia proprio niente a che vedere con il calo delle vendite? Quanto avrebbero venduto all'epoca strisce di Tex come quelle "inedite" allegate a questa anastatica, con il loro ritmo "moderno"? Che dite, i ragazzini dell'epoca le avrebbero adorate in estasi, dicendo "come sono moderno! Guarda quante pagine dedicano a farci vedere quello che sappiamo già!", o... avrebbero letto altro?

 

Inoltre, allungare il brodo significa che servono più pagine, quindi leggere costa di più. Mentre se si fosse più concisi ed essenziali (o semplicemente si evitassero lungaggini) i fumetti costerebbero meno. (ma lo so benissimo che il ragionamento per l'editore è opposto: devono riempire tot pagine in qualche maniera, allungare il brodo è la maniera più semplice)

 

----------------------

Per un esempio, basta pensare ad Occhio Cupo.

 

Ogni tanto sento qualcuno arrovellarsi: "come mai Occhio Cupo, curato e disegnato dettagliatamente, non vendeva mentre Tex fatto in fretta senza tanta cura vendeva? È la prova che il popolino bue non capisce niente!". Mentre invece chi non capisce niente è proprio chi fa questi discorsi...

 

La domanda "perchè Occhio Cupo non vendeva e Tex sì" è malposta. Sembra basata su un equazione idiota, "un lettore o compra Tex o compra Occhio Cupo, uno dei due lo deve comprare, è obbligatorio, ma non tutti e due". È una gara ridicola che serve a non capire.

 

Occhio Cupo era un fallimento annunciato a inevitabile, indipendentemente da Tex. Non importa la cura che ci mettevano, era nel formato sbagliato: un formato ormai superato e che stava per estinguersi, un formato superato e costoso pensato per i lettori degli anni 30. NESSUNA serie di quel formato riuscì a sopravvivere a lungo nel dopoguerra (persino le ristampe di Furio Almirante, personaggio di grande successo, quello di maggiore successo di GL Bonelli dopo Tex, non vendevano in quel formato e dovettero essere chiuse, anche se come ristampe costava molto meno farle)

 

Una cosa che non tutti hanno chiara è che il fumetto "popolare" in italia nasce nel dopoguerra. Mentre negli USA gli economici "comic book" si vendevano come il pane con tirature che potevano superare il milione di copie (Capitan America #1) in Italia i fumetti venivano ancora pubblicati in costosi "giornali" di grande formato e pochissime pagine, zeppi di articoli e rubriche, per i figli della borghesia milanese. in un paese ancora in gran parte analfabeta. i "grandi successi" dell'epoca erano con tirature molto inferiori a quelle che si avranno nel dopoguerra.

 

Occhio cupo non era proprio in quel formato (GL Bonelli aveva già inventato anni prima "l'albo giornale" con l'Audace, riducendo drasticamente le rubriche e dedicando gran parte di ogni albo ad un singolo fumetto, creando praticamente il primo "comic book" italiano, e la carenza di carta aveva fatto progressivamente ridurre le dimensioni delle pagine fino a quelle dei cosiddetti "albi d'oro") ma era ancora figlio di quella concezione: curatissimo, con disegni dettagliati, ma costoso (30 lire per 8 pagine di fumetto + rubriche).

 

Nel dopoguerra c'è il boom delle collane economiche, anche nei libri (la prima collana economica, la Biblioteca universale Rizzoli, nasce nel 1949). la gente aveva fame di svago, e senza internet, televisioni o smartphone, e con il cinema che stentava a ripartire e con biglietti ancora cari, cercava cose da leggere. Ma di soldi ne giravano molti meno che prima, la borghesia "colta" si era in gran parte impoverita e cercava adesso opere economiche, mentre intanto i figli dei poveri uscivano dalle scuole cercando cose economiche da leggere.

 

Un volume della Biblioteca Universale Rizzoli costava 50 lire ogni 100 pagine, e in mezzo ai classici ti pubblicava Dumas. poteva competere un "albo giornale" che ti pubblicava 8 pagine alla settimana a 30 lire?

 

In quegli anni c'è invece il boom del "formato a striscia": economico (anche perché si stampavano a tre per volta, riducendo i costi di stampa complessivi), pratico e agile, 32 pagine (che rimontate fanno 10,66 pagine, quindi il 33% di storia in più di Occhio Cupo, ma il confronto è ingannevole perchè nel formato a strisce entra più "storia" che non nelle grandi vignettone di Occhio Cupo), a sole 15 lire. La metà di occhio Cupo.

 

Cioè, hai il 33% di storia in più, a metà prezzo!  "Oh, come mai i ragazzi con pochi soldi in tasca preferivano Tex" e sti c***i! :laugh:

 

(del contenuto poi parlo in un post successivo, ma per me contava anche quello, Tex era violento, efferato, crudele, sadico, con donnine seminude e nessun intento pedagogico. Occhio Cupo era elegante e di buon gusto ed educato: onestamente voi che avreste scelto? A 14 anni poi... :P)

 

Questo confronto non parla solo del passato, parla anche dell'oggi.

