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Fischi per fiaschi. Il tuo discorso avrebbe senso se qui ci mettessimo a dire "fatemi andare alla Bonelli che sistemo tutto io" o "che ci vuole a fare un fumetto di successo? È facile, vi spiego come". Ma facciamo un esempio facile: se vai al ristorante, paghi molto e mangi male, ci torni? O vai al ristorante un po' più in là dove mangi meglio? Oppure di fronte a una minestra scotta o una pizza bruciata che ti hanno fatto pagare anche più del solito, dici "beh, dopotutto io non sarei capace di gestire un ristorante, quindi mangiamo, paghiamo e poi ci torno, non mi è consentito lamentarmi"? Va di moda paragonare il prezzo dei fumetti Bonelli alle pizze (e la mia risposta tipica è che le pizze, cioè la SOCIALITÀ, lo stare FRA AMICI IN COMPAGNIA, l'allegria e il parlare, valgono MOLTO DI PIÙ di un fumetto noioso che ti deprime da solo in casa...). Bene. Io l'ultima pizza che ho mangiato era buona. Non so quanti co###oni si sia fatto ormai il pizzaiolo del suo lavoro, quanto sia stufo di stare tutte le sere davanti ad un forno a fare sempre le stesse margherite o quattro stagioni, ma anche se è stufo... nel prodotto non si vede. Ogni fetta era una goduria, cotta alla perfezioni, buoni ingredienti, ho passato una bella serata fra amici e di sicuro non mi sono annoiato mangiandola. Mi è costata solo 6 Euro + coperto (non vivo a Milano, qui in provincia i prezzi sono più bassi e non prendo mai pizze troppo elaborate) Ci sono state storie recenti Bonelli che ho letto di 2-3 albi (quindi, costate 10-15 Euro) in cui era davvero chiarissimo quanto si stesse rompendo le scatole a scrivere l'autore. La ripetitività, l'allungamento del brodo, i soliti "pam pam ahhh!" ripetuti in maniera estenuante... non solo si stava rompendo le scatole, ma la cosa traspariva chiaramente nel suo lavoro! Ma davvero gli conviene paragonare il prezzo di certa roba con il prezzo di una succulenta pizza? Poi, è ovvio che il VERO problema è quello: la qualità. Il divertimento. O viceversa, la noia. O magari l'incazzatura, come in troppe storie recenti che toccano cose sacre che non si dovevano toccare. Ovvio che una storia BELLA la paghi senza problemi. L'ultima di Zerocalcare per me è bellissima, 24 euro ben spesi e che rispenderei. Ma nel campo del fumetto seriale multi-autore, non hai sempre il capolavoro. Se escludiamo il periodo d'oro di Tex, rarissima eccezione quasi unica, nel campo del fumetto seriale hai nell'arco d un anno, un tot di storie fiacche. Quanto fiacche? Quando spesso? Cioè, quanto paghi, se segui una serie, per storie che ti deludono? Quanti soldi butti via? E allora, se non ti diverti a leggere, se leggere è una fatica, allora sì che se hai speso 5 euro invece di 2 ti inizia davvero a tirare il cu... E se poi vedi le uscite triplicarsi, scaffali interi (e costano anche quelli) divorati in pochi mesi da una bulimia editoriale che butta in edicola roba improponibile come gli ultimi Nizzi disegnati da chiunque sia libero, il dubbio diventa certezza, "qua mi stanno a prendere per il..." Per DECENNI, nel fumetto Bonelli in genere (con alti e bassi) se ti piaceva una serie avevi ogni tanto la storia memorabile, una certa routine, qualche schifezza, ma tanto spendi poco, e non ti occupa troppo spazio in casa, è perdonabile. Ma se inizi a chiedere cifre alte e mi vuoi fare il paragone con la pizza... allora deve ESSERE COME LA PIZZA. Cioè BUONA SEMPRE. Sempre ben fatta. Magari una volta un pochino bruciata, capita, ma non troppo, e se una volta è immangiabile... non mi vedi più in quella pizzeria. Quanto durerebbe oggi la Bonelli se i suoi lettori gli dessero retta e pretendessero la qualità delle pizze?7 points
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Perché la nuova dirigenza Bonelli è bravissima soprattutto in una cosa, una specialità su cui sono assolutamente imbattibili: far incazzare i loro lettori. E bada che questo "effetto" è indipendente dal tipo di notizia, se buona ("Villa ha finito il texone... ma prima di leggerlo dovrete aspettare 6 mesi se non volete pagare di più!), ottima ("ritrovato un inedito di Bonelli e Tarquinio... e adesso giocheremo agli enigmi della sfinge, dovrete indovinare ogni ulteriore informazione, noi non vi diciamo niente!") o pessima ("aumentano i prezzi... ma non vi diciamo di quanto! Siamo burloni!") Davvero, ci vuole talento per riuscire a far incazzare la gente ogni volta che apri bocca...6 points
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Trovo vagamente offensivo (e ricordati che ho detto "vagamente", quindi non offenderti a tua volta) il tuo messaggio. Dici che non stai a sindacare sulle scelte dell'utente, ma contemporaneamente in modo più o meno velato implichi che le sue scelte non siano degne di un "vero appassionato". Ognuno di noi vive in un mondo reale, in case reali dotate di spazio limitato, ha delle risorse ben specifiche ed altrettanto limitate ed ha una serie di bisogni, priorità e convinzioni che vanno al di là della nostra comprensione e del nostro giudizio. Se uno ha bisogno di liberarsi di un certo numero di fumetti non vuol dire che non sia un "vero appassionato". Significa che doveva o voleva farlo a prescindere dalla sua passione ed in concomitanza di altri fattori probabilmente più importanti dei fumetti. Pensare di poter giudicare e quantificare la passione di un'altra persona è.. sbagliato, oltre che potenzialmente sgradevole. Siamo TUTTI appassionati, cerchiamo di capirci, di supportarci, a prescindere da quanti albi o serie abbiamo in collezione5 points
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Oggi ho deciso di portarmi il book al lavoro e ho riletto per la centomilionesima volta "la Mano Rossa": cinquantadue tavole al fulmicotone da sorseggiare col caffé in attesa delle infauste quattordici, invece delle centinaia di pagine a cui purtroppo siamo abituati. Sono tornato al lavoro con gli occhi lucidi, perché Bonelli è sempre Bonelli, censurato o meno.5 points
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Negli anni 60 una famiglia media era di 4 persone: genitori e due figli. E lavorava solo il padre. C'era da tirare la cinghia ma, bene o male, si arrivava alla fine del mese. Oggi in una famiglia di 3 persone le ore di lavoro sono raddoppiate (se tutto va per il meglio, sennò son dolori), il tempo libero è sempre meno (e si è obbligati a dissanguarsi per badanti e baby sitter perché le strutture pubbliche sono inadeguate) e si fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese. Una volta i poveri erano quelli che non lavoravano: erano poveri ma almeno non faticavano. Oggi sono poveri anche una bella fetta di lavoratori. Oltre al danno anche la beffa: sono poveri ma si devono fare un culo così.5 points
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Simeoni ha fatto un accostamento completamente fuori dalla realtà. Come si fa a paragonare le case popolari, istituto nato per aiutare le famiglie in condizioni disagiate e che per la sua stessa natura è chiaramente in perdita, con una società per azioni che fa utili a 6 zeri, e che probabilmente continuerebbe a farli, magari più bassi, anche senza aumentare i prezzi? Un'azienda il cui patrimonio, preservato con oculatezza lungo i decenni da Sergio Bonelli, tutti dimenticano che sono i LETTORI. Un patrimonio "immateriale", nel senso che se lo perdi, non lo recuperi più. E invece tocca leggere "Nessuno è obbligato a comprare i fumetti. Se non vi sta bene, ce ne faremo una ragione" con la stessa arrogante sicuramera di un Recchioni che quando i lettori esasperati, dopo aver visto Dylan Dog sposare Groucho, gli dicevano che avrebbero mollato la testata, rispondeva "Pazienza. Ne arriveranno di nuovi". Si è visto quanti ne sono arrivati a fronte delle decine di migliaia che hanno mollato. A frotte, ne sono arrivati...5 points
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Mi sa che sei andato un po’ troppo indietro nel tempo. Io sono cresciuto negli anni 90 quando i prezzi erano decisamente popolari e le tirature ancora decorose, non mi sembra che su Tex, DYD, Zagor, Magico vento e poi su Julia, Dampyr e via dicendo ci fossero albi realizzati di fretta, carta dozzinale o pagine che si staccavano (in tutto questo tempo mi è successo solo con un albo di Tex, peraltro degli anni 2010). Se un editore di fumetti decide di lasciarsi alle spalle decenni di storia gloriosa di serie di intrattenimento deve avere prima di tutto degli autori che possano garantire qualità e regolarità perchè poi il competitor non sono più i supereroi, i manga o LancioStory ma i cartonati a colori di Vittorio Giardino, le ristampe di Hugo Pratt, la Coconino e la Oblomov. E se la SBE pensa di affrontarli con la Divina congrega o con le serie alla francese che poi finiscono su Chi l’ha visto? direi che ne esce non con le ossa rotte ma proprio spappolate.4 points
