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TWF - Tex Willer Forum

[Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise


MacParland

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<span style="color:red">51 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

Questo è un aspetto che @borden non dovrebbe trascurare in una collana che nasce in un formato e in contenuti dichiarati agili, scattanti, essenziali alla lettura secondo lo spirito delle antiche strisce. Cioè il mio auspicio è che su "Tex Willer" si vedano storie meno lunghe e articolate, che non vuol dire affatto superficiali e banali.

Mi trovo pienamente d'accordo. Le storie "evento" non devono diventare la norma e non dovrebbero abituare i lettori che solo così vanno raccontate le storie. Da piccolo "esperto" è chiaro che è più semplice trovare un buon soggetto e dilungarlo per gran parte dell'anno, ma da lettore le trovo spesso indigeste anche quando ben fatte. Per non parlare che se un disegnatore non mi convince (ma non è questo il caso), ce lo dobbiamo sorbire per mesi e mesi e mesi senza alternativa che non comprare collaterali e speciali...

Tex per me dovrebbe essere come un ottimo telefilm (di quelli di una volta): buoni episodi da un'ora scarsa senza troppi riferimenti agli avvenimenti già successi e ogni tanto il mega puntatone in più parti per premiare quelli più attenti ai particolari e alla cronologia, nonché ai tanti amanti delle storie-fiume.

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6 minutes ago, Dix Leroy said:

Tex per me dovrebbe essere come un ottimo telefilm (di quelli di una volta): buoni episodi da un'ora scarsa senza troppi riferimenti agli avvenimenti già successi e ogni tanto il mega puntatone in più parti per premiare quelli più attenti ai particolari e alla cronologia, nonché ai tanti amanti delle storie-fiume.

Però poi iniziano le proteste sul fatto che non ci sono più le storie "importanti" di una volta, eccheppalle sempre storielline da due albi con i trafficanti di whisky, etc etc etc etc :laugh:

 

"Vorrei storie da un albo così non mi devo ricordare niente, ma voglio anche storie drammatiche e piene di colpi di scena e appassionanti e etc etc etc"

 

Davvero, questa mania del "voler andare in cucina a spiegare al cuoco come si fa la zuppa" mi sembra solo un altro esempio del TAFAZZISMO di cui parlavo prima. "Sono belle storie ma le vorrei fatte su misura così e così", e sappiamo tutti che se poi le fanno così la reazione sarebbe un bel "cheppalle che noia"  :rolleyes:

 

(ma l'ho detto, no, che ormai il tafazzismo è la nuova religione e regna sovrana ovunque...)

 

Io quando vado al ristorante (edicola) a ordinare il mio piattro preferito (Tex) guardo se è fatto bene, se mi piace, o no. Se mi piace dico "bravo!" e non interferisco, se non mi piace dico "troppo salato" o "poco sale" o "è arrivato freddo", e lascio che sia il professionista in cucina, se vuole, a fare le modifiche opportune la volta dopo.

 

Non sono tanto masochista da andare in cucina DOPO AVER  MANGIATO BENE a dire al cuoco per filo e per segno cosa deve fare per migliorare il suo piatto (primo, perchè rischierei una padellata sul cranio, secondo, perchè sarebbe una maniera infallible per mangiare poi tafazzianamente di merda...)

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<span style="color:red">19 minuti fa</span>, Dix Leroy dice:

 

Tex per me dovrebbe essere come un ottimo telefilm (di quelli di una volta): buoni episodi da un'ora scarsa senza troppi riferimenti agli avvenimenti già successi e ogni tanto il mega puntatone in più parti per premiare quelli più attenti ai particolari e alla cronologia, nonché ai tanti amanti delle storie-fiume.

Ecco, questo è il paragone più calzante  :ok:

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37 minuti fa, Diablero dice:

Però poi iniziano le proteste sul fatto che non ci sono più le storie "importanti" di una volta, eccheppalle sempre storielline da due albi con i trafficanti di whisky, etc etc etc etc :laugh:

 

"Vorrei storie da un albo così non mi devo ricordare niente, ma voglio anche storie drammatiche e piene di colpi di scena e appassionanti e etc etc etc"

 

Davvero, questa mania del "voler andare in cucina a spiegare al cuoco come si fa la zuppa" mi sembra solo un altro esempio del TAFAZZISMO di cui parlavo prima. "Sono belle storie ma le vorrei fatte su misura così e così", e sappiamo tutti che se poi le fanno così la reazione sarebbe un bel "cheppalle che noia"  :rolleyes:

 

(ma l'ho detto, no, che ormai il tafazzismo è la nuova religione e regna sovrana ovunque...)

 

Io quando vado al ristorante (edicola) a ordinare il mio piattro preferito (Tex) guardo se è fatto bene, se mi piace, o no. Se mi piace dico "bravo!" e non interferisco, se non mi piace dico "troppo salato" o "poco sale" o "è arrivato freddo", e lascio che sia il professionista in cucina, se vuole, a fare le modifiche opportune la volta dopo.

 

Non sono tanto masochista da andare in cucina DOPO AVER  MANGIATO BENE a dire al cuoco per filo e per segno cosa deve fare per migliorare il suo piatto (primo, perchè rischierei una padellata sul cranio, secondo, perchè sarebbe una maniera infallible per mangiare poi tafazzianamente di merda...)

Se un cuoco non cucina come comoda a me non vado in cucina a lamentarmi: pago e mi segno di non entrare mai più in quel ristorante almeno fino al cambio gestione...

A me gli ultimi albi non mi piacevano più di tanto e infatti ho smesso di comprare. Quando Tex tornerà come piace a me potrei anche ricominciare (e in questo caso non farò distinzione su chi lo scrive).

