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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione dal 20/07/2024 in tutte le sezioni

  1. Mi è stato approvato un nuovo soggetto, che sto ampliando (l'originale era appena una traccia base di mezza pagina!), che questo episodio sia anche la mia prima sceneggiatura per Tex? Si tratterebbe comunque di una storia da due albi. Se ingrano qualcuno mi dovrà aprire il thread nella sezione dedicata agli autori . Burattini è stato un buon maestro e ora spero che certe mie incertezze presenti nella mia prima sceneggiatura per Zagor rimangano ricordi del passato.
    7 points
  2. Ti sorprenderà sapere, viceversa, che esistono luoghi dell'internet dove la discussione non diventa scontro. Questo perchè questi luoghi hanno delle regole chiare a tutti i partecipanti fin dall'inizio, e siccome inevitabilmente man mano che crescono i numeri entrano degli elementi 'tossici', le regole servono a definire i limiti (secondo la Costituzione italiana, il diritto ad esprimere un opinione è garantito ma non è "illimitato", ovvero non si può dire 'tutto' quello che si vuole) e ad estromettere, se e dove necessario, questi elementi 'tossici', per consentire alla discussione di continuare liberamente entro i limiti che lo stesso 'luogo dell'internet' si è dato. Quindi no, la definizione di 'discussione' = 'scontro' non vale sempre ed ovunque. Venendo allo specifico, un autore può benissimo ricevere del feedback dai suoi lettori (e, un tempo, questo feedback arrivava via posta ordinaria alla redazione, GLB incluso, come tutti sappiamo), purchè il feedback parta prima di tutto dal RISPETTO del lavoro dell'autore. "Questa storia mi è piaciuta perchè...." oppure "Questa storia non mi è piaciuta perchè..." ci sta. Sono opinioni, sono gusti, e sono rispettabili. Una storia può essere riuscita o meno, ad alcuni piace ad altri no, per carità, ci sta, se ne prende atto e si va avanti. Trattare apertamente invece la storia e gli autori che la scrivono senza la minima mancanza di rispetto - perchè questo e quello che succede da queste parti - e volere avere ragione per forza anche quando lo stesso autore viene qui a spiegare il perchè di certe scelte narrative e invece di un 'ok ho capito, grazie', continuare a dargli addosso dandogli più o meno dell'incapace perchè ha fatto così e non ha fatto cosà, perchè Tizio o Caio sì che scriveva bene o costruiva delle belle storie/sequenze (non come te), oppure 'io l'avrei scritta così e sarebbe stata una scena degna dell'oscar del fumetto mondiale universale galattico', oltretutto senza essere nemmeno professionisti del settore ma 'normali lettori' (e oltretutto una minoranza ristrettissimissima dei lettori di Tex, però 'pretendendo' di rappresentare e di parlare a nome di tutti i lettori di Tex e volendo persino imporre a tutti, inclusi gli stessi curatori ed autori di Tex, la propria personalissima 'visione' della texianità), vuol dire essere solamente dei gran maleducati, e uso un termine fin troppo moderato.
    4 points
  3. CONTIENE SPOILER L'abbacinante bellezza del viso di Eve inizialmente mi ha fatto pensare che non può esserci un giovane Carson senza una donzella vicino: conosciamo infatti le qualità dongiovannesche del Vecchio Cammello e la sua predilezione per le grazie femminili. Da come però il padre di lei, il ranger Shepard, la tratta subito dopo che è stata ferita, la freddezza con cui quasi non la degna di uno sguardo e il limitarsi a lanciarle del whisky per una prima sommaria medicazione, tradiscono sin da subito una situazione diversa, una certa profondità della situazione (rapporto problematico padre/figlia, che in realtà dopo viene solo abbozzato ma non sviluppato, sospendendolo in un' apprezzabile indefinitezza che lascia capire al lettore più di quanto non dica espressamente) che lascia pensare che Eve non sarà solo la semplice fanciulla da salvare. E infatti, nonostante la scena "metafumettistica" del tamburo racconti in forma stilizzata la tradizionale storia della damigella in pericolo e del cavaliere senza paura, più tardi è lei che si industria per salvare Carson, nella drammatica scena in cui il nostro viene comunque catturato dai Comanche ( @Letizia, è vero che sembrano quattro gatti, ma penso fossero commisurati all'obiettivo del momento: anche Fort Belknap sembra infatti un avamposto poco fornito di uomini, probabilmente un piccolo centro fortificato come i tanti che dovevano essere disseminati nel Texas degli anni '50, durante una scorreria che non è ancora - nemmeno sotto il profilo dimensionale - quella di qualche tempo dopo, con la massiccia mobilitazione di indiani di Tonkawa e Quanah Parker). E' una storia di destini. Quello tragico, di Eve, lo apprendiamo a bruciapelo, di colpo, nella prima vignetta di pag.100: la lapide di una "moglie amata", di quella ragazza così giovane e bella a cui il lettore aveva potuto già affezionarsi. Poi quello dei figli di Cuore Splendente, in particolare per la profezia che riguarda Carson che di fatto in passato aveva consentito al Vecchio Cammello di avere salva la vita: nella scena del cimitero, il Vecchio Cuore Splendente sembra Priamo che, in incognito, prega il suo antico avversario (Achille/Carson) nel suo ruolo di vecchio padre. Una scena omerica, appunto, resa ancor più commovente dalle lapidi nella radura in cui è ambientata. Achille/Carson non si sottrarrà all'impresa, e riprende contatto con il ranger Shepard, padre di Eve. In poche vignette, Giusfredi tratteggia questo personaggio con notevole profondità: un relitto, che cerca nel whisky un antidoto al male di vivere, un cinico anaffettivo che non è nemmeno andato al capezzale della figlia, un sadico torturatore di donne. Il vuoto spaventoso dell'esistenza, si scorge in Shepard, i cui tratti esteriori sono la perversione e l'indifferenza. "Cosa c'è stato tra di voi", chiede Shepard a Carson in merito al rapporto di quest'ultimo con sua figlia Eve. Ma Giusfredi non vuole raccontare la storia dell'ennesima fiamma del Vecchio Cammello. Racconta di un amore platonico, intriso di tristezza e malinconia per la sorte che il caso ha riservato a Eve. Come l'indimenticabile Marta de La diceria dell'untore (cui Giusfredi potrebbe essersi ispirato per la scena finale), anche Eve abbandona il letto del sanatorio col suo cavaliere, cercando nella "fuga" un riscatto dalla malattia, rivendicando con quell'azione avventata - una passeggiata all'aperto - il suo diritto di vivere, il suo attaccamento, giovanile e disperato, alla vita. La sua ribellione a un destino segnato si traduce nell'ultimo spettacolo della Lanterna magica, le cui diapositive sui vetri, fondendosi con le immagini della sua mente ormai prossima alla fine, proiettano un film, struggente e bellissimo, di una principessa antica salvata dal prode moschettiere dai baffi e pizzetto neri. Complimenti a Giorgio Giusfredi.