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Credo che il problema dei due esempi postati, sia nella presa di posizione dei due autori. Non volete più comprarci, ce ne faremo una ragione. La casa editrice aumenta il prezzo di quasi 1 euro (o almeno così si dice) e nonostante questo gli autori, stante il calo di un milione di copie vendute all'anno, continuano a dire che con i lettori rimasti si continuerà a navigare dritti verso la meta. Il problema è che la casa editrice non azzecca più un personaggio dal 2013 (o meglio dal 2007 con Dragonero). In libreria ha cominciato a pubblicare materiale tradotto, per ridurre i costi (non si sa con quale successo) e i progetti multimediali di cui si è tanto parlato, hanno prodotto un solo film (che su Netflix è andato molto bene, ma non al cinema), e due o tre serie a cartoni animati che non ho idea di quanto successo abbiano avuto e le serie TV sono sparite dall'orizzonte di una produzione imminente. I bilanci sono solidi, ma le copie vendute diminuiscono inesorabilmente (quante copie ha davvero perduto Dylan Dog grazie alla cura Recchioni? Lo sapremo mai?- visto che si è corsi al riparo cancellando tutto quel che aveva fatto senza nemmeno attendere la fine della miniserie 666). E a livello di qualità molte delle serie sia da edicole che da libreria vivacchiano e non c'è ricambio autoriale o dirigenziale per cercare di invertire la tendenza. A questo aggiungo che la mancanza di grafici sia per le copertine (molte delle cose che produce la Bonelli sono appaltate a studi esterni) che per il merchandising, per una casa editrice che si occupa di fumetti è un problema serio e sarebbe proprio da quello che si dovrebbe ricominciare a costruire.4 points
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Ci si dimentica che la crisi delle edicole di cui si parlava sopra e che indubbiamente un po' ha contribuito al calo delle vendite di molte testate è stata causata in gran parte dalla deregulation dei punti vendita dei periodici voluta dalle stesse case editrici in preda a una febbre di libero mercato che si è dimostrata disastrosa. In edicola parli con l'edicolante e gli altri clienti, ti fai consigliare, alla cassa di un supermercato non è possibile. Prima anche nei centri commerciali l'edicola era un luogo separato in galleria, poi è stata relegata in un angolo a fianco di snack, chewing gum e lamette da barba. Ciò conta molto.4 points
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Per far notare solo un dettaglio che la dice lunga su chi scrive le storie e non si accontenta del brodino riscaldato, la scenetta iniziale con la biondina che manifesta tutta la sua diffidenza nei confronti di Shimizu, spacciandolo per un cinese, che rispecchia la realtà dei fatti di inizio novecento con la paura del ''giallo'', ben testimoniata anche a livello fumettistico. Tocchi di classe.3 points
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Dai "si dice" (prendila con beneficio di inventario) è stato un successo superiore alle aspettative. E stanno rendendo parecchio (da qui la decisione di "raddoppiare" con Zagor, su cui la Bonelli ha anche una maggiore fetta della torta non dovendo pagare royalties). Di certo c'è che gli introiti dovuti alle pubblicazioni di materiale Bonelli da parte di altri editori (di cui le strisce rappresentano quasi la totalità, quante altre cose Bonelli pubblicate da altri editori escono oggi?), aggregati, hanno fatto la differenza nel bilancio 2023 con oltre un milione e mezzo di utili (e un utile complessivo invece per tutta la Bonelli di meno di un milione) fra un bilancio in passivo e uno in attivo. Senza le strisce della Gazzetta la Bonelli nel 2023 sarebbe stata in perdita. Non è certo la prima volta che i Tex di GL Bonelli salvano i bilanci Bonelli. Anni fa anche la CSAC fu un successo insperato portando un bel po' di soldi alla Bonelli (poi ci si meravigliava che proseguisse ad oltranza... ) in un periodo di crisi anche per il fallimento del distributore storico (con mancati pagamenti per milioni di euro). Il successo della CSAC anzi fu tale da "sbalestrare il pensiero" di quasi tutta la Bonelli che riteneva GL Bonelli un autore "vecchio e superato" rispetto a cose "moderne per i giovani" tipo Orfani, e si convinsero che fosse merito del colore - da cui la sbandata per il colore che ha preso la Bonelli per alcuni anni)3 points
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Parlare di "strozzinaggio" è completamente sbagliato, come ha spiegato bene Tex_Willer90 Ma anche parlare di "quanto dovrebbe costare un fumetto" è sbagliato, perchè il fumetto non è un unico prodotto, tipo il prosciutto. Ci siamo abituati ormai a fare discorsi tipo "quanto dovrebbe costare il prosciutto", perchè vediamo prezzi diversi per un qualcosa che, a parte alcuni dettagli (comunque importanti, come qualità, remunerazione equa di chi ci lavora, sapore, etc.) è sostanzialmente sempre la stessa cosa. Ma il fumetto non è sempre la stessa cosa. Il fumetto è un MEZZO. Noi NON COMPRIAMO "IL FUMETTO" come potremmo comprare il prosciutto: noi compriamo un qualcosa CHE CI VIENE VEICOLATO TRAMITE IL FUMETTO. Dire "quanto deve costare un fumetto" è come dire "quanto deve costare un qualcosa che ci viene venduto tramite un supermercato?" Ma sugli scaffali di quel supermercato ci trovate prodotti disegnati da Manara (un mio amico editore si è informato per fargli disegnare una copertina, non volete sapere la cifra che ha chiesto...) che parlano di arte pubblicati in costosi cartonati extra-large, così come (magari più una volta) pornazzi disegnati da esordienti che magari poi non vengono nemmeno pagati... Inoltre, il "costo di produzione" di un fumetto è in gran parte FISSO, uguale sia che venda 1 milione di copie sia che ne venda venti, ma quindi cambia enormemente la "quota" di questo costo da ripartire su ogni copia. La vera domanda sarebbe "quando dovrebbe costare questa storia di xxxxx e xxxx, pubblicata in questi x albi di Tex della Bonelli?" E a questa domanda ci sono due risposte: 1) La risposta dell'acquirente: devi vedere quanto ti dà quella storia, se per te vale il prezzo, e decidere se comprarla o no. 2) La risposta del contabile: valutando per quello che ne sai di costi e tirature e facendo comparazioni con altri prodotti simili: e qui, anche senza sapere esattamente di quanto, lo si vede subito che la serie regolare di Tex potrebbe costare molto meno, anche semplicemente facendo il confronto con altri albi Bonelli che vendono un decimo o con le serie collaterali di Tex. Ora, se Tex fosse una unica graphic novel, a noi dovrebbe importare solo la risposta (1): decidere se il prezzo vale la candela, e l'editore faccia pure il prezzo che gli pare. Ma le collane seriali che hanno un pubblico regolare come Tex incasinano il discorso: hai una serie completa di centinaia di albi, lo compri sin da bambino... ci sono UN SACCO di fattori che ti spingono a comprare lo stesso ANCHE SE LA RISPOSTA (1) SAREBBE NEGATIVA. Chi di noi comprerebbe una graphic novel western di, mettiamo, Ruju, disegnata da, per esempio, Torti, cui vediamo come protagonista un ranger qualsiasi? Mi sa che sarebbero molti meno di quelli che si comprano un Tex degli stessi autori, no? E questa è una cosa estremamente peculiare, che si vede SOLO in prodotti che hanno a che fare con le "storie" e con la serialità: le storie, i personaggi, ci affascinano e ci "prendono" in una maniera peculiare e atipica: tu non ti compri tutti i prosciutti che fa la Rovagnati. Certo, ci sono "collezionisti" di ogni cosa (se qualcuno colleziona Ferrari, e ha abbastanza soldi, vorrà ogni modello di Ferrari. o di modellini se di soldi ne ha meno...), ma basta osservarli per vedere che davvero è un concetto diverso, al punto che che chi "colleziona Tex" non somiglia molto a chi colleziona francobolli. Certo, ci sono sovrapposizioni, c'è chi colleziona Tex COME altri collezionano francobolli (vuole l'esemplare perfetto, lo maneggia con i guanti, etc.) ma sono pochi come sono pochi appunto anche i collezionisti di monete o francobolli. Il "collezionismo di fumetti" è un fenomeno diverso, DI MASSA, e coinvolge un sacco di gente che "colleziona Tex" e i fumetti se li legge mentre mangia un panino con la nutella. Quindi, nel caso dei fumetti, vedi un fenomeno "strano": l'acquirente che fa la valutazione (1), vede che non ne varrebbe la pena (non comprerebbe un albo di quegli autori a quel prezzo), ma compra lo stesso perchè "è Tex" (o è Zagor, o è Alan Ford, etc.) Ma quando compri così "di malavoglia" (o magari con buone speranze, ma