 

All'epoca nella Bonelli si pubblicavano cose in un formato ormai antiquato, credendoci molto (occhio Cupo), e cose in un formato più adeguato ai tempi, senza crederci troppo (Tex, che se non ricordo male fu il terzo albo a striscia pubblicato in Italia, quindi proprio fra i primissimi. Era quindi ancora un formato che "si provava" perché a quel punto si provavano tutte per non fallire, ma senza crederci troppo)

 

Negli anni successivi credo che Sergio Bonelli abbia messo a frutta la lezione di Tex e Occhio Cupo: nel suo tenere sempre i prezzi bassi, per quanto possibile, e il linguaggio "popolare", anche se con incursioni a volte in temi più di nicchia, tipo con la Storia del West o i Protagonisti.

 

Ma oggi? Oggi credo che quella "lezione", sia stata completamente dimenticata. Alla Bonelli oggi sembrano "gli orfani di Occhio Cupo". Gli albi sono sempre più costosi, in formati magari più grandi, con disegni dettagliatissimi, educatini e politicamente corretti...   e i lettori giustamente preferiscono la TV o internet, che gli dà di più e costano molto meno.

 

Così come Occhio Cupo era in un formato degli anni 30, oggi la Bonelli pubblica le cose che il pubblico cercava negli anni 80, prima di internet: volumoni corposi, pieni di pagine, per riempire il tempo libero di ragazzi che non avevano internet, e in TV avevano pochi canali di qualità incredibilmente bassa (la maggior parte delle serie migliori USA in italia non arrivò mai, costavano troppo e RAI e Mediaset cercavano fiction per massaie)

 

Ma oggi...

1) i lettori fumetti sono grandicelli, i bambini ormai te li sei giocati.

2) I lettori adulti hanno pochissimo tempo per leggere, e scaffali ormai traboccanti di carta.

 

E loro, come ai tempi di Occhio Cupo, vogliono venderti roba pensata per un epoca che non esiste più: roba grande ed ingombrante,. migliaia di pagine decompresse, che richiedono ore ed ore (che non hai) per leggerle tutte, enormi librerie vuote per conservarle, e nient'altro da leggere o guardare fra un albo e l'altro per non distrarsi.

 

Non credo che oggi il formato a striscia sia adeguato (mentre all'epoca era risparmioso, con le tecnologie di stampa attuali è costoso), ma oggi per me i lettori cercano storie più brevi (sia perché hanno poco tempo e poco spazio) ma non nel senso delle scenette del Color Storie Brevi: vorrebbero storie più brevi perché meno allungate, più bistecche e meno brodini. il formato di "Tex Willer" si è rivelato vincente anche per quello, per me.

 

Ma temo che non sia solo un problema di scelte editoriali: chi sarebbe in grado oggi di scrivere bistecche e non brodini, alla Bonelli? Sono stati fatti altri tentativi di fare albi con meno pagine che si leggevano prima, ma erano il solito brodino allungato, pubblicato solo a fette più piccole (e ancora meno soddisfacenti)

  • +1 1
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6 ore fa, Diablero dice:

Quando ne avrò il tempo proseguirò con l'elenco delle censure principali, ma prima, vorrei fare qualche considerazione sulla primissima storia di Tex di GL Bonelli, la più breve che abbia mai fatto, solo 3 strisce da 32 pagine, cioè 32 tavole da tre strisce. Come una storia di un color storie brevi.

 

Solo che il confronto con le storie dei color è impietoso, anche sono in termini "quantitativi", le cose che accadono, e come sono raccontate:  Guardate per esempio la terza striscia, "terrore a Calver City". Inizia con Tesah e Tex legati e alla mercè di Coffin. Dopo tre strisce Coffin se ne fa, la quarta striscia mostra che Dente di Lupo è ancora vivo, nella sesta libera Tex (saremmo a pagina 2 di un gigante), nella settima e ottava Tex dice cosa farà..  e non c'è bisogno di farcelo vedere, nella striscia 9 hanno già spostato e nascosto il tesoro, e Tex si separa da Tesah per compiere la sua vendetta. Nella striscia 11 è già a Calver City, lo scontro con il duello con Coffin nel saloon dura cinque strisce. lo scontro finale con Ciffin dura tre strisce. Eppure tutto è chiaro e ben spiegato.

 

Nessuno ormai alla Bonelli è più capace di scrivere così. I moderni "influencer alla moda" inorridirebbero a vedere la prima didascalia di pagina 9: "ma come! Dopo che hai detto che ha nascosto il tesoro non ce lo fai vedere? Bisogna far vedere spostare ogni pezzo del tesoro, sennò il lettore si lamenta! (e poi così mi pagano più pagine!)"