    4 points
  4. Sulla lunghezza delle storie di Tex: personalmente da estimatore di "Storia del West" e di "Ken Parker" non ho problemi con storie di un albo solo, ma vorrei ricordare a chi cita "Il tranello" che stiamo parlando dell' epoca degli albetti a striscia e che è stato lo stesso GL Bonelli successivamente a fare evolvere il modo di narrare Tex come lo conosciamo adesso, con gli albi giganti, ossia con tempi più "dilatati". Il suo periodo migliore, dal n. 100 al 200 è caratterizzato da capolavori che sono tutti di circa 3 albi (alcuni un po' più, alcuni qualche pagina in meno): El Morisco, Il giuramento, Chinatown, La legge del più forte, Tra due bandiere, Sulle piste del Nord, Il figlio di Mefisto, Terra promessa, Una campana per Lucero, Il laccio nero hanno tutti circa 300 pagine, poco più o poco meno. In più il capolavoro assoluto di "In nome della legge" è di 4 albi e mezzo. Certo in quel periodo ha scritto anche ottime storie di 2 albi circa o 1 albo e mezzo ("Massacro", "Gilas", "Diablero"), ma il meglio era di circa 3 albi. I successori di GL Bonelli hanno semplicemente continuato questa tradizione ottenendo anche loro i risultati più convincenti con storie lunghe ("Il passato di Carson", "Gli invincibili" oppure "Furia rossa" ecc. ). Si vuole cambiare tradizione e fare storie più brevi di 1 albo o 2? Secondo me è un falso problema: la qualità della storia non dipende dalla sua lunghezza: mi sembra chiaro che ci sono storie di 2 albi che sono brodi allungati e storie di 3 che, per le tante cose che narrano, hanno uno stile sintetico. Ci sono albi singoli che raccontano un mondo in sole 96 pagine e altri che annoiano da morire e si fa fatica a finire. Fare esempi che portano acqua al proprio mulino per dimostrare che sono meglio gli uni o gli altri è fin troppo facile. Per dire, Boselli ha ottenuto ottimi risultati sia con 3 albi , che con 2 ("Colorado Belle" , vari suoi Texoni) e anche con 1 ("Agente indiano", e numerose storie sul Magazine, tipo "Bad River" ecc.). Forse molti sono rimasti delusi recentemente da storie lunghe poco riuscite e sperano di trovare un miglioramento in quelle più corte. Mah... alla fine quello che conta - sarà banale dirlo - è l' ispirazione non il numero delle pagine.
    2 points
  5. Storia del West di Gino D'Antonio. Non occorre fare il giro del mondo per trovare autori che in 100 pagine sapevano raccontare una storia completa con i suoi tempi e il suo ritmo e anche le esigenze editoriali (tranne le scadenze, visto che per 75 uscite ci mise quasi quindici anni). Oppure prendete Watchmen (la serie originale): racconta un universo alternativo mai visto prima e presenta una marea di personaggi. Il libro che raccoglie i 12 episodi è più corto di un MaxiTex qualunque.
    2 points
  6. Dissento. E certo cose sono sbagliate, ma proprio perchè il fumetto non è uno ed unico, ma ha un numero sterminato di sfaccettature. Tu citi la Disney, ma quei fumetti si prestano quasi esclusivamente ad un tipo di narrazione abbastanza semplice e non lo uso in senso dispregiativo, a casa ho tutta l'omnia di Barks, Don Rosa, Gottfredson e tante cose del Topolino classico di Gentilini e Capelli. Barks è il modello indiscusso e la sua storia più lunga "Vacation Time" dura 33 pagine. Le vicende hanno uno sviluppo non troppo articolato, che, però, nelle migliori storie lascia spazio a colpi di scena e messaggi positivi. "L'unghia di Kalì" ne è un esempio, oppure "Le lenticchie di Babilonia", "L'uomo di Alcatraz", "L'elmo del comando", "Il Pifferosauro Uranifago" (mamma che bellezza i titoli di Cimino) e così via. Infatti tutte le storie molto lunghe della Disney (almeno quelle delle vecchie gestioni) hanno un numero di personaggi a dir poco mastodontico. Tu citi Scarpa, allora basta vedere come nella sua storia lunga (250 pagine) più famosa cioè: "Paperolimpiadi" (oppure chiamata Seul 1988) compaiano ben 26 personaggi della banda Disney tra classici ed inventati da lui in storie precedenti, senza contare quelli creati appositamente per la nuova serie. Questo succede perchè nessun personaggio Disney reggerebbe una storia così dilatata da solo, per questo le storie le storie sono "brevi" per noi abituati a Tex, non perchè le vogliono fare corte e basta, è solo un tipo di narrazione diverso. Per fare un esempio pratico è come se il mese prossimo uscisse una storia in cui oltre ai pards ci sono anche: Jim Brandon, Gros Jean, Pat Mac Ryan, Nuvola Rossa, Tom Rupert, Nat Mc Kenneth, Tom Devlin, Mac Parland... Per fare una bella storia di Tex, nella maggior parte dei casi, ci vogliono un po' di pagine perchè il mondo narrativo (canovaccio della trama, personaggi nuovi da caratterizzare, azioni compiute dai Pards...) lo richiede. E sono entranto in ambito Disney perchè la maggior parte degli albi vengono prodotti nel nostro paese. Se si comprasse un qualsiasi volume Cosmo con i classici dell'Historieta si noterebbe tranquillamente come moltissime storie durino 4/5 pagine.
