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  1. Sono d'accordo. Sia sul fatto che sia molto bravo sia sul fatto che ora potrebbe cominciare a lavorare per sottrazione. Se lo può permettere. Letto anche il secondo albo. Purtroppo la storia non da particolari soddisfazioni al lettore e tutto scorre senza offrire a quest'ultimo sussulti o trepidazioni degni di nota. Il primo albo faceva sperare in qualche colpo di scena o snodo di trama un filo più originali rispetto al solito, ma giunti all'ultima pagina non rimane molto da segnalare o da ricordare, a parte forse la relazione tra Elaine e il navajo, unico elemento se non altro meno abusato, per quanto non si vada oltre la superficie. Quella delle vedove mi aveva appassionato sensibilmente di più. Avanti con la prossima. In questo, come in molti altri casi, i disegni sono ciò che salva la baracca e non mi fa rimpiangere troppo i soldi spesi. Bravo Ginosatis!
    2 points
  2. Con l'uscita di questa settimana, inizia la ristampa della mitica Serie "Mefisto". una serie bellissima per copertine, colori di copertina, e ovviamente per la storia, che presenta per la prima volta Mefisto dopo anni come mago. È la prima serie che ho in originale (quando ho iniziato a collezionare fumetti si trovava ancora a prezzi modici, ma proseguirò lo stesso le anastatiche per avere una copia da leggere in questo formato. Continua a farmi ridere il fatto che GL Bonelli per diversi albi cercherà di tenere il segreto su chi sia il misterioso nemico che ha rapito kit... e in redazioni poi danno il nome "Mefisto" a tutta la serie!
    1 point
  3. Con questa tua ultima recensione, Condor, hai commentato tutte le storie di Tex del primo centinaio, se non sbaglio. Credo che tu sia l'unico forumista a essere riuscito nell'ardua impresa. Complimenti! Quando avrai completato anche tutte la altre storie fino a oggi, propongo un premio per te.
    1 point
  4. La storia parte subito forte, con una misteriosa banda di banditi mascherati in maniera inusuale, che compiono un’efferata aggressione a un gruppo pacifico di Navajos. Quella che pare un’azione sconsiderata senza motivo, nasconde un piano criminale davvero odioso, ideato dall’infido agente indiano degli Hopi Ben Corliss, atto ad accaparrarsi gli smeraldi individuati in un canyon al confine tra la riserva dei Navajos e degli Hopi. Oltre ad allontanare i Navajos dalla zona, usufruendo delle mattanze dei cavalieri della morte, Corliss sfrutta la superstizione degli Hopi per recuperare le gemme preziose e rendere tesi i rapporti con i confinanti. Le fantomatiche pietre magiche sono lo specchio per le allodole per raggirare i pastori indiani e costringerli ad agire a favore del proprio agente, ma fortunatamente Tex viene al corrente di ciò che bolle in pentola e la sua reazione non si fa attendere. Molto scoppiettante la sequenza che vede pure all’opera un ottimo Tiger e Kit Willer, che agiscono parallelamente ad Aquila della Notte. Dopo una serie di colpi inferti agli avversari, sfruttando pure le confessioni di un bandito pentito, Tex mette in scacco Corliss e Slade (le due anime nere del complotto). L’agente indiano si libera codardamente del socio e cerca la fuga nel deserto, tuttavia la Legge Divina non gli offrirà scampo e tallonato da Tex, finirà la sua carriera di bandito, assetato e nel folle tentativo di raccogliere nella sabbia rovente gli smeraldi cadutagli dalla sella. Un epilogo in pieno stile Bonelli, molto tragico e ad effetto: Corliss mostra tutta la sua avidità pure negli ultimi istanti di vita, cercando di salvare prima gli smeraldi che se stesso. Quei sassolini preziosi che lo hanno portato a uccidere e seminare l’odio fra i nativi e che alla fine rappresentano la sinistra chiave che gli spalanca le porte dell’inferno. Concordo con chi ha definito molto umiliante il ruolo svolto dagli Hopi nella storia. Soggiogati e sobillati dal loro infido agente, disseppelliscono l’ascia di guerra contro i Navajos e non si tirano indietro a prendere prigioniero Kit e torturarlo, ma poi, appena vedono la faccenda mal pigliata, ritornano sui loro passi