 

In uno Zagor recente ci sono diverse pagine dedicate a far vedere Zagor che taglia i rami di un albero per usare il tronco come ponte improvvisato. Lo fanno proprio vedere, per diverse pagine. Altrimenti il lettore moderno per loro non si fida, o non capisce il concetto di "tagliare i rami". l'arte dell'allungamento del brodino portata nella Bonelli attuale al punto più alto.

 

Ci saranno mille altri motivi sociologici, tecnologici, culturali e via via, fino alle congiunzioni astrali e alle maledizioni azteche, ma siamo sicuri sicuri che il fatto che pubblicare brodini allungati non abbia proprio niente a che vedere con il calo delle vendite? Quanto avrebbero venduto all'epoca strisce di Tex come quelle "inedite" allegate a questa anastatica, con il loro ritmo "moderno"? Che dite, i ragazzini dell'epoca le avrebbero adorate in estasi, dicendo "come sono moderno! Guarda quante pagine dedicano a farci vedere quello che sappiamo già!", o... avrebbero letto altro?

 

Inoltre, allungare il brodo significa che servono più pagine, quindi leggere costa di più. Mentre se si fosse più concisi ed essenziali (o semplicemente si evitassero lungaggini) i fumetti costerebbero meno. (ma lo so benissimo che il ragionamento per l'editore è opposto: devono riempire tot pagine in qualche maniera, allungare il brodo è la maniera più semplice)

 

----------------------

Per un esempio, basta pensare ad Occhio Cupo.

 

Ogni tanto sento qualcuno arrovellarsi: "come mai Occhio Cupo, curato e disegnato dettagliatamente, non vendeva mentre Tex fatto in fretta senza tanta cura vendeva? È la prova che il popolino bue non capisce niente!". Mentre invece chi non capisce niente è proprio chi fa questi discorsi...

 

La domanda "perchè Occhio Cupo non vendeva e Tex sì" è malposta. Sembra basata su un equazione idiota, "un lettore o compra Tex o compra Occhio Cupo, uno dei due lo deve comprare, è obbligatorio, ma non tutti e due". È una gara ridicola che serve a non capire.

 

Occhio Cupo era un fallimento annunciato a inevitabile, indipendentemente da Tex. Non importa la cura che ci mettevano, era nel formato sbagliato: un formato ormai superato e che stava per estinguersi, un formato superato e costoso pensato per i lettori degli anni 30. NESSUNA serie di quel formato riuscì a sopravvivere a lungo nel dopoguerra (persino le ristampe di Furio Almirante, personaggio di grande successo, quello di maggiore successo di GL Bonelli dopo Tex, non vendevano in quel formato e dovettero essere chiuse, anche se come ristampe costava molto meno farle)

 

Una cosa che non tutti hanno chiara è che il fumetto "popolare" in italia nasce nel dopoguerra. Mentre negli USA gli economici "comic book" si vendevano come il pane con tirature che potevano superare il milione di copie (Capitan America #1) in Italia i fumetti venivano ancora pubblicati in costosi "giornali" di grande formato e pochissime pagine, zeppi di articoli e rubriche, per i figli della borghesia milanese. in un paese ancora in gran parte analfabeta. i "grandi successi" dell'epoca erano con tirature molto inferiori a quelle che si avranno nel dopoguerra.

 

Occhio cupo non era proprio in quel formato (GL Bonelli aveva già inventato anni prima "l'albo giornale" con l'Audace, riducendo drasticamente le rubriche e dedicando gran parte di ogni albo ad un singolo fumetto, creando praticamente il primo "comic book" italiano, e la carenza di carta aveva fatto progressivamente ridurre le dimensioni delle pagine fino a quelle dei cosiddetti "albi d'oro") ma era ancora figlio di quella concezione: curatissimo, con disegni dettagliati, ma costoso (30 lire per 8 pagine di fumetto + rubriche).

 

Nel dopoguerra c'è il boom delle collane economiche, anche nei libri (la prima collana economica, la Biblioteca universale Rizzoli, nasce nel 1949). la gente aveva fame di svago, e senza internet, televisioni o smartphone, e con il cinema che stentava a ripartire e con biglietti ancora cari, cercava cose da leggere. Ma di soldi ne giravano molti meno che prima, la borghesia "colta" si era in gran parte impoverita e cercava adesso opere economiche, mentre intanto i figli dei poveri uscivano dalle scuole cercando cose economiche da leggere.

 

Un volume della Biblioteca Universale Rizzoli costava 50 lire ogni 100 pagine, e in mezzo ai classici ti pubblicava Dumas. poteva competere un "albo giornale" che ti pubblicava 8 pagine alla settimana a 30 lire?

 

In quegli anni c'è invece il boom del "formato a striscia": economico (anche perché si stampavano a tre per volta, riducendo i costi di stampa complessivi), pratico e agile, 32 pagine (che rimontate fanno 10,66 pagine, quindi il 33% di storia in più di Occhio Cupo, ma il confronto è ingannevole perchè nel formato a strisce entra più "storia" che non nelle grandi vignettone di Occhio Cupo), a sole 15 lire. La metà di occhio Cupo.

