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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione dal 15/10/2024 in tutte le sezioni

  1. Ma vi rendete minimamente conto che state facendo deragliare l'ennesimo thread potenzialmente interessantissimo con le solite vaccate su Nolitta (e se non è Nolitta, è Nizzi)? Io e Mister P abbiamo risposto in topic, poi altri utenti che non avevano evidentemente nulla da dire in proposito non hanno trovato di meglio che far partire il solito flame su Nolitta. Leggetevi la prima parte di questo thread (fino ad agosto 2023) e poi la seconda e vedete se trovate qualche differenza nella discussione... La libertà di parola è sopravvalutata. Tu ne sei l'esempio vivente
    5 points
  2. Trama complicata non significa trama noiosa, almeno per quanto riguarda "Per l'Onore del Texas", a mio parere uno dei texoni più brillanti dell'ultimo decennio.
    4 points
  3. Non vorrei gettare benzina sul fuoco. Incuriosita e non avendo alcun ricordo di Cruzado, me lo sono andato a rileggere (o meglio, ci ho provato). Mi è venuto il latte alle ginocchia già alla scena di Tiger e il mulo. Poi la festa rionale danzante, la gara a chi è più pollo, le pagine e pagine di chiacchiere... Poi non c'è l'ho più fatta e ho cominciato a guardare solo le figure. Mi accorgevo che ogni singola scena durava non meno di 10 pagine di dialoghi e allora tornavo indietro per dare una risposta alla domanda che mi martellava nella testa: ma che cavolo avranno da raccontarsi in 10 pagine? E poi ho piantato lì.
    3 points
  4. Non vorrei parlare di questa storia, perché per me è stato qualcosa di indescrivibile quando uscì. Alcuni albi precedenti non mi erano piaciuti proprio. Erano diversi da come mi immaginavo un racconto di Tex Willer. Nonostante questo, fu il Segno di Cruzado che mi fece quasi abbandonare di netto il fumetto. Non l'ho mai riletta e quando mi capitano in mano gli albi, ad esempio per spolverarli, li metto subito via. Come tutti i lettori bonelliani provo solo gratitudine per quello che è stato Sergio Bonelli per Tex e mi ricordo ancora l'emozione di quando gli strinsi la mano. Ma Nolitta, qui parlerò solo dello sceneggiatore, che con i suoi personaggi faceva grandi cose, su Tex era in evidente disagio. Lo scriveva come se avesse dei tizzoni accesi sotto i piedi e nonostante questo riusciva a tirare fuori anche grandi storie - poco texiane ma sempre grandi - come El Muerto. Purtroppo, e dico purtroppo perché mi immagino che abbia fatto davvero tutto il possibile, in alcuni episodi usciva quella che io definisco la sua "avversione" per il tipo d'eroe apprezzato dal padre. Vedi Caccia all'uomo... Però per me questo fu troppo. A grandi linee mi ricordo che Tex lascia andare i ragazzi navajo dietro quel criminale efferato, invece di prenderli a badilate e farli ragionare. Poi con un ritardo colpevole parte in loro soccorso, finendo con la scena di vedersi "morire tra le braccia" uno di questi, che poco prima l'aveva implorato di mettere fine alle sue sofferenze e lui era stato lì, grondante di sudore, impietrito sul da farsi. C'è sicuramente tanto altro nelle pagine, ma ormai non mi ricordo che questo e mi scuso di errori e imprecisioni dovute alla lettura ormai datata, però l'idea di riprenderla mi è a dir poco indigesta. Un dannatissimo perdente. Su tutta la linea, che si sente addosso la responsabilità delle morti e di tutti i lutti che avrebbe potuto evitare agendo alla sua maniera. Molto bello e apprezzabile, peccato che sia Tex. In questo per me racchiude tutta l'incomprensione del personaggio che non è mai rappresentato secondo i canoni in tutta la vicenda. A peggiorare le cose c'è anche un Galep calante, con le proporzioni che non tornano e i visi raggrinziti. Quindi IMHO una brutta storia che metto tra le peggiori di sempre. Questo non scalfisce di nulla la stima immutata verso Sergio e l'ammirazione e la riconoscenza nei confronti dell'amatissimo creatore grafico del personaggio. E con questo spero d'essermi definitivamente lasciato alle spalle questo racconto che voglio solo dimenticare...
    3 points
  5. Che con gli anni anche il livello dei texoni scritti da Nizzi crollò è indiscutibile, però è ingiusto fare di tutta l'erba un fascio. Non so voi, ma titoli come "Tex il grande", "Terra senza legge", "Piombo rovente", "Il pueblo perduto", "Il soldato comanche" li reputo di assoluto livello. Poi "La grande rapina" ,"Fiamme sull'arizona" e "L'ultima frontiera" sono autentiche perle. Purtroppo con Nizzi si finisce sempre col gettare tutto nello stesso calderone e si sottovalutano anche le opere migliori. A mio avviso i disegnatori maggiormente sprecati sulla collana con storie non adattissime al loro eccelso livello grafico furono Magnus e Breccia.
    2 points
  6. "I predatori del deserto" perchè la Ballata non si tocca.
    2 points
  7. Allora Magic Wind non deve mettersi a sindacare l'espressione di Exit: al massimo può dire che non è d'accordo con lui, com'è giusto. Ma dire che esprimendosi in quel modo Exit offende tutti, è togliere la libertà di parola parlando per "tutti". Tutti chi? Ma chi ti ha nominato rappresentante? Questa è dittatura, anche se a livello forumistico.
    2 points
  8. @joe7ma fai il leguleio di mestiere? Premetto che sono fra quelli che non ha mai amato Nolitta su Tex, ma se utenti come Exit hanno la libertà di definire "blasfemo" (termine fortino in effetti!) l'esempio dell'articolo, eguale libertà ha chi si sente di difendere sia l'articolo che l'opera di Sergio Bonelli sulla testata. La libertà di parola deve essere biunivoca, se no che libertà è?
    2 points
  9. Davvero sconcertante. Che Nolitta sia stato un grande sceneggiatore penso non lo metta in dubbio nessuno. Neanche che sia stato, nel complesso, più bravo con Tex che GLB con Zagor. Ma mostrare la vignetta tratta dal Segno di Cruzado come esempio è una, passatemi il termine, "blasfemia". Quella scena è uno dei punti più bassi dell'intera saga È l'essenza dell'antitexianità. Purtroppo in nessuna sua storia Nolitta è riuscito a scrivere un Tex canonico. Ha scritto Tex per dovere e lo ha fatto al meglio delle sue possibilità, e bisogna rendegli merito, ma da questo a dire che ha portato elementi di novità positivi bisogna avere la faccia tosta. Magari GLB non avesse avuto quel maledetto incidente...
    2 points
  10. Grande editore, grande sceneggiatore ma su Tex ha sempre diviso: tra chi non regge le sue storie e chi le apprezza. Ho creato un sondaggio per vedere la risposta del Forum nei confronti di questo autore, soprattutto dopo la divisiva discussione su Watson. 5 gironi: 4 da 4 storie e 1 (questo) da 3. Passa la migliore per questo girone e le migliori due per gli altri.
    1 point
  11. Giungla crudele, ma anche Mercanti di morte meriterebbe.
    1 point
  12. Vedo che Mac non si fa crescere l'erba sotto i piedi. Due gironi in rapidissima sequenza: meglio ci togliamo subito il dente! Qui non ho dubbi "Giungla crudele" è, a mio avviso la migliore storia di Sergio su Tex.
    1 point
  13. Ciascuno ha i suoi gusti, ed è giusto che sia così. Per me quel texone è stata una storia pesante, noiosissima, con tante situazioni storiche documentatissime e accuratissime di cui me ne importava meno di zero. Con personaggi vuoti come zucche (la donna-fenomeno di spia poi è assurda, neanche Fujiko Mine è così ridicola). Con una storia cosi ingarbugliata che alla fine non ho capito niente su cosa stavano li i personaggi a fare. E con dei disegni anonimi: sfondi buoni, ma personaggi che sembrano ingessati. "Meno male che l'ho finito" era stato il mio primo pensiero alla fine della storia. Per forza che l'ho votato come peggiore. Ho detestato anche l'altro texone col giovane Tex, ma questo lo batte di gran lunga. No, il giovane Tex proprio non lo digerisco...
    1 point
  14. A mio parere, il peggior Texone - ma solo per la trama, non per i disegni - è Mercanti di Schiavi, di Nizzi e Sommer. Una storia noiosa, senza guizzi, senza nerbo, mi pare anche - vado a memoria - che avesse qualche buco di sceneggiatura. Una pessima storia, insomma.
    1 point
  15. Due disegnatori che non rendono giustizia a Tex...
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  16. Oltre a questa Diso ha disegnato ulteriori storie di Tex ?
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  17. E' giusto che ci siamo presi due punti di ammonizione: la discussione stava degenerando. Cercherò di stare più attento in futuro. Mi scuso con Magic Wind, non avevo intenzione di offenderlo, ma di spiegare la situazione, almeno come io l'avevo capita. Ma si vede che non mi sono spiegato bene. Non parliamone più e andiamo avanti.
    1 point
  18. A leggere diversi miei messaggi non mi stupirei che fosse sorto il dubbio se io sia o no un fan sfegatato di Tex. E allora perché mi piace vincere facile, dirò qualcosa su questo CAPOLAVORO insuperabile scritto tanti anni fa dal grande Giovanni Luigi Bonelli e disegnatore magistralmente dal maestro Erio Nicolò. Non è che dichiarandosi di essere di parte si può salvarsi dall'accusa di partigianeria, però ancora adesso quando apro un Tex realizzato da questi due loschi figuri , i miei autori preferiti, so che c'è tutto quello che voglio leggere in un fumetto e non solo. Il grande intrigo con può essere giudicato con semplici voti. Primo perché non ce ne sarebbe uno idoneo, poi perché un giudizio così sintetico non rende giustizia della bellezza e grandiosità di questa incredibile vicenda. Secondo me, siamo di fronte a uno dei vertici del fumetto non solo italiano e nonostante questo a seconda del periodo ogni tanto scende dal primo gradino del mio virtuale podio, sostituito da un altro gioiello Bonelliano altrettanto meritevole. Pensa la sfortuna che abbiamo avuto noi bambini texiani... E dopo aver lodato, non abbastanza, non come meriterebbe, questo racconto, vediamo di dire qualcosa a riguardo, non certo originale. Diceva bene Diablero che è una specie di seguito. Però è anche vero che questa peculiarità viene sfruttata il giusto, senza appesantire la narrazione. L'oro dei navajo è un'ottima scusa per causare problemi al popolo di Aquila della Notte, senza per questo riscrivere Dugan, il bandito. E infatti qui di banditi classici, pistoleri o criminali efferati, in pratica non se ne vedono e invece troviamo quelli altrettanto pericolosi che tramano nell'ombra, usando mezzi come potere, denaro e conoscenze per preparare La trappola perfetta per incastrare Tex, l'ostacolo più grande, assieme ai pards, interposto al tesoro nascosto nella riserva. Nella storia ci sono diversi prima e diversi dopo. Es. Prima della cattura, dopo di questa, prima dell'entrata in carcere e il seguito... L'inizio è tutto di Tex che all'oscuro si fa incastrare dalla bellissima ragazza - nel realizzare quella vipera di Myra Solano Nicolò compie un miracolo - e dalla vista insopportabile di Kelly. Si potrebbe pensare che fosse più logico farlo fuori subito, ma così non è. Era più sensato screditarlo, stiamo parlando di un ranger famoso e stimato da tutte le persone per bene , e sperare finisse condannato all'impiccagione. Nel preciso momento che Tex si ritrova incarcerato succede però qualcosa di assolutamente inaspettato. Fino a quel momento il ranger pareva in balia degli eventi, cosa naturale essendo all'oscuro del complotto, ma ora torna nel pieno controllo della situazione sebbene drammatica. Ai pards che non escludono l'uso della forza, dice no. Sospetta subito quale sia lo scopo dei criminali che l'hanno fatto finire in galera e assieme ai pards organizza le contromisure. Inizia una delle più belle partite a scacchi fumettistiche... Il resto del racconto, che poi è stranoto a tutti, può non essere raccontato, ma vale la pena mostrare tutti gli elementi che rendono questa epopea inarrivabile. La trama. È allo stesso tempo complicatissima - tante location, tanti personaggi, tanti avvenimenti - e semplice. Infatti viene detto solo l'indispensabile e nulla più, lasciando liberi i lettori di farsi un'idea del resto, SE LO VOGLIONO. Il registro. È drammatico come non mai, forse comparabile con il giuramento e il finale di tramonto rosso, ed è giusto che sia così stante la situazione, ma Tex e I pards sono sempre propositivi, fiduciosi, sfidano le avversità con un piglio al di fuori del comune, in fondo sono eroi, e tu lettore pur soffrendo per le ingiustizie ti senti lì assieme a loro a combattere per la giustizia altrettanto fiducioso. Tutto molto catartico ... I dialoghi. Sono tantissime tavole piene zeppe di dialoghi eppure non cambieresti nulla. Si raggiungono vette altissime con Carson, sia quando interloquisce col banchiere Pelton, sia con il Clem. Due personaggi molto diversi, eppure ad entrambi mostra "plasticamente" il modo di pensare dei nostri. A Pelton dice espressamente che se non sarà In nome dela legge per la quale lui e gli altri hanno sempre combattuto a fare giustizia, la otterranno con le colt in pugno e a Clem chiarisce senza troppi giri di parole che per salvare Tex possono essere generosi come nessun altro vista la posta in gioco, ma averli come nemici non è da augurarlo a nessuno. I nemici. Cosa si può chiedere di più dagli