    2 points
  7. Oddio, adesso Tex non può più entrare in un saloon a fare un repulisti o a bere una birra insieme ai suoi pards perché cè il rischio che restino feriti. Ma quante volte è già successo?🤔🤐
    2 points
  8. Comprate questa sera sia la collana Vindex (1 e 2) sia la collana Aquila (solo n.1). Due prodotti molto diversi pur se con dimensioni simili (ma non uguali!) Liquido subito quella di Zagor che è in linea con le due precedenti collane, seppur i disegni stavolta un gradino sotto. La nuova collana a striscia di Tex è realizzata molto bene, sulla falsariga di quella edita nelle prime uscite dell'anastatica, ma con carta e copertina di tutt'altra qualità. Un piacere da tenere in mano e sfogliare, ma l'aspetto "vintage", almeno nel progetto grafico è del tutto assente (se non nei disegni di Torricelli, che però stavolta appaiono con più personalità e meno "ricopiati" da Galep. Per la storia preferisco aspettare qualche altro albo, ma l'atmosfera che si respira è molto, molto vicina ai fumetti che a me piace leggere. Ovviamente, come da molti ricordato tutto si riduce a uno sfizio per chi se lo può permettere e sinceramente non me la sento di invitare gli amici del forum di preferire queste strisce agli albi da edicola. In fumetteria mi hanno detto che ci sono altri acquirenti e che a loro la cosa piace anche.
    1 point
  9. A grandi linee concordo. Però avrei gradito un parere su due o tre punti oggetto di molte discussioni : il pestaggio e atteggiamento di Tex prima della sparatoria nel saloon ad esempio. 😉 Poi Rauch deve trovare la storia da "graffio" o l'idea originale da sfruttare (come ad esempio ha già fatto o sta cercando di fare Giusfredi).
    1 point
  10. La risposta è inevitabilmente: sì e no. Sì, perché il soggetto base è lo stesso e gli eventi narrati da G.L. Bonelli sono gli stessi anche se con qualche irrilevante particolare non esattamente identico. No, perché, Boselli aggiunge tutta una lunghissima parte completamente nuova, ma che non contraddice quello che c'è stato prima ed avverrà dopo. Omette di mostrare la parte relativa al salvataggio di Joan Sheldon (omette di mostrarla, non la elimina dalla storia... a meno che tu non voglia dare del bugiardo a Boselli quando lo dice piuttosto che ammettere di aver sbagliato) Invece del banale seguire un corriere per arrivare al covo di El Diablo, Boselli preferisce imbastire una trama più intricata ed a mio parere più interessante. Alla fine, però Tex è da solo nel covo di El Diablo e la vicenda si svolge quasi alla lettera nel modo descritto da G.L. Bonelli. Nel prossimo albo vedremo anche Carson con la camicia a quadri. Nessuna modifica sostanziale, ma solo modiche di poco conto insomma. Quando, nel 1974, G.L Bonelli ha riscritto la prima storia di Yuma Kid l'ha ampliata fino a circa il doppio delle pagine, ha modificato diverse cose, quindi chi può dirlo? Ti ricordo anche che lo stesso GLB scrivendo "Tra due bandiere " h di fatto annullato due anni della sua produzione che si svolgeva in una versione della guerra civile assolutamente incompatibile . Quelle storie non esistono più o, se esistono ancora lo sono in maniera diversa, senza riferimenti alla guerra. Se, per ipotesi si arrivasse alla storia dell'Ippocampo, oltre ad altri inevitabili cambiamenti, bisognerebbe riscrivere completamente le parole in punto di morte di Manuela Guzman. Il primo a fare una retcon su Tex è stato proprio GLB e se avesse avuto la voglia e l'opportunità di riscrivere le sue prime storie è probabile che anche lui ne avrebbe fatto una versione differente.
    1 point
  11. D'accordissimo. Trovo curioso come alla Bonelli propongano ai propri lettori storie mastodontiche di 300 o 400 pagine come fossero noccioline. E a chi si lamenta rispondono che fare altrimenti non sarebbe possibile: mah. Basta comprare un numero dei Grandi Classici Disney per rendersi conto che bastano 30-40 pagine per realizzare dei capolavori. Ma anche storie epocali e un po' più lunghe non arrivano a 100 pagine: Topolino e la Dimensione Delta (Romano Scarpa): 72 pagine Anche andando su altri lidi, pensando a qualche storia lunga che ha fatto scuola: Batman Anno Uno (Frank Miller): 96 pagine Se penso a storie che occupano più di 100 pagine, mi vengono in mente quelle di Claremont sugli X-men negli anni '70, ma quelle sono vere e proprie saghe, epopee, non una semplice "storia".
