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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione dal 27/07/2023 in tutte le sezioni

  1. Nessuno è depositario del verbo. Voi autori dovete però custodirlo, preservarlo, non alterarlo. In Per l'onore del Texas, Carson e Damned dimenticano di essersi già incontrati. Anche in altre circostanze c'è stata qualche piccola forzatura, nella tua riscrittura del passato: ci sta, nessuno ne fa un dramma né lo considera un tradimento, sono piccole strettoie, probabilmente inevitabili, che vanno attraversate a cuor leggero. Ma in questa storia no. I miei toni non sono carichi come quelli di Diablero, però il punto va tenuto. Far tornare Higgins (per fargli fare le stesse cose del passato, tra l'altro, anche se questo è un aspetto che al massimo nuoce solo alla bontà della storia in sé) è sbagliato. Perché c'è una lancia che si spezza. Perché c'è una vendetta compiuta. Perché c'è un giuramento esaudito. Perché c'è una delle storie più iconiche della saga che andava lasciata stare, già perfetta in sé, senza bisogno di inutili appendici. E non lo dice un nerd che sacralizza Il Giuramento, che grida alla lesa maestà, che protesta alterato per l'oltraggio al Vate. Lo dice un lettore amareggiato che vuole coerenza nell'epopea, lo chiede un lettore romantico che si è emozionato allo spezzarsi di una vecchia arma conficcata in una dura pietra da anni, lo pretende un datato texiano che SA che in quel momento, su quella roccia, gli dei sono intervenuti sulla lancia perché i colpevoli sono tutti morti. Perché chi doveva pagare ha pagati. Tutti. È troppo? È da nerd? Perdonami, Mauro, ma credo proprio di no.
    15 points
  2. Questa storia ha diversi punti in comune con la prima che Nizzi scrisse alla fine degli anni Ottanta e che si reggeva su un personaggio proteiforme, capace di assumere, con una "maschera" diversa, diverse identità, un character teatrale che recitava abilmente la commedia sia con i suoi affiliati sia con chi veniva a indagare sulla scia dei suoi fatti criminosi. Anche quest'ultimo albo ha, seppure in misura minore rispetto al primo di cui si è discusso nelle pagine iniziali, confermato come l'autore si sia divertito a far recitare la commedia ai suoi personaggi, pensiamo a Kit Willer e a come riesce a liberarsi dei due scagnozzi che la Tigre gli ha messo alle calcagna in cui finge di essere morso da un serpente oppure alla recita di Daniel che vuole dare a bere al padre che terrà prigioniero Kit Willer mentre invece combattono assieme per la liberazione dei villaggi, o ancora, in tono minore, durante la scalata della torre per liberare van Horn, il lamento di aiuto di quest'ultimo che servirà a distrarre le guardie alle porte. Se non teatrale almeno filmica è la scena in cui la Tigre dà l'assalto alla reggia con un "avanti miei prodi" che è preso ovviamente da Salgari. Ora Nizzi nel suo libro intervista specifica come la Tigre solo inconsciamente nacque da Salgari, se dobbiamo credergli dice che non aveva pensato affatto ai bei racconti scritti a cavallo del Novecento dall'autore veronese. Con questo ultimo capitolo della lunga saga Mauro Boselli ha dunque deciso di sterzare vistosamente verso quella direzione, lo richiedeva la storia, lo richiedeva il disegno iniziale che lo stesso Nizzi aveva pensato vent'anni fa e che gli fu bocciato da Sergio Bonelli, lo richiedeva soprattutto il paesaggio d'incanto rappresentato dal Borneo. E curiosamente, quei quattro albi che sarebbero stati troppi nel 2006 per un disegnatore lento come Venturi, sono stati disegnati proprio da lui in tempi tutto sommato ragionevoli. Da un punto di vista di storia editoriale la cosa fa un po' sorridere. Venturi ha probabilmente con queste pagine realizzato il suo capolavoro grafico: è perfetto in ogni situazione ed è giunto a un'invidiabile maturazione stilistica che ne fa uno dei disegnatori di punta della Casa editrice. Un po' di spazio anche per la povera Lohana. Muore come Marianna nello sceneggiato televisivo, ma dopo che la Tigre ha dato il suo nome alla sua nave ammiraglia. Con la sua morte abbiamo comunque anche un'esplicita citazione dal finale della seconda storia della Tigre ambientata nel delta del Mississippi, in cui Nizzi aveva previsto che lei cadesse intercettando il tiro di Tex che aveva mirato al fuggitivo Omoro e che Sergio Bonelli rifiutò con la motivazione che Tex non poteva macchiarsi del sangue di una donna. La scena l'abbiamo rivista quasi identica in questo quarto albo, la cosa penso debba aver fatto piacere a Nizzi, penso che Boselli abbia pensato un pochino anche a lui scrivendola. E' una scena d'impatto, fortemente melodrammatica, anche se l'autore riesce a evitare lo scoglio lacrimevole che Nizzi invece aveva previsto, rendendo l'azione concitatissima e dedicando le ultimissime pagine, come era logico, al vero attore della storia, la Tigre che in punto di morte si riconcilia con il suo grande nemico, con Tex che promette che darà una mano al figlio, riconoscendo implicitamente alla fine come le gesta della Tigre finalizzate alla riconquista del suo regno nascessero da una buona e giusta causa. Boselli ha deciso di sbarazzarsi in un colpo solo non solo della Tigre ma anche di tutto il clan di vuduisti, la cui sorte era rimasta in sospeso nella storia precedente e come nel caso di Mefisto e Yama Boselli riprende in mano i personaggi e scrive un coerente finale alle loro gesta. Lohana paga la sorte di tante eroine che negli albi di Tex non hanno avuto vita lunga, pensiamo a Fiore di Luna. Sono personaggi ingombranti, che narrativamente non hanno più niente da dire e che comunque non possono essere lasciati in sospeso. All'inizio non avrei scommesso molto sulla sua morte, ma riflettendoci bene era legata a quella della Tigre e quindi pochissime erano le speranze che potesse sopravvivere. Un personaggio come Daniel invece aveva tutte le possibilità di vedersi alla fine insediato nel trono. Nell'ultima pagina ci lascia con un quien sabe? Non deve trarre però in inganno, non è un Nick Castle per cui è già pronto un seguito nella testa dell'autore, resta solo una porticina aperta se mai venisse fuori un'idea geniale per ripescarlo. Il trono, in questo senso, cui si aggrappa, lo salva dalla sfortuna nera che perseguita da anni gli amici più cari di Kit Willer. Una delle cose più meritevoli di questo ultimo albo è lo spazio lasciato a Kit Willer e, anche se meno appariscente, il ruolo recitato in queste pagine da Tiger Jack. Del primo personaggio molto bella è la scena in cui lui si batte con il coccodrillo e instaura poi un bel rapporto con la bella e altrettanto protettiva malese Dara, un rapporto caratterizzato dall'incomunicabilità e tutto regolato a gesti e azioni molto teatrali, molto hollywoodiana per esempio è la scena dell'arrivo della cavalleria (dei dayaki) che lo tolgono da una brutta situazione quando ha il fucile puntato sulle sue ginocchia. Kit Willer è il vero protagonista della storia, tutte le scene migliori convergono su di lui, a cominciare nel secondo albo dalla scena in cui il figlio della Tigre lo addormenta con il sonnifero, pratica che cita più o meno volontariamente le criminali gesta dei recrutatori che nelle bettole dei porti di mezzo mondo arruolavano i marinai da spedire a bordo anche se non consenzienti, con il seguito che ci ha permesso di rivivere una delle pagine più emozionanti della storia che GLB scrisse a metà anni Settanta con protagonista Barbanera. Non dimentichiamo poi la situazione da fibrillazione a cui Kit riesce a sottrarsi nelle pagine iniziali del quarto albo: se non si fosse imbarcato di nascosto, situazione che fa da contrappeso alla precedente che ho appena descritto e che gli rimedia la figuraccia, lui sarebbe stato giustiziato dalla Tigre. Ma ritorniamo a Tiger Jack. Parla e agisce. E' un piacere vederlo aiutare il vecchio maltrattato quando arrivano a palazzo, poi addestrare gli incapaci sepoys, ancor di più è vederlo emozionarsi e abbracciare la causa dei malesi maltrattati che restano comunque dei pirati (stesse dinamiche per i pellerossa del sudovest americano, se ci pensiamo), quindi sposare apertamente le idee di Kit Willer pur sapendo che con Tex avranno qualche difficoltà a passare. Non l'abbiamo mai visto così vivo e partecipativo. Un Tiger che è anche lui una Tigre, se ci limitiamo almeno al nome. Il fatto è che Mauro Boselli, evitando ogni retorica, ci dà uno spaccato cruento ma realistico della colonizzazione fatta dagli europei a fine Ottocento ai danni delle popolazioni locali che loro sottomettevano, che sia il West americano o l''Oriente, un potere di vita e di morte che resta costantemente sospeso sul capo dei pards e che solo la loro abilità questa volta "politica" di negoziatori riesce a evitare. Un ultimo appunto lo vorrei spendere parlando di tecnica narrativa: la storia segue un tracciato molto caro all'autore e il soggetto si riduce sostanzialmente a una lunga caccia che porta gli eroi nella tana del nemico che affrontano e sconfiggono. Di storie come questa, con queste dinamiche, Boselli ne ha scritto a bizzeffe, solo per citarne una pensiamo a El Supremo. In questo caso però ha aggiunto il terzo incomodo, Van Gulik, che recita a differenza dei personaggi terzi delle altre sue precedenti avventure un ruolo almeno paritario con quello del grande cattivo rappresentato stavolta dalla Tigre. E soprattutto ha abbracciato uno stile narrativo che ricorda i grandi classici del feuilleton ottocentesco. Ogni albo si conclude, se ci facciamo caso, con una situazione molto drammatica lasciata in sospeso per il numero successivo: nel primo albo non sappiamo come Tex uscirà vivo dalla palude, nel secondo ignoriamo la sorte di Kit Willer e non sappiamo quali delle due navi è quella della Tigre, nel terzo albo è addirittura la vita di Kit Willer a essere minacciata. Dal feuilleton Boselli prende anche i colpi di scena a effetto: pensiamo all'identità di Daniel Silva che diventa clamorosamente il figlio della Tigre, pensiamo nel quarto e ultimo albo al modo in cui Kit Willer riesce a sottrarsi al pericolo di morte nascondendosi a bordo della nave. Adesso è difficile dire se questa storia possa un giorno salire agli onori dei grandi classici scritta da Mauro Boselli, solo il tempo potrà dircelo, ma ha tutte le carte in regola per poterlo diventare. Da dire c'è che i ritorni di vecchi personaggi quasi mai riescono a ripetere per interesse e bellezza gli albi in cui i personaggi sono apparsi per la prima volta. Lo stesso Boselli, penso a Zagor, ha avuto in passato esisti contrastanti. Questa volta no. Ha ripreso un personaggio non suo e ha, con molta delicatezza, se non superato almeno pareggiato la prima storica avventura che narrava le gesta delle Tigre. Per storie come questa, ora, mi sento portato a spendere un 10 ai testi e un 10 ai disegni.
    10 points
  3. Ha perfettamente ragione @Letizia, non mi riferivo nello specifico ad un tuo commento, dato fra l'altro che non hai offeso nessuno. La mia era una riflessione "ad alta voce" su come sia ormai diventato un hobby sterile e soprattutto crudele stroncare qualsiasi storia che non provenga dalla penna di GL Bonelli, ammettendo che queste storie siano state realmente lette tutte e si ricordino perfettamente. E non voglio tirarmi fuori dal novero di coloro che talvolta abbiano storto il naso e criticato aspramente certe scelte, ma credo che adesso si stia proprio esagerando. Il lavoro che @borden e @PRuju svolgono da anni è soltanto encomiabile. Qualche storia, ma soprattutto qualche scena, non incontra il nostro favore? Nella maggior parte dei casi si tratta soltanto di punti di vista diversi dal nostro, raramente possono comparire discordanze con scene ormai consolidate nella nostra memoria, altre infine dovrebbero farci capire che oggi Tex mostra tutto nei dettagli, senza eludere o sorvolare come accadeva all'epoca di Bonelli senjor. Vogliamo sostituirci agli sceneggiatori ufficiali e scrivere da noi le storie di Tex che più ci interesserebbe leggere? Qualcuno come @Letizia hai il piacere di affiancare alle storie edite anche le proprie. In un altro caso recente, da un soggetto di un componente del forum è stata tratta una sceneggiatura scritta da @PRuju. Sarebbe dovuta diventare un capolavoro, dato che soltanto noi del forum abbiamo la Verità infusa. E invece? Credo di poter affermare che proprio quella sia stata una delle più brutte storie di Tex. Vogliamo dare la colpa a @PRuju ? Sarebbe un'ingiustizia, come da un bel pò di tempo accade con le sue storie, nella quasi totalità ben scritte, sempre accattivanti, con snodi geografici e temporali intriganti, un pizzico di apprendimento psicologico e anche del mistero che non guasta mai. Cosa vogliamo di più? Abbiamo rotto le scatole a tal punto @borden che ha preferito tirarsi fuori da certe atmosfere asfittiche e negative. Forse qualcuno sfoga qui le proprie frustrazioni o spera che le testate chiudano per un piacere soltanto sadico. Anche perché chi critica maggiormente si scopre poi non comprare gli albi regolarmente o ha sospeso l'acquisto anche da parecchi anni, oppure ha una visione così ristretta del personaggio che non si avvicina neppure ad una serie più innovativa come Tex Willer o agli album cartonati alla francese. Che pazienza devono avere questi nostri autori ... ma fortunatamente noi rappresentiamo una esigua parte dei lettori.
    8 points
  4. Il Ranger a cavallo, stavolta in solitaria. Disegno che ho realizzato poco tempo fa. Una buona serata pards!
    8 points
  5. Mi è stato approvato un nuovo soggetto, che sto ampliando (l'originale era appena una traccia base di mezza pagina!), che questo episodio sia anche la mia prima sceneggiatura per Tex? Si tratterebbe comunque di una storia da due albi. Se ingrano qualcuno mi dovrà aprire il thread nella sezione dedicata agli autori . Burattini è stato un buon maestro e ora spero che certe mie incertezze presenti nella mia prima sceneggiatura per Zagor rimangano ricordi del passato.
    7 points
  6. Tutti i quattro Vangeli raccontano dell'unzione di Betania. Una donna si avvicina a Gesù, rompe un vaso d'alabastro e lo unge con una rilevante quantità di costosissimo olio di nardo. Il gesto ha un significato profetico - anticipa l'unzione funebre di Colui che presto sarebbe stato crocifisso - e teologico - l'olio viene offerto, "sprecato" proprio come presto Gesù avrebbe offerto, "sprecato" la sua vita in Croce -. Ma per chi ha guardato la scena con occhi umani, prosaici, il gesto è stato uno spreco bello e buono: come osserva l'Iscariota, vendendo il profumo si sarebbero potuti ricavare trecento denari, con cui aiutare i poveri. Ecco, passando alle nostre parva res, l'albo n. 755 mi ha richiamato alla mente l'unzione di Betania. Ma, trattandosi di fumetto, e quindi di cosa profana, questa unzione l'ho vista con gli occhi dell'Iscariota. Disegni fenomenali, un'ottima colorazione, l'emozionante sogno di Tex, la beffarda fine del senatore. Tutto sprecato, per una storia tutto sommato inconsistente, che ricorderò solo per l'inopinata risurrezione di Higgins. Risurrezione, sì, perché, per le mille ragioni già illustrate da @Exit, @Diablero, @Leo e ancora altri, Higgins era morto, anzi non poteva non essere morto nel deserto. Risuscitato da @borden, ma per fargli fare cosa? Ripetere stancamente quello che già aveva fatto negli albi passati (cosa che, invero, sta accadendo un po' troppo spesso ai personaggi redivivi). E scappare da Tex, che però nemmeno questa volta riesce a realizzare la vendetta che aveva giurato. Mi duole, mi duole veramente dirlo, ma questa storia è in tutto e per tutto sbagliata.
