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[Romanzi A Fumetti 19] Dinamite


Dinamite: Terza ristampa in 19 numeri  

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<span style="color:red">6 minuti fa</span>, gilas2 dice:

Ma un essere umano non è fatto di solo raziocinio: l'uomo non è solo 'pollice opponibile'. E' (anche) l'empatia che lo spinge ad essere 'sociale' ed a formare una società, non il (solo) raziocinio.

Dal punto di vista dell'empatia - che pure è una delle 'migliori' caratteristiche dell'essere umano - molti animali riescono a comprendere lo stato "d'animo" (e sottlineo: "d'animo") come, di più, e meglio, di tanti esseri umani, così come noi umani riusciamo - se lo conosciamo - a comprendere anche lo stato d'animo del proprio animale domestico (e, spesso, anche del selvatico).

 

Il raziocinio non è la sola caratteristica dell'uomo, come non lo è il pollice opponibile (tra l'altro, senza un cervello capace di usare la ragione, il pollice opponibile non servirebbe a niente). C'è anche la capacità di formulare concetti astratti, come l'amore, l'odio, il concetto di albero comune a tutti gli alberi. C'è anche la religione, che risponde alle domande di base dell'uomo: chi sono, da dove vengo, dove vado, perchè muoio.

 

Inoltre, l'uomo non sta con gli altri uomini e fonda una società grazie all'empatia: lo fa perchè per sua natura è fatto per comunicare. Infatti non è bene che l'uomo sia solo, tanto che la punizione più terribile che si può infliggere ad un uomo è l'isolamento totale. In quelle condizioni, diventa pazzo. Il vero Robinson Crusoe nella sua isola diventerebbe pazzo in due settimane. 

 

L'empatia è la capacità comprendere subito gli stati d'animo, le situazioni, di un'altra persona, senza avere però alcuna partecipazione emotiva al riguardo. In pratica è la capacità di "analizzare" l'altro. Ma questo non porta certo a formare una società: semmai somiglia al rapporto tra uno scienziato e la cavia umana di laboratorio. Forse intendevi dire piuttosto la compassione, che significa "patire con": ma è tutta un'altra cosa. Inoltre, non tutti gli uomini hanno compassione o sono empatici. 

 

L'animale, come ho detto, può comprendere lo stato d'animo del suo padrone, ma capisce solo che in quel momento è così, e basta. Non si chiede il perchè, altrimenti sarebbe un uomo. Non gli può fare delle domande al riguardo: l'uomo invece sì. L'animale, per sua natura, ha dei limiti: oltre non può andare. E lui è contento così: è nella sua natura essere un animale, ed è felice di esserlo. Non dobbiamo essere noi infelici perchè l'animale non sa comportarsi come l'uomo. Sarebbe come rifiutare la realtà.

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Adesso, joe7 dice:

L'empatia è la capacità comprendere subito gli stati d'animo, le situazioni, di un'altra persona, senza avere però alcuna partecipazione emotiva al riguardo.

Sull'ultima parte ho dei dubbi. La partecipazione emotiva c'è, sebbene sia regolata. Anzi, l'empatia si basa proprio sul rivivere, in modo più controllato, le emozioni dell'altro dentro di sé: è questo il processo che permette di capire quello che l'altro sta provando e ce lo fa sentire più vicino.

Inferire gli stati mentali dell'altro, senza emozioni di mezzo, non è empatia ma è quello che si chiama "mentalizzazione".

 

Ieri mi sono messo a guardare le anteprime degli altri "romanzi a fumetti" sul sito SBE. Ce ne sono di davvero belli, soprattutto quelli colorati da Matteo Vattani, è davvero bravo. Ed è anche un sollievo vedere una storia di Tex finalmente libera dalla classica gabbia 2x3.

Tra i miei preferiti ci sono "La leggenda di Yellow Bird", "La frustata" e "Sfida nel Montana". Non escludo che io possa regalarmene uno. Questo"Dinamite" invece è colorato con meno cura, probabilmente non meritava di essere portato su questa testata.

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<span style="color:red">51 minuti fa</span>, Il sassaroli dice:

 

Il tuo ragionamento porta a conseguenze pericolose perché la "reciprocità" sta nelle funzioni cerebrali superiori, quindi è possibile (lo dici anche tu) solo tra pari.

Se le funzioni cerebrali che caratterizzano l'essere umano non si sono sviluppate o sono state perse non è possibile quella reciprocità che tu ritieni essenziale.

Seguendo il tuo ragionamento ai disabili (dalla nascita o per eventi successivi), che non possono stabilire reciprocità nelle relazioni, verrebbe negata la possibilità di avere amicizie.

