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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione dal 06/07/2024 in tutte le sezioni
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Ennesima notizia ferale in quello che, dopo meno di un mese, si prospetta sotto tutti gli aspetti come un Annus Horribilis dal punto di vista politico, sociale, culturale. Nonostante fossi a conoscenza della sua malattia la cosa mi coglie di sorpresa, dato che l'ultimo numero della sua newsletter è arrivato nella mia casella di posta il 6 gennaio. Mi mancherà la sua prospettiva radicale e orgogliosamente "fuori tempo", il rifiuto di arrendersi alle logiche di un mondo governato solo dal Dio Denaro e dall'interesse personale, che ha dimenticato il significato di termini come "collettività" e "socializzazione". Mi rimarranno invece per sempre i suoi fumetti e i suoi libri, ho già ripreso in mano l'ultima trilogia di Magico Vento, sempre ben documentati e mai banali, e le sue canzoni che continueranno a riportarmi ad un periodo in cui si poteva ancora sperare in un futuro migliore, senza bisogno di andare su Marte inseguendo le follie di un oligarca demente. Grazie Gianfranco e ovunque tu sia Mitakuye Oyasin.9 points
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Stiamo parlando di gente che nel comunicato sull'aumento dei prezzi non ti comunica i prezzi ma ben si premura di spingerti a comprare più arretrati possibili prima che i prezzi aumentino. Stiamo parlando di gente che sta ristampando i texoni in formato ridotto e a colori. Non hanno rispetto né per i lettori né per il fumetto. Non fosse perché hanno ereditato la gallina d'oro di nome Tex, che comunque stanno ammazzando, sarebbero tutti a spasso da un bel po'. L'aumento di prezzo non è il problema, è tutto quello che c'è attorno. Non parlo di sceneggiatori e disegnatori, ovviamente, quelli hanno e meritano il nostro rispetto e affetto (e i nostri soldi).8 points
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Innanzitutto va considerato il fatto che anche prima della famigerata crisi Nizzi aveva richiesto a Sergio Bonelli di essere alleggerito del lavoro, anche perché lavorava a tempo pieno anche su Nick Raider (la sua serie). Giunsero quindi da parte sua diverse richieste e questo anche per una serie di altri motivi: a ) all'inizio era sorretto anche dal lavoro dello stesso Nolitta su Tex (che poi si è dileguato come autore), ciò probabilmente lo aiutava psicologicamente. b ) l'introduzione del Texone e il suo successo che in redazione davano tutt'altro che certo. In quel momento l'Editore matura l'idea di una collana speciale che significa nell'ottica di Nizzi lavoro aggiunto per lui che è l'unico che allora scrive per la testata: la storia di Giolitti è dirottata sul Texone, poi c'è Magnus, poi Zaniboni e De la Fuente, praticamente cinque nuove storie compreso anche il texone di Galep solo nel 1989! Nizzi si lamenta, difatti si vede accreditato finalmente il suo lavoro. Credo che nell'ottica di Sergio non fosse una concessione da poco (lo stesso Boselli ha accennato recentemente che Sergio aveva occhi solo per i disegnatori). Sergio ha da decenni l'idea di questa serie con guest star nazionali e internazionali, ci tiene e si mette alla ricerca di disegnatori e intanto commissiona una storia anche a Berardi per Letteri con cui Nizzi non vuole collaborare. Inizia a fare le bizze, insomma, forse si è un po' montato la testa. Sappiamo come è andata. Berardi doveva essere nei piani della casa editrice la spalla di Nizzi: ma Oklahoma delude le attese dell'editore. Nel frattempo Sergio riprende lui stesso la penna in mano e lavora su una storia di cinque e più albi con Letteri non appena si libera del primo Maxi (nel 1990), il tanto di tenerlo impegnato per qualche anno (poi chiedetevi delle cause delle lungaggini presenti in quel polpettone e del taglio finale di una trentina di tavole). Poi Sergio lavora con Giolitti (nel 1991) per il quale da tempo desidera scrivere una storia nordica (lo dice lui stesso nella posta di Tutto Tex). Quando Galep finisce il 400, siamo tra la fine del 1992 e l'inverno del 1993, gli affida la sua storia su Pat (Galep ne disegna all'incirca 60 pagine fino all'estate fino all'operazione che va male e che mette fine alla sua carriera nell'estate del 1993). Quindi IMO c'è un tentativo serio da parte dell'editore di aiutare Nizzi già prima del 1992: direi a partire dalla primavera del 1989, è frutto delle contingenze o del fatto che Nizzi non volesse più lavorare con Letteri, non posso onestamente dirlo. Chiaramente a Nizzi non basta. Nizzi nel 1991 è però ancora in salute, anche se brontola: finisce le belle storie per Villa e Ticci, ne inizia di molto promettenti per Fusco e Marcello (i primi albi sullo Yukon e lo Yucatan sono in ogni caso frizzanti e vivaci), poi ha la crisi nel primo semestre 1992 e quando i disegnatori devono essere riforniti di altre pagine di sceneggiatura lui non riesce più a scrivere una riga. IL DRAMMA. Sergio corre ai ripari e chiama eccezionalmente al lavoro un terzetto improvvisato: il fidato Canzio (che cade dalle nuvole e non sa più che pesci pigliare, tanto che per la seconda storia si rivolge allo stesso Nizzi per lo spunto), tenta la carta del sardo Medda e poi c'è quel ragazzo di bottega che sta scrivendo storie per quella serie che non legge nessuno e che è da chiudere: l'unico in realtà che sa quello che deve fare, che da anni aspetta quel momento e che ha in saccoccia UNA STORIA EPOCALE. Ma Sergio dubita ancora di Boselli, inizi tardi gli dice. Boselliha raccontato più volte di come lui, pur lavorando da anni in redazione, facesse comunque parte del clan di GLB di cui Sergio in un certo senso diffidava. Ci vorrà il giudizio positivo dello stesso Nizzi, al quale ha fatto forse leggere già nel 1992, parlo della prima parte della storia, che come si sa allora è rimasta interrotta a pagina 100. Credo che qui servirebbe Boselli per dirci quando ciò avvenne. Boselli passa intanto con successo su Zagor accompagnato da Marcello. Non consideriamo mai cosa debba aver comportato in termini di credibilità e di affidamento il fatto che Boselli, pur partendo con un bellissimo primo albo, abbia mollato l'osso dopo appena qualche mese non sapendo come andare avanti. E questo mentre Sergio ha assoluto bisogno di nuove storie. Sergio ritorna quindi alla carica con Nizzi che dopo qualche mese di riposo si è un po' rimesso e che difatti si mette a scrivere nuove storie. Medda e Canzio, dal canto loro, fanno altrettanto. Ma il primo è bocciato (troppo in fretta) o forse non è troppo interessato a continuare sui Tex, su Canzio l'editore non può contare, resta quindi il solo Boselli che intanto nel primo semestre 1994 ha ripreso e finito la storia addirittura di tre albi! ma a ridosso della pubblicazione! Ed è un successo, proprio quello che serviva a Boselli per continuare su Tex e quello che serviva a Sergio, che gli rifila anche, nel 1997, persino la continuazione della sua storia ambientata nel Colorado che Galep aveva lasciato interrotta. Boselli ha tutti i disegnatori con i quali Nizzi non vuole lavorare: c'è il pericolo di un nuovo rigetto. E' una fortuna per Boselli che può continuare a lavorare per Marcello, per Letteri, per Capitanio e per una storia anche con Ortiz. Abbassando tutti quanti noi i toni, a volte troppo polemici, forse un giorno si deciderà al ritorno. Per ora è molto difficile, ma sperare non costa niente.8 points
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Concordo con MV….sintetizzando, Stella d’argento è una buonissima storia, uno Speciale davvero speciale, contrariamente ad altri che non meritano tale titolo. Carson si avvicina ad una donna ed il tema è, innanzitutto, funzionale alla trama, oltre ad essere narrato con estrema delicatezza. Quindi, piccolo consiglio a chi ha gradito il lavoro di Giusfredi: saltare senza indugio i pipponi lunghissimi😎8 points
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Sono d'accordo. L'atmosfera del Forum è nettamente peggiorata nell'ultimo anno. Ma la responsabilità è anche dei moderatori che hanno lasciato troppo correre qualsiasi offesa o atteggiamento scomposto o aggressivo. Tanto che ormai anche quando intervengono non se li fila più nessuno. Mister P dice di interrompere l'off topic e tutti continuano come se niente fosse. Dice di non insultarsi più e i forumisti continuano a battibeccare tranquillamente. Esiste un regolamento nel Forum (come in qualunque contesto civile): bisogna portare rispetto sia nei confronti degli altri utenti, che nei confronti degli autori. Non è una questione di censura, tutti possono criticare tutto, è una questione di LINGUAGGIO e di TONI. Ed è da un pezzo che qui ognuno fa quel che gli pare. E magari non se rende nemmeno più conto (tempo fa venivano richiamati e poi eventualmente sanzionati). Non invidio i moderatori, visto il clima. Se Rauch e Boselli, per esempio, qua non mettono più piede non è perché sono troppo permalosi, ma perché gli hanno parecchio rotto le scatole e spesso anche con toni maleducati. Questo vale anche per molti utenti che non intervengono più o se ne sono andati perché stufi. Ripeto: nessuno si deve autocensurare o essere censurato, ma esiste un regolamento che tutti abbiamo accettato. Ma mi sa che qua ormai tutti passano col rosso. Molti poi dicono che sono obiettivi nelle "analisi", ma non è vero (ed è da qui che nascono molte liti). L’obiettività (e la verità) non ce l’ha nessuno. Al massimo ci sono quelli che SI SFORZANO di essere oggettivi (pochi), quelli che FANNO FINTA di esserlo e quelli che CREDONO davvero di esserlo. Alcuni, poi, si sono rotti le scatole di Tex, è evidentissimo, ma continuano a comprarlo lo stesso (vai a capire perché: leggetevi qualcos'altro) e a parlare male di qualunque storia a prescindere, così finisce che la leggono già con l’intenzione di criticarla il più possibile. Anzi se la storia è bella secondo me ci restano persino male. Per cui cercano a tutti i costi di trovare degli errori o di ingrandire delle minuzie. Naturalmente non lo ammetteranno mai neanche sotto tortura. Ma è talmente palese a chiunque... E comunque ogni riferimento a persone esistenti è puramente casuale. Se continua così il Forum diventerà una specie di Comix Archive, quel “simpatico” sito dove non conta neanche più parlare di fumetti e di storie, basta lamentarsi noiosamente di qualcosa, qualsiasi cosa. Mi sa che se Tex è peggiorato, sono peggiorati anche i suoi lettori... Ok, sono andato off topic anch'io, quindi i moderatori è giusto che mi ammoniscano!8 points
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Quelle che porta Diablero NON sono prove. Sono le argomentazioni concrete con le quali motiva le sue più che legittime opinioni. Pensa che Nizzi abbia fatto fare la figura del pagliaccio a Tex sulla base di questa o quella scena. Non c'è niente di sbagliato, anzi, ben vengano simili argomentazioni, ma non sono prove di alcunché. L'errore sta nel ritenere che tutti debbano confermare la figura del pagliaccio di Tex in quelle scene. Davvero, mi sembra incredibile che sia così difficile accettare che ciò che per Tizio costituisce una figura da pagliaccio non costituisca lo stesso anche per Caio. Una storia di Nizzi che per me contiene una scena da bollino rosso è "Zhenda". Non mi ricordo in quale punto, più o meno a metà, Tex viene preso alle spalle da un banditucolo qualsiasi, neanche fosse il primo che passa, e lo salva qualcuno dei pards. Ora, per me quella è una scena da strapparsi i capelli per lo scandalo (Tex che si fa aggirare in quel modo? Lui che metterebbe nel sacco bande intere prendendole alle spalle?). Per me. Ma che ci posso fare se un altro, invece, non la trova così scandalosa? Se anzi non gli fa né caldo né freddo? Se, addirittura, lo trova un tratto umanizzante del personaggio? Ma perché devo obbligarlo a pensare ciò che, in totale buona fede, non pensa? Per me Tex che rischia di farsi impiombare in quel modo da un banditucolo da due soldi è un errore da penna rossa. Per un altro no. Estiqaatsi? A me piace quando qualcuno espone una visione di Tex che non ho o che fa delle considerazioni alle quali non ho mai pensato. Lo vedo come un arricchimento ed è il motivo per il quale sono qui. Ciò che non mi piace è quando si arriva all'insulto e quando si insinua la malafede di qualcuno. Non è più semplice pensare che abbiamo visioni diverse? Mia nonna dice sempre che se fossimo tutti uguali lei sarebbe mio nonno.7 points
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Fischi per fiaschi. Il tuo discorso avrebbe senso se qui ci mettessimo a dire "fatemi andare alla Bonelli che sistemo tutto io" o "che ci vuole a fare un fumetto di successo? È facile, vi spiego come". Ma facciamo un esempio facile: se vai al ristorante, paghi molto e mangi male, ci torni? O vai al ristorante un po' più in là dove mangi meglio? Oppure di fronte a una minestra scotta o una pizza bruciata che ti hanno fatto pagare anche più del solito, dici "beh, dopotutto io non sarei capace di gestire un ristorante, quindi mangiamo, paghiamo e poi ci torno, non mi è consentito lamentarmi"? Va di moda paragonare il prezzo dei fumetti Bonelli alle pizze (e la mia risposta tipica è che le pizze, cioè la SOCIALITÀ, lo stare FRA AMICI IN COMPAGNIA, l'allegria e il parlare, valgono MOLTO DI PIÙ di un fumetto noioso che ti deprime da solo in casa...). Bene. Io l'ultima pizza che ho mangiato era buona. Non so quanti co###oni si sia fatto ormai il pizzaiolo del suo lavoro, quanto sia stufo di stare tutte le sere davanti ad un forno a fare sempre le stesse margherite o quattro stagioni, ma anche se è stufo... nel prodotto non si vede. Ogni fetta era una goduria, cotta alla perfezioni, buoni ingredienti, ho passato una bella serata fra amici e di sicuro non mi sono annoiato mangiandola. Mi è costata solo 6 Euro + coperto (non vivo a Milano, qui in provincia i prezzi sono più bassi e non prendo mai pizze troppo elaborate) Ci sono state storie recenti Bonelli che ho letto di 2-3 albi (quindi, costate 10-15 Euro) in cui era davvero chiarissimo quanto si stesse rompendo le scatole a scrivere l'autore. La ripetitività, l'allungamento del brodo, i soliti "pam pam ahhh!" ripetuti in maniera estenuante... non solo si stava rompendo le scatole, ma la cosa traspariva chiaramente nel suo lavoro! Ma davvero gli conviene paragonare il prezzo di certa roba con il prezzo di una succulenta pizza? Poi, è ovvio che il VERO problema è quello: la qualità. Il divertimento. O viceversa, la noia. O magari l'incazzatura, come in troppe storie recenti che toccano cose sacre che non si dovevano toccare. Ovvio che una storia BELLA la paghi senza problemi. L'ultima di Zerocalcare per me è bellissima, 24 euro ben spesi e che rispenderei. Ma nel campo del fumetto seriale multi-autore, non hai sempre il capolavoro. Se escludiamo il periodo d'oro di Tex, rarissima eccezione quasi unica, nel campo del fumetto seriale hai nell'arco d un anno, un tot di storie fiacche. Quanto fiacche? Quando spesso? Cioè, quanto paghi, se segui una serie, per storie che ti deludono? Quanti soldi butti via? E allora, se non ti diverti a leggere, se leggere è una fatica, allora sì che se hai speso 5 euro invece di 2 ti inizia davvero a tirare il cu... E se poi vedi le uscite triplicarsi, scaffali interi (e costano anche quelli) divorati in pochi mesi da una bulimia editoriale che butta in edicola roba improponibile come gli ultimi Nizzi disegnati da chiunque sia libero, il dubbio diventa certezza, "qua mi stanno a prendere per il..." Per DECENNI, nel fumetto Bonelli in genere (con alti e bassi) se ti piaceva una serie avevi ogni tanto la storia memorabile, una certa routine, qualche schifezza, ma tanto spendi poco, e non ti occupa troppo spazio in casa, è perdonabile. Ma se inizi a chiedere cifre alte e mi vuoi fare il paragone con la pizza... allora deve ESSERE COME LA PIZZA. Cioè BUONA SEMPRE. Sempre ben fatta. Magari una volta un pochino bruciata, capita, ma non troppo, e se una volta è immangiabile... non mi vedi più in quella pizzeria. Quanto durerebbe oggi la Bonelli se i suoi lettori gli dessero retta e pretendessero la qualità delle pizze?7 points
