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TWF - Tex Willer Forum

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Showing content with the highest reputation since 03/20/2023 in Posts

  1. A onor del vero, nonostante Magnus fosse un maestro immenso anche per ambientazioni e dettagli (il texone ne è un fulgido esempio), negli anni 60 su serie come Satanik e Kriminal, non disdegnava di prediligere l'espressività e il dinamismo dei personaggi rispetto agli sfondi, spesso ridotti al minimo se non monocromatici. Dipendeva, a mio avviso, pure dal formato che costringeva a un montaggio delle vignette più secco e dinamico. In ogni modo, spesso rimpiango molto i tempi in cui autori come Galep, Fusco e Ticci optavano per vignette senza sfondo e riquadro. Ai miei occhi avevano un fascino davvero particolare e spezzavano la monotonia della gabbia bonelliana. Di Ticci mi ricordo una vignetta di Terra Promessa in cui Tex, lo sceriffo e un gruppo di abitanti corrono verso l'incendio e, al netto di una bella confusione di personaggi in movimento, il fondo è completamente bianco. Una scelta stilistica davvero moderna ed efficace che rende ancor più dinamica all'occhio la sequenza.
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  2. Concordo con chi per diverse ragioni si dice contrario al proliferare delle uscite. Perché si tratta si di avere maggiore scelta, ma inevitabilmente sempre di minor qualità. E così si finiscono per mandare in stampa storie mediocri non perché queste scapperebbero comunque ogni tanto, ma perché la produzione forsennata porta a questo e non se ne può fare a meno. Inoltre, non è nemmeno vero che questo sistema di proliferazione fa contento chi vuole acquistare e leggere di più senza danneggiare chi potrebbe solo scegliere di comprare le cose ben fatte. Perché dovreste spiegarmi, come faccio io a sapere quali sono le uscite "buone"? Posso basarmi sull'autore? Ni. Non è detto che un autore di mio gradimento possa sfornare a questi ritmi sempre belle storie. E non vorrei nemmeno dire "siccome questo autore spesso non mi piace, a maggior ragione lo evito". Posso basarmi sui soggetti? Ni. Perché tanti soggetti di Tex sono di stampo classico e dovrei leggere la storia per poter dire se è ben fatta, e perché spesso soggetti promettenti possono anche svilupparsi in pessime storie o soggetti quasi anonimi e semplici trasformarsi in storie molto godibili (in questo GLB era maestro, prendeva un soggetto semplice e sfornava bellissime storie). Di questo mi rendo conto tutt'ora, ci sono storie che mi deludono e storie che vanno meglio delle aspettative. Per saperlo devo comprarle e leggerle. E queste storie possono stare sui Maxi, sui Texoni, sui cartonati etc etc. Per cui, il proliferare di uscite forse farà guadagnare qualcosa nel breve periodo ma per motivazioni già descritte altrove anche da altri utenti, può portare a nuove perdite di lettori nel futuro, come anche le operazioni spudorate in stile mini copertine, su cui mi sono già espresso. Inoltre, non è affatto vero che il risultato sia solo una maggiore scelta per tutti. Vi faccio un paio di esempi facili facili. Preferite una piattaforma di streaming dove, a parità di costo di abbonamento, ci sono 120 contenuti tra film e serie, tra cui almeno una 30ina che vi interessano, o una piattaforma dove ci sono valanghe di serie e film, ma che ogni volta che ne cercate uno di vostro gradimento finite per non trovarlo e dovervi accontentare di quello che la piattaforma vi vuol far vedere, o a dover pagare un extra per il film che vi interessa? Al ristorante, è meglio trovarsi di fronte un menù con 200 portate diverse, che ti chiedi come facciano ad avere tutto fresco e a saper cucinare bene tutto, o un menù con una 15ina di portate tra primi, secondi e antipasti? La scelta c'è ma tra tre primi, che però si suppone siano ben fatti e abbastanza vari. La maggiore disponibilità di cose non implica sempre una maggiore libertà di scelta. Spesso si sceglie meglio se già a monte avviene un filtro qualità. Quando siamo sommersi di possibilità in realtà quasi mai scegliamo meglio, ma semmai finiamo per essere sommersi di possibili letture e non saper nemmeno dove iniziare e cosa valga la pena leggere. Il lavoro di editore non è per me quello di stampare tonnellate di pagine e basta, ma operare delle scelte editoriali, mandando in stampa storie che l'editore ritiene degne del suo pubblico. Tra l'altro, ma vi pare che già ad oggi manchi la scelta? Esce una storia di Tex (contando solo gli inediti) con una media di una ogni 10 giorni-15 giorni. Ci sono poi tutte le storie vecchie (ora disponibili anche in digitale) e di fumetti Bonelli ce ne è una valanga. Abbiamo davvero bisogno di valanghe di fumetti inediti o è più l'editore ad averne bisogno? Chi leggeva Tex negli anni 70' non era forse più contento all'idea di trovare un albo a colori ogni centinaio, vedendolo come un fatto speciale? Non dico si debba tornare a quei tempi, ma magari un compromesso? Pubblicare a colori solo se si riesce a colorare decentemente una storia? Meglio un Maxi Tex di qualità annuale o due mediocri? Meglio un Tex Willer speciale bello che 2 anonimi che non hanno nulla di speciale? E perché fare il Tex bis (che ha anche senso visto che ex vende) ma dover per forza estendere l'iniziativa a tutte le testate o quasi, anche quelle ormai sull'orlo della perdita?