avversari. Mettono in estrema difficoltà Tex e soci e chi ha avuto la fortuna di leggere la storia mese per mese, sarà stato nel dubbio fino alla fine che andasse per il verso giusto. Perché Parker le prova davvero tutte per far finire Tex sotto un metro di terra, non gli si può rimproverare nulla. E alla critica sul finale che alcuni definiscono affrettato o insoddisfacente rispondo che è superlativo. GLB non chiude come forse se lo aspettavano in molti, perché appunto era scontato. Questa è la storia del nemico "normale" più pericoloso di sempre ed è giusto che sia finita per mano sua che aveva dato il via alle danze. E la scelta di Tex di volerlo in prigione e non morto è chiara: soffrirà più a vedere crollare il suo potere e sarà confermato al gesto drammatico finale (preferisce la morte). Una menzione speciale va a Myra, la più bella, affascinante, intelligente, pericolosa e diabolica avversaria di Tex. Alzi la mano chi non è rimasto ammaliato da tanta grazia diabolica. Perché per credere che riesca a far fesso Tex il personaggio deve essere assolutamente credibile e lei è perfetta. Merito della sceneggiatura, ma soprattutto della realizzazione grafica che l'ha fatta "amare" nonostante tutto ai lettori. I pards. Leggo spesso che gli sceneggiatori si trovano in difficoltà a gestire quattro eroi come i nostri. Qui si dimostra che non sarà facile, ma avere tre pards come Kit Carson, Kit Willer e Tiger Jack è una manna dal cielo. Se Tex è immenso e inarrivabile, leggete le pagine che si svolgono a Vicksburg per capire come si costruisce l'aura di eroicità di un personaggio, forse che gli amici sono da meno? Carson stratega, altroché vecchio rinco*lionito, che organizza l'evasione. Soprattutto monumentale la scena con Redwood dai Mohaves, dove io credo avrebbe fatto scuoiare vivo il tizio pur di farlo parlare, anche se poi pare soddisfatto della sua resa "spontanea". E che dire di Kit e Tiger. Il figlio è il navajo reggono da soli le sorti della riserva. Proteggono il loro popolo e non attaccano gli incolpevoli militari. Dimostrano l'innocenza loro e dei pellerosa per i fatti occorsi al ranch e in pratica convincono gli ufficiali dell'esercito, ben contenti alla fine di non macchiarsi le mani con il sangue di innocenti. Il figlio davvero degno del padre e un giorno di prendere le redini della riserva, capace di attaccare Lyman e di far spianare le armi ai militari ricordando che sono a casa sua. Poi Tiger, il Tiger di Nicolò, è l'emblema del più grande guerriero, fiero rappresentate della tribù. Il coltello piantato nel cactus è il simbolo dell'amicizia che lo lega a Tex. La rinuncia, a malincuore, a far fuori Myra è solo perché è il pard che glielo chiede... Il quartetto più famoso del West è riassunto nelle indimenticabili vignette prima dell'ingresso di Tex nel carcere. Ci sono poche parole eppure c'è dentro un mondo. Tutto questo non è ancora niente. L'uscita di Tex dalla vedova, l'assalto del ranger a quel bastardo di Mister Murdock Nella cella della morte da cui alla fine fugge con l'aiuto di quei galeotti che magari aveva fatto finire lui al fresco. Le colonne di militari in marcia verso la riserva, le non apparizioni del grande manovratore che parla senza mai essere inquadrato (scelta geniale), il comandante del carcere interessato solo alla fornitura di whisky e i pards che salvano coloro che hanno mandato Tex ad un passo dal L'ombra del patibolo. Ebbene cosa chiedere di più? Pensare che io ho letto per primo l'albo conclusivo, senza per questo perdere nulla della bellezza di tutto questo. Alla faccia di chi detesta gli spoiler... La rabbia che provo da anni è perché si è perso questo Tex. Perché si cerca di farlo diverso, più moderno, più umano, quando non può esserlo più di allora. Non ci sono ringraziamenti sufficienti da offrire agli autori. Ho avuto la fortuna di avere tra le mani gli albi da bambino, ma ancora oggi, alla milionesima rilettura trovo un particolare che mi era sfuggito, un'inquadratura che non avevo ben osservato e la apprezzo ancor di più. Io voglio "troppo bene" a questo fumetto e vederlo imho tradito mi manda, letteralmente, in bestia. Ma sono e lo sarò sempre, uno dei texiani più duri e irriducibili
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  19. Il segno di Cruzado fu per me una cosa sconvolgente, ancora più di Caccia all'uomo, forse. Forse fu il Tex che mi sconvolse più di tutti. Perchè Caccia all'uomo era disegnata da Fusco, e con uno sforzo potevo evitare di pensare che quella specie di Mister No fosse Tex. E così con altre storie non disegnate da Galep e sceneggiate da Nolitta. Con El Muerto la storia invece era disegnata da Galep, quindi un tratto classico...però almeno Tex vinceva, anche se la storia aveva un Tex irriconoscibile, e anche irritante, con quel suo immobilismo. Ma col segno di Cruzado, abbiamo un Tex imbecille, buono a nulla e perdente disegnato da Galep! Non so se vi rendete conto del voltastomaco che mi provocò una storia simile. Tex preso in giro da quel deficiente di Cruzado. Tex che sconfigge Cruzado con una pollata in faccia e poi lo prende a sberle, facendolo girare come nei cartoni animati. E quegli imbecilli dei giovani navajos che, nonostante il fatto che Cruzado sia stato trattato come un tappetino col battipanni da Tex, vanno lo stesso con l'eroe Cruzado in caccia di gloria. Insieme al tizio preso a schiaffi e a pollate da Tex. Una cosa del genere non stava in piedi nè in cielo nè in terra. Non ci credo neanche adesso. Poi alè, stragi, massacri, Tex che cerca di salvarli ma non ne salva neanche uno (o forse uno solo, mi pare). Da perfetto fallito. E infine la ciliegina sulla torta: la patetica scena di "uccidimi uccidimi uccidimi" e lui "no no no, diglielo tu tiger no no no io non posso...". Una lagna che va avanti per non so quante pagine e quante vignette strazianti stile Donna Letizia. Una scena studiata apposta da Nolitta per fare un Tex letteralmente incapace e buono a nulla. Che suda come in un manga. E sì che in El Muerto era El Muerto che sudava, mentre Tex non aveva neanche una goccia di sudore. Poi alè, in Cruzado butta giù tutto il sudore accumulato in migliaia di storie. Tex il sudatore pazzo. Ragazzi, Cruzado è stata la storia più tremenda di Tex, proprio un antiTex. Da dimenticare. Ehi, se a qualcuno piace quella storia non se la prenda per quello che ho scritto. Sono opinioni mie. Chiunque può dire che Cruzado è una bellissima storia e un capolavoro nei secoli, che fa vedere come esiste anche la sconfitta, eccetera. Mica mi offendo. Ho solo detto la mia.
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  20. Quoto e condivido. Mentre mi ricordo ancora bene dell'impatto di "caccia all'uomo", lo sbigottimento e la sorpresa a leggere una roba simile su Tex, mi rendo conto che "Il segno di Cruzado" l'ho cancellato. Quando l'ho letto credo avessi già saputo che era Nolitta l'autore estraneo, ero già abituato a leggere alcune storie "turandomi il naso" alla Montanelli, credo avessi già smesso di leggere Tex alcune volte... ma ricordo ancora il disgusto che provai. Non ricordo i dettagli della storia o gli eventi (a parte la scena con i goccioloni alla paperino su Tex... quella è indimenticabile...). Ma il senso di "peggio di così non si può andare", del tradimento totale di tutto quello che Tex era stato. Non mi ricordo se fu una delle storie che mi fece smettere di leggere Tex o no, so che lo feci diverse volte ma non ricordo i numeri precisi. Ma so che chiuso l'ultimo albo l'ho messo via e non ho più voluto riaprirlo (e i Tex all'epoca li rileggevo un sacco di volte) Pare paradossale dirlo, ma se ancora leggo Tex e non ho smesso definitamente in quegli anni, è stato per l'arrivo di Nizzi: fino a quel momento ancora c'erano abbastanza storie di GL Bonelli da riprendersi fra una storia di Nolitta e l'altra, ma terminate quelle, chi l'avrebbe retto un Tex scritto solo da Nolitta? Io no di sicuro...
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  21. Non è che hai qualche leggerisissimo problema nella lettura e, soprattutto nella comprensione, degli scritti altrui? 1) non ho parlato abusivamente a nome di nessuno 2) non ho insultato nessuno (sconcertante era il termine usato da Exit che io ho semplicemente ripreso) 3) non ho intimato il silenzio a nessuno 4) Exit ha espresso il suo parere in modo tutto meno che educato (altrimenti non sarei intervenuto) Comunque se vuoi proseguire con queste dinamiche da seconda elementare io non ho mica problemi, eh
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  22. Il tuo commento non fa una grinza. Ma ti do, se lo accetti, solo un consiglio fraterno: non dire mai frasi del tipo "chiudiamo pure il diverbio" o "finiamola qui" et similia perché puoi dare l'impressione, sicuramente sbagliata, che vuoi avere l'ultima parola e negare un'eventuale replica. Ciao.
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  23. A onor del vero, Magic Wind ha espresso un suo pensiero e non credo intendesse parlare a nome di tutti, al massimo solo per coloro che apprezzano Nolitta. Nè tantomeno ha puntato la pistola per intimare il silenzio. Prendi me a esempio; io non apprezzo le storie di Sergio su Tex e mi ritrovo più vicino alle idee di Diablero su questo punto, di conseguenza non mi sento tirato in causa dall'arringa di Magic Wind, ma ritengo comunque corretto che, chi non la pensa come me, sia libero di poter ribattere a chi reputa quelle scene ridicole o quant'altro. Troppo spesso viene tirata in ballo la parola "dittatura" a capocchia (non scherziamo le dittature sono cose serie che in questo contesto c'entrano come i cavoli a merenda); se per ogni diverbio si scomoda la libertà di parola e quant'altro, le discussioni vanno tutte in vacca. Detto questo, è giusto tornare in topic e chiudere il diverbio.
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  24. Non mi interessa schierarmi con chi giudica blasfema la sequenza o con chi la ritiene degna…la cosa fastidiosissima è la deriva che ha preso la discussione, e qui ha ragionissima Magic Wind.
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  25. Concordo. Anche perchè c'è una differenza non da poco. Exit chiama (GIUSTAMENTE) Blasfema quella vignetta perchè viola apertamente un "canone", una "bibbia dello sceneggiatore di Tex": quella vignetta È BLAFEMA perchè prende un "mito" e lo riduce a macchietta (la scena, con i goccioloni che colano dalla fronte di Tex, FA RIDERE, anche se vorrebbe essere (melo)drammatica. Inoltre che Tex, che ha ammazzato migliaia di persone, grondi sudore all'idea di sparare ad un moribondo per non farlo soffrire più, anche se glielo chiede, è grottesca.) Si può dissentire? Certo che si può dissentire, c'è gente (anche famosa) che dice che TUTTE le storie di GL Bonelli partono con Tex che prende ordini da un militare, c'è uno degli attuali autori di Tex (Ruju) che in una intervista recente ha sostenuto che GL Bonelli "teneva sempre fissa la telecamera su Tex" (dimostrando di non aver mai letto Il Figlio di Mefisto e altre decine di storie), c'è gente che dice che le storie di GL Bonelli erano noiose e Nizzi è molto meglio, si può dissentire su qualunque cosa, anche in barba all'evidenza (e molti lo fanno) Però qui è diverso. Magic Wind non si limita a dissentire, ma nega il diritto a chiunque invece di "denigrare" quella vignetta ridicola. In pratica considerando "blasfema" la critica, e "sacro e intoccabile" NON Tex, come "canone", ma UN AUTORE, sacro, che non si può criticare...
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  26. Vorrei esprimere una mia opinione che, come al solito, è solo una mia opinione. Un conto è criticare l'opera di un autore, in bene o in male, in maniera più o meno accesa, argomentando molto, poco o per niente. Siamo qui apposta. Viva Villa, abbasso Villa. È legittimo. Un conto invece è criticare chicchessia perché critica chicche e sia. Si può solo dire, nel rispetto per gli altri (lo stesso che si deve pretendere dagli altri): non sono d'accordo con te. Magari motivandone il perché.
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  27. Qui l'unica cosa sconcertante sono certi commenti. Quello che tu puoi trovare legittimamente "blasfemo" ad altri può invece piacere, per ragioni che si prendono anche la briga di motivare e approfondire. Quindi la faccia tosta direi che è tutta di chi senza aggiungere nulla alla discussione scrive con l'unico intento di denigrare le opinioni altrui...
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  28. Ben tornato caro Stefano; ti sei beccato la critica alla critica! A parte le battute, fatti sentire più spesso sul forum, c'è tanto bisogno della tua simpatia e ironia!
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  29. Sentite, l'argomento è molto interessante e sarebbe un peccato che poi ci dicano di fermarci perchè siamo OT: che ne dite se apriamo un thread al riguardo? Così una buona volta facciamo chiarezza sul mistero GLBonelli e raccogliamo sul thread TUTTO quello che avete raccolto in questo forum: interviste, informazioni, eccetera. Solo così si potranno fare dei confronti chiari e delle discussioni costruttive e giungere infine non dico alla chiarezza, ma quasi.