Edited by Dix Leroy
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<span style="color:red">40 minuti fa</span>, Diablero dice:

Però poi iniziano le proteste sul fatto che non ci sono più le storie "importanti" di una volta, eccheppalle sempre storielline da due albi con i trafficanti di whisky, etc etc etc etc :laugh:

 

"Vorrei storie da un albo così non mi devo ricordare niente, ma voglio anche storie drammatiche e piene di colpi di scena e appassionanti e etc etc etc"

 

Davvero, questa mania del "voler andare in cucina a spiegare al cuoco come si fa la zuppa" mi sembra solo un altro esempio del TAFAZZISMO di cui parlavo prima. "Sono belle storie ma le vorrei fatte su misura così e così", e sappiamo tutti che se poi le fanno così la reazione sarebbe un bel "cheppalle che noia"  :rolleyes:

 

Perfettamente d'accordo.

 

Comunque le prossime storie sono tutte in due o tre albi. Cuntent? (non tu, gli altri).

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1 ora fa, Dix Leroy dice:
1 ora fa, PapeSatan dice:

il mio auspicio è che su "Tex Willer" si vedano storie meno lunghe e articolate, che non vuol dire affatto superficiali e banali.

Tex per me dovrebbe essere come un ottimo telefilm

 

Non potrei essere più in disaccordo.

Primo: perché le storie migliori e memorabili, che tutti amiamo, sono quasi sempre storie lunghe e articolate, in Tex Willer "Pinkerton Lady", "Nella terra dei Seminole", in Tex "Nel nome della legge", Sulle piste del Nord, Il passato di Carson, Gli invincibili, L'ombra del Maestro, Le navi perdute, ecc. ecc.

Secondo: perché comunque Boselli ha sempre l'accortezza di intervallare le storie lunghe con altre di soli due o tre albi (finora ha sempre fatto così)

Terzo: io preferisco un ottimo film a un pur ottimo telefilm (e non solo per la lunghezza)

Quarto: la lunghezza di una storia non si può stabilire a priori: se lo sceneggiatore ritiene che ci vogliano 5 o 6 albi per raccontare quel tipo si storia che ha in mente, quella storia va scritta in 5 o 6 albi, c'è poco da fare.

Quinto: se uno non si ricorda le puntate precedenti ha due possibilità: o legge l'intera storia solo alla fine, tutta in una volta; oppure - come faccio io - prima di leggere il nuovo capitolo, ridà un'occhiata veloce a quello precedente, lo sfoglia per 2 minuti e tutto gli torna subito in mente. Semplice.

Sesto: quest'idea mi ricorda un po' la mentalità dell'ultimo Nizzi (che infatti faceva solo storie di 2 albi), per cui leggere Tex dev'essere per il lettore come immergersi in un bagno tiepido (parole sue). Che io ovviamente non condivido. Lui lo diceva magari in senso diverso (si riferiva al ritorno di certi cliché sempre uguali), ma insomma l'idea è quella che si deve sempre compiacere il lettore a tutti i costi.

Edited by Poe
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40 minuti fa, Poe dice:

 

Non potrei essere più in disaccordo.

Primo: perché le storie migliori e memorabili, che tutti amiamo, sono quasi sempre storie lunghe e articolate, in Tex Willer "Pinkerton Lady", "Nella terra dei Seminole", in Tex "Nel nome della legge", Sulle piste del Nord, Il passato di Carson, Gli invincibili, L'ombra del Maestro, Le navi perdute, ecc. ecc.

Secondo: perché comunque Boselli ha sempre l'accortezza di intervallare le storie lunghe con altre di soli due o tre albi (finora ha sempre fatto così)

Terzo: io preferisco un ottimo film a un pur ottimo telefilm (e non solo per la lunghezza)

Quarto: la lunghezza di una storia non si può stabilire a priori: se lo sceneggiatore ritiene che ci vogliano 5 o 6 albi per raccontare quel tipo si storia che ha in mente, quella storia va scritta in 5 o 6 albi, c'è poco da fare.

Quinto: se uno non si ricorda le puntate precedenti ha due possibilità: o legge l'intera storia solo alla fine, tutta in una volta; oppure - come faccio io - prima di leggere il nuovo capitolo, ridà un'occhiata veloce a quello precedente, lo sfoglia per 2 minuti e tutto gli torna subito in mente. Semplice.

Sesto: quest'idea mi ricorda un po' la mentalità dell'ultimo Nizzi (che infatti faceva solo storie di 2 albi), per cui leggere Tex dev'essere per il lettore come immergersi in un bagno tiepido (parole sue). Che io ovviamente non condivido. Lui lo diceva magari in senso diverso (si riferiva al ritorno di certi cliché sempre uguali), ma insomma l'idea è quella che si deve sempre compiacere il lettore a tutti i costi.

C'è un detto che recita "altezza mezza bellezza", io parafraso in "lunghezza mezza pesantezza".

A fronte di qualche magistrale opera lunga che hai citato, potrei citare il triplo di mallopponi lenti e pesanti e mi limito al più lungo in assoluto: "Gli uomini giaguaro" (che qualcuno vorrebbe pure allungare ulteriormente con le famose 38 pagine scartate...).

E potrei altresì ribattere con un alto numero di grandissime storie brevi distribuite in non più di un paio d'albi: "Il tranello", "Vendetta indiana", "Sangue navajo", "Il passato di Tex", "La gola della morte", "Spettri", "La regina della notte", "El Muerto"...

Ricordiamoci che si parla della collana "Tex Willer", nata con l'intento di ricalcare l'agilità, il ritmo, l'essenzialità delle originarie strisce.

Edited by PapeSatan
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<span style="color:red">11 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

Ricordiamoci che si parla della collana "Tex Willer", nata con l'intento di ricalcare l'agilità, il ritmo, l'essenzialità delle originarie strisce.

