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Tex E' Morto?


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Tex e' morto?





Ci sono tante correnti di pensiero tra gli appassionati lettori texiani.

Una categoria, in particolare, che io definerei "nostalgica", e' legata al Tex degli albori, a quel Tex degli anni '50 e 60', quando le sue storie uscivano ancora nel formato a strisce. Non riconoscono altro Tex se non quello di quegli anni. Per loro, dopo G. L. Bonelli, qualsiasi autore che si sia cimentato con Tex non e' riuscito nemmeno lontanamente a darne un interpretazione degna del personaggio e del suo creatore. Tra le cose che rivendicano di piu' e lo snaturamento che il personaggio ha subito nel corso degli anni, passando di mano in mano a diversi sceneggiatori. A sentir loro, molte caratteristiche del personaggio si son perse per strada e la personalita' del ranger e' andata via via modificandosi, tradendo, per cosi' dire, la via tracciata da G. L. Bonelli. Insomma, per farla breve, a dispetto delle vendita ancora ottime, per loro Tex e' morto da molto tempo e acquistano gli albi di oggi solo per affetto che nutrono per il personaggio.


Vi riconoscete in questa categoria di lettori?anche per voi il Tex post G. L. Bonelli e' solo una sbiadita fotocopia di quello originale?

e soprattutto... secondo voi,Tex e' davvero morto?

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Beh Antony... per quel che riguarda i vecchi lettori di cui parli, io ho un consiglio da dargli. Fate quello che ho fatto io con Dylan Dog! Da molti anni non mi convinceva; anzi, a ogni nuovo numero (o quasi) mi rendevo conto che il personaggio e le storie non erano più quelle a cui ero legato (il Dylan originale di Sclavi); e cosi?, un bel giorno, ho deciso di non comprarlo più: soldi e sangue amaro risparmiati. B) Con questi vecchi lettori non concordo, ovviamente. Dire che dopo Gl Bonelli nessun autore è riuscito a dare una interpretazione convincente del ranger è una panzana bella e buona: basti pensare al Nizzi del periodo d'oro, in cui tante storie non hanno niente da invidiare a quelle bonelliane; o al Tex della storia in edicola. Ma forse certi ?vecchi lettori? non amano tento Tex, quanto il Tex di Bonelli: per cui ritorno al mio consiglio dato sopra- che poi è strano: ci sono vecchi lettori che rivorrebbero il Tex tostissimo di Bonelli, ma che poi si lamentano se BoSelli fa tirare al ranger un calcio in faccia a un bandito (?Duello nel corral')! Mah, stranezze della senilit?, forse! _ahsisi Per venire invece alla domanda se Tex è morto io dico un NO straconvinto. E come lo posso pensare, dato che questo è un periodo in cui si susseguono grandi storie? In cui anche i nuovi sceneggiatori stanno facendo davvero molto bene (per dirne uno: il Ruju de ?La prova del fuoco? ce lo scordiamo?)? In cui Boselli (almeno per me) sta vivendo il suo miglior periodo texiano?

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  • Sceriffi

Caro Anthony, penso che tu abbia sollevato il sipario su una rappresentazione vecchia come il mondo, cioè l'eterno conflitto fra il tradizionale e l'innovativo, la conservazione o l'evoluzione, il rimpianto per ciò che di bello è stato e l'eccitazione per ciò che di bello potr? venire..... Io sono assolutamente per l'innovazione purch? non sia stravolgimento, non esiste che Tex sia dichiarato morto anche se non tutte le ultime novità mi hanno trovato concorde, ma realisticamente penso che sarà impossibile decretare un vincitore in questa discussione, come dicevano i latini "i gusti non si possono discutere"!

