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TWF - Tex Willer Forum

Integralismo E Avanguardismo Dei Lettori Di Tex


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  • 2 settimane dopo...
<span style="color:red">1 ora fa</span>, ArTex dice:

Manfredi: ai tempi di Sergio Bonelli niente politica nelle storie dei fumetti. Le incredibili dichiarazioni dietro il flop di Cani Sciolti fanno riflettere. Cosa sta accadendo alla Bonelli:

 

https://fumetti-70.blogspot.com/2023/06/di-cani-sciolti-di-gianfranco-manfredi.html

È un suo punto di vista, Di fumetti 70 intendo (Manfredi lo lascio fuori) per tanto lo annoto e passo oltre, mi è capitato spesso di leggere suoi articoli e sono sempre zeppi di critiche non costruttive alla bonelli (magari sono stato sfortunato io a trovare solo quelli) per cui mi vien sempre da pensare che ci sia un po' di faziosità dietro. 

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<span style="color:red">34 minuti fa</span>, Tex_Willer90 dice:

È un suo punto di vista, Di fumetti 70 intendo (Manfredi lo lascio fuori) per tanto lo annoto e passo oltre, mi è capitato spesso di leggere suoi articoli e sono sempre zeppi di critiche non costruttive alla bonelli (magari sono stato sfortunato io a trovare solo quelli) per cui mi vien sempre da pensare che ci sia un po' di faziosità dietro. 

solo un po'?

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<span style="color:red">23 ore fa</span>, Tex_Willer90 dice:

È un suo punto di vista, Di fumetti 70 intendo (Manfredi lo lascio fuori) per tanto lo annoto e passo oltre, mi è capitato spesso di leggere suoi articoli e sono sempre zeppi di critiche non costruttive alla bonelli (magari sono stato sfortunato io a trovare solo quelli) per cui mi vien sempre da pensare che ci sia un po' di faziosità dietro. 

 

Fumetti70 altri non è che il famigerato Comix Archive e definire discutibili le sue opinioni è già fargli un complimento. La sua attendibilità non è pari a zero ma molto al di sotto.

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<span style="color:red">10 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

 

Fumetti70 altri non è che il famigerato Comix Archive e definire discutibili le sue opinioni è già fargli un complimento. La sua attendibilità non è pari a zero ma molto al di sotto.

Non lo conoscevo, ma già solo leggendo un paio di articoli si capisce bene il tutto.

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Attenzione: io fossi in voi non aprirei quel link che non farebbe che aumentare le visualizzazioni. di questo tristo figuro. Io personalmente aspetto che i dati del bilancio siano resi noti ed analizzati da qualcuno più serio ed affidabile, cosa peraltro non difficilissima.

il tizio in questione ha un modo tutto suo di interpretare i dati, cifre comprese e per quanto mi riguarda non prenderei per buone le sua parole nemmeno se mi dicesse che giorno è oggi, controllerei sul calendario.

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24 minuti fa, ArTex dice:

I dati di bilancio Bonelli 2022: utili (e vendite) in caduta libera. 

 

https://fumetti-70.blogspot.com/2023/07/blog-post.html

 

@ArTex

 

Facciamo che io mi fido ciecamente di quello che scrivi e del modo in cui interpreti i dati.

Facciamo che le vendite Bonelli e gli utili sono in caduta libera.

 

La prima, e unica, domanda che mi viene è: e allora?

 

E' finito Ken Parker, è finito Magico Vento, è finito Nick Raider, è finita la Storia del West, è finito Preacher, è finito The Hitman, è finito Sandman Mistery Theatre, è finito Alvar Mayor, è finito Alack Sinner, è finito From Hell, è finita La Lega degli Straordinari Gentlemen...

 

Finirà Tex? Zagor? Nathan Never?

La Bonelli venderà solo in libreria? La Bonelli venderà solo in digitale (prima o poi si, come dovranno fare tutti)? La Bonelli fallirà? I lettori moriranno tutti perchè, come il sottoscritto sono maturi/anziani/vecchi e i giovani leggono altro?


E ALLORA?

 

Se accadrà rileggeremo i vecchi numeri, come si fa con le serie sopra citate (e con Corto Maltese, Asterix, Blueberry, il Conan di Roy Thomas, Buscema e Windsor-Smith, gli X-Men di Claremont/Byrne e decine di altri).