dopo la lettura rimani deluso), a quel punto è ovvio valutare quanti soldi stai buttando in cose che non valgono quel prezzo. E qui la valutazione e il giudizio sulla casa editrice passano dalla valutazione (2): e visto che siamo animali pensanti... pensiamo. E valutiamo. e giudichiamo. In base alla valutazione (2) valutiamo se ci troviamo di fronte a: - un editore che dovendo comunque pubblicare qualcosa fa quello che può, cercando comunque di fare del suo meglio, e anche se ogni tanto il prodotto non è buono è perdonabile, è impossibile pubblicare solo capolavori, oppure... - un editore che sta coscientemente pubblicando molta roba anche di livello inferiore a prezzi maggiorati per spremerti come un limone sfruttando il tuo affetto per il personaggio. Se ti accorgi che è il secondo caso, è ovvio che ti senti preso in giro (e quindi capisco chi si sente vittima di uno strozzinaggio, a livello emotivo, ma no, non c'è nessuno strozzino che ti minaccia: puoi sempre benissimo dire "no, adesso basta, non vi dó più un centesimo!". Provaci a farlo con uno strozzino vero...) Quanto dovrebbe costare un albo di Tex? Un prezzo onesto. Cioè un prezzo che, non importa quanto sia alto, non ti dia la sensazione che l'editore ti consideri un limone da spremere (sì, è una faccenda di percezione soprattutto, e anche per questo la pessima comunicazione della Bonelli è respingente) Pago tranquillamente il loro prezzo i volumoni dello Scarabeo, anche se sono storie che ho già. Perché lì ho la percezione della qualità, della cosa fatta bene e con passione, e mi presentano a loro volta il Tex che amavo. Lì non arrivo nemmeno alla valutazione (2), basta la (1) per farmi dire "è un buon affare, lo compro! Anzi, fateli trimestrali, ve li compro tutti!!!!" Poi vedo un nuovo Tex in edicola, che costa meno di un quarto dei volumi dello Scarabeo, e se lo prendessi mi sentirei preso per il naso da speculatori. Non è questione di prezzo, è questione di percezione (e sì, anche di spesa totale ormai, anche su questo la Bonelli sta esagerando)3 points
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Quotando da un commento ad un altro video di Fantozzi che mi ha colpito mentre cercavo quella clip... "Fantozzi aveva una casa di proprietà (e pure larga), aveva una macchina che, seppur "a risparmio", era parecchio diffusa all'epoca d'acquisto. Aveva una moglie e una figlia (a carico) e riusciva nonostante questo a permettersi diverse spese extra (al netto di un ovvio sfruttamento)." Fantozzi nei primi due film (gli unici diretti da Luciano Salce, e di gran lunga i migliori) e nei libri iniziali di Paolo Villaggio, non è "lo scemo del villaggio (aziendale)", ma è L'UOMO COMUNE: certo, ridicolizzato, parodiato, portato al grottesco, ma quello che ci vuole dire il film è "guardate come siete messi": è solo dopo, quando si fanno i film più "commerciali", che si fanno film che dicono allo spettatore rassicurandolo "ma no, tu sei un figo, un furbo, mica uno sfigato come fantozzi". Negli anni 80 Fantozzi guida ancora una utilitaria vecchissima, fa ridere, ma all'epoca dei primi film era una macchina comune, quella che si compravano tanti travet. E sì, all'epoca "l'italiano medio" riusciva a comprarsi la casa e mantenere una famiglia con un unico stipendio. Come ci riuscì mio padre e gran parte di quelli di quella generazione. Oggi deve lavorare anche la moglie o la compagna, i soldi comunque non arrivano a comprare la casa, e ce la raccontano come una "conquista"...3 points
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Non protesto per gli aumenti ma, come ho smesso di comprare tanta roba Bonelli, potrei smettere di prenderne altra, perché non soddisfatto di quel che acquisto. Faccio un esempio. Mister No: Avevo smesso di leggerlo ai tempi delle nuove fantastiche avventure (momento in cui già si era palesata la carenza di grafici in Bonelli). La rivoluzione che aveva trasformato il simpatico "cazzone" pilota scavezzacollo, in uno sfigato barista a New York (mi chiedo ancora come mai Sergio Bonelli lo abbia permesso), con trame tristi che più tristi non si può, me lo face mollare, senza nemmeno arrivare al confronto con il cattivo giapponese (mollai nel momento in cui il giapponese disse: non ti faccio uccidere, perché sei il mio nemico e ti devo uccidere io). Riprendo la serie con la trasferta asiatica, perché in quel periodo abitavo in Cina e volevo vedere come descrivevano quel continente. La noia provata dopo il terzo albo mi ha spinto a mollare di nuovo e attendere l'arrivo di Nolitta per il finale. Agli inizi del 2000 compravo Tex, Zagor, Martin Mystere, Magico Vento, Napoleone, Dampyr e tutti gli speciali. Mister No e Dylan Dog a volte e Nathan Never se non avevo nulla di meglio da leggere in treno o in autobus. (Ai tempi compravo anche Lanciostory, Dago Ristampa e Storia del West della IF). E compravo i primi 3 -4 numeri delle nuove uscite. Dopo la scoppola presa con Gregory Hunter e Brad Barron ho diminuito i numeri 1. Colla bimestralità ho mollato MM, grazie alla gestione Recchioni mi sono allontanato completamente da DYD. Adesso compro solo Tex, Tex WIiller, e il Texone (e Dampyr). I Maxi, gli almanacchi e i color solo al mercatino dell'usato. Gli speciali Tex Willer solo se scritti da Boselli e il secondo Tex e Zagor mi sono dimenticato di acquistarlo. I cartonati a seconda degli autori. Mi ritenevo un lettore forte che non acquistava tutto, ma abbastanza. Adesso compro sempre meno e anche le nuove proposte, da libreria, sono quanto di più lontano io possa pensare di acquistare. Alle volte mi sembra che la Bonelli da Libreria ha lo stesso problema che ho con Netflix. Il 90% della roba che producono è monnezza molto peggio della roba televisiva che si produceva negli anni '80 e '90, però ci mettono gli effetti speciali e i soldi e si dimenticano di scrivere le storie. Per la libreria scrivono le stesse cose che manderebbero in edicola, con il formato più grande, i colori, il prezzo quadruplicato, ma senza la capacità di scrivere roba, non dico memorabile, ma almeno meritevole. Adesso selezionerò ancor di più, visto che di fumetti belli c'è ancora tanta roba in giro.3 points
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Gli aumenti ci stanno. Li abbiamo sempre avuti e il costo di un albo resta, tutto sommato, alla portata di tutte le tasche, sia che si parli di 4,90 sia che si parli di 5,90. Tuttavia ne parlavamo già mesi fa pronosticando il mese in cui si sarebbe avuto il rincaro. Quindi, non c'è nessuna sorpresa. Sappiamo da tempo ormai che gli aumenti sono dettati da una politica editoriale piuttosto che dalle reali contingenze. Per esempio i costi della carta, che il buon Sergio tirava in ballo ogni volta e se non ci credevi, ti veniva la voglia di crederci lo stesso, perché ci stava. Perché era un editore che ti dava l'idea che fosse ben lontano dal concetto di spremere le tasche ai lettori dei suoi albi. Per quanto ne sappiamo, e ne sappiamo ben poco, è sempre possibile che alla base di questi rincari programmati a distanza di due anni (sono due?), ci siano inesorabilmente conti da far quadrare a fine mese, dall'inflazione al cronico calo dei lettori o a chissà cos'altro. In ogni caso, è qui che voglio arrivare, c'è un errore nella comunicazione. Leggendo i messaggi di questa discussione, sono in tanti a sentire sulla propria pelle, fortemente, la sensazione di essere vacche da mungere o polli da spennare. Una sensazione che in passato non ho mai provato. E non c'è niente di peggio per un editore in difficoltà che affidarsi a strategie commerciali come il classico contentino sotto forma di gadget, di solito penoso, che psicologicamente dovrebbe attutire l'impatto del costo maggiorato al momento dell'acquisto, nel mese in cui si verifica. Dal mese successivo il rospo è stato già ingoiato. Questi sono messaggi assolutamente da non veicolare nella comunicazione tra l'editore e la sua utenza. Il secondo errore sta nel ritenere ineluttabile il crollo delle vendite e il mancato ricambio generazionale. Si rifugiano in un progressivo e più o meno rassicurante (per loro) aumento dei prezzi che ti permette ancora di far quadrare i numeri senza cercare soluzioni radicali alternative. Ecco dunque fioccare le collane, le ristampe, con gli autori costretti a produrre tavole e tavole di sceneggiatura con la conseguenza inevitabile del calo della qualità del prodotto che alterna così rare belle storie al piattume generale. Il lettore non è che si fa passare tutto per buono, se ne accorge se una storia che una volta sarebbe finita cassata nel cassetto di via Buonarroti oggi ti occupa invece due mesi della serie regolare. E non è vero che con cinque euro non si trova niente di meglio, anche in edicola, dove per lo stesso prezzo di prendi un romanzo o un saggio. Se in edicola compro, per abitudine, prodotti che so già che non leggerò, e mi sta capitando sempre più spesso ormai, il segnale d'allarme c'è o ci dovrebbe essere, tu editore stai mandando in edicola prodotti che non interessano, il danno nella fiducia che il lettore mese dopo mese ti concede è incalcolabile. Io posso ancora permettermi una spesa che ogni mese gravita comunque intorno ai trenta euro circa, che non è poco, sia chiaro, e penso tra me e me a chi me lo fa fare per albi che alla fine so già che neanche leggerò. È una follia bella e buona. Sapendo poi che ci saranno dei rincari, tipo il maxi a 11 euro! ...insomma andiamo di bene in meglio, ma per quanto ancora?3 points
