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[Tex Willer N. 64/66] Le cinque dita della Mano Rossa


MacParland
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15 minuti fa, Letizia dice:

Chi non è rimasto male, anzi malissimo, alla notizia del suicidio della povera Florecita?

Avrei preferito mille volte una morte meno spietata (anche se la morte non conosce pietà) magari accidentale nel tentativo di fuggire da Mohican.

Certo che ci si rimane male, ma l'effetto voluto era proprio quello. Tragico, paragonabile ad un pugno nello stomaco.

Spero proprio che ora non censurino il suo suicidio facendola morire in modo accidentale e più politicamente corretto. Sarebbe una modifica che non gradirei.

 

Ps: bellissimo quel disegno di Conan!

Modificato da frank_one
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  • co fondatore

Comunque sia, Bill Mohican è il classico tipo che deve morire male.

 

Povera Florecita...

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Gli esempi sono tutti congruenti, ma tipicamente americani.

 

In questo periodo sto rileggendo classici degli anni Venti/Cinquanta come Wash Tubbs, Lil'Abner, Terry e i pirati, Rip Kirby, Johnny Hazard e continuo a stupirmi di come fossero avanti anni luce rispetto all'Italia in termini di sesso, costumi, ecc. 

 

Sbaglierò, ma per un autore come Bonelli in quell'Italia del Vittorioso, degli Albi dell'Intrepido, delle rimembranze salgariane e perfino pucciniane (con tutte le protagoniste donne-martiri) e certamente anche i film di Amedeo Nazzari, in una frase come "Ha preferito la morte alla vergogna" ... il fulcro della vergogna stava proprio nell'essere Floresita ormai "rovinata per sempre".

 

E intanto nelle strip USA le donne usavano spesso gli uomini e se li contendevano con mille sotterfugi e frasi abbastanza esplicite.

 

Un altro mondo.

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Ti darei ragione per il fumetto italiano dell'epoca, in generale, ma non su GL Bonelli. All'epoca (e pure dopo) era praticamente un alieno, nessuno nel fumetto italiano scriveva così, e basta leggersi le storie dell'epoca (non censurate, ovvio, le censure sono più "antiche" come modernità rispetto alla versioni originali) per vederlo.

 

Non parlo solo dello stile e degli epiteti fantasiosi, anche il tipo di narrazione non segue le convenzioni del "romanzo di genere" italiano dell'epoca. Pensando agli altri fumetti, anche senza andare sui ragazzini tipo Miki o il piccolo sceriffo, o su chi non poteva usare la pistola, vedi storie virate sul comico (blek) o sul melodramma (sciuscià, kinowa).

 

Trovami anche un solo altro fumetto italiano, in tutti gli anni 40 e 50, dove il protagonista avrebbe potuto dire "non vali nemmeno una pallottola", stendere l'avversario con un pugno e lasciarlo in una casa in fiamme... (e infatti, la retcon di Boselli che cancella quella morte fulminea come un cazzotto al mento per dire che Coffin era rimasto vivo e farlo morire nell'ennesimo scontro leale con il cattivo armato è più "vecchio" e da oratorio...)

 

Dici che il fumetto USA era più avanti, ed è vero, ma anche negli USA la morte di un personaggio femminile positivo e già conosciuto dai lettori per mano di un "cattivo" non era usuale: si sa chi, dove e quando, perchè è una storyline che ha fatto epoca! La morte di Raven Sherman su "Terry e i Pirati"

Raven.JPG

 

Era una scena che sconvolse i lettori dell'epoca, e Caniff lo sapeva, tanto da usare come striscia giornaliera del 17 ottobre 1941 una unica scena muta, con Terry e Dude davanti alla sua tomba. Ne parlarono i giornali.

 

GL Bonelli arriva solo 8 anni dopo, in Italia, in un paese dove invece di finire sulla prima pagina di "Life", ti metteva all'indice la Chiesa Cattolica. Ma è comunque ancora molto più simile a Terry e i pirati che non a Capitan Miki.

  • Grazie (+1) 1
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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Diablero dice:

Ti darei ragione per il fumetto italiano dell'epoca, in generale, ma non su GL Bonelli. All'epoca (e pure dopo) era praticamente un alieno, nessuno nel fumetto italiano scriveva così, e basta leggersi le storie dell'epoca (non censurate, ovvio, le censure sono più "antiche" come modernità rispetto alla versioni originali) per vederlo.