    3 points
  3. La questione è alquanto controversa ma, a mio giudizio, può essere così riassunta: se, come sostenuto da alcuni utenti, l'aumento di pubblicazioni serve a garantire nuovi introiti (utilissimi per il sostentamento della casa editrice in tempi grami per il fumetto) e a soddisfare quella frangia di acquirenti che desiderano una maggiore scelta, potrei anche non avere nulla in contrario, visto che non essendo costretto a comprare tutto, me ne infischierei e continuerei a seguire le collane che mi interessano. Detto questo, significa che sono d'accordo con la proliferazione delle testate? Nient'affatto, o quanto meno solo in maniera concettuale. Cerco di spiegarmi. Se teoricamente la qualità degli albi che acquisto di solito rimanesse alta, me ne fregherei se al contempo uscissero altre decine di proposte, ma aldilà della soggettività dei giudizi e sull'ottimismo di alcuni, è quasi impossibile che un così ampio incremento non porti a una variazione al ribasso del prodotto. Vuoi o non vuoi si avrà un maggiore dispendio di energie degli autori, maggiore fretta realizzativa, la necessità di ampliare l'organico senza poter guardare troppo per il sottile nella scelta degli stessi e tutti questi fattori incideranno a mio avviso. Si rischia così che la fascia di lettori che acquista solo la regolare o pochi speciali, possa rimanere delusa delle storie (è impossibile prevedere su quale collana garantire la regolarità qualitativa con tante uscite) e di conseguenza mollare la serie piuttosto che acquistare altri format alla cieca e per ogni migliaio di lettori persi, quante altre uscite dover varare per compensare? Non è il proverbiale caso del cane che si morde la coda?
    3 points
  4. Più che un sondaggio è un massacro per ora nei confronti dell'iniziativa "minicopertine". Saremo anche poco rappresentativi, ma non credo che il mondo fuori da questo forum pulluli di gente completamente differente da noi e che in massa assalterà le edicole per comprare due copie di uno stesso albo, soprattutto vedendo anche l'aumento dei prezzi (che mi pare sia dato ormai per certo?; su questo ancora non ho ben chiara la situazione). Prevedo tanti albi stampati in eccesso (aumento della tiratura dichiarata dall'editore) che finiranno al macero con buona pace della "difficile reperibilità della carta" (sempre dichiarata dall'editore). E le tante edicole dove potrete trovare minicopertine diverse (leggasi la stessa copia di un albo con due patacche diverse) si troveranno a vendere albi ad acquirenti magari non usuali (chi compra da un'edicola, dovrebbe andare anche in un'altra per trovare una minicopertina diversa, come da suggerimento esplicito dell'editore in tale situazione). Tutto questo con buona pace del "patto tra amici di acquistare il più possibile sempre dallo stesso edicolante per poter aggiustare il tiro su quante copie inviare a quell'edicolante, dato che la carta scarseggia". Si, è un'iniziativa davvero bislacca, per non dire altro. Si punta al portafoglio, non c'è qualità, sono infatti dei pezzi di plastica (inquinano pure, altro che spreco di carta e passaggio al digitale), non c'è valore aggiunto dal punto di vista artistico (si riutilizzano vecchie copertine e le patacche di plastica saranno anche brutte e ridicole; appiccicare Galep sul frigorifero, boh contenti voi), si usa plastica aggiuntiva per incelofanare (altro spreco di plastica), si aumentano le tirature (quando il problema è cercare di diminuirle e tararle sugli acquirenti per ogni edicola), il tutto condito da acquisti doppioni (spreco vero e proprio di carta). Problema non da poco: I mercatini verranno probabilmente inondati di copie di Tex, farò un giro nei prossimi mesi per verificarlo. I doppioni non credo finiranno in bella mostra nelle librerie già strapiene. Per cui