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Il problema è come li fai passare gli aumenti. Se li fai passare con discorsi come "finora vi abbiamo fatto la carità, adesso cominciamo a farveli pagare a prezzo più consono" oppure come "se non vi bene tanti saluti, nessuno ti obbliga a comprarli" allora hai un serio problema di comunicazione3 points
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No "un fumetto". QUESTO fumetto. Io per Zerocalcare 24 Euro li spendo, sono contentissimo, il volume me lo rileggo più volte e lo espongo con orgoglio in libreria (cosa sempre più difficile da fare con la Bonelli, Tex e Zagor ancora si salvano ma le grafiche negli anni sono diventate sempre più pacchiate e plasticose...). "Ma Zerocalcare fa una o due storie lunghe all'anno, quando ha qualcosa di cui parlare, non deve uscire tutti i mesi con 110 pagine" (in realtà oggi, grazie ad Airoldi, sono in media 350 pagine al mese) A parte che Zerocalcsre ha tenuto per anni una rubrica regolare in cui doveva uscire con una storia nuova ogni 14 giorni ("ogni maledetto lunedì su due"), è PROPRIO QUESTO il punto. L'ho spiegato alcuni post fa: Anche dieci, venti, trenta, quaranta anni fa, si potevano fare paragoni impietosi sul "tipico" fumetto Bonelli e "cosa c'era fuori". Anni 70, lasciamo da parte il periodo d'oro di GL Bonelli e anche Ken Parker che per me potevano stare a testa alta di fronte a qualunque altro fumetto: la Bonelli pubblicava anche il Piccolo Ranger, il Comandante Mark, per un po; Akim, etc, mentre in Italia stava uscendo roba come il Corto Maltese di Pratt: però Pratt era costoso (anche se per un po' lo ha pubblicato il Corriere dei Ragazzi, anche se censurato, che pubblicava anche roba tipo Asteix tanto per ricordare cos'era il "fumetto popolare" all'epoca...), e appunto usciva con una storia ogni tanto: la Bonelli faceva fumetti economici da edicola. IN GENERE l'attrattiva non è la "storia eccezionale che resterà nei secoli", era il PERSONAGGIO: a cui ti affezionavi, storia dopo storia, mese dopo mese, e quindi anche se un mese la storia era venuta meno bene, chissenefrega? Il personaggio è lì, riconoscibile, le storie in genere sono buone, l'albo costa davvero poco, e non ti occupa troppo posto in casa se lo vuoi conservare per rileggerlo. (E se poi ogni tanto ti fanno una "run" eccezionale e miracolosa come il periodo d'oro o il Ken Parker 1-59, hai vinto alla lotteria ma è un bonus in più) Stesso discorso anche nei decenni successivi: negli anni 80 mica leggevo solo Tex o Martin Mystere, se devo pensare ai fumetti che hanno segnato di più la mia esperienza di lettore in quegli anni penso alle storie di Pazienza, di Frank Miller, di Alan Moore (che riusciva come GL Bonelli ad avere una qualità costante eccezionale, solo che lui veniva celebrato per questo mentre GL Bonelli veniva quasi disprezzato...). Però anche se mi leggevo Watchmen in originale mica pensavo di smettere di leggere Martin Mystere (Tex sì, ho smesso varie volte, ma era colpa di Nolitta... e Zagor ho smesso. Perchè? PERCHÈ NON ERA PIÙ RICONOSCIBILE. Non trovando nelle storie di Sclavi il personaggio, che era il motivo dell'acquisto, per me a quel punto comprare Zagor era come comprare Judas. Anzi, peggio, che su Judas non avevo aspettative che poi rimanevano deluse) Con il tempo, i fumetti Bonelli non sono stati più tanto "economici" e hanno iniziato ad occupare troppo posto in casa. E questo processo è aumentato in maniera esponenziale con la nuova direzione, i suoi prezzi che aumentano fissi ogni 2 anni e la sua folle proliferazione di uscite. Mi scusi la Bonelli e il suo commercialista, ma devo fare coming out: io NON CI CREDO che Tex sia vicino al punto di pareggio o in passivo, anche con i prezzi del mese scorso. Ma nemmeno quelli di 6 anni fa! Me lo dicono un sacco di indizi (la regolarità degli aumenti, i discorsi che sentivo da tanta gente della Bonelli sul fatto che Sergio Bonelli sbagliava a tenere i prezzi bassi, e sul fatto che i lettori avrebbero tranquillamente pagato il doppio e che il prezzo non contava, i tanti momenti in cui la nuova direzione ha dimostrato, platealmente, la sua filosofia SPECULATIVA con cose tipo la variant del Texone di Villa pubblicata medi prima della versione economica e i gadget differenti da copia a copia per far vendere più copie) Me lo dice un po' di matematica spicciola (come fanno ad avere lo stesso prezzo Tex e una collana che vende 15.000 copie? Come fa a costare di meno il Texone come prezzo per pagina? Coma fa ad andare in pari un MaxiTex che venderà un terzo e ti dà il triplo delle pagine al doppio del prezzo? Per me non è credibile, e il margine di guadagno su Tex è presente e molto elevato. Altrimenti non ci farebbero tanti collaterali, LO VEDI quali sono le serie alla canna del gas, sono quelle dove di collaterali non ne fanno... Che Dampyr abbia avuto davvero bisogno di calare le pagine ci credo. Che avesse problemi Tex NO, non ci credo assolutamente) Ovvio, i conti reali non li so. Forse davvero sono "costretti" (anche se mi viene da ridere all'idea). Oppure, forse ci speculava anche Sergio Bonelli (sicuramente anche all'epoca Tex guadagnava di più, vendendo molto di più e avendo lo stesso prezzo. La differenza è che all'epoca io CI CREDEVO che comunque pur tenendo il prezzo uguale per tutte le serie, stava cercando di tenerlo il più basso possibile. Oggi non ci credo più. Visto cosa vuol dire perdere la fiducia dei lettori per fare due speculazioni da quattro soldi, nuova dirigenza Bonelli?) Comunque: per me alla Bonelli hanno detto nel 2017 "ma quanto costano poco i nostri fumetti rispetto agli altri, allineiamo i prezzi!!!" Ma se allinei i prezzi, poi non puoi più nasconderti dietro alla vecchia scusa di sempre "facciamo fumetto popolare, non puoi paragonarlo al fumetto d'autore". Se una storia di Ruju di 3 albi mi costa come un volume Coconino di Gipi da 18 Euro, allora deve essere concorrenziale con Gipi anche sulla qualità. Perchè se una volta su Tex c'era una storia fiacca di 3 mesi prima della nuova storia bella, ci spendevo il prezzo di una pizza (se volete vi posto lo scontrino, visto che non ci credete che costano dai 5-6 euro in su qui), non potevo dire "se li lasciavo in edicola con quei soldi mi prendo la nuova Graphic Novel di Vittorio Giardino. Oggi sì, lo potrei dire: la nuova Graphic Novel con la nuova avventura di Max Fridman di Vittorio Giardino, "I Cugini Mayer", esce fra poco e costa 18 Euro! Come una storia in tre albi di Ruju o Nizzi (almeno quest'ultimo ce lo siamo levati dalle scatole) Cioè, da una parte, 18 Euro per 210 pagine di VITTORIO GIARDINO, grande formato, a colori (e non i colori della CSAC, i colori li mette LUI), dall'altra 330 pagine bonellide con una lagna come le quattro vedove... allo stesso prezzo? Ma dovrei essrre masochista a scegliere Ruju! (visto che oltretutto... non "riconosco" il suo Tex, quindi non è nemmeno il personaggio a cui sono affezionato...) Se prezzi una storia di Tex al costo di una storia di Gipi, Zerocalcare, Vittorio Giardino, Larcenet, etc, IL TUO PRODOTTO DEVE ESSERE DI QUEL LIVELLO. Altrimenti perchè te lo dovrei comprare? OK, il prezzo ormai non calerà (mai visto calare un prezzo), la frittata e fatta, vi siete fatti accecare dalla superbia e dall'idea che i vostri lettori non avessero altre scelte? OK, allora se volete tenermi come lettore DOVRETE LAVORARE SULLA QUALITÀ. Basta collaterali-pattumiera, basta tappabuchi: avete voluto farmi pagare una storia di Tex come una storia di Gipi o di Vittorio Giardino? OK, allora, se volete tenermi come lettore, PRETENDO LA STESSA QUALITÀ. SEMPRE. Che con Vittorio Giardino so che ce l'ho. Quindi, no... Ci sono fumetti che valgono anche molto più di quelle cifre. Se le quattro vedove di Ruju valgono 15 Euro, allora quanto dovrebbe valere il nuovo Zerocalcare? Io l'avrei pagato molto di più di 24 Euro. Il punto è: in un mondo dove trovo Gipi, Zerocalkcare, Vittorio Giardino, etc, perchè