 

Non parlo solo dello stile e degli epiteti fantasiosi, anche il tipo di narrazione non segue le convenzioni del "romanzo di genere" italiano dell'epoca. Pensando agli altri fumetti, anche senza andare sui ragazzini tipo Miki o il piccolo sceriffo, o su chi non poteva usare la pistola, vedi storie virate sul comico (blek) o sul melodramma (sciuscià, kinowa).

 

Trovami anche un solo altro fumetto italiano, in tutti gli anni 40 e 50, dove il protagonista avrebbe potuto dire "non vali nemmeno una pallottola", stendere l'avversario con un pugno e lasciarlo in una casa in fiamme... (e infatti, la retcon di Boselli che cancella quella morte fulminea come un cazzotto al mento per dire che Coffin era rimasto vivo e farlo morire nell'ennesimo scontro leale con il cattivo armato è più "vecchio" e da oratorio...)

 

Dici che il fumetto USA era più avanti, ed è vero, ma anche negli USA la morte di un personaggio femminile positivo e già conosciuto dai lettori per mano di un "cattivo" non era usuale: si sa chi, dove e quando, perchè è una storyline che ha fatto epoca! La morte di Raven Sherman su "Terry e i Pirati"

Raven.JPG

 

Era una scena che sconvolse i lettori dell'epoca, e Caniff lo sapeva, tanto da usare come striscia giornaliera del 17 ottobre 1941 una unica scena muta, con Terry e Dude davanti alla sua tomba. Ne parlarono i giornali.

 

GL Bonelli arriva solo 8 anni dopo, in Italia, in un paese dove invece di finire sulla prima pagina di "Life", ti metteva all'indice la Chiesa Cattolica. Ma è comunque ancora molto più simile a Terry e i pirati che non a Capitan Miki.

 

Mi piace questo costruttivo confronto e ribadisco che tu porti validi esempi, ma a mio avviso occorre contestualizzare meglio cosa circolasse in Italia nel 1948, quali fossero le fonti e il background di Bonelli e la sua personalità, come facciamo per @borden sebbene adesso in un mondo globalizzato.

 

Riporti correttamente la scena della morte di Raven (da me riletta appena il mese scorso, dopo aver rivissuto le pulsioni sentimentali e perfino sessuali di Terry e le donne fatali di quella serie) l'ennesima testimonianza di quanto fosse avanti il fumetto americano già alla metà degli anni Venti con Wash Tubbs e soprattutto negli anni Trenta/Quaranta proprio con Terry e I Pirati e tante altre strisce, rispetto al fumetto italiano. E siamo entrambi d'accordo.

 

Ma GL Bonelli aveva letto quelle storie? Credo di no. Per l'Italia dell'epoca (considerando il decennio che precede Tex, quindi 1938-1948) c'erano soltanto fumetti italiani, Topolino sempre e prima del veto di Mussolini i classici Mandrake, Cino e Franco, Principe Valentino, Flash Gordon. E Bonelli traeva qualche ispirazione da quelle storie, mentre disegnatori come Galep diventarono emuli assoluti dei disegnatori americani di quelle storie.

 

Bonelli peró aveva anche grande inventiva, personalità e come dici tu era spesso alieno al piattume dell'epoca. Quindi metteva del proprio usando temi forti e un linguaggio colorito, rifacendosi però in termini di comunicazione alle scene melodrammatiche delle storie lette nella sua prima giovinezza, con tutto il carico dei Salgari, Motta, Fancelli che a loro volta si rifacevano al feuilleton francese con i suoi stereotipi, ma anche l'opera di Verdi e soprattutto Puccini, le storie truculente de Il Giornale dei Viaggi e delle Avventure di Terra e di Mare... denominato poi Il Mondo, le storie apparse su La Domenica del Corriere con le sorprendenti copertine, ma soprattutto controcopertine di  Beltrame e quindi Molino. Da non dimenticare le storie a fumetti illustrate da Albertarelli, molte adattamenti salgariani.

 

Non è ancora l'epoca dei Blek e Miki e in America Conan non è ancora un fumetto. Quando Conan e i super-eroi Marvel e DC, soprattutto a partire dagli anni Settanta, riportano certe tematiche scomode delle vecchie strip, sono già cose viste e dettate da un "manierismo" molto piacevole, ma poco originale.

