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[001] El Diablo


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Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini
Periodicità irregolare: Ottobre 1958
Inizia nel numero 1 a pag. 87 e finisce nello stesso numero a pagina 130


Tex incappa in un massacro compiuto dalla banda di El Diablo, e giura all'uomo torturato a morte che trova, di salvare sua figlia.

__________________________________________


Sul serio non c'era un topic aperto su questa storia?
L'ho cercato senza trovarlo. se mi sono sbagliato, pregogli amminstratori di trasferire questo messaggio nel topic apposito.

Nel frattempo, via col commento.

Eccoci alla terza avventura.

Qui abbiamo praticamente due storie in una.

Da un lato ci ritroviamo una tipologia di avversario che ci ritroveremo più di una volta di fronte nel prosieguo della saga di Tex: il desperado messicano. Che sia interessato solo al profitto o che voglia conquistare il potere in una parte degli USA o nel Messico, bene o male Tex avrà spesso a che fare con questo tipo di avversari.
El Diablo è sostanzialmente un bandito, ma vuole che sua figlia Florecita lo creda un patriota impegnato in azioni di guerriglia per vendicare la conquista delle terre a nord del Rio Grande da parte degli Stati Uniti nella guerra del 1848. Tex non avrà il cuore di rifiutare l'ultimo desiderio di un morente e manterr? il segreto con Florecita.
Non molto dopo Tex apprender? che Florecita è stata rapita da un losco figuro che viene chiamato Bill Mohican. Arriver? troppo tardi, Florecita si uccisa per la vergogna di essere stata stuprata e Tex non potr? che vendicarla e tornare indietro con l'amaro in bocca. :colt:

Poche osservazioni:

1) Appaiono qui per la prima volta: Marshall, capo del West Department, Kit Carson, destinato a diventare amico fraterno di Tex, ed Arkansas Joe, che, a dire il vero è alla sua unica apparizione, se si eccettua un breve flashback nella storia ?La grande invasione?.

2) Tex viene arruolato nei Rangers e cessa, quindi, almeno ufficiosamente, di essere un fuorilegge. In verità quello in cui entra Tex è una specie di Servizio Segreto Federale alle dipendenze di un fantomatico (nel senso che non è mai esistito) West Department con sede a Washington. Di questo servizio fanno parte tre agenti: Arkansas Joe, ufficialmente un pistolero, Kit Carson, ufficialmente Scout dell'Esercito e Tex, ufficialmente un fuorilegge. Sull'esatta natura di questi Rangers lo stesso Bonelli non sarà mai troppo coerente, oscillando spesso tra l'idea che siano un corpo paramilitare federale (e da qui l'esistenza di comandi a Phoenix e Santa Fe) e l'identificazione pura e semplice con i Texas Rangers (e la contraddizione di vederli agire per crimini commessi in New Mexico, Arizona, Utah, dove tecnicamente non avevano giurisdizione ed erano solo privati cittadini).

3) Compare per la prima ed unica volta il Ranger Jeff Weber (il cognome, però, lo sapremo solo più avanti), fisicamente una via di mezzo tra Errol Flynn e Clark Gable, contatto iniziale tra Tex e Marshall.

4) Giusto per parlare di contraddizioni, se Jeff Weber appartiene allo stesso servizio segreto in cui fa entrare Tex e Tex è il n° 3 dopo Arkansas Joe e Kit Carson, Jeff cosìera: il numero zero? :lol2:

5) In quel periodo G. L. Bonelli non era solito dividere esattamente le storie con un inizio ed una fine ben definiti da un titolo o da un' Fine dell'episodio? Accade, quindi, che non tutti siano d'accordo su come dividere queste prime storie. C?? quindi chi considera quella di El Diablo e quella di Bill Mohican due storie separate, io ovviamente no.