    1 point
  12. Tra poco più di un anno dovrai trovare un'altra scusa.
    1 point
  13. Anche a me il nome Sam Shepard dice qualcosa... più Monti o Ticci che Nicolò. Mi ha fatto piacere rivedere il tratto di Del Vecchio che porta ancora diversi echi di "Nueces Valley" La storia in sè non è niente di sconvolgente, il Carson con pizzetto e baffetti neri già lo conoscevamo, e non essendo Tex viene lasciato più libero di esprimere una vena 'romantica' (in senso ottocentesco) se non proprio melodrammatica (soprattutto nel finale) con diversi richiami ai romanzi di Dumas, e non solo per i tre moschettieri, benchè Carson forse risponde più all'iconografia del più 'raffinato' Aramis che non del più 'tormentato' Athos. Anche se, nel 'dieci anni dopo', il Carson un po' più maturo torna ad assomigliare di più alla prima versione di Tom Selleck/Magnum PI o, meglio, Carabina Quigley (un po' più scapigliatura, meno la brizzolatura). Curiosità sulla 'stella d'argento'. I 'badge' dei Texas Rangers venivano (e credo siano tutt'ora) ricavati dalle monete messicane (la legge americana vietava, e vieta fin da allora, di 'deface' ovvero di 'modificare' la moneta americana (se ricordate in vecchissimi Tex l'usanza di prendere monete d'argento per farne, invece, speroni)). I primissimi - quelli fino al 1870 circa, i cosiddetti 'Aten company' - erano ricavati preferibilmente da monete 'ocho peso' e non 'cinco peso', che sono invece la versione successiva ed attuale e non avevano, almeno per quanto riguarda i pochi esemplari sopravvissuti, le foglie d'alloro sul bordo ma erano 'lisci'. Il badge di Kit Carson nello speciale viene mostrato due volte, a pag. 9 ed a pagina 72, ed è la versione 'cinco peso, post 1870'. Mi sembra di capire che dovrebbe essere lo stesso distintivo, ma a pag. 9 si legge sopra le iniziali 'K.C.' anche il numero 6, mentre a pag, 72 il numero 6 non c'è (dei distintivi se ne parla ancora a pagina 104, ma siamo 'dieci anni dopo'). Bisognerebbe fare un confronto poi sia con la versione 'originale' di GLB e sia con quelli 'imminenti' nella serie Tex Willer nel numero di agosto. More info: https://authentictexas.com/the-cinco-peso-badge/ A titolo di semplice curiosità storica EH (che poi c'è chi comincia a fare le soliti inutile polemiche sul nulla solo per frullare gli ammennicoli)
    1 point
  14. Sono d'accordo con te, ci vorrebbero più storie da un albo. Per quelle con più ciccia si può pensare (e pensarci bene) di arrivare a due albi, i tre albi li lascerei a casi veramente eccezionali, massimo una volta all'anno, per storie-evento. In NESSUN caso arriverei a quattro.
    1 point
  15. Io mi rendo conto che sei una causa persa e quindi ho deciso di smettere di combatterla. Tu fai pure come ti pare. Da parte mia, mi godrò le prossime storie.
    1 point
  16. Cosa scrivi, Diablero? Qualche titolo? Articoli e di roba abbastanza "esoterica", nel senso di nicchia di una nicchia, in ambito "giochi", però quando li ristampano all'estero (così per una volta sono io il tradotto invece di essere il traduttore) danno soddisfazione. Non sono "storie", non è narrativa, anche se a volte toccano l'argomento (per esempio ho un articolo tradotto in Corea che riguarda la strutta narrativa delle "storie" in un gioco americano e la correlazione alle regole, pubblicato insieme al gioco nell'edizione coreana). Ma in generale ho scritto un po' di tutto, persino satira politica quando ero molto più giovane, roba che spero non salti più fuori... [anche quella sotto pseudonimo, tanto che all'epoca il mio professore di Italiano - del tutto all'oscuro della cosa, ma attivo in politica - chiese chi scriveva quegli articoli al direttore della rivista, collega di partito, e ci rimase di sasso quando ridendo l'altro gli disse "gli correggi i compiti da anni e non l'hai riconosciuto?" ]
    1 point
  17. Errata corrige: "parvenza di rispetto" invece di "mancanza di rispetto".
    1 point
  18. Non avevo colto l'ironia del tuo intervento e ciò mi "rincuora" un po'. Per quanto tu sia un utente fumantino, che quando gli salta la mosca al naso non le manda a dire e lancia risposte taglienti e a volte "urticanti", di solito hai sempre mostrato nella tua spigolosità una buona dose di lealtà. Appunto un commento così diretto e offensivo nei confronti di un utente mi avevano spiazzato e mi son permesso d'intervenire. Per sancire la chiusura dell'incomprensione, adesso sarebbe ideale una bella sbafata di piadine romagnole (buonissime!) e fiumi di birra, facendo pure posto a tavolo al pard Gilas2.