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  30. In realtà a parte il tono polemico tipico di una discussione accesa, questi messaggi sono quello che rende interessante e utile un forum. L'interpretazione di Diablero è intrigante e mi convince, ma non c'è dubbio che le contestazioni siano altrettanto importanti, anche perché hanno portato lo stesso Diablero a precisare e ad affinare la sua tesi. Che nel periodo in cui uscì la storia, Sergio fosse preoccupato perché si rendeva conto che lo scrittore più importante della casa editrice era in evidente difficoltà e stesse testando soluzioni per tamponare le problematiche è credibile. In buona fede Sergio e Decio sono, con molta probabilità, intervenuti. In questo caso non apportando miglioramenti, mentre è possibile che in seguito, col peggioramento delle condizioni di GLB è possibile che non avessero altre alternative. Comunque sia, un lavoro filologico di ricostruzione degli interventi non solo è fare il proprio lavoro di lettori appassionati, ma doveroso. Lo si fa per ricostruire molte opere letterarie o artistiche e lo meriterebbe anche Tex. Quindi ben venga e anzi organizzerei "studi congiunti", del tipo di decide una storia da analizzare, la si rilegge tutti e poi si ne discute... In fondo i veri esperti della materia siamo (immodestamente) noi texiani
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  31. Forse è questa la questione. Appena si ha la sensazione che una scena, una trovata o altro ha funzionato e si inizia a replicarla. Probabilmente è stato così per le bistecche e patatine, anche se sospetto che l'idea che piacessero era un'autoconvinzione di Nizzi basata su quello che credeva fosse Tex. È così per il Tex supereroico che affronta il pericolo sprezzante dei rischi inutili. Forse è nato così il convincimento che Tex è tanto buonino che neanche prova più a disarmare gli avversari, ma li lascia sparare sempre per primi. E non è escluso che valga per le avventure rosa. Sarà che per anni ci si limitava a cortesie da gentiluomini e si è creduto fosse il caso di metterci un po' di scappatelle. Imho ben presto si finisce per ripetersi e per scivolare nel cattivo gusto, come avvenne con i pards che preferivano il ristorante alla cattura di criminali o come negli albi dove Carson faceva la mano morta a una conoscente o nel Texone con Kit che andava a meretrici.
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  32. A me non ha dato fastidio la svolta romantico-sentimentale di un giovane Kit Carson (qui non vecchio satiro o altro) con la bella e volitiva Eve, ma il tono sopra le righe, con il padre arido e delinquente, il fidanzato codardo, la cotta per il centauro (Kit l'Uomo chiamato Cavallo), la lanterna magica, il tamburo del fucile intarsiato, la morte da tisica tra le braccia del suo idolo, la visita alla sua tomba e il collegamento alla vicenda parallela di Stella Splendente e quella dei suoi figli, anche loro salvati da Kit e poi anche da Tex. Tanti, troppi ingredienti miscelati in maniera melensa e talvolta assurda. Un storia così piena di facezie Giusfredi l'ha scritta l'anno scorso per Dampyr. Ma quella era una storia horror-fantasy in cui può succedere di tutto. Spero di non essere linciato, ma tra questa e l'ultima storia di Nizzi per la serie regolare (al netto delle belle tavole di Ticci) preferisco la seconda. Ovviamente alla storia di Nizzi preferisco quella degli alieni di @borden e a questa la vicenda di El Diablo sempre di Boselli. Non mi esprimo finora sull'ultima di Ruju perché non completa e di per sé già troppo sopra le righe per il soggetto di partenza. E anche i disegni per quanto piacevoli, sembrano più adatti ad una vicenda umoristica che a una storia di vendetta !
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  33. Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli Disegni: Aurelio Galleppini Periodicità irregolare: Ottobre 1958 Inizia nel numero 1 a pag. 87 e finisce nello stesso numero a pagina 130 Tex incappa in un massacro compiuto dalla banda di El Diablo, e giura all'uomo torturato a morte che trova, di salvare sua figlia. __________________________________________ Sul serio non c'era un topic aperto su questa storia? L'ho cercato senza trovarlo. se mi sono sbagliato, pregogli amminstratori di trasferire questo messaggio nel topic apposito. Nel frattempo, via col commento. Eccoci alla terza avventura. Qui abbiamo praticamente due storie in una. Da un lato ci ritroviamo una tipologia di avversario che ci ritroveremo più di una volta di fronte nel prosieguo della saga di Tex: il desperado messicano. Che sia interessato solo al profitto o che voglia conquistare il potere in una parte degli USA o nel Messico, bene o male Tex avrà spesso a che fare con questo tipo di avversari. El Diablo è sostanzialmente un bandito, ma vuole che sua figlia Florecita lo creda un patriota impegnato in azioni di guerriglia per vendicare la conquista delle terre a nord del Rio Grande da parte degli Stati Uniti nella guerra del 1848. Tex non avrà il cuore di rifiutare l'ultimo desiderio di un morente e manterr? il segreto con Florecita. Non molto dopo Tex apprender? che Florecita è stata rapita da un losco figuro che viene chiamato Bill Mohican. Arriver? troppo tardi, Florecita si uccisa per la vergogna di essere stata stuprata e Tex non potr? che vendicarla e tornare indietro con l'amaro in bocca. Poche osservazioni: 1) Appaiono qui per la prima volta: Marshall, capo del West Department, Kit Carson, destinato a diventare amico fraterno di Tex, ed Arkansas Joe, che, a dire il vero è alla sua unica apparizione, se si eccettua un breve flashback nella storia ?La grande invasione?. 2) Tex viene arruolato nei Rangers e cessa, quindi, almeno ufficiosamente, di essere un fuorilegge. In verità quello in cui entra Tex è una specie di Servizio Segreto Federale alle dipendenze di un fantomatico (nel senso che non è mai esistito) West Department con sede a Washington. Di questo servizio fanno parte tre agenti: Arkansas Joe, ufficialmente un pistolero, Kit Carson, ufficialmente Scout dell'Esercito e Tex, ufficialmente un fuorilegge. Sull'esatta natura di questi Rangers lo stesso Bonelli non sarà mai troppo coerente, oscillando spesso tra l'idea che siano un corpo paramilitare federale (e da qui l'esistenza di comandi a Phoenix e Santa Fe) e l'identificazione pura e semplice con i Texas Rangers (e la contraddizione di vederli agire per crimini commessi in New Mexico, Arizona, Utah, dove tecnicamente non avevano giurisdizione ed erano solo privati cittadini). 3) Compare per la prima ed unica volta il Ranger Jeff Weber (il cognome, però, lo sapremo solo più avanti), fisicamente una via di mezzo tra Errol Flynn e Clark Gable, contatto iniziale tra Tex e Marshall. 4) Giusto per parlare di contraddizioni, se Jeff Weber appartiene allo stesso servizio segreto in cui fa entrare Tex e Tex è il n° 3 dopo Arkansas Joe e Kit Carson, Jeff cosìera: il numero zero? 5) In quel periodo G. L. Bonelli non era solito dividere esattamente le storie con un inizio ed una fine ben definiti da un titolo o da un' Fine dell'episodio? Accade, quindi, che non tutti siano d'accordo su come dividere queste prime storie. C?? quindi chi considera quella di El Diablo e quella di Bill Mohican due storie separate, io ovviamente no. 6) In nessun punto della storia si dice che Florecita è stata violentata, ma il lettore smaliziato capisce subito sia perchè Bill Mohican rapisce fanciulle sia cosa è successo veramente a Florecita. Quanto al lettore meno smaliziato (per esempio un bambino), magari potr? rimanere turbato alla notizia del suicidio di Florecita (ma è dubbio che un bambino del 1948 potesse esserlo), ma non certo da riferimenti sessuali trattati davvero con molto garbo. 7) Da notare come nelle storie non manchi mai una comprimaria femminile. L'era della misoginia per Tex doveva ancora iniziare. clap Sempre all'altezza i disegni di Galep, col sempre probabile aiuto di Angelo Corrias In sintesi. Una bella storia, pur se niente di eccezionale.
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  34. È un episodio davvero macabro... Devo concordare con chi ha evidenziato l'assurdità di certe scene, su tutte la piccionaggine nel farsi catturare . Sembra davvero una storia scritta al tavolino per far fare brutte figure. Io, nel caso in cui Tex si fosse trovato legato per le mani, gli avrei fatto alzare le gambe e sfoderare il coltelluccio dello stivale che tiene per le emergenze anziché farlo salvare da una vecchietta... Voto 3.5
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  35. Riprendo questo punto per un osservazione sui "seguiti"... Questa storia è un ottimo esempio di come si fa un seguito "fatto bene". Parte dalla fine della storia precedente, ne segue le premesse e le conseguenze. Ricordiamo di cosa parla "Dugan il bandito": Dugan viene a sapere che c'è l'oro nella riserva navajo, e si fa condurre fino all'ubicazione esatta, ma poi viene ucciso con tutta la banda. Pensiamo a come è stato fatto recentemente il seguito di "Taglia: 2000 dollari": se Bonelli avesse fatto il seguito di questa storia nella stessa maniera, la trama sarebbe stata probabilmente questa: Dugan che si era salvato sgusciando via sotto il naso di Tex con le tasche piene d'oro, come il banchiere di taglia 2000 dollari, d'accordo con Kelly che si era ricomprato lo stesso saloon, avrebbero dato acqua di fuoco ad ALTRI due Navajo (uno dei quali magari era il fratello di Cane Giallo) per condurli in un'altra grotta piena d'oro nella riserva Navajo... Invece qui GL Bonelli riprende il finale di Dugan il Bandito, senza alterarlo ma anzi costruendo su di esso: se ricordate (o se ricontrollate) quella storia termina con un Tex pessimista che dice che finché avranno a che fare con banditi come Dugan o piccoli cercatori d'oro potranno difendere la riserva, ma che se la notizia arriverà a qualche grosso affarista smuoverà la politica e provocherà la cacciata dei Navajos dalle loro terre. Che è puntualmente quello che avviene (o rischia di avvenire) in QUESTA storia! Questa storia è COMPLETAMENTE DIVERSA da "Dugan il bandito", non ne è un remake mascherato. Le grotte con l'oro non compaiono nemmeno. Solo una piccola parte si svolge nella riserva, e Tex non vi prende parte. Però prende il finale di "Dugan", e SENZA ALTERARLO MINIMAMENTE ne segue le possibili conseguenze: Kelly, che si era salvato, va a raccontare tutto a qualcuno di ben più minaccioso e pericoloso di un comune tagliagole come Dugan: lo racconta al ricco proprietario di un giornale, uno che comanda i media! (insomma, praticamente a Berlusconi... ) Anche questa è una "buona norma" nei seguiti: l'escalation. Non solo il "seguito" non deve essere un mero remake e non deve fare ret-con, ma per non deludere, dopo la storia originale, la posta in gioco deve essere più alta, il nemico più pericoloso (pensate a come Mefisto ogni volta sia più forte, e anche Yama anche se dovrebbe essere un novellino si vede fare cose che Mefisto non aveva mai fatto). Quindi, se la prima volta si trattava di un comune bandito e della sua banda, stavolta si tratta di un uomo molto potente, tanto da poter muovere la politica e l'esercito ai suoi ordini (Marcus Parker è, in potere politico e denaro, probabilmente l'avversario più potente mai affrontato da Tex. E per questo mi sa che non avrebbe alcun senso fare un seguito di questa storica, come la fai l'escalation da qui, fai affrontare a Tex direttamente il presidente degli Stati Uniti?)