E poi cos'altro legato alle funzioni cerebrali superiori? L'affetto? L'autodeterminazione? L'umanità stessa?

È il "cogito ergo sum" (e il corpo è solo un barile che contiene la mia essenza) senza la legge morale. Cartesio senza Kant.

Vedi su che sentiero pericoloso ti sei incamminato? 

 

Per precisare, il mio ragionamento a cui si riferisce sassaroli è questo: "Amicizia" è comprensione reciproca tra due persone, tra due uomini, affinità di sentimenti, stima reciproca. 

 

La reciprocità non dipende dalle funzioni cerebrali superiori, ma dal fatto che io sono davanti a un uomo, a una persona come me, anche se ha delle carenze, tipo è in coma o è danneggiato mentalmente. Anche in questo caso, la sua dignità rimane, perchè essa non dipende dalle sue funzioni cerebrali presenti o mancanti, ma dal fatto stesso di esistere e di essere uomo. Questo dà una dignità grandissima all'uomo: per il cristiano, perchè è fatto a immagine e somiglianza di Dio, per il non cristiano perchè è come te. Per questo ogni disabile, per il fatto di essere uomo, va trattato di conseguenza come uomo. 

 

"Cogito ergo sum", anche se l'ha detta Cartesio, è una frase pericolosa, perchè, di conseguenza, dice che chi non pensa non è. Quindi chi dorme, chi è mentalmente danneggiato e non può pensare, non è. Da qui l'eutanasia e il culto della salute fisica come bene assoluto. Invece la base dell'essere non è il pensiero, ma il fatto stesso di essere, di esistere, che va accettato come punto base. Se no, si costruisce sul niente.

 

La legge morale di Kant non ha delle basi: si basa su degli imperativi, che non si sa però a cosa si possano appoggiare. Senza un sostegno superiore, come i Dieci Comandamenti, non hai nessun chiodo dove appendere la legge morale. Quindi questa "legge morale di Kant" diventa modificabile a piacere.

 

Un'ultima cosa: il corpo non è un barile che contiene la mia essenza: il corpo sono io. Io sono il mio corpo e sono anche la mia anima: sono un composto inscindibile di anima e corpo. Quindi il corpo non è un contenitore, nè un vestito: è me, quello che io sono, insieme alla mia anima.  

 

Ma stavamo parlando degli animali, quindi mi fermo qui.

 

 

 

 

 

 

 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, joe7 dice:

L'empatia è la capacità comprendere subito gli stati d'animo, le situazioni, di un'altra persona, senza avere però alcuna partecipazione emotiva al riguardo. In pratica è la capacità di "analizzare" l'altro. Ma questo non porta certo a formare una società: semmai somiglia al rapporto tra uno scienziato e la cavia umana di laboratorio. Forse intendevi dire piuttosto la compassione, che significa "patire con": ma è tutta un'altra cosa. Inoltre, non tutti gli uomini hanno compassione o sono empatici. 

 

Beh, come anche frank_one sopra, dissento anche io su questo punto: l'analisi è razionale e quindi ritorna al raziocinio, l'empatia è la capacità - istintiva, o se vogliamo innata, e non 'razionale' - di comprendere lo stato d'animo altrui, umano od animale che sia, e renderlo, in misura parziale e a volte totale, proprio. 

Da wikipedia: "Nell'uso comune, empatia è l'attitudine a offrire la propria attenzione per un'altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali. La qualità della relazione si basa sull'ascolto non valutativo e si concentra sulla comprensione dei sentimenti e bisogni fondamentali dell'altro.

Il contrario di 'empatia' è 'dispatia' ovvero l'incapacità o il rifiuto di condividere i sentimenti o le sofferenze altrui". 

Definizione 'comune' che ricade proprio nel rapporto che l'animale "domestico" (in senso lato, includendo quindi anche il cavallo per il cowboy) ha con il suo umano di riferimento. 

Del resto, nel regno animale esistono 'società' basate sia sulla necessità: la caccia come attività di gruppo per tutelare sopravvivenza del gruppo: es. lupi, leoni, grandi felini in generale, così come anche la struttura 'difensiva' delle sardine che roteano vorticosamente tutte insieme per rendere più difficile l'attacco dei predatori, la formazione in stormo degli uccelli nelle grandi migrazioni, persino le api nell'alveare). Queste 'attitudini' sono tornate anche di beneficio all'uomo, pur non essendo rimaste 'essenziali', ad esempio, al cane: cani da caccia che cacciano 'in muta' come i beagle nella (ormai, fortunatamente, obsoleta) caccia alla volpe, o i cani da caccia al cinghiale che lavorano in gruppo per mettere il cinghiale all'angolo in attesa del cacciatore col fucile. Sono tutte attività 'sociali', prendendo come esempio il cane che è l'animale 'sociale' per eccellenza. 