e intendono recuperare il rapporto con Aquila della Notte donando un gregge di pecore. Beh, non certo una figura degna di un popolo fiero come quello dei nativi americani. Galep sfodera un’ottima prova grafica che arricchisce l’effetto delle sequenze più importanti, vedi l’incipit ma soprattutto l’epilogo in cui l’odissea di Corliss nel deserto è resa alla perfezione e dalle sue vignette pare davvero di percepire il caldo asfissiante del sole allo zenit e la presenza della sabbia rovente. Si nota comunque l’aiuto di una mano esterna, che mi pare abbia letto si tratti di Cormio, tuttavia l’esito complessivo è discretamente amalgamato e gradevole. Il mio voto finale è 8
    1 point
  5. Allora modifico quello che ho scritto: Le strisce di Tex non erano pubblicate in ordine consecutivo, tipo dalla striscia numero 1 alla striscia numero 1000 e oltre: erano pubblicate a blocchi. Per esempio, il primo blocco era chiamato "prima serie" ed era composto da 60 numeri settimanali; il secondo blocco era chiamato "seconda serie" ed era composto da 75 numeri settimanali, con la numerazione che ricominciava daccapo, da 1 a 75, e così via. Questi blocchi avevano anche altri nomi "western", oltre a "primo" e "secondo: potevano chiamarsi "serie Pueblo", "serie Nevada", eccetera. In ordine cronologico, i blocchi/serie delle strisce furono: 1) "Prima Serie" 60 strisce (1948-1949) 2) "Seconda Serie", 75 strisce (1949-1951) 3) "Terza Serie", 33 strisce (1951-1952) 4) "Quarta Serie", 24 strisce (1952) 5) "Quinta serie", 46 strisce (1952-1953) 6) "Serie Verde", 48 strisce (1953-1954) 7) "Serie Rossa", 24 strisce (1954) 8) "Serie azzurra", 14 strisce (1954) 9) "Serie Gialla", 18 strisce (1955) 10) "Serie Smeraldo", 27 strisce (1955) 11) "Serie Rubino", 18 strisce (1955-1956) 12) "Serie Topazio", 15 strisce (1956) 13) "Serie Arizona", 21 strisce (1956) 14) "Serie California", 15 strisce (1956-1957) 15) "Serie Kansas", 21 strisce (1957) 16) "Serie Nevada", 15 strisce (1957) 17) "Serie Gila", 12 strisce (1957-1958) 18) "Serie Colorado", 12 strisce (1958) 19) "Serie Pecos", 18 strisce (1958) 20) "Serie Oklahoma", 14 strisce (1958) 21) "Serie Mefisto", 29 strisce (1958-1959) 22) "Serie Rio Bravo", 16 strisce (1959) 23) "Serie Dakota", 11 strisce (1959) 24) "Serie Città d'Oro", 20 strisce (1960) 25) "Serie Drago Nero", 25 strisce (1960) 26) "Serie Alabama", 29 strisce (1960-1961) 27) "Serie Mexico", 19 strisce (1961) 28) "Serie Navajo", 28 strisce (1961-1962) 29) "Serie Leopardo Nero", 35 strisce (1962) 30) "Serie Apache", 23 strisce (1963) 31) "Serie Comanches", 25 strisce (1963) 32) "Serie Osages", 30 strisce (1963-1964) 33) "Serie Nebraska", 33 strisce (1964-1965) 34) "Serie Pueblo", 40 strisce (1965) 35) "Serie Cobra", 61 strisce (1965-1967) 36) "Serie Rodeo", 19 strisce (1967) Con la serie "Rodeo", si concludono le strisce classiche di Tex (lascio stare ovviamente le storie a striscia pubblicate attualmente, nel 2021 e 2024, che non contano). Una curiosità: la storia conclusiva delle serie a striscia è quella di "Black Baron", dove avviene la fine di Mefisto, che poi passerà la "fiaccola della vendetta" al figlio Yama. Ma non è l'ultima che è stata poi pubblicata nell'attuale Tex Gigante, come avrebbe dovuto essere: infatti non è stato rispettato l'ordine cronologico. Riferendoci alle ultime storie, l'ordine di pubblicazione sul Gigante è stato questo: Vendetta indiana da strisce Serie Rodeo da n. 1 a n. 5 a Tex Gigante seconda serie n. 91. Giustizia! da strisce Serie Cobra (la precedente alla serie Rodeo) n. 57-61 a Tex Gigante seconda serie n. 92-93. Black Baron (l'ultima saga di Mefisto) da strisce Serie Rodeo da n. 11 a n. 19 a Tex Gigante seconda serie n. 93, 94, 95. La carovana dell'oro da strisce Serie Rodeo da n. 6 a n. 10 a Tex Gigante seconda serie n. 95, 96. L'ordine della pubblicazione insomma era andata a remengo. Di conseguenza, la prima storia originale di Tex pubblicata direttamente su Tex Gigante seconda serie dovrebbe essere quella pubblicata sui numeri 97, 98 e 99: "La caccia", Lo straniero", "I razziatori". Si trattava della storia