6) In nessun punto della storia si dice che Florecita è stata violentata, ma il lettore smaliziato capisce subito sia perchè Bill Mohican rapisce fanciulle sia cosa è successo veramente a Florecita. Quanto al lettore meno smaliziato (per esempio un bambino), magari potr? rimanere turbato alla notizia del suicidio di Florecita (ma è dubbio che un bambino del 1948 potesse esserlo), ma non certo da riferimenti sessuali trattati davvero con molto garbo. :inch:

7) Da notare come nelle storie non manchi mai una comprimaria femminile. L'era della misoginia per Tex doveva ancora iniziare. clap

Sempre all'altezza i disegni di Galep, col sempre probabile aiuto di Angelo Corrias

In sintesi. Una bella storia, pur se niente di eccezionale.

  • +1 1
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  • 2 years later...

Mi sto' rileggendo i miei originali(ristampe da 200 lire) e godo sfogliando quelle pagine antiche, stando attento a non sciuparle, addentrandomi come ci fossi io li con Tex, cacchio ma a me, nonostante errori e ingenuità piace terribilmente questo fumetto.... Roba d'altri tempi..... oggi non c'è più spazio per quella Magia....... Grande Tex!!!Fin dall'inizio ci hai dato a capire che non ci avresti mai deluso!!!

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  • 3 months later...

Non ho mai letto le prime storie di Tex (neppure una qualche ristampa): Tex e Carson si incontrano per la prima volta in "El Diablo"?E' da diversi anni che leggo Tex, però non ho mai saputo dove si incontrassero per la prima volta.

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Si sono incontrati nel primo albo appena finita la storia de El Diablo. In questa storia si presentano soltanto invece la prima storia d'azione con Carson avviene nel secondo albo ( Carson era stato fatto prigioniero da dei razziatori di mandrie ). Satan

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  • 8 months later...
Storia che considero superiore rispetto alle due precedenti e che ha la prima vera e propria scena memorabile di Tex: l'entrata nel servizio segreto dei Rangers, con Marshall che prima di consegnare la stelletta al Nostro, gli presenta due tra i più famosi pistoleri del West: lo sfortunato Arkansas Joe e Kit Carson, uno che in futuro avrà modo di farsi conoscere ai lettori. Ecco, confesso che mi sarebbe piaciuto vedere almeno una volta in azione Arkansas Joe, messo invece subito da parte...
 
Vi è anche il primo momento drammatico della serie, relativo a El Diablo. In punto di morte chiede a Tex di celare la sua identità alla figlia. Momento di una certa sensibilità. Tex capisce e sta al gioco, perché tutto sommato l'assassino messicano dimostra di avere qualche valore.
 
2cx8g1h.jpg
 
 
La parte successiva con Bill Mohican, il gigante rapitore di fanciulle (una sorta di orco cattivo tipico delle fiabe), di fatto rappresenta una storia a parte, meno interessante per quanto mi riguarda.
  • +1 1
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  • 4 weeks later...

L'inizio è folgorante, tra i più belli di sempre: secondo me la vignetta che ritrae il cartello di legno sulla tomba del Sig. Sheffield "El Diablo uccise Tex Willer vendicherà" vale da sola tutta la storia. Mi spingo a definirla emozionante!

In "El Diablo" GLB mette marcatamente in evidenza le superiori capacità di Tex rispetto ai "comuni mortali" nella rapidità d'azione (anche se sempre al limite della legalità) e nel riuscire a mettere a fuoco, in breve tempo, situazioni, problemi, indizi, per raggiungere il proprio scopo.
Queste doti gli vengono riconosciute apertamente dallo stesso Jeff, che esalta l'operato di Willer che riesce a smuovere una situazione di stallo molto scomoda per i Servizi Segreti degli Stati Uniti.

 

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4) Giusto per parlare di contraddizioni, se Jeff Weber appartiene allo stesso servizio segreto in cui fa entrare Tex e Tex è il n° 3 dopo Arkansas Joe e Kit Carson, Jeff cosìera: il numero zero? :lol2:
 

Vorrei approfondire questo punto. 