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Sicuramente anche nel caso (ovviamente irrealizzabile) che le storie fossero sempre state scritte da Bonelli, quello che avremmo trovato in edicola negli anni recenti sarebbe stato diverso da quello dei primi numeri. E per quanto un nuovo autore possa sforzarsi di rendere il proprio Tex somigliante al modello "classico", è chiaro che ci metter? del suo cambiandolo, e d'altro canto mi sembrerebbe vagamente umiliante per un autore annullarsi per far sè che al lettore sembri che quella storia l'ha scritta un altro. Non capisco il fatto di continuare a comprare Tex solo perchè ormai è diventata un'abitudine: a che serve se poi ci si continua a lamentare? Se non ci si ritrova più in quello che si legge, non vedo dove sia il problema nello smettere di acquistarlo. Proprio non lo capisco. Snaturamento è una parola grossa: forse sono cambiati i modi di tradurre nella pratica il carattere di Tex, però di certo il modello di fondo non è che sia stato stravolto. C'è poi da dire, come giustamente diceva Paco nel suo esempio, che oggi i margini di azione degli autori sono più stretti di quanto alcuni possano pensare: bisogna stare molto attenti ad ogni comportamento "particolare" che si fa fare a Tex, a Carson, ai pards; a quante donne si mettono nelle storie, a come si disegnano; a quanto Tex sorride, a quante volte dice peste!, a quante volte sbaglia e fa la figura del piccione. Credo che a volte si abbia una visione un p? distorta del Tex di Bonelli a causa di tutto quello che gli gira intorno e che è in un certo senso "estraneo" al fumetto: erano i primi tempi, di sicuro Tex aveva un certo carattere ma alcune cose se le poteva permettere, erano i tempi in cui si stava creando il mito, quindi per forza di cose si è un p? "accecati" quando bisogna giudicare questo periodo della storia di Tex. E' come quando si valuta un western del periodo d'oro: chi riesce a trovare difetti particolari in film tipo "L' Dove Scende il Fiume"? Si è influenzati dal fatto che quello era il periodo d'oro del genere, dai nomi degli attori, del regista e dalla produzione hollywoodiana. E' chiaro che se poi si guarda un film come "Silverado" con impresso nella mente "L' Dove Scende il Fiume", non si può far altro che dire che il genere western è snaturato, che si rimpiangono i tempi d'oro e che si continua a guardare questo genere di film solo perchè ormai ci si è affezionati al genere. Bisogna guardare tutto con occhi diversi, con occhi moderni: non si può guardare un western degli anni '80 come lo si fa con uno degli anni '50, e lo stesso vale per Tex. LLe caratteristiche di Tex sono poche e poco equivocabili: sono sicuro che se le persone di cui parlava Anthony lo leggessero con più serenit? d'animo, gli piacerebbe moltissimo e sarebbero felicissimi di andare in edicola ogni mese a comprarlo.

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Un Tex è morto, certo... peccato che quel Tex esistesse solo nella mente di chi lo afferma. Personalmente non ho mai apprezzato le posizioni di chi esalta il passato e non vede il buono del presente. Da un certo punto di vista, anch'io faccio parte di coloro che dicono che non si fanno più i fumetti, i film, i telefilm del passato e lo dico sottintendendo che quelli di una volta erano meglio... il che non è sempre vero peraltro, perchè il giudizio ?, per l'appunto, deformato dalla lente della nostalgia. Obiettivamente certi modi di narrare moderni mi piacciono più di quegli degli anni 60 e 70 quando ero bambino. Questo cosa c'entra con Tex? Beh, più di quanto si creda. Non sono pochi quelli che criticano le nuove storie perchè non sono scritte con lo stile di G. L. Bonelli, perchè non si usano le didascalie, perchè Tex appare a pag. 20 piuttosto che a pag. 1 e per altre cose del genere. Che il Tex moderno non sia come quello di G. L. Bonelli è dire un'ovvietà che non merita nemmeno di essere commentata. Non lo è perchè chi scrive oggi le storie di Tex è una persona diversa da GLB, ha una diversa storia, una diversa formazione, diversi interessi ed è inevitabile che questo influenzi quello che scrive e come lo scrive. La cosa veramente importante è che il personaggio non sia stravolto, non ne siano modificate le caratteristiche fondamentali. Finch? questo accadr?, io non avrà da lamentarmi. Tex è morto? No, è ben vivo, secondo me. ::evvai::

Modificato da Carlo Monni
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Tex vive e vivr? fin quando lo compreremo. Nessun fumetto resiste agli autori. Lo spettacolo va avanti. Niente di più semplice. Sul discorso sceneggiatori si aprirebbe un vespaio ma sinceramente a me adesso poco importa: nessuno potr? mai scrivere come Bonelli padre così come nessuno imiter? Borden perchè lavorare con la fantasia è una cosa seria, ognuno ha i suoi stili. Certo, una cosa bisogna garantirla e cioè la qualità che merita la serie, visti i fasti del passato. Se si mantiene questa qualità (e mi sembra che stia accadendo) allora Tex non morir?.