    7 points
  7. Invece il forum è nato anche per avere dialogo con gli autori, che hanno il diritto di passare e dire la loro se qualcuno fa critiche alle loro storie. Altrimenti sarebbe un forum a senso unico e non avremmo neanche la possibilità di leggere molti aneddoti e retroscena che stanno dietro alle quinte della lavorazione delle storie.
    6 points
  8. Ticci unico autore ad essere presente dalla prima storica fascia (1-100). Rispetto per un maestro assoluto!
    6 points
  9. Alcune critiche a questa storia le condivido, altre proprio no. Per esempio questa: Non c'è nessun dramma psicologico? La storia ruota proprio su questo, su una mancata elaborazione del lutto da parte di Lagarde, che non riesce ad accettare la morte della fidanzata né del suo amico Larry (che è costretto ad uccidere proprio nelle primissime pagine per alleviargli le sofferenze), finendo per sentirsi in colpa e dialogare continuamente coi loro fantasmi che lo tormentano. E' un uomo fin dall'inizio sull'orlo del suicidio, che non ha più motivi per vivere, che vorrebbe ricongiungersi coi morti e che riesce alla fine a salvarsi solo grazie a Nadie prima, e a Tex poi, nella bellissima vignetta finale che da sola vale il prezzo dell'albo, quando Tex lo strappa dalle gelide acque, pensando: "Te la caverai Lagarde. E' tempo di ricominciare a vivere!" Un finale che - diciamo la verità - nessuno, neanche i più saputelli del forum avevano immaginato. Altra critica sbagliata, OBIETTIVAMENTE sbagliata: Non è proprio così: a p. 64 del secondo albo il capo dei Blackfoot dice a Jim Brandon, una volta capito che i colpevoli sono i trafficanti di whisky: "Voglio trovare quegli assassini più di quanto vogliate voi!"... "I miei guerrieri e io faremo la nostra parte", ecc. ecc. e per il resto della storia il capo Blackfoot accompagnerà Tex e gli altri combattendo nel finale e facendo fuori i trafficanti, persino quelli che si erano arresi, dicendo alla fine: "Giustizia è fatta!" Ragazzi, leggete meglio prima di fare critiche tranchant... Una critica che invece condivido è il finale affrettatissimo in cui Boucher e gli altri vengono fatti fuori piuttosto facilmente, soprattutto se paragonato alle lungaggini un po' noiosette in cui i Blackfoot si confrontano con le Giubbe Rosse e Tex, facendosi convincere da loro un po' troppo facilmente (considerando la rabbia che li aveva accecati fino a quel momento). Osservazione che invece mi sembra esagerata: Tex e Carson ogni tanto sbagliano, è sempre stato così. A volte si fanno infinocchiare, a volte valutano male la situazione, a volte gli avversari sono molto abili, a volte i nemici sfuggono momentaneamente alla loro caccia, fanno perdere le loro tracce, ecc. ecc. Ma se Tex e Carson sbagliano vuol forse dire che tutto ciò che combinano gli avversari dopo che i Nostri non sono riusciti a fermarli o se li sono lasciati sfuggire è colpa loro? Se questo fosse vero le soluzioni narrative per rendere Tex e Carson moralmente irreprensibili sono: 1) Tex e Carson non sbagliano mai, sono perfetti (sai che barba!) 2) Gli avversari vengono subito e definitivamente resi innocui non appena entrano in contatto con i Nostri (ma allora sì che le storie diventano davvero prevedibilissime!) Un paragone tratto dal n. 18 "Dodge City". Carson, che doveva affiancare il sospettato Sterling detto "Lupo grigio", si becca una botta in testa, con Sterling che nella vignetta gli dà pure dello "scemo". Sterling nel seguito della storia - bellissima, splendida avventura di GLB - darà del filo da torcere ai Nostri causando la morte di tanti coloni per mano degli indiani guidati da lui. Dovremmo dire che la morte dei coloni è imputabile tutta alla dabbenaggine di Carson? Nessuno credo l'abbia mai pensato. Comunque, tornando a Ruju, mentre nel primo albo secondo me riesce a rendere interessanti le due storie parallele (quella di Tex e Carson con Frank e quella di Lagarde coi suoi fantasmi), nel secondo albo no, visto che l'attenzione del lettore è tutta per Lagarde e Nadie, mentre la parte che riguarda Tex è piuttosto telefonata e noiosetta. Concludendo, primo albo da 7, secondo albo da 6. Voto complessivo: 6,5
    6 points
  10. Nota bene Diablero, ti stimo da tempo e sono sempre il primo a sostenere che l'allontanamento di Borden non sia dovuto alle tue motivate critiche, (figuriamoci Mauro ti teneva giustamente in considerazione per la tua indiscutibile competenza e acume) ma permettimi di dire che, ogni volta che alludi alla mancata capacità di capire un testo scritto degli altri utenti mi fai cascare le braccia. Il post di Jeff, oltre a esprimere un suo opinabile pensiero sulla faccenda, elogia pure il lavoro di Borden e Ruju sulla saga e magari qualcuno ha messo il suo like pure per questo, o sbaglio? Uno dei like è il mio, sebbene ti abbia sempre difeso da quella accusa, pensa te! Continuare a dare del lettore superficiale o poco sveglio con questa leggerezza è quel tipo di critica arbitraria e a senso unico che non accetto. Denota una forma di attezzosità che rischia di surriscaldare gli animi. Senza rancore...
    6 points
  11. Come sempre, quando non puoi imporre ad altri le tue critiche del "..." passi al turpiloquio becero, accusando gli altri di un tuo enorme problema: un Ego spaventoso a cui tutti dovrebbero inchinarsi. E' mai possibile? Una nuova tripla di Tex deve ancora uscire in edicola, avremo il piacere di leggere una storia di @borden e disegnata da Bocci che abbiamo visto non tantissimo in questa serie, ma che già in parecchi aspettano con impazienza e cosa sai dire? Le solite vecchie atrocità su tutti, autori e lettori !
    6 points
  12. Non è solo questo: la scena serve a far vedere il contesto sociale in cui vivevano i neri del profondo Sud (il razzismo è uno dei temi principali della storia) e ancora di più serve per quello che ha già detto Grande Tex: Esatto! Qui Tex non è un attaccabrighe, non è un fesso manesco, TEX VUOLE RIDARE DIGNITA' A TOM (che non è affatto più intelligente di Tex, semmai più spaventato e abituato a chinare sempre la testa di fronte ai bianchi). E INFATTI E' QUI CHE TOM COMINCIA A RIBELLARSI e a non dire più sissignore. State travisando tutta la scena presentando Tex come un imbecille. Anzi, praticamente a sentire voi ogni vignetta di questa storia è sbagliata! E' possibile statisticamente che tutte le vignette di questa storia non vadano bene??!! Tex doveva tenere un basso profilo? In qualche modo dovevano mangiare e Tex - che è sempre sicuro di sé - ha ritenuto che non ci fosse un pericolo eccessivo nel mangiare in un ristorante di razzisti in un paesino sperduto, anche se in territorio nemico. Ha valutato che il rischio valeva la pena, per quanto detto prima, per ridare dignità a Tom (come ha sempre fatto con Tiger). Tex doveva farsi spaventare da quattro bifolchi e mangiare fuori? Ma dai! Era rischioso? Ragionando così dovreste allora criticare metà delle storie di Tex. Dovreste tutte le volte dire: "Sarebbe più logico fare diversamente, perché oggettivamente se il piano di Tex va male, che bel casino che succede!", dovreste dire: "Tex sbaglia ed è un fesso perché il piano è rischiosissimo e mette a repentaglio anche la vita del caro figlio e del suo amato amico Carson!" Se in "Vendetta indiana" i suoi calcoli sono sbagliati, per fare un esempio, chissà che bel casino per i Navajos! Poi sta allo sceneggiatore far andare tutto bene e dar quindi ragione a Tex. GLB faceva filare tutto liscio, e anche Nizzi in questa scena (quindi è da considerarsi un rischio calcolato), Nolitta invece no (vedi il finale della "Strage di Red Hill") e lì effettivamente Tex faceva quasi sempre delle misere figure. P.S. chiedo: è normale ripetere continuamente IN OGNI DISCUSSIONE che Tex è "un imbecille", "un coglione", la storia è "una cagata", lo sceneggiatore è "un inetto". Chi non la pensa come te "non capisce niente", se qualcuno dice qualcosa di non condivisibile "è un problema suo", o addirittura insegnare agli altri come si scrive, e tutto questo spesso con tono supponente? (Non parlo di una persona specifica, ma come tendenza generale). Qualche volta potrà anche sfuggire, e vabbè ci può stare, ma IN OGNI DISCUSSIONE?
    6 points
  13. In genere non partecipo ai forum, preferisco osservarli. Ma l'argomento trattato da Diablero solleva uno spunto importante: il rispetto del personaggio. Che qui non è stato rispettato. Tex che solleva il bicchiere, acclamando alle ballerine, è inguardabile e sembra essere messo lì per fare la parodia di Tex. Tutta la scena è una misera buffonata, alla quale Tex partecipa. Tutti ridono e sghignazzano davanti al povero prestigiatore; uno degli "spettatori" spara alla colomba, tutti ridono in faccia al disgraziato, che viene mandato via a pedate senza tanti complimenti. Ed è stato trattato in questo modo anche grazie al comportamento da bifolco di Tex. Che, comportandosi così, fa il bifolco, non Aquila della Notte, capo dei Navajos, Ranger del Texas, eroe da mille imprese. Ma come un Mister No qualunque che vuole andare a donne. Tex qui è un bifolco, esattamente come quello che spara alla colomba e tutti gli altri che sghignazzano. Qui Tex non si distingue dalla massa: qui Tex E' la massa. Non è Tex. Non importa il fatto che poi Tex si giustifichi. La sua giustificazione sarebbe, in sostanza: mi sono comportato così da bestione ottuso che sbava perchè ho fatto finta di farlo. Perchè quello lì, il prestigiatore maltrattato, mi ricordava...MEFISTO! Mamma mia, ho avuto i brividi blu, meglio le ballerine scosciate, che quello lì, uuh che paura, mi ricordava...MEFISTO! Mamma mia, me la faccio sotto se ci penso! Ma vi sembra una giustificazione valida per aver fatto umiliare una persona che faceva solo il suo semplice spettacolo? Partecipando così alle intemperanze di una banda di vaccari ubriachi, bavosi e rincitrulliti? Diventando così, anche se "per finta", un vaccaro ubriaco, bavoso e rincitrullito pure lui? Questo non è Tex. E' una sua parodia. E' Tex come lo vedeva Nolitta.
    6 points
  14. Quoto e concordo anche sulle virgole. Non so, oggi i lettori di fumetti si sono fissati con gli "universi paralleli" alla Marvel e disquisiscono dell'universo di Tex e quello di Zagor, e ogni volta che c'è un crossover dicono felici "ma allora Tex e Zagor sono nello stesso universo! E quindi Tex e Nathan Never! A quando un crossover?" etc etc... (mi astengo, con notevole fatica, dal fare commenti su questo andazzo, per non offendere nessuno...). Quindi può darsi, immagino, che i lettori moderni ("aiutati" magari da storie dove Zagor viaggia in universi paralleli...) ipotizzino un finale "fantasy" dove grazie a Zagor indiani e bianchi vivano in pace, e Zagor sia proclamato a sessant'anni Supremo Imperatore del Pianeta Terra, ovviamente per acclamazione e senza spargimenti di sangue... Ma Zagor (e Tex) sono fumetti di un epoca e di autori che non si facevano stè menate. Zagor è ambientato "nel mondo reale" (con qualche "villain" poco realistico, ma non fanno testo), e il suo futuro è quello del mondo reale. Secondo me Nolitta all'inizio non ci ha pensato troppo, era giovane, voleva fare l'ennesimo personaggio che sarebbe durato poco come Roy Bean, si immagina un giustiziere nella foresta e gli dà questa "missione" che fa figo. Poi si stufa, non ha idee, e molle le storie prima a Ferri e poi a suo padre, poi chissà se è il padre a dirgli che si è rotto che il figlio si deve assumere la responsabilità dei suoi "figli" o se è Nolitta che vuol riprovarci, ma torna su Zagor. E il resto è storia: la serie ha sempre più successo e raggiunge numeri tali da essere una delle serie più vendute in Italia (anche se è sempre surclassato da Tex...). E negli anni 60, con un pubblico ormai più "grande" e maturo, e in mezzo ad un mondo del fumetto che non era più per bambini come pochi anni prima, le storie di Zagor si evolvono, diventano anch'esse più mature. E vedi il tono che cambia. Nolitta comincia ad affrontare l'elefante nella stanza: che la missione che aveva "dato" a Zagor senza pensarci troppo, anni prima, è destinata al fallimento. Come si vede anche dalle sue storie di Tex (e pure dalla testimonianza di Boselli che lo conosceva bene) Nolitta amava le storie con l'eroe perdente, in maniera eroica ma perdente, le imprese destinate al fallimento (fa un po' ridere che a pensare questo sia stato un imprenditore che ha fatto tanti successi, forse era una specie di Ritratto di Dorian Gray: così come Dorian relega al ritratto la vecchiaia, così Nolitta relegava nelle storie i fallimenti... ) Leggendo le storie di Nolitta del "periodo d'Oro" di Zagor, LO SAI che Zagor è destinato al fallimento. E non solo "in futuro, fra decenni": no, ANCHE ORA (nel presente della serie), anche nella serie regolare, quante volte Nolitta ci mostra Zagor fallire? Si vede Zagor vincere, risolutamente e chiaramente, e trionfare contro i "nemici di fantasia" come Hellingen o i "cattivi da fumetto", ma ogni volta (e sono tante) che si scontra con la questione del rapporto fra bianchi e indiani... abbiamo storie come "Addio Fratello Rosso" o "La marcia della disperazione"... e finali come quello di Manetola: vi sembra che Zagor sia un vincente? Com'è possibile che adesso ci siano lettori che si MERAVIGLIANO (o, addirittura, vivono come un tradimento) il vedere che Zagor non riuscirà a CAMBIARE LA STORIA UMANA? Ma non lo sapevano già prima che finiva così? Io lo so da almeno 50 anni!!!! Ma cosa è diventato Zagor negli anni per perdere anche quest'ultimo aspetto, fondamentale per l'epica nolittiana? Va bene che ormai è una serie "raccolta indifferenziata" dove puoi buttarci dentro di tutto, ma mi pare che ci siano lettori che, davvero, si aspettavano di avere un giorno storie dove Zagor trova l'amuleto di Zigzagzagur e con il suo immenso potere, toglie la cattiveria dal cuore degli uomini e nel suo "universo parallelo", comodamente raggiungibile con la linea del tram-crossover 17, siano bandite le guerre e il razzismo e tutti diventino buoni? Il vedere Zagor allontanarsi sconfitto non solo è perfettamente "nolittiano", ma È PROPRIO COPIATO DA DIVERSI FINALI DI NOLITTA! Della serie regolare! Non si è dovuto allontanare nella stessa maniera dall'ultima battaglia di Manetola? E in quante altre storie di Nolitta è successo? Il finale qui è totalmente Nolittiano, al punto che mi pare un vero e proprio "omaggio" ai finali di Nolitta: se questi finali alla Nolitta sono diventati estranei alla serie "zagor", direi che è la serie ad essere diventata qualcosa di molto, troppo diverso.