tanta gente magari nemmeno comprerà Tex in edicola, aspettandosi di trovarlo a un euro ai mercatini dopo un mese, con buona pace anche di possibili guadagni su future ristampe e sul digitale che arriverà inesorabilmente due mesi dopo. In sostanza si immette sul mercato tanto Tex, che è un po' come immettere tanto denaro contante per combattere l'inflazione e la svalutazione del denaro stesso. GENI E sono felice del risultato del sondaggio. Spero si tramuti in un fallimento dell'iniziativa minicopertine (ovviamente mi auguro che non si tramuti in minori vendite perché a Tex voglio bene, ma temo che nel medio periodo sarà così). Ma se qualcuno si disaffezionerà alla lunga, la colpa non è di Tex e nemmeno di chi critica simili iniziative. Semmai chi critica, diversamente da chi è sempre positivo su tutto a prescindere, sta cercando di fare un favore all'editore, dando consigli gratuiti che forse andrebbero presi un po' più sul serio
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  5. Non comprerò più nessun Tex, se non il Texone annuale e gli inediti mensili che più mi interessano (bis escluso, quello non lo comprerò a priori), anzi forse più nemmeno quelli, vedremo. Dopo 20 anni (di più, se consideriamo che ho iniziato Tex con la Nuova ristampa nel 2000), la SBE mi ha fatto perdere qualsiasi piacere e nell'acquisto e nella lettura, complici anche il calo di qualità che ormai sta inglobando l'intero personaggio (non faccio testo per Tex Willer, visto che non lo compro e non mi interessa comprarlo). Le prese per il culo e le mani messe in tasca non le tollero più, anche se comunque non mi tangono visto che non avrei comunque fatto la collezione. Mi dispiace solo per quelli che cadono in questi tranelli soltanto per avere una collezione di pezzi di plastica totalmente inutili. Mi pare la stessa cosa che facevano i bianchi con gli indiani quando li attiravano con gli specchietti, le biglie e le perline colorate.
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  6. A parte il fatto che sentirsi presi in giro, come molti qua dentro, perchè la SBE fa un'iniziativa che si può tranquillamente seguire o meno, mi sembra francamente un'esagerazione. Mi chiedo: quanti lettori di TEX questo forum crede di rappresentare, dei 150.000 che oggi dovrebbero leggere la regolare? L'uno %, ovvero 1.500, non credo, facciamo molto meno. D'accordo che, sempre qui dentro, tutti sembrano protesi a salvare TEX dalle nefande politiche della SBE, bisogna anche avere i pacchetti di maggioranza per decidere.
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  7. Spiace dirlo, ma da lettore ultradecennale della Bonelli mi sento quasi preso in giro. Che la pillola fosse amara (il rincaro dei prezzi di copertina) lo sapevamo già ed era inevitabile visto l'andazzo, ma sarebbe stato meglio evitarci questa farsa dello "zuccherino" plastificato. Massimo rispetto per i collezionisti disposti a farsi spennare da questa iniziativa puerile, ma da tempo non riconosco più la Bonelli con cui sono cresciuto. Dinanzi a queste "trovate di marketing" che con le politiche del passato (atte a creare un rapporto di fiducia editore/lettore) hanno pochissimo a cui spartire, suppongo che il buon Sergio si rivolti nella tomba.
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  8. Ticci è un artista unico. Il suo tratto, sebbene in continua evoluzione come è fisiologico che sia, rimane sempre fresco, attuale, non incline a invecchiare. Oltretutto già negli anni sessanta mostrava una modernità di chi era già avanti anni luce e non è un caso se ha rappresentato da sempre un riferimento per tutti i disegnatori che si sono interfacciati su Tex. Mi scuso per l'OT, ma ci tenevo a elogiare uno dei più grandi maestri del fumetto italico. Poi come non citare i suoi paesaggi superlativi.