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Tex vive eccome se vive, io sono tra quelli che rimpiangono alcuni atteggiamenti di Tex tradizionali come i lunghi dialoghi in preparazione dell'avventura che seguirò, gli interrogatori a suon di sberle, l'uso della dinamite o gli incendi delle dimore del cattivo di turno, ma come ha detto Paco non solo G. L. Bonelli ha fatto vedre tutto ciò anche il Nizzi del periodo d'oro è apprezzabilissimo ed in ultimo solo per citare gli ultimi inediti a me son piaciute molto "I trappers di Yellowstone" e "I sabotatori",? vero per la prima ho criticato il finale affrettato, ma solo quello la storia è bella e ben disegnata e nella seconda c'era l'interrogatorio tipo che piace a me, per cui in conclusione devo ammettere che non disdegno affatto le innovazioni del Tex di oggi, come non posso dimenticare le leggendarie storie scritte da G. L. Bonelli, ma quel tempo non c'è più ed è giusto che non ci sia più, per cui lunga vita al nostro rinnovato ranger e lunga vita alle sceneggiature del nostro garnde e originale Boselli...:)

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Tex è morto...?!?! Oibh? peccato che nessuno se ne sia accorto tranne questi pochi illuminati nostalgici! A parte gli scherzi Tex è più vivo che mai e cavalca sicuro nel nuovo millennio dopo averlo fatto nel precedente accompagnato da storie buone e meno buone uscite, indifferentemente, dalla penna di Bonelli, Nolitta, Nizzi, Boselli e tanti altri che si sono affiancati e si affiancheranno cercando sempre di trarre il meglio dal nostro ranger senza stravolgerlo ma senza per questo annullare il loro personale stile. A volte ci riescono in pieno sfornando capolavori altre volte un p? meno ma capita a tutti, capitava anche a GL Bonelli checc? ne dicano i soliti nostalgici. Il fatto poi che qualcuno affermi di continuare a comprare una cosa anche se non gli piace più sinceramente non lo capisco... ma siamo in democrazia ognuno è padrone di farsi del male come vuole. :deserto

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Io credo pienamente che Tex non sia morto anzi sono sicuro che le storie di oggi meritano veramente tanto . Certo è ovvio che queslle di Bonelli sono epiche e meravigliose , ma , per me Tex rimane sempre quel coraggioso e giusto uomo di sempre . Perciò non sono d ' accordo su alcuni lettori che smettono di leggere un fumetto solo perchè gli autori cambiano . Basti pensare a grandi autori come Nizzi e Boselli che ogni mese ci coinvolgono in avventure stupende .

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  • Collaboratori

A giudicare dalla pila di albi che stazionanano in edicola, a quanto sembra è anche l'unico che continua a vendere bene, per morto non possiamo certo darlo. Però Il Tex di Fusco... e quello che fu di Letteri e Monti... Però Tex che sbatacchia un negro... Però Tex che mette a ferro e a fuoco New Orleans... Però Tex che usa la dinamite come se stesse usando petardi... Però Tex alle prese con i musi gialli.... Però Tex e le bellissime dark ladies... Però Tex che ride, Tex che fuma, Tex che si scola una bottiglia... Però Tex che ne prende uno per il bavero e lo fa svolazzare dalla finestra ogni dieci pagine... Però Tex che fa le sue battute con Carson, senza che queste sembrino pugnalate alla schiena... Però Tex con il suo linguaggio colorito e hard boiled... Però Tex che cavalca dieci, venti pagine, lungo un sentiero, con la scena sorretta soltanto dalla freschezza dei dialoghi... Però Tex che è il personaggio numero uno della storia... Però Tex che non deve dividere la scena con altri cento.... Però Tex che affronta avversari alla sua altezza... Però Tex che affronta Mefisto e Yama.... Però Tex che se ne strafotte della sua stella di ranger... E potrei continuare ancora a lungo.... Quel Tex se non è morto, è ricercato e bravo l'autore che riesce a mettergli il sale sulla coda.