    6 points
  15. Francamente mi sorprende questo gorgo di polemiche su Ombre di morte. Viene rinvenuta una storia inedita di Gian Luigi Bonelli, incompleta ma provvista dei disegni di un grande artista come Tarquinio. La storia non è evidentemente pubblicabile sulla serie regolare. Non solo è incompleta, problema a cui si potrebbe rimediare, come in effetti si rimedierà. Ma i disegni, a quanto scrive chi ha visto il volume, non sono in linea con gli standard del Tex di oggi (valutazione che, ovviamente, non attiene alla qualità del disegno, ma solo alle sue caratteristiche). Ancor più, la storia presenta degli elementi che la rendono eccentrica rispetto alla continuity (blanda, ma esistente) che si è venuta a formare in mezzo secolo di storia del ranger. Che si fa? Si rimette tutto nel cassetto? Che spreco! Si corregge e si completa Bonelli, affidando i disegni dell'intera avventura a un altro disegnatore? Scelta possibile, ma che cancella proprio quello che rende straordinario il ritrovamento. Ecco allora che la Bonelli decide di pubblicare in volume speciale, fuori serie, sceneggiatura originale e tavole (cui viene aggiunto il lettering; scelta legittima, ma così come sarebbe stato legittimo - e forse anche filologicamente più corretto - pubblicare le tavole senza lettering). Il volume si rivolge, evidentemente, non alla generalità dei lettori di Tex, ma a un nucleo di appassionati che non vedono l'ora di studiare - o semplicemente gustarsi - come il grande vecchio sceneggiava le storie del nostro eroe preferito. Tale scelta penalizza gli "ordinari" lettori di Tex? Certo che no, visto che si trova regolarmente in edicola tanto la serie ordinaria, tanto Tex Willer, a cui si aggiungono - in questi mesi - il Cartonato di Civitelli, il Maxi, il Color e perfino un Magazine straordinario. E allora perché tutte queste critiche? Non sarebbe stato piuttosto criticabile l'ipotetica scelta di pubblicare sulla serie ordinaria di una storia monca e datata, o - secondo un'altra possibilità - una storia di GLBonelli platealmente adulterata? Attenzione, allora, che il nostro amore per Tex non diventi un amore tossico.
    6 points
  16. Perdomani, non penso che il peso della tua copia invenduta sia talmente tanto dal pregiudicare l'uscita o meno della serie in edicola. Io mi vergognerei ad avere un atteggiamento simile anzichè andare su un forum per vantarsene pure, anche perchè io nel mio piccolo faccio l'esatto opposto di quello che fai tu, sono da poco Over 30 e ho portato diversi Under 30 miei amici, lettori spesso di soli manga, a scoprire, se non il Tex classico quantomeno la sua versione giovanile e altri personaggi della SBE (Il Dampyr e Dylan in particolare) nonchè ho rifatto appasionare mio padre al suo Zagor che non seguiva più dagli anni 80. Vuoi mettere che bello poter condividere un legame unico attraverso un personaggio che solo la passione ti può dare ? Per me questo non ha e non avrà mai un prezzo. Sulla questione Vendetta mi sa che i casino sono due, o non si ragiona più abbastanza lucidamente (e i motivi possono essere svariati anche extra editoria, la vita è difficile per tutti lo sappiamo) oppure significa non aver capito quello che gli autori vogliono dirci tramite le pagine dei fumetti, Tex in particolare.
    6 points
  17. Se qualcuno si fa condizionare, o limitare nella sua libertà di espressione, dalla presenza di un autore è un problema suo. Nessuna persona intelligente scrive delle cose qui dentro "per offendere un autore", la critica quando espressa in maniera educata e costruttiva è sempre stata libera e tale deve restare verso chiunque, siano essi lettori o autori. Comunque sei molto gentile a permetterci di continuare a fare come abbiamo sempre fatto, grazie!
    5 points
  18. A parte che “lo diceva Sergio Bonelli in un sacco di interviste” è un modo un po’ facile di dire “ho ragione io”, linkami o segnalami qualche intervista, anche cartacea, in cui SB afferma che le sue storie hanno fatto perdere a Tex centinaia di migliaia di lettori. Quella che Nizzi abbia salvato Tex gliela ho sentita dire anch’io, ma va intesa col fatto che lui non aveva ne il tempo ne la voglia di occuparsene e serviva uno in pianta stabile che lo facesse. Questo persona fu trovata in Nizzi, e per lui fu la soluzione a molti problemi. Ma pure affermando questo, non ha mai detto che le sue storie facevano perdere lettori a Tex, tantomeno centinaia di migliaia, tant’è vero che le ha ripubblicate praticamente tutte in volume cartonati. Se sapeva che i lettori non le gradivano perché lo avrebbe fatto? E in ogni caso El Muerto piuttosto che I ribelli del Canada sono storie graditissime dai lettori, lo so per certo perché me lo hanno detto un sacco di lettori di Tex alle mostre mercato e in occasioni varie. Come ho già scritto in un altro topic, il calo di vendite di Tex negli anni 80 va inquadrato nel calo generale del fumetto italiano in quel periodo: I lettori di TUTTI i fumetti italiani ad inizio degli anni ‘80 crollarono. La Corno, che pubblicava i supereroi, la rivista Eureka, Alan Ford e le Sturmtruppen fece fallimento. Il Corriere dei ragazzi chiuse per sempre nello stesso periodo. La Edifumetto chiuse tutti i suoi pocket erotici (che al di là di ogni giudizio di merito erano comunque una palestra formativa per molti grandi disegnatori) e si rilanciò con roba come Il paninaro. L’Intrepido e Il Monello della Universo si trasformarono in una rivista per adolescenti e in una di calcio per poi chiudere definitivamente negli anni novanta. E la Bonelli non se la passava certo meglio visto che tutte le serie che mandò in edicola tra la fine degli anni settanta e la metà degli anni ottanta chiuse per scarse vendite (Judas, Gil, Full, Bella & Bronco, Indiana Jones, TuttoWest…), tranne Martin Mystère, che comunque non si avvicinava minimamente al venduto delle testate della casa editrice del decennio precedente. Gli stessi Zagor e Mister No, oltre a Tex, persero centinaia di migliaia di lettori (Zagor negli anni settanta vendeva qualcosa come 600.000 copie, alla fine degli anni ottanta Sergio Bonelli affermava che entro pochi anni sarebbero stati costretto a chiuderlo), mentre Il piccolo Ranger chiuse i battenti. Quindi in questa situazione generale, in cui l’intero mercato del fumetto italiano entrò in una profonda crisi, dire che Tex perdeva migliaia di copie a causa di Nolitta che scriveva 1 albo su 3 mi pare decisamente fuorviante. Sarà stato l’arrivo dei cartoni animati giapponesi, dei videogiochi o delle videocassette, come soleva ripetere Sergio Bonelli, ma fatto sta che TUTTO il fumetto italiano in quel periodo perdeva copie su copie e gli adolescenti, che ne erano il target di riferimento, non sembravano più interessati ad esso. Poi, alla fine del decennio, arrivò il fenomeno Dylan Dog, che di fatto “salvò” il fumetto italiano. Ma chi è stato adolescente negli anni 80 queste cose le sa benissimo. Negli anni 70 sui banchi scuola si scambiavano i fumetti, negli anni 80 si parlava di cartoni animati e di videogiochi. Io nella mia classe ero l’unico a leggere Tex ed ero pure guardato strano per quello, perché i fumetti venivano già allora visti come una cosa superata e solo con Dylan Dog tornarono di moda tra gli adolescenti. Quindi già in quel periodo, secondo me, si perse una mezza generazione di lettori (nonostante i numeri fossero comunque ovviamente altissimi in proporzione a quelli di adesso).
    5 points
  19. Qui si stanno mischiando pere con mele con ferrari testarossa. E mischiando cose diverse, si fa confusione e si perde il punto. Esaminiamo una cosa per volta. -------------------------------------------------------------- 1) L'uso di didascalie descrittive COME METODO DI SINTESI PER RACCONTARE DI PIÙ IN MENO SPAZIO. Questo è il caso dell'esempio citato da Poe da "Diablero": l'osservazione di Poe secondo cui qui GL Bonelli sarebbe "prolisso" per me manca totalmente il bersaglio, anzi, per me è incomprensibile: questo che vediamo in quelle pagine è un esempio di mirabile SINTESI NARRATIVA. Inviterei Poe a fare semplicemente l'elenco delle cose che vengono narrate in quelle pagine. E poi pensare a quante DECINE DI PAGINE verrebbero impiegate, oggi, per raccontare le stesse cose senza usare didascalie. Ho visto per esempio in uno Zagor recente diverse pagine dedicate a Zagor che taglia i rami da un tronco di un albero per costruire un ponte di fortuna. Vignette su vignette con Zagor che taglia rami spiegando cosa sta facendo. Tutto spiegato nei minimi dettagli per un lettore non solo ritenuto "non capente" ma che pensa sarebbe mandato nel panico da un semplice montaggio della scena, senza fargli vedere per filo e per segno come fa Zagor a creare il ponte di fortuna. Vediamo le tre pagine postate da Poe. Guardate la PRIMISSIMA VIGNETTA. Quella vignetta sarebbe, oggigiorno, minimo 5-6 pagine. Si inizierebbe a far sentire i lupi, per spiegare al lettore che ci sono i lupi. Poi si mostrerebbero avvicinare. L'indiano spiegherebbe con "dialoghi descrittivi" (in cui spiega la situazione all'aria circostante) che ha paura che i lupi mangino il cavallo, per preparare il pubblico impressionabile allo shock della scena di violenza. A pagina due si vedrebbero i lupi. A pagina 3 inizierebbero l'attacco, che verrebbe mostrato nei dettagli per 2-3 pagine. A pagina 5 o 6 ci vedrebbe una vignetta simile a quella pubblicata all'epoca, poi seguirebbero 2-3 pagine di parole esplicative ad alta voce dell'indiano per spiegare come mai è nei guai e cosa teme, e arriviamo a pagina 9. Pagina 10 e 11 mostrerebbero, lentamente, l'arrivo del pipistrello. Probabilmente prima del vedere l'ombra del Diablero passerebbero più pagine, ma in ogni caso NESSUNO SCENEGGIATORE "MODERNO", nemmeno i migliori, liquiderebbe "la notte di terrore" in DUE STRISCE. "mungerebbero" la "scene fica" per almeno 20 pagine! Con versi, terrore, mantenere il fuoco, etc. E perchè non dovrebbero? In quella maniera invece di farsi pagare solo 2 pagine, se ne fanno pagare 30!!! Allungando semplicemente il brodo! (poi capisci come fanno a fare tante pagine senza uno straccio di idea...) Con la tormentata fuga del guerriero verso il campo poi fanno almeno altre 10-20 pagine, e così invece di farsi pagare 2 pagine se ne fanno pagare 40-50! (dico "farsi pagare" per far capire che risparmio sarebbe anche per la casa editrice fare albi più snelli e che si leggono più rapidamente, ma onestamente non credo che la motivazione principale oggi sia l'avidità: credo che sia invece il "panico da disegnatore!", hai 10-15 disegnatori che ti mandano avanti altrettante storie, qualcuno che ha finito le pagine e ti telefona ci sarà praticamente tutti i giorni, se hai una buona idea per il seguito e sta tutta in due pagine quello ti richiama il giorno dopo, se la allunghi fino a 20-30 pagine non lo risenti per almeno un mese...) Idem per la terza pagina con Mitla: una pagina qui è il tempo (anche di lettura) che ci vuole per mantenere il ritmo: non è un caso se certe storie erano (e sono ancora) APPASSIONANTI, mentre troppe pagine attuali, ammiri i disegni, dici "che dialoghi realistici", ma poi... alla fine, sotto sotto, ti sei annoiato e non hai voglia di rileggere. Oggi, quella pagina di Mitla con la lucertola sarebbe ovviamente descritta senza didascalia ("argh! Orrore! una didascalia!" Gli sceneggiatori italiani, evoluti e bravissimi, copiano la TV e le fiction Rai anche nel ritmo lento, vogliono "berardeggiare" mentre in realtà stanno facendo "Gli Occhi del Cuore". Non si abbasserebbero ad usare didascalie come fanno certi autorucoli come... Alan Moore, Frank Miller, Joe Sacco, Zerocalcare, Neil Gaiman, etc! Meglio imitare gli sceneggiatori di Boris!). Quindi, minimo 1-2 pagine per l'arrivo della lucertola, il testo della didascalie a le informazioni contenute sarebbero da mostrare azione per azione in vignette separate, quindi invece di una "antiquata" didascalia... una bella sequenza di 2-3 pagine! Poi capisci come mai oggi in un albo di 110 pagine (330 strisce) accadono meno cose di quelle che accadevano una volta in 80 strisce (26,66 pagine)... OK, ricapitolando... QUESTA È SINTESI! L'uso di didascalie per "tagliare" e dare RITMO alle scene, mostrando le cose in due strisce invece di dover usare 10 pagine. Dando così al lettore TANTE scene, tanta azione, tanto "fumetto", senza farlo annoiare a vedere il protagonista che taglia rami per pagine e pagine. Gli altri temi di cui si parla, lo "spiegazionismo" e i terrificanti "dialoghi esplicativi", sono il primo totalmente indipendente, e il secondo addirittura OPPOSTO: abbandonando il ritmo che poteva essere dato da un uso saggio delle didascalie, arrivi ai terrificanti dialoghi esplicativi attuali, innaturali, prolissi, e pallosissimi. La prova, come sempre, sta semplicemente nell'ASSAGGIARE la zuppa: quelle storie di GL Bonelli, narrate con RITMO e SINTESI grazia all'uso ben studiato delle didascalia, erano ZEPPE DI IDEE anche perchè, occupando poco spazio, ne servivano tante. E NON ANNOIAVANO. La stessa cosa non si può dire dei "brodi allungati" attuali, lentissimi, con "dialoghi esplicativi" pallosissimi, ma "moderni" perchè non usano le aborrite didascalie (che quello è l'importante, non usare didascalie, poi se si annoia il lettore non è importante, anzi, nel fumetto Bonelli "moderno" il lettore si DEVE annoiare mentre lo "istruisci", mica è lì per divertirsi...)