 

Cioè, hai il 33% di storia in più, a metà prezzo!  "Oh, come mai i ragazzi con pochi soldi in tasca preferivano Tex" e sti c***i! :laugh:

 

(del contenuto poi parlo in un post successivo, ma per me contava anche quello, Tex era violento, efferato, crudele, sadico, con donnine seminude e nessun intento pedagogico. Occhio Cupo era elegante e di buon gusto ed educato: onestamente voi che avreste scelto? A 14 anni poi... :P)

 

Questo confronto non parla solo del passato, parla anche dell'oggi.

 

All'epoca nella Bonelli si pubblicavano cose in un formato ormai antiquato, credendoci molto (occhio Cupo), e cose in un formato più adeguato ai tempi, senza crederci troppo (Tex, che se non ricordo male fu il terzo albo a striscia pubblicato in Italia, quindi proprio fra i primissimi. Era quindi ancora un formato che "si provava" perché a quel punto si provavano tutte per non fallire, ma senza crederci troppo)

 

Negli anni successivi credo che Sergio Bonelli abbia messo a frutta la lezione di Tex e Occhio Cupo: nel suo tenere sempre i prezzi bassi, per quanto possibile, e il linguaggio "popolare", anche se con incursioni a volte in temi più di nicchia, tipo con la Storia del West o i Protagonisti.

 

Ma oggi? Oggi credo che quella "lezione", sia stata completamente dimenticata. Alla Bonelli oggi sembrano "gli orfani di Occhio Cupo". Gli albi sono sempre più costosi, in formati magari più grandi, con disegni dettagliatissimi, educatini e politicamente corretti...   e i lettori giustamente preferiscono la TV o internet, che gli dà di più e costano molto meno.

 

Così come Occhio Cupo era in un formato degli anni 30, oggi la Bonelli pubblica le cose che il pubblico cercava negli anni 80, prima di internet: volumoni corposi, pieni di pagine, per riempire il tempo libero di ragazzi che non avevano internet, e in TV avevano pochi canali di qualità incredibilmente bassa (la maggior parte delle serie migliori USA in italia non arrivò mai, costavano troppo e RAI e Mediaset cercavano fiction per massaie)

 

Ma oggi...

1) i lettori fumetti sono grandicelli, i bambini ormai te li sei giocati.

2) I lettori adulti hanno pochissimo tempo per leggere, e scaffali ormai traboccanti di carta.

 

E loro, come ai tempi di Occhio Cupo, vogliono venderti roba pensata per un epoca che non esiste più: roba grande ed ingombrante,. migliaia di pagine decompresse, che richiedono ore ed ore (che non hai) per leggerle tutte, enormi librerie vuote per conservarle, e nient'altro da leggere o guardare fra un albo e l'altro per non distrarsi.

 

Non credo che oggi il formato a striscia sia adeguato (mentre all'epoca era risparmioso, con le tecnologie di stampa attuali è costoso), ma oggi per me i lettori cercano storie più brevi (sia perché hanno poco tempo e poco spazio) ma non nel senso delle scenette del Color Storie Brevi: vorrebbero storie più brevi perché meno allungate, più bistecche e meno brodini. il formato di "Tex Willer" si è rivelato vincente anche per quello, per me.

 

Ma temo che non sia solo un problema di scelte editoriali: chi sarebbe in grado oggi di scrivere bistecche e non brodini, alla Bonelli? Sono stati fatti altri tentativi di fare albi con meno pagine che si leggevano prima, ma erano il solito brodino allungato, pubblicato solo a fette più piccole (e ancora meno soddisfacenti)

 

A fronte di considerazioni giuste, ce ne sono altre molto sbagliate, in questo post.

 

Il ritmo narrativo della prima storia di Tex, indubbiamente perfetta per il suo intento, è volto a stupire e ad agganciare il lettore, in quanto PRIMA STORIA di una serie nuova. ci riesce perfettamente, ma con una serie di scorciatoie, salti logici e buchi di sceneggiatura che passano inosservati ma che ci sono e che non sarebbero più accettati oggidì. 

 

Dimentichi anche che è stato lo  stesso GL nel corso degli anni ad attualizzare stile e ritmo narrativo, sino a essere l'antesignano dello stile e del ritmo attuali, che da lui discendono.

 

Che poi qualcuno allunghi troppo il brodo è altro paio di maniche (e ti invito a dirmi se io l'abbia mai fatto, dove come e quando...;)

 

 

 

Edited by borden
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23 minutes ago, borden said:

A fronte di considerazioni giuste, ce ne sono altre molto sbagliate, in questo post.

 

Il ritmo narrativo della prima storia di Tex, indubbiamente perfetta per il suo intento, è volto a stupire e ad agganciare il lettore, in quanto PRIMA STORIA di una serie nuova. ci riesce perfettamente, ma con una serie di scorciatoie, salti logici e buchi di sceneggiatura che passano inosservati ma che ci sono e che non sarebbero più accettati oggidì. 