Potrebbe non essere una contraddizione, perché a ben guardare  la stella di Jeff Weber (pag. 95) è diversa da quella che poi sarà assegnata a Tex Willer (pag. 137)
 

Riassumo il contenuto delle due stelle:

Jeff Weber
 

parte esterna:
- U.S.A. Secret Service
- Invest. S. L. Department

parte interna
- J.W.N.
- 3725


Tex Willer

parte esterna
- Rangers Secret Service
- U.S.A. West Depart

parte interna

- 3
 

 

Quindi Jeff e Tex sembrerebbero appartenere a due "sezioni" diverse forse dello stesso dipartimento (e sarebbe dimostrato dai diversi numeri di "matricola").
 

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  • 8 months later...
Storia che considero superiore rispetto alle due precedenti e che ha la prima vera e propria scena memorabile di Tex: l'entrata nel servizio segreto dei Rangers, con Marshall che prima di consegnare la stelletta al Nostro, gli presenta due tra i più famosi pistoleri del West: lo sfortunato Arkansas Joe e Kit Carson, uno che in futuro avrà modo di farsi conoscere ai lettori. Ecco, confesso che mi sarebbe piaciuto vedere almeno una volta in azione Arkansas Joe, messo invece subito da parte...
 
Vi è anche il primo momento drammatico della serie, relativo a El Diablo. In punto di morte chiede a Tex di celare la sua identità alla figlia. Momento di una certa sensibilità. Tex capisce e sta al gioco, perché tutto sommato l'assassino messicano dimostra di avere qualche valore.
 
2cx8g1h.jpg
 
 
La parte successiva con Bill Mohican, il gigante rapitore di fanciulle (una sorta di orco cattivo tipico delle fiabe), di fatto rappresenta una storia a parte, meno interessante per quanto mi riguarda.

Quoto il bel post di Kerzhakov91: anch'io ritengo questa storia nettamente superiore alle due precedenti.
In queste sere ho riletto il n.1 di Tex, e penso che continuerò con queste prime storie ancora per un po': sono meno impegnative e più immediate e puoi anche permetterti di non stare troppo attento, ed io la sera casco dal sonno. Non avevo mai riletto queste storie negli ultimi 20 anni, proprio non ne avevo voglia. Le ricordavo troppo serrate, troppo elementari, in definitiva troppo datate. Potevano andar bene per un lettore degli anni '50, non già per uno che ha conosciuto Tex negli anni '80 e che lo legge ancora oggi con aspettative ben più alte di quante possano consentirne le brevi e frettolose storie degli albori. Si aggiunga a ciò che le trame le ricordo sufficientemente bene per avere il quadro completo delle motivazioni che mi hanno portato a non rileggere più i primi numeri in tutti questi anni. Ma, mentre Il Totem Misterioso e La mano rossa non hanno fatto che confermarmi i pregiudizi iniziali, El Diablo mi ha un po' spiazzato: non la ricordavo così matura, con dialoghi che non hanno nulla da invidiare ai fumetti di oggi.  Due però le cose che mi hanno colpito di più:
1) La facilità con cui Tex uccide. In questo primo albo, Tex è davvero un assassino: uccide solo chi merita di essere ucciso, dice lui, ma è vero che mette mano alla pistola con una facilità estrema - molto più di oggi - e ciò mi porta a ripensare parzialmente il mio giudizio sulla censura che spesso questo fumetto ha dovuto subire nei suoi primi anni. L'Italia ultra-cattolica del 1948, quella stessa Italia in cui si credeva con ingenua e genuina fede alle Madonne piangenti di Luigi Gedda, non poteva - obiettivamente - vedere di buon occhio un fumetto con così alta dose di violenza, e chi lo bollava come diseducativo non è che avesse tutti i torti. Oggi Tex uccide con altrettanta facilità, ma intanto è meno impulsivo - ciò che lo porta a tirare qualche cazzotto in più e qualche pallottola in meno - e poi oggi, con tutta la violenza presente negli altri media, quella del Tex dell'epoca sarebbe abbastanza ordinaria. Per il 1948, in assenza di altri media popolari, tutti quei morti ammazzati nel giro di poche vignette non dovevano invece essere pochi, e potevano ben allarmare gli occhialuti censori di fine anni '40. Probabilmente lo stesso GLB doveva esserne consapevole, tanto che nella storia successiva fa rimproverare Tex da parte di Joan, la figlia del giornalista, che gli chiede se non possa essere meno svelto con quelle pistole. Al che Tex risponde che, anche se è consapevole di ciò che lei pensa dei suoi metodi, lui non ha comunque alternative, e deve colpire prima di essere colpito. Una giustificazione plausibile che a mio parere palesa l'intenzione di Bonelli di mitigare con le parole quei fatti violenti che mette in scena in questo fumetto esplosivo e per l'appunto iper violento.
2) le incertezze nei disegni: per quanto queste le ricordassi bene, mi hanno comunque colpito alcune vignette in cui Tex è particolarmente brutto, o comunque un bel po' differente rispetto alle altre vignette della stessa storia, con una fisionomia in definitiva troppo mutevole, solo abbozzata, indefinita.