    5 points
  20. Arrivo a commentare la storia in netto ritardo, come da un bel po' mi accade. Di solito in passato mi astenevo dal leggere i commenti degli altri utenti, prima di scrivere il mio, per non esserne influenzato, ma ultimamente ho perso pure questa abitudine. Di carne al fuoco ne è stata messa tanta in queste quattro pagine di discussione e come ovvio, le opinioni non sono tutte uniformi. Certo che passare dal 2 al 9 di valutazione, ti fa capire di quanto sia bella la varietà di giudizio nella vita e guai se così non fosse. Soprattutto mi capita spesso che, leggendo le critiche di coloro a cui gli episodi non piacciono, le trovo pure plausibili e motivate e mi chiedo se realmente è il mio modo di leggere e approcciarmi a Tex a essere inadeguato e superficiale, se a primo impatto il mio giudizio è differente. Ma per quanto motivate possono essere alcune critiche, ciò non toglie che ognuno, a seconda della propria sensibilità, assimila un'opera d'arte in maniera differente e non vi è nulla di scandaloso se alla fredda razionalità di alcuni, si contrapponga la visione più "romantica" e più fallace di chi si tuffa in una trama per sognare ad occhi aperti, trascurando snodi anche un po' forzati, ma funzionali alla narrazione di fantasia. Se non si è già capito, la lunga premessa serve solo a dire che al sottoscritto, la storia è piaciuta e mi ha davvero incollato alle pagine, anche se non è perfetta come giustamente fatto notare da utenti più freddi e razionali di me. Ho da tempo coniato la cosiddetta "Zona Ruju", ovvero un limbo di qualità costante senza eccessivi picchi o capolavori" in cui si attestano quasi il 90% delle prove dell'autore, al netto di un lieve calo di qualche anno fa e alcune composizioni più corpose. Questa che sto commentando, a mio avviso, supera quel confine e la reputo davvero una delle migliori prove di Pasquale sulla testata. Oltretutto è l'ulteriore conferma che lo sceneggiatore sta risalendo la china dopo un periodo di appannamento e ciò è un buon segno per i lettori e per Mauro nei suoi panni di curatore. Magari la storia è stata sceneggiata al rovescio e si avvale di qualche clichè; il tradimento di Big Frank sarà scontato e Boucher incide poco come villain, gli indiani non sembrano essere caratterizzati in maniera encomiabile e il mio amato Carson fa una figuraccia, ma nel complesso non si può non notare che ha un buon ritmo, discreta l'azione e molto funzionali gli snodi e i passaggi di scena. Ma soprattutto è affascinante l'intreccio che si viene a creare fra realtà e visioni oniriche, trovata che permette a Pasquale di far spiccare la figura di Lagarde e la tenera empatia che si crea con la dolce Nadie (ennesima figura femminile interessante nata dalla penna di Ruju) sono il quid in più in una storia, non esente di imperfezioni, ma splendida anche per questo. Se una lettura mi coinvolge e stimola la mia fantasia, accarezzando le giuste corde dell'anima, non mi soffermo troppo sulle presunte illogicità razionali di alcuni passaggi. Sono un lettore che legge "ad occhi chiusi"? Forse sì, ma poco mi importa se questo serve a farmi sognare e questa storia ci è riuscita. Anche l'epilogo è poetico e romantico, con Lagarde che viene riportato alla vita da Tex col bene placido dello spirito della defunta fidanzata, un passo verso un futuro presumibilmente destinato fra le braccia della bella e coraggiosa Nadie. Font è sempre un disegnatore adattissimo per queste tematiche e latitudini, tuttavia si riscontra una certa fretta realizzativa soprattutto nel secondo albo, con alcune vignette tirate un po' via, ma l'effetto ottenuto non è male e la sua prova è soddisfacente. Unico neo, la poca grazia con cui il maestro iberico ha caratterizzato le due donne dell'episodio, soprattutto in alcune vignette la visione della fidanzata defunta è troppo caricaturale e poco accattivante. Una maggiore cura su questo aspetto non sarebbe guastata, ma sugli sfondi e i paesaggi, il lavoro è stato notevole. Il mio voto finale è 9
    5 points
  21. Letto! Per adesso tutto bene, testi e disegni, ma passiamo alle varie note... 1) L'albo racconta la trama del primissimo albo a striscia, cioè questo: e circa metà del secondo (con maggiori modifiche nella trama, salta per esempio la prima lista con un solo nome cancellato) Fa un po' ridere pensare che oggi ci vogliono 62 pagine per raccontare (quasi) quello che GL Bonelli raccontava in 48 strisce (16 pagine), praticamente in quello spazio GL Bonelli di storie ne metteva QUATTROI! Non è (solo) un discorso "quanto era meglio una volta": vedere COME E PERCHÈ si usano più pagine è istruttivo. Si vede come le azioni vengono raccontate più "cinematograficamente", come in un film (quindi bisogna muovere l'inquadratura, dare il tempo agli attori per le battute, inquadrare ogni punto separatamente,mettendoci più tempo) mentre GL Bonelli l'aveva scritta "letterariamente", descrivendo l'azione con una economia di battute che privilegia la sintesi (un libro dove si descrive ogni inquadratura di un film sarebbe una pizza da leggere. E infatti non a caso spesso i fumetti "cinematografici" sono una pizza uguale, gli autori dimenticano che in realtà il lettore LEGGE, non sta vedendo un film con la colonna sonora). L'assalto della Mano Rossa in originale prende 6 strisce (corrispondenti a DUE pagine) dall'inizio all'arrivo di Tex e la loro fuga, mentre adesso ne prende 10 di pagine, per esempio. Ma non è solo l'espansione da "letterario" a "cinematografico" che gonfia le pagine necessarie: c'è anche il bisogno di SPIEGARE OGNI PICCOLA COSA, perchè ovviamente ci sarà sempre "il lettore che non capisce" e si lamenta: quindi il motivo per cui Scott sta portando le paghe su quella pista viene spiegato DUE volte, e non più una sola. In originale Scott usa una sola nuvoletta (questa: ...e non stanno a rispiegare il trucco quando fanno il nome di Bannon Fra l'altro guardate la striscia che ho postato: è quella originale, proveniente dalle anastatiche. Se controllate con le edizioni successive su Tex Gigante, noterete un altra cosa (oltre agli strafalcioni del famigerato letterista dell'epoca ): il riassunto iniziale manca in tutte le ristampe successive (a parte i non censurati, ovvio) Poi, viene spiegato come fa Tex a sapere le varie cose, come fa a parlare con il capitano, etc. Meglio con le spiegazioni o senza? Penso che il giusto stia in mezzo. Al''epoca il ritmo DOVEVA essere indiavolato, per riuscire a dare abbastanza "avventura" ai lettori in 32 strisce, e quando ebbe più pagine a disposizione lo stesso GL Bonelli ridusse quella frenesia. Ma oggi si esagera dall'altro verso, le spiegazioni a volte rendono le storie davvero pesanti da leggere, specie se sono ripetute o superflue (come ne sto parlando qui perchè si può fare la comparazione diretta di una stessa trama raccontata in entrambe le maniere, non perchè Boselli in questa storia allunghi il brodo: tutto sommato le aggiunte che ha fatto ci stanno e non rendono pesante la lettura. Nella serie regolare invece ultimamente spesso ci cade...) 2) Guardate la mappa a pagina uno. Non vi sembra "strana"? Da quando in qua l'Arizona è A SUD del New Mexico? Si sono scordati la geografia alla Bonelli? No, è solo una "finezza storica": nel 1860 era così: Per la spiegazione, https://en.wikipedia.org/wiki/Territory_of_Arizona_(United_States) 3) Per adesso, a parte le spiegazioni e gli allungamenti e qualche modifica per rendere la trama più plausibile (in originale Tex conosce già tutti i componenti della Mano Rossa anche se loro non conoscono lui se non di nome, qui no, non sa che faccia hanno. in originale il messaggio viene gettato in un covo losco dove i membri della Mano Rossa sono tutti riuniti, qui Tex lo fa recapitare al solo Burke, etc.), la modifica principale avviene nell'ufficio del Colonnello: stavolta è Tex ad offrirsi di "catturare" i banditi e portarli dal colonnello. All'epoca invece era stato il colonnello a dirgli di portargli i veri colpevoli... e visto che si dimentica di specificare "vivi", questa è la reazione di Tex: Eh si, il Tex delle origini era un vero "giustiziere", quasi un "punitore" ante litteram, che puntava ad uccidere, non a "consegnare alla giustizia". Ne avevo già parlato diverse volte nel thread delle anastatiche, prima, su "il totem misterioso"... https://texwiller.ch/index.php?/topic/5277-strisce-anastatiche-di-tex/&do=findComment&comment=173390 https://texwiller.ch/index.php?/topic/5277-strisce-anastatiche-di-tex/&do=findComment&comment=173673 https://texwiller.ch/index.php?/topic/5277-strisce-anastatiche-di-tex/&do=findComment&comment=174417 e poi, su "la mano rossa" (questo albo): https://texwiller.ch/index.php?/topic/5277-strisce-anastatiche-di-tex/&do=findComment&comment=174419 ..e successivi: https://texwiller.ch/index.php?/topic/5277-strisce-anastatiche-di-tex/&do=findComment&comment=175199 https://texwiller.ch/index.php?/topic/5277-strisce-anastatiche-di-tex/&do=findComment&comment=175359 https://texwiller.ch/index.php?/topic/5277-strisce-anastatiche-di-tex/&do=findComment&comment=175447 https://texwiller.ch/index.php?/topic/5277-strisce-anastatiche-di-tex/&do=findComment&comment=176035 Guardate come avevano "censurato" la cosa nelle ristampe... Tex Willer ha preso questa strada "buonista", con Tex che cerca di "prenderli vivi": lo temevo ma me l'aspettavo, purtroppo quel Tex che ride pregustando di uccidere ad uno ad uno i membri della Mano Rossa oggi non sarebbe più accettabile dai lettori... (anche perchè pochissimo hanno letto gli originali, quasi tutti hanno letto solo la versione censurata)
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  22. A causa di alcuni lavori in casa, ho dovuto riesumare dai luoghi bui in cui li avevo relegati alcuni Texoni. Ultimati i lavori, li ho ripresi per rimetterli a posto. Il primo della copiosa pila (per la verità, erano due pile) di volumi era L'ultima Frontiera... Leggimi, sembrava dirmi il volumone. Non ripormi nella libreria prima si averlo fatto. Si è scatenata così una lotta interiore: ho talmente tanti libri da leggere, tanti fumetti, che non è davvero possibile che io sprechi il mio tempo a rileggere qualcosa che già conosco e che ricordo. Ma quello non si arrendeva, i disegni superlativi di Parlov mi avvinghiavano, così le atmosfere del Grande Nord... E sia. Ed è un bene che sia stato. Perché ho rivissuto uno dei più bei texoni mai scritti. Jesus Zane, "nato per spandere la morte", il suo odio malato per l'uomo bianco, la tragica storia di sua madre, il suo amore anch'esso insano per la bellissima Sheewa. Una storia drammatica, cupa, senza redenzione. Il male subito dalla madre di Jesus si incarna nell'anima ferita del figlio, un uomo crudele e profondamente infelice, incapace di trovare la pace e per questo condannato al risentimento, all'odio, alla dannazione. Come l'altro Gesu', anche questo è un'incarnazione, solo che la sua non è una concezione immacolata, e allora questo Jesus è l'incarnazione del male, il condensato di tutti i peccati dell'uomo. Una maledizione che genera altro male, altra morte, altro dolore. Anche Jesus è una vittima, vittima della sua storia, del suo vissuto, della crudeltà degli uomini. Ha sempre e solo cercato quell'amore che potesse curare le sue ferite, ma ha trovato solo muri davanti a sé, solo chiusura, e non poteva essere diversamente, dato che la sua anima era stata corrotta sin dall'inizio della sua stessa esistenza. Non c'è salvezza, per Jesus. C'è solo la croce. Anche se alla fine Tex batte Zane, in definitiva questa è una storia con soli vinti. Il ranger arriva troppo tardi, può solo, da par suo, rimandare all'inferno quel diavolo tormentato che era stato Zane. Dandogli, questo sì, la pace. Perché Zane in ultima analisi quella voleva, anche lui. La pace della sua anima. Alla ricerca di quella, le sue inquietudini e i suoi furori lo hanno portato a fare del male anche a chi amava. Perché il suo amore era tossico, mortale. Perche le sue azioni non potevano che essere distruttive, annientanti. Jesus e' il male, ma anche per esso va provata pietà. Lascia solo cenere e, come dice Tex nel finale, tre tombe improvvisate al cospetto del grande fiume che, ignaro dei drammi umani, continua a scorrere placido davanti ai sepolcri di quelle vittime della crudeltà umana.
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  23. Ho sempre pensato che fosse uno schiavo fuggiasco (non necessariamente uno schiavo della famiglia Walcott). Quando John lo incontra lo conosce già, e infatti gli dice di andare a nascondersi negli alloggi della servitù per non farsi vedere da Leslie, che magari lo avrebbe rimbrottato per avergli dato ospitalità. Non è una sagoma, è un emblema. Il paradigma dello schiavo senza diritti, dimesso e spaventato, che grazie a Tex si libera dalle catene. Prima nella scena del saloon, poi con la scelta del suo sacrificio. Può indignarti, a me emoziona. Qui mi sento di accogliere una sola obiezione, che è quella di cui abbiamo più volte discusso con Letizia: quello che lascia Tom a morire non è Tex. A me non guasta la storia perché ho sempre pensato che la situazione fosse disperata e tornare indietro avrebbe significato vanificare il gesto di Tom. Ma capisco e accolgo le obiezioni in questo senso. Tex ha sempre preso il comando, figuriamoci con un ragazzo così dimesso come Tom. Per te lo è e qui non voglio metterci becco. Hai troppa più cultura di me perché io mi senta di ribattere su questo punto. Io non ci avevo capito nulla fino alla fine. Per me non era stratelefonato. Ma io non ho letto tanto quanto te, non ho la tua cultura, se a te sembra stratelefonato avrai le tue ragioni. Con me la storia ha funzionato anche nel suo elemento giallo, che tuttavia è solo un accessorio: il giallo qui è l'ultima cosa, la storia parla di amicizia, di schiavitù, di affetti familiari, di rimorso. Il giallo è solo cornice, non contenuto. Non ne posso più di questo punto. L'ho contestato ogni volta. Ho detto che in una storia a fumetti è convenzione che si incontrino più i cattivi che ti creano problemi che non i buoni che ti accolgono. Magari nel loro peregrinare per il Sud qualche anima pia l'avranno incontrata, ma non era essenziale farla vedere ai fini della trama. Ho citato il soldato sudista amareggiato per la sorte che tocca ai cadaveri dei morti ad Anderville, ho citato i soldati sudisti che aiutano Tom con il cavallo imbirizzarito (lo fanno perché devono sgombrare la strada, ma non trattano male il ragazzo), ho citato Leslie come personaggio positivo. Che vuol dire "alla frutta"? Intendi dire che è una mia invenzione volta a risponderti in questo trhead? Una mia forzatura fatta apposta per poter ribattere? Se è così, puoi andare a leggere (ma vivamente te lo sconsiglio ) il mio articolo sul TWM scritto molti anni fa, prima che il nome di Diablero venisse a tormentare i miei incubi : scrivo esattamente le stesse cose. Leslie è un uomo retto, un idealista, un vero soldato. Nonostante questo suo codice d'onore, in qualche modo vi contravviene per tentare di salvare suo cugino John, al quale comunque è legato e vuole bene. Quindi niente frutta per me, grazie. E' semplicemente il mio modo di vedere le cose, legittimo quanto il tuo. Sul rinnegare Tra due Bandiere sono ancora più stanco del punto sopra. Non risponderò per l'ennesima volta, concedimelo, anche perché è domenica mattina e mia moglie mi chiede di uscire ALT. Qui ti rispondo per le rime. Nell'agosto 2022 sei stato sospeso perché TU avevi perso le staffe, trattandoci come minus habens e sputando veleno in maniera davvero violenta. Quindi ora non fare il santarellino. Stavolta il flame è stato scatenato da quel mio post in cui IO ho perso le staffe e te ne do ragione, ma non rigirare la frittata: alcuni tuoi post sono stati CANCELLATI tanto erano violenti (nei confronti di Nizzi ma la discussione davvero trascese in maniera incontrollata) e per questo non si possono più ritrovare. Non sei tu l'anima pia e noi i beceri che mandiamo in vacca la discussione. Stavolta l'ho fatto io, e chiedo scusa pubblicamente a tutto il forum. Se i moderatori vorranno prendere qualche provvedimento, lo accetterò perché ho perso le staffe. Voglio solo dire una cosa a mia discolpa: stavolta non ho perso le staffe solo per FDA. Ero indispettito già dai toni sulla Tigre Nera, e non per le critiche alla storia in sé, che trovo anche condivisibili, ma per espressioni usate da altri utenti (non da te stavolta) che ho trovato offensive. Poi quegli utenti hanno cercato di rigirare la frittata indignandosi e andandosene, cosa che mi dispiace, ma non hanno colto il mio richiamo a NON UTILIZZARE EPITETI OFFENSIVI. Perché sennò la gente si incacchia e si scatenano i flames. Io ho finito su questa storia. Mi piaci troppo come utente per avere davvero l'intenzione di litigare a piè sospinto con te ogni volta. Su FDA e sul tuo modo di vedere Nizzi non andremo mai d'accordo, ma la cosa brutta è che sei ripetitivo su questo punto e costringi anche gli altri (almeno me) a fare altrettanto. Le obiezioni mie postate oggi qui sono le stesse di due anni fa e di un anno fa. Basta. Me so scucciato. Spero di riuscire non ricascarci più. Nel frattempo, spero di aver fatto capire cosa auspicherei, in termini di toni, atmosfera e offese velate o manifeste. Sono io che mi impegno a non alimentare più questo circo e tendo la mano, oltre che a te, a @PapeSatan che mi piacerebbe ritornasse da queste parti. Buona domenica.