 

A quell'epoca in Italia GL Bonelli ha già dato quasi il 100% delle sue potenzialità e contemporanemente perfino l'Intrepido con le storie ad esempio di Billy Bis ripropone temi oltreoceano scottanti, ma "nuovi" soltanto per l'Italia. Poi si scade nel fumetto nero più becero e nel porno più banale.

 

Tutto diventa stereotipo e in casa Bonelli soltanto alcuni autori originali riescono come GL a dare ancora qualcosa di nuovo, pur nel solco della tradizione.

 

Arriverà Dylan Dog di Sclavi ... ovvero il Rip Kirby del terrore, Martin Mystère... coacervo di tutte le vecchie strip americane lette da Castelli, le belle storie di @borden per Zagor, quelle per Tex nelle varie declinazioni e un gioiellino come Dampyr, specie nelle storie legate a temi culturali.

 

Le fonti ormai s'incrociano a tutte le latitudini e l'Intelligenza Artificiale con la sua mole di informazioni inizia anche a far meglio della creatività del singolo autore.

 

In effetti l'Iliade e l'Odissea insieme, costituivano già la summa di tutto ciò che è umanamente possibile raccontare... comprese storie di donne coraggiose, violate o meno poco importa.

  • +1 1
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Adesso, Jeff_Weber dice:

Le fonti ormai s'incrociano a tutte le latitudini e l'Intelligenza Artificiale con la sua mole di informazioni inizia anche a far meglio della creatività del singolo autore.

Su questo ci credo poco. Incrociare le fonti non basta, almeno un pizzico di nuovo è imprescindibile.

Adesso, Jeff_Weber dice:

 

In effetti l'Iliade e l'Odissea insieme, costituivano già la summa di tutto ciò che è umanamente possibile raccontare... comprese storie di donne coraggiose, violate o meno poco importa.

Mi sorprende sempre constatare quanto avanti fossero nell'antichità. È come se davvero quello sia stato l'apice della nostra civiltà, dopo c'è stata solo tecnica e tecnologia.

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<span style="color:red">10 ore fa</span>, Jeff_Weber dice:

Riporti correttamente la scena della morte di Raven (da me riletta appena il mese scorso, dopo aver rivissuto le pulsioni sentimentali e perfino sessuali di Terry e le donne fatali di quella serie) l'ennesima testimonianza di quanto fosse avanti il fumetto americano già alla metà degli anni Venti con Wash Tubbs e soprattutto negli anni Trenta/Quaranta proprio con Terry e I Pirati e tante altre strisce, rispetto al fumetto italiano. E siamo entrambi d'accordo.

 

Ma GL Bonelli aveva letto quelle storie? Credo di no. 

 

Terry e i Pirati era pubblicato su L'avventuroso della Nerbini, prima che il Min.Cul.Pop. proibisse tutti i fumetti americani, quindi GL Bonelli poteva benissimo averlo letto (Hugo Pratt, ad esempio, lo aveva letto di sicuro) 

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Adesso, Magic Wind dice:

 

Terry e i Pirati era pubblicato su L'avventuroso della Nerbini, prima che il Min.Cul.Pop. proibisse tutti i fumetti americani, quindi GL Bonelli poteva benissimo averlo letto (Hugo Pratt, ad esempio, lo aveva letto di sicuro) 

 

L'Avventuroso fu pubblicato dal 1934 al 1943, Terry e i Pirati iniziò in USA esattamente nel 1934. Immagino che le storie ospitate ne L'Avventuroso fossero quelle dei primissimi anni, non credo si giungesse al 1941 in cui Raven morì inaspettatamente. Il Min.Cul.Pop era ormai una realtà.

 

In verità potrei verificare la mia collezione completa di ristampe anastatiche de L'Avventuroso, ma francamente ... mi scoccerebbe un pò salire una scala, desigillare questi grandi volumi/giornale, ecc.

 

Terry e I Pirati io l'ho letto dalla collezione Comic Art. 

 

Ma torniamo a Tex ...

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<span style="color:red">10 ore fa</span>, frank_one dice:

Mi sorprende sempre constatare quanto avanti fossero nell'antichità. È come se davvero quello sia stato l'apice della nostra civiltà, dopo c'è stata solo tecnica e tecnologia.

 

Non è "come se": è esattamente così.