Fatto smentito presto dai fatti: le storie di Tex Willer saranno anche belle (comunque sempre ben illustrate), ma col personaggio originale e la sua narrazione sembra impossibile ma hanno ben poco. Poi che piacciano alla maggioranza dei lettori e che lo scrittore si diverta a realizzarla è un altro fatto. A me ha presto stufato perché mi sembra rivolta più a "iniziati" o a studiosi di storia americana.

  • Confused (0) 1
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Storie lunghe, storie brevi, autoconclusive, polpettoni.

Chi ha ragione?

Nessuno.

Tutti.

La storia deve essere buona e scritta bene. 

Certo che per scrivere bene e far diventare buona la storia degli Uomini Giaguaro bisogna esser bravi, molto bravi.

Una storia lunga è facile che stanchi e una breve è facile che sia frettolosa.

In medio stat virtus?

No.

Ci sono autori che in 50 pagine riescono a dire ciò che altri dicono in 200.

Con Sergio Tex ci metteva 7 pagine per fare 7 chilometri.

Il Passato di Cochise poteva essere più corto?

Forse.

Sarebbe stato ugualmente bello?

Forse no.

Boselli è troppo storico?

Per alcuni sì per altri no.

Accontentare tutti è cosa impossibile.

C'è una vecchia battuta.

Cosa fanno tre italiani? (Prima ci si chiedeva di tre tedeschi, francesi, spagnoli , ecc).

La risposta: fondano quattro partiti.

Come si fa a mettere d'accordo tre tipi simili?

Prendiamoci quello che ci viene offerto: è quasi sempre merce di ottima qualità.

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57 minutes ago, PapeSatan said:

E potrei altresì ribattere con un alto numero di grandissime storie brevi distribuite in non più di un paio d'albi: "Il tranello"

In realtà, non uscì "in un paio di albi", quella è la raccolta in volume (paragonabile a quello che sono oggi i volumi cartonati che raccolgono le storie di Tex Willer: questa storia sarà ristampata in UN volume, anche meno di quelli che ci sono voluti per Il tranello.

 

Il tranello in realtà durò esattamente 21 Albi settimanali, e quindi i lettori dovettero attendere 5 MESI la conclusione: praticamente come con l'ultima storia con Cochise...

 

57 minutes ago, PapeSatan said:

"Sangue navajo"

 

Anche questa, 18 albi!

 

57 minutes ago, PapeSatan said:

"La gola della morte",

Questa è ancora più lunga, 23 albi! Quasi sei mesi di attesa! DI PIÙ rispetto alla storia di Cochise (che dura 6 albi, e fra il primo e l'ultimo passano quindi 5 mesi esatti...)

 

57 minutes ago, PapeSatan said:

Ricordiamoci che si parla della collana "Tex Willer", nata con l'intento di ricalcare l'agilità, il ritmo, l'essenzialità delle originarie strisce.

E infatti...   :laugh:

 

Il problema credo che sia che Borden parla DAVVERO delle strisce, perchè LE HA LETTE DA BAMBINO, e quel tipo di narrazione "a puntate", tipo i vecchi serial cinematografici in b/n, lo conosce.  Molti commenti invece mi pare che partono da idee molto strampalate su cos'erano.  Non mi meraviglierei di leggere in uno dei prossimi post "come mai Tex Willer non è a colori? Le strisce erano a colori, so di cosa parlo, ho appena letto la CSAC...  :laugh: )

 

39 minutes ago, Dix Leroy said:

Fatto smentito presto dai fatti: le storie di Tex Willer saranno anche belle (comunque sempre ben illustrate), ma col personaggio originale e la sua narrazione sembra impossibile ma hanno ben poco. Poi che piacciano alla maggioranza dei lettori e che lo scrittore si diverta a realizzarla è un altro fatto. A me ha presto stufato perché mi sembra rivolta più a "iniziati" o a studiosi di storia americana.

 

E allora il punto è ancora più chiaro: a te Tex Willer non piace proprio come principio. Non ti piace l'idea di base dell'infilare il passato di Tex nella storia "ufficiale", non ti piace che sia diverso dal Tex quarantenne, non ti piace magari che non ci siano Tiger e Kit Willer...

 

Che senso ha "andare in cucina" a questo punto a dire "questo tex dovrebbe essere più quarantenne, poi lo vorrei più ranger e più agente indiano, con storie di pochi albi, magari possibilmente di 110 pagine"?

 

Semplicemente non sei il suo pubblico...

 

(mi vengono in mente i nolittiani a cui piacevano le storie di Nolitta "perchè somigliava a Zagor". E allora compratevi Zagor, no?)

Edited by Diablero
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Storia notevole, ben strutturata e coinvolgente.

Mauro ormai ci ha abituato alle sue tele variopinte in cui tutte le trame si aggrovigliano per stendersi al suo posto sul finale.

Trovo che questo stile compositivo comporti molta attenzione e metodo e i risultati che ottiene Borden sono davvero apprezzabili. 

 

Le sue storie su Tex Willer meritano due letture: una "in diretta" durante le varie uscite mensili e una d'insieme appena posseduti tutti gli albi. La prima appassiona, la seconda ti fa apprezzare meglio la complessa impalcatura narrativa e notare alcune sottigliezze di stile che sfuggono alla prima lettura.

 

Le trame complesse, i tanti personaggi, la certosina ricostruzione storica e di continuity, rendono la serie molto originale e  differente rispetto alla regolare (nota positiva imho). A parte il primo episodio, il ritmo e il taglio è totalmente diverso dalle strisce originarie e fin dall'inizio la serie ha preso una sua precisa fisionomia, che ovviamente può piacere o meno.

 

Io ero tiepido all'inizio, difatti avevo preventivato di fermarmi alla prima decina di albi, ma la qualità delle storie mi ha fatto cambiare completamente idea e ormai l'appuntamento in edicola è d'obbligo.