L'empatia, in particolare nella sua declinazione di 'epimeietica' (ovvero l'istinto a prendersi cura dei cuccioli, a volte anche e persino di altre specie), è un elemento non-razionale ma istintivo (-patia = pathos = sentimento) che ha oltretutto trovato una sua 'famosa' applicazione nella 'pet therapy', e gli animali più presenti nella pet therapy - non credo sia un caso - sono i cani e, giustappunto, i cavalli.

Ora, se gli animali non 'possiedono' il raziocinio*, certamente sono empatici, quindi sono in grado di capire lo stato d'animo - anche - dell'umano di riferimento.

Seguendo questo ragionamento, se ne deve concludere che l'amicizia (quella disinteressata, spontanea, forgiata anche dalle reciproche esperienze e dalle esperienze in comune) non è raziocinio (quella è l'amicizia 'per interesse', precipua solo dell'uomo) ma, principalmente, empatia, e questa non è 'esclusivo privilegio' dell'essere umano.

Esistono dimostrazioni di amicizia (e non è possibile definirla altrimenti) tra uomo ed orso o uomo ed elefante, è chiaro che è possibile tra l'uomo ed altri animali spiccatamente empatici come cane e, rimanendo in tema, cavallo.

A maggior ragione in un contesto come quello di Tex in cui Dinamite - il primo vero pard - appare persino nella primissima vignetta, sullo sfondo del 'per tutti i diavoli che mi stiano ancora alle costole?". Su questo specifico albo poi tornerò quando sarà stato (ri)pubblicato, per non spoilerare chi non l'avesse ancora letto.

 

*benchè, secondo Pratchett in "Pyramids", uno dei più grandi matematici e filosofi del suo tempo fosse un cammello, ma su Discworld le regole sono molto diverse...

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Adesso, gilas2 dice:

 

Beh, come anche frank_one sopra, dissento anche io su questo punto: l'analisi è razionale e quindi ritorna al raziocinio, l'empatia è la capacità - istintiva, o se vogliamo innata, e non 'razionale' - di comprendere lo stato d'animo altrui, umano od animale che sia, e renderlo, in misura parziale e a volte totale, proprio. 

 

Mi sembra che vediate la razionalità come qualcosa che ostacola il sentimento. E' il contrario: è la razionalità che permette lo sviluppo giusto dei sentimenti. Senza razionalità, il sentimento diventa solo istintivo, non distingue più il bene dal male, è usato male. Ci vuole la razionalità per avvicinarsi davvero all'altro: per capire l'altro non basta usare i sentimenti, bisogna usare anche la testa.

 

L'animale non usa la ragione, quindi agisce istintivamente. E l'istinto non dà sempre delle risposte giuste. Anzi, gli animali, proprio perchè seguono solo l'istinto, sono anche pericolosi. Per esempio: istintivamente - quante volte l'avete visto? - un cane aggredisce un altro cane appena lo vede sul marciapiede, e viceversa, perchè ciascuno occupa lo spazio dell'altro.  Oppure: è pericoloso mettere dei bambini vicino ai cani o ai gatti: quegli animali possono fare loro del male. Infatti, istintivamente, davanti a un gesto innocente o qualcosa del genere, si sentono minacciati e reagiscono, ferendo o attaccando. L'istinto li fa reagire. Altrochè "empatia".    

 

Adesso, gilas2 dice:

Da wikipedia: "Nell'uso comune, empatia è l'attitudine a offrire la propria attenzione per un'altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali. La qualità della relazione si basa sull'ascolto non valutativo e si concentra sulla comprensione dei sentimenti e bisogni fondamentali dell'altro.

 

Sì, quello è il senso comune di empatia, che è diverso dalla definizione ufficiale.

 

Ma, per avere un comportamento così "empatico", si devono usare la volontà e la ragione.

 

La volontà, perchè bisogna voler trascurare i propri problemi e preoccupazioni, voler dimenticare se stessi, voler ascoltare quello che l'altro dice, voler concentrarsi, eccetera.

 

E la ragione, per riflettere su quello che l'altro dice o esprime.

 

Non esiste un "istinto supremo che risolve tutto da solo senza sforzo": queste sono fantasie alla New Age.