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Qualunque serie a fumetti ha un ciclo vitale, in cui (una volta) partiva, prendeva lettori, arrivava al massimo successo, poi calava (più recentemente con l'estinzione del lettore occasionale, la continuity oppressiva e per me anche il livello di certe proposte, al posto di questi ciclo vitale ce n'è uno più semplice in cui le copie calano sempre continuamente dal numero uno, ma il finale è lo stesso: le vendite calano) Questo fatto è accaduto, da sempre, ad ogni serie Bonelli (anche se alcune come Tex hanno avuto un ciclo vitale lunghissimo e mantenuto buone vendite per decenni: però Tex è anche una delle pochissime serie Bonelli che era fatta in maniera da poter prendere nuovi lettori ad ogni albo senza un eccessivo peso della continuity, e questa cosa conta). Come mai la Bonelli non è andata in crisi con il calo di vendite delle strisce? Si è inventata un nuovo formato. Poi quando sono calate le vendite del Ragazzo nel Far West è uscito Zagor. Escono ancora L Pattuglia dei Bufali, i Tre Bill e Hondo? No, ma sono arrivati Martin Mystere, Dylan Dog, Nathan Never, etc. Insomma, man mano che le serie andavano in crisi, come TUTTO da sempre va in crisi prima o poi, si sono sempre inventati qualcosa di nuovo. Oggi questo ricambio non esiste più. L'ultima serie Bonelli con abbastanza gambe da durare è stata Dragonero, dal 2013 (ma il personaggio è del 2007 con il suo Romanzo a fumetti), un piccolo modesto successo che secondo me (in base a quello che vedo in edicola, poi le cifre di vendita non le so) si è già sgonfiato ma ancora ha i numeri per stare in edicola. Ma è stato DODICI ANNI FA! Da allora tutti flop o iniziative di poco respiro destinate da subito a durare pochi albi (o tre storie come Deadwood Dick), o roba per librerie che davvero non so come potessero pensare di vendere in Italia: credono che ci compra Zerocalcare poi si cerchi qualsiasi altro cartonato a fumetti? Gli mancano gli autori. Un sacco di quelli della vecchia guardia o sono morti o sono in pensione, quelli rimasti sono già oberati di lavoro: ma dove sono i nuovi Castelli, Sclavi, Berardi, o anche i nuovi Enoch e Vietti? E non parlo di BRAVURA che quella è opinabile (ho un giudizio molto scarso sulla reale bravura di molti nuovi autori esaltati da certa critica), quando della capacità di fare qualcosa di VENDIBILE, che abbia il suo pubblico disposto a pagarla. Non aiuta la crisi generale del fumetto come media, certo. Rende tutto più difficile, e te le puoi scordare le 700.000 copie di una volta. Ma il punto attuale di pareggio di un albo Bonelli regolare è sotto le 20.000 copie: davvero il fumetto sarebbe così in crisi da non riuscire più a superare le 20.000 copie? Il pubblico residuo dei lettori abituali di fumetti in edicola è di come di diverse centinaia di migliaua di persone e i lettori Bonelli sono ancora come minimo 150.000 persone (ipotizzando che siano sempre gli tessi a comprare tutti gli albi bonelli altrimenti sono molti di più): il fumetto è in crisi ma non è ancora deceduto, come si vede bene dalla massa di albi ancora pubblicati, è che la bonelli mi sembra molto più in crisi del fumetto. "Là fuori" ci sono ancora nuove proposte innovative. Solo, non dalla Bonelli. È un problema di nuovi autori che non fanno nuovi personaggi "vendibili", come dicevo, ma è anche e soprattutto un problema di SCELTE EDITORIALI. Invece di rischiare di lanciare nuovi personaggi, la nuova direzione Bonelli ha deciso di "spremere" i lettori delle serie più vendute inflazionandole con una folle iperproduzione che ne ha fatto calare a picco la qualità. Vediamo oggi quanto sia stata lungimirante questa scelta, con i lettori che fuggono a frotte. Nuovi formati? Hanno scommesso su quell'assurdo "formato audace" che aveva come punto di forza ai loro occhi per me "così copiamo la Marvel anche nel formato", un flop epocale (mentre il formato indovinato per questo periodo per me l'hanno beccato quasi per caso con Tex Willer ma poi non l'hanno utilizzato molto altrove) E soprattutto hanno creduto a quella favoletta, che ha detto Recchioni in pubblico in un forum ma che avevo già sentito dire da tanti altri, tanto che penso fosse un mantra ripetuto da tutti nei corridoi Bonelli "il prezzo non conta"... e si sono resi conto invece che conta. Ma se ne sono resi conto un po' tardi, DOPO che hanno portato il costo annuale per seguire anche il solo Tex a quasi 250 Euro contro i 40 Euro di quindici anni fa... E adesso dopo che hanno visto i risultati di tante mosse sbagliate, danno la colpa al calo delle edicole! Capisco che non sarebbe stato molto ben recepito un discorso più onesto tipo "scusate, abbiamo pensato di poter campare sugli allori sprementi i vecchi personaggi triplicando le uscite e raddoppiando i prezzi spremendo voi lettori, ma abbiamo sbagliato i calcoli, scusatevi tanto, promettiamo che ridurremo le uscite e faremo di tutto per contenere i prezzi", ma sarebbe stato, appunto, più onesto. Ma vedo che ancora non stanno calando in maniera significativa i collaterali e ancora aumentano i prezzi. Si vede che la lezione ancora non gli è bastata....7 points
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Per me che mi prendo all'inizio del mese con dieci euro (banconota) il Tex e lo Zagor, dover tirare fuori la moneta da un euro (o due) fa molta differenza. Psicologicamente, non monetariamente. E pagare per il Tex Wiler il prezzo che pagavo fino a ieri per il gigante anche. L'aumento dei prezzi, poi, che a questo punto diventa prevedibile come il tempo a Londra d'inverno pure non giova: mi sento un bove al mattatoio. Vediamo a quanto ammonta il rincaro, ma resta una politica editoriale assolutamente discutibile. Poi gli alti e bassi sulla serie regolare (l'ultimo albo neppure letto...) Infine, le edicole chiudono perché i prodotti in vendita non si vendono come si vendevano prima. Inutile prendersela con la gente che non legge più o con gli smartphone, la verità è che se proponi un prodotto di valore la gente te lo acquista. E TE LO LEGGE! Negli anni settanta Tex vendeva 700000 copie senza uscite collaterali e storie con tutti gli attributi, Zagor Idem, Mister No idem. Oggi quella qualità ce la scordiamo e siamo costretti a pagare di più un prodotto che vale meno e che per questo vende dieci volte di meno. E le edicole chiudono, certo che chiudono, per tutta questa roba che resta invenduta perché è scadente. Ma è un problema non solo della Bonelli ma della carta stampata in generale. Prendiamo i quotidiani nazionali o locali che veramente ci vuole fegato a leggerli, per non dire che a me verrebbe la voglia di andare a picchiarli tutti quanti... Altro che regalare loro uno o due euro al giorno come mi capitava solo trent'anni fa. E le edicole chiudono. E si dà la colpa alle edicole. Ma è come nascondersi dietro un dito che però non nasconde la pochezza di quello che mandi in stampa con rincari la cui ragione di essere è quella di coprire i buchi nei bilanci annuali in cronica perdita. È brutale come analisi ma cercare capri espiatori non aiuterà a salvare il salvabile. Così come l'ennesima ristampa cartonata che avrei comprato e seguito numero dopo numero se in prima pagina avessi letto scagnozzi invece che uomini. Non è una questione di spendere una manciata di euro in più o in meno, è proprio quello che mandi in edicola, CHE NON INTERESSA. Ma quanto ci vuole a capirlo? Io ho perso la speranza.7 points
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Ho letto questa mattina questo speciale (avevo e ho un po' di letture arretrate). Giusfredi, uhm, finora non mi aveva mai troppo appassionato, però questa storia è davvero bella e merita più di nove, forse anche il termine ''capolavoro''. Sono contento per lui perché ha dimostrato due cose: saper scrivere grandi storie e avere il coraggio di osare e di andare oltre l'ordinario, la banalità. La storia offre un sacco di spunti, ma é soprattutto articolata in modo tale da confrontare padri e figli e non ti aspetti che sia il capo comanche a soprassedere sulla sia gloria quando c'è da salvare la sua prole, giungendo al sacrificio personale quando la figlia cade nelle mani di Shepard. Questo individuo invece avrebbe voluto il maschio e si trova una volitiva figlia, ma avete già scritto di come la tratta e l'abbandona a se stessa quando è malata. Sulla lapide leggiamo beloved daughter, amata figlia e non moglie. La giovane è stata lasciata anche dall'ufficiolotto, ma si capisce da lontano ormai che il suo cuore era stato conquistato interamente da Carson, anche senza leggere l'epilogo che resta tra i migliori che siano mai stati scritti. Abbiamo due coppie in questa storia, alla fine restano una ''vedova'' comanche che in dieci anni non ha mai dimenticato il suo uomo, e un Carson donnaiolo, ma non superficiale, con le sue ferite profonde, scritte direttamente nel cuore. Ed è qui, nell'esitazione che gli impedisce di varcare la soglia della camera, che ne capiamo la grandezza d'animo, nel tenersi stretto quel fucile che nasconde quella che per lui era più di una simpatia e di un'amicizia, che Tex non è ancora in grado di capire fino in fondo, fino a che non incontrerà sulla sua strada Lilith. Come scrive Boselli nell'introduzione, tra questo Carson e quello macchiettistico che si lamenta, c'è un solco. Storia questa, dunque, molto importante, cinematografica come ha ben detto Monni, non solo per il riferimento alla lanterna magica che ispirò i fratelli Lumière, ma per averci mostrato una guerra con i comanche prima della grande invasione, per aver dato a Carson un'avventura sentimentale che non è raccontata ma solo suggerita, emozionante e durissima nella sua conclusione 'romanzesca' e 'fiabesca'. Immaginarne una di questa portata prima di Lena era difficile, lo stesso Mauro Boselli si era limitato recentemente solo a rapporti occasionali (Maria Pilar), sulla stessa linea di un Tex che conosce solo delle donne con cui non si lega. Nello scrivere una storia come questa, quella pagina 100 che spunta a sorpresa durante la lettura è invece quanto di più scontato che ci si potesse aspettare, la ragazza non poteva ''vivere'', ma è il modo in cui Giusfredi l'ha raccontata a meritare i nostri applausi, è una pagina che gli permette di costruire tutti quello che è raccontato dopo, un turning point, una chiave di volta, che negli albi di Tex si contano sulle dita di una mano. Per tutto questo e per altro, questa storia merita 10, perché dopo averla letta ti viene subito la voglia di rileggerla, come solo per i classici.7 points
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Mi è stato approvato un nuovo soggetto, che sto ampliando (l'originale era appena una traccia base di mezza pagina!), che questo episodio sia anche la mia prima sceneggiatura per Tex? Si tratterebbe comunque di una storia da due albi. Se ingrano qualcuno mi dovrà aprire il thread nella sezione dedicata agli autori . Burattini è stato un buon maestro e ora spero che certe mie incertezze presenti nella mia prima sceneggiatura per Zagor rimangano ricordi del passato.7 points
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Dov'è che si riconosce il Grande Scrittore? Nelle sue opere migliori? Nei capolavori indiscussi? Certo, ma qualche buona storia capita nella carriera anche degli scrittori più fiacchi. No. Per conto mio il Grande Scrittore è quello che riesce a farti innamorare dei suoi lavori crepuscolari, che riesce a stupirti positivamente anche nelle storie di una carriera che si sta concludendo. E in questa storia lampi del genio che fu GLB ce ne sono. Oh! se c'è ne sono! Non avete visto come la storia sia un confronto etico (!) tra i tre pards e i loro doppelgänger? Come le azioni degli uni siano improntate al bene, alla relazione positiva e quelle degli altri al male, alla soddisfazione egoistica? Magistrali i momenti speculari e opposti in cui i due gruppi entrano a Banderas: i doppelgänger ritengono normale che lo "sporco indiano" rimanga fuori dal paese, i pards non solo entrano con Tiger Jack, tengono testa ai razzisti, ma addirittura riescono a non entrare in conflitto con questi ultimi e, alla fine, a portarli dalla loro parte. Non è più solo avventura, Tex diventa anche un manuale di gestione del conflitto relazionale! Pedagogia nel suo più positivo significato! E cosa dire dell'interrogatorio di Durango Jim? Tutti aspettano gli sganassoni che invece non ci sono! Anche in questa sottrazione c'è la zampata del genio! Genio che affiora ancora nei dialoghi: "SIATE PRUDENTI!... SONO IN TANTI." "STATE TRANQUILLA, SARÀ NOSTRA PREMURA RIDURLI DI NUMERO." Che magnifico viale del tramonto ci ha regalato Gianluigi Bonelli!6 points