    1 point
  19. Sarà fatto, in materia di Texoni devo recuperare assolutamente, mi ero fermato a "Gli assassini" di Boselli, sperando che siano storie con più Tex e meno "Mitch"
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  20. Sì, era meglio, perchè appunto con la ferita quella che era una battuta (che comunque non mi è piaciuta, è vero che Tex fa tante battute, ma bisogna starci attenti a non oltrepassare il limite fra lo spavaldo e il tamarro) diventa una specie di "causa narrativa": è vero che lo sceriffo poteva benissimo essere ferito anche con il vice, ma mettere in fila la battuta e il ferimento la "rappresenta" come la causa. E questo "colora" tutta la scena. Ho riflettuto, a posteriori, sul perchè in quella scena Tex mi è parso eccessivamente imprudente, quando hai ragione sul fatto che senza quel "colore" si è visto farlo mille volte e non mi ha mai dato quell'impressione. È perchè appunto di solito la cosa non viene sottolineata. Dopo che John Wayne entra nel saloon non c'è un bollettino di guerra con la lista delle persone innocenti colpite da pallottole vaganti. Ma se invece la cosa viene sottolineata, allora si nota. Anche perchè se serviva scavare fosse, che senso avrebbe avuto aspettare che tornasse Carson con i cavalli prima di svegliarlo e farlo scavare? Sì, funziona anche lasciando i cavalli e togliendo la battuta della sepoltura, l'importante è togliere quel contrasto palese fra "cavalli pronti e Tex che perde tempo", poi le maniere possono essere diverse. Da un punto di vista "legale" sì, è chiaro che il responsabile è chi commette il rapimento (e l'eventuale omicidio) Ma da un punto di vista "narrativo" e soprattutto "emotivo" la cosa cambia. Vedere Tex all'apparenza gingillarsi e perdere tempo mentre lo Yaqui si allontana sempre di più con la donna è disturbante, e fa incavolare il lettore in quel momento CON TEX. Non sono d'accordo. Se vedi come stava andando la discussione, il tuo intervento per me ha aiutato a calmarla. Ci sono sempre elementi provocatori come gilas2 che approfittano della presenza dell'autore per fare la classica parte "dell'amico sborone di quello grosso", aggiungendo al suo solito mantra "dovete stare zitti tranne me" il seguito "ve l'ha detto anche l'autore! Come osate contraddire l'autore, che è sempre d'accordo con me?". Così come ci sono quelli che reagiscono male alla presenza degli autori. Ma sono pochi, e di solito sono quelli che causano flames comunque anche senza autori di mezzo. Gilas2 sono mesi che posta solo degli attacchi personali ai "signor nessuno che osano criticare", lo faceva prima che postassi e lo farà anche dopo, non cambia niente. Personalmente, confrontarmi con le tue intenzioni e il confronto con Assalto al treno mi ha aiutato a capire cosa davvero mi disturbava in quelle scene, e quali erano davvero i problemi e le tue intenzioni, come "vedevi" la scena e come invece la vedevo io. (Il vedere i tre cavalli già belli e pronti al risveglio di John mi aveva fatto completamente dimenticare che i pard li avevano lasciati indietro, per esempio: dopo la scalata non ne fanno mai cenno e poi si vedono lì disposizione pronti a partire se Tex non si attardasse, quindi manca proprio la percezione che sia passato del tempo in cui Tex abbia fatto altre cose prima di svegliare John...) Il fatto che sei stato attaccato quando hai fatto affermazioni apodittiche tipo che Tex non si cura dei presenti sono per me normali, se fai un affermazione facilmente attaccabile verrà attaccata. Semplicemente non era la maniera giusta di confrontarsi, ti preferisco molto di più quando argomenti e chiarisci a cosa ti riferivi (poi non pretendo che sei d'accordo con me... ). Magari essere molto concisi e saltare le premesse può sembrare un risparmio di tempo, ma poi ne perdi il doppio per spiegare "cosa volevi dire davvero".. Insomma: preferirei che ci ripensassi. Il mio interesse come sempre non è "attaccare questo o quello" ma leggere storie migliori (poi, certo, ci sono autori su cui ormai non ho più la minima speranza, tipo Nizzi, ma tu sei ben lontano da quel livello...). Le tue ultime storie su Tex (Zagor lo leggo molto raramente ormai) onestamente non mi sono piaciute ma non avevano problemi terrificanti, e spero che con il tempo anche quei problemi spariranno.
    1 point
  21. Andare in 50 contro 50 è pura follia. Se i Comanche erano più, perché rischiare? Non esageriamo. A parte il fatto che Priamo reclamava il cadavere di Ettore, mentre la figlia di Cuore Splendente è ancora viva. Bellissimo post, comunque. Peccato che i like siano anonimi, altrimenti te ne avrei messo uno. Vabbeh, te lo metto lo stesso. Complimenti non solo a Giusfredi, ma anche a te.
    1 point
  22. Il bello è che io il nome di Diablero (che comunque non è un curatore/sceneggiatore/autore DI TEX, tanto per essere chiari) non l'ho fatto così come non ho fatto il nome di nessun altro... ma è l'unico che "salta su" Il "personaggio"? Eeeeeehhhh si vabbè. Saluti dal 'signor nessuno' che non pretende di imporre agli altri le proprie posizioni come uniche verità oggettive ed indiscutibili e che non pretende di insegnare agli altri come devono fare il loro mestiere anche se lo fanno da trent'anni.
    1 point
  23. Congratulazioni, d'altronde lo si capisce da come scrivi e dal tuo acume critico. Come mia abitudine, non entro in merito in diatribe che non mi riguardano, ma forse per il bene delle discussioni, se fra utenti non corre un certo feeling o simpatia, forse è meglio evitarsi, anzichè continuare a battibeccare. Comunque, schiettamente, stima a parte, definire "signor nessuno" un altro utente non mi pare il massimo della netiquette ed evidenzia una spocchia antipatica, perchè il Forum è democratico e qui abbiamo tutti uguali diritti e doveri, al netto di ciò che siamo o rappresentiamo nella vita reale (che in fondo agli altri importa poco, visto che si parla di Tex e della nostra passione). Senza rancore
    1 point
  24. L'estate è il periodo perfetto per inondare di speciali le edicole (specie quelle delle località di villeggiatura), non certo per andare a complicare la vita delle fumetterie (che almeno qui in agosto chiudono per ferie...) e dei suoi occasionali clienti che sono i lettori di Tex e Zagor. Ma se non ricordo male poi in autunno escono i "pack" con le strisce raccolte in cellophane, quindi la cosa si risanerà. Se siamo alla terza collana di Zagor tanto male 'sta roba non va.
