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[753 BIS] Sulle tracce di Kit Carson


Angelo1961
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  • Sceriffi

Sulle tracce di Kit Carson - Tex 753 bis

 

Soggetto: Zamberletti Antonio

Sceneggiatura: Zamberletti Antonio

Disegni: Scascitelli Sandro

Copertina: Villa Claudio 

 

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A San Andreas, nel Texas, Kit Carson rimane coinvolto in una sparatoria per difendere degli onesti cittadini. Gli altri pistoleri finiscono dritti all’inferno, ma lui rimane ferito. Uno dei manigoldi uccisi da Carson, però, è il fratello del padrone della città Rob Clayton che ora vuole vendetta. Braccato dagli uomini dello sceriffo Rothman, al soldo di Clayton, Carson tenta di far perdere le sue tracce e viene aiutato dalla coraggiosa Isabella Ortega e da un vecchio curandero comanche, mentre, in una corsa contro il tempo, Tex cerca di risalire la pista che conduce al suo pard scomparso… 

 

 

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Due notazioni, di getto:

1) copertina identica (specchiata) a quella di "Ore disperate";

2) un "Kit" ridondante nel titolo: sarebbe stato più efficace un diretto "Sulle tracce di Carson", l'aggiunta del nome proprio è più da schedario dei carabinieri, mentre Carson non ha bisogno di ulteriori precisazioni per capire che si tratta di lui.

Notazioni "pour parler", che non inficiano il mio futuro giudizio, con l'auspicio di leggere una storia che se valesse anche solo la metà di "Per l'onore del Texas" mi renderebbe estremamente soddisfatto.

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Disegni curati e dettagliati, ma moooolto particolari. Una gran mano questo Scascitelli, senza dubbio. C'è del Bacilieri, del Crumb e del Civitelli nel suo tratto. Eppure se non fosse un one-shot non avrei la forza di affrontarlo. Proprio non è nelle mie corde.

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Il sassaroli dice:

Disegni curati e dettagliati, ma moooolto particolari. Una gran mano questo Scascitelli, senza dubbio. C'è del Bacilieri, del Crumb e del Civitelli nel suo tratto. Eppure se non fosse un one-shot non avrei la forza di affrontarlo. Proprio non è nelle mie corde.

 

E quindi che farai se mai dovesse disegnare sulla serie regolare vera e propria? Salterai gli albi?

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<span style="color:red">16 ore fa</span>, PapeSatan dice:

 

1) copertina identica (specchiata) a quella di "Ore disperate";

 

 

In effetti ricorda quella copertina, ma non è identica.

Quella di Galep è in movimento: Tex sta caricando un colpo

( probabilmente ne ha già sparati altri) e il busto è in torsione.

In questa copertina Tex è in guardia, osserva attorno a sé preparandosi a un eventuale pericolo.

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<span style="color:red">4 minuti fa</span>, Gas Gas dice:

 

In effetti ricorda quella copertina, ma non è identica.

Quella di Galep è in movimento: Tex sta caricando un colpo

( probabilmente ne ha già sparati altri) e il busto è in torsione.

In questa copertina Tex è in guardia, osserva attorno a sé preparandosi a un eventuale pericolo.

Verissimo,  ma, preso il singolo fotogramma della presunta azione, a colpo d'occhio l'impressione che se ne ricava è che siano identiche nella concezione.

E' chiaro che Villa non ha copiato da Galep, ecco dunque spiegata qualche piccola differenza nei dettagli (quello che tu evidenzi, ma anche lo sfondo), laddove però  ve ne sono anche alcuni perfettamente uguali (es. la sacca verde arrotolata).

Ripeto, è il colpo d'occhio, di primo acchito, che mi ha ricordato la posa di "Ore disperate".

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  • 4 settimane dopo...

Allora...Partiamo dai punti deboli...Avversari poco consistenti e alcune vignette di Scascitelli discutibili.

Detto questo Zamberletti mette in primo piano Carson, lo rende umano e gli dà molto spazio. Qualche spazio in più lo avrebbe meritato la señora Ortega così si è persa la possibilità di sviluppare il personaggio.

Tex e Carson tra scazzottate e sparatorie non mostrano crepe.

Scascitelli a parte alcune vignette indigeste riesce a fare un onesto lavoro(non è tra i miei disegnatori preferiti). Zamberletti dimostra di saper scrivere di Tex e Carson, di essere padrone della materia.

Storia che si fa leggere ma niente di più.

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Storia che mi sono letto due volte e che alla prima lettura,con tutte quelle sparatorie,  non mi ha dato grandi soddisfazioni, però abbastanza originale con un Carson ferito che deve fuggire.  Di un altro livello però la storia di Nizzi e Giolitti, sia per testi che disegni, di un po'  di anni fa dove era Tiger ferito che doveva fuggire dallo sceriffo.

Indubbiamente Scascitelli ha fatto un lavoro enorme con quei disegni pieni di tratteggi sia nei volti dei personaggi che nella rappresentazione dei cavalli, che sono molto belli, però  non sono nelle mie corde, e preferisco altri disegnatori con un altro stile.🖐

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Storia senza spessore liquidata in quattro e quattr'otto.