 

L'"empatia" come tu la  descrivi è un comportamento che richiede uno sforzo: in sostanza è l'amore. Perchè amare, e amare davvero, richiede sforzo, volontà, ragione, sacrificio. Dire che l'amore è solo sentimento è sbagliato: per avere dei buoni sentimenti si deve avere una buona ragione e una buona volontà. Non è un cosa spontanea: amare è una cosa esigente.

 

Un animale non è capace di fare una cosa simile. Può capire che il suo padrone è arrabbiato o triste, e si comporta di conseguenza: tutto qui.

 

Ma l'"empatia" che descrivi tu la può fare solo una persona, uomo o donna che sia, e una persona che ama.  

 

Adesso, gilas2 dice:

Nel regno animale esistono 'società' basate sia sulla necessità: la caccia come attività di gruppo per tutelare sopravvivenza del gruppo: es. lupi, leoni, grandi felini in generale, così come anche la struttura 'difensiva' delle sardine che roteano vorticosamente tutte insieme per rendere più difficile l'attacco dei predatori, la formazione in stormo degli uccelli nelle grandi migrazioni, persino le api nell'alveare). Queste 'attitudini' sono tornate anche di beneficio all'uomo, pur non essendo rimaste 'essenziali', ad esempio, al cane: cani da caccia che cacciano 'in muta' come i beagle nella (ormai, fortunatamente, obsoleta) caccia alla volpe, o i cani da caccia al cinghiale che lavorano in gruppo per mettere il cinghiale all'angolo in attesa del cacciatore col fucile. Sono tutte attività 'sociali', prendendo come esempio il cane che è l'animale 'sociale' per eccellenza. 

 

Gli animali - non tutti - hanno delle strutture sociali più o meno organizzate: da quello militare delle formiche e termiti, a quello del branco dei leoni, a quello comunitario degli elefanti, eccetera. Ma fanno così per istinto, non perchè si sono organizzati e si sono messi d'accordo ai voti per vivere in quel modo. Da quando è nato il mondo, le formiche vivono in quel modo, i leoni in quell'altro, gli elefanti in quell'altro ancora, eccetera, senza mai cambiare di una virgola. Da millenni vanno avanti così e andranno avanti così per millenni, senza mai cambiare.

 

Non è così per l'uomo, proprio perchè lui non agisce per istinto: per sua natura è fatto per convivere con gli altri. Però usa anche la ragione e si mette d'accordo con gli altri per decidere in che modo organizzarsi. Nel corso dei secoli ci sono stati tantissimi modi diversi di convivere e di organizzarsi: monarchia, aristocrazia, democrazia, dittatura, comunità, ordini militari, religiosi, medici, di stampa, e così via. 

 

Le "società" animali invece restano sempre uguali a se stesse.  Perchè sono guidate solo dall'istinto. 

 

Adesso, gilas2 dice:

L'empatia, in particolare nella sua declinazione di 'epimeietica' (ovvero l'istinto a prendersi cura dei cuccioli, a volte anche e persino di altre specie), è un elemento non-razionale ma istintivo (-patia = pathos = sentimento) che ha oltretutto trovato una sua 'famosa' applicazione nella 'pet therapy', e gli animali più presenti nella pet therapy - non credo sia un caso - sono i cani e, giustappunto, i cavalli.

 

Sì: ma, per istinto, ci sono anche gli animali che mangiano i propri cuccioli. Il cannibalismo filiale è frequente tra gli animali. E' una cosa dimenticata oggi, perchè stonerebbe molto nella visione idealizzata che hanno tutti degli animali. Per istinto, gli animali violentano anche. Gli animali buoni alla Walt Disney non esistono, e la natura è ben più crudele di quello che immaginiamo.  

 

Adesso, gilas2 dice:

Ora, se gli animali non 'possiedono' il raziocinio*, certamente sono empatici, quindi sono in grado di capire lo stato d'animo - anche - dell'umano di riferimento.

Seguendo questo ragionamento, se ne deve concludere che l'amicizia (quella disinteressata, spontanea, forgiata anche dalle reciproche esperienze e dalle esperienze in comune) non è raziocinio (quella è l'amicizia 'per interesse', precipua solo dell'uomo) ma, principalmente, empatia, e questa non è 'esclusivo privilegio' dell'essere umano.

 

L'amicizia "per interesse" è caratteristica soprattutto dell'animale, non dell'uomo. E non è amicizia, ma collaborazione: io ti aiuto in una cosa e tu mi aiuti in un'altra. Si tratta di interessi reciproci. Non esiste "l'amore" come lo intendiamo noi, nel mondo animale.  