 

Da non sottovalutare anche l'ottimo team di disegnatori: il trio De Angelis-Brindisi-Del Vecchio valgono il prezzo del biglietto. Non meno apprezzabili disegnatori validi come Valdabrini e Rubini. Un team "giovane" e affiatato che sta trovando un miscuglio perfetto fra modernità di tratto e classicità del genere. Complimenti a tutti. Anche a Dotti che sta davvero mostrandosi un ottimo copertinista.

 

Unico appunto che mi sento di muovere: queste splendide storie stanno un po' "strette" nel formato di 64 pagine. Capisco le esigenze logistiche di realizzazione o di taglio costi, ma storie importanti ed epiche come quella in questione, spalmate in mezzo anno circa, rischiano un effetto dispersione che non le rende giustizia. 

Edited by Condor senza meta
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2 ore fa, Diablero dice:

In realtà, non uscì "in un paio di albi", quella è la raccolta in volume (paragonabile a quello che sono oggi i volumi cartonati che raccolgono le storie di Tex Willer: questa storia sarà ristampata in UN volume, anche meno di quelli che ci sono voluti per Il tranello.

 

Il tranello in realtà durò esattamente 21 Albi settimanali, e quindi i lettori dovettero attendere 5 MESI la conclusione: praticamente come con l'ultima storia con Cochise...

 

 

Anche questa, 18 albi!

 

Questa è ancora più lunga, 23 albi! Quasi sei mesi di attesa! DI PIÙ rispetto alla storia di Cochise (che dura 6 albi, e fra il primo e l'ultimo passano quindi 5 mesi esatti...)

 

E infatti...   :laugh:

 

La lunghezza di una storia si misura in numero di strisce o tavole, non in durata temporale di uscita in edicola. Se vogliamo ragionare in termini temporali, allora bisogna ricondursi virtualmente alle stesse unità di misura, altrimenti il confronto non ha alcun senso: dunque, se "Il passato di Cochise" fosse uscito nello stesso formato de "Il tranello" da 32 strisce ad albetto e con la stessa cadenza settimanale, avremmo atteso quasi 9 mesi anzichè 5 per leggerlo tutto (62 pagine × 3 strisce x 6 albi = 1116 strisce / 32 strisce a uscita settimanale = 35 settimane).

Però il punto è un altro.

La questione non sta tanto nella maggiore o minore lunghezza di una storia, ma nel fatto che più la trama è intricata e complessa, minore dovrebbe essere il numero di albi in cui essa viene frammentata, al fine di non penalizzare la comprensione della lettura. Infatti, leggere "Il tranello" in albo gigante mensile è più efficace che leggerlo a strisce settimanali, così come sarebbe stato più efficace leggere "Il passato di Cochise" in 3 albi e rotti in 3 mesi con foliazione da serie regolare anzichè in 6 albi con foliazione poco più che dimezzata nel doppio dei mesi.

Edited by PapeSatan
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31 minutes ago, PapeSatan said:

La lunghezza di una storia si misura in numero di strisce o tavole, non in durata temporale di uscita in edicola.

Non è vero. O almeno, avresti ragione se per "lunghezza della storia" intendessi parlare del consumo di carta, il costo di stampa, il tempo che ci metti a leggere tutto alla fine avendo tutti gli albi.

 

Ma si parlava ESPLICITAMENTE del "tempo che devi aspettare per sapere come va a finire" e del doversi "ricordare dopo tanto tempo" gli eventi precedenti...  quindi, proprio di TEMPO si stava parlando!

 

(vero che nel tuo post non hai parlato di tempi... ma era di quello che verteva la discussione in cui sei intervenuto...)

 

Anche se parlassimo di "tempo di lettura", il calcolarlo in pagine sarebbe sbagliato. Prima di tutto non leggiamo i fumetti a "pagine", li leggiamo in "vignette", ogni vignetta un fotogramma da collegare in scene, con più vignette una scena dura mezza pagina e con meno vignette dura due pagine. E poi all'interno di ciascuna vignetta, il tempo di lettura dipende dalla quantità di testo, che era molto maggiore nei primi tempi.

 

Quelle che chiami oggi "dieci pagine" de "il tranello" all'epoca erano 32 pagine a 3 vignette l'una (tipicamente) per un totale di circa 100 vignette di un albo settimanale che DOVEVA dare un adeguato tempo di lettura ai lettori per i loro soldi, quindi doveva avere abbastanza eventi e abbastanza testo da far durare "abbastanza" la lettura.

 

Dieci pagine oggi sono spesso quello che serve a fare solo iniziare una scena, e rappresentano magari quello che in "tempo dei personaggi" è meno di un minuto, possono essere anche solo una trentina di vignette e si leggono in meno di 5 minuti. Nessuno le comprerebbe mai come albo a parte, sarebbero incomprensibili.

 

Quindi, in ogni caso, fare paragoni "a pagine" fra albi che avevano un formato, periodicità e linguaggio fumettistico diverso non ha alcun senso.

 

Oltretutto, il tuo stesso "ragionamento" ti smentisce: se per te una pagina è una pagina, e il tempo non conta nulla, allora "il passato di cochise" non è per nulla "troppo lunga": sono 62 pagine per 6 albi, 368 pagine, poco più di 3 albi della serie regolare (110 pagine x 3 + uno scampolo di sole 38 pagine), una durata NORMALISSIMA per la serie Tex Gigante, e molto vicina alla durata di un Maxi.

 

Quindi, se segui davvero il tuo ragionamento, non capisco perchè ti lamenti di Tex Willer e non dei Maxi: se contano solo le pagine, sono la stessa cosa.,..

 

47 minutes ago, PapeSatan said:

Infatti, leggere "Il tranello" in albo gigante mensile è più efficace che leggerlo a strisce settimanali,

Su questo non sono ASSOLUTAMENTE d'accordo.

 

Anzi, per me chi dice un enormità simile, vuol dire che non si è mai davvero letto "il tranello" nella versione a strisce!