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  36. Recentemente in una discussione su quanto fossero "complicate" le storie attuali e quanto "semplici e ingenue" fossero le storie di GL Bonelli, ho sfidato chi diceva quelle cose a contare i personaggi presenti in questa storia. Ovviamente non l'ha fatto nessuno... Però mi dispiace che non l'abbia fatto nessuno, e visto che ogni occasione è buona per rileggersi questo capolavoro, ecco i "pochi personaggi delle storie semplici di una volta" (come si "contano i personaggi"? Ovviamente non contando anche le persone anonima sullo sfondo, un personaggio è una persona identificata e identificabile che ha un ruolo e verrebbe citata nei titoli di coda con il nome o con un una identificazione precisa, non come "donna piangente scena funerale #1"_) La storia, prima di tutto, riprende una storia precedente, "Dugan il bandito", di cui è un vero e proprio "seguito" (mi viene in mente che ho letto, pochi minuti fa un post nel forum che diceva che nelle vecchie e buone storie di una volta non accadeva mai... ) Infatti, 1) Kelly, il barman, sopravvissuto alla fine di quella storia, e uno dei pochi che sa dell'esistenza dell'oro nei monti della riserva Navajo, va a raccontare tutto all'"Uomo di Flagstaff" subito nella prima pagina, dando il via all'intrigo (che parte proprio dal suo assassinio, così impara!) Notare che GL Bonelli, da buon narratore che ritiene di avere lettori svegli, NON fa nessun flashback della storia originale: chi se la ricorda bene, gli altri possono andare a rileggersi gli albi, non si SPRECANO pagine a raccontare cose già viste....) Nella prima pagina incontriamo anche 2) l'Uomo di Flagstaff, Marcus Parker, il grande tessitore dell'intrigo, e 3) Il suo fido braccio destro, Fred Redwood Se è un po' che non lo fate, rileggetevi almeno l'inizio di questa storia. L'abilità in cui, IN UNA SOLA PAGINA e senza sprecare tempo in cose inutili, vengono presentati i due nuovi avversari, il ritorno di Kelly e il pericolo per i Navajo... questo è SAPER SCENEGGIARE, altro che "storie ingenue"... Subito dopo conosciamo... 4) Myra Solano, "Viso d'angelo, cuore di pietra, cervello da volpe", bellissima come tutte le donne di Nicolò, e la vera organizzatrice della trappola per Tex 5) Lo sceriffo di Gallup, pedina inconsapevole. 6) Clay Heber. complice di Myra che si occopa del "lavoro sporco", che diventerà importante come testimone. 7) il signor Pelton, il direttore della banca Fargo, che organizza la difesa di Tex nel processo e collaborerà nel terzo albo alla fuga di Tex 8) L'avvocato Martin, il legale di Tex (all'inizio non volevo includerlo, visto il suo ruolo davvero marginale, ma poi ho visto che GL Bonelli lo mette in scena per un bel po' di pagine, più di quante ricordavo...) 9) il vice-sceriffo Morton, che scorta Tex a Vicksburg. 10) Lo sceriffo (corrotto) di Holbrook che cospira per ammazzare Tex lungo il viaggio. 11) Jeff, il vice dello sceriffo. 12) Faradine, capo del dipartimento indiano (all'inizio è solo citato per nome, poi lo si vedrà agire) 13) Larry Lyman, il nuovo agente indiano dei Navajo e personaggio più odioso di tutta la storia. 14) Il sergente Mike Murdock, il capo sorvegliante di Vicksburg (chi all'epoca leggeva Devil noterà il nome uguale a quello del fantomatico fratello gemello di Matt Murdock: coincidenza?) 15) Clem, il complice di Mike Murdock che fa da collegamento con gli indiani Mohave 16) Slim, guardia carceraria 17) Joe, guardia carceraria 18) Hayden, il direttore (alcolizzato) del carcere di Vicksburg 19) "Rosso", uno dei carcerati che fa amicizia con Tex (che poi lo farà fuggire insieme ad altri galeotti, altro che ligio alla legge...) 20) Robby, guardia carceraria 21) Lucky, il barman del "Red Bull" a Vicksburg (città) 22) Victorio, il capo dei guerrieri Mohave 23) Bill, guardia carceraria che tenta di ammazzare Tex 24) Driscoll, guardia carceraria (sto elencando SDLO le guardie carcerarie che non solo sono identificate per nome ma hanno ruoli "parlanti" che portano avanti la storia, altrimenti sarebbero molte di più) 25) il comandante di Fort Defiance 26) Il sergente Bryan, che scorta Lyman nella riserva 27) Il capitano Stone, che va a requisire i fucili dei navajo e poi comanderà la spedizione militare nella riserva. 28) Bill Finney, l'allevatore padrone del ranch "doppio sette", incaricato da Lyman di fornire bestie malate e malandate che però svela tutto a kit, e che in seguito verrà derubato. 29) Mike, il capo dei cowboy di Bill Finney 30-31) Tom e Nick (più altri complici innominati), ladri di cavalli assoldati da lyman per fare razzie dando la colpa ai Navajos 32) Lo scout indiano del capitano Stone. Non viene mai chiamato per nome ma si vede agire spesso autonomamente in diverse scene 33) il capitano Donovan, comandante della seconda colonna militare con i cannoni. 34) Sam, il sorvegliante in capo alla cava di pietra. 35) Damby, il direttore del "Flagstaff post", pennivendolo agli ordini di Marcus Parker, che è l'editore del giornale. Negli ultimi anni di attività, diciamo dagli anni 60 in poi, la visione del ruolo della stampa per GL Bonelli cambia radicalmente. Se nei primi albi era quasi una visione "eroica" (gli eroici giornalisti che quasi si fanno ammazzare in "uno contro venti" e "vendetta navajo"), anni dopo è una visione sprezzante, di una stampa sempre al servizio dei potenti, che sparge odio e menzogne, con i giornalisti descritti come lecchini servili. Pensate cosa avrebbe scritto se avesse visto la TV di oggi... 36) Oswald Foster, la "mano sinistra" di Marcus Parker. 37) Frenzy, scassinatore assoldato da Foster. 38) Lo "specialista" che Frenzy fa chiamare per aprire la cassaforte. 39) Mango: guerriero navajo che si nasconde fino a quando i soldati non sono attorno al pueblo ad assediare kit, Tiger e gli altri navaho, e poi con il suo gruppo fa saltare l'ingresso del canyon. 40) Bill Heming, tirapiedi di Foster. 41) Mike, buttafuori di Myra Solano. 42) Tom, il barista di Myra Solano che riconosce Bill Heming e la mette sull'avviso. Ed essendo un "fan" di Kit Carson, gli racconta tutto quello che gli serve per catturare Myra. 43) Il capitano Torrington, inviato dal comando dei rangers. 44) Abbot, l'agente della Pinkerton che ha fatto indagini indipendenti arrivando anche lui al nome di Marcus Parker, pur senza riuscite a trovare prove Come tutte le liste di questo tipo, anche questa è opinabile e contestabile: qualcuno avrebbe aggiunto anche altri personaggi (il giudice, per esempio), altri avrebbero magari tolto personaggi abbastanza anonimi come Tom e Nick o qualche guardia. Ma il punto è che se confrontate CON GLI STESSI CRITERI questa storia alle storie attuali, vedrete che anche le storie più "complicate" di Boselli ne hanno molti meno. poi a seconda del criterio che utilizzerete invece di essere un "44 a 15" sarà un "50 a 25" o un "35 a 9"... Eppure, qualcuno ha mai avuto qualche difficoltà a seguire questa storia? A distinguere fra questi 44 personaggi? Nessuno, vero? Un po' è perchè "la conta dei personaggi" non è un buon criterio per giudicare quanto è "difficile" una storia (però è quello che vedo usare più spesso, anche se non li contano, vedo continue lamentele che "oggi ce ne sono troppi"), un po' è ovviamente perchè GL Bonelli era davvero bravo a caratterizzarli in poche battute. Ma per me è anche nella maniera in cui sono utilizzati. Sono tutti personaggi che appaiono e scompaiono secondo la loro funzione nella storia, e ci viene detto solo quello che dobbiamo sapere. Niente di più. Non ci viene mai raccontato cosa ha fatto Parker al figlio del giudice lymestone. Non serve. Serve solo sapere che Myra Solano l'ha scritto e quello scritto può rovinare Parker. Non ci viene fatto un flashback sul passato di nessuno di questi personaggi. Non ci viene detto "Clem in fondo in fondo era buono, anche se faceva ammazzare prigionieri per denaro", e nemmeno "bada bene, Clem anche se è simpatico è malvagio! Lettore incapace di valutare, adesso ti spiego cosa devi pensare". NO! Clem ci viene semplicemente mostrato agire, e poi ciascuno valuta per conto suo. GL Bonelli scriveva per lettori pensanti! Ovvio che non tutte le storie sono così. Per Lucero, GL Bonelli ci narra sì il suo passato e la sua infanzia, perchè SERVE per la storia! Ma sempre, ogni volta, il faro da seguire è la necessità della storia. Oggi, mi pare che non sia più così. Tafazzianamente, si fanno errori basilari di narrazione (tipo riempire tutto di spiegoni superflui) perchè "i fumetti si fanno così", e i lettori tafazzianamente concordano che il fumetto DEVE ANNOIARE, o non è un buon fumetto... È come se, nel mondo del fumetto, i veri, grandi maestri, quelli che erano da seguire ed imitare perchè erano davvero i più bravi, e che avevano una vastità di tecniche da insegnare inestimabile... siano stati schifati, perchè "vendevano troppo", le loro tecniche perse e dimenticate, la loro memoria infangata con boiate sui loro "lettori ingenui" Mentre gli autori più scarsi, i più noiosi, quelli che vendevano meno, sono stati elevati a "maestri di pensiero" e guide su "come si fanno i fumetti" (per annoiate il più possibile) Infine, alcune osservazioni... Pagina 13-14 di Tex Gigante 144. Uno degli epici discorsi di GL Bonelli che chi ha tramutato Tex in uno "sbirro ligio alla legge" evidentemente non ha mai letto. Attuale oggi più che mai. Quale fumetto oggi dice cose simili? Zerocalcare. Di sicuro non i fumetti Bonelli. E oggi Zerocalcare vende piu di Tex. Mmmm... Pagina 92 di Tex 144: GL Bonelli, che scriveva storie per lettori dotati di un minimo di raziocinio, ci spiega perchè le scene alla "Tex mi ha pestato e adesso vado con lui dallo sceriffo o in tribunale a confessare tutto" tipo quelle di Nizzi o quella di Ruju nell'ultimo albo uscito sono emerite strunzate... E c'è gente che ha il fegato di dire che lui scriveva storie per "lettori ingenui"...
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  37. - - - Soggetto e sceneggiatura : Gianluigi Bonelli Disegni: Aurelio Galeppini Periodicità mensile: Marzo 1971 è Giugno 1971 Inizia nel numero 125 e finisce nel numero 128 a pag. 35 Ricordate è Mefisto, il Baron Samedi, la bella Loa, Otami, il gigantesco Dambo e i negri del temibile voodoo, asserragliati in un castello gotico immerso nelle paludi della Florida? la loro strenua ed inutile difesa contro il fuoco e i cannoni delle forze militari di Fort Myers, i seminoles di Yampas, Tex e i suoi pards. Le prime sedici pagine del numero 125 riprendono e riassumono fedelmente l'epilogo della precedente storia di Mefisto, salvo trascurabili modifiche e gli interventi dello scheletro narrante ( si veda Terrore sulla savana # 93 e seguenti ). Mentre Jean de Lafayette e Mefisto tentano una disperata fuga attraverso l'unica via di scampo, ovvero il passaggio che conduce alla palude, la gigantesca volta del sotterraneo, il covo magico e satanico del più diabolico e temibile avversario di Tex, si spezza e crolla sbriciolandosi in mille pezzi. Qualche minuto dopo l'aria si schiarisce lasciando vedere uno spettacolo desolante? ma solo tempo dopo un lieve gemito rompe l'allucinante atmosfera da tomba che regna sovrana fra le rovine del tempio sotterraneo. è il lamento sordo di Mefisto, subito accompagnato da un grido di dolore mentre egli tenta di trarsi da sotto le macerie? vivo? sono vivo! Sono vivo e potr? avere la mia vendetta!... Con fatica e a prezzo di dolorose fitte alla schiena il satanico personaggio si trascina verso il passaggio segreto, imprecando ad ogni passo fino all'ingresso, finalmente, ma allorch? preme sulla molla che aziona il congegno d'apertura, non ode alcuno scatto e l'idolo resta immobile, dannazione! non si muove! Sono perduto? sepolto vivo in questo dannato buco? sepolto vivo con i miei sogni di potenza e la mia sete di vendetta! Ah, maledetto Willer! Maledetta ombra nera che hai sempre attraversato la mia strada! Io, il grande Mefisto, sono condannato a morire in questo sepolcro? Ma ad un tratto egli si ricorda della sfera dei quattro poteri, che non potr? donare la salvezza al suo corpo ma potr? appagare la sete di vendetta del suo spirito. Colui-che-cammina-nella-notte potr? ancora una volta oltrepassare le barriere della materia e muoversi liberamente nello spazio? e se su questa maledetta terra il sangue del suo sangue è ancora vivo, potr? fargli giungere la sua voce! Gemendo e imprecando, e a tratti, facendo echeggiare la caverna con le sue sinistre risate, Mefisto si avvicina al macabro specchio incastrato in una delle pareti dell'ormai semidistrutto tempio. Ghignando soddisfatto e quasi dimentico del dolore che lo tormenta, l'uomo accende un braciere, vi getta una manciata di neri granelli, quindi lancia la sua ultima invocazione? Il sangue del suo sangue vive, così come vive colei che gli ha dato la vita. Lui sta camminando con passi incerti sulla stessa strada del padre, pur senza conoscere i grandi segreti e senza possedere le sette chiavi che aprono i libri neri, esibendosi in giuochi di prestigio oltre che nel lancio di coltelli è lei invece, gran cielo! che orribile megera! continua a seguire, come una volta, il piccolo sentiero della conoscenza, girando di villaggio in villaggio con il suo carrozzone. In un piccolo paese del Texas, presso le rive del Pecos, mentre Blacky si esercita nel lancio dei coltelli contro una sagoma, una mano villosa, come per incanto, appare nello spazio e afferra al volo l'arma e quindi la scaraventa all'interno del grosso carro, trafiggendo una delle carte, un asso di picche, sotto lo sguardo atterrito ed esterrefatto della vecchia chiromante che poco prima, seduta al tavolino, si dilettava a leggerle. Poco dopo, messe via le carte, Myriam avvicina a se la sfera di cristallo che nel carrozzone immerso nell'oscurit?, diventa subito fosforescente, lasciando quindi apparire strane figure che si muovono lentamente al suo interno, che cedono infine spazio al volto di Mefisto. - Lascia stare mio figlio, maledetto tizzone d'inferno! Ricordo le orribili ore passate ad assisterti nei tuoi diabolici esperimenti e non voglio che anche Blacky? - Taci! Taci e bada bene di non frapporre la tua miserabile ombra fra me e colui che dovr? raccogliere il mio potere e la rossa fiaccola della mia vendetta! Liberatosi facilmente della sua vecchia fiamma che spaventata a morte lo importunava, Mefisto può quindi parlare senza impedimenti a suo figlio: - Nel momento del mio più grande trionfo, quando già le mani