devo pagare 15 Euro per una storia di Ruju e Freghieri? (o peggio, 10 Euro per una storia di Nizzi?) Quello che per me "salva" ancora la Bonelli, è che purtroppo non sono più gli anni 70, "là fuori" la concorrenza non è più Pratt, Pazienza, Goscinny, Magnus, Buzzelli, Liberatore, Corben, Lauzier, etc. Il problema del fumetto, in generale (e della Bonelli in particolare) è che ormai Zerocalcare è l'eccezione. Giardino è uno degli ultimi "Grandi Vecchi" del fumetto italiano, che appunto invecchiano, e non vedo il ricambio. Anche Gipi ormai ha passato i sessanta, Ortolani i cinquanta e persino Zerocalcare ha passato i quaranta. Il fumetto è in declino ormai da tempo. secondo me, gran parte dei lettori Bonelli rimasti compra solo per ABITUDINE. Magari gli albi non li leggono più o li leggono distrattamente. Scambiarli per giovani fan assatanati che non vedono l'ora di leggere l'ultimo fumetto Bonelli, a qualunque cifra, per me è l'ennesima dimostrazione di quanto la nuova dirigenza Bonelli (appassionata di fumetti Marvel e che pensa di avere il pubblico della Marvel) non conosca il proprio pubblico. Boh, cavoli loro, se non è stavolta sarà la prossima "ideona", ma per me questi qui dai e dai a far chiudere la Bonelli ci riusciranno. È solo questione di tempo (e di numero di "ideone") Personalmente non ho intenzione di smettere di leggere fumetti. Ho già prenotato il nuovo volume di Giardino, compro qualunque cosa facciano Gipi e Zerocalcare (tranne le action figures, non esageriamo... ho preso solo Sailor Cinghiale perchè è il più grande crossover fumettistico della storia...), il mese scorso approfittando delle offerte Coconino gli ho comprato oltre cento euro di arretrati. E non smmeterò nemmeno di prendere Tex (nelle anastatiche: finchè le pubblicano, io gliele compro tutte le anastatiche di GL Bonelli). Ma un altro anno di Tex come il 2024 sarà l'ultimo per la serie inedita, per me: o migliora la qualità o la mia copia rimarrà in edicola, come le TANTE altre che vedo sempre più numerose mese dopo mese... P.S.: Ma li hai visti i miei post sulla Meloni nel thread sulla politica? Da questo punto di vista sono inattaccabile, al confronto della Bonelli dico solo cose buone...3 points
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Ma onestamente, mi dite che con 5 euro comprate mare e monti? Quasi non bastano più per una granita al bar. Dicendo questo, non voglio affatto difendere la Bonelli che scelte errate ne sta facendo a bizzeffe nel tempo, ma il Tex Willer ha una qualità che le 4,50 li merita tutte a mio avviso e poi li spendi una volta mese mica tutti i giorni. Poi ovviamente ognuno è libero di spendere i suoi soldi come meglio crede e se pensa che non valga più la pena sborsare quella cifra per un fumetto, non deve giustificarsi, nè condannare chi lo fa. Ma le accuse agli autori le risparmierei, poichè è gente che fa il suo lavoro (stando segregati al tavolo da disegno per ore e ore) e magari il tam tam di questi giorni li ha toccati nel vivo e qualcuno ha risposto sopra le righe. P.s. Questa verve polemica la vedrei più adatta verso quei politici che ti aumentano le accise sulla benzina, dopo aver bellamente preso per il naso i creduloni che li hanno votati, dicendo che le avrebbero abolite. E la benzina non puoi scegliere di non comprarla, sei costretto, a meno se decidi di usare un mulo con le bisacce per gli spostamenti.3 points
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Davvero "un bel tacer non fu mai scritto". Due post che trasudano arroganza e indispongono. Inconcepibile come uno scrittore professionista non si sia reso conto dell'effetto controproducente delle sue parole. Al di là di questo, però, fa impressione lo scollamento dalla realtà di Simeoni e Villa, il non avvertire, da un lato, la precarietà della propria fonte di guadagno in un mondo in cui l'intrattenimento è sempre meno legato al fumetto e alla lettura in genere, dall'altro il porsi in contrapposizione al proprio pubblico, non riconoscendo lo sforzo comune tra autori e lettori contro l'instupidimento delle forme di intrattenimento.3 points
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P.S.: Villa dice: "Nessuno è mai stato obbligato a comprare fumetti . Non vi sta bene? Ce ne faremo una ragione. " Ed è giustissimo: i fumetto non sono un bene di prima necessità. Forse lo erano una volta, quando ero bambino, in un ambiente in cui le belle storie scarseggiavano ed erano un nutrimento indispensabile per sviluppare fantasia e immaginazione. Ma oggi si trovano storie ovunque, praticamente gratis (e anche un sacco di fumetti usati a prezzi stracciati). Che la gente smetta di leggere (e soprattutto di comprare) fumetti non solo è normale, ma visto che veniamo addirittura INVITATI a farlo (o esplicitamente con post come quelli, o implicitamente facendoci annoiare ogni volta che ne apriamo uno, o facendoci inferocire con storie come l'ultima disegnata da Villa che per me è un vero e proprio invito "non avete ancora capito che dovete smettere di leggere? Fuori!!") direi che gli autori dovrebbero essere gli ultimi a stupirsi. Quindi, OK, è stato bello finché è durato. Si vive benissimo senza comprare nuovi albi di Tex, ne ho abbastanza da rileggere per tre vite (anche se finirà che rileggerò sempre gli stessi duecento circa...), ciao e amici come prima. No? No. Perché poi gli stessi autori ed editori sembrano considerare la fine dei loro fumetti come una tragedia nazionale. Nessuno è obbligato a comprare i VOSTRI fumetti. Non date la colpa alla chiusura delle edicole. Non date la colpa allo smartphone (se non nel fatto che cosa meno e ti dà di più), se un fumetto non vende, è perchè semplicemente i lettori NON SONO OBBLIGATI A COMPRARE LA VOSTRA ROBA.3 points
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Questo aumento non piace a nessuno, tantomeno a me. Compro e leggo Tex da 12 anni (ne ho 28) dapprima solo la regolare, poi nel tempo tutto il resto. Purtroppo però, tra persone (giovani e non) sempre più pigre e meno propense alla lettura in generale e materie prime che aumentano, il rincaro è ahimè inevitabile. Credo che sia l’ultima strategia attuabile, che anche il più scellerato dei dirigenti attenderebbe ad applicare. È l’ultima spiaggia. Per quanto mi riguarda, continuerò ad leggere le nuove avventure (recuperando alcune classiche che ancora mi mancano), sperando in una qualità elevata che Tex ha più o meno avuto sempre, anche in tempi recenti (dopo 80 anni!), al netto di alcune storie poco riuscite. Ma sono convinto che il nostro eroe e i nostri sceneggiatori sapranno ancora regalarci tante emozioni! Se possiamo, ovviamente, continuiamo a sostenerli3 points
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Il costo della vita di tutti i giorni è aumentato a dismisura, gli stipendi no..ora aumenta così tanto anche Tex ed è un colpo al cuore! Ci sono passioni che si dissolvono nel tempo perché la vita le mette con le spalle al muro..ma anche nelle situazioni più disperate il nostro caro Ranger non ci lascerebbe le penne... Tex, come il mitico John Wayne, è stato un fedele pard immaginario di mille avventure nei momenti della gioventù..e ora dovrei smontare di sella e abbandonarlo al suo destino? No, per me l'avventura continua!3 points
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Stiamo parlando di gente che nel comunicato sull'aumento dei prezzi non ti comunica i prezzi ma ben si premura di spingerti a comprare più arretrati possibili prima che i prezzi aumentino. Stiamo parlando di gente che sta ristampando i texoni in formato ridotto e a colori. Non hanno rispetto né per i lettori né per il fumetto. Non fosse perché hanno ereditato la gallina d'oro di nome Tex, che comunque stanno ammazzando, sarebbero tutti a spasso da un bel po'. L'aumento di prezzo non è il problema, è tutto quello che c'è attorno. Non parlo di sceneggiatori e disegnatori, ovviamente, quelli hanno e meritano il nostro rispetto e affetto (e i nostri soldi).3 points
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Quindi se dopo le strisce proseguiranno con le raccoltine, gli albi d'oro, la 1/29 e la seconda serie gigante queste non saranno anastatiche Nel mondo del fumetto una ristampa anastatica è una ristampa identica in tutto e per tutto all'originale, anche nel formato ovviamente: si potrebbero fare benissimo delle ristampe anastatiche anche della Tre Stelle e della TuttoTex se uno volesse!2 points
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Mah, da un forum di discussione stiamo diventando un forum di educande. Siamo un po', a mio avviso,troppo suscettibili.2 points
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Ok, chiedo perdono se ho offeso la sensibilità di qualcuno con il mio punto di vista. Non era affatto mia intenzione. Mi taccio.2 points