Modificato da ymalpas
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io sono del 55, ho iniziato a leggere Tex da "piccolo", anche se gia' in formato albo, e devo dire che mi piace ancora. E molto !Mi piacciono molto sia storie vechcie che storie recenti, cosi' come ci sono storie vecchie che non sopporto (sopra tutte quelle con Mefisto Yama e streghe varie....) e storie nuove che non mi piacciono piu' di tanto. Quindi, Tex per me e' ancora lontano dall'essere morto. E le recenti novita' editoriali mi sembrano proprio un ottimo segno della sua vitalita'. Pero' concordo: una scazzottata a Chinatown non la vedrei male una volta ogni tanto....

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Secondo me è una questione anche di come uno si è formato su Tex... con quale fascia...100-200 o 300-400 ecc. Non è una questione dei vecchi lettori e basta... Io per esempio ho iniziato a leggere Tex da bambino quando iniziava ad uscire la "Nuova Ristampa". Quindi ho iniziato con il Tex di GLB. Poi sapevo che usciva anche il mensile e ho iniziato a prenderlo. In quel periodo uscivano Nizzi, le ultime di Nolitta, e Boselli. Però quella "Nuova Ristampa"... cavolo... era tutto un'azione continua, un Tex che sbatacchiava tutti, che non guardava in faccia a nessuno, con quell'ironia e sfacciataggine, con quell'ottimismo travolgente, quasi sfacciato (avercelo l'ottimismo di Tex!). Successivamente ho saputo che in realtà quegli albi erano a loro volta ristampe di scrisce che uscivano settimanalmente. Chiaro che in quelle (circa) undici pagine che ne uscivano per ogni albetto di trentadue strisce l'autore doveva far si che ci fosse almeno una scena d'azione... Però l'impressione del Tex frenetico c'è sempre stata nelle storie di GLB. Con il cambio di mano, a cominciare da Nolitta, si è visto un Tex più umano diciamo... cosa gravissima un Tex dubbioso... anche se Nolitta, come Nizzi, sapevano ricreare un dialogo fedelissimo all'originale... Solo loro però... Gli altri autori, come Boselli, si sono distaccati oltre che con una certa impostazione anche dall'utilizzo del linguaggio proprio di Tex. è questo che è morto diciamo, alcune caratteristiche fondamentali...

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Tex e' morto?certo che no!E' comunque ovvio che il Tex moderno (quando dico moderno mi riferisco anche al Tex di ventanni fa') non e' il Tex degli albori, dei tempi eroici, del Tex ancora in "costruzione", quello che passava tutto il tempo a sparare e a fare a botte con il barman/canaglia di turno. Non deve e non puo' esserlo. Mettiamo per un attimo da parte la nostalgia e cerchiamo di essere obiettivi:ma secondo voi, se quelle storie degli anni '50, quelle tanto "adorate" dai cosiddetti "nostalgici", quelle pubblicate nel formato a strisce, quelle tutte azioni, tutte sparatorie, quelle con una trama semplice e lasciatemelo dire, alcune anche molto banali, venissero pubblicate oggi avrebbero lo stesso effetto come cinquant'anni fa'?non credo. Sono cambiati i tempi, i gusti e la sensibilita' dei lettori. Sono storie oggi improponibili con un Tex a sua volta improponibile. Quando personalmente mi capita di leggerne qualcuna lo faccio sempre con un atteggiamento di simpatia nei confronti di quei lettori di quell'epoca, che si accontentavano veramente con poco. Discorso diverso invece, per il Tex della seconda meta' degli anni '60 e soprattutto quello degli anni '70, quando ormai il personaggio era ben definito, piu' riflessivo, le storie erano piu' ampie caratterizzate da una trama piu' articolata. E' chiaro pero' che alcune caratteristiche del personaggio non dovrebbero essere trascurate dai nuovi sceneggiatori ma riproposti di tanto in tanto. Ma considerare il personaggio di Tex come defunto a mio parere e' un esagerazione bella e buona. Diciamo che Tex si e' adattato ai tempi moderni, che e' maturato e non puo' fare piu' le cose che faceva quando aveva ventanni. Tuttavia ci sono aspetti del Tex di oggi che non sono molto graditi neanche a me. Storco il naso quando vedo un Tex del Nizzi ultima fase troppo arrendevole, del Tex coprotagonista e cupo di Boselli, del Tex non Tex di Segura. In definitiva, provo molta simpatia davvero per tutti quei lettori rimasti tutt'oggi ancorati al Tex delle strisce, e il solo consiglio che mi sento di dargli e' quello di sforzarsi a leggere Tex con un ottica leggermente piu' moderna e aperta e soprattutto quello di farsene una ragione.