stavano per stringersi intorno a uno scettro scintillante, un uomo malefico ha infranto il mio ultimo sogno? Invece di trionfi ho avuto disperazione e rovine? invece di gloria sto per avere la morte? - Ha dunque un potere più grande del tuo, costui ? - No! Ma è un uomo che ignora assolutamente cosa sia la paura e che non teme nulla e nessuno! - Il suo nome ? - Tex Willer! Blacky dovr? affrontare esperienze che lo porteranno sulla soglia della pazzia, ma superate queste prove, avrà nel suo pugno il potere, quello di sfrecciare attraverso il tempo e lo spazio, quello di ottenere l'aiuto di tutti i figli dell'ombra, quello infine sui quattro elementi. Tu dovrai [...] camminare su nuove fiammeggianti strade. Le tue mani dovranno impugnare la spada d'argento del potere... I tuoi occhi saranno in grado di vedere anche nei mondi oscuri dove vivono le ombre... e le tue orecchie dovranno poter sentire anche le voci che salgono dai profondi abissi o scendono dai neri cieli dell'infinito. Accecato dalla prospettiva di un futuro prospero all'insegna del potere e della ricchezza, il giovane accetta la difficile eredit? paterna. A lungo il sinistro vecchio parla a colui che dovr? raccogliere la fiaccola della vendetta e così non si accorge che frattanto, attraverso gli squarci e le crepe prodotti nella caverna dalla tremenda esplosione, stanno arrivando centinaia e centinaia di grossi e famelici topiù i topi! Sono assalito dai topi! Ahhhhhh? maledette bestiacce! Via!... via!... I figli dell'ombra non possono nulla per aiutarlo, così un inorridito Blacky contempla la lenta agonia del padre: figlio!... non dimenticare la mia vendetta! Sii degno del grande Mefisto!... e vendicami!... La morte di Mefisto divorato dai topi nei sotterranei del castello costituisce uno dei momenti più drammatici della saga di Tex. Come giustamente fa notare F. Manetti nella sua recensione su Ubc, Mefisto, entrato nell'universo texiano come un semplice illusionista o come spia tutto sommato abbastanza mediocre, diventa al termine di un percorso durato 22 anni, dal 1949 al 1971, un personaggio indiscutibilmente tragico. Gli abissi ti aspettano, fratello! E il tuo nome è già sulla bocca di colui che regna sui mondi oscuri! Blacky, inorridito dalla spettacolo della fine paterna, si copre il volto con le mani, quindi per non sentire più le sue urla di dolore, colpisce con violenza la sfera che va a frantumarsi sul pavimento. Basta con le stupide esibizioni, basta con il continuo vagabondaggio da uno scalcinato villaggio all'altro solo per scucire qualche dollaro dalle tasche di un branco di gonzi, il tempo di mettere la sua roba in una sacca e il figlio di Mefisto è pronto a cominciare una nuova vita: la Florida e la bella Loa, l'unica sopravvissuta della satanica setta del voodoo, lo attendono. La bellissima Loa, mambo e figlia del serpente, ha un destino molto simile a quello del futuro Yama. Mentre cercava di fuggire dal castello con tutti i diamanti, seguita dal vecchio Otami, trafitto da una freccia in uno scontro con i seminoles quando ormai la salvezza sembrava ormai raggiunta, è stata fatta prigioniera da Yampas, ma ha giurato sul sacro Govi di vendicare la morte del padre. Circa sei mesi dopo a Bonita Springs, in Florida, un piccolo villaggio a una ventina di miglia a sud di Fort Myers, Blacky organizza felicemente la fuga della bellissima meticcia, diventata ormai, da schiava qual'era, una delle mogli del grande capo seminole. La notte del giorno successivo, i due sinistri personaggi riescono ad allontanarsi dall'accampamento indiano quasi indisturbati. Loa guida per quasi due ore la canoa nel dedalo di canali della savana, finch? giunti nei pressi di un canneto, i due fuggitivi si addentrano nella fitta vegetazione e proseguono quindi lungo uno stretto fossato che costeggia la vegetazione. Giunti all'imboccatura di una caverna, l'ingresso del passaggio segreto che d' accesso ai sotterranei, rimuovono con fatica il pesante idolo che aveva impedito la fuga di Mefisto, condannandolo ad un'orrenda morte e avanzano nell'oscurit?, intralciati nel loro cammino da un'inquietante scheletro, fino alla grande sfera, che Blacky fissa perplesso, finch? non vede apparire, accompagnate dal sinistro e lontanissimo eco di una campanellina, le seguenti parole fiammeggianti: leggi subito i libri segreti! Nel frattempo Yampas scoperta la fuga della donna e deciso più che mai a ucciderla, consulta il suo uomo della medicina, Ho-Yan, che lo mette in guardia: quando il capo seminole la rivedrà, i suoi piedi cominceranno a muoversi lungo il sentiero delle ombre? Yampas, noncurante della premonizione si addentra con le canoe nella palude, popolata da pericolosi e famelici alligatori, ma invano i suoi occhi frugano le sinistre rive, dove biancheggiano le ossa degli scheletri degli uomini di Dambo, in cerca dei due inseguiti, ma quasi per il volere di una satanica potenza, nel punto in cui Loa e il figlio di Mefisto hanno toccato terra, si sono radunati decine e decine di serpenti di ogni genere e ne Yampas ne gli altri che lo accompagnano, possono sospettare che i due fuggitivi siano sbarcati proprio l'? I giorni passano? giorni durante i quali Blacky si dedica a studi ed esperimenti, iniziando la stessa Loa alle sinistre arti paterne. Il giovane figlio di Mefisto si trasforma a poco a poco nel sinistro e lugubre Yama, un profondo cambiamento di identit? che prescinde comunque dal nome con cui è ormai riconosciuto da tutti coloro che vivono nei cieli neri e negli abissi senza fine, il nome che è quello del dio ind' della morte, che simboleggia solo una sorta di battesimo demoniaco, iniziazione che coincide fatalmente anche con la notte della rivalsa della sua compagna, la sacerdotessa dei riti voodoo, che ha promesso di vendicare la morte del vecchio Otami. Quando la luna è alta nel cielo, quando il momento è cioè più propizio ai sortilegi, Yama infatti la ipnotizza, quindi traccia un segno nell'aria e si avvicina al grande specchio incastrato nella roccia, dove dopo una breve invocazione al nero principe dalle mille facce e dalle mille forme, ottiene che si impossessi del corpo di Loa, lasciando libero lo spirito della donna di vagare nei cieli neri e quindi di apparire nella capanna di Yampas. Il fantasma cerca inutilmente di strangolare il capo seminole ma Ho-Yan, svegliato dall'urlo dell'uomo, si precipita e scaglia il suo bastone della magia contro la malefica apparizione che subito si dissolve nell'aria in una vampata di fuoco? Circa tre settimane dopo, siamo a pagina 96 del numero 125, in un villaggio della riserva navajo una staffetta proveniente da Fort Wingate consegna a Tex un dispaccio urgente proveniente dalla Florida, che lo informa dell'evolversi della situazione nel campo seminole. Yama e Loa, attraverso la sfera magica dei quattro poteri, osservano divertiti la scena. Il figlio di Mefisto si svaga nel far apparire una mano che accende con un fiammifero il sigaro del soldato, quindi scatena una folata di vento infernale? qui c'è la mano di Mefisto! mormora Carson cercando di coprirsi dal polverone di sabbia, che l'inferno lo inghiotta! ribatte Tex. Un istante dopo con la stessa fulmineit? con cui si erano scatenate, le raffiche di vento cessano? e gli occhi del ranger e dei suoi pards possono vedere tracciato sulla cenere del fuoco spento il nome enigmatico del loro nuovo rivale: Yama! Circa tre ore dopo, il gruppo giunge al villaggio centrale e mentre Kit e Tiger si occupano dei preparativi per il viaggio, Tex e Carson si recano dallo stregone per sentire il suo parere. Nuvola rossa consegna loro i quattro amuleti, ovvero quattro bracciali che dovranno portare al polso sinistro. L'argento viene dalle miniere sacre dell'Arcobaleno e i segni magici incisi nelle turchesi li proteggeranno dagli spiriti malvagi, rendendo meno pericolosa la loro pista. Contemporaneamente nel rifugio sotterraneo in Florida, Yama e Loa studiano il modo di liberarsi di Yampas. Al potere di mambo della donna, il bieco individuo aggiunger? quello datogli dal possesso delle sette chiavi nere e nel loro nome farà uscire dall'ombra lo spirito di Simbi, il dio delle sorgenti e delle acque. Due giorni dopo, a poche miglia dal villaggio seminole, due indiani hanno la visione della schiava negra che percorre le palude su una canoa. Ben lontani dall'immaginare che la loro scoperta è stata voluta dalla stessa Loa per attirare il loro capo nella piccola Isola degli Aironi, la seguono da lontano e al cader della sera fanno ritorno al villaggio, dove avvertono Yampas. Quella notte stessa, Loa coglie la sua vendetta: Yama proietta la sua immagine a distanza nella palude, mentre il capo seminole e i suoi guerrieri che la stavano aspettando impazientemente, fanno scivolare nell'acqua le loro canoe? Nello stesso istante lo spirito di Simbi accoglie la donna nel suo regno, Loa si trova immersa nell'acqua sotto la canoa di Yampas che invece continua a vedere l'immagine proiettata da Yama, ovvero una figura femminile, ora sull'isola, seduta presso il fuoco, che in quel momento voltandosi, rischiarata dal chiarore della luna, rivela di colpo una faccia orrenda? Prima che Yampas e gli altri possano riaversi dalla sorpresa, due orribili mani escono dall'acqua afferrando il bordo della canoa e rovesciandola? Loa trascina sul fondo il corpo del seminole che cerca inutilmente di liberarsi della mortale presa delle mani della donna, che gli stringono impietosamente il collo, mandandolo nel regno delle ombre. Gli alligatori intanto mettono in fuga gli indiani superstiti e lo stregone Ho-Yan. La morte di Yampas non è stata che una goccia che ha lasciato le labbra aride come prima, senza spegnere l'ardente sete di vendetta di Yama e Loa, che si apprestano a lasciare l'antico tempio, destinato a diventare una terribile tomba per Tex e i suoi pards, che dovranno morire della stessa spaventosa morte toccata a Mefisto. Mezz?ora dopo con una barca i due raggiungono infatti la costa, dove a poca distanza li attende un battello. Qualche settimana dopo, su uno dei natanti che fanno servizio tra la Louisiana e la Florida, Tex e Carson scorgono affiorante dalle acque una gigantesca mano che regge una croce con in cima un teschio, intorno alla quale si stringe ben presto un serpente, il simbolo del Baron Samedi. Il teschio si trasforma repentinamente nella faccia di Mefisto e quindi con una sardonica risata scompare volando via nell'oscurit?? Un'illusione suscitata da uno dei tanti trucchi di Yama, che vuole mettere alla prova il ranger e i suoi pards: mio padre aveva ragione, quel Willer non conosce la paura! Il diabolico Blacky comunque non si rassegna e vuole mostrare tutta la forza del suo potere, in una notte che si preannuncia orrenda per i nostri eroi: poco più tardi infatti nell'obl' della loro cabina fa capolino la testa di un'orrenda scimmia, un animale che stranamente assume nella simbologia di Gianluigi Bonelli una forte connotazione negativa, di cui finisce per risentire anche il suo personaggio, che difatti scarica la sua colt contro la malefica apparizione che si trasforma quindi in un mostruoso braccio che finisce per introdursi nella cameretta. Fulmineamente le dita della mano diventano cinque orribili rettili le cui teste si agitano minacciose verso i quattro pardsè - Ora ti afferrer? alla gola Willer, e? Dannazione non posso toccarlo! - Che ti succede ? - Non lo so! ... dovrei poterlo toccare e afferrare al collo? ma sento una forza misteriosa che respinge la mia mano! Nello stesso istante, anche Tex si rende conto dello strano comportamento delle apparizioni e subito ne intuisce il motivo: è il suo braccio teso in avanti, quello con l'amuleto, che impedisce a Yama di poterlo colpire. Yama, deciso più che mai a scoprire se il suo avversario dispone o meno di protezioni contro la gente dei mondi oscuri, decide una difficile e pericolosa discesa agli inferi, fra il popolo di pietra. L' non vi è domanda che non possa trovare risposta. Il torvo individuo prende da un baule un drappo nero al cui centro sono ricamate quattro è y è in argento disposte a stella e quindi una coppa di cristallo che riempie di un liquido oleoso, sulla quale poggia un triangolo su cui sono fissati tre stoppini. Dopo che Yama li avrà accesi, Loa dovr? stare bene attenta alle tre fiammelle, non bruceranno tutte insieme, ma si consumeranno una dopo l'altra e tu dovrai spegnerle con le dita della sinistra prima che si spengano da sole! La sua vita è nelle mani della mambo. Senza dire altro, Yama accende i lumini, quindi si inginocchia nel pavimento. - Ora coprimi con il drappo nero e dopo che lo avrai fatto, spegni le candele di centro dei candelieri, resteranno così accese sette fiamme! è tre per scendere fra gli spiriti di pietra e quattro per vedere la strada del ritorno. Per quanto molto addentro nei sinistri riti della magia nera, Loa non riesce a vincere un sottile senso di angoscia mentre spegne la seconda candela e per poco non lancia un urlo allorch? vede il drappo nero afflosciarsi completamente? come se il corpo di Yama fosse scomparso attraverso il pavimento. Nell'attimo stesso, il figlio di Mefisto varca i confini dei regni di pietra, chiedendo il diritto di passare nel nome delle tre fiammelle, che la sua compagna, con un freddo sudore che gli inonda la fronte, osserva con frenesia. Yama dovr? affrettarsi. La prima fiamma sta morendo e solo quando si è spenta egli può prendere posto fra i sette saggi di pietra, sette colossi dalla forma colonnare il cui diametro si ingrandisce col tempo che passa, stringendosi minacciosamente intorno al nuovo venuto. Cercando di dominare l'agghiacciante senso di orrore da cui si sente pervaso, Yama espone il suo problema rivolgendosi alla misteriosa lastra nera che si trova posta al centro. Loa nel frattempo spegne la seconda fiammella che stava per andarsene, mentre sulla superficie della nera e lucente lastra, appaiono una dopo l'altra le parole della risposta: I TUOI NEMICI PORTANO AI POLSI DEI BRACCIALI D'ARGENTO CON PIETRE SU CUI SONO INCISE? La terza fiamma intanto si spegne fra le dita di Loa e gli infernali esseri di pietra stanno ormai per schiacciare Yama, che senza più curarsi di guardare la misteriosa gigantesca lastra di pietra nera, pronuncia una formula segreta e avvolgendosi contemporaneamente il suo corpo nel drappo nero, riesce a svanire un attimo prima che i sette sinistri pilastri lo chiudano in una tragica morsa. Quello che Loa si ritrova di fronte è un uomo che ha carpito il