 

O leggeremo cose nuove, consigliate dai giovani.

 

Oppure saremo morti, come sostanzialmente ci auguri nel tuo delirio anti-bonelliano, nella speranza che così, senza i lettori-cariatide, i numeri caleranno ancora di più.

 

(a proposito, ti faccio i miei complimenti, evidentemente sei riuscito a fermare l'avanzare di Messer Tempo visto che sembra che gli anni per te non passino mai, hai perennemente 16 anni).

 

Non so, e nemmeno mi interessa saperlo, chi in Bonelli ti abbia fatto qualcosa per scatenare questa psicosi,

ma se credi che in questo forum questo modo di fare "contro-informazione" serva a qualcosa probabilmente sei fuori strada.

 

 

 

- "Ricordati che devi morire"

- "Mo' me lo segno"

  • +1 1
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<span style="color:red">22 minuti fa</span>, Augustus McCrae dice:

 

@ArTex

 

Facciamo che io mi fido ciecamente di quello che scrivi e del modo in cui interpreti i dati.

Facciamo che le vendite Bonelli e gli utili sono in caduta libera.

 

La prima, e unica, domanda che mi viene è: e allora?

 

E' finito Ken Parker, è finito Magico Vento, è finito Nick Raider, è finita la Storia del West, è finito Preacher, è finito The Hitman, è finito Sandman Mistery Theatre, è finito Alvar Mayor, è finito Alack Sinner, è finito From Hell, è finita La Lega degli Straordinari Gentlemen...

 

Finirà Tex? Zagor? Nathan Never?

La Bonelli venderà solo in libreria? La Bonelli venderà solo in digitale (prima o poi si, come dovranno fare tutti)? La Bonelli fallirà? I lettori moriranno tutti perchè, come il sottoscritto sono maturi/anziani/vecchi e i giovani leggono altro?


E ALLORA?

 

Se accadrà rileggeremo i vecchi numeri, come si fa con le serie sopra citate (e con Corto Maltese, Asterix, Blueberry, il Conan di Roy Thomas, Buscema e Windsor-Smith, gli X-Men di Claremont/Byrne e decine di altri).

 

O leggeremo cose nuove, consigliate dai giovani.

 

Oppure saremo morti, come sostanzialmente ci auguri nel tuo delirio anti-bonelliano, nella speranza che così, senza i lettori-cariatide, i numeri caleranno ancora di più.

 

(a proposito, ti faccio i miei complimenti, evidentemente sei riuscito a fermare l'avanzare di Messer Tempo visto che sembra che gli anni per te non passino mai, hai perennemente 16 anni).

 

Non so, e nemmeno mi interessa saperlo, chi in Bonelli ti abbia fatto qualcosa per scatenare questa psicosi,

ma se credi che in questo forum questo modo di fare "contro-informazione" serva a qualcosa probabilmente sei fuori strada.

 

 

 

- "Ricordati che devi morire"

- "Mo' me lo segno"

 

90 minuti di appalusi. No, facciamo 180.:clapping:

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Augustus McCrae dice:

 

@ArTex

 

Facciamo che io mi fido ciecamente di quello che scrivi e del modo in cui interpreti i dati.

Facciamo che le vendite Bonelli e gli utili sono in caduta libera.

 

La prima, e unica, domanda che mi viene è: e allora?

 

E' finito Ken Parker, è finito Magico Vento, è finito Nick Raider, è finita la Storia del West, è finito Preacher, è finito The Hitman, è finito Sandman Mistery Theatre, è finito Alvar Mayor, è finito Alack Sinner, è finito From Hell, è finita La Lega degli Straordinari Gentlemen...

 

Finirà Tex? Zagor? Nathan Never?

La Bonelli venderà solo in libreria? La Bonelli venderà solo in digitale (prima o poi si, come dovranno fare tutti)? La Bonelli fallirà? I lettori moriranno tutti perchè, come il sottoscritto sono maturi/anziani/vecchi e i giovani leggono altro?


E ALLORA?

 

Se accadrà rileggeremo i vecchi numeri, come si fa con le serie sopra citate (e con Corto Maltese, Asterix, Blueberry, il Conan di Roy Thomas, Buscema e Windsor-Smith, gli X-Men di Claremont/Byrne e decine di altri).