 

Dimentichi anche che è stato lo  stesso GL nel corso degli anni ad attualizzare stile e ritmo narrativo, sino a essere l'antesignano dello stile e del ritmo attuali, che da lui discendono.

 

Concordo sul fatto che GL Bonelli ha sempre adeguato il suo stile ai tempi, e l'ho scritto in diversi altri post rispondendo a chi diceva che faceva sempre le stesse storie. Non l'ho ridetto qui perché era un post su un tema specifico, non un compendio di tutta la storia editoriale di Tex!  :laugh:

 

Non arrivo a dire che le caratteristiche che oggi si notano nella Bonelli (il ritmo ultrarilassato, lo spiegazionismo e il citazionismo ossessivo) siano legate a lui o ne sia l'antesignano: quello che ha introdotto era il ritmo più disteso ed epico delle storie fatte direttamente per il mensile, ma quelle erano storie lunghe perché si cambiavano ambienti e situazioni, e accadevano tante cose, non perchè ci fossero lungaggini o eccessivi spiegazionismi.

 

Questo però dimostra che sapeva scrivere sia storie brevi che lunghe: è vero che non farà più storie così brevi come la prima (e l'ho anche scritto che era un caso unico), ma quando è servito...  l'ha saputa scrivere. Quanti autori Bonelli attuali saprebbero farlo?

 

(ed è per me sia un problema... aziendale, che culturale. Non c'è solo l'abitudine ad allungare il brodo, c'è anche più in generale e anche fuori dalla Bonelli la masochistica rinuncia a priori ad utilizzare le "armi tipiche" del fumetto, tipo didascalie e balloon-pensiero, "perché non ci sono nei film", che è come dire che nei film non ci dovrebbero essere suoni perché non ci sono nei fumetti. Per fortuna i cineasti non hanno la sudditanza culturale per i fumetti che hanno i fumettisti per i film...)

 

1 hour ago, borden said:

Che poi qualcuno allunghi troppo il brodo è altro paio di maniche (e ti invito a dirmi se io l'abbia mai fatto, dove come e quando...;)

 Tranquillo che quando lo fai te lo dico!  :laugh:

  • +1 1
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Trovo condivisibile quello che sostiene Boselli, cioé che il lettore maturo e documentato di oggi non tollelerebbe facilmente quello che i ragazzini o gli adulti affamati di lettura di allora accettavano di buon grado, anche inconsciamente. Ma sottoscrivo al 100% il commento di Diablero: io ho abbandonato Zagor quando si ê cominciato ad allungare il brodo con scene come quella descritta da Diablero, con spiegazionismo ossessivo e telecronache mentali, con flashback piú lunghi della narrazione al presente. Su Tex non vorrei che si arrivasse a tanto, Boselli certamente non é tra quelli che ha bisogno di allungare il brodo, le sceneggiature lunghe derivano automaticamente dal suo stile fatto di molti personaggi, ciascuno con le sue vicende, dagli intrecci delle sottotrame, dalla ricchezza dei riferimenti storici e sociali, dalla varietà degli ambienti non confinati a una riserva o a una foresta. 

Ma, d'altro canto, sembra che a molti lettori di questo forum le storie brevi non piacciano, tacciandole di trama debole e disegni "sperimentali".

Allora, propongo un esperimento, rivolgendomi a @borden pubblicare in un prossimo Color 5 storie brevi che siano la riscrittura sintetizzata (da te) di 5 storie fiume recenti non tue (diciamo dai 3 albi in su), ridisegnate da un "big". E' vero, sarebbero 5 storie già viste, ma raccontate NON come se fossero la rievocazione delle vicende intorno al fuoco di un bivacco, ma proprio come svolgimento in tempo reale, solo fatto alla maniera de "Il totem misterioso".

Edited by PapeSatan
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<span style="color:red">16 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

 

Allora, propongo un esperimento, rivolgendomi a @borden pubblicare in un prossimo Color 5 storie brevi che siano la riscrittura sintetizzata (da te) di 5 storie fiume recenti non tue (diciamo dai 3 albi in su), ridisegnate da un "big". E' vero, sarebbero 5 storie già viste, ma raccontate NON come se fossero la rievocazione delle vicende intorno al fuoco di un bivacco, ma proprio come svolgimento in tempo reale, solo fatto alla maniera de "Il totem misterioso".

 

 

Lo giudico probabilmente impossibile per varie ragioni. Ma chiedo a te di proporre le cinque storie. Poi ti dico che ne penso.

 

E' chiaro però che nessuna storia mia è riassumibile in 32 pagine, non ci sono  mai allungamenti di brodo, quindi...

 

Credo che il tuo presupposto sia sbagliato

 

Ho scritto storie di 32 pagine anche molto intense, tipo l'ultima su Jim Brandon o Minaccia nelle tenebre con Morisco. più di così non credo sia possibile. 

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1 ora fa, borden dice:

 

 

Lo giudico probabilmente impossibile per varie ragioni. Ma chiedo a te di proporre le cinque storie. Poi ti dico che ne penso.