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  24. non c'era nulla da criticare in quellla scena, saranno stati i soliti quattro scassaminchia a cui non va mai bene niente "scassaminchia" = "chi fa attenzione a quello che legge e conosce Tex"... Ecco un prepotente, in un albo di Tex: Chiunque abbia letto anche un solo albo di Tex precedente a quelli scritti da Nolitta, sa cosa aspettarsi adesso: che Tex prenda il prepotente per il bavero e inizi a sbatacchiarlo come un tappeto. Tex ha sempre odiato i prepotenti, e funziona come la "vendetta dei deboli", facendo sentire al prepotente di turno come si sentivano le loro vittime. Ma non questo Tex: Il Tex di Nolitta, nelle sue prime storie, è un odioso prepotente, quindi si unisce naturalmente ai prepotenti. Se questo per te è Tex...
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  25. Buona giornata a tutti, Una recente illustrazione che ho dedicato ai mitici Ranger. "Al galoppo verso l'avventura".
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  26. CONTIENE SPOILER Le prime tavole sembrano proporre la solita storia di una faida tra due famiglie confinanti, a cui poco dopo si aggiunge l'elemento dei ladri di bestiame: due temi classici, che forse non sono estranei alla destinazione di questa sceneggiatura su un Maxi. Pensateci bene: da quant'è che sulla regolare non leggiamo una storia classica, una storia western old style? Forse, tali tematiche sono considerate talmente demodé da non poter più trovare asilo tra le pagine del mensile, e allora ecco che interviene il nostro bel Maxi, per giunta disegnato anche lui da un artista demodé, non fosse che per gli anni sul groppone, ad accogliere a braccia aperte questi "scarti di produzione". Più tardi, al "festival dell'ordinaria amministrazione" si aggiunge anche, del tutto avulsa peraltro dal resto della storia, la scena del regolamento di conti nei confronti di un baro, con l'unico elemento inconsueto nel protagonista di questa che resta tutto sommato una bella parentesi, Kit Willer al posto del già notissimo baro Tex. Il ritorno sui binari principali di questa avventura è cupo, con la morte del giovane figlio di Alan Foster: un uomo, quest'ultimo, tutto d'un pezzo, un duro e anche uno dei due contendenti della faida, quello tuttavia destinato a giocare la parte del "buono" agli occhi del lettore: la morte di suo figlio colpisce quindi, sia per le modalità con cui avviene che per le successive scene originate da questa giovane vita spezzata: la madre distrutta dal dolore e i sensi di colpa del cowboy Dixon, uno degli uomini di Templeton. Più volte Ruju indugerà sui rimorsi di quest'uomo, rimorsi che avranno un risvolto concreto nel finale. Nel frattempo Templeton, l'altro contendente, esce allo scoperto assoldando la posse di Cougar, protagonista di una bella parte in occasione dell'uccisione del ladro di bestiame Corrigan: sorridente, gioca al gatto col topo in maniera spietata e poi si fregia con Tex di stare dalla parte della legge. A proposito di legge, altrettanto riuscita è la scena della deposizione dello sceriffo McKay, anch'essa ordita dall'anima nera Templeton. E sempre a Templeton è legata un'altra bella sequenza, quella in cui Carson (che bello vederlo agire una volta tanto senza Tex!) va a parlargli in tutta franchezza di quello che potrebbe accadere se il ranchero si mettesse contro i pards. Il gran finale, in cui i vari nodi di questa avventura si sciolgono, l'ho trovato sbrigativo e un po' confusionario, non all'altezza del resto della storia. Non tale tuttavia da compromettere la riuscita di quest'albo, che con le sue tante belle sequenze e il suo ritmo frenetico si aggiunge ad una ormai nutrita schiera di bei Maxi scritti da @PRuju, che qui cito appositamente per fargli pervenire i miei più sentiti complimenti per l'ennesima bella prova su questa pubblicazione. Già, il negletto Maxi. Disegnato spesso da Diso e Cossu. Eppure i loro Maxi, grazie soprattutto alla penna di Ruju (ma anche Nizzi e Manfredi non se la sono cavata male), sono stati tra le cose più belle lette negli ultimi anni, e credo di non esagerare se dico che mi sono piaciute moltissimo storie come Il Ponte della Battaglia, Caccia a Tiger Jack, Dopo la Tempesta, Il Boss di Chicago. Storie ordinarie, d'accordo, ma scritte bene, texiane, senza fronzoli o grandi velleità ma comunque oneste, robuste, solide, appassionanti. Le storie vanno lette per essere giudicate. Certo, la pregiudiziale sui disegni la capisco. Ma a parte il fatto che anch'essi mi sono parsi tutto sommato adeguati, a mio parere resta apprezzabile una casa editrice che non lascia a terra nessuno, che trova sempre un posticino per coloro che meritano riconoscenza per quanto fatto in passato, che hanno contribuito anch'essi, nel loro piccolo, a mandare avanti la baracca di questo piccolo miracolo italiano. E se il maestro Diso, con tutta la sua veneranda età, non vuole saperne di andare in pensione, e trova ancora autori disposti a scrivergli belle storie e curatori a pubblicargliele, ebbene sappia che trova anche lettori pronti a sciropparsi quei gloriosi e stanchi segni, con affetto e - storia permettendo - gusto.
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  27. Noi leggevamo Tex non per 10 minuti di svago, ma per giorni e giorni. Ancora oggi vedendo le vignette di quella storia, e c'è ne sono tante così, mi commuovo. Avrò avuto 10 anni e trovo gli albi in edicola. Erano ristampe, e li divoro. Non sapevo neanche il perché, eppure era chiaro che era un racconto importante. Lo si capiva dalle emozioni provate. La morte di Lilyth, l'addio triste dato a Tex poeticamente dalla moglie tra le nuvole. E la violentissima e inesorabile vendetta. La volevi proprio così, vedevi massacrare Higgins ed eri tutto dalla parte dii Aquila della Notte. Non sapevo nemmeno qual era il motivo di tanta empatia, poi scoprirai che era dovuto al disprezzo verso il male assoluto. La morte di innocenti. Il calcolo di Brennan e Teller contemplava una strage immane per colpire un uomo. Quest'avventura racchiude molto del Tex-pensiero. Nega la necessità di umanizzarlo, perché si legge tutta l'umanità del personaggio. Persino la borraccia e la pistola, richiamati ora per giustificare questa celebrazione (sic.!), lasciati al butterato lo dimostrano. Generazioni di texiani con il giuramento hanno capito perché una moglie sposata per necessità è rimasta l'unica donna di Aquila della Notte. E senza che GLB si dilungasse in moine e Galep mostrasse tette e culo. Una gran parte del mondo di Tex si regge su questa storia. Pensate solo a Tiger che ha un ruolo fondamentale, pur lasciando spazio all'amico implacabile. Mi sto però allontanando dal problema. Là c'era "poesia", qui è tutto calcolo. Un po' come Nizzi che portando al ristorante Carson credeva di soddisfare tutti, qui si prende un classico, che farà contenti gli integralisti come me e lo si ribalta per raccontare la storia di un piedipiatti al servizio di pinkerton. Lui e tutti gli altri sono protagonisti, meno Tex e I pards i quali, in fin della fiera, si occupano della manovalanza o poco più. A prescindere dal casus belli, qui manca l'emozione. Di fronte a un crimine efferato invece di scatenare la sua giusta punizione (nel giuramento appena tornato al villaggio ORDINA L'ASSASSINIO DI TUCKER!) I pards cazzeggiano ascoltando interessanti, per i nuovi lettori, notizie sul sistema ferroviario statunitense (questo è tipico dello sceneggiatore che trasforma Tex in un'enciclopedia ambulante) e scherzano, nizzianamente, sul russare di Carson. Davanti al nome Higgins e all'ennesima strage!!! Non basta. Si parla dell'assistente di Parker, della colazione, dell'incontro visto in TV, ecc. Come fa a coinvolgere una roba del genere? Non bastasse il tirapiedi di turno in pratica dirige le danze. Quelle poche volte in cui Tex può decidere (fermare colui che porta notizie agli avversari) lascia fare. Non lo prende e gli smantella la dentiera, meglio lasciargli avvisare i compagni così avremo una bella sparatoria da raccontare. Infatti all'autore era questi che interessava. Mostrare un bello scontro a fuoco, come prevede il manuale dello scrittore di Tex, pagina 25. Con questo anche il critico più accanito è sistemato. Fatti felici tutti è arrivato il momento di scrivere ciò che davvero interessa. Tre cose. 1) la scena madre con protagonista il fantasma di Lilyth. Non importa se a fare la figura del fantasma e Tex, il quale per la SECONDA VOLTA non è la causa della morte dell'assassino della moglie. Perché è giusto che il protagonista non sappia neanche cosa è successo. Però c'è un fighissimo tornado, la possibilità per Villa di disegnare degli spettri e una Lilyth che Higgins non aveva forse neanche veduto e se Tex fa la figura del fesso di nuovo, pazienza. 2) La scena del salvataggio di Parker. Per giustificare cappuccino e brioches serviti sul treno, finalmente sappiamo quanto è tosto il ragazzo. Peccato che di lui ai texiani integralisti non freghi una mazza. Risalta il fatto che Tex e soci sono non pervenuti. Allora perché? Perché nello stile dello scrittore dopo aver adempiuto al dovere,, passare ai suoi personaggi. Così domani sul forum qualcuno dirà: "Tosto, perché non lo fai ritornare". In effetti è più efficiente del titolare della testata... 3) Il finale a super effetto. Mentre Tex si disinteressa del mandante (è un passo avanti, prima solo degli esecutori), tutta la scena è per lo sbirro "nativo". Invece che con un colpo alla testa, sistema rapido e pulito, una lenta agonia al principio "occhio per occhio". Io credo che quando è stato scritto lo sceneggiatore abbia pensato sinceramente: "Qui scrosciano gli applausi". Una fine così non si è mai vista! Poco importa imho che non stia in piedi neanche con i puntelli, tanto solo quei due vecchi rompiballe potrebbero non gradire, gli altri apprezzeranno la modernità. Tex come sempre da un'altra parte è una critica ridicola. E soprattutto solo così potevano incrementare i personaggi ricorrenti da inserire in continuity. Vuoi che non mi chiedano di farli vedere tutte le volte che Tex andrà a Washington? Se ci fosse stata la rivolta c'era speranza. Invece Facebook ha decretato il successo e quindi avanti con variant, cartonati, ecc. Quindi dobbiamo rassegnarci. Il nostro mondo è finito. Largo al Tex 4.0.
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  28. Si chiamano più correttamente "lettori a cui frega qualcosa del personaggio. Se per te sono 110 paginette per passare il tempo in cui un tizio fa pum pum e l'altro fa ahhh e ti basta perchè devi solo passare dieci minuti al gabinetto, buon per te, farai molta meno fatica a trovare quello che cerchi, da quello che dici la conseguenza ovvia è che per te Tex potrebbe anche chiudere, tanto un western vale l'altro, "Ernesto Sparalesto" o Tex fa lo stesso.. Però venire in un forum di APPASSIONATI di Tex a dire "macchissenefrega di chi è Tex, chissenefrega delle vecchie storie" per me è semplicemente una trollata. E la parte che ho quotato è semplicemente un insulto agli appassionati di Tex. È semplicemente una frase tipo "ma davvero ci sono tanti bimbominkia abbagliati da qualunque cazzata e incapaci di capire quello che leggono?", rovesciata. Se è offensiva una è offensiva l'altra. Solo che c'è l'idea che chi insulta il passato è nel giusto perchè "il passato è peggio, oggi è tutto bellissimo, lo dice la TV", e chi difende il passato deve essere nel torto a prescindere... Si chiama "capire quello che leggi" e "chiedere coerenza nelle storie" La solita paraculata che si sente da inizio thread: "questa è una storia a sé stante! Assolutamente a se stante! Va valutata a sé senza pensare a nessuna altra storia! È solo una singolare coincidenza che sia una storia di Tex che parli del Giuramento, non l'hanno fatto per SPECULARE SUL RICORDO di quella storia, volevano fare una storia di Ernesto Sparalesto e gli è scappato Tex che fa una retcon del giuramento solo per caso, senza volere" Va bene il fanboy-ismo fanatico, ma un minimo di onestà intellettuale quando si discute ci vorrebbe... Dai, è una trollata, non puoi essere serio... E allora TIENTELA! Non venire a cercare di zittire e insultare gli appassionati di Tex! Se DAVVERO tu fossi sicuro dei tuoi gusti e del fatto che la storia è bella, NON NEGHERESTI L'EVIDENZA. No, questo comportamento, il voler zittire le critiche, è di chi vuole tapparsi le orecchie gridando "no, non ditemi niente, mi è piaciuta, se poi mi fate ragionare e capire che è una ciofeca poi mi cala l'autostima! State tutti zitti, io non posso cambiare idea!!!" P.S.: Allora ne hai letti davvero pochi. Quella sequenza è tanto assurda e ridicola da essere imbarazzante. Se non rappresentasse uno sputo in faccia a GL Bonelli e al "giuramento" sarebbe tanto divertente, nel suo essere ridicola, da poter dare materiale per battute e meme per anni Da qui la tua rabbia, il tuo odio, il tuo astio: non puoi controbattere e non puoi cambiare idea, o il tuo fragile ego crollerebbe: quindi reagisci insultando.
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  29. Da qualunque lato la si guardi, mi pare una storia proprio sbagliata. Sotto l’aspetto 'concettuale' non può ovviamente non sollevare inquietanti interrogativi - per quale malintesa idea di 'omaggio' andare a mettere le mani su una delle avventure più mitiche di Tex per rivelare che questi aveva fallito nella sua tremenda vendetta lasciando vivo e libero di fare danni uno degli assassini della moglie? (avrei ancora potuto capire fosse stato quello a cui aveva lasciato la borraccia d’acqua, ma l’altro?) - mentre dal lato sostanziale risulta verbosa e ridondante, con uno sviluppo piatto e insapore e un pathos praticamente inesistente, tanto più se confrontato con quello de Il giuramento. Questo secondo aspetto per me è di gran lunga il peggiore perché se la storia fosse stata memorabile sarei passato sopra al primo punto, ma purtroppo non è questo il caso. Tra le altre cose i dialoghi tra i 2 Kit fanno venire il latte alle ginocchia (sarebbe da capire quando di preciso sia stata ufficializzata la rappresentazione di Carson come vecchia comare che pensa solo a mangiare e dormire) mentre alcuni passaggi di Tex (“Con lui non avrei commesso due volte lo stesso errore”) fanno venire i brividi. In generale, mi pare che ultimamente ci sia un abuso di ritorni, recuperi, riapparizioni e resurrezioni di personaggi delle storie classiche, spesso loro malgrado protagonisti di avventure fiacche e decisamente poco riuscite (Lupe, Tesah, Manuela Montoya…). Personalmente auspico una ripresa di avventure più prettamente western (magari con solo Tex e Carson, che per me rimane la combinazione più efficace). I disegni di Villa mi sembrano siano stati penalizzati non poco dalla colorazione troppo pesante (a meno che non sia un difetto del mio albo) e mi piacerebbe recuperarli nell'edizione in b/n (cosa che, vista la levatura della storia, non ho la minima intenzione di fare).