Le tavole cercano solo la rappresentazione dettagliata di attori famosi, cosa che personalmente detesto.

Tex e Carson con i vestitini attillati appena usciti dalla stireria.

Mancano di mordente sia la sceneggiatura sia i disegni statici e perfettini.

Da dimenticare.

  • Mi piace (+1) 1
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Storia-riempitivo, con conclusione piuttosto accelerata per stare nell'unico albo. Fa sempre piacere vedere il vecchio Carson protagonista, ma certo il risultato finale, sia pur decoroso, non lascia il segno. Il personaggio della Ortega si prospettava abbastanza riuscito, ma il numero limitato di pagine non ne ha consentito sviluppi.

 

Capitolo disegni: Scascitelli è indubbiamente molto bravo dal punto di vista tecnico, sia per la precisione dei dettagli che per il tratto curato. Forse i suoi personaggi, oltre che di dinamicità, mancano però un po' di "anima", di pathos. Detto questo, avercene disegnatori così. Certe critiche, anche sul suo Maxi Tex dell'anno scorso (Dopo la Tempesta), le reputo davvero esagerate e ingenerose nei confronti di un disegnatore della sua esperienza. 

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<span style="color:red">9 ore fa</span>, Athabaska dice:

Il guaritore indiano ha il volto di Wess Studi, attore nativo che interpretò anche Geronimo nel 1993.

L'avventura è per me sufficiente. 

Il cowboy della señora è uguale ad uno dei messicani dei Magnifici 7😀

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Albo bis con soggetto solo apparentemente non proprio originale: una caccia all'uomo, ferito e braccato, ma il fatto che la preda sia Carson lo rende originalissimo.

La trama è ben strutturata e, sebbene sia prevalentemente d'azione, si caratterizza per i molti passaggi che giocano sulla psicologia e sulle riflessioni dei personaggi: una partita a scacchi narrata non solo nelle mosse dei pezzi (l'azione), ma anche nei ragionamenti dei contendenti (la psicologia) tra una mossa e l'altra. E questo dà spessore ad un albo che altrimenti, per la sua brevità, avrebbe potuto scorrere via banale e scontato, col pilota automatico.

Lo stile grafico di Scascitelli è certamente molto personale e originale, atipico nella lunga saga di Tex, tecnicamente raffinato e preciso (talvolta anche troppo, il che rende piuttosto rigide e "codificate" alcune scene, specialmente quelle con sparatorie). Trovo azzeccatissima la collocazione di questo stile di disegno nel "bis", in quanto questo stile caratterizza e valorizza la natura di "fuori serie" di quest'albo, differenziandolo come un "unicum". Nel complesso i disegni mi sono piaciuti decisamente. Magnifica, in particolare, la sequenza in notturna delle pagine 83 e 84, dove i chiaroscuri e le sfumature rendono bene la tridimensionalità e accendono i particolari: da notare, a pag. 83, la sopraffina rappresentazione delle ombre dei rami proiettate sulla schiena di Tex. Mi si passi il paragone, ma in quelle due pagine Scascitelli è decisamente caravaggesco.

In definitiva, un albo fresco e leggero, di agile lettura estiva, come ho definito anche la contemporanea doppia di "Tex Willer" nell'apposito commento a "Comstock Lode".

I miei voti:

soggetto e sceneggiatura: 7

disegni: 7,5

Modificato da PapeSatan
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, PapeSatan dice:

caravaggesco

Sarà che adoro il Caravaggio, ma definire caravaggesco Scascitelli mi suona come un anatema.

  • +1 1
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<span style="color:red">7 ore fa</span>, Letizia dice:

Sarà che adoro il Caravaggio, ma definire caravaggesco Scascitelli mi suona come un anatema.

Chiaramente non parliamo di arte pittorica ma, similmente al Merisi, lo Scascitelli ha saputo rendere la tensione e il dettaglio con magistrali chiaroscuri nelle due pagine che ho citato (è qui che è "caravaggesco"). Tra i migliori chiaroscuri che io ricordi.

Avrei potuto paragonare Scascitelli a Seurat, o meglio, affiancare il suo "linearismo" del tratto al puntinismo del pittore-disegnatore francese (peraltro anch'egli maestro dei chiaroscuri): anche in quel caso avresti gridato allo scandalo?

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, PapeSatan dice:

Chiaramente non parliamo di arte pittorica ma, similmente al Merisi, lo Scascitelli ha saputo rendere la tensione e il dettaglio con magistrali chiaroscuri nelle due pagine che ho citato (è qui che è "caravaggesco"). Tra i migliori chiaroscuri che io ricordi.

Avrei potuto paragonare Scascitelli a Seurat, o meglio, affiancare il suo "linearismo" del tratto al puntinismo del pittore-disegnatore francese (peraltro anch'egli maestro dei chiaroscuri): anche in quel caso avresti gridato allo scandalo?

Sì.