Poi, certo, il Medioevo da bravo nano sulle spalle dei giganti ha portato le conquiste del mondo antico alla perfezione; ma a partire dal Trecento è cominciata la decadenza per arrivare, infine, agli ultimi tre-quattrocento anni in cui l'umanità ha accumulato una sequenza di figure di merda tale che, se si fosse estinta dopo aver disegnato il primo cavallino sulla parete di una grotta, avrebbe fatto più bella figura.

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11 hours ago, Jeff_Weber said:

Mi piace questo costruttivo confronto e ribadisco che tu porti validi esempi, ma a mio avviso occorre contestualizzare meglio cosa circolasse in Italia nel 1948, quali fossero le fonti e il background di Bonelli e la sua personalità, come facciamo per @borden sebbene adesso in un mondo globalizzato.

 

Riporti correttamente la scena della morte di Raven (da me riletta appena il mese scorso, dopo aver rivissuto le pulsioni sentimentali e perfino sessuali di Terry e le donne fatali di quella serie) l'ennesima testimonianza di quanto fosse avanti il fumetto americano già alla metà degli anni Venti con Wash Tubbs e soprattutto negli anni Trenta/Quaranta proprio con Terry e I Pirati e tante altre strisce, rispetto al fumetto italiano. E siamo entrambi d'accordo.

 

Tieni presente che Caniff era avanti rispetto anche al resto del fumetto americano! Terry e i pirati non era certo un fumetto "medio", se vai a vedere le storie "da comic book" del periodo tipo Batman e Superman trovi storie al livello di quelle italiane o peggio...

 

11 hours ago, Jeff_Weber said:

 

Ma GL Bonelli aveva letto quelle storie? Credo di no. Per l'Italia dell'epoca (considerando il decennio che precede Tex, quindi 1938-1948) c'erano soltanto fumetti italiani, Topolino sempre e prima del veto di Mussolini i classici Mandrake, Cino e Franco, Principe Valentino, Flash Gordon. E Bonelli traeva qualche ispirazione da quelle storie, mentre disegnatori come Galep diventarono emuli assoluti dei disegnatori americani di quelle storie.

Partiamo prima dal piano generale.

 

GL Bonelli conosceva SICURAMENTE il fumetto avventuroso americano. E per una ragione semplicissima: era il suo lavoro! Prima di diventare l'autore di Tex era stato editore, direttore di testate e traduttore di fumetti. Quei fumetti americani li aveva tradotti e ne aveva negoziato i diritti e li aveva pubblicati in italia! Difficile pensare che non li avesse letti...

 

Per l'esattezza, prima di diventare editore in proprio con l'Audace nel 1941 aveva diretto per un po' l'Avventuroso e prima aveva collaborato alle riviste di Lotario Vecchi Jumbo, Rin Tin Tin e lo stesso Audace, quindi parliamo delle edizioni italiane di classici come Phantom, Flash Gordon, Brick Bradford, Radio Patrol, Tarzan e... Terry e i pirati, pubblicato appunto su "l'avventuroso" nel periodo della sua direzione.

 

A questo aggiungiamoci che era un avido lettore di letteratura americana (e non solo), e che i suoi autori preferiti non erano Motta o Collodi ma Jack London, Zane Grey, Alexander Dumas, H.Rider Haggard e in seguito nel dopoguerra Spillane.

 

Nel dopoguerra, oltre a scrivere Tex e altri fumetti torna anche a tradurre fumetti americani, come con RED CARSON di Warren Tuft

 

Torniamo a Terry e i pirati. Dove è stato pubblicato in Italia? Consulto la guida del fumetto italiano e ricavo:

"In Italia gli episodi realizzati da Caniff compaiono su LA RISATA > LA FOLGORE (Casa Editrice Moderna, 1935), L’AVVENTUROSO (Nerbini, 1938), ALBOGIORNALE > ALBI JUVENTUS (3) (Edizioni Juventus, 1939), ROBINSON (E.S.I., 1945), DICK FULMINE (2) (Vulcania, 1945), L’ILLUSTRAZIONE DEI RAGAZZI (A.P.E., 1945), ALBI COSTELLAZIONE (Esi, 1946/47), SGT. KIRK (Ivaldi, 1967/68) e COMIC ART (Comic Art, 1985),

 

Quali storie sono state pubblicate dove? Qualche info su "Robinson" si trova in questo articolo:

https://www.guidafumettoitaliano.com/edicola-e-dintorni/1946-la-voce-dell-america

che ha un elenco di personaggi pubblicati subito nel dopoguerra in Italia (già dal 1945):