    1 point
  25. Ehh???? Si deve essere confuso con gli albi regolari di Tex (quelli sì che arrivano nelle edicole circa un mese prima dell'arrivo in fumetteria). Le strisce IN EDICOLA NON ARRIVANO, sono distribuite SOLO in fumetteria! (diverse edicole le avranno "comprandole come fumetteria", cioè con gli stessi identici tempi della fumetteria, perchè sono ANCHE fumetterie). E la prima è uscita in fumetteria il 6 luglio, due settimane fa! Nello shop online della Bonelli (che credo abbia già sospeso le spedizioni per l'estate, e fa già capire quanto poco vendano online) sono già disponibili i primi 2 albi. P.S.: ho appena controllato nel sito del distributore (lo stesso utilizzato dalle fumetterie per ordinare le loro copie), la prima striscia risulta disponibile e ordinabile da più di una settimana. Questo comunque è solo un esempio dei casini che la Bonelli infliggerà ai suoi lettori con questa trovata della "distribuzione solo in fumetteria", fra lettori non abituati alle fumetterie e fumetterie non abituate a ordinare Tex...
    1 point
  26. Questa cosa che degli autonominatisi 'critici' (e depositari della vulgata di Tex) vogliano non solo spiegare ma proprio insegnare a curatori, autori e sceneggiatori di Tex chi è 'davvero' Tex è più surreale della summa delle opere di Dalì e Magritte. Quando si va a scavare un po', poi, si scopre che di Tex hanno una loro propria visione personalissima che, spesso, non si capisce nemmeno esattamente quale sia. GLB stesso (al quale avrebbero cercato, persino a lui (!!!) di insegnare 'chi è Tex') li avrebbe probabilmente presi a revolverate (caricate a sale come l'archibugio di Zio Paperone). E vabbè.
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  27. Comincio con una considerazione: mi sta accadendo una cosa particolare in questo periodo; nonostante sia in arretrato con letture inedite, finisco sempre col rinviarle e proseguo imperterrito con la rilettura dei classici. Anche stavolta non ho resistito a godermi per l’ennesima volta “Il grande Re”, storia davvero splendida che testimonia lo stato di grazia compositiva di Bonelli in quegli anni. “Sangue Navajo”, autentica pietra miliare della saga, era uscita da poco, che già veniva data alle stampe questa storia notevole e indimenticabile. Bonelli si supera dipingendo due villain con i fiocchi: il “Leopardo Nero” è davvero un personaggio ben riuscito. La sua favolosa ricchezza, la mette a disposizione per realizzare il folle sogno di un impero nelle terre fredde del Canada. Memore delle vessazioni subite a causa del suo colore di pelle, sente il desiderio di rivalsa e auspica che lo stesso possano fare i popoli rossi riuniti, cercando di organizzare una grande rivolta. A pensarci bene lo scopo è nobile e di fatto la sua posizione nei confronti dei nativi non è tanto dissimile a quella di Tex, ovviamente il suo sogno di sconfiggere i visi pallidi è quantomeno utopistico e destinato a creare un colossale bagno di sangue. Consapevole del grosso rischio, Tex e il figlio Kit si mobilitano per cercare di far fallire questo pericoloso proposito e risulta una scelta azzeccata, sia strategicamente che di sceneggiatura, separarsi per seguire piste diverse. Mentre un abile Piccolo Falco si prodiga per scoprire e smantellare il traffico di armi, agendo con coraggio a Winnipeg, Tex spende la sua considerazione sui nativi per cercar di dissuadere i capi di partecipare alla rivolta. Davvero molto interessante l’idea del totem dei Mohicani, simbolo di pace, fatto sparire dagli sgherri del Grande Re, per spingere i guerrieri a disseppellire l’ascia di guerra. Tex fiuta l’inganno e recupera il misterioso totem, che altro non è che un misterioso meteorite, leggero, emettente suoni appena toccato e col potere di rendere scarlatte le acque del lago in cui è stato nascosto. Il ritrovamento del totem, cambia il corso degli eventi e Aquila della notte ha buon gioco per portare dalla sua il popolo indiano e spingerlo contro il castello del Leopardo Nero. Forse qui il cambiamento dei ribelli rossi è un po’ repentino, ma all’autore questa presunta scorciatoia la si perdona facilmente. Il finale è davvero intenso e scoppiettante, con molta azione, assedi e polvere da sparo, con tanto di tradimento degli uomini nel fortino nei confronti dell’ormai isolato Grande Re. In questo contesto davvero molto efficace si presenta anche la caratterizzazione di Pierre Gaul, infido braccio destro del Leopardo Nero e animaccia nera come la pece, ben rappresentata anche dal suo aspetto fisico poco rassicurante. In lui gli ideali non hanno alcuna presa, l’unica cosa che gli interessa è il denaro e il potere e di fatto, appena vede affondare la nave, vorrebbe scappare col bottino, ma viene punito e ucciso dall'ex alleato, che desiderava tradire. Il Leopardo Nero invece, in un finale melodrammatico, preferisce dare fuoco al suo fortino e morire tra le fiamme piuttosto che arrendersi e anche il finale che gli dedica Bonelli, lo rende meno antipatico al lettore, che quasi prova compassione dinanzi al tramonto del suo folle piano. Galep sfodera una prova grafica superba, con vignette molto efficaci e curate, che mi fanno pensare una maggiore tranquillità realizzativa o una grande ambizione per questo episodio epico e altisonante. Il papà di Tex, si supera con ottimi sfondi della foresta, scorci incantevoli del castello nella palude e il solito dinamismo perfetto nelle scene di azione e di agguati. Episodio non facile da disegnare, ma quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare e Galep, era il massimo sotto questo aspetto. Un artista immenso e prolifico, vero mattatore in storie di questo spessore. Il mio voto finale è 9
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  28. Scusa ma non capisco perché vuoi aver ragione a tutti i costi quando ti è già stato spiegato ben due volte dall'autore che la scena della sparatoria nel saloon è uguale a una analoga in "Assalto al treno" di GL Bonelli. Questo avrebbe dovuto chiudere definitivamente ogni discussione e andare oltre, invece tu insisti... Appunto, confrontala con la scena di "Assalto al treno" e vedrai che ha ragione Rauch. E comunque di esempi simili ne troverai a bizzeffe nella serie, con Tex che spara nei saloons anche se ci sono innocenti o usa addirittura la dinamite di sua iniziativa, non perché vi è costretto. Se per te è "un pazzo furioso" forse sei tu che non hai capito Tex. E in ogni caso prenditela con chi ha creato il personaggio non con Rauch. Concludendo, i casi sono due: 1) o non leggi i post degli altri, tipo questo: 2) oppure li ignori volutamente perché ti diverti a fare polemiche inutili solo per il gusto di polemizzare.