segreto ai suoi avversari, ma la sua faccia è livida, una maschera terrificante! Versandosi un bicchiere Yama giura a se stesso che non ritenter? mai più la discesa in quell'agghiacciante abisso: per approfondire la sua conoscenza ha fatto molti viaggi, qualcuno dei quali era anche molto pericoloso, ma questo è stato per lui il peggiore di tutti. Argento e turchesi, due elementi di efficace protezione contro ogni incantesimo. Occorre recuperare gli amuleti, a Tampa ci sono ancora dei fedeli del voodoo, non c'è negro in tutta la Florida che possa aver dimenticato la figlia del serpente, Yama e Loa decidono dunque di ricorrere al loro aiuto. Meno di un quarto d'ora dopo il battello spiega le vele al vento in direzione della baia della popolosa cittadina. Il fedele Thomas si incarica di trasmettere il messaggio ai vecchi adepti della mambo. Tre giorni dopo. Nello storico covo del Black Baron si trama contro Tex e i suoi pards, che nel frattempo sono giunti a Tampa. Liberatisi agevolmente di un negro che li pedinava, i quattro tizzoni d'inferno si procurano quattro buoni cavalli e si lasciano alle spalle la periferia dell'abitato, sempre sorvegliati dai seguaci del voodoo, che nella radura poco distante, fanno rullare ritmicamente i loro sinistri tamburi, che di villaggio in villaggio trasmettono il messaggio che avverte altri due accoliti dell'agguerrita setta, due sguatteri che lavorano a Fort Meade, che dovranno preparare una degna accoglienza alla nostra allegra combriccola di tizzoni d'inferno? Dum è dum è dumm? che i figli del serpente stiano in guardia? quattro nemici della grande mambo Loa sono entrati a Fort Meade? tre cani bianchi e un cane rosso.. sorvegliateli e aspettate altri ordini? dumm è dum è dum? Ma al forte Joss è rimasto solo, il suo amico Aron ha le febbri ed è ormai moribondo, il ?Doc? ha pronunciato il suo verdetto e sarà tanto se arriva alla sera! Il negro deve ad ogni costo avvertire i suoi fratelli di Tampa della situazione. Esce dunque dal forte e si addentra nella foresta paludosa che lo circonda, quindi si arrampica svelto su un grosso e vecchio albero fra i cui rami si trova un tam-tam? Loa vuole mettere in pratica il rito dei ?boko?, che consiste nel ridare vita a un morto, che prende il nome di zombie. Tre quarti d'ora dopo Joss, orecchie tese, ascolta il messaggio che gli reca le istruzioni della mambo e alla fine, scosso da un brivido di paura, scopre di essere il prescelto per mettere al collo del trapassato il ?segno del signore dei cimiteri?, che lo riporter? in vita durante la cerimonia della magia nera, che avverr? quella notte stessa. Intanto a Fort Meade, Tex apprende dal comandante della morte di Yampas e decide che l'indomani, all'alba, partir? alla volta di Fort Myers per avere maggiori notizie sulla tragica fine dell'amico. Durante la notte, lo sguattero penetra nella sala dove riposa la salma dell'amico Aron. Chiusa la porta alle sue spalle, si avvicina al suo capezzale e dopo aver inciso uno strano segno a forma di croce su una candela, la accende e la pone davanti alla bocca del compagno, constatando con un sospiro di sollievo che la fiamma non si muove. Passa quindi alla fase successiva e preso il ?segno del principe dei morti?, incide con la punta di un pugnale dei forellini a forma di ?b? e ?sèsulle due foglie laterali della piccola croce, adagia dunque il potente amuleto sul petto del morto e lo lega al suo collo per mezzo di una funicella. Sul battello Loa e Yama seguono la scena attraverso la sfera dei quattro poteri. La mambo invoca il ?signore dei cimiteri?, quindi prepara il ?wanga??Dopo aver spiegato sul pavimento un tappeto nero, vi depone cioè un bambolotto fatto di cera e presi sette spilli da inizio al macabro rito. O potente Baron Samedi, principe dei morti e signore dei cimiteri, ascolta la voce della signora dei serpenti ( si china sulla bambolina ) e tu che stai per varcare le porte nere, lascia che la mia mente prenda il posto della tua? ( mano a mano che la sua invocazione va avanti, pianta gli spilli nelle orecchie, negli occhi, nelle mani e nel petto del bambolotto ) chiudo le tue orecchie, perchè d'ora in poi udrai con le mie? chiudo i tuoi occhi perchè d'ora in poi vedrai con i miei? fermo le tue mani perchè d'ora in poi userai le mie? e prendo il tuo cuore perchè da questo momento esso vivr? solo con il battito del mio. In quanto alla fiamma che dovr? darti la vita e farti muovere ai miei comandi? ( soffia sulla candela deposta accanto al bambolotto estinguendola ) io te la mando nel nome del principe dei morti! Nello stesso istante, nella penombra dell'infermeria del forte, gli occhi del morto si aprono lentamente, mentre il suo corpo viene scosso da un lungo brivido. Con movimenti lenti, allucinanti, lo ?zombie? si alza e ascolta attraverso lo spazio gli ordini di Loa. Impossessatosi di una rivoltella, esce dall'infermeria e si dirige verso gli alloggiamenti degli ufficiali, sotto lo sguardo impaurito di Joss che ne segue con una crescente curiosità tutti i movimenti. Nella camera numero tre intanto Tex non riesce a dormire per il forte russare del vecchio cammello. Quando sta per mettere mano ad uno stivale, i suoi occhi si posano casualmente sulla porta illuminata dal chiarore della luna e notano l'abbassarsi della maniglia. Poco dopo il volto pallido, livido ed esangue dello zombie fa capolino attraverso la porta, ma la mano del ranger è più veloce e nella sparatoria che ne sussegue, un proiettile spezza casualmente il ?wanga? che il morto risuscitato portava al collo, spegnendone cioè la fiamma nera che lo animava? Nessuno era mai riuscito a distruggere uno zombie, commenta perplessa Loa, stizzita davanti all'ennesimo fallimento! Il giorno dopo, nelle prime ore del mattino, Tex e i suoi pards lasciano il forte e si inoltrano sulla pista del Peace Creek, un nome che annuncia tempesta, raggiungendo dopo due giorni di marcia Fort Myers. Il comandante mette a loro disposizione un esploratore per condurli nel campo seminole, i rapporti che giungono periodicamente dalle tribù indiane non sono infatti per niente incoraggianti. I seguaci del voodoo, dopo un breve conciliabolo nella taverna del Black Baron si mettono sulle loro tracce, Tex infatti ha già lasciato il forte. Gli ordini sono di catturare vivi i tre pards bianchi e di sopprimere Tiger e lo scout indiano. Accortisi di essere inseguiti, Kit e Tiger, che si trovavano in coda al gruppo, si scambiano una rapida occhiata? Kit si issa al primo ramo basso che incontra con un balzo acrobatico, subito imitato da Tiger una ventina di metri più in l', senza che i loro compagni si accorgano della loro scomparsa. Nel momento in cui i primi negri del voodoo si fanno vedere, la guida segnala a Tex e Carson la scomparsa dei due pards.. I due tizzoni d'inferno si mettono subito sulle loro tracce, rovinando così ai due la sorpresa. Ne nasce una breve sparatoria con i negri del voodoo, che battono in ritirata? Tex decide di raggiungere il campo seminole attraverso la via più breve, ma bisogna attraversare la grande palude, una gran brutta pista, ricca di sabbie mobili. Circa un'ora dopo il gruppo raggiunge la palude ma proprio quando incomincia ad addentrarsi nelle acque stagnanti, il sibilo di una pallottola fa volare il cappello dello scout: quelli del voodoo li hanno preceduti tendendo loro un agguato, subito aiutati dai numerosi alligatori che popolano l'acquitrino. Fortunatamente gli affamati bestioni finiscono per contendersi ferocemente solo i corpi di tre cavalli uccisi e affioranti sull'acqua, permettendo ai nostri satanassi di sottrarsi al peggio? Intanto la sparatoria continua, anche se per poco, i negri si mettono al riparo in attesa di un'altra occasione più propizia, visto soprattutto l'alto numero di caduti, sotto un fuoco che si dimostra come al solito implacabile e inesorabile. L'esploratore indiano prosegue da solo verso l'accampamento dei seminoles, mentre Tex e i suoi pards, devono ancora una volta subire l'assalto del nemico irriducibile, prima del promesso arrivo dei soccorsi. Frattanto mentre calano rapide le ombre della sera, a un miglio dalla costa di Bonita Springs, le ombre sinistre di Yama e Loa osservano taciturne la costa. Il messaggero che doveva avvertirli dell'ennesimo fallimento della setta è scomparso tra le sabbie mobili?la notte non è propizia per gli incantesimi dice pensieroso il figlio di Mefisto. C?? come una grossa mano che copre quasi interamente la luna e Yama ha avuto un altro segno premonitore di sventura: mentre leggeva uno dei libri lasciati dal padre ha sentito distintamente i sette rintocchi di una campana, un indice per lui altamente negativo. Nello stesso momento, lo scout del forte, ferito in uno scontro a fuoco con i negri che non gli danno tregua, giunge alla sospirata meta, disperatamente aggrappato al cavallo in corsa, dove d' l'allarme. Subito dopo una quindicina di seminoles lasciano il villaggio e raggiunti Tex e i suoi pards, danno quindi la caccia agli ultimi settari del voodoo, costretti a una precipitosa ritirata? senza via di scampo! Nella capanna di Ho-Yan, lo stregone racconta ai quattro pards quanto è avvenuto dal momento della fuga di Loa e degli strani sortilegi di cui sono state vittime le poche persone che abbiano osato avvicinarsi alle rovine del vecchio castello del Baron Samedi. Osservato con curiosità, Ho-Yan versa nel braciere posto ai suoi piedi un pizzico della polvere che aveva estratto dal sacchetto di cuoio appeso al collo, quindi resta immobile con gli occhi fissi sulle spirali di fumo nerastro che salgono dal centro del recipiente, poi scuotendo il capo come se stesse risvegliandosi da un brutto sogno, alza gli occhi su Tex: - Gli spiriti della notte hanno potuto soltanto sussurrarmi confuse parole di morte e vaghi avvertimenti sui pericoli che vi aspettano, poi, mentre ogni voce stava svanendo, ne ho sentito una che mi bisbigliava un consiglio? che gli amici di Ho-yan si ricordino dell'acqua quando la morte si apprester? a ghermirli! Nella sua cabina il lugubre e funereo Yama si agita nel sonno popolato da incubi e balbetta parole senza senso, fino a quando risvegliandosi con un urlo, richiama l' attenzione della bella meticcia. Le ombre della notte gli hanno mandato un sogno rivelatore annunciandogli l'ennesima sconfitta. - Un brutto sogno, Loa! ?Udivo suonare molti tamburi? e mi sentivo trasportare attraverso la foresta dove qua e l' giacevano dei corpi di negri? poi vedevo un negro che correva nella palude e finiva per sparire urlando nelle sabbie mobili? Yama e Loa si scambiano una rapida occhiata, l'unica carta che resta da giocare è il loro adepto Thomas, che sarà sacrificato come esca per attirare Tex e i suoi pards all'interno del castello diroccato, nei sotterranei, dove scatter? infallibilmente la trappola destinata a seppellire vivi i nostri tizzoni d'inferno che dovranno patire la stessa agonia sofferta dal grande Mefisto. Il giorno dopo i quattro tizzoni d'inferno lasciano il villaggio nelle prime ore del mattino e si addentrano nella foresta lungo la pista che porta alle rovine del castello. Thomas, che nel frattempo li ha preceduti lungo la via, spezza un ramoscello per attirare la loro attenzione. Il negro si d' quindi alla fuga, subito inseguito da Tex, Carson, Kit e Tiger, attirandoli nella trappola mortale. Tutte le porte che conducono ai sotterranei sono aperte, solo l'ultima è chiusa e Thomas dovr? spingerla con forza ed entrare nel tempio? da quel momento, gli ricorda Yama, non dovrai più preoccuparti di niente! Con un ultimo disperato sforzo, Thomas attraversa lo spiazzo al cui centro, semisepolte dalla vegetazione, si stagliano le rovine del sinistro castello e in breve, balzando agilmente oltre i massi sparsi davanti all'ingresso, si infila nei corridoio che d' accesso ai sotterranei. Armi in pugno e pronti a far fronte a tutto anche i quattro pards irrompono fra le sinistre rovine. Confortato dal pensiero che da quel momento è ormai fuori pericolo, Thomas si dirige verso il fondo del vecchio tempio, non immaginando neppure lontanamente che aprendo l'ultima porta, ha fatto scattare un congegno, collocato a suo tempo dal diabolico Yama, che farà esplodere la dinamite sistemata nel piano superiore! Nel frattempo Tex e i suoi pards hanno raggiunto il tempio quando un forte scoppio genera una caduta di massi che ne ostruisce l'ingresso? Sono caduti in trappola. La stessa trappola in cui Mefisto ha chiuso la sua vita terrena dopo una lunga, terribile agonia? Tex e i suoi pards sono per la prima volta di fronte al loro lugubre avversario. Carson lo maledice. Insultami pure, vecchio pazzo! Non saranno certo le tue parole che mi toglieranno il piacere di una raffinata vendetta. Sarà al contrario una vera delizia udire le vostre imprecazioni e maledizioni? imprecazioni e maledizioni che col passare dei giorni si muteranno in lamenti e disperate preghiere? e io sentir? tutto e rider? di voi e delle vostre angosce! Ogni vostro gemito sarà per me una dolcissima armonia? ogni rantolo mi riempir? di immensa gioia? e allorch? la vostra lunghissima agonia sarà finita, io mi farà le ultime risate guardando i vostri corpi senza vita! Al lungo monologo segue una risata satanica ma Carson infrange con uno sparo il vetro dello specchio. Lo spettacolo è finito. I quattro pards e Thomas, che nel frattempo si è unito a loro, esplorano accuratamente l'intera grotta. Giunti in prossimit? dell'idolo, Tiger si ferma e abbassa contemporaneamente la torcia verso terra: una corrente d'aria filtra sotto l'imponente feticcio di legno. Senza aggiungere una parola, i quattro pards e Thomas cercano di smuoverlo ma ogni sforzo risulta vano? Yama non conosce bene il suo avversario, che è pura dinamite? raccolta tutta la polvere da sparo delle loro cartucce, prepara un ordigno esplosivo che deposita ai piedi del totem? bwang? un varco si apre, un pertugio che li lascia liberi di abbandonare il tempio. Seguendo l'oscuro passaggio, in cinque minuti Tex e i suoi compagni sbucano in una cripta da cui si diparte una scala, ma allorch? essi cercano di sollevare la botola che la ostruisce, si avvedono che resiste a ogni tentativo? I nostri eroi non si perdono d'animo e lavorando a turni i due per volta, tutti e cinque affondano i loro coltelli lungo le assi del tombino e ben presto dalle spaccature praticate lungo le fessure cominciano a scaturire getti sempre più forti di acqua? è proprio la pressione di quest?ultima ad aiutare i nostri tizzoni ad