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  • 5 years later...

Terza storia di Tex. Anche questa per molti sarà datata, eppure io mi diverto e mi entusiasmo sempre a leggerla. In poche pagine G.L.B. orchestra una storia che oggi avrebbe occupato almeno un paio di albi.
Molto bello l'inizio, con Tex che, sulla tomba delle vittime di El Diablo, scrive "El Diablo uccise, Tex Willer vendicherà": basta una scena del genere a rendere memorabile questa storia. Molto interessante il nemico di El Diablo. Ottima e profonda la scena in cui il desperado, morente, chiede a Tex di non rivelare la sua vera identità (di bandito) alla figlia, che lo riteneva "innocente" (un patriota), e il giovane fuorilegge accetta. Storia fondamentale ed epocale per il fatto che Tex cessa di essere fuorilegge ed entra nel corpo dei Texas Rangers. A me la figura di Tex fuorilegge ha sempre affascinato, ma Boselli, fortunatamente, l'ha ripresa nella serie "Tex Willer", quindi non devo rimpiangerla. Memorabile anche la prima apparizione di Kit Carson. Considero la vicenda legata a Bill Mohican l'epilogo di questa storia, dato che, presa singolarmente, sarebbe troppo semplice e ingenua e non arriverebbe quindi alla sufficienza. Davvero tragico e sconvolgente il fatto che la figlia di El Diablo si sia suicidata, per qualcosa che il "rapitore" di fanciulle Bill Mohican le ha fatto, che non è esplicitato, ma è facilmente deducibile. Bella storia, comunque, nel complesso.
Grande Galep ai disegni, nonostante qualche vignetta bruttina qua e là.

Soggetto/Sceneggiatura: 7
Disegni: 6,8

  • +1 2
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  • 1 month later...