 

(e poi...  sono DECENNI che sento gente lamentarsi del fatto che storie come il tranello sono troppo sincopate e ripetitive, che il cliffanger ogni 10 pagine rompe le scatole e stanca, etc, e ogni volta mi tocca spiegargli che letta s strisce è molto, molto, molto meglio, e adesso salta fuori che tutti quei decenni di lamentele non sono mai esistiti? :rolleyes: )

 

51 minutes ago, PapeSatan said:

così come sarebbe stato più efficace leggere "Il passato di Cochise" in 3 albi e rotti in 3 mesi con foliazione da serie regolare anzichè in 6 albi con foliazione poco più che dimezzata nel doppio dei mesi.

Non ha senso come affermazione.

 

Se fosse stato diviso in 3 albi e rotti da 110 pagine, poteva essere fatto solo in due maniere:

1) "a posteriori", affettando le storie dove capita e lasciando i cliffhanger ogni 62 pagine. Una schifezza

2) in fase di sceneggiatura, e quindi semplicemente sarebbe stata una storia DIVERSA, che non avrebbe avuto le stesse vicende divise in quella maniera, appunto perchè scritta per un formato diverso. Non sarebbe mai stata una "maniera più efficace" di narrare la stessa storia. Sarebbe stata, semplicemente, una storia del tex gigante regolare.

 

E di Tex "regolare" ne hai 4000 pagine all'anno, davvero non capisco questa mania del volerlo pure fatto tutto uguale tutto alla stessa maniera... torniamo al solito discorso, "mi piace solo il Tex che somiglia a Zagor", o in questo caso, "Tex willer lo vorrei senza nessuna differenza da Tex Gigante". Che senso ha?

  • +1 1
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<span style="color:red">37 minuti fa</span>, Diablero dice:

cliffhanger

È stato appena presentato Sull'Alto Missouri.

Si può tranquillamente supporre che fra un po' di tempo verrà pubblicato in unico volume anche Cochise.

E allora i cliffhanger andranno a farsi benedire.

Speriamo che @borden legga questo commento e ci ripensi.

Non vogliamo mica rovinare Cochise con i suoi 5 cliffhanger?

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<span style="color:red">6 minuti fa</span>, Diablero dice:

Non è vero. O almeno, avresti ragione se per "lunghezza della storia" intendessi parlare del consumo di carta, il costo di stampa, il tempo che ci metti a leggere tutto alla fine avendo tutti gli albi.

 

Ma si parlava ESPLICITAMENTE del "tempo che devi aspettare per sapere come va a finire" e del doversi "ricordare dopo tanto tempo" gli eventi precedenti...  quindi, proprio di TEMPO si stava parlando!

 

(vero che nel tuo post non hai parlato di tempi... ma era di quello che verteva la discussione in cui sei intervenuto...)

 

Anche se parlassimo di "tempo di lettura", il calcolarlo in pagine sarebbe sbagliato. Prima di tutto non leggiamo i fumetti a "pagine", li leggiamo in "vignette", ogni vignetta un fotogramma da collegare in scene, con più vignette una scena dura mezza pagina e con meno vignette dura due pagine. E poi all'interno di ciascuna vignetta, il tempo di lettura dipende dalla quantità di testo, che era molto maggiore nei primi tempi.

 

Quelle che chiami oggi "dieci pagine" de "il tranello" all'epoca erano 32 pagine a 3 vignette l'una (tipicamente) per un totale di circa 100 vignette di un albo settimanale che DOVEVA dare un adeguato tempo di lettura ai lettori per i loro soldi, quindi doveva avere abbastanza eventi e abbastanza testo da far durare "abbastanza" la lettura.

 

Dieci pagine oggi sono spesso quello che serve a fare solo iniziare una scena, e rappresentano magari quello che in "tempo dei personaggi" è meno di un minuto, possono essere anche solo una trentina di vignette e si leggono in meno di 5 minuti. Nessuno le comprerebbe mai come albo a parte, sarebbero incomprensibili.

 

Quindi, in ogni caso, fare paragoni "a pagine" fra albi che avevano un formato, periodicità e linguaggio fumettistico diverso non ha alcun senso.

 

Oltretutto, il tuo stesso "ragionamento" ti smentisce: se per te una pagina è una pagina, e il tempo non conta nulla, allora "il passato di cochise" non è per nulla "troppo lunga": sono 62 pagine per 6 albi, 368 pagine, poco più di 3 albi della serie regolare (110 pagine x 3 + uno scampolo di sole 38 pagine), una durata NORMALISSIMA per la serie Tex Gigante, e molto vicina alla durata di un Maxi.

 

Quindi, se segui davvero il tuo ragionamento, non capisco perchè ti lamenti di Tex Willer e non dei Maxi: se contano solo le pagine, sono la stessa cosa.,..

 

Su questo non sono ASSOLUTAMENTE d'accordo.

 

Anzi, per me chi dice un enormità simile, vuol dire che non si è mai davvero letto "il tranello" nella versione a strisce!

 

(e poi...  sono DECENNI che sento gente lamentarsi del fatto che storie come il tranello sono troppo sincopate e ripetitive, che il cliffanger ogni 10 pagine rompe le scatole e stanca, etc, e ogni volta mi tocca spiegargli che letta s strisce è molto, molto, molto meglio, e adesso salta fuori che tutti quei decenni di lamentele non sono mai esistiti? :rolleyes: )

 

Non ha senso come affermazione.

 

Se fosse stato diviso in 3 albi e rotti da 110 pagine, poteva essere fatto solo in due maniere:

1) "a posteriori", affettando le storie dove capita e lasciando i cliffhanger ogni 62 pagine. Una schifezza

2) in fase di sceneggiatura, e quindi semplicemente sarebbe stata una storia DIVERSA, che non avrebbe avuto le stesse vicende divise in quella maniera, appunto perchè scritta per un formato diverso. Non sarebbe mai stata una "maniera più efficace" di narrare la stessa storia. Sarebbe stata, semplicemente, una storia del tex gigante regolare.