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Perché la nuova dirigenza Bonelli è bravissima soprattutto in una cosa, una specialità su cui sono assolutamente imbattibili: far incazzare i loro lettori. E bada che questo "effetto" è indipendente dal tipo di notizia, se buona ("Villa ha finito il texone... ma prima di leggerlo dovrete aspettare 6 mesi se non volete pagare di più!), ottima ("ritrovato un inedito di Bonelli e Tarquinio... e adesso giocheremo agli enigmi della sfinge, dovrete indovinare ogni ulteriore informazione, noi non vi diciamo niente!") o pessima ("aumentano i prezzi... ma non vi diciamo di quanto! Siamo burloni!") Davvero, ci vuole talento per riuscire a far incazzare la gente ogni volta che apri bocca...6 points
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Borden, il tuo discorso avrebbe una logica... SE I FUMETTI NON LI VENDESSERO ANCHE AL SUPERMERCATO! E in ogni caso, è comunque una logica "rovesciata". I cinema staccano meno biglietti perchè i film non li vede più nessuno? No, perchè li vedono ALTROVE, in streaming. Al cinema costa di più e ci si deve spostare. Ma in edicola il prodotto costa UGUALE e ANZI, la Bonelli ci dice che sta chiudendo proprio la sala "che non ti fa spostare", l'edicola: che paragone è? Prendiamo un paragone dove la roba costa uguale, che hai fatto tu: "Anche le drogherie sono scomparse perché i loro prodotti sono pessimi (non perché la gente preferisce acquistare gli stessi prodotti al supermercato dove può parcheggiare la macchina)!" L'hai scritto tu: "la gente preferisce acquistare gli stessi prodotti al supermercato dove può parcheggiare la macchina" Infatti, anche a me non risulta che i produttori di quei prodotti stiano giustificando gli aumenti di prezzo con "la chiusura delle drogherie"... I fumetti Bonelli si trovano nei supermercati, negli autogrill, in abbonamento, online, si possono spedire, e comunque le edicole, anche se in calo, sono comunque una rete di punti vendita molto più estesa, per esempio, delle librerie: eppure i libri si sono venduti anche con così pochi punti vendita. Perché voi non ci riuscite? Come fa Harry Potter a vendere milioni di copie in una rete di punti vendita da qualche migliaio di esercenti, mentre voi sostenere che non vendete più di centomila copie (al massimo) in una rete di punti vendita molto più capillare e con molti più esercenti? Eppure, negli anni 70, con il grande, massimo boom dei fumetti... le edicole erano poche. Nei decenni successivi le licenze sono state moltiplicate a vanvera (e anche per questo poi molte hanno chiuso). Adesso non so se siamo scesi sotto gli anni 70 di nuovo, ma come mai all'epoca la Bonelli riusciva a vendere tanti fumetti in così poche edicole? Capisco che, anche umanamente, sia più bello raccontarsela come "là fuori ci sono milioni di persone che amerebbero i nostri fumetti, se solo non vivessero a 4 ore di macchina dall'edicola più vicina" (una situazione tipica italiana! ), ma a un certo punto, bisogna anche accettarla la realtà: che ci sono in giro maniere di usare quei cinque euro che danno molta più soddisfazione. Le edicole chiudono non solo perchè i fumetti non vendono più un tubo, ma anche perchè i giornali non vendono più un tubo? Vero. Ma in quel caso, la gente non compra il giornale perchè le notizie le trova online nei siti degli stessi giornali, scritte dagli stessi giornalisti, e "in tempo reale". Voi non avete quella concorrenza, pure la pirateria nel fumetto italiano non mi pare così rilevante e non arriva prima della copia stampata come nei quotidiani. Comunque, nel mio piccolo comune c'erano negli anni 70 tre edicole, quando Tex vendeva 700.000 copie. Poi sono salite a 7 edicole più almeno 4 supermercati quando hanno dato la licenza anche a quelli (e all'epoca gli edirori piangevano - con molte più ragioni secondo me - perchè con così tante edicole le copie da esposizione erano un costo eccessivo). Ora sono calate di nuovo a 3 edicole e a almeno due supermercati che tengono ancora il reparto edicola che io sappia. Significa che per comprarsi un fumetto devi farti ancora un po' di strada in bicicletta come negli anni 70, oh che dramma. Eppure, vedevo la pila di fumetti Bonelli assottigliarsi PRIMA che chiudessero le edicole, che strano... Ovvio che 700.000 copie non le vendi più. Ma non perchè calino le edicole: per la concorrenza di 400 canali TV più i satellitari, internet, smartphone, etc: è il prodotto "fumetto" che ormai non è più competitivo. il PRODOTTO, NON il punto vendita! Che chiude perchè non vendono più i prodotti, non il viceversa! Rimane un altro mistero: se il "tappo" è dato dal numero di edicole, e i fumetti sono bellissimi e se ne venderebbero centomila copie se ci fossero abbastanza edicole... perchè alcuni vendono dieci volte quello che vendono altri? Ci sono "edicole di Schrödinger" che sono aperte per Tex e sono chiuse per Martin Mystere? Ma se si accettasse la sconvolgente rivelazione secondo cui se vendi ventimila copie è perchè ti vogliono leggere proprio solo ventimila persone, magari?6 points
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Un mio piccolo aneddoto sull'autore che ci ha lasciati. Eravamo nel 2009, credo, e Manfredi era appena passato alla serie regolare con la storia dell'acqua disegnata da Civitelli e ricordata poco sopra da Monni. Era l'epoca in cui il forum cercava di emergere dalla mediocrità e tra gli utenti che si davano da fare vi era un indiavolato Anthony Steffen, che davvero si prodigava in tutte le maniere. Fu lui ad avere l'idea del Tex Magazine del forum e sempre lui a fare una piccola intervista a Manfredi che aveva contattato in privato. Ricordo che mentre ne parlavamo gli dissi: Carmelo, che ne dici di mettere l'intervista direttamente sul magazine? (Era inizialmente prevista infatti la sua pubblicazione sulle pagine del forum). Fu così che decidemmo di fare qualche altra domanda a Manfredi e alla fine ne venne fuori un'intervista carina e simpatica di diverse pagine. Lui fu gentilissimo e rispose a tutto senza mai tirarsi indietro. Quando il magazine fu online, attraverso Mauro Boselli giunse nelle mani di Sergio, immagino in una versione cartacea stampata negli uffici della casa editrice. Il Sergione ci fece sapere che reputava la nostra davvero una bella iniziativa, aveva sempre un occhio di riguardo e qualche buona parola per i piccoli fanzinari da incoraggiare, e venne fuori che una delle cose che maggiormente lo sorprese fu proprio la disponibilità che Manfredi ci aveva concesso (visto che eravamo proprio alle prime armi e nessuno ci conosceva). Non riusciva proprio a capacitarsene. Con l'autore ebbi anche il modo di fare una gaffe ponendogli la domanda se dovessimo considerare quella storia in edicola come una storia a tesi, idea che lo rivoltava proprio, che ne potevo sapere, decisi lo stesso di conservare quella domanda nell'intervista del magazine e la relativa risposta un po' piccata in cui il buon Manfredi mi tirava le orecchie! Lo ricordo con molta simpatia anche se le storie pubblicate su Tex le ho sempre giudicate atipiche.6 points
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Cioè fatemi capire: @borden ci ha nuovamente mostrato il suo attaccamento tornando sul Forum (poteva tranquillamente non farlo visto la sua rispettabile scelta del passato) e gli si contesta di difendere il suo punto di vista? Cioè un utente può criticarlo (anche a volte non leggendo la storia oggetto della critica, o storpiando titoli a suo piacimento non avendo il minimo rispetto per il suo lavoro, perchè una storia può piacere o meno ma il rispetto non deve mai mancare) e lui non può far valere la sua perchè è un autore? Mi par di capire che si vuol far passare Mauro come una grande minaccia al diritto di critica, ma stiamo scherzando spero! Anzi son felice che sia tornato, poichè da tempo si notava una deriva di critiche non sempre costruttive, che senza contraddittorio avrebbero portato a esiti poco felici. Per informazione a chi vorrebbe nuovamente far passare il falso punto che qui siamo tutti succubi di Mauro, sono tanti anni che frequento il Forum e di sue storie ne sono state criticate tante, anche dal sottoscritto, eppure mica ogni volta l'autore ha perso le staffe o non ha accettato le critiche. Se fossi in qualcuno, qualche domanda me la porrei prima di "chiedere la testa dell'autore". Ha detto bene @Carlo Monni, rispettare le opinioni altrui è il miglior modo per guadagnarsi il rispetto e ultimamente non sempre accade. Poi se si vuole un Forum monopolizzato da dogmi e toni sprezzanti, fate pure, ma non stupitevi se ci sarà "Resistenza".6 points
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Ma sarebbe una bugia! Io sono prolisso perchè... lo sono! Tornando a Nizzi, mi sono fatto un idea sul perchè fosse andato così avanti sul lavoro. Sono solo illazioni, non ho nessuna prova e manco nessun indizio, quindi non le metterò nel riassunto finale, le butto qui al livello di "chiacchiera da bar" Nizzi inizia ad essere pubblicato su Tex nel 1983, e all'inizio il compito non è gravoso: di Tex vengono pubblicate 1320 pagine annue (12 albi mensili da 110pp e basta) e a scriverle sono ancora in tre, con Nolitta e GL Bonelli. Nolitta si eclissa subito appena può sbolognare la patata bollente a Nizzi, ma di GL Bonelli ci sono ancora diverse storie, e il disegnatore più veloce, letteri, con cui non si trova bene, viene "preso in carico" da Berardi, in prospettiva di far sceneggiate dei Tex anche all'autore di Ken Parker. Le tabelle di Dime Press hanno il difetto di contare le tavole nell'anno in cui sono PUBBLICATE, non quando sono scritte, e questo porta a "spostamenti" di tavole in casi come il primo Texone (pubblicato nel 1988, ma era chiuso in un cassetto da anni)., ma possono comunque dare indicazioni: ecco le pagine pubblicate di Nizzi su Tex: 1983: 158pp 1984: 500pp 1985: 744pp 1986: 1012pp 1987: 1052pp Vediamo che anche "a regime" siamo sulle mille pagine all'anno, molto meno di quanto può sceneggiare Nizzi. Vero che le storie di GL Bonelli stanno esaurendosi e Nolitta si è eclissato, ma alla Bonelli stanno appunto pensando a Berardi come autore aggiuntivo (e intanto le quasi 300 pagine all'anno di Letteri le scrive lui. È in questo periodo di calma e con un sacco di tempo libero che Nizzi propone il progetto "Nick Raider". Di Nick Raider si è parlato per UN SACCO di tempo prima della pubblicazione. Ricordo che avrebbe dovuto avere un altro nome (Nick Falcon forse? Vattelo a ricordare, dopo tanti anni...) e fu cambiato perchè c'era un altro personaggio troppo simile (e andarono a beccare il nome di uno snack... ), quindi probabilmente si è preparata l'uscita con largo anticipo (il numero 8 è di Capitanio, l'avrà iniziato non oltre il 1987, e c'erano sette numeri precedenti. Nizzi scrive tutti i primi 12 numeri (altro indizio sul fatto che sarà partito con largo anticipo per preparare un tot di albi prima dell'uscita), poi entrano nello staff man mano D'Antonio, Medda, Vigna e Berardi: insomma, i nomi sono di prim'ordine (meno i disegnatori, presi in gran parte dalle riviste della universo anche se fra loro oltre a Capitanio c'è all'inizio anche Milazzo (molto svogliato e "schizzato", ma sempre Milazzo) Con questi nomi, e magari Berardi a scrivere anche Tex, potrebbe seguire entrambe le serie senza grandi difficoltà. Solo che... 1) il Texone di Buzzelli nel 1988 sbanca, lanciando l'idea di una pubblicazione annuale. E si aggiungono altre 224 pagine al totale. 2) La storia di Berardi non viene considerata "adatta" e viene spostata su uno speciale (creando un "buco" da riempire di oltre 300 pagine nella serie regolare, e quel che è peggio, Berardi viene "bocciato" e non andrà ad aiutare Nizzi. 3) Forse per compensare l'invecchiamento di molti disegnatori di Tex (con rischi legati alla loro salute, anche giustificati pensando a quanti ne moriranno in breve tempo) in quel periodo molti disegnatori vengono spostati su Tex, creando una certa "sovrapproduzione" che ho descritto nei post precedenti. Ecco le pagine pubblicate dal 1988 (ricordando sempre che probabilmente i primi Nick Raider e sicuramente il Texone di Buzzelli sono stati scritti anni prima) 1988: 2202 pagine totali (1544 di Tex - compreso il texone scritto anni prima - e 658 per i 7 numeri di Nick Raider pubblicati, tutti scritti da Nizzi) 1989: 2269 pagine totali (1389 di Tex - compreso il texone di Giolitti che era previsto per la serie regolare - e 880 pp per 8 albi + 1 speciale di Nick Raider) 1990: 2142 pagine totali (1544 di Tex - il secondo anno in cui tutti i Tex pubblicati sono di Nizzi - e 598 pp di Nick Raider) A quel punto, viste le difficoltà del seguire due serie per Nizzi, Sergio Bonelli torna a dargli una mano, accollandosi due disegnatori (il solito Letteri e Giolitti) e fa tirare fuori dal cassetto le ultime tavole sceneggiate da GL Bonelli e giudicate impubblicabili e dà l'incarico a Sclavi di tirarne fuori qualcosa di pubblicabile (ne uscirà fuori il Medaglione spagnolo, pubblicato due anni dopo l'ultimo "recupero Bonelliano", segno che in un primo tempo era stata giudicata davvero impubblicabile) Dover seguire due disegnatori in meno sicuramente aiuta (sono circa una quarantina di tavole il meno al mese) ma non si "vede" ancora nelle storie pubblicate, dove l'unico calo è dovuto al medaglione spagnolo... e soprattutto al calo delle storie per Nick Raider.: 1991: 1750 pagine totali (1434 di Tex e 316 di Nick Raider, cioè solo 2 albi più lo speciale) 1992: 1860 pagine totali (1544 di Tex e 316 di Nick Raider". Facciamo alcune considerazioni. Non tutto quello che avviene si può vedere da queste cifre. Nizzi si sta PORTANDO AVANTI con i disegnatori di Tex, che quando avverrà la crisi (fine 1991-inizio 1992, fino a metà 1992 avanzato) avranno in gran parte oltre cento pagine (a volte duecento) da disegnare. Perchè lo sta facendo? Io mio sospetto (non suffragato da nulla se non dalle ipotesi che faccio guardando queste cifre) è che volesse tornare a scrivere più Nick Raider, Lo dice nelle dichiarazioni che la sua crisi è dovuta anche al fatto di non poter seguire tanto la sua "creatura" Nick Raider... Non poteva sceneggiare dei Nick Raider invece di andare così avanti con le tavole per i disegnatori di Tex? Beh, dal famoso fogliettino che ha originato questo thread, stava scrivendo già per tredici disegnatori (i quindici della lista meno i due seguiti da Nolitta), più quelli per ci stava scrivendo su Nick Raider (tre nel 1992). C'è un limite al numero di trame "in corso" che si può seguire contemporaneamente. Per me è anche per quello che ha tirato a "finire" tante storie (abbastanza che sono andati avanti a pubblicare le cose che aveva già finito fino al 1994). Quindi, ipotesi mia: Nolitta gli corre in aiuto, Nizzi ce la farebbe a seguire Tex e "qualche Nick Raider" (Tex a quel punto sarebbero circa 1200 pagine annue in media togliendo quelle di Letteri e Giolitti, magari un po' di più perchè i disegnatori sono un po' troppi e producono più di quanto si pubblica ma stanno già rimandando Della Monica su Zagor e fra poco purtroppo Galep, Giolitti e Quinto moriranno), ma per non seguire troppe storie contemporaneamente punta a finire prima le storie lunghe su Tex, con l'idea che poi "avrà il tempo (e il respiro) per scrivere con calma altri Nick Raider". Solo che Bonelli continua a dargli altri Texoni da fare. Secondo Nizzi (dal libro di Guarino) la goccia che fa traboccare il vaso è quello di Quinto: Nizzi non crede che sarà mai pubblicato e non vuole farlo. Perchè, se comunque quelle tavole a Nizzi saranno pagate normalmente? Perchè è un altra scocciatura che toglie tempo a Nick Raider. Spiegherebbe, per me, sia il fatto che in un momento in cui si lamentava del troppo carico di lavoro, si sia messo addirittura in largo anticipo con le sceneggiature di Tex, sia il fastidio che mostra parlando del dover scrivere il Texone di Quinto (e un po' anche le storie di Capitanio e Marcello, nuove aggiunte allo staff di Tex) Per me è una spiegazione, ma alla fine è solo una spiegazione che mi dò io, per dargli un senso a questo Nizzi che prima della crisi va in anticipo di 200 pagine con certi disegnatori: magari la reale spiegazione è completamente diversa, ma io mi sono dato comunque una spiegazione e sto meglio quando le cose hanno un senso... Negli anni successivo, probabilmente anche per farlo uscire dalla crisi, fa più Nick Raider, ma per poco: 1993: 1306 pagine totali (958 su Tex, sono poche perchè viene finalmente pubblicata "Gli Uomini Giaguaro" di Nolitta, e 348 su Nick Raider) 1994 1172 pagine totali (636 su Tex - il numero è ingannevole e mostra ancora la rozzezza dei conti di Dime Web, a Nizzi viene accreditata metà delle tavole di una storia di Canzio tratta da una vecchia storia di Larry Yuma, scelta e impostata da Nizzi, che ne sceneggia solo poche tavole. in realtà di Nizzi quell'anno vengono pubblicate solo le tavole di 2 albi + un texone - e 536pp di Nick Raider) 1995: 1299 tavole totali (1031 su Tex e solo 236 di Nick Raider) 1996: 1811 tavole totali (1463 su Tex e 348 su Nick Raider) il 1996 è l'ultimo anno in cui vengono pubblicati suoi Nick Raider fino all'ultimo numero nel 2005. Notare che a questo punto AVREBBE POTUTO SCRIVERE I NICK RAIDER CHE VOLEVA, Boselli scalpitava ed era più prolifico di lui, avrebbe potuto dividersi più equamente fra Tex e Nick Raider senza problemi. Ma decide invece di mollare Nick Raider del tutto e "occupare" più possibile Tex per sbarrare la strada a Boselli, arrivando a superare ogni suo record di pagine sceneggiate su Tex. Possibili motivi? Possiamo fare solo ipotesi 1) Gelosia professionale? Da subito le storie di Boselli furono più apprezzate e lodate. Si sentiva minacciato dal collega più giovane e voleva "bloccarlo"? Notare che da quest'epoca inizia a parlarne male nelle interviste... 2) Motivi economici? Per farlo tornare su Tex Sergio Bonelli gli ha alzato la tariffa a pagina su Tex a cifre fuori mercato, a fare Tex guadagna molto di più che non su Nick Raider, e più Tex fa (anche se sfornati di malavoglia a macchinetta), più guadagna... 3) Un misto delle due cose? In ogni caso, dall'arrivo di Boselli in poi (1994 come "ufficializzazione" dopo il successo del passato di Carson) Nizzi potrebbe tranquillamente scrivere tutti i Nick Raider che vuole. È solo lui che SCEGLIE di non farlo.6 points
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Torno ad intervenire nel forum dopo una pausa di riflessione visto che l'andamento generale delle discussioni mi aveva stancato. Non sono l'unico a quanto pare. Ahimè poco è cambiato purtroppo e quindi ad oggi trovo ancora preferibile tenermene lontano. Ma quello che non capisco è: perchè se uno non apprezza piu il personaggio, nella forma attuale, sente l'esigenza di dirlo in continuazione sul forum del personaggio tramortendo gli zebedei a chi con alti e bassi trova ancora un senso nel personaggio stesso alle attuali condizioni e vorrebbe discuterne con serenità nell'apposito forum? Perche c'è questa esigenza di fare una cricca di 4 gatti super polemici con qualsiasi nuova proposta arrivi in edicola?... perchè ormai questo è diventato il forum, tenendo conto che il 95% dei messaggi li scrivono 4 gatti e sono sempre messaggi dello stesso tono, più o meno motivati. E' evidente che non c'è interesse in un utente "in pace con Dio" nell'ascolatare sempre e solo lo stesso disco rotto, per quanto soggettivamente motivato sia. Onestamente anche chi modera il forum sembra aver fatto una scelta a mio avviso deleteria per il forum stesso nel permettere tutto cio'. E' una mia opinione, non vogliatemene troppo. Ma io onestamente qui ormai ci vengo solo a cercare info... non sono piu coinvolto nelle discussioni sulle storie. Peccato perchè il forum dovrebbe servire anche a quello... altrimenti diventa un archivio e basta.6 points
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Avete notato quante vere e proprie BUFALE vengono dette su Tex, facilmente smentibili, ma che continuano a venire riproposte in continuazione? Non sto parlando di cose che per me sono sì totali "bufale", tipo il fatto che "Nizzi si sarebbe letto tutti gli albi", ma che non ho prove per dimostrare (a parte l'incredibile massa di errori e incongruenze nelle sue storie, collegate al prendere solo una piccolissima parte del materiale precedente di GL Bonelli), parlo di cose che "tutti dicono", anche molti "cosiddetti critici" (oggi, se non lo sapete, c'è una tale fame di "persone che scrivano gratis sul sito xxxx", che potete presentarvi tranquillamente come critico di qualunque cosa. Vi prendono. Però non vi pagano) e che sono chiaramente false. Una bufala simile è saltata fuori recentemente nel thread su Tex Willer 67-70, e riflettevo sul fatto che lì, la spiegazione non la leggerà mai nessuno... Allora mi è venuta l'idea: creare una serie di thread. Anche scritti da altri (anzi, più ne scrivete, meno devo faticare io...), un thread per ogni "cosa che sanno tutti" clamorosamente falsa. Questo thread in particolare è sulla seguente bufala: "GL Bonelli ha creato lilyth solo perchè gli serviva una madre per il figlio di Tex" È una bufala perchè 1) All'epoca Tex era attorniato molto spesso da donne, anche le altre sarebbero madri di figli di Tex? (subito prima della storia di lilyth c'è stato il ciclo di Lupe Velasco, dopo arriva come "cattiva" Eugenia Moore, nei primi anni di Tex sono più le storie con belle donne attorno a Tex - come alleate o nemiche - di quelle senza) 2) Alla morte di Lilyth non si fa alcun cenno ad un figlio: se era lo scopo, perchè non rivelarlo? Invece la prima citazione dell'esistenza di un figlio di Tex si ha solo sette albi dopo quello con la morte di lilyth, e il fatto che la cosa venga "buttata lì" in mezzo ad un avventura dove non compare per me fa capire che a GL Bonelli l'idea era venuta in quel momento, ma non poteva inserire un figlio dentro un avventura già iniziata) Da qui in poi in gran parte copio-incollo dal thread su Tex Willer: ------------------------------------------- [...] GL Bonelli per me voleva semplicemente scrivere storie avventurose. Senza pensare che Tex sarebbe durato anni. L'annuncio della esistenza di Kit viene dato MESI dopo quello della morte di Lilyth. (Per esattezza, la morte di Lilyth SENZA NOMINARE FIGLI viene data nella Collana del Tex II serie numero 56, pubblicato il 2 gennaio 1951, nell'ultima pagina dell'albo (interno del retro di copertina) come si vede da questi scan tratti dalla striscia: : Secondo la versione originale di GL Bonelli, Lilyth muore UN ANNO DOPO IL MATRIMONIO, COME SI LEGGE NELLO SCAN PRECEDENTE. (e muore nel 1889... ). Anche se materialmente il tempo ci sarebbe, è troppo poco per dargli un figlio già svezzato (e infatti quando GL Bonelli scrive "il giuramento", quasi 20 anni dopo, allunga molto il tempo in cui Tex e Lilyth stanno assieme, e indica che Kit ha già due anni) Se già all'epoca avesse avuto in mente di dare un figlio a Tex, l'avrebbe fatta campare un po' di più, almeno il tempo di svezzarlo... E infatti NON SI FA CENNO AD UN FIGLIO. Né nella nota, né nei dialoghi, e nemmeno quando incontra kit Carson: Quando Lilyth muore, GL BONELLI NON HA LA MINIMA INTENZIONE DI DARE UN FIGLIO A TEX. Figurarsi se ce l'aveva quando li ha fatti sposare, mesi prima... Lo so che "tutti dicono" che l'ha fatto sposare per quello. "Tutti dicono" sempre un sacco di cazzate, purtroppo, perchè le cazzate di solito sono seducenti e danno l'impressione di "sapere il perchè delle cose", e finisce che nessuno sta mai a verificarle... Perché GL Bonelli fa sposare Tex? Perché era una buona idea per una storia. Chiaro che poi la toglieva di mezzo per la storia successiva. Il Tex di quei tempi dopotutto aveva molto spesso avventure con "pards" donne (Lilith arriva subito dopo l'addio a Lupe, dopo diverse avventure, come prima le aveva avute con Tesah..._) che sparivano presto. Al massimo, il fatto di essersi imparentato con i Navajo serviva ad avere UN ALTRO PARD... Dalla striscia immediatamente successiva, la numero 57: e successivamente: (fa impressione pensare ad un epoca in cui bisognava spiegare chi era aquila della notte con note a piè pagina... ) In questo periodo, GL Bonelli ancora non ha un immagine "stabile" di Tex. È stato fuorilegge, poi è diventato ranger, poi rivoluzionario, poi di nuovo ranger, poi aquila della notte in costume tipo Kinowa con moglie e cane indiani. Adesso prova con il setup "lone ranger", cavaliere solitario con il fido indiano, Tonto Tiger. (persino un nome sempre di cinque lettere che inizia con T...) Ma non funziona, non si trova bene a fare Lone Ranger con l'indiano taciturno, o forse semplicemente, ad un certo punto gli viene l'idea di dare un figlio a Tex... Albo 63, datato 20 febbraio 1951, dopo DUE MESI dalla morte di Lilyth (2 gennaio), a GL Bonelli viene in mente l'idea di dare un figlio a Tex, e quando gli viene in mente... lo infila subito, nei dialoghi, anche se non può ancora farlo vedere. Cosa che non aveva MAI fatto negli albi precedenti: Pensa a quanto "cambiava" quel Tex in quel periodo... Tex prima serie numero 1: arriva Tex e Dinamite Tex prima serie numero 13 (tre mesi dopo): Tex diventa Ranger, prima apparizione di Kit Carson Tex prima serie numero 20: primo team-up con Kit Carson Tex prima serie numero 39: incastrato da Mefisto, Tex torna fuorilegge solitario Tex prima serie numero 43: Tex si unisce a Montales nella rivoluzione messicana Tex prima serie numero 51: Montales vince, Tex torna negli USA., Tex seconda serie numero 2 (corrisponde al 62), Tex torna nei Rangers e ritrova Kit Carson (che ancora fa solo apparizioni saltuarie) Tex seconda serie numero 28 (corrisponde al 88), Tex torna in Messico e come "spalla" ha Lupe la messicana Tex seconda serie numero 37 (corrisponde al 97), Tex torna negli USA, abbandona Lupe Tex seconda serie numero 38 (corrisponde al 98), Tex sposa Lilyth Tex seconda serie numero 43 (corrisponde al 103), Tex diventa Aquila della notte, con tanto di costume alla Phantom e un cane (come Phantom) Tex seconda serie numero 57 (corrisponde al 117), Lilyth muore, Tex inizia a fare il lone Ranger con il fido indiano Tiger. Tex seconda serie numero 63 (corrisponde al 123), Tex si ricorda che ha un figlio. Tex terza serie numero 1 (corrisponde al 136), finalmente si vede il figlio di Tex, il nuovo pard di Tex è Gros-Jean Questo nei primi due anni di pubblicazioni. Davvero questa ti sembra una serie "pianificata" e "studiata"? A me pare chiaro che GL Bonelli andava a braccio. Anche se era arrivato alla terza serie, Tex non era per nulla ancora una serie fuori pericolo, altre serie di GL Bonelli come Hondo erano durate molto di più, almeno un 2-3 serie le facevano quasi tutti...Bisognava continuamente reinventarsi per non annoiare i giovani (e quindi spietati) lettori. Tex non raggiunge un assetto davvero "stabile" fino alle storie della guerra civile (prima versione, ovvio) che finalmente riuniscono il quartetto in maniera meno estemporanea: parliamo di storie della metà circa degli anni 50... ------------------- Nota aggiuntiva sulle ristampe!!!! La nota nell'interno del retro di copertina di Tex 56, di cui ho postato lo scan, non è stata MAI ristampata dalla Bonelli, se non nelle ristampe anastatiche dell'albo (è presente sia nella Piacentini degli anni 90 che nell'attuale anastatica da edicola) Si capiscono i motivi: prima di tutto, NESSUNA delle tante note presenti in quelle pagine è mai stata ristampata (avrebbero oltretutto sballato l'impaginazione), e oltretutto quella è una delle (tante) note che vorrebbero far credere che il fumetto racconta la storia "vera" di un famoso Tex Willer di cui sono stati trovati i diari. E che le avventure sono ambientate nel 1889. Anche se si capisce come mai la nota non sia mai stata ristampata così com'è... il fatto di toglierla SENZA SOSTITUIRLA CON NIENTE manda in confusione il lettore delle ristampe. Il lettore originale, quello delle strisce, sapeva che Tex era rimasto vedovo, e che era passato un anno. Quindi vederlo riapparire accompagnato da Tiger non dà luogo a nessuna perplessità. Il lettore della serie "Tex Gigante" invece si trovò di fronte un Tex che agisce al fianco di Tiger, e non fa più cenno a Lilyth, per tutto l'albo! E solo nell'albo gigante successivo, il 9, "L'ultima battaglia", nel dialogo con Carson, c'è quel sibilino "sai di lilyth?", "sì", "OK, allora non parliamone!" Per sapere CHE CAVOLO ERA SUCCESSO A LILYTH (cioè, che era morta di malattia) il povero lettore delle ristampe dovette attendere fino al numero 104, cioè 96 NUMERI DOPO! (che a prima vista sembrano 8 anni, ma in realtà i primi albi non erano mensili, sono oltre 10 anni...)6 points