El Diablo uccise, Tex Willer vendicherà” con queste concise parole, scritte sulla croce dell’improvvisato sepolcro di un pover’uomo ucciso da ignoti banditi, inizia la terza vicenda del giovane fuorilegge, stavolta concatenata, senza stacco di numero con la precedente avventura. Fin dal prologo è chiaro che Tex, sebbene ricercato, sia un uomo giusto, che si spende per vendicare una povera vittima di un crimine e cercar di liberar l’incolpevole figlia, rapita dai sanguinosi banditi. La vicenda si mostra un tantino più articolata rispetto a quelle che l’avevano preceduta. Le indagini personali del giovane eroe conducono oltre confine e la serie vede il primo duello del nostro in un saloon e la prima grande bevuta offerta generosamente agli avventori. Dietro all’organizzazione capitanata dal fantomatico El Diablo, c’è molto di più del solito arrogante che intende arricchirsi sulle spalle dei coloni deboli, infatti Bonelli crea il primo “intrigo internazionale” fra Messico e Usa, con tanto di servizi segreti in azione, vedi il simpatico Jeff. Ovviamente il formato tende anche questa volta a velocizzare molto la narrazione e curar poco l’interessante spunto dell’autore, tuttavia la storia in questione funge da primo spartiacque importante per il futuro della saga. Aldilà del pirotecnico confronto finale contro le truppe irregolari al soldo del messicano, sarà proprio l’incontro con Jeff e il suo interessamento per far incontrare Marshal e Tex a segnare un primo punto fondamentale per il futuro del nostro eroe. Tex, oltre a incontrare per la prima volta colui che diventerà il pard più fidato (oltre che un fratello), vale a dire il nostro amato Kit Carson, entrerà per la prima volta nel corpo dei Rangers, vedendosi condonati tutti i suoi passati peccati. Suppongo che anche questa idea sia arrivata in corsa a Bonelli, però è innegabile che costituisce un primo passo fondamentale della saga. Tornando all’episodio in sé, la fine di El Diablo è troppo sbrigativa ma l’autore aggiunge un tocco in più con la figlia, che ignorando i piani del padre, diviene alleata di Tex ma sarà destinata a un’amara fine, cadendo nelle grinfie del sordido Bill Mohican, in quella che rappresenta in tutti gli effetti una minitrama nella trama. A Tex non rimarrà che vendicarla, punendo il malvagio e maniaco Bill e ripartendo per nuove avventure, anche stavolta senza stacchi, garantendo la continuity narrativa optata dallo sceneggiatore in quei pioneristici tempi. Rileggendo la sessione, riscontro un tangibile miglioramento nei disegni di Galep, prova di una maggiore cura nelle tavole. Da notare il maggior dettaglio dell’abbigliamento dei messicani, per non tacere di alcune vignette molto insolite ma interessanti, vedi l’inquadratura dall’alto nella seconda striscia dell’albetto “Nel covo del Diablo”, o la trovata grafica nella seconda vignetta della striscia 23 dello stesso albetto. Non manca neppure un tocco d’ironia in alcune sequenze, come quella con gli uomini al soldo del messicano, che dopo l’esplosione con la dinamite, si ritrovano con i quadri in testa (striscia 4 del “La figlia del desperado”) o la sequenza in cui Dinamite “tradisce” Tex perché s’invaghisce della cavalla del bandito in transito nella gola. Piccoli espedienti che ci dimostrano come gli autori stessero allora prendendo sempre più coscienza della loro creatura fumettistica, dedicando il giusto impegno per la realizzazione e la crescita della giovane saga.  

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  • 1 year later...
Il 16/12/2014 at 09:04, Yeti dice:

Vorrei approfondire questo punto. 

Potrebbe non essere una contraddizione, perché a ben guardare  la stella di Jeff Weber (pag. 95) è diversa da quella che poi sarà assegnata a Tex Willer (pag. 137)
 

Riassumo il contenuto delle due stelle:

Jeff Weber
 

parte esterna:
- U.S.A. Secret Service
- Invest. S. L. Department

parte interna
- J.W.N.
- 3725


Tex Willer

parte esterna
- Rangers Secret Service
- U.S.A. West Depart

parte interna

- 3
 

 

Quindi Jeff e Tex sembrerebbero appartenere a due "sezioni" diverse forse dello stesso dipartimento (e sarebbe dimostrato dai diversi numeri di "matricola").
 

 Una "pignoleria" degna di miglior causa :cowboy:. Anch'io pensavo alla stessa motivazione sul fatto che Tex risultasse essere il numero 3 dopo Kit Carson e Arkansas Joe, ma non mi ero chiesto i dettagli. Dico ciò per dire grazie perché questi dettagli confermano quello che ho sempre pensato: non era un'incongruenza :smile:. Per quanto riguarda la storia che dire: wow! È un medio gioiello :inch:! L'ho letta sul classic del 2017 a colori e, sì, vale un po' come se fosse l'unione di 10 pilastri della serie. Anch'io ho trovato ottima e strepitosa la scritta: "El Diablo uccise, Tex Willer vendicherà." È poesia! Una poesia che si approfondisce man mano che l'episodio procede, infatti nel finale Tex non può distruggere El Diablo come se fosse un El Muerto, ( a proposito gran bella storia anche quella, nonostante il pestaggio di Tiger sia discutibile). Non lo può distruggere "spargendo sale salatissimo" perché in punto di morte dimostra di tenere a sua figlia e di avere dei buoni sentimenti :old:. Ah, per quanto riguarda Florecita: un personaggio davvero distinto. Non è solo canonicamente in pericolo ma è attiva, resiste e combatte per amore di suo padre. (Ovviamente suggestiva ed epocale anche la scena in cui Tex incontra Marshall, Carson e Joe :clapping:). Unico neo: "un'asciuttezza" che a volte trapela eccessivamente in Tex rendendolo un po' troppo duro, ma, col tempo, per fortuna, si è ridotta giusto di quella briciola in meno che ci voleva. 