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Aloha a tutti! Ho alle spalle poco meno che un centinaio di numeri sparsi quindi per me è tutto nuovo. Questa storia mi ha sorpreso con il suo sapore urbano, così diverso da quanto avevo letto ma perfettamente calato nell’universo di Tex che ho avuto modo di esplorare. Mi ha conquistato scena dopo scena, con atmosfere nuove ma familiari; io ci ho trovato echi della San Francisco sospesa tra mistero, tensione sociale e violenza che tanto avevo amato in Magico Vento.2 points
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State parlando di due cose diverse: una cosa sono i refusi tipografici, ben altra cosa sono gli interventi censori sulla prosa di GLB. I primi sono sviste di poco conto che, a mio parere, è doveroso correggere nelle ristampe, mentre edulcorare lo stile ruvido e adulto di GLB equivale a tradire sia l'autore che il personaggio. Capisco che la casa editrice (leggasi Sergio Bonelli) non poteva fare diversamente negli anni 60, ma oggi la sensibilità nei confronti del fumetto e del linguaggio è cambiata e quelle remore non hanno più senso. Di fatto la versione pubblicata nella Book non è quella scritta da GLB negli anni 40, ma quella approvata da suo figlio Sergio negli anni 80. Gianluigi Bonelli è stato uno dei maggiori scrittori italiani della seconda metà del XX secolo; è normale che chi lo apprezza desideri un'edizione conforme a quella originale.2 points
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Storia che paga un po' la collocazione, visto che viene presto oscurata dal capolavoro che la segue. Comunque ci troviamo nel centinaio d'oro bonelliano e si vede. "Dugan il bandito" non può di essere paragonata ai capisaldi della saga, ma si fa apprezzare, soprattutto per via di un soggetto importante, che in fondo segna un crocevia per le avventure nelle riserva Navajo, e di fatto rappresenta il preludio al celebre "Grande intrigo". Di solito il grande Bonelli da spunti basilari e lineari tirava fuori perle compositive, facendo leva sulla sua non comune dote di narratore e la verve in cabina di sceneggiatura, condita con ritmo e dialoghi esplosivi; nel caso specifico avviene, a mio avviso, un processo inverso, visto che lo spunto niente male dell'intrusione in riserva dei banditi a caccia dell'oro Navajos, non viene del tutto accompagnato da una sceneggiatura ispirata e quella che poteva divenire una pietra miliare della saga, si riduce a un'accettabile storia, ma niente più. Per la prima volta il lettore viene catapultato nella quotidianità della riserva e vede Aquila della Notte alle prese con quelle mansioni di capo, che richiedono pure il suo impegno per garantire l'arrivo puntuale delle derrate alimentari e altri beni di prima necessità, indispensabili al suo popolo per affrontare la stagione fredda. Il ritardo delle consegne stavolta non è dovuto a un complotto ma a ragioni più "normali" ma ciò non toglie che Tex sia obbligato a provvedere depositando in banca a Gallup dell'oro per fronteggiare l'emergenza. Da quella che è una normalissima azione di routine, si scatena il leitmotiv della storia, visto che la banda di banditi capitanata dall'ineffabile Dugan, appreso che nella riserva Navajos si nasconde un prezioso giacimento d'oro, coglie l'occasione, sfruttando la complicità di un indiano traditore, di organizzare una spedizione per recuperarlo. Per la prima volta il segreto dei Navajos è messo seriamente in pericolo, poichè sebbene tutti nella zona conoscano l'esistenza dell'oro, mai nessuno aveva avuto il coraggio o la fortuna di trovare una guida a conoscenza del luogo, per violarlo. Ovviamente Tex non può lasciarsi crescere l'erba sotto i piedi, poichè è consapevole che una simile scoperta può segnare la fine per la convivenza pacifica del suo popolo e di fatto, scoperto con amarezza il tradimento del suo Navajo, si getta sulle tracce della banda Dugan. Come descritto il soggetto è davvero valevole, purtroppo la storia pecca forse di una certa brevità e parziale carenza d'azione. In fondo si riduce a un inseguimento tra gli anfratti selvaggi e mistici della riserva (nota interessante anche questa e resa molto bene dai pennelli di Nicolò, fra sabbia scottante e resti di vecchi rettili preistorici). Giunti nella affascinante caverna dell'oro, ove passato e presente delle tradizione del mondo navajos sembrano fondersi in un luogo mistico e alquanto misterioso, la maledizione della Kacinah colpisce coloro che per avidità hanno osato violare un luogo sacro e secolare, difatti la banda finirà sepolta in quelle rocce molto ricche di materiale aurifero ma fredde come la morte per Dugan e soci. Il segreto dei Navajos è al sicuro, almeno per questa volta, ma sono davvero profetiche le parole di Tex nel finale, poichè è cosciente che il rischio che altri Dugan possano scoprirlo è alto (e da scongiurare assolutamente) per impedire la scomparsa dei Navajos. Nizzi riprese l'idea per il suo albo celebrativo N.500, però anche non volendo ridiscutere quel mal riuscito episodio, la differenza marcata è proprio rappresentata dalla ben diversa epicità delle scene. Oltre al carisma di Dugan, è proprio l'esigenza anche rude di Tex di non far uscire nessuno vivo dalla riserva per salvaguardare il suo popolo a rendere la tensione alta. In "Uomini in fuga" troppo facilmente quei quattro scappati di casa giunsero alla caverna, con i nostri a caccia di farfalle e colpi di fortuna, e soprattutto è assurdo di come se la possano cavare a buon mercato finendo in un penitenziario, potendo tranquillamente spifferare un segreto davvero sanguinoso per i Navajos. Mi accodo quindi ai commenti di Diablero su questo punto fondamentale che sconfessa il bel soggetto di questa storia e fa perdere di peso all'epicità e tensione narrativa della caccia a Dugan. Molto bella la rappresentazione grafica di Nicolò, artista dall'eleganza innata, tratto pulito ma efficace e resa perfetta delle location da sogno che fanno da sfondo alla breve vicenda. Tra tutti i disegnatori dell'epoca d'oro, Nicolò è forse il più "atipico" della testata in quanto il suo tratto classico ed elegante di norma, non si dovrebbe sposare perfettamente con lo stile western, eppure il compianto disegnatore fiorentino dimostrò di quanto il talento può essere versatile e utile a tutte le cause. Il Tex di Nicolò è longilineo, dai belli lineamenti, duro quanto basta e dinamico. Anche gli sfondi sono ben realizzati ed efficienti, una classicità che agli occhi dei lettori di oggi può apparire un po' datata ma che conserva intatta tutto il suo fascino. Storie come questa devono molto al contributo dell'artista ai pennelli e il sequel, autentico capolavoro, consacrerà definitivamente l'autore nel tempio texiano. Il mio voto finale è 72 points
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Caro Mr Morgan, soprattutto Gli Invincibili è un capolavoro epocale, quando l'avrai finita ascoltati anche la bellissima canzone che viene cantata in un momento chiave della vicenda, la scoprii proprio leggendo questa storia2 points
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Primo albo perfetto....c'è tutto il manifesto texiano: intrigo, azione, mistero, personaggi che bucano la pagina (comprimari e non, tutti tratteggiati benissimo e "dotati" di spessore), nemici che appaiono invincibili....vado controcorrente e dico che mi sarebbe piaciuto un maxi, in modo da poter leggere il tutto in un'unica soluzione. Il tratto sporco di Benevento mi ricorda quello di Marcello (altro connubio meraviglioso con il buon Mauro....).2 points
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Messaggio che trasuda stranchezza di leggere da tutte le parole, dispiace ma a breve annoveremo anche te tra quelli che o hannp smesso o lo stanno accumolando, non mi sembra ci sia spazio ad altre strade. Dare in mano la Tex Book ad un giovane ? Non la capirebbe ne leggerebbe mai, il linguaggio usato è troppo complicato per il mondo d'oggi, le storie sono si più corte ma anche le parole pesano e sopratutto all'inizio non è una lettura leggera per chi è abituato a leggere tre baloon di una riga ogni sei disegni senza nulla.2 points