 

E' chiaro però che nessuna storia mia è riassumibile in 32 pagine, non ci sono  mai allungamenti di brodo, quindi...

 

Credo che il tuo presupposto sia sbagliato

 

Ho scritto storie di 32 pagine anche molto intense, tipo l'ultima su Jim Brandon o Minaccia nelle tenebre con Morisco. più di così non credo sia possibile. 

Correggo il tiro, per rendere piú realistico l'esercizio: 3 storie anziché 5, aumentando la foliazione.

1) "Il lungo viaggio" (Tex 515 e seguenti), dove piú di metà del primo albo descrive, con notevole allungamento del brodo, un comune assalto al treno, senza contare il lungo antefatto storico iniziale (altro malloppo di pagine).

2) "Athabasca Lake" (Tex 530 e seguenti): qui l'allungamento del brodo é diluito in dialoghi lenti e scontati, nel viaggio di Tex e soci verso il Canada, nell'assedio alla locanda di Jannot, l'ennesimo attentato lungo il fiume, la caccia all'evaso Jim Brandon, poi ancora e sempre agguati alla canoa di Tex e soci lungo il fiume con infiniti bang bang... tutte cose sintetizzabili.

3) "Oltre il fiume" (Tex 596-597): questa storia é su albo doppio, non dovrebbe essere un problema ridurla a 32 pagine, considerando il vuoto che la pervade. Riassumerla in 32 pagine donerebbe alla vicenda di Cane Giallo e al suo finale quel senso di divertissement che si ritrova, per esempio, in alcune storie brevi del primissimo Zagor. Capisco che Tex non é Zagor, ma Cane Giallo e le sue trovate sono tipicamente zagoriani, nell'accezione comica e ingenua di certe sue storielle anni '60.

Diciamo, per convenzione: 48 + 64 + 32 pagine rispettivamente.

Ripeto: un puro esercizio stilistico.

Edited by PapeSatan
  • +1 1
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1 ora fa, PapeSatan dice:

Correggo il tiro, per rendere piú realistico l'esercizio: 3 storie anziché 5, aumentando la foliazione.

1) "Il lungo viaggio" (Tex 515 e seguenti), dove piú di metà del primo albo descrive, con notevole allungamento del brodo, un comune assalto al treno, senza contare il lungo antefatto storico iniziale (altro malloppo di pagine).

2) "Athabasca Lake" (Tex 530 e seguenti): qui l'allungamento del brodo é diluito in dialoghi lenti e scontati, nel viaggio di Tex e soci verso il Canada, nell'assedio alla locanda di Jannot, l'ennesimo attentato lungo il fiume, la caccia all'evaso Jim Brandon, poi ancora e sempre agguati alla canoa di Tex e soci lungo il fiume con infiniti bang bang... tutte cose sintetizzabili.

3) "Oltre il fiume" (Tex 596-597): questa storia é su albo doppio, non dovrebbe essere un problema ridurla a 32 pagine, considerando il vuoto che la pervade. Riassumerla in 32 pagine donerebbe alla vicenda di Cane Giallo e al suo finale quel senso di divertissement che si ritrova, per esempio, in alcune storie brevi del primissimo Zagor. Capisco che Tex non é Zagor, ma Cane Giallo e le sue trovate sono tipicamente zagoriani, nell'accezione comica e ingenua di certe sue storielle anni '60.

Diciamo, per convenzione: 48 + 64 + 32 pagine rispettivamente.

Ripeto: un puro esercizio stilistico.

 

 

Anche perché sono storie di  Nizzi e l'ultima è da dimenticare.  Trovo che sia un'idea futile.

Se si ha l'idea per una buona storia meglio usare i ritmi moderni per non scorciarla  e sprecarla, senza ovviamente mettere aria fritta e zeppe, cosa che io non faccio, cedo, mai.

 

Se dovessi scrivere delle strisce mi vedresti alla prova, ma ho rifiutato di farle, la trovo una cosa da nerd o fanzinari.

La sintesi la uso nei cartonati alla francese, semmai.

 

 

Edited by borden
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Beh, a parte gli ultimi due, che secondo me, soprattutto l'ultimo, poteva essere sviluppato e sarebbe diventata una gran storia, concordo che tutti i cartonati hanno una sintesi esaustiva. Però mi resta sempre l'impressione che si leggano molto più velocemente di un analogo albo scritto dai franco-belgi.

Cioè, sono quasi sempre dei Bonelli ristretti.

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30 minuti fa, Angelo1961 dice:

Beh, a parte gli ultimi due, che secondo me, soprattutto l'ultimo, poteva essere sviluppato e sarebbe diventata una gran storia, concordo che tutti i cartonati hanno una sintesi esaustiva. Però mi resta sempre l'impressione che si leggano molto più velocemente di un analogo albo scritto dai franco-belgi.

Cioè, sono quasi sempre dei Bonelli ristretti.