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  30. Però siamo più o meno tutti degli adulti e ricordiamoci che scriviamo da un supporto come la tastiera e che, a volte, è difficile moderarsi nei toni e magari eccedere in frasi o parole che non vogliono essere offensive ma possono risultarlo per la sensibilità degli altri utenti. Ecco, appellandomi ai tanti anni di presenza sui forum e agli anni che abbiamo speso da moderatori, io, Diablero, Mister P, Paco Ordonez ecc, moderare gli altri è sempre difficile, tanto da indurci spesso in errori grossolani e certamente non voluti in malafede. Se è vero che Diablero si lascia scappare qualche parola di troppo, invito tutti però a guardare anche solo ai suoi ultimi post, la cui elaborazione non è ne facile ne veloce, frutto di passione e anche quando la si pensa diversamente, arricchimento certo per il forum e per tutti noi. E che un forum, per essere vivace, ha bisogno di nutrirsi di scambi di questo tipo, a volte anche sopra le righe, e questi messaggi ci stanno perché spesso la verità delle cose sta proprio nel mezzo, e per avere questi diversi approcci critici a una storia io sono disposto a spendere parte del mio tempo su questo forum (perché immagino che tutti noi abbiamo anche altro da fare). Per cui da vecchio moderatore in pensione il mio consiglio è di evitare di fare crociate contro altri utenti, che non siano evidentemente troll provocatori, e di cercare di essere più tolleranti su certe sbavature, perché fa parte del gioco, e ognuno pensa e scrive, in fondo, come sa scrivere e pensare e di questo non possiamo fare un torto. Quando si fanno accuse di malafede all'amministrazione io vedo il ripetersi di un ritornello instancabile di cui ho patito anche io le stonature, per esempio quando decisi di uscire dall'amministrazione di questo forum dopo il secondo ritorno di Wasted Years, che animato chissà da quali propositi, mi chiedeva la testa di Borden.
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  31. Scusate, sono ormai molti anni che sono iscritto a questo forum (direi un utente storico,ma vabbè ) ma la moderazione è diventata ridicola . Si permette ormai a Diablero di fare di tutto: insultare autori e utenti, diffamare la Bonelli inventando balle su presunte censure, alzare i toni ain quasi ogni post, il tutto impunemente. Poi però, da bravi cerchiobottisti, si richiama chi si limita a rispondere all'intoccabile Diablero, come è successo a me. Fateci capire se questo è diventato il forum di un cafone intoccabile, così da decidere se farci ancora parte o meno. Grazie
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  32. Higgins è morto nel 2023 per una scelta opinabile di un autore su cui si sta legittimamente, e non sterilmente, polemizzando. Perché la palla non è di Boselli che decide e se la porta a casa. La palla (Tex) è di tutti coloro che lo leggono, e poiché questi non possono fare altro che dibattere, in luoghi tematici come questo, nati apposta, beh dibattono, argomentano, protestano. Se Higgins è morto nel 2023 non si capisce perché la lancia si sia spezzata. Se Higgins non conta niente non si capisce perché lo si faccia tornare, e si faccia intervenire addirittura Lylith. Queste non sono solo polemiche, sono argomentazioni, opinabili come tutto quello che riguarda ciò di cui parliamo qui. Darsi del nerd a vicenda non ha senso, perché tutti noi che perdiamo tempo qui a dibattere ferocemente su un personaggio dei fumetti siamo tutti un po' nerd. Mi sembra che sia stato Boselli a tirare in ballo per primo questo termine per difendere la sua scelta. E mi sembra inutile prendersela e ribattere a "specchio riflesso". Basta darsi dei nerd a vicenda, nessuno di noi ne esce bene su questo piano E mi sembra francamente assurdo anche chiudere come fai tu: Higgins è morto nel 2023. È come dire La palla mia e decido io (boselli, in questo caso). Allora facciamo prima a chiudere il forum, se vogliamo chiudere le "sterili polemiche" con queste repliche, no?
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  33. Non ho ancora letto la storia ed è molto probabile che come “storia a sè” la commenterò positivamente (Villa! ), ma qui voglio dire la mia riguardo al "flame" che impazza da diversi giorni, ovviamente senza nessuna intenzione di far cambiare idea a qualcuno. Chi legge i miei post sa che non sono un “conservatore” o un seguace del culto di GLB e che in passato ho smesso di leggere Tex per oltre 30 anni, ma giusto per non essere accusato di essere anti-boselliano la mia opinione su Boselli, oltre che in molti threads delle sue storie, la trovate qui: https://texwiller.ch/index.php?/topic/5528-le-storie-di-mauro-boselli-meglio-di-quelle-di-glb/&do=findComment&comment=196340 Dunque, più leggo i commenti più mi convinco che il vero ragionamento da nerd sia quello di andare a ripescare un “personaggio minore” (la definizione non è mia, io non la condivido) che per tutti i lettori di Tex (tranne Frediani ) era morto e sepolto nel deserto dopo una giusta agonia e che era parte integrante di un finale unanimemente considerato iconico e marchiato a fuoco nella mitologia texiana (una storia, come ho già scritto, ristampata in cartonato esattamente 12 mesi fa) aggrappandosi al pretesto che “GLB non ci ha fatto vedere il cadavere, se non voleva che tornasse doveva farlo ammazzare da Tex”. Questa è l’epitome del comportamento nerd, quello di chi pensa di dimostrarsi più furbo o intelligente degli altri trovando il “cheat” di un videogioco per vincere le partite online contro i suoi amici. Boselli non ha bisogno di difensori, ha spiegato chiaramente le sue motivazioni, che in sostanza sono “In quanto curatore del personaggio, oltre che sceneggiatore, faccio quello che ritengo meglio per la mia azienda”, motivazioni che sono assolutamente legittime. In compenso quelli che si stanno arrampicando sugli specchi per trovargli (a Boselli) giustificazioni che vanno ben oltre la normale sospensione dell’incredulità, giustificazioni di cui lui NON ha bisogno (perché ha tutto il diritto di fare quello che vuole, essendo il curatore) si stanno invece dimostrando più realisti del re. Higgins è morto nel "Giuramento", potete negare l’assurdità del suo ritorno quanto vi pare, e se non avete capito quel finale, il suo significato simbolico, il suo struggente romanticismo, la poesia e l’arte che c’era nella soluzione che “non mostrava”, non posso che dispiacermi per voi. Trovo molto più onesto scrivere “chissenefrega del giuramento” che costruire arcane spiegazioni, quelle sì da veri nerd, a supporto del famigerato ritorno (peraltro smontate punto per punto da forumisti molto più preparati di me). Nessuno cambierà mai idea, ed è rispettabilissimo non dare importanza a "Il giuramento" e valutare la storia solo per il suo svolgimento, ma non tentate di spiegarci "come" Higgins possa essere ancora vivo, perchè Higgins è morto, lo sanno tutti i lettori di Tex (tranne Frediani ) dal giugno del 1969. Scusa @Leo se ti rubo qualche riga... Per chiudere, visto che siamo in tema, ecco i miei “giuramenti”: 1. Non acquisterò mai più un albo in cui appaia il nome di Frediani come soggettista o sceneggiatore 2. Non acquisterò, io che compro tutto doppio e amo il B/N (e Villa), il volume cartonato de “La cavalcata” che uscirà il mese prossimo (qualcuno la riterrà una soluzione tafazziana, ma l’unico modo concreto che ho per manifestare il mio dissenso è quello economico, quindi stavolta le 20 carte me le tengo in tasca, e magari le uso per comprare il brossurato di “Quartiere cinese” che sta per uscire…).
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  34. Prometto che questo sarà il mio ultimo intervento su questo topic, ho cercato di esprimere come meglio potevo le mie grosse perplessità su questa storia e non mi sembra il caso di tornare sempre sulle stesse cose, è noioso per chi legge e per chi scrive (il sottoscritto). Cercherò di spiegare ancora una volta l'ENORME errore insito nel ritorno di Higgins. Premessa fondamentale...Il giuramento è una delle storie più importanti della saga Texiana (un pilastro iconico forse ineguagliato in 75 anni di storia), in questa avventura Tex si vendica delle persone che hanno causato la morte della sua amata Lilyth e di centinaia di navajos, Tex fa un giuramento sulla tomba della moglie e appunto giura di vendicarla uccidento TUTTI i responsabili, nell'avventura in questione Tex mette in atto i suoi piani e uccide tutti, anche se per Brennan deve aspettare diversi anni. La vendetta alla fine si compie, la lancia si spezza. FINE. Il problema del ritorno di Higgins non sta nel capire se da un punto di vista logico e credibile questo personaggio poteva salvarsi, dopo il violento pestaggio, senza acqua e abbandonato nel deserto, siamo in un racconto di avventura, nei limiti della sospensione di incredulità TUTTO è possibile, per cui a me interessa ZERO di indagare il come Higgins si sia salvato e se questo sia accettabile o meno in un ottica realistica della storia, veramente non me ne frega NULLA. Perchè il punto non è questo. Il punto è che se Tex non ha ucciso Higgins non ha mantenuto fede al suo giuramento. E' qui che si apre la voragine (enorme, gigantesca, senza fondo), è qui che Boselli e Frediani, spero inconsciamente, vanno a picconare il capolavoro di GL Bonelli privandolo del suo significato, della sua essenza, della sua magia, della sua dirompente carica emozionale. Se Higgins e Sherman non muoiono nel deserto Tex ha fallito la sua più importante missione (e non c'è ne sarà un altra a meno che uno dei pards non venga ucciso), è la più grande e umiliante sconfitta di questo personaggio. E GL Bonelli non ha scritto la più epica e iconica avventura del ranger del Texas ma una commedia degli equivoci di bassa lega, con protagonista un quaquaraquà qualunque. E per me questo non è accetabile, perdonatemi ma proprio non ci riesco...preferisco credere che La cavalcata del destino racconti qualcosa che esiste solo in un universo alternativo, una terra 2 dove Higgins e Sherman per miracolo si salvano e vivono la loro ultima avventura, una cosa in pieno stile Marvel del tipo " E se Higgins e Sherman...?" Ecco, una roba del genere, la Marvel con racconti del genere ha esplorato una moltitudine di possibilità narrative e a volte ne sono uscite delle storie bellissime, i famosi What if...? (e se...?) La cavalcata del destino poteva essere un interessante What if...? Anzi, per me lo è stato proprio.
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  35. Anche per mè comunque questa storia è tutto fuor che un omaggio alla storia di Glb.😑
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  36. E' inutile andare a trovare errori e refusi nella storia di GLB per giustificare le evidentissime forzature di questa di Boselli. Non voglio usare i toni carichi di Diablero ma questo ripescaggio semplicemente non andava fatto, è sbagliato, slabrato, forzato, e mette malamente in discussione cose indiscutibili. La domanda che sorge spontanea è: perchè invece di cercare nel passato di Tex improbabili nemici morti da far tornare in maniera ancora più improbabile e raffazzonata non si mette cotanto impegno per crearne di nuovi e possibilmente memorabili? In questo caso era tanto difficile mettere i Pards sulla pista di altri butterati spargivaiolo che risvegliavano nel nostro ranger l'antica furia per la terribile morte di Lilyth? Si potevano inserire nuovi spietati caratteri, nuove situazioni, anche utilizzare la vicenda per dei flashback a effetto, insomma fare una storia sul passato di Tex senza andare a toccare e rimaneggiare per l'ennesima volta il passato di Tex. Voglio quindi essere positivo e dopo questo mezzo disastro auspico un Boselli che metta finalmente in soffita la smania di queste riscritture epocali e maldestre e si concentri nel regalarci storie nuove e avvincenti, in cui il vissuto di Tex sia evocato e citato ma finalmente cristalizzato almeno nei suoi aspetti fondamentali. Veramente strepitosi però i disegni di Villa comunque
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  37. Ho finito ora di leggere la storia e mi è rimasto l'amao in bocca. Non per la storia in se. Secondo me una storia che riprende una vicenda passata deve avere un primo e fondamentale obiettivo, non modificare l'originale. Per me questa nuova storia ha neutralizzato l'implacabile. Ma come: della furia vendicativa di Tex in uno degli albi più iconici della serie cosa rimane. Brennan riesce a fuggire e questo si sa. Ma Sherman riesce quasi a salvarsi (e questo ci può anche stare) e Higgins non solo si salva, ma ricomincia con i suoi loschi traffici. Io lo vedo come una sorta di tradimento nei confronti di G.L. Bonelli.
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  38. Uno studio di Tex a figura intera da poco completato. Buona giornata e buona estate a tutti.
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  39. @Diableroadesso basta. Non ha più importanza chi ha ragione o chi ha torto, è ora di finirla.
    5 points
  40. Mi ero perso questa famosa "fake new" nella risposta, la correggo giusto perchè davvero, sono come la gramigna, non muoiono mai (mentre i fatti veri vengono dimenticati subito) Anche se è confortevole immaginarsi "gli altri lettori" bigotti che tempestano di proteste la redazione e Sergio Bonelli "costretto a piegarsi", (e per questo queste "fake news" proliferano, sono una maniera per sentirsi superiori agli altri) non è così. L'ha confermato Boselli in questo stesso thread, ma anche all'epoca la cosa era abbastanza nota: non ci furono ondate di proteste dai lettori, fu Sergio Bonelli a mettere il veto su Medda. E per me, aziendalmente, ha fatto bene. NON per lo specifico punto ("niente bordelli") ma perchè dopo la prima volta che aveva messo prostitute nella sua prima storia, gli era stato detto (dal suo datore di lavoro, Sergio Bonelli) di non farlo più. E lui l'ha rifatto. Quando hai un dipendente che fa così, capisci che (1) o è uno zuccone che non capisce quello che gli dici, o (2) è convinto di saperne più di te e che può fregarsene delle cose che dici. E tu uno così lo tieni sulla testata principale della casa editrice? Ma mandalo a fare Caravan, così vediamo quante copie vende con sei sue "idee innovative"...