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Hai ragione, oggi su Tex ci sommergono di pagine, sempre a multipli di 110. Pagine e pagine per raccontare vicende che si sarebbero potute raccontare in modo più interessante nella metà delle pagine e che non avrebbero meritato di riempire due o tre albi. Sarà che le idee sono poche e allora bisogna stiracchiarle, continuare ad aggiungere acqua al brodo.. sbrodolando. Certo, di base è anche una politica aziendale che spinge verso la quantità, ignorando la qualità. È un morbo che ha colpito gli autori, ma anche i lettori, ormai abituati a bersi migliaia di pagine con l'imbuto senza batter ciglio. Per molti va bene così, per molti è addirittura l'unica maniera possibile di raccontare storie di Tex e indietro non si può tornare. Sarà.. Io leggo Tex da soli due anni, comprando ogni mese l'inedito e parallelamente leggendo i vecchi albi da una Tutto Tex in prestito. Ho giusto ieri finito di leggere "Il passato di Tex", che si conclude nell'albo 85. Che bomba! In quella storia vengono raccontate tante di quelle cose: dalla caccia ai giaguari, alla morte del padre di Tex, la spedizione punitiva messicana con Gunny Bill, il rodeo, l'incontro con Dinamite, la morte del fratello di Tex e lo scontro con Rebo e i suoi scagnozzi.. il tutto in 188 pagine. Oggi un autore della Bonelli se ne prenderebbe come minimo 500, finendo probabilmente per raccontare meno cose e peggio (ma i disegni sarebbero ottimi, gli artisti sono quelli che salvano tante storie). Perché? Certo GL Bonelli era un fuoriclasse, ma non può essere solo questo.. Ci si lamenta del fatto che i giovani non leggano Tex. Per forza non lo leggono! Perché dovrebbero? Avessi un figlio o un nipote gli direi di lasciar perdere la serie regolare e lo dirotterei su questa Tex Collezione Book, gliela finanzierei io.2 points
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Bisognerebbe che per una volta solo Villa colorasse il suo disegno in modo che non ci sia il segno nero e processare questo manufatto per usarlo per la stampa di una variant o di un albo celebrativo. Una volta non si faceva altro che colorare il retro del foglio usando un tavolo luminoso. Mi offro volontario per produrre il file gratuitamente e in modo professionale.2 points
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E poi, vabbè; gli autori non li paghiamo, le tipografie, nemmeno... la casa editrice mica ha bisogno di locali, possono lavorare da casa così li paghiamo anche meno... anzi... meglio se non li paghiamo proprio, devono lavorare per passione.2 points
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Sì, sul blog portoghese postano sempre anche la sua colorazione.. e spesso questa è migliore di quella che va in stampa!2 points
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Avessi avuto posto in casa non mi sarei perso una sola uscita (alla terza serie mi sono fatto violenza psicologica per fermarmi), e oggi sono nelle stesse situazioni con quella dello Spirito con la Scure (magari non mi piacciono alla follia le storie ma il formato a 100 pagine quello si). Da due uscite sono arrivato a sei, ma sono abbastanza convinto che la prima serie Lampo la prenderò. Saranno fatte male, ci saranno gli errori (storici e nuovi), ma il fascino delle strisce c'è, e non riguarda solo le storie vecchie. La collezione storica aveva come componente sgradito proprio la colorazione anonima, il peso specifico dei volumi (pesano davvero molto) e le troppe pagine, mentre erano sempre divertenti gli aneddoti a inizio albo. E di proprio di formato si parlava oggi per gli speciali Zagor...2 points
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Riporto qui una discussione iniziata nel thread delle domande a Boselli che riguarda gfli aumenti: Ma perché? Dice solo cose vere. È un editoriale comunque sbagliato, ed è una ulteriore conferma che Moreno (che di persona è una persona gentilissima con cui si può tranquillamente discutere) da anni ormai sbaglia la comunicazione via social, apparendo arrogante solo per banalissimi errori di comunicazione. (non tanto comunque quanto la Bonelli in generale, che per me sbaglia ogni comunicazioni con i lettori in modo tale da far pensare che li vogliano far arrabbiare apposta... tecnica valida con i bimbiminkia su facebook e youtube, dove far incavolare la gente fa guadagnare soldi con le visualizzazioni, ma le pubbliche relazioni sono una cosa diversa...) Cosa faceva Sergio Bonelli, che era un comunicatore eccezionale e sapeva come trattare i lettori? Si scusava. POI parlava dei motivi, dell'inflazione, del costo della vita, magari faceva notare quanto tempo era passato dall'ultimo aumento, etc, ma come prima cosa, visto che l'aumento era una spesa in più per il lettore, mostrava che capiva che era un sacrificio e si scusava per doverlo chiedere. Cosa fa Burattini in quell'editoriale? In pratica dice "sappiamo che vi piacciono di più le storie più corte, l'abbiamo fatto per farvi un favore". Pare quasi che si aspetti un ringraziamento dai lettori per aver seguito i loro desideri! Peccato che: 1) Si sta rivolgendo a chi continuava a comprare quella serie, quindi a chi comprava tranquillamente l'albo più lungo 2) non hanno mica abbassato il prezzo in proporzione al calo delle pagine! Ovvio che in realtà non pensa davvero che sta facendo un favore al lettore: l'ha semplicemente spiegato MALE. Però è una persona che di mestiere SCRIVE, ci si aspetterebbe che non sia così scollegato dagli umori dei suoi lettori da non vedere quanto sia sbagliato il tono di quell'editoriale... non puoi in pratica aumentare il prezzo (per pagina) e dire "lo facciamo per farvi contenti!"2 points
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Come "illustrazione" (semplice disegno) secondo me la 2 è la migliore, ma se la guardiamo come "copertina" per me vince la 1, di gran lunga. 1) Meno elementi che distraggono lo sguardo, solo il maniero, il pipistrello e la luna sullo sfondo, fine. 2) Colori molto più belli (ma guardate quell'azzurro e quel verde... perchè adesso i colori degli albi Bonelli sembrano sempre così "plasticosi" e non hanno più quel calore? 3) Maggiore eleganza grafica (non è un doppione della ragione 1, lì parlavo di semplicità, qui invece dei singoli elementi, guardate i font...) Se li mette uno di fianco all'altro in edicola, a parità di pagine e prezzo... quale ti attira di più? Se la guardiamo come "illustrazione" comincia fargli le pulci, il pipistrello non in scala, etc, ma una copertina deve essere semplice e d'impatto. Oggi invece (come si vede bene nel pastrocchio grafico che sono i maxi) sembra che la cosa più importante sia riempire tutto di scritte di ogni tipo...2 points
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Non è una frase idonea al confronto questa, oltre che sbagliata, stai praticamente dando degli usurai agli editori ma chi è vittima di certe pratiche non può mica scegliere (come noi) di fare a meno di spendere quei soldi se non possiamo, all'usuraio/strozzino devi darglieli volente o nolente.2 points
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Il fumetto popolare, a mio avviso, è morto negli anni 80. La Bonelli ha tenuto qualche anno in più grazie a Tex e Dylan Dog, ma intestardirsi al giorno d'oggi a definirlo tale, quando ormai le platee usano altre piattaforme, mi pare anacronistico. Il mondo cambia e bisogna rassegnarsi. Chi l'avrebbe mai detto negli anni 80 che la popolarissima pellicola Kodak sarebbe fallita? Eppure... P.s. Ormai di popolare ci sono solo smartphone e social, quelli sono accessibili a tutti e infatti i danni che stanno facendo i lavaggi dei cervelli, si cominciano a vedere2 points
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Buon primo albo anche per me. Con una sorprendente scena “dissacrante” quasi all’inizio: Tex che tiene sotto tiro un avversario, il quale si gira e lo disarma facendogli saltare via la pistola. Com’è possibile? Tex battuto! E così facilmente! Neanche Ruby Scott... Be’, in realtà una spiegazione c’è… SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Si tratta di un flash-back, di quando Tex era un ragazzino quindicenne, per cui è normale che venga sconfitto e disarmato da un pistolero adulto più abile di lui. La storia, dicevo, promette bene, una avventura corale boselliana, sia per il gruppo di banditi ben caratterizzati, che per il personaggio “grigio” (non del tutto malvagio) di Goode, sia per i riferimenti al passato del giovane Tex ai tempi della Nueces Valley, ma con uno stile narrativo personale, scorrevole e piacevole da leggere, come un po’ tutte le avventure di Giusfredi finora. Grande importanza viene data al giovane e spavaldo Arkansas Joe e all’esperto e saggio Gunny Bill: la forza della storia sta proprio nella buona caratterizzazione di tutti i personaggi, sia comprimari che avversari, e nell’interesse che suscita nel lettore, che arriva alla fine dell’albo curioso di saperne di più sul rapporto tra Goode e Gunny Bill, e anche sul misterioso tesoro del “King Cobra”, appena accennato da Carson. Insomma, alla fine della lettura si ha voglia di leggere il seguito tra un mese, cosa non affatto scontata visto che, nelle ultime storie di Tex gigante, dopo il primo albo si intuiva troppo facilmente dove si andava a parare. Dicevo di un Arkansas Joe coprotagonista ben definito come personaggio, ma non altrettanto dal punto di vista grafico: nel senso che, di fatto, continuiamo ad avere nella serie due versioni alternative e parallele di Arkansas Joe (e questo, anche se ormai è stato accettato, resta un po’ assurdo), c’è un Arkansas Joe disegnato da Brindisi (che riprende quello di Galep, alto, tarchiato, capelli neri, viso da pugile), e un Arkansas Joe di Valdmbrini /Giusfredi (media statura, agile e castano, viso da bravo ragazzo, alla Barella). L’Arkansas Joe di Brindisi/Boselli l’abbiamo appena visto nella storia di “El Diablo” (ma anche nel n. 26 “El paso del norte” e anche in “Guerre di frontiera”, Tex n. 498), quello di Valdambrini ha fatto la sua prima comparsa nella storia di “El Cangrejo” e ora ritorna qui. È più giovane, sbarazzino e simpatico, ma non assomiglia neanche un po’ all’altro). Il lettore poco attento probabilmente pensa che siano due personaggi diversi.2 points