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  9. Posso rispondere per Torino, sperando che i tuoi 100 km da Milano siano in direzione Torino. Ci sono due eventi, molto diversi tra loro. Il mercatino specifico per collezionisti o semplici appassionati è la fiera del fumetto di Piazza Madama Cristina che, cessata l'emergenza covid, si tiene 4 volte l'anno a cadenza trimestrale, di domenica. In due di queste 4 date si spartisce gli spazi con la fiera del disco, risultando virtualmente dimezzata la presenza di bancarelle dedicate ai fumetti. Trovi un po' di tutto, da pezzi rari per collezionisti a generici albi per lettura, con prezzi che oscillano di conseguenza. Se hai voglia di passare una giornata nella sempre più bella Torino, prendi il treno a Milano, scendi alla stazione di Porta Nuova e in 10 minuti a piedi sei in piazza. Ovviamente raccomando le due date dedicate esclusivamente al fumetto, ma se sei appassionato anche di vinili nelle altre due date troverai meno fumetti ma abbondanza di materiale discografico. Esiste poi il cosiddetto mercatino delle pulci ogni sabato, il Balon, adiacente a Porta Palazzo, ma meglio ancora il Gran Balon ogni seconda domenica del mese. Fino ad alcuni anni fa si trovavano tante bancarelle di venditori di fumetti, dove potevi trovare l'affarone (io trovai un Tex della serie 1-29 in condizioni assai mediocri, ma lo presi perchè lo pagai quanto un caffè!) ma anche tanti albi per il semplice appassionato, oggi purtroppo questo genere di vendite sembra aver virato verso altri lidi (internet ha reso i venditori più consapevoli e ha fornito migliori canali di vendita) e infatti le bancarelle di fumetti non esistono praticamente più e quei pochi fumetti che si trovano sono in realtà in bancarelle che vendono prevalentemente libri usati, riviste, banconote e monete d'epoca. Non ti consiglierei di venire appositamente per il Gran Balon (assolutamente no per il Balon ordinario del sabato, di fumetti non vi è più traccia), ma se una prossima data della fiera del fumetto di cui ho già parlato dovesse cadere nella seconda domenica del mese (e sarà il caso del prossimo 11 giugno) potresti prendere due piccioni con una fava (con precedenza assoluta per la fiera del fumetto, dove almeno hai la certezza di trovare fumetti in abbondanza).
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  10. Terra promessa è, anche per l'eccelsa qualità proprio dei disegni (io contino a preferire il primo Ticci al Ticci più maturo, sebbene questo ultimo sia più 'proprio' come segno grafico), rimane una storia da top ten in assoluto, ed il merito è anche per vignette come quella che hai citato e che ho subito identificato. E se rimane impressa a distanza di così tanti anni dalla sua uscita...
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  11. Lavoro ad Ancona, non una metropoli, ci sono almeno due mercatini dell'usato dove si possono trovare tanti Tex. A volte in ottime condizioni, anche se bisogna selezionare bene dato che come ovvio, la gente porta in questi mercatini anche l'immondizia che ha dentro casa, pensando di scambiarla con dei lingotti d'oro. Ci ho comprato albi recenti di Zagor per un periodo, e una 70ina di vecchi Tex (fascia 400-650) tenuti bene (pagine non ingiallite, copertine non rovinate, coste buone etc.,). Più o meno la stessa qualità di quelli che ho in casa, acquistati da me anni fa. Prezzi variabili tra 0.60 e 1 euro. Se uno ne compra a blocchetti, quando ha voglia, conviene, altrimenti meglio andare su megablocchi a prezzi ancora più convenienti da rivenditori online, come scritto da altri utenti. Però esistono, anche se non ti ci fai le intere collezioni facilmente. Ad Ascoli Piceno, mia città di origine, una volta al mese mercatino antiquariato dove si trovano tantissimi Tex, non solo serie gigante.
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  12. Diablero che compra doppioni più probabile forse compri il 751
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  13. Ottima storia di Rauch, bella atmosfera, buon ritmo, personaggi secondari ben definiti (per quanto possibile nell'ambito di 78 pagine), conclusione che non lascia fili sospesi. Mastantuono non sbaglia un colpo e anche in questa storia ci regala un gioiellino. Buona la "breve" del Bos (che ovviamente si gusta meglio se si "conosce la materia") che chiude alcuni intervalli nella continuity e, credo, sia il trampolino per una futura storia più lunga. Cestaro più "sintetici" rispetto alla tripla del 2022 ma sempre ottimi. Redazionali decisamente stringati e "meno utili" del solito, ma corredati da alcune ottime illustrazioni. In conclusione, nello stesso albo due dei miei disegnatori (o team di disegnatori) preferiti, a supporto di due buonissime storie, non poteva che piacermi. E se posso capire le obiezioni sollevate riguardo al prezzo praticamente doppio rispetto a "sole" 110 pagine di fumetto vero e proprio, il fatto che entrambe le storie siano decisamente di alto livello rende lo "sforzo" economico sopportabile...