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Concordo. Questa storia, ingiudicabile a se stante - sia perché parte di una serie sia perché si pone di suo quale, incomprensibile, seguito de Il Giuramento - è una delle peggiori storie mai apparse sulla serie. E, personalmente, non l'ho neanche troppo apprezzata come storia in sé. A voler essere retorici - e perché non esserlo? - si potrebbe affermare che Boselli qui abbia commesso il suo parricidio. Sì, perché è GLB, al termine della sua storia, che scrive in didascalia - dettaglio non indifferente perché non è Tex che parla ai pards, ma lo stesso sceneggiatore a parlare al lettore - "E nello stesso istante, nella lontana Arizona, una raffica di vento spezza la lancia rinsecchita dal tempo che molti anni prima Tex aveva piantato ai piedi della tomba di Lilyth, e... la vendetta è compiuta!". Ora, che GLB possa essere contraddetto - per quanto sia il creatore di Tex - lo si può anche ritenere accettabile - meglio evidentemente su episodi che non costituiscano il mito di Tex; che le sue storie possano essere raccontate nuovamente, diversamente, finanche con modifiche - preferibilmente in una serie collaterale e auspicabilmente senza autoassolutori editoriali - può essere anche apprezzato; ma che un cardine della serie possa essere così vilipeso mi ha amareggiato. Il solo fatto che una simile operazione sia stata pensata non può che gettare fosche ombre su chi l'ha pensata e portata avanti. Con La cavalcata del destino, paradossalmente, Boselli non si limita a contraddire GLB in una storia cardine della serie, cosa che trovo di dubbio gusto, ma nega l'elemento mitico e soprannaturale di Tex. Non è Tex, infatti - oltre a GLB - ad aver avallato l'idea che la vendetta fosse compiuta, bensì il vento che, nella lugubre scena finale de Il Giuramento, spezza la lancia della vendetta. Vento che, per quello che era l'universo narrativo di Tex prima de La cavalcata del destino, non poteva che essere considerato come figurazione concreta del sovrannaturale o del divino - chiamali dio/dei, spiriti, destino - che statuiva in modo irrevocabile la vendetta compiuta. In quella che finisce per essere una parodia della saga, La cavalcata del destino mette in discussione questo elemento riconducendolo inevitabilmente - qualcuno lo ha scritto in questa discussione - a mera coincidenza... dopo 20 anni esposta agli agenti atmosferici è normale che la lancia si sia spezzata per un colpo di vento. E in una parodia, non so quanto voluta, di sé stessa La cavalcata del destino disvela al lettore che le apparizioni della morte e degli spiriti degli indiani a Higgins sono solo il parto della mente scossa dell'antagonista, mentre l'apparizione di Lilith nient'altro che fan service. Altro che destino, La cavalcata degli eventi statisticamente probabili e scientificamente spiegabili avrebbero dovuto chiamarla - anche se avrebbe sicuramente avuto meno appeal. Come sempre, Boselli osa e arriva a vette di negazione dell'universo di Tex che probabilmente nessun altro sceneggiatore prima di lui ha raggiunto. Nel bene e nel male non conosce mezze misure.6 points
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Invece il forum è nato anche per avere dialogo con gli autori, che hanno il diritto di passare e dire la loro se qualcuno fa critiche alle loro storie. Altrimenti sarebbe un forum a senso unico e non avremmo neanche la possibilità di leggere molti aneddoti e retroscena che stanno dietro alle quinte della lavorazione delle storie.6 points
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Se davvero Dark è la figlia di Satania, è davvero lodevole il fatto che Borden abbia tirato da questo personaggio due storie che, partendo da ingredienti simili (associazione malavitosa, per esempio), narrativamente hanno dei ''plot'' assolutamente diversi, evitando così lo scoglio della ripetitività che di solito pesa in avventure che ripropongono il ritorno di un vecchio antagonista. È sicuramente da applausi aver riproposto la figlia di Satania così come l'ha fatto, cogliendo di sorpresa i lettori, che solo alla fine della storia ne scoprono la presenza (e si interrogano ancora, a giorni dalla prima lettura, sulla sua identità). Se non è geniale riproporre una storia su un nemico noto e fare in modo che i lettori per tre quarti della storia manco si accorgano che dietro a tirare i fili c'è proprio lei, che si è pure liberata dell'ingombrante ombra materna (Borden ci fa notare che nella suite dell'attico a tradirla è il suo amore per il lusso e una civetteria tutta femminile, niente scimmiette o oranghi questa volta). Ma l'assoluta originalità di questa storia va ricercata soprattutto nel fatto che non è incentrata sul nemico e solo in parte sul ragazzino rapito. La storia verte tutta sul team con Rick Master. La sua riproposizione è la vera novità di questi tre numeri della serie regolare e siamo di fronte a un personaggio che pur essendo vecchio di 60 anni era praticamente sconosciuto alla platea dei lettori: l'abilità di Borden è stata di presentarci Rick in modo tale che non sembra un personaggio nuovo ma diresti quasi di ritrovarti davanti a un amico storico apparso in una decina di storie precedenti, uno di quelli che insomma hai sempre conosciuto e invece niente di tutto questo. E tuttavia è già diventato un classico di cui non potrai fare a meno. E a differenza di diversi personaggi nati dalla penna di Boselli, è simpatico e affascinante nella sua umanità, e introduce nelle storie di Tex il metodo deduttivo ottocentesco, un personaggio ''nuovo'' se pensiamo che i detective presentati in precedenza non erano per niente paragonabili a Rick, per esempio il Mac Parland apparso nella prima storia. Di feuilletonesco questa storia ha anche altri fili narrativi che vedo in evoluzione, per esempio il rapporto sentimentale nascente tra Claire e lo stesso Rick, che fa da pari con il matrimonio di Lavinia di cui veniamo a sapere nel primo albo. Sono personaggi in mutazione, non statici, che hanno una vita propria: tante volte ci siano chiesti se potessimo narrare qualcosa in più sugli affetti degli amici storici e sappiamo fin troppo bene che su questo fronte non si può raccontare molto, sono personaggi come ingessati. Ma con i personaggi minori, che però stanno diventando classici, come Lavinia e Claire, questo è possibile ed è una novità che potrà dividere i lettori ma che personalmente trovo degna di interesse. Chi critica la storia e la denuncia per una presunta mancanza di idee solo perché ripropone personaggi conosciuti, sembra non voler vedere quanti personaggi nuovi compaiono in realtà in queste pagine e che sembrano non essere destinati a rimanere delle mere comparse. Il cinese a capo della triade, sua figlia, il suo hatchet man (non ricordo i nomi ma li ricordo benissimo come personaggi), sembravano destinati a recitare un ruolo di primo piano e invece sono serviti tutto sommato solo a sviare brillantemente l'attenzione dei lettori dal vero antagonista: sono dei personaggi che rivedremo sicuramente in qualche altra storia slegata da questa, perché hanno già acquisito una statura tale che da soli potranno addossarsi il carico di una nuova avventura. Non vorrei dimenticare tutti gli altri fili minori che tessono questa storia, uno per tutti la rivalità tra Master e i poco brillanti poliziotti della centrale, non so se retaggio della storia bonelliana o di pura invenzione boselliana, poco importa in definitiva, ma che concorrono pienamente a fare di questa la migliore storia che abbiamo letto quest'anno. Una storia eccessivamente dialogata e ricca di salamecchi? Ma anche questo non è un segno di decadenza ma qualcosa di estrapolato dal feuilleton ottocentesco. Forse c'è della verità nel dire che i dialoghi dovrebbero essere più snelli, ma perché voler sminuire tutta l'azione, a tratti indiavolata, di cui è impregnata questa avventura? Come già nella storia newyorchese del Maestro, anche questa deve molto interesse alla documentazione storica che le fa da sfondo e che sembra passare volentieri in secondo piano. Io apprezzo questo tentativo da parte dell'autore. Il fumetto in questo casdo non è più solo uno svago, ma diventa una lettura istruttiva che punta tutte le sue carte sul realismo. Non si può disconoscerlo e pazienza se talvolta pare ridondante. Un'avventura che mi ha divertito, densa, pregna di avvenimenti e di personaggi di colore, che mostra la passione nello scriverla e non certo il suo decadimento. Originale, bella, ben squadrata, per fortuna è finita (almeno questa volta) sulla serie regolare.5 points
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Io ricordo solo una storia: Sangue sul Colorado. Discussioni a non finire sul fatto che Tex lì avesse fatto o meno una figuraccia. Per tanti questa figuraccia non c'era, c'era solo un diverso modo di pesare determinati atteggiamenti di Tex, magari confinati in una sola vignetta in cui si sente in trappola per colpe che, a parere di molti, non erano sue. C'è quindi una diversità di vedute notevoli, e penso ci saranno su qualunque storia, dipende dal metro con cui si valuta una piccionata o meno di Tex. Che Nizzi, poi, volesse scientemente distruggere Tex, beh perdonatemi, non lo commento nemmeno, è una dietrologia che la mia mente naif non riesce proprio a concepire. Su La Congiura: la rileggerò. Nella prima scena Tex fa una brutta figura, ma non per il dollaro e nemmeno per l'inseguimento, bensì per essere stato colpito alle spalle e per non cercare poi di capire cosa è accaduto. Sequenza francamente fastidiosa. Poi però la storia ingrana che è una bellezza, e se togliamo la scena iniziale, peraltro ininfluente ai fini della storia, abbiamo un'avventura che ricordo narrata con una penna tra le più felici, briosa, divertente, adrenalinica, avvincente. Ora, basta una scena per inficiare quanto di buono tanti trovano in questa storia? Nizzi è stato trent'anni di Tex, a fortune alterne. Un autore che ha fatto molto bene all'inizio per poi calare e andare sempre peggio. Ma qui c'è invece una sistematica, costante, pervicace, ostinata, continua attività di distruzione della sua opera di sceneggiatore e di quella dell'editore dell'epoca Trent'anni di Tex mandati al macero, nei quali non si trova nulla da salvare. Nei quali ogni singola storia ha una falla, è irrispettosa del personaggio, è una ciofeca. Io non me la sento di affossare la storia del mio personaggio fumettistico preferito in questo modo. Non ci sto a fermarmi alla metà degli anni ottanta bonelliani per poi riconoscere validità alla sola esperienza boselliana, perché la ritengo una narrazione non equa né equanime. Tex, nel bene e nel male, è stato anche Nizzi, le sue tante belle e brutte storie. Certo, capisco quanti, come Diablero, storcano il naso di fronte a un personaggio che non riconoscono più: questa cesura io non l'ho vissuta, essendo nato col Tex di Nizzi. L' imprinting di cui si parlava anni fa fatalmente incide sulla percezione di ciascuno di noi. Ma dire che tutto è sbagliato, e soprattutto pretendere che tutti debbano pensarla in questo modo, con la duplice alternativa che altrimenti sono dei fessi (Diablero lo dice chiaramente) o dei nizziani (cosa vorrà dire questo termine, poi... Io sono nizziano come boselliano come glbonelliano, e anzi detesto il modo in cui Nizzi si è comportato con boselli e immagino cosa avrà potuto fare, con quel suo caratteraccio, per litigare irrimediabilmente anche con l'editore che lo aveva reso quello che era), beh, questo non è un bel modo di discorrere. Dura da anni sto trend, ma nulla cambia mai...5 points
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Scusate se mi intrometto, ma ha ragione @Magic Wind e lo dico da accanito sostenitore dell'oggettivismo alla Ayn Rand. Mi spiego: Tex cerca il tesoro della confederazione e non lo trova, dopo 20 anni scopre che il colpevole dell'inganno era lo zio e ha uno scoppio d'ira. Questo è un fatto OGGETTIVO, cioè è quello che succede oggettivamente nella scena. È un dato di fatto che nessuno può contestare. Se uno dicesse "alla fine Tex scopre il colpevole da solo e vince" avrebbe torto perché nella scena è Walcott che confessa, Tex da solo non scopre un bel niente. Ritenere che il suo scoppio d'ira sia il ridicolo starnazzare di un gallinaccio è invece una libera, nonché legittima, interpretazione del lettore. Altrettanto legittima è l'interpretazione opposta, cioè che quella scena sia la drammatica resa di Tex di fronte alla sconfitta. Sono due interpretazioni entrambe legittime, così come è legittimo ritenere che all'inizio de "La congiura" (così non vado off topic) Tex faccia la figura del babbeo con i cinesi ed è altrettanto legittima la lettura opposta. Non c'è niente di oggettivo nell'interpretazione della scena, mentre ciò che è oggettivo è lo svolgersi degli eventi. Per quanto si tenti di convincere gli altri del contrario, ciò che per taluni lettori è, legittimamente, una pessima figura di Tex, per altri non lo è. Altrettanto legittimamente e senza che li si accusi di negare la realtà. E, come direbbero Woody Allen e Diane Keaton in "Amore e guerra", "la soggettività è oggettiva" e, guarda caso, lo dimostra proprio questa discussione. Ma scusate, eh, ma a voi, nella vita reale, non è mai capitato di osservare una scena e dire "azz, che figura di me..." e il vostro amico di fianco a voi che vi dice "eeeh, ma che esagerato?" A me infinite volte.5 points