Per quanto riguarda i disegni dico che, salvo qualche episodio qui e là, non sono mai stati eccezionali: non so voi, ma spesso li ho trovati "stilizzati". (In quest'episodio fanno eccezione El Diablo e sua figlia Florecita: sono disegnati favolosamente in alcune vignette :D). 

Voto 8.5 

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  • 2 months later...
Il 11/9/2015 at 22:37, Leo dice:

1) La facilità con cui Tex uccide. In questo primo albo, Tex è davvero un assassino: uccide solo chi merita di essere ucciso, dice lui, ma è vero che mette mano alla pistola con una facilità estrema - molto più di oggi - e ciò mi porta a ripensare parzialmente il mio giudizio sulla censura che spesso questo fumetto ha dovuto subire nei suoi primi anni. L'Italia ultra-cattolicasi credeva con ingenua e genuina fede alle Madonne piangenti di Luigi Gedda, non poteva - obiettivamente - vedere di buon occhio un fumetto con così alta dose di violenza, e chi lo bollava come diseducativo non è che avesse tutti i torti. Oggi Tex uccide con altrettanta facilità, ma intanto è meno impulsivo - ciò che lo porta a tirare qualche cazzotto in più e qualche pallottola in meno - e poi oggi, con tutta la violenza presente negli altri media, quella del Tex dell'epoca sarebbe abbastanza ordinaria. Per il 1948, in assenza di altri media popolari, tutti quei morti ammazzati nel giro di poche vignette non dovevano invece essere pochi, e potevano ben allarmare gli occhialuti censori di fine anni '40. Probabilmente lo stesso GLB doveva esserne consapevole, tanto che nella storia successiva fa rimproverare Tex da parte di Joan, la figlia del giornalista, che gli chiede se non possa essere meno svelto con quelle pistole. Al che Tex risponde che, anche se è consapevole di ciò che lei pensa dei suoi metodi, lui non ha comunque alternative, e deve colpire prima di essere colpito. Una giustificazione plausibile che a mio parere palesa l'intenzione di Bonelli di mitigare con le parole quei fatti violenti che mette in scena in questo fumetto esplosivo e per l'appunto iper violento.

Sì, in effetti le prime storie sono belle, ma molto violente (anche se niente a che vedere con certo splatter odierno) e sono lieto che il timore della censura o la semplice evoluzione del personaggio abbia mitigato la cosa e ci abbia dato il nostro Tex (più o meno) canonico.

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  • 2 weeks later...
Il 3/1/2024 at 21:03, Black Jim dice:

Sì, in effetti le prime storie sono belle, ma molto violente (anche se niente a che vedere con certo splatter odierno) e sono lieto che il timore della censura o la semplice evoluzione del personaggio abbia mitigato la cosa e ci abbia dato il nostro Tex (più o meno) canonico.

Sarò stato diverso io, ma quel Tex mi piaceva tanto. Tanto che dopo più di sessanta anni lo sto leggendo ancora. 

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<span style="color:red">6 ore fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Sarò stato diverso io, ma quel Tex mi piaceva tanto. Tanto che dopo più di sessanta anni lo sto leggendo ancora. 

 

Chiarisco, piace anche a me, ma lo apprezzo di più nella sua versione (sempre GLB) evoluta, certo risoluta ma meno violenta, specie se penso a me da piccolo e al pubblico giovanile.

 

Certo oggi difficilmente i bambini leggono Tex e viceversa a volte sono esposti a un indice di violenza (e spesso squallore) assai maggiore.

