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TWF - Tex Willer Forum

[214/215] I Due Rivali


ymalpas
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Storia riletta dopo una buona manciata di secoli nella tarda mattinata di oggi, complice la scarna lunghezza, e per quanto mi riguarda, non fosse stato per il fuggevole inciucio sentimentale di Kit Willer con la bella Manuela Montoya e la sua relativa rivalità con Pedro Cortez, l'avrei catalogata senza mezzi termini come una di quelle brevi storie puramente riempitive, magari di passaggio tra due avventure ben più memorabili.

 

Trama senza troppi fronzoli né considerevoli sorprese, ma al contempo scorrevole e priva di grossi difetti. Unico elemento di interesse, ripeto, la rivalità che viene a crearsi tra Kit e lo snobissimo Pedro Cortez, un idiota con la I maiuscola che, geloso del rivale, ha la brillante idea di assoldare una scalcinata banda di fuorilegge che finga di rapire Manuela affinché lui possa poi fingere di liberarla eroicamente. Un'idea talmente idiota da essere smascherata immediatamente da Tex e Carson, e che costa a Cortez una meschina figura.

 

Avrebbe invece potuto essere un po' approfondita meglio gestita la palese incompatibilità tra Tex e don Carlos Montoya, padre di Manuela ed anch'egli pieno di spocchia da nobiluomo. In particolare, forse proprio il personaggio di don Carlos avrebbe potuto essere reso diversamente: a mio avviso sarebbe stato lecito aspettarsi che, coerentemente alla puzza sotto il naso che manifestava in continuazione (anche senza farlo volutamente), permettesse malvolentieri a Tex ed i pards di collaborare alle ricerche della figlia, per poi ringraziarli con gratitudine mista a freddezza una volta salvata la ragazza. Ma è probabile si tratti più semplicemente del classico gentiluomo col cervello di gallina...

 

In ogni caso, credo sia a maggior ragione lecito aspettarsi che la storia del ritorno di Manuela Montoya, stando al tabellone di prossima uscita, sia di un livello nettamente superiore a questa. E chissà che non ricompaia anche quel bellimbusto di Cortez...  

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, juanraza85 dice:

In ogni caso, credo sia a maggior ragione lecito aspettarsi che la storia del ritorno di Manuela Montoya, stando al tabellone di prossima uscita, sia di un livello nettamente superiore a questa. E chissà che non ricompaia anche quel bellimbusto di Cortez...  

Sarebbe Manuela Montoya 2, il ritorno. Speriamo di no. 

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Sarebbe Manuela Montoya 2, il ritorno. Speriamo di no. 

 

Onestamente mi ero posto problema se utilizzare anche lui ma era davvero troppo stupido per essere il cattivo principale e per altri ruoliimportanti  e così non l'ho nominato nel soggetto. Nemmeno io ao se Boselli gli ritagliato una parte nella sceneggiatura.

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  • 10 mesi dopo...

Ho ripreso questa storia prima di leggere quella in edicola in questi giorni. Una trama molto esile, probabilmente perché poco gradita a Glb, che in fatti di amore fa comportare Kit esattamente come il Tex dei primordi: davanti alle donzelle che vogliono ingabbiarli, meglio la fuga. 

Nonostante l'intreccio striminzito (le altre storie che vedono Kit innamorato o invaghito hanno ben altro respiro, ad esempio), "i due rivali" ha il merito di non annoiare, proponendo anzi dei bei characters nei personaggi di Don Carlos Montoya e del contrabbandiere testa fina. Il primo, pur essendo un prodotto della società in cui vive, riesce a non essere detestabile, perché l'altezzosita' derivante dal suo ambiente sociale non diventa mai davvero arroganza, e lo stesso suo razzismo non lo porta mai ad essere veramente offensivo. Un gentiluomo, insomma, anche se non privo dei retaggi culturali della propria epoca: pur essendo imbevuto delle idee della classe cui appartiene, si mantiene sempre al di qua di una certa linea di confine, risultando alla fine un uomo per bene, pur nei limiti di un mondo e di una mentalità ai quali non può sottrarsi.

 

E poi il contrabbandiere: una gran faccia di bronzo, che con il suo ragionamento sul povero peone e sul nobile che sente di avere il diritto di vita e di morte sui propri "sudditi", riesce a convincere i due satanassi circa la grave minaccia che pende sul suo povero capo di plebeo miserando, captando in tal modo la benevolenza dei pards che, solidali con il povero contro il ricco, con il disgraziato contro il baciato dalla fortuna, lo lasciano andare, con una scenetta davvero gustosa.

 

Più che Manuela, mera vittima da salvare e pretesto della storia, o Don Pedro, scialbo pretendente di costei, i veri personaggi da ricordare sono loro due, Don Carlos e il contrabbandiere: sono loro che rendono la storia degna di essere ricordata, ed è con loro che Glb, abbandonando l'indigesto tema della storia amorosa, torna sul suo terreno di conoscitore di uomini, in cui galoppa sicuro e disinvolto, riuscendo a dare corpo e nerbo, come sapeva fare lui, a due personaggi indubbiamente minori ma resi in maniera come sempre felice.

Modificato da Leo
  • +1 2
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  • 6 mesi dopo...

Allora...Letta questa storia per poter poi leggere il seguito. La forza di GLB sono sempre i dialoghi e le espressioni, ed ogni volta che le leggo (o rileggo), pur preferendo io altri autori (Boselli), non posso negare il divertimento. La storia è abbastanza lineare e i nostri pards non sono messi minimamente in difficoltà però è gustoso e sfizioso l'intreccio. Poi c'è la storia d'amore di Kit. Lui vuole solo un'avventura mentre gli propongono i fiori d'arancio e la prospettiva di una vita da signorotto locale.