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Caro @Tex_Willer90 ho letto il tuo intervento. In Italia ha sempre e solo funzionato un solo formato: quello Bonelli. Anche Ratman, l'unico fumetto di supereroi che abbia mai avuto successo in Italia, è stato pubblicato in quel formato (poi si è passati al gigante, alle raccolte, e al formato comic book), ma il formato originale era Bonelli e in bianco e nero (con griglia, come Jack Kirby). I supereroi, quando hanno prosperato in edicola, impilavano 3 serie, alle volte similari, alle volte no sulle 72 pagine dell'albo. Quando i lettori hanno protestato (perché devo leggere anche l'uomo maiale in appendice agli X-men?) hanno cominciato a pubblicare monografici di 32 pagine al costo di 4 euro (di cui solo 22 di fumetto). Tra qualche mese è probabile che gli spillati mensili saranno solo Batman e Spiderman, tutto il resto passerà ai volumi da libreria. Come dimostra il recente successo di Tex Willer puoi provare a ridurre le pagine (sempre del formato Bonelli, con prezzo contenuto), ma è inutile cambiare il formato. Non appena la nuova dirigenza ha preso il potere, dopo una serie di iniziative fallimentari (Saguaro pubblicato ma abbandonato a sé stesso, in edicola, con disegnatori poco accattivanti - è comunque durato ben 3 anni, Orfani, iper pubblicizzata, la ristampa con Gazzetta, quella di Bao, il motion comic, è durato 1 anno e mezzo in più,- Adam Wild pubblicato senza una supervisione, Mercurio Loi, celebratissimo e premiatissimo fumetto, pubblicato a colori, perché non si sa, visto che costava un euro in più di Tex, è durato meno di 2 anni, - Odessa la serie più preparata dalla Bonelli - così detto in conferenza stampa da Antonio Serra, - non lo ha letto nessuno) ha deciso di provare nuovi formati. Il formato audace che ha chiuso dopo un anno e il formato da libreria alla francese (non mi sembra che ci sia un successo eclatante di questa linea, il Confine non esce da più di 1 anno - doveva essere trimestrale- e se Nero ed Eternity vendessero sfracelli - parlo di 10mila copie - ce lo avrebbero detto). Sia i supereroi che i volumi francesi in Italia non hanno mai venduto nulla. Sui contenuti: in Bonelli hanno provato a fa' gli americani. A metà anni '90 Sergio Bonelli decide di rinnovare le due serie create da lui. Zagor viene affidato a Boselli e Mister No a Masiero. Zagor accoglie nel suo contenitore i romanzi pulp degli anni '30 che integra con le passioni letterarie di Sergio Bonelli, riscopre le trasferte e utilizza nuovi e credibili nemici, ma sempre ancorato a Darkwood. A Masiero piacciono i super eroi. Il pilota dopo una discesa nella tristezza e nella depressione viene di corsa riportato a Manaus (un po' di storie americane restano in magazzino e non vengono mai pubblicate) e tristemente chiude. Avranno imparato la lezione? Pare di no! Nathan Never ha avuto due o tre ripartenze. Il numero 251 doveva essere il NINO: Nuovo Inizio NeverianO, con nuovi autori per alleggerire la continuity, ma al numero 303 hanno riazzerato tutto (perché Serra doveva chiudere la serie). Io non leggo NN quindi non so di più. Martin Mystere: Ci hanno provato con le nuove avventure a colori (anche qui prezzo più alto perché a colori (1 euro in più), ha avuto così successo che la seconda serie, è stata pubblicata in bianco e nero e sono stati reintrodotti Java e altri personaggi della serie normale (ed eliminato quel tale Max), e anche questa ha avuto così successo che ha chiuso. Dylan Dog: dopo una serie di annunci iper-mega-super-fantastici-galattici, a cui seguivano storie imbarazzanti arriva una meteora (potrei parlare per una ventina di righe sull'errore di mettere DYD di fronte a una questione del genere, errore concettuale per il personaggio che non deve salvare il mondo, mai fatto e mai lo farà) e nulla sarà mai come prima. Dyd uccide il suo creatore, nell'albo forse più brutto della serie, dove non c'è una storia, ma solo le citazioni (RR dice nell'editoriale: la storia più postmoderna che io abbia mai scritto, peccato che il post moderno, a livello letterario sia morto negli anni '10 e abbia lasciato il posto ad altro) e il personaggio riparte di nuovo dal numero 401. Con l'impermeabile, con la barba e riciclando vecchie storie. Il risultato? Un bagno di sangue. La serie ha così tanto insuccesso (leggi crollo delle vendite) che sono costretti a chiamare Chaiverotti che stava scrivendo una storia per il Maxi, la devono adattare in fretta e furia e la pubblicano sulla serie regolare, facendo tornare Mana Cerace, sperando che qualche vecchio lettore tornasse. Subito dopo c'è la trilogia di Vasco Rossi... Anche questa nella speranza che qualcuno sbagli: invece di comprare TV, sorrisi e Canzoni e acquisti Dylan Dog. Non contenti, dopo tutti questi esempi, per salvare capra e cavoli bisognerebbe rivoluzionare tutto? Io starei fermo, rileggerei le storie di GLBonelli e cercherei di tornare alle origini. Nient'altro. P.S. Mi rendo conto che alcuni giudizi sono tagliati con l'accetta, ma molte informazioni si possono trovare nei topic delle altre serie (Mister No, ad esempio dove abbiamo analizzato la questione Vento Rosso e Revolution)...5 points
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Trovo vagamente offensivo (e ricordati che ho detto "vagamente", quindi non offenderti a tua volta) il tuo messaggio. Dici che non stai a sindacare sulle scelte dell'utente, ma contemporaneamente in modo più o meno velato implichi che le sue scelte non siano degne di un "vero appassionato". Ognuno di noi vive in un mondo reale, in case reali dotate di spazio limitato, ha delle risorse ben specifiche ed altrettanto limitate ed ha una serie di bisogni, priorità e convinzioni che vanno al di là della nostra comprensione e del nostro giudizio. Se uno ha bisogno di liberarsi di un certo numero di fumetti non vuol dire che non sia un "vero appassionato". Significa che doveva o voleva farlo a prescindere dalla sua passione ed in concomitanza di altri fattori probabilmente più importanti dei fumetti. Pensare di poter giudicare e quantificare la passione di un'altra persona è.. sbagliato, oltre che potenzialmente sgradevole. Siamo TUTTI appassionati, cerchiamo di capirci, di supportarci, a prescindere da quanti albi o serie abbiamo in collezione5 points
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Oggi ho deciso di portarmi il book al lavoro e ho riletto per la centomilionesima volta "la Mano Rossa": cinquantadue tavole al fulmicotone da sorseggiare col caffé in attesa delle infauste quattordici, invece delle centinaia di pagine a cui purtroppo siamo abituati. Sono tornato al lavoro con gli occhi lucidi, perché Bonelli è sempre Bonelli, censurato o meno.5 points
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Negli anni 60 una famiglia media era di 4 persone: genitori e due figli. E lavorava solo il padre. C'era da tirare la cinghia ma, bene o male, si arrivava alla fine del mese. Oggi in una famiglia di 3 persone le ore di lavoro sono raddoppiate (se tutto va per il meglio, sennò son dolori), il tempo libero è sempre meno (e si è obbligati a dissanguarsi per badanti e baby sitter perché le strutture pubbliche sono inadeguate) e si fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese. Una volta i poveri erano quelli che non lavoravano: erano poveri ma almeno non faticavano. Oggi sono poveri anche una bella fetta di lavoratori. Oltre al danno anche la beffa: sono poveri ma si devono fare un culo così.5 points
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Simeoni ha fatto un accostamento completamente fuori dalla realtà. Come si fa a paragonare le case popolari, istituto nato per aiutare le famiglie in condizioni disagiate e che per la sua stessa natura è chiaramente in perdita, con una società per azioni che fa utili a 6 zeri, e che probabilmente continuerebbe a farli, magari più bassi, anche senza aumentare i prezzi? Un'azienda il cui patrimonio, preservato con oculatezza lungo i decenni da Sergio Bonelli, tutti dimenticano che sono i LETTORI. Un patrimonio "immateriale", nel senso che se lo perdi, non lo recuperi più. E invece tocca leggere "Nessuno è obbligato a comprare i fumetti. Se non vi sta bene, ce ne faremo una ragione" con la stessa arrogante sicuramera di un Recchioni che quando i lettori esasperati, dopo aver visto Dylan Dog sposare Groucho, gli dicevano che avrebbero mollato la testata, rispondeva "Pazienza. Ne arriveranno di nuovi". Si è visto quanti ne sono arrivati a fronte delle decine di migliaia che hanno mollato. A frotte, ne sono arrivati...5 points
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Strozzinaggio 5 euro per 112 pagine di fumetto inedite (dietro cui ci sono anni di lavoro)?5 points
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Messaggio lasciato da sua figlia, poco fa: E’ con immenso dolore che annuncio la scomparsa di mio papà Gianfranco Manfredi. Un vero genio che sapeva sempre leggere ed interpretare il mondo e i suoi cambiamenti, una mente curiosa che non smetteva mai di studiare, scoprire e aggiornarsi. Negli ultimi due anni ha scritto ininterrottamente nonostante la sua malattia: saggi letterari e storici, fumetti, canzoni, volumi sul cinema, sceneggiature, la sua newsletter. Un cervello brillante e un artista mai stanco che ha dato tanto a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo di persona o attraverso la sua musica, i suoi libri e i suoi fumetti. Gli artisti come lui in fondo non ci lasciano mai, Gianfranco vivrà sempre attraverso tutto quello che ci ha lasciato e questo allevia il nostro dolore. La cerimonia di saluto sarà in forma civile e privata, con la famiglia e i più cari amici, ma appena raccoglieremo le forze promettiamo uno o più eventi celebrativi pubblici in stile Gianfranco: con arte, musica e allegria. Oggi ricordatelo ascoltando una sua canzone, leggendo una delle migliaia di pagine da lui scritte, o ripensando a un momento passato insieme, lo farebbe sicuramente felice. Nei suoi ultimi momenti mi ha chiesto di cercare un’immagine di Magico Vento a colori, che salutava o che andava via a cavallo, e di scrivere in rosso il saluto Dakota. Ho fatto tutto il più velocemente possibile per riuscire a fargliela vedere e approvare. Mi ha detto “ok, va bene, mandala alla Bonelli”. Fino alla fine il suo pensiero è stato per i suoi lettori e i suoi personaggi. Ci mancherai infinitamente papà. Grazie di tutto, ti vogliamo tanto bene.5 points
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Siccome sembro un fenomeno da baraccone, che ricordo i primi numeri, spiego perché: Non appena uscì Magico Vento andai all'Università. I fumetti e i libri restarono a casa dei miei, e io avevo solo le uscite del mese da leggere (a parte qualche libro che mi portavo avanti e indietro). Ricordo molto bene quel periodo di Tex, Zagor, MV, Napoleone, i primi 15 di Julia (che non poteva essere così noioso se era scritto dall'autore di KP), e Dampyr. Non avevo la TV a casa, il mio coinquilino comprava solo Metal Shock e io conoscevo pochissime persone. Quindi il Magico Vento, il Napoleone, il Dampyr venivano consumati dalle riletture. E peccato che Ristampa Dago arrivò alcuni anni dopo, altrimenti ricorderei benissimo anche quelli. Un'unica correzione @Diablero, Frisenda arriva subito a disegnare MV, suoi sono il numero 4 e il numero 8. E Parlov arriva appena finisce il texone (numeri 11 e 16) e Mastantuono disegna il 5. E Barbati e Ramella che sono il cuore pulsante della serie ne disegnano una 10ina tra i primi 30. Sul finale di Magico Vento (che ho finito di leggere e che ho apprezzato molto poco) io credo che sia un insieme di fattori. Il passaggio alle 132 pagine non giova secondo me alla serie. Manfredi non si abitua subito alla nuova dimensione e ci mette qualche numero per ingranare, ma secondo me le pagine restano troppe per il singolo episodio di MV e con la bimestralità le storie doppie vengono più difficili (ci sono, sì, ma è l'autore a renderle meno doppie- nel senso che spesso hanno una conclusione interna che lascia più o meno soddisfatti e alcune vicende riprendono nel numero successivo). Inoltre restano Barbati, Ramella e Perovic, ma tutti gli altri lasciano. Frisenda, Mastantuono e Milano passano a Tex (come poi farà Biglia), Parlov se ne va in America, Milazzo va per la sua strada, e di nuovi arriva solo Siniscalchi. Credo che Manfredi fosse deluso dalla cosa e anche per questa ragione decide di chiudere sperando che Shanghai Devil possa andare bene come Volto Nascosto e invece delude molto (anche noi lettori). Sul resto della produzione di Manfredi mi sono già espresso. Aggiungo solo alcune cose che mi sono tornate alla mente. Da Shanghai Devil in poi manca la supervisione di Queirolo sulle serie di Manfredi (lo dice forse in una intervista che ha riportato @Poe sul topic di MV in questo stesso forum che stava per andare in pensione) Per Adam Wild Manfredi stesso fece lo scouting dei disegnatori, trovando Lucchi, Laci e altri. Adam Wild è una serie che ci mette un sacco a ingranare. Le copertine erano le più respingenti della Bonelli, i personaggi, solo negli ultimi 5-6 numeri sembra che si fossero amalgamati e Amina è il personaggio più antipatico di Manfredi e della storia del fumetto. Le storie sembrano dei western ambientati in Africa. E Adam Wild vuole essere simpatico, ma ogni battuta che fa ride solo lui. Io credo che la mancata supervisione di Queirolo che, a conti fatti, metteva un freno a Manfredi (vedi la storia disegnata da Marcello -annunciato nel giornale SBE-, Il ragno e il coyote, che fu scartata al momento dell'uscita e recuperata per lo speciale, per non lasciarla in giacenza) si sia fatta sentire in una serie di scelte che non hanno premiato la serie. Però se fosse continuato per un'altra decina di numeri secondo me avrebbe ingranato. Certo la crisi e tutto, ma Dragonero, uscito solo due anni prima, macina ancora un sacco di pagine al mese. Mujiko e Coney Island non so come commentarle, così come anche l'Inquisitore, tutte storie acquistate per fiducia in Manfredi ma di dubbio gusto. L'inquisitore contiene anche una incongruenza storica bella grossa, i templari nel sedicesimo secolo, ad esempio. Cani sciolti è un memoir che parte in maniera interessante e si blocca al numero 3, quando i sessantottini vanno in vacanza. Anche qui credo che ci siano stati due problemi: il primo era la mancanza di un supervisore con cui discutere i soggetti e una foliazione ancora differente. Ho come l'impressione che Manfredi avesse bisogno di tempo per abituarsi ai propri personaggi per capire cosa avessero da dire (MV parte come un western Horror ma diventa altro e AW parte come un liberatore degli schiavi, ma sarebbe diventato altro) e al numero giusto di pagine per poter raccontare le storie dei suoi protagonisti. L'unica volta in cui non ho avuto quest'impressione è stata su Volto Nascosto, ma secondo me per una ragione diversa. Non era una serie infinita, come MV e AW, ma una storia in 14 capitoli che proseguiva di albo in albo e che quindi doveva portare subito al dunque. I personaggi respingenti o meno, restavano uguali a sé stessi e li si accettava all'interno della narrazione. Shanghai Devil aveva invece un numero di capitoli iniziali lentissimo, arriva in Cina, impara il cinese, va a salvare la ragazza sensibile... Tanto che la rivolta dei boxer comincia intorno al numero 8 o 9, mentre prima apparecchia la tavola. Vabbè, smetto di tediarvi5 points