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  • 3 months later...
Posted (edited)

La terza storia di Tex, “El Diablo”, è senz’altro migliore e più complessa delle prime due avventure, e con personaggi più caratterizzati. È divisa in due parti, con l’intermezzo di Tex che entra nei Rangers e il suo storico incontro con Kit Carson (e Arkansas Joe). Rileggendola, si scoprono alcune simmetrie narrative con una costante: il tema della violenza sulle donne.

Nelle prime vignette, infatti, cosa chiede il pover’uomo torturato e morente che Tex cerca di soccorrere? Non tanto di essere vendicato, ma di salvare sua figlia Joan, finita nelle mani del bieco “El Diablo” (e il nome è già un programma), cosa che Tex riuscirà a fare, uccidendo il viscido don Felipe che teneva prigioniera la ragazza in attesa di essere consegnata a “El Diablo”.

 

Nella seconda parte, di fatto, vi sono alcune analogie con la prima: ancora una volta c’è un padre in fin di vita (questa volta proprio il crudele “El Diablo”) e una figlia innocente (questa volta Florecita), che Tex dovrebbe proteggere dalla verità, ossia dal fatto che il padre è un delinquente, non solo un patriota messicano che comanda truppe irregolari (come crede lei). Tex promette, ma ben presto il suo compito sarà quello - come per Joan - di salvare Florecita dalle grinfie del suo rapitore (questa volta Bill Mohican).

 

Insomma, in entrambi casi abbiamo: un padre morente, una figlia innocente e un rapitore. Con "El Diablo" che contemporaneamente è sia padre che rapitore.

 

Ma mentre la violenza subita da Florecita (o tentata) è resa esplicita (pur non visibile), la tentata violenza su Joan passa un po’ in sordina e la si dimentica: in realtà nella lettera che Tex trova nella casa di don Felipe si dice chiaramente che presto “la merce”, ossia Joan, verrà consegnata a “El Diablo” ("l’utilizzatore finale", potremmo dire oggi :lol:), poi GLBonelli - una volta che Joan viene liberata - non si sofferma molto sulla cosa (anche se Tex rinfaccerà al bandito il rapimento compiuto), ma viene il sospetto che El Diablo - nonostante mostri una certa sensibilità e affetto per la figlia - non avesse nei confronti della giovane Joan dei propositi molto diversi da quelli di Bill Mohican verso Florecita. Con la differenza che stavolta Tex non arriverà in tempo a salvare la vittima (non è colpa sua, ma il suo primo incarico da ranger non va a finire proprio benissimo!).

 

Quindi il personaggio di Bill Mohican non è una semplice appendice (della vicenda) fine a sé stessa, ma quasi la raffigurazione esplicita (e non censurata!) dell’animo violento, oscuro e brutale di “El Diablo”, considerando che il desperado da una parte vuole mostrare una faccia rispettabile, patriottica, e da padre amorevole, mentre dall’altra nasconde il suo agire da brutale bandito, massacratore e rapitore, anche lui, di fanciulle.

 

La storia poi presenta alcune belle scene d’azione: il duello di Tex nel saloon, la “strage” compiuta da Tex nella casa di don Felipe, lo scontro finale con Bill Mohican. E le scene d’azione ben orchestrate - qualche sceneggiatore ogni tanto se lo dimentica - in Tex sono fondamentali.

Edited by Poe
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Posted (edited)
5 ore fa, Poe dice:

La terza storia di Tex, “El Diablo”, è senz’altro migliore e più complessa delle prime due avventure, e con personaggi più caratterizzati. È divisa in due parti, con l’intermezzo di Tex che entra nei Rangers e il suo storico incontro con Kit Carson (e Arkansas Joe). Rileggendola, si scoprono alcune simmetrie narrative con una costante: il tema della violenza sulle donne.

Molto bella questa lettura sulla quale non mi ero soffermato.

Anche se certamente oggi varie di queste scelte, penso ad esempio al salvataggio da parte di Tex, sarebbero discutibili…

Edited by KitWiller
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