abbattere l'ostacolo: sotto la spinta vigorosa delle braccia di Thomas la botola infine cede? In capo a pochi minuti, attraversata un'altra galleria, il gruppo esce finalmente all'aria aperta! Thomas ansioso di vendicarsi del brutto tiro dei suoi padroni, si propone di guidare i quattro tizzoni d'inferno fino alla spiaggia di Bonita Springs dove la nave di Yama è sempre ancorata. Compiendo soventi deviazioni per aggirare tratti pericolosi, sia per le sabbie mobili sia per la presenza di alligatori, il negro guida i suoi compagni attraverso l'acquitrino per circa cinque miglia e qualche ora dopo tutti quanti raggiungono il rifugio del figlio di Mefisto. I sei uomini dell'equipaggio sono tutti legati a Thomas dalla ?fratellanza dei figli del serpente?, con il loro aiuto l'uomo spera di rendere impotenti Yama e la Signora dei serpenti. Tex, per una volta, cede l'iniziativa a Thomas che un attimo dopo si allontana nella crescente oscurit? dirigendosi verso il punto dove il giorno prima aveva lasciato la scialuppa. Contemporaneamente a bordo del battello, mentre Yama dorme un sonno popolato da incubi, Loa rimescola nervosamente le sue carte. Per la quarta volta consecutiva l'ultima carta che le è restata in mano era un asso di picche, un segno di sventura? un segno di morte! Intanto salito a bordo, Thomas non ha perso tempo nel radunare intorno a se i suoi compagni e raccontar loro gli ultimi avvenimenti? Tex e i suoi pards osservano l'evolversi della situazione dalla non lontana costa. Nel buio sempre più crescente della sera un pipistrello, un altro cattivo segno, compiuti alcuni giri intorno alla nave, penetra nella cabina di Loa. La donna volge l'ultima carta che le è rimasta in mano, che si rivela essere ancora una volta un asso di picche. Conscia della grave minaccia che li sovrasta, la mambo decide di svegliare il suo sinistro alleato, ma quando apre la porta, prima ancora di reagire e lanciare un grido, viene immobilizzata da Thomas e da un paio di uomini dell'equipaggio? Senza una parola i negri infilano la bella meticcia in un grosso sacco e lo legano stretto. Quindi munitosi di un altro telo, Thomas fa cenno agli altri di seguirlo nella cabina di Yama, che nel sonno è preda di un incubo. No! No! Lasciatemi stare? Nooo! Non è vero! è sono sepolti nella grotta! Dopo un attimo di esitazione, Thomas e i suoi compagni si gettano sul figlio di Mefisto e lo immobilizzano, senza lasciargli il tempo di ricorrere ai suoi misteriosi poteri. Thomas agguanta quindi la sfera dei quattro poteri e la fa volare in mare attraverso l'obl'? a bordo del battello non dovr? restare più niente che ricordi le orribili stregonerie di Yama! La sinistra sfera piomba in acqua proprio mentre la luna fa la sua apparizione fra le nubi nerastre che si stanno formando all'orizzonte? un attimo dopo il vento si leva di colpo, con violenti raffiche che spazzano il mare? scatenando in poco tempo un'autentica bufera. - Il battello!... ha strappato gli ormeggi! - Potenze del cielo!... - Affonda! - No! ... Si è raddrizzato e corre verso il largo! Come se al timone ci fosse qualcuno dotato di poteri soprannaturali, il battello, le vele lacerate al vento, sfreccia nella baia verso il lontano orizzonte, scomparendo velocissimamente tra le tenebre, così racconta la storia che i marinai della costa occidentale della Florida sussurrano nelle fumose taverne dei porti? by YMALPAS
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  38. “El Diablo uccise, Tex Willer vendicherà” con queste concise parole, scritte sulla croce dell’improvvisato sepolcro di un pover’uomo ucciso da ignoti banditi, inizia la terza vicenda del giovane fuorilegge, stavolta concatenata, senza stacco di numero con la precedente avventura. Fin dal prologo è chiaro che Tex, sebbene ricercato, sia un uomo giusto, che si spende per vendicare una povera vittima di un crimine e cercar di liberar l’incolpevole figlia, rapita dai sanguinosi banditi. La vicenda si mostra un tantino più articolata rispetto a quelle che l’avevano preceduta. Le indagini personali del giovane eroe conducono oltre confine e la serie vede il primo duello del nostro in un saloon e la prima grande bevuta offerta generosamente agli avventori. Dietro all’organizzazione capitanata dal fantomatico El Diablo, c’è molto di più del solito arrogante che intende arricchirsi sulle spalle dei coloni deboli, infatti Bonelli crea il primo “intrigo internazionale” fra Messico e Usa, con tanto di servizi segreti in azione, vedi il simpatico Jeff. Ovviamente il formato tende anche questa volta a velocizzare molto la narrazione e curar poco l’interessante spunto dell’autore, tuttavia la storia in questione funge da primo spartiacque importante per il futuro della saga. Aldilà del pirotecnico confronto finale contro le truppe irregolari al soldo del messicano, sarà proprio l’incontro con Jeff e il suo interessamento per far incontrare Marshal e Tex a segnare un primo punto fondamentale per il futuro del nostro eroe. Tex, oltre a incontrare per la prima volta colui che diventerà il pard più fidato (oltre che un fratello), vale a dire il nostro amato Kit Carson, entrerà per la prima volta nel corpo dei Rangers, vedendosi condonati tutti i suoi passati peccati. Suppongo che anche questa idea sia arrivata in corsa a Bonelli, però è innegabile che costituisce un primo passo fondamentale della saga. Tornando all’episodio in sé, la fine di El Diablo è troppo sbrigativa ma l’autore aggiunge un tocco in più con la figlia, che ignorando i piani del padre, diviene alleata di Tex ma sarà destinata a un’amara fine, cadendo nelle grinfie del sordido Bill Mohican, in quella che rappresenta in tutti gli effetti una minitrama nella trama. A Tex non rimarrà che vendicarla, punendo il malvagio e maniaco Bill e ripartendo per nuove avventure, anche stavolta senza stacchi, garantendo la continuity narrativa optata dallo sceneggiatore in quei pioneristici tempi. Rileggendo la sessione, riscontro un tangibile miglioramento nei disegni di Galep, prova di una maggiore cura nelle tavole. Da notare il maggior dettaglio dell’abbigliamento dei messicani, per non tacere di alcune vignette molto insolite ma interessanti, vedi l’inquadratura dall’alto nella seconda striscia dell’albetto “Nel covo del Diablo”, o la trovata grafica nella seconda vignetta della striscia 23 dello stesso albetto. Non manca neppure un tocco d’ironia in alcune sequenze, come quella con gli uomini al soldo del messicano, che dopo l’esplosione con la dinamite, si ritrovano con i quadri in testa (striscia 4 del “La figlia del desperado”) o la sequenza in cui Dinamite “tradisce” Tex perché s’invaghisce della cavalla del bandito in transito nella gola. Piccoli espedienti che ci dimostrano come gli autori stessero allora prendendo sempre più coscienza della loro creatura fumettistica, dedicando il giusto impegno per la realizzazione e la crescita della giovane saga.
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  39. Grandisimo Boselli, che in questo magnifico texone ci riporta ai tempi in cui Tex era ancora un fuorilegge. Una lunga storia molto complessa, in cui non mancano bellissime scene d'azione e tanti tanti colpi di scena sorprendenti. Un'ottima sceneggiatura di Boselli, uno dei migliori sceneggiatori di sempre. Bellissimo il primo incontro tra Tex e Cochise e il momento in cui diventano fratelli di sangue. Bellissimo il fatto che Tex per tutta l'avventura cerchi di scagionarsi da una rapina che non ha compiuto ma di cui è stato accusato. Una storia gestita all'eccellenza da Boselli che ci regala anche un ottimo finale, con altri colpi di scena. Texone disegnato in modo eccellente da Andreucci, grandissimo disegnatore, che realizza una copertina davvero straordinaria! Soggetto/Sceneggiatura: 9,5 Disegni: 9
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  40. Sulla sponte dell'avventura del Nostro nella guerra Seminole attualmente in corso sulla serie del giovane Tex Willer, tra ieri ed oggi sono andato a rileggermi questo Texone, sotto alcuni aspetti poco convenzionale rispetto agli abituali standard del personaggio, ma nel complesso un albo di grande ed indiscutibile valore, davvero un Texone con la T maiuscola. Il Tex di D'Antonio è decisamente atipico, probabilmente ancora più risoluto e deciso di come non lo sia quello degli abituali sceneggiatori, e di certo contraddistinto da una forte carica di strafottente ironia, come si è potuto constatare nel confronto finale con Batterbaum. Quel che invece è rimasto immutato, per fortuna, è l'inclinazione naturale di Aquila della Notte a battersi sempre e comunque affinché trionfi la Vera Giustizia, e non la pedissequa applicazione della legge. Inclinazione che, nel caso specifico, lo convince di fatto ad abbandonare la caccia ad Ochala e, anzi, a dargli manforte contro gli sgherri di Lafarge. Peccato solo per il ruolo meno che marginale riservato a Carson, fuori gioco sin dalle prime battute per una brutta distorsione alla caviglia: c'è da scommettere che, tra le paludi delle Everglades, lui e Tex avrebbero potuto stimolare D'Antonio alla stesura di siparietti niente male . Stupendi anche i disegni di Filippucci, accuratissimi ed al contempo dinamici, anche e soprattutto nel tratteggiare i Seminoles. GLB li avrebbe apprezzati moltissimo.
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  41. In primis una doverosa correzione: nel post di “Athabasca Lake” avevo sostenuto che fosse l’ultima prova di Fusco sulla regolare prima del pensionamento, ma sbagliavo visto che avevo completamente rimosso dalla memoria la breve storia in questione. A mia parziale discolpa posso addurre alla scusa che “Moctezuma!” non è di certo un albo memorabile, ma ciò non giustifica la mia gaffe causata da una memoria ballerina . Precisazione a parte, ho riletto di recente la storia e ho capito i motivi per cui era affondata nello stagno della mia intorpidita memoria: una breve prova alquanto banale che seppur a voler essere generosi di giudizio, non raggiunge una stentata mediocrità. Nell’arco di 110 tavole Tex (per la terza volta consecutiva in solitaria in una storia di Nizzi) riesce a slacciare una volta il cinturone, si becca due botte di fucile in testa, una decina di frustate dal “cugino di Zoro”, rimane la bellezza di 22 pagine appeso come un salame e viene salvato due volte dall’anziana Pilar e, dulcis in fundo, si fa scappare sotto gli occhi il villain, che solo per l’intervento prevedibilissimo di Aurelio Torres, finisce la disordinata fuga contro una fune, spezzandosi il collo. Che ci trovassimo dinanzi a un’ennesima prova incolore di Nizzi, lo si percepì già dalle prime tavole dove il ranger non trova di meglio da fare che slacciarsi il cinturone al cospetto di un omuncolo qualsiasi. Visto che con un semplice pugno rimette a posto le cose, perché non agire prima evitando la scena umiliante? Anche il fatto che proprio la coppia di poveri messicani snoccioli al primo venuto tutte le beghe personali sa di scorciatoia narrativa, ma sorvoliamo su questo aspetto. Arrivato a Moctzuma, Tex riesce abilmente a liberarsi degli sgherri di Villalta, ostentando la consueta classe alle colt, ma la costruzione della scena non mi convince molto. Dare le spalle a quattro scampaforca, per liberare i malcapitati legati al carro, mentre sibilano pallottole intorno non sembra una scelta tanto salutare, così come è assurdo che a quella distanza i nemici non riescano a far altro che vento. Ma la scena proprio inaccettabile è il modo banale come si fa sorprendere e intrappolare: evidentemente a furia di schivare pallottole il nostro ha perso l’udito, considerato che solo un sordo non avrebbe udito l’avvicinarsi in campo aperto di un nugolo di avversari alle spalle. Inizia così la lunghissima sequenza in catene alla mercè di Villalta e solo l’intervento di Pilar permette lui di sbrogliare la matassa. La fustigazione è una bella scena e riabilita parzialmente l’amor proprio del ranger, ma che torna a rischiare grosso dando nuovamente le spalle a un bandito e per la seconda volta “l’angelo custode” Pilar lo salva, urlandogli il pericolo. L’epilogo lascia ulteriormente l’amaro in bocca, visto che, dopo aver bene o male debellato la banda a revolverate, il nostro si fa sfuggire il pesce grosso dalla rete e solo l’intervento di Aurelio Torres risolve e salva di fatto la giovane fidanzata. Niente da fare, l’albo si fa leggere e il ritmo è accettabile ma questo non è il Tex che mi aspetto di vedere. “Se dessi ascolto al buonsenso dovrei fingere di non aver sentito…” anche un pensiero simile all’ascolto degli spari dietro l’altura, sembra uscito dalla penna di Nolitta e non appartiene al carattere abituale del nostro eroe, sempre pronto ad accorrere senza dubbi o esitazioni ove occorre il suo aiuto. Appena riposto l’albo sullo scaffale, ho subito estratto “Furia Rossa” per riassaporare un ottimo Nizzi d’annata e ricordarlo ai tempi d’oro, visto che l’autore apparso su “Moctezuma” sembra solo un mal riuscito clone e mi mette tristezza. Il mio voto finale è 4
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  42. letti recentemente. E a fatica. il flashback è uno strumento formidabile se viene usato nel modo giusto, ovvero dinamico, a ripetuti sprazzi di breve durata, e con soggettiva interna, in presa diretta. Nizzi qui, invece, fa tutti gli errori che si possano fare con questo artificio: il flashback è quasi unico e lunghissimo, giusto con pochi e brevi sprazzi nel presente, ovvero zero dinamismo. farcirlo poi di didascalie che raccontano quel che viene mostrato, invece di mostrarlo e basta, con la voce di Tex pre riallacciarsi al racconto attorno al fuoco di aquila della notte, genera oltre alla pesantezza insita in tale verbosità, un pdv esterno (Tex, appunto) che riduce il pathos (il dramma è di Santos e Natai, ma non lo leggiamo quasi ma live, solo attraverso gli occhi di tex o sue ricostruzioni a posteriori). è la regola base della narrativa: mostra, non raccontare. e soprattutto non raccontare di uno che racconta! Sorry, ma a prescindere dai gusti, Nizzi sì/nizzi no, questa sua avventura dovrebbe essere data in pasto a sceneggiatori e scrittori per come NON si costruisce una storia. Perchè puoi anche aver avuto la più bella idea del mondo, dirompente, drammatica e provocatoria (Tex che ci prova, ma per certi versi fallisce), ma se non la metti nella forma giusta, la sostanza ne risente. Sempre meglio un'idea standard scritta bene, che una grande idea scritta malissimo.