disegnata da Muzzi, quella col Maggiore Farriman, che ricorda tanto "Canyon Diablo"... In tutto, le strisce pubblicate sono state quasi mille: 973, per l'esattezza, e sono state pubblicate per quasi vent'anni, dal 1948 al 1967. Nel 1952 ci fu la ristampa "Albo d'Oro" spillata quindicinale. Ne sono stati pubblicati 205, divisi in 8 serie. Sono famose per aver avuto le copertine tra le migliori di Galep. All'epoca "non si buttava via niente", e le rese venivano sempre riciclate in "raccolte" (le stesse strisce furono raccolte in "raccoltine a striscia"). Nel 1954 esce la "raccolta" di questi Tex "Albi d'Oro", chiamata a sua volta "Tex Gigante prima serie" o "Serie 1-29", perchè durò appunto 29 numeri. Qui sotto c'è il primo numero. La loro periodicità però era irregolare, non quindicinale come la precedente. Visto che quei mallopponi vendevano molto bene, finite le scorte dei 205 Tex Quindicinali si mise in cantiere non più una raccolta, ma una vera e propria ristampa, quella che esce ancora oggi: la Tex Gigante Seconda serie, dal 1958, col classico "La Mano Rossa". Purtroppo non ho mai preso le Piacentine. Decisamente delle ottime copertine, si vede che Galep aveva più tempo per farle. Avevano lo stesso formato bonelliano del Tex attuale o erano un pò più grandi? Ottimo video. Conservali bene, ragazzo, queste cose non le pubblicano più...
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  6. Siamo di fronte alla solita storia che non aggiungerà niente al mito di Tex: da destinare a qualche speciale più che da inserire nella serie regolare. Poco altro da aggiungere, IMO.
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  7. Frati o suore a me ogni episodio con Lilyth è gradito!
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  8. Ciao a tutti pards. Torno a commentare anch'io nonostante ho i tempi sempre ristretti. Senza spoilerare troppo. S P O I L E R Disegni di Breccia: davvero formidabili; riesce a rendere tutta la vicenda più cruda e spietata di come appare. Mi sono piaciuti moltissimo i vari stacchi del gufo che ogni tanto appariva seguendo le varie scene e fino alla fine ce lo ritroviamo. Potremmo essere noi stessi imprigionati nel gufo, protagonisti esterni alla vicenda che osserviamo il tutto da varie angolazioni. Quindi per questo un ottimo spunto originale di Faraci, coadiuvato da un grande Breccia. Sicuramente ci saranno miriadi di lettori inferociti per la realizzazione di Tex e Carson. Anche questi hanno due volti raffigurati in modo molto personale e originale. Ma per quel che mi riguarda va benissimo così. Infatti i Texoni esistono per queste visioni personali, sono nati per quello e spero che continueranno su questa strada. Per quanto riguarda la storia, per quanto mi riguarda ciò che ho appena letto è la cosa migliore scritta da Faraci su Tex. Forse è il suo capolavoro. Non so spiegarmi bene il perchè ma il tutto strizza l'occhio in qualche sequenza o nelle atmosfere (non so) al Texone Patagonia. Io almeno ho respirato quell'aria e quelle emozioni che mi diedero a suo tempo quel capolavoro Boselliano. Il finale alla Nolitta poi è un vero fiore all'occhiello. L'unica cosa che non mi quadra è nel finale. Non per la fine che fa Capitan Jack (del resto questa è storia e neanche Tex può farci niente), ma soprattutto perchè non si sa più nulla di Hooker Jim. Tex dice: "consegneremo questi tre all'esercito nella speranza che venga fatta giustizia". Ecco questo secondo me non è da Tex. Lui aveva fatto un giuramento ad un suo amico e minimo avrei preferito che avesse messo in mano un'arma al mascalzone di turno e si sarebbe risolto tutto con un bel duello. Invece Tex se ne va sperando che l'esercito compia giustizia al posto suo. Ecco forse sarebbe stato meglio che impiccassero pure Hooker Jim insieme a Capitan Jack. Magari poi è pure successo,, non so. Fatto sta che la vignetta finale è degna di Nolitta. Un applauso a Faraci dunque, sperando che le ultime sue storie siano su questo livello, perchè qui ha trovato davvero un buonissimo spunto. Alla prossima pards
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