 

 

Anche in quel format lo stile è cambiato. Guardati un Blueberry di Charlier e mettilo a confronto con uno di adesso. Non c'è paragone, diecimila vignette contro un centinaio. Non puoi paragonare gli anni Sessanta a oggi.

Edited by borden
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2 ore fa, borden dice:

 

 

Anche perché sono storie di  Nizzi e l'ultima è da dimenticare.  Trovo che sia un'idea futile.

Se si ha l'idea per una buona storia meglio usare i ritmi moderni per non scorciarla  e sprecarla, senza ovviamente mettere aria fritta e zeppe, cosa che io non faccio, cedo, mai.

 

Se dovessi scrivere delle strisce mi vedresti alla prova, ma ho rifiutato di farle, la trovo una cosa da nerd o fanzinari.

La sintesi la uso nei cartonati alla francese, semmai.

 

 

La mia era ovviamente una provocazione per supportare la tesi dell'allungamento del brodo, talvolta perseguito da chi non ha troppa carne da mettere al fuoco. Ma non era neanche tanto una provocazione... Io appartengo alla generazione (la stessa tua) che al liceo studiava sui testi istituzionali ma la sera prima dell'interrogazione rifrescava i passi salienti sui celeberrimi Bignami. Ora, se il signor Bignami riusciva  a sintetizzare 6 pagine A4 sulla Prima Guerra di Indipendenza in una pagina formato tascabile, perché non sarebbe possibile fare lo stesso con alcune storie come quelle che ho citato? Non si tratta di avere una buona idea per una storia breve inedita, ma sfrondare storie già scritte per dimostrare la prolissità di certi dialoghi o l'allungamento di certe azioni. Ma capisco che sarebbe come chiedere all'autore di un qualsiasi romanzo di scriverne il suo Bignami: è un esercizio di stile che va chiesto a chi vuol suffragare la tesi del brodo allungato. Confesso che io stesso sono tentato dall'esercizio, che per gioco infine ti sottoporrei, ma non essendo un disegnatore mi limiterei a prendere una delle avventure che ho citato e a ritagliare le vignette che andrebbero a comporre il mio Bignami essenziale di quella storia, bianchettando e aggiustando i dialoghi per raccordo nella giunzione delle vignette. Me lo tengo come possibile passatempo nel prossimo inverno.

In una certa misura, sto notando che anche negli ultimi "Tex Willer", nati con lo spirito narrativo diretto e incalzante de "Il totem misterioso", si sta passando a trame lunghe ed elaborate, non diverse da quelle del Tex gigante degli ultimi anni, con l'unica variante che là abbiamo un Tex giovane e qui un Tex negli "anta". Mentre in origine ogni singolo albo di "Tex Willer" era quasi autoconsistente nella trama, ora abbiamo albi davvero senza soluzione di continuità. Cosa dovuta, sia chiaro, non all'allungamento del brodo, ma alla necessità di costruire trame lunghe ed elaborate perché altrimenti, colmati quei 4 o 5 buchi narrativi lasciati aperti da G.L. Bonelli, la collana avrebbe avuto poco da dire. Però da qualche parte ho letto che ci sarebbe una scaletta per arrivare almeno al numero 80 o giù di lì. Allora chiedo: molte idee semplici e dirette, alla maniera de "Il totem misterioso" o "La Mano Rossa" (o "Vivo o morto" per restare in ambito), che sarebbe un modo per parlare di "storie brevi" all'origine e non riassunti, oppure pochi soggetti sviluppati in modo articolato, su 3 o più albi, in stile Tex gigante? 

Edited by PapeSatan
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<span style="color:red">9 minuti fa</span>, borden dice:

Giuro che non ho capito il tuo ultimo quesito. :blink:

Avendo notato che i primi albi di Tex Willer, seppur concatenati, erano in qualche modo autoconclusivi (alla stregua delle storie brevi del "Totem misterioso"), mentre da "L'agente federale" in poi si sono susseguite avventure che si sviluppano su più albi, individualmente non autoconclusivi, alla maniera delle storie che appaiono sulla serie Tex gigante, mi domandavo se le storie future di Tex giovane saranno tanti piccoli flash come "Le schiave della montagna" e "Un giovane bandito" oppure lunghe vicende multialbo come quelle in Florida e nel Missouri.

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8 minuti fa, PapeSatan dice:

Avendo notato che i primi albi di Tex Willer, seppur concatenati, erano in qualche modo autoconclusivi (alla stregua delle storie brevi del "Totem misterioso"), mentre da "L'agente federale" in poi si sono susseguite avventure che si sviluppano su più albi, individualmente non autoconclusivi, alla maniera delle storie che appaiono sulla serie Tex gigante, mi domandavo se le storie future di Tex giovane saranno tanti piccoli flash come "Le schiave della montagna" e "Un giovane bandito" oppure lunghe vicende multialbo come quelle in Florida e nel Missouri.

 

 

Continuo a non capirti. Non c'è alcuna differenza tra le varie storie. Sono tutte  a puntate, nulla di autoconclusivo. E sono tutte multialbo, due, tre, quattro o cinque, non fa differenza in sostanza.Ma che hai  letto?