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Gli altri autori, come Boselli, si sono distaccati oltre che con una certa impostazione anche dall'utilizzo del linguaggio proprio di Tex. è questo che è morto diciamo, alcune caratteristiche fondamentali...

Non sono d'accordo su questo punto.

Il fatto, secondo me, è che spesso si fa confusione tra due cose distinte: le caratteristiche fondamentali del personaggio Tex e lo stile di Bonelli.
Per sommi (molto sommi!) capi, così? lo stile? E? il modus operandi che appartiene a un dato artista, che è solo suo, che generalmente nessun'altro può riprodurre nella sua totalit?- e questo specialmente se parliamo di un grande artista.
Tra le caratteristiche tipiche dello stile di Bonelli c'è il linguaggio- caratteristica che conosce una fase di gestazione (il primo centinaio, grosso modo), che esplode appieno nel ?centinaio d'oro?, e che decade leggermente successivamente.
Ora, quello che noi chiamiamo a volte linguaggio texiano dobbiamo chiamarlo, a mio modo di vedere, linguaggio bonelliano: fatto stilistico che ha una sua storia e che difficilmente può essere riprodotto.
Quindi, il linguaggio bonelliano è caratteristica tipica di Bonelli, non del personaggio Tex: in tante storie del primo centinaio, a mio avviso, esso non è così come appare nel ?centinaio d'oro?; idem per quel che riguarda le storie successive alla fascia 100-200.
Con questo dobbiamo concludere che il Tex del primo centinaio è privo di una sua caratteristica fondamentale? Non è il vero Tex? No, ovviamente!

Certo, c'è stato il caso Nizzi- del Nizzi prima maniera, però: il fatto che in seguito lo sceneggiatore si sia allontanato dal linguaggio bonelliano, o non sia comunque più riuscito a riprodurlo così bene, è la miglior testimonianza di quanto sia estremamente difficile la riproduzione di una caratteristica saliente dello stile di un grande artista.
Comunque sia in passato Nizzi è stato un grandissimo manierista, ma non tutti hanno questo pregio- attenzione: di regola il termine manierista, accostato a un artista, è tutt?altro che dispregiativo, checch? se ne pensi!

Ora: a mio parere le caratteristiche fondamentali senza cui Tex non è Tex sono altre. Non è il linguaggio bonelliano del ?centinaio d'oro?, come dicevo, perchè senn° il Tex del primo centinaio non è Tex.
La caratteristiche fondamentali e irrinunciabili del personaggio sono altre: il coraggio, l'innato senso della giustizia, il non guardare in faccia a nessuno, il disinteresse per il colore della pelle, ecc.
Queste, secondo me, sono le autentiche caratteristiche fondamentali del personaggio.
Per cui non si tradisce Tex usando un linguaggio più secco come fa (faceva?) Boselli; ma lo si tradisce se, per esempio, gli si fa preferire una bistecca alla cattura di uno stragista (?Alto tradimento?).



Purtroppo (o per fortuna?) quando i personaggi passano di mano in mano, è ovvio/naturale/scontato che in qualcosa cambino; ma l'importante è che ci sia la fedelt? più totale alle caratteristiche fondamentali che fanno di quel personaggio il personaggio che ?.
Faccio un esempio: secondo me il Tex faraciano de ?Lo sceriffo indiano? è puro, autentico Tex (non sto a spiegare i motivi, basta che abbiate letto la storia?) ; però, se non ricordo male, non fuma nemmeno una sigaretta ?cosa che il Tex originale di Bonelli ha sempre fatto: con questo vogliamo dire che il Tex di quella storia non è Tex?

Poi c'è un'ultima cosa che alcuni ?vecchi lettori? non capiscono (i soliti effetti della senilit??) o fanno finta di non capire: e cioè che oggi come oggi, per mandare avanti Tex, un solo sceneggiatore è semplicemente insufficiente!
E? necessario che ci siano più sceneggiatori- e la fine non proprio gloriosa fatta da un grandissimo come Nizzi è la miglior dimostrazione di questa ovvia verità.