 

L'uomo può avere delle amicizie per interesse: ma sa già che questo tipo di rapporti sono ipocrisie, non sono amicizie. L'amicizia vera è disinteressata, aiuta perchè sì, anche a costo di rimetterci personalmente. Pensa a Tex Willer e Kit Carson: quante volte uno ha rischiato la vita per l'altro? Lì non c'è nessuna amicizia "per interesse".     

 

L'amicizia richiede il raziocinio, perchè essere amici di una persona significa capirla, e per capire una persona si deve usare la ragione.

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In sintesi: siamo d'accordo di non essere d'accordo su nulla (o, quantomeno, su molto poco).
Perchè io scrivo pere e tu capisci banane, e tu scrivi mele e io probabilmente capisco cocomeri. 

 

Ritornerò sul discorso (più in tema) una volta che l'albo sarà uscito.
 

Edited by gilas2
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Beh, leggendo gli ultimi interventi mi rendo conto di appartenere al regno animale, quindi ben venga un cartonato con protagonista un cavallo. Peccato che l'ho già letto quindi mi auguro che sia colorato come si deve.

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La colpa della sparizione di Dinamite è di GLB (al rogo al rogo).

A un certo punto si è chiesto: ma se il cavallo di Tex continua a essere Dinamite, posso io scrivere delle scene in cui Tex cade da cavallo inseguendo fuorilegge/indiani cattivi che sparando gli ammazzano il mezzo di trasporto?

Eh no, su Dinamite non si può.

E allora ha fatto sparire un soggetto così ingombrante.

Se qualcuno ha voglia, contate le volte in cui a Tex accoppano il cavallo.

 

Per quanto riguarda l'amicizia con animali, non poche volte ho sentito la frase: che animale persona intelligente, sembra quasi una persona un animale!!!

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Se mi avessero chiesto cosa ne pensassi di quella frase, mai avrei pensato che fosse una frase ridicola.🙋‍♂️

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Alcune caratteristiche del primo Tex, per me, "le voleva il mercato".

 

Solo chi lo conosceva personalmente può dire con relativa certezza cosa GL Bonelli voleva mettere in Tex e cosa "voleva il mercato", però si possono fare ipotesi per me abbastanza fondate, sulla base dei suoi interessi e di cos'altro ha scritto dopo e anche contemporaneamente.

 

La serie su cui puntavano era Occhio Cupo, che era appunto... cupo. Storie di vendette, nemici mortali, false accuse, etc: e nemmeno l'ombra di animali intelligenti. Tex era invece la serie senza tante pretese, "per i ragazzi" (anche se davvero GL Bonelli non ce la faceva a scrivere cose per bambini, già nella primissima storia un malvagio palpeggia le zinne di una indianina semisvestita e poi lo stesso malvagio la condanna a morire di sete nel deserto (e poi lo rifà con lei e Tex dentro una tomba), e lo stesso "eroe" Tex poi lo abbandona svenuto dentro una casa in fiamme. Per forza poi le parrocchie lo hanno messo all'indice! Anche se era più per le zinne che per la violenza, mi sa...  :lol: )

 

Anche su Tex, già nel 1952 GL Bonelli scrive l'unico romanzo con Tex protagonista (e il fatto che la Bonelli Editrice non l'abbia ristampato per decenni fa capire che c'era qualcosa di strano e stravolto nel rapporto di Sergio Bonelli con Tex, a parte le storie in cui fa magre figure e la rappresentazione come celerino ligio alla legge, e l'ossessione per la continua riscrittura di testi e disegni...). E DI DINAMITE NON C'È TRACCIA!

 

In compenso, quando per cercare di fare una serie "più per ragazzi" (che i ragazzi all'epoca preferivano Blek e Miki) si dà spazio a Kit Willer, è una proliferazione di animali: Diablo, Satan, etc.

 

Dinamite non sparisce di botto: ad un certo punto passano mesi e mesi fra una citazione e l'altra. Tanto da farmi ritenere che...  forse ogni tanto intervina la redazione a metterle. Oppure qualcuno lo ricordava a GL Bonelli, "dai, nomina il cavallo" e lui lo metteva in una vignetta e amen.

 

Qualcuno ha fatto un indagine sulle ultime "citazioni" di Dinamite, cioè le ultime volte in cui si usa il suo nome? (a parte ovviamente i flashback tipo Il Passato di Tex)

 

Se ne era già parlato nel thread della sua ultima apparizione, in "Mexico":

...e si era giunti alla conclusione che si trattava di una storia "stagionata" e pubblicata più tardi della sua realizzazione (infatti, nella storia precedente, a Tex AMMAZZANO IL CAVALLO e non fa una piega...)