 

[...]Già il 6 agosto 1944, appena due mesi dopo la liberazione di Roma, il tipografo romano Fausto Capriotti manda in edicola il settimanale L’Avventura, ideale continuazione dell’esperienza anteguerra dell’Avventuroso di Mario Nerbini. Vi sono pubblicati classici come Flash Gordon (Gordon l’Intrepido), King of the Royal Mounted (Audax), Tim Tyler’s Luck (Cino e Franco), Mandrake the Magician (Mandrake), Jungle Jim (Jim della giungla), Brick Bradford (Marco Spada), The Phantom (L’Uomo Mascherato). In questo momento di grande fermento per il fumetto nella capitale prende vita, sempre per iniziativa di Capriotti, anche la testata “gemella” Giramondo (agosto 1944). A questo foglio “di racconti, di avventure, di viaggi” lavora un gruppo di sceneggiatori come Gastone Martini, Sandro Cassone e Alberto Guerri; tra i molti disegnatori ci sono Mario Guerri (fratello di Alberto), Gaspare De Fiore, Renato Polese, Osvaldo Grassetti e Vittorio Cossio. Quest’ultimo insieme ad Alberto Guerri firma le avventure di Raff Pugno D’acciaio che diventa presto il personaggio di copertina.

In teoria una marcia in più dovrebbe avercela Robinson (22 aprile 1945), pubblicato dalla Società Editrice Settimanali Illustrati che presenta classici come il Tarzan di Hogart e Rubimor o Prince Valiant (Il Principe Valentino) di Harold Foster, ma anche personaggi inediti o ancora poco conosciuti in Italia. Tra questi - oltre ai già citati Dick Tracy e Rip Kirby - ci sono Li’l Abner di Al Capp, Abbie and Slats (Ritorno dal Pacifico) di Raeburn Van Buren, Secret Agent X9 (Agente Segreto X9) nella versione di Mel Graff, Judge Wright (Il Giudice Morris) di Bob Brent e Terry and the Pirates (Terry e i Pirati) di Milton Caniff. Quest’ultima serie è quasi inedita in Italia, eccezion fatta per una breve pubblicazione su La Risata (Moderna, 1935) e sull’Avventuroso (Nerbini, 1938).[...]

 

A questo aggiungici che GL Bonelli leggeva in Inglese, e che tutti questi personaggi a striscia erano pubblicati sui quotidiani in inglese importati per le numerose truppe americane ancora presenti in Italia, e quindi facilmente disponibili...

 

Insomma: tutti questi personaggi erano nelle edicole italiane già dal 1944-45, se quindi la maggior parte degli autori italiani ancora scriveva in modo tanto "datato" era per stile e indole e magari interessi. lo stesso motivo per cui invece GL Bonelli scriveva "avanti sui tempi", rispetto ai suoi contemporanei.

 

Riguardo a Terry e i pirati, e al perchè (nonostante siano stati amatissimi da autori come Prett e altri) non abbia avuto un grande successo in italia (cosa che ha portato ad un certo "ritardo" nella maturazione del fumetto italiano, ma d'altro canto ha reso l'Italia una terra di "Raymondiani" come Galep, letteri, Nicolò e praticamente tutti gli autori classici di Tex, c'è un articolo al riguardo di Leonardo Gori su Giornale pop (sito attualmente defunto ma recurabile grazie alla wayback machine)

https://web.archive.org/web/20230321044257/https://www.giornalepop.it/terry-e-i-pirati-in-italia/

 

 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

 

Tieni presente che Caniff era avanti rispetto anche al resto del fumetto americano! Terry e i pirati non era certo un fumetto "medio", se vai a vedere le storie "da comic book" del periodo tipo Batman e Superman trovi storie al livello di quelle italiane o peggio...

 

Partiamo prima dal piano generale.

 

GL Bonelli conosceva SICURAMENTE il fumetto avventuroso americano. E per una ragione semplicissima: era il suo lavoro! Prima di diventare l'autore di Tex era stato editore, direttore di testate e traduttore di fumetti. Quei fumetti americani li aveva tradotti e ne aveva negoziato i diritti e li aveva pubblicati in italia! Difficile pensare che non li avesse letti...