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  29. Peccato, ti sei perso un capolavoro. Si tratta di una gran bella storia in effetti. Se fosse stata scritta settant'anni fa John Ford ne avrebbe comprato i diritti per farne un film e se non lui Howard Hawks.
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  30. Sono d'accordo. Aggiungo che la Pinkerton sta cercando i rapinatori di banche inutilmente da DUE ANNI ed è anche questo che giustifica il coinvolgimento di Tex e Carson per dare una mano all'amico Mac Parland. Alcune critiche a questa storia mi sembrano eccessive: "è tutta sbagliata dalla prima all’ultima pagina". BUM! Non esageriamo... Prendiamo il pestaggio di Tex al tipo in carcere, che non ha niente di strano o di nolittiano: il delinquente ha appena cercato di uccidere Tex mancandolo di poco, Tex entra in cella per farlo parlare (come ha fatto mille volte) e il tipo lo MANDA ALL’INFERNO ed è solo a questo insulto che Tex gli dà uno sganassone (come ha fatto mille volte) e inizia a sbatacchiarlo per avere informazioni. Tutto nella norma. Se per voi questo è un Tex sbirro sadico, non ricordate bene il Tex di GLB… Poi, lo Yaqui che Tex e Carson dovrebbero inseguire, invece di seppellire i morti, perché scappa insieme alla donna con un solo cavallo… NON E' COSì, lo Yaqui ha un cavallo nascosto e infatti poco dopo vediamo DUE CAVALLI a pagina 110, e lo Yaqui scappa poi su un terreno roccioso che non lascia tracce. Hai voglia a inseguirlo... Ma la critica che meno condivido è che la storia funzionerebbe anche senza Tex, che ci è stato infilato a forza. Ma dai! Questa è una tipica storia di inseguimento come ce ne sono state tante, semplicemente un po’ più complicata da due sottotrame: i Nostri invece di inseguire semplicemente dei rapinatoti di banche, si trovano davanti sia uno Yaqui misterioso (e innamorato), sia gli sgherri di Gorman, tutti avversari che ruotano attorno alla ragazza e che sono in conflitto tra loro. È evidente che in una vicenda con sottotrame e tanti avversari Tex e Carson non possono fare tutto e che a volte gli avversari devono avere il loro spazio. Ma se si va a fare semplicemente il bilancio di quello che fanno Tex e Carson ecco il risultato: - fanno fuori tutti i rapinatoti (prima al saloon, poi al pueblo), tranne Long John che finisce al fresco; - salvano la ragazza; - Tex uccide lo Yaqui (il duello a me è piaciuto); - fanno fuori gli sgherri di Gorman che volevano uccidere il vecchio messicano: - completano l’opera nel finale spazzando via gli ultimi sgherri e Gorman in persona. Cavoli, e meno male che questa storia poteva reggersi anche senza Tex e Carson che non fanno un tubo! E' una storia con tanti bang bang e pum pum? Questa è la critica più divertente: ragazzi, ma lo conoscete davvero Tex? Soprattutto quello delle origini che ammazzava un avversario ogni cinque strisce! Ci sono tanti bang bang ma questa NON è una storia di Faraci che allungava il brodo con sparatorie... D'altra parte c'è chi si lamenta di un flash-back di quante? Tre, quattro pagine... Il problema è semmai l'opposto, che il flash-back non è stato poi sfruttato adeguatamente per caratterizzare il rapporto tra Selina e lo Yaqui... Insomma, non c'è bisogno di accanirsi nel "pestaggio critico" (a proposito di pestaggi ), questa è una storia minore che poteva stare benissimo sulla regolare in due albi e sarebbe passata come un gradevole intermezzo (gradevole perché scorrevole e movimentata) tra altre storie più importanti. E' una storia da 6 o 6,5 come ce ne sono state tantissime. Stona e delude solo perché è un Texone, che giustamente meriterebbe qualcosa di più ambizioso e coraggioso. Soprattutto se ai disegni hai un certo Palumbo.
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  31. Ticci-Nizzi, indiani delle praterie, affaristi senza scrupoli, pugni a go-go, una vemdetta indiana. Una bella storia vecchia maniera sicuramente, quindi una ventata di aria fresca (quella di un tempo)... Mi va benissimo!
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  32. Perché non ho mai sentito usare "serpente" come insulto in veneto. Per lo stesso motivo sono passato dal lei al tu: in veneto il lei esprime ossequio ma non il distacco che voleva GLB.
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  33. Un chiarimento da avvocato giusto perché ci sono molti equivoci di terminologia e non solo al riguardo: per pedofilia si intende l'attrazione sessuale nei confronti di soggetti che non hanno ancora raggiunto la pubertà ovvero hanno un'età sicuramente non superiore ai dieci anni, massimo 12. La nostra legislazione, ad esempio, prevede espressamente un'aggravante specifica per chi compie atti sessuali su un minore di anni dieci. L'età per il consenso ad atti sessuali è quasi dovunque nel mondo inferiore alla maggiore età. In Italia è fissata a 14 anni . Quindi Tex non sarebbe un pedofilo in ogni caso Ehm... ti ricordo che nello Speciale Tex Willer "Minstrel Show " ambientato nel 1866, Tex dice a fine storia che ha un famiglia in Arizona e non vede l'ora di tornare da loro. Loro, chiaro?