Alcuni primi di Nicolò sono bellissimi, il tratto  lo trovo più di mio gusto rispetto a Galep ad esempio, ma gli preferisco altri disegnatori (in primis il Ticci della storia successiva).

Il 1/8/2021 at 17:59, Leo dice:

Ho ripreso questa storia prima di leggere quella in edicola in questi giorni. Una trama molto esile, probabilmente perché poco gradita a Glb, che in fatti di amore fa comportare Kit esattamente come il Tex dei primordi: davanti alle donzelle che vogliono ingabbiarli, meglio la fuga. 

Nonostante l'intreccio striminzito (le altre storie che vedono Kit innamorato o invaghito hanno ben altro respiro, ad esempio), "i due rivali" ha il merito di non annoiare, proponendo anzi dei bei characters nei personaggi di Don Carlos Montoya e del contrabbandiere testa fina. Il primo, pur essendo un prodotto della società in cui vive, riesce a non essere detestabile, perché l'altezzosita' derivante dal suo ambiente sociale non diventa mai davvero arroganza, e lo stesso suo razzismo non lo porta mai ad essere veramente offensivo. Un gentiluomo, insomma, anche se non privo dei retaggi culturali della propria epoca: pur essendo imbevuto delle idee della classe cui appartiene, si mantiene sempre al di qua di una certa linea di confine, risultando alla fine un uomo per bene, pur nei limiti di un mondo e di una mentalità ai quali non può sottrarsi.

 

E poi il contrabbandiere: una gran faccia di bronzo, che con il suo ragionamento sul povero peone e sul nobile che sente di avere il diritto di vita e di morte sui propri "sudditi", riesce a convincere i due satanassi circa la grave minaccia che pende sul suo povero capo di plebeo miserando, captando in tal modo la benevolenza dei pards che, solidali con il povero contro il ricco, con il disgraziato contro il baciato dalla fortuna, lo lasciano andare, con una scenetta davvero gustosa.

 

Più che Manuela, mera vittima da salvare e pretesto della storia, o Don Pedro, scialbo pretendente di costei, i veri personaggi da ricordare sono loro due, Don Carlos e il contrabbandiere: sono loro che rendono la storia degna di essere ricordata, ed è con loro che Glb, abbandonando l'indigesto tema della storia amorosa, torna sul suo terreno di conoscitore di uomini, in cui galoppa sicuro e disinvolto, riuscendo a dare corpo e nerbo, come sapeva fare lui, a due personaggi indubbiamente minori ma resi in maniera come sempre felice.

Concordo...Sono loro a dare gusto alla pietanza e a GLB certe cose venivano proprio bene.:) 

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  • 3 mesi dopo...

Confesso di avere un debole per questa storia dall'insolita trama. Certo ci sono GL Bonelli ai testi e Nicolò ai disegni, la mia coppia preferita, e questo basterebbe per rendermi soddisfatto. Ma qui c'è anche altro.

Innanzitutto Kit Willer che, come successo a tutti noi, vive la sua prima avventura sentimentale, in un'età in cui l'attrazione per l'altro sesso è cosa ben nota.

Siamo su Tex e quindi non c'è, fortunatamente, nulla di esplicito: l'affettuosa amicizia tra i due giovani ci viene mostrata con brevi e scarni dialoghi e con allusioni più o meno velate. Cosa ci sarà stato tra la bella Manuela (come al solito Nicolò ci mostra una bellezza notevole) e l'impavido Kit?

Non ci è dato sapere e, probabilmente, nemmeno vogliamo saperlo: ci basta lo sguardo malizioso della ragazza che, all'arrivo del baldo Cortez, guarda di sbieco Kit e gli chiede: "Geloso?".

Il massimo per il Tex di GL Bonelli!

Non conoscevo la genesi di questa storia e quindi non comprendevo il quasi imbarazzo dell'autore nel raccontare l'intreccio amoroso tra i due rampolli, imbarazzo ben rappresentato da Kit quando deve raccontare al padre come stanno le cose: "Se mi prometti di non ridere, ti racconto".

E cosa risponde Tex alla fine del racconto? "E' roba seria per te?"

E il carico da undici lo butta Carson: "Che io sia dannato! Proprio un bel pasticcio".

Immagino la gioia di Kit nel sentire queste comprensive risposte! :D

Anche in queste piccole cose GL Bonelli riusciva ad essere unico ed inimitabile: quando la bella ed educata ereditiera risponde allo yaqui che la tiene prigioniera "Che l'inferno ti inghiotta" stavo per morire dalle risate.

Lo sviluppo della storia è interessante ma non certo indimenticabile: tra la boria e l'arroganza di Don Carlos (che un bello sganassone se lo sarebbe stra-meritato), la sfortunata e in parte scalcinata banda Cordura e la figura da peracottaro di Don Pedro la storia va avanti senza troppi scossoni.

E purtroppo l'idillio tra i due giovani rimane sullo sfondo e viene progressivamente dimenticato, fino a quel "Solo le montagne non si incontrano" pronunciato da Kit al momento dell'addio con Manuela.

Infine un ricordo personale: le mie prime letture di Tex avvenivano prendendo gli albi in un capiente ma disordinato negozio di libri/fumetti usati.

Per anni ho sempre letto solo la fine della storia, dato che il primo albo "I due rivali" era introvabile in negozio, fantasticando su come fosse nata la relazione amorosa tra i due.

Erano i tempi in cui maledicevo le storie a metà nell'albo: curioso invece che oggi per quelle storie abbia quasi un pizzico di malinconia.

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