 

O leggeremo cose nuove, consigliate dai giovani.

 

Oppure saremo morti, come sostanzialmente ci auguri nel tuo delirio anti-bonelliano, nella speranza che così, senza i lettori-cariatide, i numeri caleranno ancora di più.

 

(a proposito, ti faccio i miei complimenti, evidentemente sei riuscito a fermare l'avanzare di Messer Tempo visto che sembra che gli anni per te non passino mai, hai perennemente 16 anni).

 

Non so, e nemmeno mi interessa saperlo, chi in Bonelli ti abbia fatto qualcosa per scatenare questa psicosi,

ma se credi che in questo forum questo modo di fare "contro-informazione" serva a qualcosa probabilmente sei fuori strada.

 

 

 

- "Ricordati che devi morire"

- "Mo' me lo segno"

Tanto non ti risponderà.
Segnalate i suoi messaggi ai moderatori come faccio io da un pezzo.

 

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Visto che continua a spammare il suo blog dove si limita a sfruttare il lavoro altri, ecco il link a chi davvero ha visionato personalmente il bilancio (pubblico) Bonelli e ne ha riassunto i dati nel forum Comicus (spero non ci siano problemi a mettere un link ad un altro forum, non è un forum texiano...)

http://comicus.forumfree.org/index.php?&showtopic=112055&hl=#

 

L'utente "Olimpia" sono diversi anni ormai che ogni anno si spulcia il bilancio Bonelli e ne posta su Comicus (per questo non c'è la minima presentazione quest'anno, la trovate negli anni precedenti). E ogni anno "ArTex" sfrutta il suo lavoro per fare un post monetizzabile nel suo blog. Se siete interessati ai dati del bilancio Bonelli andate diretti alla fonte originale senza regalare click a chi non li merita.

 

Il dato più rilevante, almeno secondo me, è che a fronte di un aumento ulteriore dei titoli in edicola (297 albi contro i 273 del 2021) le vendite sono calate di circa un milione di copie (da 8 a 7 milioni circa) cioè circa un 15% in un anno.

 

Combinando queste due cifre (meno vendite totali per più albi pubblicati) la media per albo è calata del 20% in un anno, da 29300 a 23600 copie.

 

Queste sono cifre aggregate (la Bonelli non è obbligata a mettere le vendite testata per testata, solo quelle complessive) che mettono insieme la serie regolare di Tex e la ristampa di Mister No, che immagino abbiano vendite ben diverse), quindi è impossibile solo con quelle dire chi ha guadagnato lettori (se qualcuno l'ha fatto) e chi ne ha persi di più, ma per me è una dimostrazione del fatto che la proliferazione di testate non paga (o almeno non paga ABBASTANZA), hanno eliminato uscite non texiane per riempirci di albi di Tex che vendono di più, ma come risultato non solo hanno venduto un milione di albi in meno, ma i ricavi dalle vendite sono calati anch'essi di quasi il 10%, da 26.744.299 a 24.398.150

 

(e a chi dice che il futuro è la libreria, i ricavi in libreria sono aumentati sì ma su cifre ancora molto più piccole: da 2.235.156 a 2.655.395. Pensate che poi questo ricavo molto più basso è fatto sui volumi dal costo molto più alto, e si capisce che il numero di volumi venduti è una minuscola frazione rispetto a quello venduto nelle edicole)

 

Ultima considerazione: questo è il bilancio del 2022. Precedente all'ultimo aumento e alla speculazione delle copertinette. Gli effetti di quella operazione ancora non sono compresi.

 

P.S.: le strisce di Tex in edicola sono state pare un grande successo, tanto da far aumentare di quasi 700.000 euro i ricavi dai diritti di pubblicazione (ricordo che lì la Bonelli prende solo una percentuale, che non comprende le royalties che vanno invece agli eredi di Galep e GL Bonelli, visto che sono prodotte, stampare e distribuite dalla Gazzetta), quindi pare sicuro che proseguiranno (ovviamente, a meno di crolli improvvisi delle vendite in futuro).  GL Bonelli colpisce ancora! :P

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I numeri effettivi, se esatti, sono oggettivi, rappresentano il consuntivo di gestione.