 

 

2 minuti fa, borden dice:

 

 

 

 

 

 

Edited by borden
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37 minutes ago, borden said:

 

 

Continuo a non capirti. Non c'è alcuna differenza tra le varie storie. Sono tutte  a puntate, nulla di autoconclusivo. E sono tutte multialbo, due, tre, quattro o cinque, non fa differenza in sostanza.Ma che hai  letto?

 

 

 

😂😂😂😂

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1 ora fa, borden dice:

 

 

Continuo a non capirti. Non c'è alcuna differenza tra le varie storie. Sono tutte  a puntate, nulla di autoconclusivo. E sono tutte multialbo, due, tre, quattro o cinque, non fa differenza in sostanza.Ma che hai  letto?

 

 

 

La coppia "Paradise Valley" e "Le schiave della montagna", e anche la coppia "I lupi della frontiera" e "Un giovane bandito", sono formalmente un episodio in due albi (infatti, al termine del primo c'è scritto "Continua", al termine del secondo "Fine dell'episodio"), ma chiunque può leggere il secondo capendo tutto senza aver letto il primo, oppure leggere solo il primo senza bisogno di leggere anche il secondo. Questa per me è autoconsistenza (avevo scritto "autoconclusivo" ma probabilmente non era il termine tecnicamente corretto). Non si può affatto dire lo stesso per la storia con Coffin o quella nel Missouri, dove ogni singolo albo non è autoconsistente, ossia autosufficiente, senza gli altri concatenati.

Questa è stata la mia esperienza di lettura e comprensione. In albi da 64 pagine prediligo la formula con episodi anche multialbo ma con singoli albi autoconsistenti, altrimenti aspettare mesi per la conclusione di un episodio è dura (e già lo è per quelli con ben 114 pagine).  E si perde il gusto della storia secca, diretta, immediata, come avevo inteso fosse nello spirito della collana, per differenziarla dalla serie gigante. 

Edited by PapeSatan
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1 ora fa, PapeSatan dice:

La coppia "Paradise Valley" e "Le schiave della montagna", e anche la coppia "I lupi della frontiera" e "Un giovane bandito", sono formalmente un episodio in due albi (infatti, al termine del primo c'è scritto "Continua", al termine del secondo "Fine dell'episodio"), ma chiunque può leggere il secondo capendo tutto senza aver letto il primo, oppure leggere solo il primo senza bisogno di leggere anche il secondo. Questa per me è autoconsistenza (avevo scritto "autoconclusivo" ma probabilmente non era il termine tecnicamente corretto). Non si può affatto dire lo stesso per la storia con Coffin o quella nel Missouri, dove ogni singolo albo non è autoconsistente, ossia autosufficiente, senza gli altri concatenati.

Questa è stata la mia esperienza di lettura e comprensione. In albi da 64 pagine prediligo la formula con episodi anche multialbo ma con singoli albi autoconsistenti, altrimenti aspettare mesi per la conclusione di un episodio è dura (e già lo è per quelli con ben 114 pagine).  E si perde il gusto della storia secca, diretta, immediata, come avevo inteso fosse nello spirito della collana, per differenziarla dalla serie gigante. 

 

 

Ribadisco che non c'è proprio niente di "autoconsistente" (che non ha alcun significato) come vorresti tu. Sono tutte storie a puntate, anche Vivo o morto!, con cliffhanger alla fine della puntata quando possibile, e pure le due storie di Ruju non sono affatto atipiche (se non perché le ha scritte Ruju e perchè casualmente sono più brevi delle altre!) e le loro puntate si interrompono senza nessun tipo di conclusione intermedia. Se leggi solo il primo episodio la fine NON C'E' e la trama resta in sospeso! Te lo sei proprio sognato. :rolleyes: 

Edited by borden
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48 minuti fa, borden dice:

 

 

Ribadisco che non c'è proprio niente di "autoconsistente" (che non ha alcun significato) come vorresti tu. Sono tutte storie a puntate, anche Vivo o morto!, con cliffhanger alla fine della puntata quando possibile, e pure le due storie di Ruju non sono affatto atipiche (se non perché le ha scritte Ruju e perchè casualmente sono più brevi delle altre!) e le loro puntate si interrompono senza nessun tipo di conclusione intermedia. Se leggi solo il primo episodio la fine NON C'E' e la trama resta in sospeso! Te lo sei proprio sognato. :rolleyes: 

Nelle due coppie di storie che ho citato, la sensazione che ne avevo tratto leggendo i due capitoli a distanza di un mese è che una conclusione intermedia ci fosse (come due narici di uno stesso naso, in cui se ne tappi una respiri ancora con l'altra, in modo meno completo ma autosufficiente). Vorrà dire che le rileggerò con più attenzione consecutivamente, certamente l'intenzione del curatore prevale sulla mia interpretazione. :ok:

Edited by PapeSatan
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