 

Per l'esattezza, prima di diventare editore in proprio con l'Audace nel 1941 aveva diretto per un po' l'Avventuroso e prima aveva collaborato alle riviste di Lotario Vecchi Jumbo, Rin Tin Tin e lo stesso Audace, quindi parliamo delle edizioni italiane di classici come Phantom, Flash Gordon, Brick Bradford, Radio Patrol, Tarzan e... Terry e i pirati, pubblicato appunto su "l'avventuroso" nel periodo della sua direzione.

 

A questo aggiungiamoci che era un avido lettore di letteratura americana (e non solo), e che i suoi autori preferiti non erano Motta o Collodi ma Jack London, Zane Grey, Alexander Dumas, H.Rider Haggard e in seguito nel dopoguerra Spillane.

 

Nel dopoguerra, oltre a scrivere Tex e altri fumetti torna anche a tradurre fumetti americani, come con RED CARSON di Warren Tuft

 

Torniamo a Terry e i pirati. Dove è stato pubblicato in Italia? Consulto la guida del fumetto italiano e ricavo:

"In Italia gli episodi realizzati da Caniff compaiono su LA RISATA > LA FOLGORE (Casa Editrice Moderna, 1935), L’AVVENTUROSO (Nerbini, 1938), ALBOGIORNALE > ALBI JUVENTUS (3) (Edizioni Juventus, 1939), ROBINSON (E.S.I., 1945), DICK FULMINE (2) (Vulcania, 1945), L’ILLUSTRAZIONE DEI RAGAZZI (A.P.E., 1945), ALBI COSTELLAZIONE (Esi, 1946/47), SGT. KIRK (Ivaldi, 1967/68) e COMIC ART (Comic Art, 1985),

 

Quali storie sono state pubblicate dove? Qualche info su "Robinson" si trova in questo articolo:

https://www.guidafumettoitaliano.com/edicola-e-dintorni/1946-la-voce-dell-america

che ha un elenco di personaggi pubblicati subito nel dopoguerra in Italia (già dal 1945):

 

[...]Già il 6 agosto 1944, appena due mesi dopo la liberazione di Roma, il tipografo romano Fausto Capriotti manda in edicola il settimanale L’Avventura, ideale continuazione dell’esperienza anteguerra dell’Avventuroso di Mario Nerbini. Vi sono pubblicati classici come Flash Gordon (Gordon l’Intrepido), King of the Royal Mounted (Audax), Tim Tyler’s Luck (Cino e Franco), Mandrake the Magician (Mandrake), Jungle Jim (Jim della giungla), Brick Bradford (Marco Spada), The Phantom (L’Uomo Mascherato). In questo momento di grande fermento per il fumetto nella capitale prende vita, sempre per iniziativa di Capriotti, anche la testata “gemella” Giramondo (agosto 1944). A questo foglio “di racconti, di avventure, di viaggi” lavora un gruppo di sceneggiatori come Gastone Martini, Sandro Cassone e Alberto Guerri; tra i molti disegnatori ci sono Mario Guerri (fratello di Alberto), Gaspare De Fiore, Renato Polese, Osvaldo Grassetti e Vittorio Cossio. Quest’ultimo insieme ad Alberto Guerri firma le avventure di Raff Pugno D’acciaio che diventa presto il personaggio di copertina.

In teoria una marcia in più dovrebbe avercela Robinson (22 aprile 1945), pubblicato dalla Società Editrice Settimanali Illustrati che presenta classici come il Tarzan di Hogart e Rubimor o Prince Valiant (Il Principe Valentino) di Harold Foster, ma anche personaggi inediti o ancora poco conosciuti in Italia. Tra questi - oltre ai già citati Dick Tracy e Rip Kirby - ci sono Li’l Abner di Al Capp, Abbie and Slats (Ritorno dal Pacifico) di Raeburn Van Buren, Secret Agent X9 (Agente Segreto X9) nella versione di Mel Graff, Judge Wright (Il Giudice Morris) di Bob Brent e Terry and the Pirates (Terry e i Pirati) di Milton Caniff. Quest’ultima serie è quasi inedita in Italia, eccezion fatta per una breve pubblicazione su La Risata (Moderna, 1935) e sull’Avventuroso (Nerbini, 1938).[...]

 

A questo aggiungici che GL Bonelli leggeva in Inglese, e che tutti questi personaggi a striscia erano pubblicati sui quotidiani in inglese importati per le numerose truppe americane ancora presenti in Italia, e quindi facilmente disponibili...