Il dato che mi sorprende di più è l'elevato numero di resi (il 50% dello stampato). Anche ammettendo che una parte di essi sia riciclata come arretrati, lo spreco di materia prima e relativi costi, compresi quelli di distribuzione, mi sembra davvero esagerato.

A me interesserebbe anche, se non di più, sapere le modalità con cui la SBE sonda il mercato per stabilire la strategia e le proposte editoriali da supportare. Probabilmente commissiona degli studi ad advisors e agenzie di marketing, ma perchè

non lanciare sul suo sito web, pubblicizzandolo anche negli albi, un grande sondaggio con cui raccogliere i profili personali, i gusti, le opinioni, i suggerimenti direttamente dal pubblico? Magari abbinandolo a un concorso a premi che metta in palio buoni acquisto, abbonamenti a Digital Classic, tavole originali, volumi di pregio, pacchetti vacanze nei luoghi dei personaggi top della casa editrice...

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36 minutes ago, PapeSatan said:

I numeri effettivi, se esatti, sono oggettivi, rappresentano il consuntivo di gestione.

Il dato che mi sorprende di più è l'elevato numero di resi (il 50% dello stampato). Anche ammettendo che una parte di essi sia riciclata come arretrati, lo spreco di materia prima e relativi costi, compresi quelli di distribuzione, mi sembra davvero esagerato.

No, è normalissimo, direi anzi buona come percentuale. L'edicola funziona così da sempre. Anche settant'anni fa era così.

 

Prima di stracciarsi le vesti per lo spreco di carta, ricordati che se ci sono (tanto per dare un numero, non so se è reale o meno) 20.000 edicole, per rendere disponibile Zagor in ciascuna di quelle edicole devi lasciare minimo 20.000 copie invendute. Altrimenti lasci un edicola senza nemmeno una copia e il lettore si lamenta che non lo trova (per questo rimango perplesso di fronte al pianto per il calo delle edicola, dopo che per DECENNI gli editori si lamentavano che le edicole erano troppe e servivano tirature troppo grandi per rifornirle tutte...  all'epoca li vedevo SPERARE che il numero di edicole calasse...).

 

Fare la famosa "distribuzione mirata" (distribuire il numero di copie esatto venduto il mese prima) è un risparmio per qualche mese, poi crollano le vendite: visto che molti comprano dove capita e non alla stressa edicola hai che comunque in molte hanno copie invendute mentre in altre l'albo diventa introvabile, il lettore che magari lo compra sempre alla stessa edicola si incazza perchè ogni volta deve andare a fare dei viaggi assurdi per trovare una copia, e alla fine smette proprio di comprare (e comunque se non hai alte vendite tocca comunque ridurre la distribuzione per non avere troppe rese, ci sono intere regioni dove alcuni fumetti non vengono distribuiti perchè non ne vale la pena)

 

Anche piangere sulle rese al macero è un non rendersi conto di come ti arrivano davvero quelle rese: a volte ho fatto la "scelta copie" delle rese di un piccolo editore (quando ancora c'erano le rese) e da 10 albi che ti tornavano indietro ne trovavi 2 ancora vendibili (e per arrivare a due dovevi fare il dottor Frankenstein e creare ibridi prendendo una sovraccoperta ancora buona da un albo con le pagine interne devastate da mettere su un albo buono con la sovraccoperta sgualcita)

 

Delle copie che arrivano in edicola, ogni pacco ce ne sono minimo due da buttare (quelle in cima e in testa che sono sempre ammaccate e l'edicolante oltretutto le taglia aprendo il pacco con il taglierino), anche di più se sono legate con le corde che ti segano diversi albi per volta. Poi un sacco di edicolanti ha abitudine idiote tipo segnare a penna sugli albi la data di arrivo (davvero, ci sono. Poi magari non si spiegano come mai da loro i fumetti non li compra nessuno. C'è gente che merita di fallire) o ci appiccicano un etichetta che non si stacca più senza fare danni. Anche chi non fa queste cose le rese le tratta come rifiuto, le legano alla meglio e te le scaraventano da qualche parte, non esiste nessun obbligo che gli albi siano ancora vendibili. Capisco perchè oggi si preferisca mandare tutto al macero, a parte le spese per riaverli indietro, dovresti pagare qualcuno per cercare copie vendibili in quella massa di rifiuti, e ne trovi davvero poche.