 

E di Tex "regolare" ne hai 4000 pagine all'anno, davvero non capisco questa mania del volerlo pure fatto tutto uguale tutto alla stessa maniera... torniamo al solito discorso, "mi piace solo il Tex che somiglia a Zagor", o in questo caso, "Tex willer lo vorrei senza nessuna differenza da Tex Gigante". Che senso ha?

 

Il vero nocciolo della questione, come ho scritto, è la FRAMMENTAZIONE (ovvero la CONTINUITÀ) di lettura, specialmente di una storia lunga e complessa.

Ripeto citandomi testualmente : "La questione non sta tanto nella maggiore o minore lunghezza di una storia, ma nel fatto che più la trama è intricata e complessa, minore dovrebbe essere il numero di albi in cui essa viene frammentata, al fine di non penalizzare la comprensione della lettura."

E' lapalissiano che il texone "Il magnifico fuorilegge" si legge meno frammentato, ossia con maggior continuità, dei vari "Tex Willer Extra" cadenzati mensilmente nei quali il texone è stato spezzato.

Come è altrettanto lapalissiano che un albo in "formato bonelliano" si legge meno frammentato dei rispettivi albetti a striscia cadenzati settimanalmente in esso contenuti.

Siccome "Tex Willer" esce mensilmente con un numero di pagine relativamente basso, il mio auspicio è che le storie lunghe e complesse (due attributi che, quando presenti insieme, aumentano esponenzialmente la frammentazione di lettura) siano centellinate.

Siamo sicuri che dietro non ci sia ANCHE una scelta editoriale per tirare in lungo una collana che vende e che altrimenti sarebbe destinata a concludersi rapidamente non appena colmati i buchi narrativi della serie gigante?

 

<span style="color:red">12 minuti fa</span>, Letizia dice:

È stato appena presentato Sull'Alto Missouri.

Si può tranquillamente supporre che fra un po' di tempo verrà pubblicato in unico volume anche Cochise.

E allora i cliffhanger andranno a farsi benedire.

Speriamo che @borden legga questo commento e ci ripensi.

Non vogliamo mica rovinare Cochise con i suoi 5 cliffhanger?

E che sarà mai... Hanno già rovinato i cliffhanger di 973 strisce settimanali pubblicandole aggregate nelle raccoltine, negli albi d'oro, nella prima serie gigante (1/29), nella seconda serie gigante... :lol:

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In estrema sintesi: questa volta sono d'accordo con Diablero fin nelle virgole. Sarà anche prolisso ma ogni cosa che dice è giusta. Ha pienamente ragione quando parla di tempi di lettura e di struttura delle storie in finzione del formato. Scrivere una sceneggiatura per un albo di 62 pagine è diverso dallo scriverla per uno di 110 come è diverso dallo scriverla per un albo a striscia da 32 o di 80.  Può darsi che io lo capisca perché io le strisce le lo ho lette in presa diretta, diciamo ma non ne sono del tutto convinto perché Diablero è sicuramente nato o comunque ha imparato a leggere quando gli albi a striscia erano obsoleti da un bel pezzo eppure lo capisce perfettamente.

Veniamo alla questione lunghezza. Per lungo tempo mi sono trovato a discutere con gente che partiva dal presupposto che lunghezza è mezza bellezza è quasi una piacevole sorpresa dover discutere una volta tanto con chi sembra sostenere quasi il contrario. Quasi, perché io resto fermamente convinto che la lunghezza non ha proprio nulla a che fare con la bellezza di una storia. Sarà che sono cresciuto con fumetti che avevano la lunghezza più varia ma non ho mai avvertito il problema. Un bravo sceneggiatore sa cosa mettere nelle sue storie a seconda del numero di pagine a disposizione. Andatevi a rileggere le prime storie di Tex quando ancora è in formato a 32 pagine a striscia, non troverete quasi mai scene al ristorante con le famigerate bistecche e patatine fritte e sapete perché? Perché bisognava lasciare spazio ad avvenimenti più importanti per la narrazione.

Forse non è un caso se chi esprime certi giudizi è quasi sempre un lettore esclusivamente di fumetti bonelliani se non del solo Tex addirittura.

In chiusura, ringrazio Diablero per la risposta data a Dix Leroy risparmiandomi di dire le stesse cose.:P

 

25 minuti fa, PapeSatan dice:

l vero nocciolo della questione, come ho scritto, è la FRAMMENTAZIONE (ovvero la CONTINUITÀ) di lettura, specialmente di una storia lunga e complessa.

 

 Un problema che la mia generazione e quelle che l'hanno preceduta non ha mai sentito minimamente e che per me è un non problema. Noi leggevamo un albo a striscia alla settimana e quando lo avevamo finito ci chiedevamo: e adesso cosa succederà? E la settimana successiva eravamo puntuali in edicola per comprare l'albo successivo senza farci domande sulla lunghezza, la frammentazione della lettura e... ehm... stupidaggini simili. 

La prima trasferta canadese di Tex, sia pure divisa in due storie distinte, si sviluppò in ben 33 capitoli usciti in altrettante settimane; il primo ritorno di Mefisto ne occupò 23. Potrei chiedere al mio amico Maurizio Nicastro, che all'epoca c'era e leggeva già tex (lo legge dal 30 settembre 1948, una data che dovrebbe dirvi qualcosa, credo) ma scommetto che a lui della frammentazione della narrazione e dei tempi di attesa per la conclusione non fregava proprio nulla,

 

25 minuti fa, PapeSatan dice:

Siamo sicuri che dietro non ci sia ANCHE una scelta editoriale per tirare in lungo una collana che vende e che altrimenti sarebbe destinata a concludersi rapidamente non appena colmati i buchi narrativi della serie gigante?