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  34. Uno dei motivi secondo me sarà questo. Ma quello principale, a mio modo di vedere, è che ora c'è bisogno di rendere più credibile questa scena: a quei tempi, imho, bastava poco per tenere il lettore sulle spine(basti pensare al fatto che quando uscivano i primi albi i lettori ritenevano Tex un persona realmente esistita!) ; a differenza di ora che sicuramente noi lettori non siamo così "ingenui" da poter credere alla morte di un pard, a meno che non ci venga presentata con una scena forte e drammatica, che può farci sorgere un dubbio sulle condizioni di Carson. Propendo per la tua seconda ipotesi. Quella storia, se non sbaglio, fa parte delle storie in cui Tex usciva nel formato settimanale a striscia di 32 pagine. Tex e i suoi pard non avevano raggiunto quel successo che poi ebbero ed anzi poteva anche essere che Tex di li a poco chiudesse i battenti come per molte altre creazioni di GLB. I lettori ancora non davano per scontato che i pard non "potessero" morire e neanche GLB si poneva questi problemi e credo avesse poco tempo per domande di questo genere e per chiedersi se mostrare o meno il dolore nel volto di Tex. Le storie, considerata la brevit?, dovevano essenzialmente mostrare azione e scontri a fuoco per mantenere alta l'attenzione seguendo i gusti dei lettori di quegli anni, tutto il resto era superfluo.
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  35. Io mi rialaccio al discorso di prima.... mA è POSSIBILE CHE QUESTO ALBO NN VENGA PUBBLICIZZATO DA NESSUNA PARTE??.. Cioè è veramente una cosa assurda pensare che se un lettore nn conosce internet debba saperlo all'ultimo istante quando magari in edicola e pure terminato.. A sentire le chiacchiere forumistiche neanche nell'albo di agosto compare la bench? minima traccia pubblicitaria sulla prossima imminente uscita dell' albo.. P. S. Mah... come rimpiango i buon cari anni 90 quando nel Tex esisteva il giornale cartaceo che ti faceva emozionare molto di più di quello on line.. lo sfogliavi, soprattutto in estate, e ogni pagina aveva il potere di farti innamorare ancor prima dell'uscita dell'albo.. Mi ricordo che ha convincermi ad aquistare i primi Texoni, maxi e almanachhi f? propio il giornale cartaceo dell'epoca, che all'interno cionteneva delle rubriche di presentazione veramente meravigliose!!MAH.. LI RIVOGLIO QUEGLI ANNI!!!!!
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  36. Io avrei una domanda un po' maligna: secondo voi, quando nell'editoriale di pag. 4 Boselli dice che ci sono purtroppo ci sono alcuni sceneggiatori che non capiscono che i lamenti di Carson sono una posa, un atteggiamento di beffarda ironia, allude a qualcuno in particolare?
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  37. Sono d'accordo con Rauch: mi spiace che se ne sia andato, ma sapevo che sarebbe successo, ed è meglio così. E' successo con tutti gli autori che si intromettono in un forum. Infatti, in un forum discutono e criticano il tuo lavoro, quindi non è che possa piacere ad un autore stare accanto ai suoi critici. Nessun autore ama essere criticato, e tantomeno ama essere tra i critici. Ce ne possono essere di quelli che elogiano il suo lavoro - o per adulazione o perchè ci credono davvero - ma, assieme a loro, ci sono per forza delle persone che fanno delle critiche. E' per questo (e per altri motivi ai quali avevo già accennato in un altro post) che pensavo che fosse meglio che gli autori non si intromettessero in un forum. Un autore deve essere lasciato tranquillo a fare il suo lavoro senza badare a nessuno. Se entra nell'agone, non potrà più lavorare tranquillamente. La tranquillità è una condizione fondamentale per realizzare delle buone storie. Infatti un forum non è un posto tranquillo di incontro, dove si discute all'inglese dietro a una tazza di tè: spesso è un posto di scontro, dove degli sconosciuti possono dire con aggressività quello che vogliono senza problemi, insieme a degli altri che invece vogliono fare delle analisi serie (ma sono pochi). E non sto parlando di questo forum: parlo di tutti i forum. E' una costante di questo mondo virtuale. Il mondo virtuale, internet, è una comunicazione senza comunione tra persone isolate, che favorisce (non sempre: però lo favorisce) lo sfogo delle parti peggiori di se stessi. Noi non stiamo veramente comunicando, ci stiamo solo mandando dei messaggi. Ma questa non è vera comunicazione: è una parvenza di comunicazione, quasi una parodia della comunicazione vera, che necessita di un corpo reale e di una voce reale (per questo anche la comunicazione video a distanza non è una vera comunicazione: è una finzione). Al massimo ci stiamo dando delle informazioni, quando va bene e non avvengono insulti reciproci. Se internet fosse esistito ai tempi di GLBonelli, sarebbe finita allo stesso modo. E non credo che il GL sarebbe entrato di persona in un forum: per esperienza, sapeva che più lontano stai dalle critiche, meglio stai. Anch'io, al suo posto, avrei fatto lo stesso. Se io fossi un autore, preferirei farmi ammazzare piuttosto che andare in un forum dove analizzano un mio lavoro. Da queste forbici non si salva nessuno. Anche Michelangelo fu criticato dai suoi contemporanei. Ma, visto che non c'era internet, Michelangelo poteva strafregarsene bellamente. Inoltre, quando fai un lavoro pubblico, è inevitabile che vengano delle critiche. E' impossibile accontentare tutti. Gli autori stanno su un piano, i lettori su un altro: ed è meglio che questi piani non si mescolino mai tra di loro.
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