 

Capisco che chi non è pratico del settore legga quella percentuale e pensi ad una follia che lui risolverebbe in cinque minuti dimezzando la tiratura, ma no...  non funziona così. La distribuzione deve essere sovrabbondante o non è una buona distribuzione (detto questo, cercano ovviamente di calare i resi, per questo vi chiedono di andare sempre alla stessa edicola).

 

Il mezzo migliore per far calare le rese è semplicemente...  vendere di più. Più un albo vende, più copie arrivano in ogni edicola, meno incidono in percentuale le copie rovinate e quelle che devono rimanere invendute "per rappresentanza". Quel 50% è un dato aggregato ma penso che le rese siano minori su Tex Gigante di cui arrivano diverse copie per ogni edicola, e siano invece una percentuale molto più alta nei fumetti che vendono meno del numero di edicole in cui sono distribuiti...

  • +1 1
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Io ritengo che la percentuale di rese destinate al macero non sarà mai un elemento calibrato con attenzione dagli editori italiani fintanto che su detta percentuale (per la precisione, sul 95% di detta percentuale) insiste uno sgravio fiscale evidentemente conveniente. Questo aspetto, unitamente al fatto che i costi a perdere causa macero sono comunque riversati (al pari della materia prima, della manodopera e di altre componenti) sul prezzo di vendita, fa sì che non sia così determinante minimizzare le rese.

Infatti, altri Paesi dove non c è una detassazione così forte dell'invenduto hanno percentuali di rese molto più basse, grazie a stampa e distribuzione più mirate per minimizzare i costi: tempo fa ho letto che in Francia nel 2018 o 2019 (non ricordo l'anno esatto) Hachette dichiarava solo il 14% di resi e che in Belgio i resi devono essere tenuti in magazzino per 1 anno dalla loro uscita e come tali sono perciò tassati, disincentivando così la loro proliferazione.

Modificato da PapeSatan
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Quel 14% è un dato impossibile per dei periodici in edicola. Hai un link? Comprendeva anche abbonamenti, librerie e fumetterie? Volumi? Gadget? Se è solo per periodici per edicole è un errore di stampa.

 

Inoltre, se non hanno cambiato le norme fiscali al riguardo, a quanto ne so anche in Italia il magazzino è tassato. L'unico effetto di rilievo che ha questo è di disincentivare la vendita degli arretrati, e rendere ancora più conveniente mandare al macero (oltre al pagare per farteli rimandare, poi ci devi anche pagare le tasse sopra).

 

L'editore (non controllando di solito la distribuzione, se non è proprietario del distributore) non ha un reale controllo su dove finiscono i suoi fumetti per le edicole, quindi non può agire praticamente in nessuna maniera (a parte ovviamente il vendere di più o di meno) sulla percentuale di venduto. Non puoi "convincere l'editore a stampare meno rese" tassandolo o facendogli sgravi fiscali, perchè non può "stampare meno rese ma stampare più copie vendute", le copie mica hanno scritto sopra quando escono dalla tipografia "questa copia è per la resa, questa è per la vendita".  Se cali la tiratura cali le rese ma anche le vendite. Pensare che l'editore si diverta a stampare copie extra perchè ci guadagna a mandarle in resa è ridicolo (forse ti stai confondendo con i quotidiani che hanno sovvenzioni pubbliche sulla diffusione, ma anche in quel caso per ottenerla le copie in più le regalano in giro, non le mandano in resa)

 

Sul 95%, non funziona come sembri pensare, è un valore che si usa AL POSTO della reale percentuale di resa, non SOPRA di essa, e solo per l'IVA. Maggiori dettagli qui:

https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2022/04/23/regime-editoria-percentuale-forfetaria-resa-95-2021

https://www.editoria.tv/forfettizzazione-delle-rese-cosa-prevedono-le-nuove-regole/

 

Se aderisci al regime forfettario del 95%, puoi avere anche le rese al 30% o al 70% invece che al 50%, non cambia assolutamente niente. Le rese proprio non le conti.

 

Mentre invece i costi di stampa te li paghi TUTTI, lo stato non ti rimborsa nulla, e quindi non conviene "stampare in perdita per avere lo sconto sull'IVA"....