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Mi unisco al cordoglio dei vari pards che mi hanno preceduto per la scomparsa di Gianfranco Manfredi. Non ero un suo lettore. Ho cominciato e non finito Adam Wild, non ho mai cominciato Volto Nascosto e Shangay Devil, Magico Vento mi respingeva per i suoi tratti fantastici. Su Facebook ricevetti una non simpatica risposta da lui a un mio commento sulla Baraldini, alcuni suoi Tex li reputo particolarmente infelici, non solo per la cifra ideologica sempre presente ma anche per il modo eretico con cui il personaggio talvolta veniva trattato. Era tuttavia, per quello che traspariva da Facebook, un uomo appassionato e arguto, oltre ad essere un artista i cui campi di interesse svariavano dalla storia alla letteratura, dalla musica al fumetto. Soprattutto, il tanto affetto che vedo qui e altrove mi fa percepire l'importanza della sua figura e il grande peso che rappresenta la sua perdita. Era relativamente giovane, non aveva smesso di scrivere, di appassionarsi, di voler comunicare e trasmettere. Penso di avere un "debito" nei suoi confronti, in termini di letture mai fatte e di personaggi ignorati a torto, come tanti di voi mi hanno fatto capire. Quando l'ho apprezzato, l'ho fatto davvero, con intensità. Verso l'Oregon e I due fuggitivi sono tra le storie più belle che mi sia capitato di leggere, due sceneggiature preziose, poetiche e forti al contempo. Due tra i Tex più belli di sempre. Eccellente anche il suo cartonato alla francese, Sfida nel Montana, e alcune sue sceneggiature per la regolare, come La grande sete e la storia sulla vecchia strega messicana. Sono sufficienti questi pochi racconti per svelare la tempra del suo essere autore, sceneggiatore, artista. Del suo essere un appassionato e vigoroso intellettuale, di cui sentiremo la mancanza. Io colmerò alcune mie lacune, facendone rivivere la voce tramite la mia lettura. Perché se c'è una consolazione davanti a questi lutti, sta nel fatto che la voce di colui che non c'è più non finisce di parlare, di trasmettere, di donare. Non lo farà finché ci sarà qualcuno che leggerà quanto da lui scritto. E io auguro agli scritti di Manfredi, siano essi libri o fumetti o canzoni, di durare, di restare attuali, di essere apprezzati nel tempo. Gli auguro di parlare ancora, e ancora a lungo.5 points
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Rientrare da lavoro e apprendere una simile notizia rattrista molto. E' difficile da spiegare, ma quando ci lascia un artista che ha accompagnato col suo lavoro il tuo percorso dell'esistenza, rimani disorientato. Non ho mai nascosto la mia stima per Gianfranco; un artista eclettico, originale, di personalità. Cantautore, scrittore, sceneggiatore, fumettista, attore, un talento davvero multimediale per un uomo colto e intellettuale, con ideali ben chiari e saldi. Davvero una gran perdita e col senno di poi, anche le sue sfuriate sui social (a volte un po' fuori dagli schemi a dire il vero) da oggi mancheranno tanto. Sebbene non del tutto a suo agio su Tex, ha fornito il suo onesto contributo alla saga, ma creature come Magico Vento, Volto Nascosto, Adam Wild denotano una preparazione storica e una capacità narrativa non indifferente. Ma ciò che non dimenticherò tanto facilmente è la sua umile disponibilità: svariati anni fa sottoposi un mio racconto alla sua attenzione, nutrendo pochi dubbi di ricevere risposta e invece Gianfranco mi stupì oltremodo. Non solo aveva letto attentamente il mio scritto, ma si premurò a rispondermi sinceramente e fornendomi tanti preziosi consigli e correzioni per migliorare l'opera e raffinare lo stile. Sembra poco ma per me non lo è. Quel messaggio rimarrà da oggi ancora più impresso nel mio cuore e lo considererò una sorta di testamento stilistico personale, donatomi da un grande autore che amava tanto il suo lavoro, a tal punto da non snobbare nemmeno carneadi come me, incitandoli a migliorare ma sempre tenendo un basso profilo. Grazie Gianfranco! Che la terra ti sia lieve.5 points
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Diablero ha spesso il vizio di trattare le proprie opinioni come se fossero dati oggettivi e non, appunto, opinioni.5 points
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Volevo aggiungere 2-3 cose sulla gestione DYD Recchioni e mi scuso se Off-Topic (ma qualcuno aveva detto che era interessante). Ovviamente queste sono solo mie riflessioni e potrebbero essere piene di errori e di fraintendimenti, non avendo dati certi. PREMESSA- Su un blog Zagoriano Burattini risponde alle domande dei lettori e ne ricordo una molto interessante: ci sarà un nuovo Super Nemico per Zagor, come Mortimer o Nat Murdo? Burattini risponde: Non si può creare un personaggio a tavolino, ma bisogna costruirlo all'interno di una storia e poi capire se il personaggio piace ai lettori. 1-RR su DYD non ha pensato di introdurre solo un Super Cattivo, ma ha inserito 3 personaggi dall'alto senza essersi preso la briga di scriverne nemmeno una riga. Se pensate a Magico Vento (ad esempio) i personaggi cominciano a prendere forma (anche i due principali) dopo la prima decina di storie. I nuovi personaggi (Carpenter, Rania e Ghost) erano sagome di cartone calate nel tessuto di Dylan Dog senza avere lo spessore di personaggi (forse il miglior sceneggiatore di John Ghost è stato proprio Boselli che lo ha maneggiato in pochissime pagine nel crossover DYD- Dampyr, credo). Quindi tutte le buone idee che RR predicava (ritorno al passato, DYD deve trasmettere insicurezze e blablabla) non trovavano terreno fertile, perché lui, invece di scrivere 10-15 storie anche per impostare questi personaggi, continuava a predicare sperando che quelle storie le scrivessero altri. 2- La meteora. Anche sul sito di Fumettologica (ci sono due recensioni) ci si lamentava che le storie della Meteora (con tanto di strillo in copertina) non avessero una reale continuity e che fossero debolucce e attaccate al ciclo con 2 paginette all'inizio e 2 paginette alla fine degli albi. 14 albi di storielle debolucce hanno scontentato i lettori, un sacco di lettori. Il 398 e il 399 sono albi orribili, si sfonda la quarta parete (cosa fatta da più autori sin dal lontano 1986- uno dei primi fu Morrison con Animal Man- lo so che sto leggendo un fumetto, perché me lo devi far dire dai personaggi?) e i vampiri Nazisti sono una cosa così trash che nemmeno su Demon Hunter (gusti personali, anche se vorrei conoscere qualcuno che dice che sono una grande invenzione). 2Bis- Che poi DYD non è un personaggio che deve salvare il mondo. Nella Bonelli forse solo Nathan Never (ma non ne sono sicuro) salva il mondo. Zagor lo salva solo da Hellingen (se sbaglio Zagoriani accorrete), gli altri non mi risultano. DYD risolve il caso del mese. Nemmeno Xabaras vuole conquistare il mondo (ma anche qui dovrei rileggere 1-25-43 e 100). 3- Il numero 400 in quadruplice copia vende uno sfracello. Ovviamente perché molti ne hanno comprate 4 copie, altri due, altri 3... La storia è brutta (ma davvero la testa di Sclavi?) Qui però sorge il primo problema: molti lettori Bonelli (e quanti ne conoscevo), mollano i personaggi al numero 00. Al 100, 200... Etc... Cosa che se la so io, la dovevano sapere anche in Bonelli (Boselli- Borden lo sa, perché su Dampyr scrive sempre saghe che non terminano al numero 00, ma proseguono altri 2 o 3 numeri). E credo che dopo i personaggi di cartone, la meteora (crisi sulle terre di Dylan), le storie brutte, un sacco di gente scende dal treno dopo aver acquistato almeno 1 copia del numero 400, senza aspettare di vedere il nuovo ciclo (dopotutto il curatore ha cercato lo scontro con i lettori). 4- I pochi rimasti si ritrovano un nuovo DYD, in cui Bloch (mandato in pensione nel 338) rientra come Sovrintendente a Scotland Yard (altra grossa novità cancellata- quindi non era tutto rose e fiori il nuovo corso e ci si contraddice dopo 5 anni), è il padre adottivo del nostro (papà?), DYD fa citazioni fesse e si cerca di ricollegare i primi DYD a Dellamorte Dellamore (che non so che senso abbia, visto che ho riletto il libro un annetto fa ed è un libro cupo, disperato, violentissimo, che non ha un briciolo dell'umorismo di Dylan) e questi sono gli ultimi a scendere dal treno. Il nuovo ciclo credo che duri nemmeno 10 albi, tanto che la dirigenza Bonelli firma l'accordo con Vasco Rossi per cercare di risollevare la nave (RR dichiarò che l'accordo era stato fatto dai capi e non da lui). Il 401 e il 402 vengono ristampati in un volume cartonato, credo, e il curatore dice che l'idea sarebbe quella di ristampare l'intero ciclo 666 in un bel brossuratone. Credo però che quando sia uscito il numero 405, le vendite erano crollate così tanto rispetto ai numeri precedenti il 400 che una serie di progetti siano stati accantonati (il brossuratone). Il curatore si è lamentato del Covid e del non aver potuto fare promozione, (ma se nel 2020 le vendite di libri e fumetti sono aumentate, perché quelle di DYD sono crollate?- anche questo è un dato che andrebbe verificato) 5- La toppa peggiore del buco. Invece di scrivere 3 albi in cui si cancellano i personaggi (altra soluzione Marvel- DC - Oddio qualcuno sta riscrivendo il tessuto della realtà! Cioè, ma davvero? Su DYD?), bastava semplicemente dimenticarseli. Che fine ha fatto Satan, il cane di Tex? E' rimasto alla riserva. E se qualcuno avesse avuto una buona idea, avrebbe potuto utilizzarli (almeno i due poliziotti) di tanto in tanto o dimenticarseli per sempre. Ultima considerazione sul Fandom. Se DYD vendeva nel 2013 intorno alle 100mila copie e tu attacchi il lettore storico (come diceva Diablero), dicendogli che il tuo DYD sarà meglio di quello che loro leggevano da giovani, o sei un influencer che ha più di 2milioni di follower e speri che i tuoi lettori sostituiscano i vecchi, oppure se con 20mila follower (e devi sperare che ognuno compri tutte le uscite) arrivi e speri che risollevino il secondo fumetto più venduto d'Italia, forse è meglio cercare di tenerti stretti i 100mila che lo leggono, provando a fare del tuo meglio. Peccato che RR abbia cancellato i suoi profili social (tipo FB) altrimenti facendo dell'archeologia telematica si sarebbe potuto ricostruire tutto il suo periodo come editor.5 points
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Io invece do loro il consiglio opposto. Per leggere gente che scrive come mangia ci sono le chat e i social. I fumetti, soprattutto quelli Bonelli, oltre a quello dell’intrattenimento, hanno sempre avuto anche un aspetto educativo, mai troppo evidenziato. Io, ad esempio, ho imparato molte più cose, anche su come si scrive, leggendo Tex e Zagor che sui libri di scuola. Comunque un bentornato a borden. Che poi sia tornato per bastonare Diablero è il non plus ultra.5 points
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Lo si può fare nella home page questo. Così non si intasano le discussioni specifiche. La home page di un forum serve anche a questo. E intanto si lascia LIBERO chi entra in una discussione di discutere dell'argomento specifico di quella discussione. E' un pò come se vai a teatro a sentire l'opera e quello vicino a te ti parla di quello che ha cucinato a pranzo. Lui sarà pure contento di essere libero di parlare come magna di quello che ha magnato... ma te ti agiti...5 points
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Andiamo, cosa hai capito di quei personaggi? Sia Mister No che Zagor sanno benissimo qual è la "parte giusta" per cui schierarsi. La differenza tra GL Bonelli, dove le dicotomie sono nette e il bianco e il nero, il bene e il male, il buono e il cattivo sono nettamente separati e che nel "mondo" di Nolitta bianco e nero sono spesso mescolati e ci sono molte sfumature di grigio. Il buono non è sempre così buono e il cattivo non è sempre così cattivo. Non è una negazione dell'"eroe", che è sempre presente nelle storie di Nolitta, ma semplicemente una maniera diversa di narrarlo, più dubbiosa, più realistica, più "moderna" se vogliamo...5 points
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Innanzitutto, bellissimo intervento che si legge con estremo piacere. Pecca - forse - nella conclusione che è plausibile, anche troppo, ma potrebbe essere tacciata anche di anti-nizzismo. Vorrei aggiungere qualche elemento, per me decisivo, che hai ignorato nel tuo intervento. La volontà dell'editore. Negli anni novanta Sergio Bonelli vede nel lavoro di Nizzi tutto "oro" ed è probabilmente d'accordo con Nizzi nel ritenere Boselli "fuori dagli schemi" e pertanto "pericoloso" per il futuro della testata. Lo stesso Nizzi ha a che fare con i "niet" decisi di Sergio quando gli dice che alcuni suoi soggetti sono di Civitelli. Che sono anche profondamente modificati, un po' da Nizzi e molto da Sergio. Civitelli trova degli spunti bellissimi ma poi l'editore gli toglie ogni velleità, dicendogli di occuparsi di quello che sa fare. Per Sergio, Nizzi è canonico, scrive per Tex anche male ma è quello che la gente si aspetta di leggere comprando l'albo. Non lo pensa di Boselli, no. Roberto Guarino un giorno mi aveva raccontato di come Sergio avesse presentato Nizzi alla madre in termini estremamente pomposi, come se fosse stato il Noé della casa editrice. Boselli è apprezzatissimo da Canzio, che non ha però l'ottica dell'editore, vede quindi le storie senza le fette di salame agli occhi, per cui sono una più bella dell'altra. Boselli racconta invece che da Sergio ha avuto solo un complimento, lo ha raccontato recentemente anche in video, e non è un elogio del suo lavoro. Se gli affida la storia "Colorado" che aveva iniziato per Galep, lo fa perché non ha nessuna voglia di continuare a sceneggiarla lui, però gli scoccia che una sua storia (anche se in pubblico dice che non si considera uno scrittore, sono tutte balle belle e buone) resti in naftalina, ma non osa proporla a Nizzi, la rifila dunque al vice che non è una star ma solo un dipendente ossequioso della casa editrice. Nulla toglie che poi, con il tempo, e con le storie prima mediocri e poi sempre più insufficienti di Nizzi (anni duemila) l'editore cambi idea. Litigano per la il Texone di Seijas e le sue donnine. Solo l'intervento di Canzio trova una mediazione tra i due: 10 e più tavole censurate. Nizzi riprende a scrivere Tex nel settembre 1992. E le primissime storie che scrive non sembrano quelle di un autore uscito da una crisi creativa. Nel 1992 Il pueblo nascosto L'uomo senza passato L'uomo di Atlanta La ballata di Zeke Colter Queste storie sono IMO al livello di quelle che scriveva prima. Nel 1993 La carovana della paura (aw) e L'uccisore di indiani (aw) Delitto nel porto La lettera bruciata (per fusco) Sul sentiero della vendetta Anche queste sono storie valide. Ma dello stesso periodo è la seconda parte della storia che sceneggia per Fusco ambientata nello Yukon, primo vero segnale di svogliatezza. Nel 1994 Springfield calibro 58 Il cavaliere solitario (TX) SOLO due storie (tre con quella di Fusco di cui sopra, di cui porta a termine la terza parte). Beneficia del lavoro di Boselli, Medda e Canzio. Manfredi, che non abbiamo mai considerato, finisce intanto con il suo Maxi nello scantinato. Nel 1995 Oppio Il ritorno della Tigre Nera Gli uccisori L'ultima frontiera (TX) Vendetta navajo Cinque storie (a cui si aggiunge adesso quella di Marcello sullo Yucatan da finire) che alternano classici come il texone di Parlov e il ritorno della Tigre Nera. Le tre della regolare sono di un albo o poco più, invece. Della storia slla Tigre è solo l'ultimo albo che manda tutto in vacca. Nizzi ci tiene alla Tigre e lui stesso afferma che nel momento in cui scrisse la sequenza degli zombi (1996 o primo semestre 1997) era piuttosto svogliato e lo scrisse pensando sul momento di riscriverlo in un secondo tempo e poi non ne ebbe il tempo o la voglia (un po' come gli era successo con il finale di Zhenda, sempre per Civitelli, nel 1987). C'era anche il fatto che Sergio gli aveva bocciato la morte di Lohana e Civitelli fu costretto a ridisegnare diverse pagine. Comunque gli scricchiolii sono sempre più evidenti. Il Nizzi oberato di lavoro si ha nel momento in cui Boselli inizia a fargli da spalla ? Direi soprattutto che ciò avviene nel 2000, quando l'autore è andato completamente in vacca. 