    4 points
  41. Ormai è assodato che sulla regolare a Borden tocchino le storie più ambiziose o particolari. Fatto salva la maratona narrativa sui Netadahe dal sapore più classico, in rapida sequenza sono state sfornate la splendida storia sull’Erebus, l’atteso ritorno di Mefisto, che ha catalizzato sette mesi di pubblicazioni e l’esotico ritorno della Tigre Nera, personaggio di Nizzi ma molto amato dai lettori. Anche stavolta l’impegno narrativo è un particolare sequel, che riprende una delle ultime storie bonelliane con un soggetto che dire che "fa l’occhiolino alla fantascienza", è quasi riduttivo. Non ho mai nascosto il fatto di non aver mai molto apprezzato “Il mondo perduto” e nella recensione apposita cercavo di spiegarne i motivi, così come trovo la fantascienza su Tex alquanto indigesta. La brillante storia della “Valle della Luna” che Bonelli propose ai lettori molti decenni fa, rappresenta a mio avviso una piacevole eccezione, soprattutto per come l’autore la imbastì, lasciando un grosso velo di mistero che arricchiva l’atmosfera e faceva stridere meno il concetto. Tex e Carson capiscono di trovarsi di fronte un avversario strano e pericoloso, ma non hanno mai la perfetta percezione di chi possa rappresentare, a dispetto del lettore che lo capisce durante il proseguo della storia, ma così funziona: i lettori fanno un patto con l’autore accettando quella tanto nominata sospensione dell’incredulità, mentre i personaggi che animano le tavole sono sempre gli ultimi a sapere le cose, parafrasando una frase del comico Aldo Baglio in uno dei suoi film . Ma l’eccezione è valida quando rimane un unicum, se no tutto decade. Per la valutazione stavolta dovrò scindere il valore della sceneggiatura dalla texianità del soggetto. Un po’ come fatto con la maggior parte delle storie di Nolitta, finirò per assegnare un sei politico e spiego il perché. La sceneggiatura, a mio avviso, è valida. Mauro prepara con calma il terreno nei primi due albi per dare una giusta svolta nell’albo finale. La sessione d’epilogo è molto avvincente e col giusto ritmo; anche i dialoghi sono più agili del solito e il terzo albo si legge d’un fiato con l’adrenalina che scorre a fiumi. Qualche passaggio più labile c’è, vedi la presenza della sopravvissuta “fantasma” nell’antro della montagna e il quasi innocuo effetto della paurosa valanga, con Tex che riesce a scalare la parete di ghiaccio “duro come il marmo” col coltellino da stivale. Ma sono piccole scorciatoie che non inficiano eccessivamente l’esito complessivo. Se fosse stata una semplice storia di fantascienza non avrei avuto nulla da eccepire, ma trattandosi di Tex, non digerisco tanto alieni volanti, il nostro che usa l’arma a raggi manco fosse Martin Mystere, lo scienziato che vola tra le stelle e tutto il contorno. O meglio: se avessi letto da ragazzo l’episodio, molto probabilmente ne sarei rimasto entusiasta visto le emozioni che comunque mi ha donato, ma l’eccessiva commistione di generi oggi la gradisco poco. Spero di rivedere presto sulla regolare Borden alle prese con storie prettamente western e cazzute come “La mano del morto” (non a caso scelta come ristampa per la collana “Le grandi storie”). Ma questa è una considerazione puramente soggettiva. Sotto l’aspetto grafico, Bocci promosso senza eccessive riserve. Tavole molto curate, dei tratteggi splendidi, così come sono splendidi i suoi sfondi naturali. Personalmente sono rimasto estasiato dai suoi paesaggi innevati e dai contrasti che rendono esemplari le tavole. Si può migliorare un tantino sulle fisionomie dei nostri e la leggibilità di alcune vignette, dove l’eccessiva dovizia di particolari rappresenta un peso per l’occhio del lettore. Se l’artista sintetizza un po’ le scene dinamiche, rendendole più snelle e immediate all’occhio, raggiunge un livello eccelso. Grande acquisto comunque per la collana. Il mio voto finale è 6
    4 points
  42. Quoto. la definizione stesse di "fumetto D'autore" vorrebbe dire che si tratta di opere "autoriali" in cui l'autore è insostituibile, mentre nel "fumetto popolare" ci sarebbero anonima manovalanza che si può sostituire senza che nessuno se ne accorga. Ora, in base a questa definizione... trovatemi un fumetto più "d'autore" di Tex, in cui nessuno è mai riuscito a sostituire davvero GL Bonelli e i suoi fumetti si riconoscono subito dagli altri! Era una posizione appunto "SNOB" di gente che i fumetti che considerava "popolari" NON LI AVEVA MAI LETTI. E attenzione... NON ERA la posizione di Umberto Eco, Vittorini, e gli altri critici che "nobilitarono" il fumetto negli anni 60! Vedo spesso attaccare questa nobilitazione assieme al "fumetto d'autore" come se fossero la stessa cosa: NO, quella divisione era una REAZIONE della cultura italiana chiusa e conservatrice CONTRO le tesi di Eco! In "Apocalittici e Integrati" Eco deride la visione "apocalittica" di chi rifiuta la cultura di massa e la versione "integrata" per cui è tutto la stessa cosa, e sostiene che TUTTO è degno di analisi critica, da Mike Bongiorno ai Peanuts. Più in generale, lui e altri critici sostenevano che i fumetti avessero la dignità di qualunque altra opera, avessero SEMPRE contenuti che si potevano analizzare, e che si poteva farne un analisi critica. La reazione di una certa sotto-cultura ignorante e snob italiana, di fronte all'arrivo di fumetti come Corto Maltese, La Rivolta dei Racchi, etc e a queste posizoni critiche? "Certo, ALCUNI fumetti, MA NON I FUMETTI "NORMALI", SOLO QUELLI "D'AUTORE". Che era il contrario di quello che aveva scritto Eco... Il problema è che la moneta cattiva scaccia quella buona. Le cazzate che consentono a qualcuno di sentirsi superiore viaggiano e si diffondono, leggere invece "è fatica". E per molti autori l'essere "fumetto d'autore" era un modo per "vendersi", mentre invece appunto il fumetto "popolare" ha abbracciato la propria "popolarità" come metodo per sottrarsi a qualunque critica. "Non è scritto con i piedi, è fumetto popolare, cosa pretendete?" Come Dylan Dog? Come la Storia del West? Come Alan Ford? Alcune risposte, come, scusa, la tua, fanno trasparire ancora questa idea che esistano "due fumetti diversi": stai ancora sostendendo che esisterebbe un fumetto "popolare" che sarebbe "buono" contro un fumetto "troppo ambizioso" che sarebbe d'autore, mentre il fumetto dovrebbe essere "mero intrattenimento"... Ma non è così! OVVIAMENTE ED EVIDENTEMENTE non era così! Il Tex di GL Bonelli non esprime una visione del mondo e un etica esattamente come qualunque altro fumetto? Quella che "va bene sono diversi ma il popolare è meglio" è ESATTAMENTE una delle due posizioni "opportuniste" tenute dagli editori che hanno fatto proliferare quela divisione strampalata. Il Paperino di Barks era di un pessimismo COSMICO sul futuro del mondo e sulla modernità. Sulla critica alla "società moderna" ha fatto decine di storie. Va bene accorgersene, o visto che è fumetto "popolare" NON POTREBBE FARLO? E noi non dovremmo accorgercene? P.S.: Oggi il vero "fumetto popolare" è Zerocalcare, che vende più di tutti e viene pubblicato sui giornali e anche gratis online.. La Bonelli pubblica in libreria cose costose con tirature che una volta avevano le fanzine....
    4 points
  43. Scusa, Letizia, Piombo Caldo non ha scritto che Diablero ha dell'astio verso Nizzi (in questo caso avresti ragione), ma verso "qualsiasi cosa che Nizzi ha scritto di Tex". Ed è una frase che non mi sembra offensiva verso nessuno. Ha espresso solo la sua opinione sulle critiche mosse da un altro utente, che è quello che facciamo tutti noi quando commentiamo una critica altrui. Non è entrato nel personale, mi pare. "Astio" significa essere maldisposti verso qualcuno da cui si è ricevuto un torto. E se è riferita in questo caso non a una persona ma a tutto ciò che Nizzi ha scritto è vero: Diablero odia in modo profondo (e persistente) tutta l'opera nizziana di Tex, perché ha arrecato danno - secondo lui - a tutta la serie e a lui stesso che l'ha dovuta leggere. Il suo è un rancore e un odio profondo, profondissimo, altroché, in particolare verso certe storie, con mutande o senza mutande. Legittimo, per carità. Come è legittima e non offensiva l'osservazione del sempre pacato Piombo Caldo. Che sbaglia gli accenti, ma chissenefrega in un forum pieno di refusi. P.S.: non sono mai stato "nizziano" ma non credo che tutto quello che ha scritto l'autore di Fiumalbo su Tex faccia schifo o non sia texiano, io almeno una decina di storie, tra cui questa, la salvo (Furia rossa, La grande rapina, I cospiratori, Sioux, Fuga da Anderville, La ballata di Zeke Colter, L'ultima frontiera, Fiamme sull'Arizona, Piombo rovente...).
    4 points
  44. Ora, non vorrei alimentare il loop, ma il fatto che allontanino le donne da un luogo che sta per essere attaccato, magari subendo un assedio che potrebbe finire sanguinosamente, non mi sembra quell'idea ridicola che tu cerchi di far passare. Per te è sempre tutto ridicolo, da scompisciarsi dalle risate. Mah! Il fatto stesso che le donne siano viste nel vecchio accampamento da uno degli sgherri di Maclean è un caso fortuito, derivante dal fatto che lo sgherro in parola ha fatto un giro largo per evitare la pista. Nessuna contraddizione, per me. Nessuna boiata, appunto. Il primo che passa, ok, ma solo perché ha fatto un largo giro per evitare la pista della valle. Scelta di sceneggiatura altro che indifendibile, ma assolutamente legittima e sensata. Le differenze rendono questa storia non una scopiazzatura, ma solo una storia ispirata a un'altra opera. Le differenze, che sono poi i veri punti di forza della storia: - il bel dialogo tra padre e figlio, lo scontro tra generazioni e diverse epoche, una scena a mio modo di vedere molto riuscita. - il fatto che i ragazzi siano fratello e sorella, stratelefonata quanto vuoi, ma non per me, e immagino per tanti altri lettori. - l'intervento del vecchio con l'uccisione del proprio figlio, atroce, tragico, stupendo. - i personaggi di contorno, tutti ottimamente caratterizzati, come l'infermiera, lo sceriffo, il giudice. Sono questi elementi, non certo la componente d'azione - che è simile in tante opere narrative - a rendere la storia "berardiana". Io l'ho adorata. Ma sono di grana grossa anch'io Sei fortissimo. Tu questo lo chiami "sceneggiare con i piedi". Non c'è bisogno di spiegare che le attenzioni del ragazzo colpiscono Maud. E se nella prima scena il pestaggio sconvolge la fanciulla, nel successivo incontro lei, un po' ingenuamente, si fa irretire dal bel ragazzone. Non c'è davvero bisogno di esplicitare le ragioni della "trasformazione" di Maud, nelle storie d'amore di quell'età i comportamenti contraddittori sono la norma. Le tue capacità divinatorie rendono te un essere eccezionale, ma non confonderti con la media dei lettori. Non molti di noi sono svegli quanto te, quindi noi, poco inclini all'intuizione, le storie ce le godiamo. E tra i "noi" ci sono tanti utenti, da quello che ho letto in questo topic. Tutti poco svegli Rimane una bella rivisitazione di un film, con varianti importanti e con una loro profondità. Resta una bella storia, almeno per il pubblico di grana grossa. Un forum intero di lodi sperticate... che tu ti senti in dovere di distruggere. Tanto che devi autocontrollarti per non farlo. Perché non accetti che alcuni queste storie le trovino belle? Perché non pensi che tutte le magagne che vedi tu magari gli altri non le vedono, sempre ammesso che ci siano davvero (perché in molti casi io continuo a non vederle nonostante tutte le tue iperdettagliate spiegazioni, vedi questa storia o Fuga da Anderville). In definitiva, perché non ci abbandoni alla nostra cecità? Perché non ci lasci credere che Babbo Natale esista, e non ci lasci godere di una storia come questa se la troviamo bella? Perché devi distruggerla a tutti i costi minando il piacere ingenuo di quanti, più naif di te, la ritengono un capolavoro? In una parola, Diablero, perché sei così cattivo?