Modificato da Diablero
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<span style="color:red">5 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Mentre invece i costi di stampa te li paghi TUTTI, lo stato non ti rimborsa nulla, e quindi non conviene "stampare in perdita per avere lo sconto sull'IVA"....

Il senso del mio discorso è che ogni editore con una sana pianificazione non stampa tanti albi solo per sentirsi dire "guarda quanti begli albi di questo editore ci sono in ogni edicola d'Italia". Stampa solo ed esclusivamente in base a modelli finanziari, dove la tassazione (o defiscalizzazione) gioca un ruolo fondamentale. L'editore, cioè, stampa quelli che, al netto delle rese medie misurate e quindi, meglio, in base alle vendite stimate, gli garantiscono il guadagno atteso. La percentuale di reso può dunque essere 50%, 25%, 75% o qualunque altra, tanto il prezzo di vendita moltiplicato per le vendite attese gli permette di rientrare dai costi.

E' un concetto, quello della perdita di rete distributiva, che applicano tutti quelli che distribuiscono capillarmente, dai panettieri alle aziende distributrici di gas.

Per l'efficienza operativa, però, è evidente che sia meglio il 25% che il 50% o il 75% di spreco. In Francia, per esempio Hachette sembra esserci riuscita. Non so dove recuperare un link, era una informazione che avevo letto su una rivista in aereo in un articolo che parlava della cartiera Fabriano. Ricordo che anche Panini era ben posizionata.

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41 minutes ago, PapeSatan said:

Il senso del mio discorso è che ogni editore con una sana pianificazione non stampa tanti albi solo per sentirsi dire "guarda quanti begli albi di questo editore ci sono in ogni edicola d'Italia". Stampa solo ed esclusivamente in base a modelli finanziari, dove la tassazione (o defiscalizzazione) gioca un ruolo fondamentale. L'editore, cioè, stampa quelli che, al netto delle rese medie misurate e quindi, meglio, in base alle vendite stimate, gli garantiscono il guadagno atteso. La percentuale di reso può dunque essere 50%, 25%, 75% o qualunque altra, tanto il prezzo di vendita moltiplicato per le vendite attese gli permette di rientrare dai costi.

E' un concetto, quello della perdita di rete distributiva, che applicano tutti quelli che distribuiscono capillarmente, dai panettieri alle aziende distributrici di gas.

Cioè, stai applicando alla distribuzione dei fumetti in edicola i modelli della rete distributiva del gas? :rolleyes:

 

Comunque, mi sono stufato. Hai ragione tu, alla Bonelli decisamente non capiscono niente, si tengono un 50% di rese quando basterebbe variare il numero di copie stampate per ridurle al 25%. E lo fanno perchè anche se spendono per stamparle e distribuirle poi ci guadagnano facendosi rimborsare l'IVA che hanno comunque pagato per venderli (non so se lo sai, ma nell'editoria in edicola l'IVA è totalmente assolta dall'editore). Insomma, pagano 100, si fanno rimborsare 95 ma sicuramente ci guadagnano. A te non la si fa...  :laughing:

 

Già che ci sei, digli che aprano un po' di più il rubinetto, il mio edicolante dice che dalla caldaia i Tex gli escono con il contagocce...

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Non ci credo: Diablero che dà ragione a qualcun altro. :P

Scherzi a parte, la cosa davvero interessante sarebbe capire perchè certi editori in certi Paesi riescono a tenere più bassa la quota di resi. Provo a cercare qualche fonte in rete, ma sembra che i dati sui resi (in editoria, non su Amazon) siano più segreti dei documenti sull'Area 51...

 

ADDENDUM inserito successivamente:

qui un report dell'ISTAT per l'anno 2021, che però si riferisce ai prodotti editoriali in genere, non ai soli fumetti:

https://www.istat.it/it/files//2022/12/REPORT_PRODUZIONE_E_LETTURA_LIBRI_2021.pdf&ved=2ahUKEwi0oYWBiPL_AhX3gv0HHSqKCLkQFnoECAwQBg&usg=AOvVaw0tWGxa0Tmq9BA0Ljpsd_Qc

 

Estraggo:

"La quota di invenduto, pur rimanendo una caratteristica del mercato editoriale italiano, si ridimensiona: 
il 21,4% degli operatori del settore dichiara giacenza e reso per oltre la metà dei titoli pubblicati (24,8% nel 2020). Tale quota è maggiore per i micro (25,3%) e i piccoli editori (17,4%) e molto più contenuta per i medi (7,8%) e per i grandi editori (5,2%) che hanno una maggiore capacità di programmare la produzione editoriale."