1996 6 storie (un Texone e il polpettone Mefistiano e che inizia a scrivere con un bellissimo primo albo, poi si perde) 1997 4 (una storia da tre albi un Texone e un AW) 1998 5 (un Texone, il primo Maxi che scrive per Repetto, un AW) 1999 1 (la storia di Custer) 2000 8 (due Texoni tra cui quello di Seijas, due AW, ma anche Il mercante francese, Le foreste dell'Oregon e Muddy creek) Ecco, dal 2000 inizia il disastro. Le storie di Nizzi si moltiplicano alla faccia della qualità: ormai umilia il personaggio in maniera sempre più aperta. Da qui abbiamo un autore senza più freni che crede di poter scrivere quello che vuole e l'editore ha ormai ceduto le sue velleità di controllo. Solo dopo il 2005 Sergio è cosciente della situazione ma ha ormai individuato in Boselli l'erede che potrà continuare l'opera del padre. Nizzi presenta allora una quantità "industriale" di soggetti e se li vede più o meno tutti respinti, tanto che nel 2007 decide di ritirarsi complice anche lo screzio di cui sappiamo con l'editore.5 points
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Ma vi rendete minimamente conto che state facendo deragliare l'ennesimo thread potenzialmente interessantissimo con le solite vaccate su Nolitta (e se non è Nolitta, è Nizzi)? Io e Mister P abbiamo risposto in topic, poi altri utenti che non avevano evidentemente nulla da dire in proposito non hanno trovato di meglio che far partire il solito flame su Nolitta. Leggetevi la prima parte di questo thread (fino ad agosto 2023) e poi la seconda e vedete se trovate qualche differenza nella discussione... La libertà di parola è sopravvalutata. Tu ne sei l'esempio vivente5 points
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In realtà proprio dal punto di vista sentimentale io non l'ho trovata stucchevole. Non sappiamo nemmeno se davvero ci sia stata una storia d'amore tra i due, e a che livello sia arrivata. Era un coinvolgimento, un'empatia, un'amicizia speciale. Quasi più "letteraria" (con i rimandi ai cavalieri e alle dame, alla lanterna magica, al finale che io credo sia ispirato al libro di Bufalino "Diceria dell'untore") che reale. È un sentimentale non dongiovannesco, ma intimo, profondo, doloroso. C'è solo Carson al capezzale della ragazza, una ragazza che è già malata quando i due si conoscono. Questo è un punto importante: è un rapporto già minato dalla malattia, un legame di fatto impossibile, o a tempo. Perché la ragazza sa che è questione di tempo, non ha la leggerezza delle fanciulle della sua età. Forse per questo il loro rapporto è più cerebrale, forse per questo Carson appare più un angelo custode che non un amante: vuole proteggerla, sente il desiderio di starle vicino, non vuole necessariamente portarsela a letto. Al capezzale c'è solo lui, non il padre di lei. Un padre carogna, che affoga nell'alcool il suo male di vivere. Quel male che non gli consente nemmeno di essere un padre. È una storia piena di sottotesti, poco manifesta, che chiede al lettore di immaginare i rapporti sotterranei tra personaggi. Chiede collaborazione, non spiattella tutto. Chiede empatia. Eccone la particolarità, almeno per come la vedo io.5 points
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Se sotto il cappello di “romantico” ci fai stare qualunque trama preveda una donna che interagisca con Carson, allora la cosa diventa incontestabile. Cionondimeno: 1) Parliamo di 4 o 5 storie (di cui solo 2 lunghe) quindi mi sembrano un po’ poche per definirlo cliché o parlare di “Carson-Harmony” 2) Ne Il passato di Carson e Stella d’argento i personaggi femminili e le loro relazioni con Carson sono completamente diversi tra di loro. Come si fa a dire che la seconda è una “storia-fotocopia”? E’come dire che Dinamite è una storia-fotocopia di Silver Star perché in entrambe la trama ruota attorno a un cavallo 3) In ogni modo finché i risultati sono quelli di Stella d’argento ben vengano anche i cliché5 points
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Eppure io sono convinto che questa non è l'ennesima storia simile. Non c'è amore fisico (almeno, non credo, da quello che ricordo), è una storia di dame e cavalieri, quasi medievale più che western. Anzi, senza tempo. C'è un amore platonico, un incontro tra anime gentili e coraggiose, diversi rimandi letterari. A mio parere è invece in questo senso una storia molto originale, declina il tema del fascino del vecchio Cammello in modo inedito, completamente nuovo. Non un fascino dongiovannesco, ma direi quasi cerebrale, intimo, nobile.5 points
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Mi sia permesso uno sfogo OT: non sono così ottimista come te pard! Ormai sono sei anni che partecipo al Forum e di tensioni e litigi ne ho visti parecchi, tuttavia nel recente passato l'atmosfera era fervente e propositiva, le discussioni più varie e interessanti, seppur accese. I dibattiti coinvolgevano più appassionati e non di rado si assisteva a post davvero commoventi e d'integrazione (ricordo il topic per il compianto Ulzana). Personalmente noto che negli ultimi mesi assistiamo a un pericoloso ristagno del Forum. La tossicità a cui facevi riferimento. se vogliamo definirla così, ha portato all'allontanamento degli autori, Mauro in primis, ma soprattutto a un sempre maggior silenzio di una grossa fetta di utenti, alcuni pure storici e fondamentali per la crescita di questa comunità virtuale. Magari è solo una coincidenza dovuta a impegni personali o altro, ma non si può non notare di quanto sia scesa la percentuale di interventi. Faccio presente pure che si stanno perdendo del tutto quel briciolo di diplomazia e bon ton dialettico per affrontare le diatribe di argomenti: sarà il caldo come dici tu, ma reputo non siano accettabili alcuni insulti o toni sui generis che portano ormai a litigare quasi su ogni topic di confronto. Di recente mi ha fatto inalberare un utente che a un mio commento mi ha risposto "un par di palle!" ma scusate è corretto porsi così! E di risposte simili ultimamente se ne leggono in ogni dove, quindi non mi stupisce più se una grossa fetta di utenti decida di astenersi dall'intervenire. Mettiamo poi che ultimamente sono state pubblicate la maggior parte di storie di Nizzi e il dado è tratto. La strada che sta prendendo il forum ammetto che non mi piace tanto e mi dispiace enormemente. Dovrebbe essere una famiglia virtuale che accomuna appassionati, non un arena in cui ognuno deve gridare per dire di "avercelo più grosso". Perdonate lo sfogo, ma come consueto, non riesco a tenermi i rospi in gola.5 points
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È un insulto bello e buono. Forse Boselli come curatore e sceneggiatore, in mancanza di un supervisore esterno, si sta un po' allargando nei suoi ruoli e passa da uno all'altro in maniera un po' troppo fluida, come se i confini interni tra i ruoli si fossero un po' persi. È la mia opinione. Però pure noi lettori non ci dobbiamo allargare! Ho letto termini come "narcisismo" e ora "delirio di onnipotenza": non esageriamo. Possiamo criticare l'operato degli autori, ma più allontaniamo il focus delle nostre critiche dal loro operato per spostarlo sulla persona e più ci andiamo ad occupare di un campo che, nel nostro ruolo di lettori, non ci compete. Va a finire che quelli che hanno un delirio di onnipotenza siamo noi5 points
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Anche io come Virgin non intervengo più, anzi molto meno di lui, ma due righe vorrei scriverle. Questa storia è non solo brutta dal punto di vista della sceneggiatura, ma è la più sbagliata, credo, della storia di Tex. Anzi, sbagliata è poco. Appare come un affronto al personaggio, a GLB, alla storia di Tex. Dovessi dire la peggior storia di Tex, nel suo complesso, in tutta la sua storia, sceglierei questa senza esitare. E qui va fatto, ahimè, un discorso generale su Boselli e, in sostanza, sul momento complessivo di Tex e sul suo stato di salute. A Boselli dobbiamo molto, ovviamente, ma credo che chiunque non sia amico o fan sfegatato possa notare serenamente uno scadimento qualitativo preoccupante, almeno nella serie regolare. Sono ormai anni che il Bos ci propone solo ritorni di vecchi personaggi e sequel. Nessuna idea nuova, nessun nuovo personaggio, nessuna storia originale. Solo pesantissimi, interminabili, privi di idee polpettoni con personaggi del passato e sequel. Sappiamo bene che nel fumetto il ritorno dei vecchi nemici e personaggi è la regola, ma non tutti insieme uno dopo l'altro!!!! Questo denota solo mancanza di idee, e, temo, nel caso di Boselli, un eccesso di narcisismo che lo porta sempre più verso la sventata strada della catalogazione/storicizzazione/perfettizzazione di tutto ciò che è venuto prima di lui. Strada che è molto pericolosa, soprattutto visti i risultati. In poco tempo abbiamo avuto il peggior Mefisto (forse anche peggio di quello di Nizzi), una pesantissima Tigre Nera, e poi questa storia assurda, sbagliata, per quanto mi riguarda irritante. Arrivare ad accogliere con sollievo un Nizzi bollito o un Ruju routinario è abbastanza preoccupante. Amo Tex, detesto le cassandre che per partito preso in altri blog e siti continuano a snocciolare cali di vendite e morte imminente del personaggio, ma sono molto perplesso, anche perchè con Borden in queste condizioni non c'è molto altro a cui appigliarsi.5 points
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Un vecchio documentario su Tex con varie interviste a Sergio Bonelli, Galep, Canzio, Boselli, Nizzi, Fusco, Villa, Ticci e Civitelli! Io l'ho scoperto solo oggi e merita assolutamente di essere rivisto5 points
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Perché accusarmi gratuitamente di non aver letto il tuo messaggio? Troppo facile uscirsene con un "no, sei tu che non hai capito quello che ho detto" ogni volta che ci viene mossa una critica. Il tuo messaggio l'ho letto e non senza qualche difficoltà, sinceramente, avendolo trovato un po' ingarbugliato. L'obiezione te l'ho fatta: metti in campo tutta una serie di concetti che secondo me non hanno ne capo ne coda. Dici che la gente si lamenta della verbosità di Boselli. Può essere, ma a me sembra che la principale critica che gli viene fatta sia quella di essere narrativamente troppo lento, prolisso in termini di ritmo della storia: troppe pagine spese per poche azioni che potevano occupare meno vignette. Dici che il bagaglio lessicale della gente si sta riducendo. Di chi? Dei giovani? Degli anziani con l'Alzheimer? Di tutti in generale? Può essere, anche se mi sembra che la tua sia una generalizzazione. Poi chiedi se preferiremmo solo storie dove si spara e si insegue, facendo intendere che secondo te una sceneggiatura possa essere o estremamente prolissa o estremamente ridotta all'osso, senza sfumature intermedie. Sinceramente non concordo. Parli anche di Bennato, Piero Angela, Pino Insegno.. ma direi di fermiamoci qui. Secondo te la gente non apprezza Boselli per colpa del proprio impoverimento lessicale? Nel senso che i lettori vedono troppe parole che non conoscono e si sentono a disagio? In pratica se non lo apprezzano è colpa loro perché sono ignoranti? Forse controbatterai dicendo che in realtà non lo apprezzano anche perché sono troppo abituati al linguaggio stringato dei social o per colpa del calo della soglia dell'attenzione, quello torna sempre. Non credi che invece possano non apprezzarlo SEMPLICEMENTE per il suo modo di narrare un po' pesante e inconcludente e perché quando leggono le sue storie si annoiano? Mi fai venire in mente che negli anni '90 (ma forse era una ristampa) con Il Giornalino allegarono una riduzione a fumetti dei Promessi Sposi: da bambino lo adorai. Ovviamente i dialoghi erano scritti in modo da essere comprensibili per un ragazzino di 7 o 8 anni e sicuramente molte vicende furono tagliate. Comunque gran narratore Manzoni, chissà come sarebbe stato come sceneggiatore di Tex. Però, ecco, non credo che la bontà di un fumetto vada giudicata sulla base del bel linguaggio. Bellissime quelle tavole! Le conclusioni secondo me sono che pure Bonelli era verboso talvolta, eppure nessuno se ne è mai lamentato, anzi mi sembra che in tanti continuino ad apprezzare le sue storie, alcuni anche oggi per la prima volta. Perché della verbosità di Bonelli non si lamenta nessuno mentre di quella di Boselli sì? Perché forse il problema non è la verbosità5 points
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Se qualcuno si fa condizionare, o limitare nella sua libertà di espressione, dalla presenza di un autore è un problema suo. Nessuna persona intelligente scrive delle cose qui dentro "per offendere un autore", la critica quando espressa in maniera educata e costruttiva è sempre stata libera e tale deve restare verso chiunque, siano essi lettori o autori. Comunque sei molto gentile a permetterci di continuare a fare come abbiamo sempre fatto, grazie!5 points