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Quindi, il linguaggio bonelliano è caratteristica tipica di Bonelli, non del personaggio Tex: in tante storie del primo centinaio, a mio avviso, esso non è così come appare nel ?centinaio d'oro?; idem per quel che riguarda le storie successive alla fascia 100-200. Con questo dobbiamo concludere che il Tex del primo centinaio è privo di una sua caratteristica fondamentale? Non è il vero Tex? No, ovviamente!

Mi sono reso conto che per qualche vecchio lettore in preda agli aeffetti della senilit? e di strane fumate notturne, il mio post di stanotte è di difficile comprensione. _ahsisi Chiedo venia e cercher? di essere più chiaro (anche se la lingua italiana non lascia spazio a dubbi, ma vabb?...). La parte di messaggio che ho quotato vuole proprio dire che anche il Tex del primo centinaio è VERO TEX. Più chiaro di così non si può essere... se ci saranno ulteriori problemi vedrà di esprimermi a gesti! :trapper:
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Mettiamo per un attimo da parte la nostalgia e cerchiamo di essere obiettivi:ma secondo voi, se quelle storie degli anni '50, quelle tanto "adorate" dai cosiddetti "nostalgici", quelle pubblicate nel formato a strisce, quelle tutte azioni, tutte sparatorie, quelle con una trama semplice e lasciatemelo dire, alcune anche molto banali

Chiedo scusa, ma devo dissentire. Passi per quel "alcune anche molto banali" (anche se di tali esempi me ne vengono in mente pochi, pochissimi rispetto all'enorme quantitativo delle storie..... ricordiamo che ogni albo gigante dell'epoca ne contiene anche 5/6 diverse), ma questa continua litania che leggo, riguardante il binomio molta azione/molte sparatorie = trama semplice, francamente non si può sentire. O comunque, bisognerebbe intendersi su cosa si intende per trama semplice: la pizza, ad esempio, è un alimento "semplice", che nasce dalla combinazione di pochi alimenti comuni a reperirsi, ed è anche un piatto "povero"..... eppure, vallo a trovare un pizzaiolo VERAMENTE bravo, che sa fare la pizza a modo.

Se poi la trama viene considerata "semplice" quando i tanti nemici e/o comprimari (perchè le avventure di Tex hanno, già dal numero 1, tanti comprimari.... che però tali restano: comprimari!) non hanno millemila pagine cadauno a disposizione che ne delineino carattere, inclinazioni, e ne raccontino vita morte e miracoli...... o quando la storia è breve quanto a numero di pagine......
E questo lo affermo senza che intervenga alcun fattore-nostalgia, perchè il sottoscritto si è formato (in epoca fanciullesca) con la fascia 200/300.

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Direi che Tex Willer è tutt'altro che morto, con il vecchio che si sposa con il nuovo, con le novità che strizzano l'occhio al passato, con volti diversi accompagnati da personaggi tradizionali e famigliari... insomma una giusta evoluzione rispettando i canoni di un tempo.

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  • Rangers

E' un discorso che abbiamo già affrontato diverse volte in passato e in varie discussioni, ma è comunque sempre interessante anche per sentire cosa ne pensano i nuovi iscritti. Magari mi ripeto o ripeto discorsi già scritti sopra (che condivido)!Tex secondo me non è morto... lo è per chi è rimasto ancorato agli autori del passato!Ma Tex va oltre... come diceva recentemente Recchioni nel suo blog parlando del ranger: alla fine non è l'autore a scrivere una storia di Tex, ma è lo stesso ranger che esce dalle pagine e ti impone quel qualcosa di magico!Gianluigi Bonelli, Nolitta, Nizzi... sono ormai autori che non leggeremo mai più... ma ad ogni passaggio di mano Tex è sempre resistito... il linguaggio è sicuramente cambiato, più moderno, forse più realistico!Ma la caratteristica di base c'è sempre. Leggendo le ultime storie e riguardando le primisse di GLB, io riconosco sempre Tex con le stesse caratteristiche, la stessa voglia di giustizia, gli stessi valori e la stessa forza!Certo cambiano trame, cambiano avversari, cambia il linguaggio, cambia lo stile.... ma lui non è scomparso!E' normale che qualcuno rimanga immobile sullo stile di un autore... così è stato per i lettori della prima generazione (legati a GLB) così è stato per quelli legati a Nizzi e così sarà per Boselli e quelli che sono venuti dopo!Per il resto quoto le parole di chi mi ha preceduto! :trapper:

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Anche a mio avviso Tex non è morto per niente. In 63 anni ne sono successe tante, sono cambiati gli sceneggiatori e i disegnatori. Oggi ci sono molti più disegnatori rispetto al passato molto bravi e il futuro lo vedo roseo. Certo che pensare che non vedrà più tavole di Letteri e Fusco,Marcello,Nicol' mette un p? tristezza ma bisogna pensare che i disegnatori e sceneggiatori di oggi saranno all'altezza dei loro precedessori. Satan

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La cosa veramente importante è che il personaggio non sia stravolto, non ne siano modificate le caratteristiche fondamentali. Finch? questo accadr?, io non avrà da lamentarmi.

Caro Carlo, come tu ben sai, è già accaduto che Tex sia stato stravolto, in modo inconfutabile, purtroppo. :_sigh _thia- Tex, quindi, è morto già parecchie volte..... Ma è risorto come la mitica araba fenice, perchè mitico è il nostro inossidabile Ranger !Queste ultime due storie di Boselli e quella di Faraci sull' Almanacco mi han reso piu' ottimista o, meglio, meno pessimista del solito.... :trapper: Prendo a prestito la famosa affermazione: "Una nuova storia di Tex è Tex arriva e le suona a tutti...."Questo è Tex ! O meglio, non solo questo ma.... quasi ! :old::trapper: :N:
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No, Tex non è morto, anzi, è più vivo che mai. Diciamo che ha attraversato una fase di appannamento. Chi come il sottoscritto è cresciuto con il ranger di GLB, a vedere quello dell'ultimo Nizzi quasi gli viene un colpo, però è innegabile che la voglia di giustizia, i valori, la tenacia e lo spirito di libertà che lo contraddistinguono sono rimasti sempre gli stessi a prescindere dall'autore che lo scrive o che lo ha scritto, che ovviamente, nel solco della tradizione, ne ha o ne ha dato una sua personale interpretazione. Certo c'è stato un periodo in cui gli autori e soprattutto i disegnatori si sono susseguiti assai velocemente (alcuni addirittura sono state delle meteore), creando probabilmente un p? di disorientamento nei lettori, soprattutto in quelli della mia generazione, ma Tex e il suo mondo sono sempre l' presenti a tutti gli effetti..... E poi una domanda: non è che noi lettori siamo diventati un p? troppo esigenti?