 

E sempre nello stesso thread, appare che l'ultima volta che Dinamite fa davvero "il cavallo intelligente" è prima dell'arrivo di kit Willer, poi è semplicemente "il cavallo di Tex".

 

Insomma, secondo me GL Bonelli vedeva come un fastidioso "pegno al fatto che i lettori sono bambini" la presenza di quegli animali fra i pards, di Satan e Diablo si è liberato ben presto, dinamite è durato di più ma... non faceva già più il "dinamite" da un pezzo.

 

Detto questo... perchè non ha mai fatto una storia in cui si vede morire Dinamite?

 

Probabilmente perchè non era il tipo da fare una storia solo "per spiegare che fine ha fatto....". Sono considerazioni da lettori "nerd" moderni. Quando ha mostrato la morte di personaggi di un certo peso (Lilyth, per esempio) l'ha sempre fatto per esigenze narrative, per una BUONA STORIA: Fino a che non gli è venuta l'idea per "il giuramento", Lilyth poteva tranquillamente rimanere morta fuori scena. Come capita per esempio a Freccia Rossa, di cui ci fanno solo vedere il funerale.

 

Boselli ci fa vedere la morte di Dinamite. Ha fatto bene? Dipende dalla storia: come GL Bonelli ci fa vedere finalmente la morte di Lilyth solo quando ha l'idea per "il giuramento", qui invece, ho la fastidiosa impressione che sia la storia ad essere "una scusa per far vedere che fine ha fatto Dinamite". un perfetto esempio di come sia cambiato il fumetto e gli autori negli anni passati dai tempi di GL Bonelli.

 

Alla fine, la storia è carina, si legge, e la fine di Dinamite è abbastanza "eroica": ma per me gli manca quell'alone di "epicità" che invece Boselli si vede cerca di evocare, con le ultime vignette e gli eredi liberi di Dinamite. Una storia carina, ma non abbastanza epica per essere "l'ultima storia di Dinamite".

 

 

 

 

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Concordo su tutto, a volte penso che tu mi legga nel pensiero. E' proprio il commento che avrei fatto su quella storia.

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La storia "Dinamite" uscì nel 2018 sul Magazine, in occasione dei 70 anni di Tex ("1948-2018: la grande avventura!" era lo slogan) è quindi una storia celebrativa, e come in tutte le storie di questo tipo, la tradizione vuole che vengano ripescati vecchi personaggi per la gioia dei lettori. Quindi non la definirei una storia per nerd.

 

Ho il sospetto che gli sceneggiatori non amino scrivere questo genere di avventure, visti i risultati di solito non eccelsi, e che le vivano piuttosto come un obbligo.

GLBonelli non faceva queste cose? Lui era al di sopra di tutto ciò?

Non mi pare: probabilmente vi siete dimenticati il n. 100 "SuperTex", che è appunto una storia celebrativa in cui per l'occasione il papà di Tex fa ritornare i migliori amici del Ranger per aiutarlo a far fuori un pericoloso Apache, per cui ecco ricomparire assieme Pat MacRayan, Gros-Jean e Jim Brandon (manca solo Montales) per una reunion di famiglia improbabile e piuttosto forzata (tra l'altro vedere Jim Brandon vestito da giubba rossa ai confini col Messico fa un po' sorridere...). La storia non è granché, è sufficientemente piacevole ma senza troppe pretese (oggi la definiremmo fan service), e può deludere chi si aspetta chissà cosa da un n. 100.

 

Boselli, in occasione dei 70 anni di Tex, ha la buona idea (secondo me) di far ritornare Dinamite, di cui si erano perse le tracce e, invece di raccontare una semplice avventura in flashback del fedele cavallo, decide di raccontarne la morte. E' sì, una storia celebrativa, ma non un riempitivo, perché è scritta bene, con una trama ben congegnata (considerando che ha solo una cinquantina di pagine) e contiene un'originale ed emozionante scena, quella della cavalcata di Tex contro il cecchino munito di fucile Sharps a lunga gittata. 

 

La storia è un omaggio anche a "Silver Star", e ne riprende lo spirito libero tipico dei mustang selvaggi. Direi, quindi, che si può considerare perfettamente texiana, e anche la sua qualità non è inferiore a "Silver Star". E' fan service? Sì, come tutte le storie celebrative, ma - come ho detto - non è un semplice compitino. Inoltre non è comparsa sulla serie regolare dove, in effetti, avrebbe stonato, ma su un Magazine speciale.