Per me, ed è un parere personale, quelli di Scascitelli sono solo chiaroscuri e non hanno nulla di magistrale.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, gilas2 dice:

Il Caravaggio di Tex ce l'abbiamo già e si chiama Civitelli. ;)

Paragonare Civitelli al Caravaggio è come paragonare Otelma a Rovelli.

Lasciatemi stare il Caravaggio, per favore.

 

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Letizia dice:

Paragonare Civitelli al Caravaggio è come paragonare Otelma a Rovelli.

Lasciatemi stare il Caravaggio, per favore.

 

Non si può negare che in Tex nessuno sappia utilizzare i chiaroscuri meglio di Civitelli (forse Brindisi ci è arrivato talvolta vicino).
Spesso Civitelli parte (come il Caravaggio) dalla vignetta completamente nera da cui emerge la figura in luce... e se non è caravaggesco questo...

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Ho notato solo ora che una delle due pagine (84 e 85) da me citate come magnifici esempi di chiaroscuri è stata inserita nel post di @MacParland.

Guardate come la staccionata nella prima vignetta si dissolve in modo sfumato nel buio. Notate la raffinata trama delle ombre dei rami proiettate sulla schiena di Tex. Poi guardate nell'albo la pagina 85 e osservate il volto del bandito che sta per essere sorpreso alle spalle da Tex: dai soli particolari visibili, un occhio e mezza bocca, traspare tutta l'inquietudine e la sorpresa del bandito. Tutte le vignette con una fonte luminosa flebile ma che accende il dettaglio.

Per rispondere a @gilas2 , Civitelli é puntinista, con un tratto piuttosto pulito e regolare (quindi forse più vicino al Seurat da me citato), però la drammaticità caravaggesca è più intensa in Scascitelli grazie alle linee e retinature che sembrano far scorrere soavemente la luce anzichè fermarla sul soggetto.

 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, gilas2 dice:

Non si può negare che in Tex nessuno sappia utilizzare i chiaroscuri meglio di Civitelli (forse Brindisi ci è arrivato talvolta vicino).
Spesso Civitelli parte (come il Caravaggio) dalla vignetta completamente nera da cui emerge la figura in luce... e se non è caravaggesco questo...

Nessuno vuol negare nessuna cosa.

Ribadisco il paragone fuori luogo di Civitelli (o Scascitelli o chiunque altro vignettista) col Caravaggio.

Se volete farvi un'idea di come lavorava il Merisi, esistono dei video youtube di esperti che hanno studiato a fondo la sua tecnica inimitabile.

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10 ore fa, Letizia dice:

Nessuno vuol negare nessuna cosa.

Ribadisco il paragone fuori luogo di Civitelli (o Scascitelli o chiunque altro vignettista) col Caravaggio.

Se volete farvi un'idea di come lavorava il Merisi, esistono dei video youtube di esperti che hanno studiato a fondo la sua tecnica inimitabile.

 

Personalmente non credo di aver bisogno di video di esperti su youtube :D dato che 'seguo' Caravaggio da ben prima, per dire, della mostra quasi omnicomprensive alle Scuderie del Quirinale (nel 2010, dove comunque c'ero, e chi se la perdeva), e nel corso del tempo ho visto e letto tutto o quasi al riguardo, inclusa la sua tecnica, che nel corso dei secoli ha avuto peraltro, come la settimana enigmistica, 'innumerevoli tentativi di imitazione' (alla fine del 1600 c'era un intero filone di vera e propria 'ispirazione' caravaggesca).

10 ore fa, PapeSatan dice:

Per rispondere a @gilas2 , Civitelli é puntinista, con un tratto piuttosto pulito e regolare (quindi forse più vicino al Seurat da me citato), però la drammaticità caravaggesca è più intensa in Scascitelli grazie alle linee e retinature che sembrano far scorrere soavemente la luce anzichè fermarla sul soggetto.

 

 

Basta vedere la mia immagine di profilo per capire che Civitelli non è 'solo' un puntinista (tecnica comunque nella quale eccelle) ma 'anche' (absit iniuria verbis) un altrettanto eccellente chiaroscurista. La combinazione delle due tecniche nell'opera Civitelliana riesce anche ad esaltare i pregi dell'una e dell'altra (ricordo una vignetta di Tiger controluce nella seconda parte de I Cospiratori che mi fece rimanere a bocca aperta, e non è facile). A titolo di esempio di stile 'caravaggesco' ricordo (vado a memoria) anche due esempi di volti che emergono dal buio (lo sfondo nero caravaggesco), uno delle pantere in Zhenda! e l'altro di Lilith in uno degli albi 'celebrativi'. Altri recenti esempi si trovano a bizzeffe nella recente seconda parte della Mefistoleide.

Civitelli è un Maestro con la emme maiuscola, mica un fumettista pizza e fichi qualsiasi (e, come lui, Villa - che riprende spesso proporzioni muscolari michelangiolesche, si veda ad esempio il Carson a torso nudo ne La Congiura - e Ticci - che come tutti sappiamo è un eccellente acquarellista).

 

Scascitelli (per rimanere in tema) non mi ricorda nulla di tutto questo.

Modificato da gilas2
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