 

Sono perciò una esigua minoranza gli editori che dichiarano resi per metà e oltre dei titoli pubblicati. Purtroppo, come detto, non c'è spaccatura tra i vari prodotti editoriali.

Modificato da PapeSatan
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Ussignur...  :rolleyes:

 

Quel rapporto parla di LIBRI! In LIBRERIA! Hai presente quei posti dove UN LIBRO PUÒ RIMANERE LÌ, INVENDUTO, ANCHE PER ANNI?

 

LE EDICOLE (hai presente, quei posti dove devi mandare in resa TUTTO l'invenduto quando esce il numero successivo) NON LE TOCCA MANCO DI STRISCIO!

 

Ma di che stiamo a parlare?

 

Già che ci sei potresti portare ad esempio Netflix: mi risulta che non mandi nemmeno un telespettatore in resa...

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Forse Mondadori o Panini non pubblicano fumetti in quantità, esattamente come SBE? E forse SBE non pubblica libri, esattamente come Mondadori o Panini? Perché quello che vale per uno non deve valere per l'altro?

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<span style="color:red">15 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

Forse Mondadori o Panini non pubblicano fumetti in quantità, esattamente come SBE? E forse SBE non pubblica libri, esattamente come Mondadori o Panini? Perché quello che vale per uno non deve valere per l'altro?

 

 

 

Il problema delle rese vale per le EDICOLE. Davvero, PapeSatan, non capisci la differenza tra mercato librario e da edicola?!?

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<span style="color:red">23 minuti fa</span>, borden dice:

 

 

 

Il problema delle rese vale per le EDICOLE. Davvero, PapeSatan, non capisci la differenza tra mercato librario e da edicola?!?

 

La risposta è evidentemente no. Non gli entra proprio in testa.

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Ma il punto è proprio questo. L'alta percentuale di rese è conseguente al canale distributivo delle edicole, che in quanto capillare non consente una efficiente pianificazione delle vendite. I modelli distributivi che portano a minori rese sono quelli concentrati in un numero minore di punti vendita: librerie, fumetterie, reparti editoriali nei supermercati e centri commerciali, oltre, ovviamente, i nuovi canali digitali. Se le proposte del dato editore sono sbilanciate verso il cartaceo da edicola è chiaro che le rese diventano un problema. Problema che Mondadori e Panini probabilmente ammortizzano meglio perchè riempiono con i loro prodotti i suddetti canali "concentrati" molto più che le edicole. Idem Hachette in Francia.

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Per @Carlo Monni, che finge di non capire: quando dico che Mondadori e Panini probabilmente ammortizzano meglio perchè riempiono con i loro prodotti i suddetti canali "concentrati" molto più che le edicole, per "PRODOTTI" intendo esattamente i FUMETTI.

Basta farsi un giro nel reparto editoriale di qualunque ipermercato: nello Spazio Conad da cui mi servo, le decine di copie dell'ultimo texone, di "Fratello di sangue" ma anche di Topolino o supereroi sono state spazzate via nel giro di pochissimi giorni, mentre il mio edicolante è triste nel vedere quelle sue quattro copie in croce ancora quasi tutte esposte... Da una parte si è venduto il 90% del distribuito (pure in maggior quantità assoluta), dall'altra sì e no il 50%. E non è un caso estemporaneo ma la regola, almeno dalle mie parti. La scelta di rendere disponibile ogni albo in ogni edicola é lodevole dal punto di vista etico e sociale, perché raggiunge tutti, ma ha l'effetto collaterale della dispersione, quindi delle rese, perché non sará mai possibile rifornire ogni edicola dell'esatto numero di copie previste vendute, mentre in una fumetteria o centro commerciale i grandi numeri dell'affluenza rendono più realizzabile, nell'arco temporale tra un'uscita e la successiva, il tutto esaurito o giù di lì.

Modificato da PapeSatan
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