 

Insomma: tutti questi personaggi erano nelle edicole italiane già dal 1944-45, se quindi la maggior parte degli autori italiani ancora scriveva in modo tanto "datato" era per stile e indole e magari interessi. lo stesso motivo per cui invece GL Bonelli scriveva "avanti sui tempi", rispetto ai suoi contemporanei.

 

Riguardo a Terry e i pirati, e al perchè (nonostante siano stati amatissimi da autori come Prett e altri) non abbia avuto un grande successo in italia (cosa che ha portato ad un certo "ritardo" nella maturazione del fumetto italiano, ma d'altro canto ha reso l'Italia una terra di "Raymondiani" come Galep, letteri, Nicolò e praticamente tutti gli autori classici di Tex, c'è un articolo al riguardo di Leonardo Gori su Giornale pop (sito attualmente defunto ma recurabile grazie alla wayback machine)

https://web.archive.org/web/20230321044257/https://www.giornalepop.it/terry-e-i-pirati-in-italia/

 

 

 

Giuste osservazioni e preziose references (non immaginavo che Giornale Pop avesse chiuso, un vero peccato !).

 

Per il resto, senza peró andare a verificare, ma essendo io quasi un emulo o l'erede del mitico "vecchietto delle anastatiche" (per chi non lo conoscesse era l'emblema di tutti quei vecchi collezionisti che ingenuamente negli anni Settanta e Ottanta scambiarono preziosi albi originali di serie incomplete, con serie complete di belle anastatiche oggi quasi di alcun valore) ho praticamente quasi tutto uscì in ristampa anastatica e filologica, acquistato peró consapevolmente.

 

Ciò mi permette quando voglio di ripercorrere (ma sono diventato pigro, purtroppo) a ritroso e in maniera diretta la storia del fumetto in Italia. E posso assicurare che queste presunte importanti testimonianze del fumetto americano nel nostro Paese spesso si traducevano soltanto in brevi estratti di storie mutilate, censurate e completamente stravolte nel linguaggio.

 

Qualche esempio sono proprio gli Albi Costellazione che citi, insieme agli Albi Rubino e tante altre testate che davvero poco rappresentavano gli originali USA.

 

Quindi storie sparse e manipolate fuori misura per le strip più "adulte". Più spazio ebbero invece Mandrake e Flash Gordon, ma ampiamente censurati, Cino e Franco, L'Uomo Mascherato, Agente Segreto X-9 e Tarzan ... in tutte le salse.

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Letti i tre albi uno di fila all'altro ieri pomeriggio quando ho trovato finalmente un po' di tempo. Per la nuova serie ho deciso infatti di leggere solo storie complete e alla lettura, noto, ci si guadagna molto. La storia me la sono bevuta dalla prima fino all'ultima pagina, acqua fresca,  disegni superbi, abbiamo il nuovo Ticci. Boselli riprende un classico e riesce nell'impresa di migliorarlo aggiungendo solo il minimo. Dialoghi asciutti e veloci, niente paroloni, funzionali alle scene di azione che si susseguono pagina dopo pagina. Tutto l'opposto della serie regolare che stiamo leggendo in questi mesi. Con questa storia sono ringiovanito di 40 anni, alle storie che pubblicavano allora. E la cosa mi fa un immenso piacere! Per storie così ogni mese ci metterei la firma.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, ymalpas dice:

Letti i tre albi uno di fila all'altro ieri pomeriggio quando ho trovato finalmente un po' di tempo. Per la nuova serie ho deciso infatti di leggere solo storie complete e alla lettura, noto, ci si guadagna molto. La storia me la sono bevuta dalla prima fino all'ultima pagina, acqua fresca,  disegni superbi, abbiamo il nuovo Ticci. Boselli riprende un classico e riesce nell'impresa di migliorarlo aggiungendo solo il minimo. Dialoghi asciutti e veloci, niente paroloni, funzionali alle scene di azione che si susseguono pagina dopo pagina. Tutto l'opposto della serie regolare che stiamo leggendo in questi mesi. Con questa storia sono ringiovanito di 40 anni, alle storie che pubblicavano allora. E la cosa mi fa un immenso piacere! Per storie così ogni mese ci metterei la firma.

Non so se Ghion sarà il nuovo Ticci,ma per il resto concordo alla grande :old:

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Piombo Caldo dice:

Io lo vedo più Villiano che Ticciano.

Comunque sia, davvero bravo.🤐🖐

 

Chissà cosa sta facendo.

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