 Se conoscessi Boselli come lo conosco io non avresti mai fatto questa domanda.

Ti rispondo io per lui, se me lo consente: no nel modo più assoluto. Ci scommetto quello che vuoi.

Edited by Carlo Monni
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La

<span style="color:red">48 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

In estrema sintesi: questa volta sono d'accordo con Diablero fin nelle virgole. Sarà anche prolisso ma ogni cosa che dice è giusta. Ha pienamente ragione quando parla di tempi di lettura e di struttura delle storie in finzione del formato. Scrivere una sceneggiatura per un albo di 62 pagine è diverso dallo scriverla per uno di 110 come è diverso dallo scriverla per un albo a striscia da 32 o di 80.  Può darsi che io lo capisca perché io le strisce le lo ho lette in presa diretta, diciamo ma non ne sono del tutto convinto perché Diablero è sicuramente nato o comunque ha imparato a leggere quando gli albi a striscia erano obsoleti da un bel pezzo eppure lo capisce perfettamente.

Veniamo alla questione lunghezza. Per lungo tempo mi sono trovato a discutere con gente che partiva dal presupposto che lunghezza è mezza bellezza è quasi una piacevole sorpresa dover discutere una volta tanto con chi sembra sostenere quasi il contrario. Quasi, perché io resto fermamente convinto che la lunghezza non ha proprio nulla a che fare con la bellezza di una storia. Sarà che sono cresciuto con fumetti che avevano la lunghezza più varia ma non ho mai avvertito il problema. Un bravo sceneggiatore sa cosa mettere nelle sue storie a seconda del numero di pagine a disposizione. Andatevi a rileggere le prime storie di Tex quando ancora è in formato a 32 pagine a striscia, non troverete quasi mai scene al ristorante con le famigerate bistecche e patatine fritte e sapete perché? Perché bisognava lasciare spazio ad avvenimenti più importanti per la narrazione.

Forse non è un caso se chi esprime certi giudizi è quasi sempre un lettore esclusivamente di fumetti bonelliani se non del solo Tex addirittura.

In chiusura, ringrazio Diablero per la risposta data a Dix Leroy risparmiandomi di dire le stesse cose.:P

 

 

 Un problema che la mia generazione e quelle che l'hanno preceduta non ha mai sentito minimamente e che per me è un non problema. Noi leggevamo un albo a striscia alla settimana e quando lo avevamo finito ci chiedevamo: e adesso cosa succederà? E la settimana successiva eravamo puntuali in edicola per comprare l'albo successivo senza farci domande sulla lunghezza, la frammentazione della lettura e... ehm... stupidaggini simili. 

La prima trasferta canadese di Tex, sia pure divisa in due storie distinte, si sviluppò in ben 33 capitoli usciti in altrettante settimane; il primo ritorno di Mefisto ne occupò 23. Potrei chiedere al mio amico Maurizio Nicastro, che all'epoca c'era e leggeva già tex (lo legge dal 30 settembre 1948, una data che dovrebbe dirvi qualcosa, credo) ma scommetto che a lui della frammentazione della narrazione e dei tempi di attesa per la conclusione non fregava proprio nulla,

 

La frammentazione non è mai un problema quando è una necessità. Tutti abbiamo sempre letto ogni libro a frammenti, tutti abbiamo sempre studiato un testo scolastico a frammenti, tutti abbiamo sempre visto uno sceneggiato televisivo a puntate. Ed è ovvio che ogni capitolo di libro od ogni puntata di uno sceneggiato vengono strutturati in funzione del contenitore spazio-temporale destinato a ospitarli.

Il mio discorso è focalizzato su un preciso aspetto dela frammentazione: quella in storie LUNGHE e COMPLESSE insieme.

Una storia lunga è editorialmente necessario che venga frammentata, ma la lettura non è penalizzata se la sequenza di frammentazione della vicenda segue uno sviluppo lineare e sequenziale: A -> B -> C -> ... Fateci caso: lo schema usato da GL Bonelli era principalmente questo perchè questo imponeva il formato albetto a striscia, dove ogni albetto doveva risultare un minimo autoconsistente, agganciato al precedente ma non necessariamente intrecciato con tutti i precedenti.

Diverso è il caso in cui alla lunghezza si somma la complessità, intesa come rimandi, incastri, incroci, sospensioni e recuperi, tutti elementi eventualmente accentuati dalla numerosità di personaggi e sottotrame, dove lo schema narrativo non è più lineare e sequenziale (A -> B -> C -> ...) ma diventa intrusivo e ricorsivo (A -> B -> A -> C -> B...).

Peraltro, leggere una striscia settimanale non richiedeva lo sforzo di dover rinfrescare la memoria, sia per la brevità di intervallo temporale tra una striscia e l'altra, sia per la sequenzialità dello sviluppo della storia, che non imponeva di tenere a mente e incastrare ogni singolo elemento di tutte le strisce precedenti.

Pertanto, il modo di leggere e assimilare una sequenza di albi di "Tex Willer" è profondamente diverso dal modo di leggere e assimilare una sequenza di albetti a striscia. Sto comprando le ristampe anastatiche delle strisce, che leggo settimanalmente appena uscite, quindi parlo per esperienza diretta, anche se non risalente agli anni delle strisce originali.

<span style="color:red">48 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

 Se conoscessi Boselli come lo conosco io non avresti mai fatto questa domanda.

Ti rispondo io per lui, se me lo consente: no nel modo più assoluto. Ci scommetto quello che vuoi.

La mia voleva ovviamente essere una provocazione per enfatizzare il concetto di frammentazione penalizzante in storie lunghe e complesse: Boselli scrive la trama e perciò ha il piacere di conoscerla tutta e subito, noi invece dobbiamo attendere anche 5 mesi, come nell'ultimo caso, per avere il senso compiuto della vicenda.