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Prima di tutto non posso che fare fior di complimenti ad Anthony per questo suo bellissimo topic che si aggiunge ai tanti con i quali ha arricchito il forum.
Dunque, Tex è morto? Ma no, a ben pensarci, anche per una come me che non si perita a dichiararsi nostalgica, Tex è stato un personaggio in evoluzione per opera dello stesso G. L. Bonelli. Ho avuto già modo di dire quanto poco "simpatico" poteva riuscire il Tex giovanissimo che da una parola in su mollava cazzotti, magari solo perchè il barman si era permesso di chiedergli se poteva permettersi di offrire da bere a tutti. Ma era appunto un Tex giovanissimo, che come qualsiasi essere umano crescendo ha modificato e moderato alcuni tratti del suo carattere. Carattere che però non può cambiare, può piuttosto smussarsi e maturare, subire magari anche qualche modifica, ma l'ossatura rimane. E allora non vedo perchè, ad esempio, anche il Tex di oggi non potrebbe regalarci e regalarsi una scenetta alla vecchia maniera tipo (solo a titolo d'esempio) il risveglio del malcapitato interrogando con fiammifero acceso tra le dita dei piedi! Il Tex che si evolve non andr? in giro sparacchiando a destra e a manca, ma non può nemmeno essere diventato un puro detective ragionatore alla Poirot, e le sue avventure non possono trasformarsi in qualcosa che rasenta l'analisi psicologica, come è successo in alcune storie firmate da Boselli.
L'ossatura di Tex, quell'ossatura che non può essere persa nel corso della sua maturazione, consiste anche, per quanto non solo, in caratteristiche di linguaggio e atteggiamenti. E consiste anche, per quanto non solo, nella semplicit? della narrazione, che non ha bisogno di giungere a incredibili raffinatezze o voli pindarici di fantasia. Mi sento di condividere in questo il pensiero di Tahzay quando parla della pizza e della semplicit? della sua composizione. Ma purtroppo molti giovani sono nati quando le pizzerie cominciavano a sfornare una pletora di prodotti strambi - non necessariamente cattivi, no - arricchiti di incredibili combinazioni, e non hanno idea di quello che erano le poche e semplici varietà di pizza di un tempo, servite in piccoli locali senza pretese e con pochi tavolini. E qui è meglio che smetta perchè sono a rigida dieta e per un po' di tempo parole come "pizza" potranno solo farmi soffrire :snif:
Ritornando più seriamente a quanto stavo dicendo, per l'appunto condivido l'idea della semplicit? e della linearit? delle storie di Tex. Gli ingredienti non hanno bisogno di moltiplicarsi all'infinito: ci sono Tex & Co. dalla parte della giustizia e X dalla parte opposta. Si possono aggiungere le spezie consistenti oggi nel criminale pentito (e perchè dovrebbe dare tanto fastidio? non ci ricordiamo, ad esempio, di Juan Ortega in Gilasè), domani nel personaggio che coopera e magari entra nel novero degli amici, come accadde a suo tempo con un Jim Brandon. Si possono variare e rivariare le locations, città, prateria, montagne, le situazioni, rivolte indiane piuttosto che il solito banchiere corruttore... se ne possono fare di cose con poche semplici varianti! Tex può continuare ad essere vivissimo, non più quello di una volta, ma anche le strade della mia infanzia non sono più quelle di una volta per quanto mi manchino moltissimo. Tocca agli autori di oggi fare in modo che Tex continui ad essere se stesso, e ad esempio l'ultimo Boselli ha, a mio parere, raggiunto lo scopo.

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Cheyenne tocca un punto interessante: le varizioni di location e situzioni. Questo è un fatto importante per tenere vivo un dumetto con oltre 60 anni di vita. E se guardiamo le storie degli ultimi anni vediamo che questo obiettivo è ben raggiunto: siamo stati in Messico ("Vendetta per Montales") e in Canada ("I demoni del Nord"), nel Colorado ("La mano del morto" e "I sabotatori") e nel New Mexico ("I giustizieri di Vegas), in Arizona e nel Texas ("La prova del fuoco" e "Sei divise nella polvere") e nello stato di Washington ("E venne il giorno"). Senza contare le trasferte esotiche di "Patagonia", "I ribelli di Cuba" e "La preda umana". In quanto ad avversari? Bandoleros messicani mezzi matti, vecchi nemici in cerca di vendetta, amici rangers impazziti, tribù primitive, i soliti potenti maneggioni, dark ladies spietate e killers col senso dell'onore, profeti e colonnelli in pensioni, tuttori della legge corrotti, indiani sul piede di guerra. Tutto ciò, alla faccia di chi dice che le storie di Tex narrano sempre le stesse cose!

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Tutto ciò, alla faccia di chi dice che le storie di Tex narrano sempre le stesse cose!

Concordo, e poi vorrei aggiungere, cosa vuol dire narrano sempre le stesse cose?Tex è un ranger che vive la sua vita da giustiziere insieme ai suoi pards, il suo compito è quello di indagare, scovare il cattivo di turno e punirlo per le sue malefatte, cosa dovrebbe fare di alternativo per non fare sempre queste cose?.. Ah sè comprarsi un ranch e dedicarsi alle gare di rodeo...(ironia). E naturalmente la sua vita da giustiziere la f? a 360 gradi, per cui le situazioni che si vengono a creare nel corso delle sue avventure sono variegate, come ranger, come difensore e capo del popolo Navajo. Ha percorso in lungo e in largo Stati Uniti,Canada e fuori (Argentina,Cuba,Panama), se le storie fossero limitate alla normale vita di un Ranger del tempo avrebbe avuto sicuramente meno location di quelle collezionate fino ad oggi, ha una vasta schiera di amici, nemici che gli permettono di rinnovare continuamente le sue storie, e non voglio dire altro. No no il nostro Tex vive, eccome,? originale, vario e si pone sempre in maniera adeguata ad ogni location e storia che gli si dedica.
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