Il problema è semmai che per un personaggio così longevo come Tex ormai è tutta una celebrazione, e forse in futuro bisognerebbe smettere di scrivere storie di questo tipo con il ritorno di chissà chi, e festeggiare gli anniversari semplicemente con storie "normali" ma ispirate, come stile narrativo, al vecchio GLB. Sarebbe l'omaggio migliore.

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<span style="color:red">52 minuti fa</span>, Poe dice:

La storia "Dinamite" uscì nel 2018 sul Magazine (...)

 

Ecco magari se non si spoilerasse per chi non l'aveva ancora letta, sarebbe meglio... :azz:

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Il problema è che le celebrazioni sono sempre rivolte al passato. Quanto sarebbe bello vedere per il numero 800 una storia speciale dedicato al matrimonio di Kit Willer? E invece no, non si può, guai a cambiare una virgola. Meglio far tornare un vecchio nemico o raccontare come Tex ha cominciato ad indossare la camicia gialla.

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1 hour ago, Poe said:

Il problema è semmai che per un personaggio così longevo come Tex ormai è tutta una celebrazione, e forse in futuro bisognerebbe smettere di scrivere storie di questo tipo con il ritorno di chissà chi, e festeggiare gli anniversari semplicemente con storie "normali" ma ispirate, come stile narrativo, al vecchio GLB. Sarebbe l'omaggio migliore.

Concordo al 100%

 

La differenza fra Tex 100 (che comunque, è una delle storie più deboli di G Bonelli, probabilmente proprio perchè celebrativa") e queste continue celebrazioni attuali, è che per celebrare all'epoca (dopo 100 numeri e circa 20 anni) semplicemente:

1) si mettono insieme gli "amii di Tex", come se fosse una festa di compleanno

2) si fa una storia a colori.

 

Punto.

 

Nessuno si metteva a scrivere una storia in cui si svelano le origini della camicia gialla, o una storia in cui Kit si sposa, perchè "è una celebrazione, bisogna dare qualcosa di storico ai lettori". Questa è un idea balzana venuta DOPO, in tempi di nerdismo imperante, e nasce dall'idea che invece tutto il resto delle storie è "fuffa" rispetto all'albo "importante e collezionabile". Ai tempi di GL Bonelli TUTTE le storie e rano "storiche" semplicemente perchè erano belle...

 

E a furia di voler fare storie "celebrative", si arriva a robe tipo il ritorno di super-Higgins..  :angry:

 

 

 

Edited by Diablero
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  • Sceriffi

Se colmano dei buchi non è per forza detto che siano dei nerd alla ricerca della spiegazione, bisogna vedere cosa e come viene spiegato. In questo caso la storia con Dinamite era più che dovuta, parliamo di un personaggio che da un momento all'altro è sparito ma che ha accompagnato Tex per tutto il suo periodo iniziale e che è entrato di diritto nel cuore dei lettori (e la serie giovane me lo sta facendo apprezzare ancora di più). Quindi parliamo di una storia atipica pubblicata nella collana adatta, il Magazine delle celebrazioni, con un grande disegnatore e con qualche spunto pure nuovo (citato da @Poe sopra). Non è una storia nerd, è una storia che mostra il ruolo e la fine di un personaggio storico introducendo qualche novità nel fumetto e disegnata magistralmente.

 

Discorso diverso per operazioni che hanno solo la voglia di spiegare, spiegare e colmare buchi che non esistono, tipo "La cavalcata del destino", la cui idea alla base è un errore grosso: riprendere ed alterare una delle storie più importanti ed amate (non da me, ma è oggettivo il valore) dai lettori. Secondo me, se per celebrare una ricorrenza gli sceneggiatori si dovessero accorgere che è necessario alterare qualcosa del canone storico (le storie fondative, quindi) dovrebbero cassare l'idea e piuttosto scrivere una storia classica. Ho sempre detto che preferisco le storie ambiziose ai compitini, ma meglio il compitino che una storia totalmente sbagliata dall'inizio.

 

Eppure è strano che questo errore l'abbia fatto proprio Boselli (anche Nizzi, ma non così grosso nell'ambito delle storie celebrative) che ha scritto il numero 600, una vera e propria lezione di cosa significhi scrivere un volume speciale: nessuna idea sconvolgente, il ritorno di Jim Brandon e due comprimari visti nel Maxi (e non un casino enorme come nel numero 100) che ruotano attorno ad una bella storia che si fa ricordare!