    4 points
  45. Si è chiuso col quarto albo, la lunga (e attesa!) avventura dei quattro pards in Borneo. La curiosità per il ritorno della Tigre Nera era molto alta, sia perché, per quanto se ne dica, il villain di Nizzi (soprattutto nella prima apparizione) ha avuto il suo spessore e fascino, sia perché, dopo un declino dovuto a due successive storie meno memorabili e una presunta fine banale e rapida, si cercava di capire quale escamotage narrativo avesse scelto Mauro per rendere plausibile il “recupero” e dove volesse andare a parare. Non ho mai nascosto in passato, che ero molto scettico sulla soluzione di “risuscitazione” da adottare dopo la fatidica scena tombale scritta da un Nizzi, ormai giunto al minimo sindacale della voglia di comporre Tex, ma il fatto che Borden puntasse molto su questo soggetto, mi faceva intravedere un piccolo spiraglio. Appena letto l’albo, ho appurato che l’autore è stato bravo a cavarsela per il rotto della cuffia: ovviamente una lieve forzatura è presente (non poteva essere altrimenti visto il precedente epilogo nizziano), ma con un’accettabile richiesta di sospensione d’incredulità (la narrativa fantastica è una cosa, la presunta logica reale è un’altra!), la scena funziona e non stride alquanto e già questo si è mostrato un buon viatico per il proseguo della lunga odissea tropicale. Un primo albo di preparazione, con la camera rivolta ai numerosi piani e doppi giochi vari, fra i canali di New Orleans e vecchi alleati voodoo quali Omoro, Juffure e l’affascinante Lohana in prima linea, delinea quella che sarà l’ossatura portante della lunga vicenda. Alcuni hanno contestato il lungo flashback con la spiegazione del salvataggio mirabolante di Sumalkan, con sosia degni di “Tale e quale show” ma Mauro, ben consapevole di rischiare di scontentare comunque qualcuno, ha scelto la via più spinosa ma obbligata, visto la sorte da cui doveva riprendere il personaggio. Chissà se la sua scelta è stata pure influenzata da alcuni post sul forum? Comunque, a mio avviso, ripeto, la scena è comunque accettabile. Faccio uno strappo alla regola, rispetto al mio consueto modo di scrivere i commenti: prima di proseguire con una disamina più dettagliata dei personaggi più importanti che recitano su questo splendido scenario esotico, spendo alcune parole per l’enorme e ottimo lavoro di Venturi ai pennelli. Fin dai suoi esordi su Dyd, Andrea Venturi mi aveva molto colpito, grazie a un tratto personale e molto funzionale. A onore del vero, sebbene avessi notato una buona maturazione già sul genere horror, agli inizi non avrei scommesso troppo sulla sua adattabilità al genere western. Mi sbagliavo e in toto: dopo un breve e proficuo rodaggio, l’artista ha sfoderato gli artigli e mostrato tutto il suo innato talento. Ormai è un veterano e punta di diamante della scuderia, tuttavia la prova in questione è davvero il suo capolavoro grafico. Lentezza di esecuzione a parte, la maestria e la continuità qualitativa con cui si è cimentato in questa complicatissima sceneggiatura è da encomio. Passare con così disinvoltura dalla umida Lousiana, ai scorci cittadini, velieri e oceani e le spiagge selvagge del Borneo, fra capanne e Dayaki, regge e scorci di salgariana memoria è davvero un’autentica prova del nove. Chapeau. Chiusa la parentesi sul comparto grafico, torniamo alla storia e ai suoi protagonisti. Tex come tradizione boselliana, si mantiene il consueto eroe dal polso forte e molto deciso. I riflettori non sono rivolti solo su di lui, ma quando è al centro dell’azione non sfigura e soprattutto, sebbene l’ovvio rancore portato verso il sanguinoso nemico, al momento clou non esita a saper scegliere quali sono i reali oppressi da difendere. La scena finale a me ha pure commosso, per quanto Sumalkan abbia seminato terrore e morte, perseguendo una strada del tutto errata per i suoi piani e ideali, merita una sorta di onore della armi e son certo che in cuor suo, il nostro ranger abbia accettato una tale fine “onorevole” per l’avversario e non doverlo ricondurre in catene negli States. Carson meno in evidenza di altre prove boselliane, ma sempre utile e sul pezzo. Si lamenta il giusto, mostra sprazzi ironici ma il suo contributo è comunque sufficiente. Mauro troverà storie più adatte per tornare a metterlo più al centro del gioco. Tiger l’ho trovato brillante e a suo agio tra gli scenari esotici. E’ colui che prende seriamente il compito di addestrare gli impreparati indigeni e a differenza di altre volte, è loquace e al centro delle decisioni. Non ha nemmeno la minima remora ad avallare la scelta di Kit di schierarsi a fianco con i pirati e mostra grande empatia con il popolo soppresso dall’usurpatore olandese. Brillante! Il giovane Kit è assieme a Daniel Silva, il vero protagonista della storia. Il suo iniziale rapimento lascia intendere che ci si trovi al cospetto del solito leitmotiv che spesso lo ha visto protagonista, ma Mauro ci spiazza, imbastendo un interessante rapporto di stima e amicizia fra lui e il giovane capitano, figlio della Tigre Nera. Acuto e deciso, sa liberarsi dalle situazioni più ingarbugliate e brilla di umanità, quando rischia la vita pur di salvare le vite dei Dayaki. Non ci pensa due volte a scegliere con chi schierarsi e fornisce il suo prezioso contributo. Ho spesso in passato criticato la gestione boselliana del giovane rampollo, ma anche su questo aspetto Mauro stavolta mi ha fatto ricredere e gliene do atto. La Tigre Nera contrariamente a quello che si poteva in principio aspettare, risulta piuttosto defilata sia nel lungo incipit in terra americana, che nella parte nevralgica e centrale dell’opera. Recupera la ribalta nel finale, dove riesce a sconfiggere l’acerrimo nemico Rajah e liberare il suo popolo, aprendo di fatto le vie del regno al figlio Daniel. Rispetto alla figura più pazzoide iniziale, Borden modella con audacia il personaggio, ridandogli smalto e concretezza. L’abilità nell’ordire tranelli rimane invariata, ma si mette più in risalto il suo legame con il trono spodestato, il suo popolo, il lato umano con i sentimenti da padre e teneri verso la fedele Loahana. Il villain riconosce pure il valore di Tex e di fatto in questa storia, non lo vede mai come un vero avversario e gli muore tra le braccia, in quella scena che ho già elogiato. Daniel Silva, figlio della famigerata Tigre Nera, fin dall’inizio ci viene mostrato come un simpatico ragazzo coraggioso. Il suo presunto ruolo di avversario perpetrato col rapimento di Kit, è solo una breve parentesi. Come già descritto fra i due s’instaura subito un rapporto di stima reciproca e una forte empatia, che li renderà perfetti alleati per l’assalto finale al fortino di Van Gulik. Per chi temeva che la ormai nota “sfiga degli amici di Piccolo Falco” potesse colpire pure lui, il sospiro di sollievo è d’obbligo: Mauro cambia registro e ce lo consegna meritatamente vincitore, con un Regno da governare e un ruolo davvero di spicco in questa lunghissima avventura. Molto diverso dal padre per ciò che riguarda l’etica ma simile nel coraggio e nel valore di conduttore. Van Gulik è il tipico tirannello prepotente e alquanto vigliacco, che si scherma del suo potere e mostra tutta la sua mediocrità appena perde il suo scudo e deve agire di persona. Nessuno piangerà per la sua dipartita, comunque prima di schiattare, porta con sè sia Loahana che Sumalkan, nel concitato e solenne finale. Dekker è il tipico soldato tutto d’un pezzo al servizio del suo comandante. Ha del valore ma lo spende per la sponda sbagliata, è tuttavia duro e prepotente e, almeno il sottoscritto, non vedeva l’ora che una pallottola di Tex ponesse fine alla sua rigida esistenza. Lohana stavolta riesce a immolarsi per la salvezza del suo amato Sumalkan (nella storia di Nizzi per le note ragioni, la scena fu cassata da Sergio Bonelli). Boselli riesce a cavarne tutto ciò che c’era da questo personaggio, lo fa brillare nell’arte del doppio gioco nel primo albo e ne mette in evidenza il suo amore e venerazione per il sovrano Malese. Se dovessi continuare a descrivere anche i personaggi secondari che l’autore caratterizza durante la lunga durata dei quattro albi, farei l’alba e raggiungerei la lunghezza di un papiro degna dei celebri rotoloni pubblicizzati in tv , di conseguenza mi accingo ai titoli di coda. Storia epica e coraggiosa, molto avvincente e avventurosa. Cosa manca per poter essere fregiata del titolo di capolavoro? Una caratteristica che ultimamente riscontro in Boselli e che spesso rende più faticosa la lettura: premetto che è una valutazione soggettiva la mia, comunque trovo una tendenza ad appesantire i dialoghi, rendere farraginose alcune sequenze con troppe informazioni e spiegazioni di piani d’azione. In storie con molti personaggi e vari cambi di scenari, questo aspetto si avverte parecchio e la narrazione in alcune sessioni perde di fluidità e interferisce con i ritmi di sceneggiatura. La mia valutazione finale è comunque positiva. Il mio voto finale è 8
    4 points
  46. Non è mai così. Ripeterò Diablero, ma gli universi condivisi sono forse il più grande male della narrativa seriale dei nostri tempi (anche se ne stanno abusando soprattutto al cinema, nei fumetti dopo la sbornia degli anni ‘90 ormai hanno capito tutti che anziché aumentare le vendite nel lungo periodo le fanno calare). Ovviamente le ragioni per creare un universo condiviso sono esclusivamente commerciali, quindi che la Bonelli che non è una casa editrice alla canna del gas come la Marvel degli anni ‘90 (anche se sembra voglia diventarlo, visto che la sta copiando in tutto e per tutto) ci si butti a pesce faccio proprio fatica a capirlo. In realtà è ovvio (o dovrebbe esserlo) che gli eroi Bonelli e il mondo in cui vivono sono talmente peculiari e caratterizzati che non possono esistere al di fuori delle loro testate (l’horror di Dylan Dog e quello di Dampyr ad esempio sono completamente diversi tra di loro, anche se Recchioni ne ha fatto lo stesso un crossover, il Far West di Tex, Zagor, Storia del West, Ken Parker e Magico Vento idem). Nella creazione di un universo condiviso io ci vedo l’ennesimo tassello della trasformazione del proprio target di riferimento da parte della SBE: con Sergio Bonelli si rivolgeva ai “lettori”, adesso il pubblico a cui sembra mirare è quello dei “nerd”.
    4 points
  47. Quando ha disegnato questa storia Diso aveva probabilmente 84 o 85 e devo dire che ha fatto un buon lavoro. Io sono di quelli che non apprezzano Diso su Tex ma, nonostante questo e nonostante il fatto che sia contento che non disegni più Tex, non posso che onestamente ammettere che qui non se l'è cavata male e ci sono alcune vignette, diciamo così, panoramiche che sono decisamente belle. Se vi interessa saperlo, al momento Diso, alla bella età di 91 anni, è impegnato nientemeno che su una sceneggiatura di Mister No scritta da, udite udite, Guido Nolitta ritrovata di recente, scritta ancora a mano e pure di difficile decifrazione, così dice lui. Fonte: lo stesso Diso.
    4 points
  48. Io questa storia, a prescindere da Higgins (su questo la penso come tutti quelli contrari al suo ritorno), l’ho trovata, come ha affermato lo stesso Boselli, “una storia normale a parte i disegni di Villa”, aggiungo che mi ha anche un po’ annoiato con tutti quei fiumi di parole, prima per informare Tex della nuova epidemia di vaiolo con la rivelazione delle rivelazioni annessa: “Higgins è vivo!” (che 15/20 anni dopo il deserto, nonostante un'onorata carriera da furfante, non deve aver trovato poi molto da fare per tirare a campare se si è trovato costretto a ributtarsi nello spaccio di coperte infette che, evidentemente, rimane comunque un discreto business), poi del perché bisognava far tornare indietro il treno in retromarcia con delle informazioni precise e minuziose sull’utilizzo degli scambi dei binari ritenute, evidentemente, più necessarie della reazione di Tex e pards alla notizia del redivivo Higgins. Ah! Naturalmente a causa di questa mancanza ho pensato che il mio albo fosse fallato, che mancasse quantomeno una pagina, invece no, a quanto pare non era una notizia alla quale dare una certa importanza. Naturalmente per chi vuole più azione nelle storie di Tex e per gli amanti del bang, bang c’è tutta la scena della sparatoria che a me è sembrata una sorta di tiro al piattello: “pull! cattivone fatto secco, pull! mascalzone fatto fuori” e via così fino all’eliminazione di tutta la banda di piccioni sacrificabili per fare da prologo alla scena madre, con la vendetta di Lilith sotto forma di ectoplasma, che nei pensieri degli autori doveva raggiungere il culmine emotivo per i nostalgici texiani (sembrerebbe che anche Villa si sia commosso), una scena dalla quale gli autori, probabilmente, sono partiti per poi aggiungerci una storia intorno e che, secondo le loro intenzioni, da sola, doveva valere il prezzo dell’albo (ed infatti il titolo si riferisce proprio a questa scena) un po' come fece Spielberg con “Salvate il soldato Ryan” che per girare la spettacolare scena iniziale dello sbarco in Normandia è stato costretto ad aggiungerci un film. E proprio perché c’era l’intenzione di rappresentare la scena del suicidio, con il fantasma di Lilith protagonista, che la presenza di Higgins è stata solo un pretesto per raggiungere tale scopo, perché, in effetti, quale è stato il suo contributo alla storia? Tolto il flashback iniziale lo abbiamo visto avere gli incubi, origliare come da antica tradizione Nizziana e fuggire da Tex solo per poi porre fine egli stesso alla sua miserabile esistenza (per la precisione, convinto dal fantasma di Lilith). Io sono dell’idea che se un autore sente il bisogno, per ragioni che siano narrative o di marketing, di far ritornare un personaggio, dato per morto per decenni, lo deve far tornare con una storia memorabile (e questa mi è sembrata piuttosto normale, come ha detto lo stesso Boselli) o per farlo diventare un nemico ricorrente alla Mefisto, ma questa è tutta un’altra storia, altrimenti il risultato è un albo piuttosto banale, come già successo con “l’ultima vendetta” che ha riportato in vita Coffin dopo 70 anni di morte apparente. La realtà dei fatti è che noi lettori possiamo lamentarci quanto vogliamo e per quanto possano essere legittime le critiche che facciamo su questo forum (a quanto pare su Facebook, invece, è stato un successone), la Bonelli ha comunque raggiunto il suo reale scopo, e cioè, vendere più copie del solito pur con una storia meno sentita e di mestiere come dichiarato dal curatore della serie: Ora spero solo che almeno el Muerto resti “muerto” anche di fatto, oltre che di nome, visto che Nolitta non ci ha fatto vedere il certificato di morte redatto dal medico necroscopo di turno quella notte.
    4 points
  49. Da quando in qua? Dunque Higgins era stato fatto camminare nel deserto per ore e ore, senz'acqua, e poi pestato come un tappeto, quasi morto, e lasciato nel deserto senz'acqua e senza nemmeno una pistola per porre fine alle sue sofferenza.... per un capriccio di Tex? Per puro sadismo? NON ERA VENDETTA QUELLA? Guarda, per scrivere una roba simile (e qui intendo il post, anche se si potrebbe riferire anche alla storia) devi davvero esserti dimenticato "Il giuramento". HIGGINS È QUELLO CHE CAUSA MATERIALMENTE LA MORTE DI LILITH! Brennan e Teller lo pagano, ma è lui l'esecutore. È lui che porta le coperte infette. È lui che ha ucciso decine se non centinaia di Navajos. E Tex è così rimbambito che guarda un uomo sano come un pesce, attivo, capacissimo di fare ancora decine di miglia nel deserto senza bere e poi stendere diversi indiani, lo guarda ed è tanto rincoglionito da dire che non ha speranza di salvarsi. Io ai tempi di Nizzi mi incazzavo quando per colpa di Tex moriva un innocente. QUI PER COLPA DI TEX NE MUOIONO CENTINAIA. E muoiono come Lilith, per mano DELL'ASSASSINO DI LILITH, per la assoluta coglionaggine e stupidità di Tex che lo lascia andare libero. Non merita di morire? Tex ha ucciso Brennan e Teller per aver causato la morte dei Navajos. Perchè adesso non termina la sua vendetta anche per le vittime che ha causato lui, e NON SI SPARA IN BOCCA COME MERITEREBBE? Con una sola storia HAI SUPERATO NIZZI NEL NUMERO COMPLESSIVO DI MORTI CAUSATI DALL'IMBECILLITÀ DI TEX! INCREDIBILE! Ma non diciamo cazzate, dai! Alla fine della storia di GL Bonelli, Higgins e Sherman sono morti da più di 15 anni! Lo certifica Tex, hai presente quel Tex del "Giuramento"? Non il cretino descritto tante volte da Nizzi (e oggi da te) ma una persona capacissima di valutare le possibilità di salvarsi di Higgins, dopo quella marcia e quel pestaggio. E dice che È ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE che l'assassino di Lilith si salvi. E quando gli altri, INDIANI attorno a lui dicono che anche Sherman non ha alcuna possibilità di salvarsi, taglia corto, lui era obbligato a dargli una possibilità, che fosse una su mille o una su un milione. Ma lo sa anche lui che anche Sherman non ce la farà, per questo gli ha dato la pistola per abbreviare le sue sofferenze, unico gesto di misericordia che può avere per uno degli assassini di Lilith (se pensava realistico che si salvava, gliela dava la pistola? Ad un assassino?). Già se si fosse salvato Sherman l'avrei considerato un tradimento de "il giuramento", una classica "nerdata rovinastorie". E quando all'inizio questo thread parlavo di nerdata, pensavo a questa ipotesi: che fosse Shermsan ad essersi salvato. Ma HIGGINS? Proprio volevi assolutamente certificare che fosse quello che Tex aveva escluso potesse salvarsi. Per certificare fino in fondo che Tex è un coglione idiota incapace e ridicolo, un povero fesso che lascia andare l'assassino della moglie per pura incompetenza e stupidità, causando il ripetersi della tragedia con centinaia di altri morti, di altre Lilith. Non meriterebbe un altro Tex che lo prendesse e portasse senz'acqua nel deserto, questo schifo di "eroe", questo grottesco e ridicolo pallone gonfiato che si atteggia a "giustiziere"? Ma non basta, non hai solo ridicolizzato Tex: hai ancora sputtanato il finale de "il giuramento". Hai certificato che la lancia si è rotta solo perchè era marcia. Marcia come Tex, e nessuna vendetta era stata "compiuta" Io. io mi incazzai. Il fatto che non ci fosse ancora Facebook o i forum non significa che i lettori certe cose non le notassero. E che non ne parlassero con gli altri lettori. Dici che anche il te stesso dell'epoca lo notò e si incazzò. Dimmi, cosa avrebbe detto il te stesso dell'epoca di fronte a questa "celebrazione" della stupidità di Tex? P.S.: ai tempi battezzai quella di Nizzi "Mefistolata". Visto che qui hai fatto PEGGIO, giustizia vuole che d'ora in poi questa storia sarà "La cavalcata del Cretino!"
    4 points
  50. Grazie molte a voi per essere intervenuti e per gli apprezzamenti!! Dato che ci sono, condivido qui di seguito anche quello realizzato per Carson, almeno così Tex non resta solo. Buona continuazione di estate a tutti!
    4 points
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