Non conosco Boselli personalmente ma è evidentissimo che trasmette professionalità, dedizione e passione ai massimi livelli, perciò la mia non voleva minimamente essere una illazione offensiva ma se questa è l'impressione che se ne può trarre mi scuso con l'interessato.

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<span style="color:red">7 ore fa</span>, PapeSatan dice:

 

Siccome "Tex Willer" esce mensilmente con un numero di pagine relativamente basso, il mio auspicio è che le storie lunghe e complesse (due attributi che, quando presenti insieme, aumentano esponenzialmente la frammentazione di lettura) siano centellinate.

Siamo sicuri che dietro non ci sia ANCHE una scelta editoriale per tirare in lungo una collana che vende e che altrimenti sarebbe destinata a concludersi rapidamente non appena colmati i buchi narrativi della serie gigante?

 

 

Ti assicuro, il motivo è solo ed esclusivamente artistico ossia la mia personale ispirazione e voglia di raccontare

 

In quanto ai tempi e alla frammentazione, per fortuna non sei cresciuto negli anni trenta con le STRIP QUOTIDIANE... :D

 

 

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<span style="color:red">48 minuti fa</span>, borden dice:

Ti assicuro, il motivo è solo ed esclusivamente artistico ossia la mia personale ispirazione e voglia di raccontare

 

In quanto ai tempi e alla frammentazione, per fortuna non sei cresciuto negli anni trenta con le STRIP QUOTIDIANE... :D

 

 

 

Temo sia inutile: ha la sua idea e da lì non lo smuovo nemmeno a cannonate. Non capirà mai.

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1 ora fa, borden dice:

Ti assicuro, il motivo è solo ed esclusivamente artistico ossia la mia personale ispirazione e voglia di raccontare

 

In quanto ai tempi e alla frammentazione, per fortuna non sei cresciuto negli anni trenta con le STRIP QUOTIDIANE... :D

 

 

Come ho scritto sopra, la mia era una provocazione rafforzativa del concetto espresso e non metto minimamente in dubbio la tua professionalità fatta di vena artistica e passione. Mi sono scusato se la provocazione poteva apparire offensiva.La maggiore frequenza di uscita va a favore del mio concetto di evitare il più possibile frammentazioni che, come ha ribattuto @Diablero ritenendo di confutare la mia tesi ma in pratica suffragandola, riguarda il TEMPO e non la quantità: cioè la frammentazione nella lettura e nella assimilazione di una storia lunga e complessa è tanto meno percepita quanto più alta è la frequenza di uscita delle parti. Perciò, tra tutte le possibili frammentazioni di storie lunghe e complesse, la cadenza giornaliera sarebbe l'ideale pure oggi.

1 ora fa, Carlo Monni dice:

 

Temo sia inutile: ha la sua idea e da lì non lo smuovo nemmeno a cannonate. Non capirà mai.

 

La mia non è una idea ma una constatazione pratica, di "ergonomia" nella lettura.

Essendo fissata la cadenza di pubblicazione (mensile), ecco che il mio auspicio andrebbe verso un maggior accorpamento di pagine. Ma essendo fissata anche la foliazione, allora l'auspicio va a lunghezze non eccessive e non sistematiche, a beneficio della consecutività e autoconsistenza della lettura.

In questa logica, sarei paradossalmente favorevole ad uscite settimanali di "Tex Willer", con 16 pagine settimanali anzichè 64 mensili, perchè la maggiore frammentazione quantitativa si tradurrebbe in una maggiore consecutività di lettura, cioè con minor intervallo tra una lettura e l'altra. Però De Angelis dovrebbe disegnare il quadruplo di copertine, Boselli cambiare la struttura narrativa, quadruplicare i cliffhanger al termine di ogni albetto... infattibile al giorno d'oggi. :P

In conclusione, non sono affatto contrario alla frammentazione a puntate di una storia (una necessità, come ho scritto, se il progetto editoriale la prevede, come in "Tex Willer"), ma sto dicendo una semplice banalità: preferisco leggere 300 pagine di una storia lunga e complessa spezzata in 3 albi mensili da 100 pagine piuttosto che la stessa storia in 6 albi mensili da 50 pagine, anche se sono perfettamente consapevole (anche se @Carlo Monni crede di no) che le 300 pagine sarebbero scritte con una struttura narrativa differente in funzione dei rispettivi diversi formati.

 
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Allora...Letta questa coinvolgente storia.

Devo ammettere che mi è piaciuta, che ogni filone narrativo ha avuto il suo perchè, che i disegni di De Angelis sono come al solito accattivanti.

Boselli spazia tra passato, presente e futuro gettando le basi anche per altre storie.

SPOILER SPOILER SPOILER 

 

 

La parte di Lilyth mi ha sorpreso. Poco sorprendente è stato il finale con l'arrivo di Cochise a salvare i nostri.

Dopo aver finito la prima lettura già ho voglia di farne un altra e assaporare di nuovo il pasto.

Capita spesso con Tex Willer e questo è sintomo di bontà del lavoro di Boselli e dei disegnatori.

 

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<span style="color:red">6 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

Però De Angelis dovrebbe disegnare il quadruplo di copertine,

Non credo che Dotti sia felice di sapere che vorresti sostituirlo come copertinista. :P:D

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Io non sono né sostenitrice di una tesi né dell'altra.

Però ci sono un paio di considerazioni che vorrei fare.

1) Le ristampe di Tex Willer sono tutte in volume unico. Perché?

2) I cliffhanger vanno a farsi benedire nelle riletture successive, così la curiosità di come andrà a finire la storia, così l'attesa di un mese dell'albo successivo.

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<span style="color:red">27 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Non credo che Dotti sia felice di sapere che vorresti sostituirlo come copertinista. :P:D

Errore mio, chiedo venia. :zzzzzzz:

Grazie per la segnalazione 

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