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Io il matrimonio di Kit lo vorrei, ma non come celebrazione fine a se stessa o numero da collezione per nerd, ma semplicemente perché ogni tot decenni secondo me è fisiologico portare avanti lo status quo. E non parlo di retconnare qualcosa del passato, ma appunto portare avanti in modo duraturo le vicende dei personaggi. Avere dei nuovi elementi che si mantengono da una storia all'altra.

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Ma per carità.

 

Questo è Tex, non un fumetto dell'Uomo Ragno che a un certo punto si sposa con Mary Jane.

 

O, se rispondete che in fondo Tex si era sposato con Lylith, questo non è un buon motivo per fare dei matrimoni a gogò per vendere e così trasformare un fumetto western nella telenovela di Dallas. 

 

Abbiate pietà di Tex e trattatelo da fumetto western, non da Maison Ikkoku.

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"Matrimoni a gogò". L'ultimo che si è sposato è appunto Tex, 75 anni fa! A me non sembra così grave se dopo più di 70 anni Kit smettesse di essere semplicemente il figlio di Tex e si trovasse una ragazza. Sarebbe un bel modo di inserire un nuovo personaggio femminile più o meno fisso. Non dico di imbastire uno di quegli eventi in stile Marvel o DC dove si dice che nulla sarà più come prima (per poi tornare indietro dopo pochi mesi). Semplicemente fargli conoscere una donna durante una storia qualsiasi e fargliela frequentare anche in quelle successive. Non volete un matrimonio nel numero 800 per non farlo sembrare troppo un evento da collezionista/nerd? Allora facciamolo sposare nel numero 823. Pure il matrimonio di Tex o la morte di Lilith non vennero celebrati, mi andrebbe bene lo stesso con Kit. Si sposa e basta, come fosse una storia delle tante, ma con un piccolo e duraturo cambiamento allo status quo.

 

Quello del matrimonio era solo un esempio, dico solo che piccoli cambiamenti ogni 20 o 30 anni potrebbero essere salutari, per noi lettori e per gli sceneggiatori che avrebbero nuovi elementi su cui lavorare.

Edited by frank_one
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Fare cose del genere significa dimostrare di non saper raccontare più nulla.

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Ecco, se si seguisse una proposta del genere, altro che "salto dello squalo"...

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Sono alquanto contrario all'idea di far sposare Kit o uno dei pards principali.

D'altronde Piccolo Falco è già vedovo (sebbene la sua unione indiana avvenne quando era privo di memoria) e poi una "fidanzatina" occasionaria l'ha già, o vi siete dimenticati di Donna? :P:D 

 

Discorso diverso potrebbe essere per uno degli amici storici. Togliendo Pat e Gross Jean che sono eroi nomadi, uno tra Montales e Jim Brandon potrebbe trovarsi una fiamma ricorrente. (A dire il vero nel topic dei "soggetti del forum" ne proposi uno per la Giubba Rossa in cui si innamorava di una ribelle, ma figurarsi se poteva essere preso in considerazione! :D)

 

Chiudo l'OT, prima di essere linciato dai lettori puristi del Forum! :lol: 

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Adesso, joe7 dice:

Fare cose del genere significa dimostrare di non saper raccontare più nulla.

O non avere più nulla da raccontare. C'è un limite di storie che si riescono a raccontare senza cambiare le carte in tavola di tanto in tanto. Lo stesso Bonelli lo avrebbe raggiunto.

 

Adesso, Exit dice:

Ecco, se si seguisse una proposta del genere, altro che "salto dello squalo"...

Bisognerebbe stare MOLTO attenti a non farsi prendere troppo la mano. Cosa che per esempio alla Marvel e alla DC non sono riusciti a fare, riducendosi ormai ad andare avanti mega evento dopo mega evento.

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Purtroppo @frank_onetemo che non ci siano modi per far riuscire un'idea del genere.

E non dipende dall'antipatia per matrimoni o per ragazze ricorrenti.

La questione sta a monte. Tex è un fumetto d'avventura classica dove spazio per "siparietti" rosa o preparativi per la cerimonia non dovrebbero avere cittadinanza.

 

Lilyth è stata "abbandonata" per questo. Non avrebbe avuto futuro e semmai è stato grandioso GLB a trovare una fine indimenticabile (io non considero la cavalcata del meschino parte della saga).

Una nuora non potrebbe aggiungere nulla, a meno di immaginarsi assurdità come Tex che si reca a trovare la coppietta, e semmai condurrebbe ancor più vicino Tex alla chiusura.

 

Poi sono opinioni e, spero, solo ipotesi irrealizzabili...

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