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A mente molto più fredda, scusate ci metto più di altri, continuerò a comprare anche con gli aumenti, mi fanno piacere ? No, Sarò più selettivo e comprerò meno a scatola chiusa, forse si forse no, ma quando si ha una passione è difficile mollare.2 points
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Cioè a te risulta che l'inflazione Europea è stata del 100% nel periodo 2014-2025? Devo parlare con la mia banca, i miei titoli indicizzati all'inflazione mica sono raddoppiati di valore... (i miei arretrati Bonelli sì, a sentire loro...) Ecco l'inflazione ISTAT negli ultimi anni: ANNO 2025 1,5% 2024 1% 2023 5,7% 2022 8,1% 2021 1,9% 2020 -0,2% 2019 0,6% 2018 1,2% 2017 1,2% 2016 -0,1% 2015 0,1% 2014 0,2% Contando anche gli interessi composti, l'inflazione totale nel periodo è del 23%. Non del 100%. E non è "costante come gli aumenti", ma è concentrata quasi tutta nel 2021-2023 "Ma l'inflazione non è uguale per tutti i beni". Certo. infatti ecco un confronto ad armi pari, con un altro fumetto pubblicato in Italia e stampato in Italia: nel 2014 la Bao pubblicava "Dimentica il mio nome" (233 pp) di Zerocalcare a 18 Euro, nel 2024 ha pubblicato "Quando muori resta a me" (300pp), sempre di Zerocalcare, stesso formato ma più pagine, a 24 Euro, aumento del 33% del prezzo a volume ma solo del 3% nel prezzo a pagina. Visto che vogliamo tirare fuori il discorso "ma anche gli altri aumentano di più", ecco appunto un esempio sempre con la stessa inflazione e gli stessi costi della carta: aumento a pagina del 3% contro il 100%! Altri tipi di fumetti e altri autori avranno avuto aumenti maggiori, ma quali altri fumetti italiani sono raddoppiati di prezzo dal 2014 ad oggi? Nello stesso periodo Alan Ford è passato da 4 Euro a 5. il 25% di aumento. E questo raffronto è indicativo: Max Bunker è da sempre IL PRINCIPALE ACCUSATORE DI SERGIO BONELLI, da DECENNI Luciano Secchi has sempre aspramente criticato i "prezzi bassi" di Sergio Bonelli, che accusava di tenere "troppo bassi" i prezzi, rendendo difficile la vita alla concorrenza. Infatti nel 2014 (anche se Sergio Bonelli era già morto alcuni anni prima) un Tex costava 2,90 Euro, mentre un Alan Ford come visto costava 4 Euro, quasi il 30% in più: e in quel 30% c'era la differenza fra le politiche editoriali di Sergio Bonelli e Luciano Secchi. Alla Bonelli evidentemente è arrivata gente che era della stessa opinione di Secchi, e ha "RIALLINEATO"i prezzi in base a quanto costa Alan Ford...2 points
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Aumenteranno anche là, mica restano congelati i prezzi nel resto dell'Europa2 points
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No no no. Il datore di lavoro non è la SBE, siamo noi. Noi, con i nostri soldi, paghiamo gli stipendi di Villa & Co. La SBE è solo un intermediario. Se la SBE lavora male, noi la licenziamo e, con la SBE, Villa & Co. Vorrei poi fare un corso accelerato di matematica. Aldo guadagna 1000 euro e acquista 100 prodotti che costano 10 euro l'uno. I 100 prodotti che acquista Aldo aumentano tutti di 2 euro l'uno. Quanti prodotti potrà acquistare Aldo se il suo guadagno non aumenta? Di quanto dovrebbe aumentare il guadagno di Aldo perché possa acquistare gli stessi 100 prodotti? È matematica elementare, forse troppo elementare perché non è capita da nessun economista mai esistito in questo pianeta.2 points
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Anni fa, nonostante i disastri combinati dalla nuova direzione, avrei giurato che un azienda solida come la Bonelli fosse praticamente inaffondabile, e che almeno per qualche decennio al massimo avrebbe tirato i remi in barca, ridotto le uscite ma non rischiava certo di fallire. Ora non ne sono più tanto sicuro. Questi di fronte ad un disastro, invece di ammettere gli sbagli, stanno dicendo "rifacciamolo, sicuramente non hanno capito il nostro genio, basterà rifare sempre la stessa cosa, prima o poi funzionerà..." Hanno perso in media il 30% delle vendite ad albo in due anni, e insistono con le stesse identiche strategie? Si vede che, nonostante tutto, nel 2024 le vendite non sono crollate abbastanza...2 points
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Leggere questo romanzo mi ha fatto scoprire tutto il potenziale narrativo di GL.Bonelli indipendentemente dalle correzioni apportate nell'allegato. Se già nelle serie a fumetti con poche parole il Bonelli riesce a trasportare il lettore nella dimensione Tex, quasi fosse un pard invisibile del ranger, ne "Il massacro di Goldena", il racconto degli eventi, specie il finale, è così intenso e dettagliato che è difficile non emozionarsi.2 points
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@Il sassaroli sul discorso dell'Audace ti risponderei Insomma. E anche sui Kids e sui cartonati da Libreria. Hanno cercato altre soluzioni, ma andando nella direzione sbagliata. L'unico formato che ha sempre venduto in Italia è quello Bonelli. Cercare di cambiare formato, andando in direzione dei fumetti americani, che in Italia hanno sempre venduto molto meno dei Bonelli, e che a oggi la Panini vende a 4euro per 32 pagine, mi sembra un errore marchiano. Creepy Past e le prime Dragonero Adventures (poi tornate nel formato 16x21) e Four Hoods (che poi sembrava che per un periodo la Bonelli non potesse fare a meno di Recchioni: curatore di DYD- che ha perso un sacco di copie- autore di Orfani, Four Hoods e Chambara da libreria, quasi tutte chiuse in fretta e furia) andavano in quella direzione. E anche i fumetti per "Kids" li hanno fatti scrivere sempre ai loro autori, quelli che scrivevano i fumetti normali, non hanno selezionato nuovi autori che avrebbero dovuto occuparsi del nuovo settore. In libreria, invece, prendono la direzione del fumetto Francese che, a parte pochissime eccezioni (le solite Blueberry, Asterix e forse Lucky Luke), non ha mai venduto granché. Non so quanto vende Nero, che viene pubblicato anche in Francia e in Belgio, ma non credo faccia sfracelli, altrimenti ne avremmo sentito parlare, magari nelle classifiche che escono su Fumettologica tutte le settimane, o perché la Bonelli ce lo avrebbe comunicato (una serie a fumetti che vende, faccio un esempio, 30mila copie, sarebbe un evento). La stessa cantonata presa per i colori. Facciamo tutto a colori perché i lettori, dopo la CSAC, vogliono i colori. Fateci caso le ultime due serie pubblicate in edicola sono state due bagni di sangue. Mercurio Loi (chiuso dopo 16 numeri- dopo essere passato a bimestrale), fumetto molto intellettuale e anche interessante è stato pubblicato, non si sa per quale ragione, a colori. Con 1 euro tondo in più rispetto a Tex. Non ci voleva molto per capire che, un fumetto del genere, bisognava venderlo al prezzo più basso possibile, per poterlo tenere in edicola più a lungo. La seconda serie è Odessa. Che come design dei personaggi si presenta come la brutta copia di Nathan Never (capelli bianchi, spolverino lungo). Magari è un fumetto bellissimo. Il problema è che non si trovano recensioni da nessuna parte. Nemmeno sui forum di fumetti c'è una discussione che vada oltre il primo numero (nonostante lo abbiano fatto ripartire da 1 per 4 volte). Forse sul forum di Nathan Never c'è qualcuno che ha recensito l'ultimo numero. Chiaro che se queste sono le proposte, il lettore scappa. Il formato giusto lo hanno beccato per caso, come diceva @Diablero, con Tex Willer, ma in quel formato non ci hanno pubblicato nient'altro. Meno pagine, più dinamico e prezzo più basso. A me preoccupa che nemmeno in libreria stia uscendo nulla di nuovo. Come a dire alziamo le barricate e restiamo con questi.2 points