    1 point
  43. EL DIABLO Questa storia, semplice e veloce, è la prima che davvero mi piace tanto! Certo, si legge in un niente; eppure, quanto è affascinante la location, quanto ti prende la trama e quanto ti colpisce la violenza e la durezza della narrazione! S?, perchè già nell'apertura abbiamo un massacro appena compiuto, un uomo orribilemnte torturato e agonizzante, e un Tex che giura vendetta, scrivendolo chiaro e tondo sulla tomba delle povere vittime - gran trovata di Bonelli! Ancora una volta, poi, abbiamo un Tex che eccede, un Tex che non ci vede più e uccide quasi a sangue freddo: e in un modo, inoltre, che anche a livello grafico (le due vignette sono parenti a tutta evidenza) ricorda da vicino la resa dei conti con Coffin. La bellezza dell' ambientazione, dicevo: per la prima volta il Nostro agisce tra USA e Messico - e proprio per questo "El Diablo" è una storia importante, perchè per la prima volta viene a presentarsi la sottotrama della guerra (per ora segreta) tra le due Nazioni, che esploder? poi del tutto nel bellissimo numero 3. E ancora: è da questa storia che Tex comincia a prendere contatto col corpo dei rangers grazie a Jeff. Oltre a tutto questo, la storia si segnala per il magnifico assedio finale e per la maestria bonelliana nel saper infondere anche a un personaggio spietato come El Diablo un pizzico di umanit?, per il tramite della figlia. Voto 7,5 BILL MOHICAN IL RAPITORE DI FANCIULLE ... figlia di El Diablo che oltre che affascinante e combattiva è anche molto sfortunata: nel giro di poco perde prima il padre (che credeva innocente) e poi viene rapita da Mohican. Ecco, le prime storie di Tex sono molto violente, dunque da questo punto di vista tutt'altro che ingenue: questa volta Bonelli inserisce uno stupratore e una fanciulla che sceglie la via del suicidio. Insomma, mi sembra che, anche per questo motivo, Tex per la sua epoca fosse davvero un caso straordinario!
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  44. Questo Texone mi lascia parecchi dubbi. Certo, non si può dare un giudizio netto sul Tex di D'Antonio, dato che questa ?, purtroppo, la sua unica storia, ma la mia impressione è che la "diffidenza" verso il personaggio non viene meno con lo scorrere delle pagine. Il rapporto tra Tex e Carson ?, secondo me, quantomeno strano. E' vero che i due battibeccano tra loro da sempre, ma in questa storia sembra che i due pards lo facciano con più cattiveria del solito. Non ridono, non c'è il loro prendersi in giro tipicamente bonario. Tex maltratta il povero Carson, quasi lo considerasse un vecchio rompiscatole:la scena del loro incontro, verso la fine della storia, mi ha dato un senso di fastidio, perchè quelli ad essere infastiditi l'uno dell'altro sono proprio i due pards. Carson, nelle poche pagine in cui appare, non fa altro che lamentarsi... lamentarsi e arrabbiarsi col suo pard. Mentre leggevo l'albo mi compariva un punto interrogativo sulla testa:? questa la magnifica coppia che amo, la magnifica coppia che si prende per i fondelli in continuazione col sorriso sulle labbra?Tex, poi, mi sembra piuttosto lontano dal Tex autentico. In realtà, nei pensieri, negli ideali, questo Tex è indubbiamente il vero Tex:"rossa, nera, bianca o gialla... il colore della pelle, per me, non conta nulla". Inoltre agisce di testa sua, se ne frega degli ordini dei potenti se questi vanno contro i suoi principi, non esita a mettersi di mezzo pur di evitare un massacro. Il fatto è che questo Tex è un Tex più antieroico e meno risoluto, che lascia che Lafarge continui tranquillamente l'inseguimento, che si giustifica se deve alzare le mani:"IDIOTA!Mi costringi a mostrare il mio lato peggiore!"... quando mai Tex si è sentito in dovere di giustificarsi quando c'è da malmenare un farabutto?E quando mai Tex ha avuto un "lato peggiore"?E, se anche così fosse, quando mai tex ne ha avuto una coscienza così chiara?-tutte le volte che pesta qualcuno,Tex allora si sente un verme?.... non credo proprio. Insomma, il nostro, nel suo modo d'agire, si comporta in maniera strana:si fa più problemi del solito,? meno duro del solito, lascia fare in maniera inconsueta(ripeto, secondo me il comportamento che tiene con Lafarge non è il solito comportamento che tiene con i criminali). Significativo il fatto che il nostro, in ben 220 pagine, uccida una sola persona. Quando, nella scena finale, affronta il nanerottolo, lo fa ancora una volta stranamente:invece di mettersi a sparare cazzotti, si giustifica, ci tiene a precisare che lui non è un burattino.... ce n'era bisogno?Lo sappiamo tutti che Tex non è un burattino!O forse è questo Tex a non saperlo con chiarezza, questo tex antieroe e ben educato?D'Antonio si sente più a suo agio con gli altri personaggi:Lafarge è un cattivo da ricordare, bastardo e folle come ogni cattivo che si rispetti!Ochala è un personaggio ben caratterizzato, e la sua storia non fa che renderlo più simpatico, profondo, e impresso nella mente del lettore. Bello anche il personaggio del prete;bello Jesus e bello il vecchio senza un'occhio. Insomma,? nei personaggi di contorno che la storia guadagna punti:se D'Antonio ha(secondo me)dimostrato di non avere Tex nelle sue corde, ha comunque dimostrato ancora una volta di essere un'ottimo sceneggiatore. Ma la storia in sè ha numerose pecche. La più evidente:? tirata troppo per le lunghe:anche così si spiega la bonarietà con cui Tex tratta Lafarge, anche così si spiega l'inseguimento finale con un Tex che quasi si fa fregare. Inoltre la vicenda si vivacizza un p? solo col racconto di Ochala:per il resto rimane piatta e con uno svolgimento blando e ripetitivo:Tex arriva, si scontra con Lafarge, lo lascia andare... e via così. La scena finale, lo scontro al villaggio seminole poteva e doveva essere più agguerrito, più coinvolgente:tutto finisce troppo in fretta e in maniera troppo scontata. La storia, secondo me, soffre di una mancanza di "brivido", che la appiatisce e la appesantisce. Inoltre gli stacchi narrativi(se così si chiamano)se ci sono sono troppo blandi:ci si ritrova catapultati da una scena all'altra improvvisamente, nel pieno di un discorso e nella stessa pagina, in maniera disordinata, caotica:si capisce con fatica quando una scena finisce e quando ne inizia un'altra:pag.128,104,90... Dimenticavo, il Tex che lancia la monetina mi ha stranito un bel p?. Comunque, per la validit? dei personaggi di contorno e per la caratterizzazione storica del mondo Seminole, questo Texone la sufficenza piena la prende... ma di certo, sempre e solo secondo me, non lo si può considerare uno dei migliori della serie. Di Filippucci ho già parlato nel suo topic, ma ripeto:ottima prova!
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  45. Voglio commentare il texone affidandomi a qualche immagine. Quella che vedete riprodotta sopra è tratta dalle pagine finali, che segnano un epilogo che non da tutti è stato accolto positivamente. Inizio subito col dire che personalmente mi ha assai divertito essendo incentrato in massima parte su quella componente umoristica di cui lamento ormai l'assenza sulla serie regolare e che è direttamente riconducibile allo stile glbonelliano, componente così felicemente ripresa da Nizzi ( nelle sue prime storie ) e da Boselli ( solo nella sua prima storia ). Il Carson D'Antoniano è stato criticato sul web più che altro per quel rapporto "strano" che a detta di molti sembrerebbe instaurarsi col suo pard, caratterizzato soprattutto dalla freddezza delle battute che i due si scambiano. Anche in questo caso devo dissentire totalmente non ravvisando nessuna fondamentale contraddizione, anzi devo dire che in moltissimi casi Gianluigi Bonelli ha messo sulle labbra di Tex parole molto più graffianti, fermo restando il fatto che nessuno dei lettori di allora ( così come penso quelli di oggi ) ha mai messo in discussione il fatto che fossero battute neppure lontanamente offensive. Il Carson che mette a tacere il segretario mentre Tex è "impegnato" nell'ufficio col "principale" è uno dei canoni classici della letteratura bonelliana, qui reso divertente dal fatto che Tex si scontra non con un vero avversario, non con un vero uomo, ma con una mezza calzetta di nanerottolo, la cui statura esalta la perfidia e la vigliaccheria del suo animo, esemplificata nella pagina finale con il licenziamento del suo collaboratore... ma questa è un'altra parte della storia sulla quale vorrei dilungarmi in un altro messaggio. Ritornando sulla vignetta, l'abbigliamento del lacch? e i suoi basettoni, si contrappongono singolarmente al pizzetto incolto di Carson e al suo camicione sudato e impolverato, per segnalare una differenza di vedute se non di modi o mondi ( civilizzato e corrotto il primo, naturale e selvaggio - nel senso di puro e incontaminato - il secondo ) nel quale il "piccolo" può ancora prendere a calci nel sedere il "grande" politicante... cose che oggi, va da se, non ci sogniamo neppure ma che se fossero ancora possibili, farebbero strafelici, ne sono sicuro, un sacco di brave persone. In questa parentesi, vedete, sta tutto il successo di Tex, tutte le ragioni che spiegano il suo successo, D'Antonio, pace all'anima sua, l'aveva capito benissimo, meno bene quelli che oggi ne contestano apertamente l'utilit? parlando di finale rovinato.
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  46. 1 point
  47. Di questa storia è stato appena pubblicato il cartonato a colori, come fosse un classico da omaggiare, mentre invece è una fra le tante storie mediocri del periodo peggiore di Nizzi (la fascia 500). A parte la ovvia considerazione che c'erano decine di avventure migliori di questa da rieditare, stupisce che venga riproposta una delle più anti-texiane, in cui il nostro ranger non sembra nemmeno lui tanto è inerte, capace solo di assistere impotente prima alla tragica fine di una famiglia apache e poi alla fucilazione di Santos (che giustamente si è vendicato dell'uomo che ha ucciso i suoi genitori), in una delle peggiori pagine della serie. Per tutti e due gli albi Tex non ne fa una giusta, si fida degli ufficiali quando non dovrebbe, sbaglia spesso (e lo ammette lui stesso), non prova nemmeno ad aiutare Natay al momento della sua morte inseguito tra le rocce, sbaglia a valutare molte situazioni e così via. E' soprattutto un Tex incapace di assicurare il vero colpevole (il maggiore Leland ) alla giustizia, lasciandolo libero per vent'anni e, visto che la storia avviene quasi tutta in un lungo (e prolisso e ridondante) flash-back, il fatto risalta maggiormente: in tutti quegli anni Tex non ha fatto nulla per arrestare un uomo che sapeva essere un criminale assassino di indiani, costringendo così Santos a farsi giustizia da solo. Sembra persino impossibile che lo sceneggiatore di questa storia sciatta, di una drammaticità un po' fasulla, sia lo stesso che ha scritto "Furia rossa". Voto: 4 P.S. nel cartonato c'è anche l'errore di mostrare in copertina un Tex brizzolato, mentre la scena riproposta è ambientata nella giovinezza di Tex (visto che la storia è in flash-back), nel periodo successivo alla morte di Lilyth. A meno che quella sui capelli non sia neve!
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  48. Mai detto che siano errori. È il Tex di Ruju. Verissimo. Ma se Ruju avesse commesso l'errore di non commettere quelle due o tre "cosucce" () la storia potrebbe anche andare. Il termine "cosucce" poi è più adatto a una signora, non potevo certo usare un termine così volgare come "due o tre porcherie"
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  49. Brutta cosa quando si inizia a parlare cosi: la dittatura è dietro l'angolo. Se adesso è vietatissimo parlare di certi argomenti perché cosi "si offendono tutti" (tu in primis, che ti permetti di parlare per tutti per conto tuo) allora è una dittatura. Con che diritto ti permetti di parlare "a nome di tutti"? Chi ti ha eletto capo e rappresentante supremo della texianità? Si deve essere liberi di parlare di Nolitta e di Nizzi fin che si vuole. Poi si ritorna sll'argomento principale, come avviene in tutti i thread. Se a te non piace l'argomento, non sei obbligato a seguirlo. Ma non metterti a parlare " in nome di tutti". Non ne hai l'autorità.
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