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  14. Buonasera a tutti. Sono al mio esordio qui sul forum anche se, a dirla tutta, mi sento tutto fuorché novizio. Leggo, ormai da tempo, ciò che pensate; la passione che mettete in ogni commento. Di qualcuno dei forumisti conosco attitudini, competenza e predilezione texiana. E, proprio per questo, mi permetto di dirvi di andarci assai piano con le critiche verso uno dei protagonisti del fumetto italico e internazionale. Credetemi, ve lo dico ben sapendo che il maestro non ha bisogno di alcun supporto, siete fuori strada. Ma, proprio alla grande! Brevemente, cercherò di spiegare perché affermo questo. In sintesi, fatti salvi i gusti su lineamenti graditi e non dei nostri protagonisti, il giudizio su un maestro non può essere condizionato da profili non "belli" o da mani realizzate diversamente da come vorremmo. Se così fosse, nessuno dei maestri delle tavole sarebbe all'altezza di "Tex": passati, presenti e futuri. Quello che esprime una caratterizzazione professionale non può che essere una visione d'insieme, che non può derivare da un approccio soggettivo o sulla base di simpatie del momento. No, non può funzionare così. Altrimenti, ridurremmo l'arte a un mercato dove chi più urla meglio approccia. La maestria espressa sulle tavole, invece, richiede un apprezzamento che si fonda su requisiti oggettivi: tecnici rispetto al montaggio della composizione, all'aderenza al genere, all'efficacia di quanto delineato; di conformità alle esigenze editoriali in ordine a quanto previsto per la tipizzazione di specie. Insomma, Tex è un personaggio immaginario e, da che mondo è mondo, ognuno lo ha rappresentato come ha voluto. Poi, certo, ci sono maestri più attenti all'espressione ricavata da linee e profili più compiacenti e tendenti al bello. Ma, l'arte sulle tavole è ben altro. Mastantuono è un gigante nella resa d'ambiente, nell'espressivitá di personaggi fuor da ogni canone critico, nella stilizzazione data tramite ambientazioni coinvolgenti e dalla forza intrinseca. I suoi pards sono "suoi", non meno di quelli di altri maestri delle tavole. Ma, da una lettura articolata e tecnica di quello che il maestro romano esprime si svelano capacità di narrazione che solo pochissimi, anche su Tex, hanno saputo e tuttora sanno avvicinare. Se poi, quel che più conta nell'economia di un fumetto sono i volti che devono essere "quelli" e solo quelli (quali, poi, non è dato saperlo), beh allora il mio invito sarà stato vano. Ma, conoscendo la preparazione di molti forumisti, auspico di aver almeno dato un piccolo spunto di riflessione. Difendiamo a spada tratta i grandi maestri, finché abbiamo l'opportunità di averceli sulle nostre amate pagine. Per inciso, non occorre nemmeno spiegare il motivo di qualche disomogeneità di forme e posture: chi pratica Tex con una certa conoscenza sa cosa sa fare Mastantuono e cosa (poco) può essere paragonabile alla sua altissima capacità di emozionare e descrivere. Viva Mastantuono, grandissimo interprete. Viva Tex e la qualità autoriale. Buona serata. E, grazie per l'attenzione.
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  15. Chissà se Raviola è d'accordo con te. P.S. Che ti hanno fatto le "i"?
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  16. Ma che bell'album. Anche qui c'è un buon equilibrio tra eventi storici e di fantasia. Inevitabilmente la protagonista della storia è Pearl, ma l'inserimento di Tex non è posticcio. I disegni della Zuccheri sono davvero stupendi. A proposito di west atemporale di Tex, è già strano vedere un fonografo modello Edison di metà anni Novanta dell'Ottocento, per un secondo ho temuto che nell'ultima parte a Kansas City comparisse pure un'automobile .
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  17. Leggere gli interventi su questo sondaggio è molto interessante, complimenti al pard PapeSatan per l'iniziativa (al prossimo sondaggio di questo tipo non dimenticare l'opzione "quella che capita/mi da l'edicolante" ). Solo una cosa, OT ma non troppo: ho dato un'occhiata su facebook alle pagine Bonelli, ed un simile ed unanime coro di critiche all'iniziativa non l'avevo mai visto. I numeri finali reali di questa iniziativa ovviamente li conoscerà solo la Bonelli stessa, ma se l'andazzo è questo non la vedo bene...
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  18. Credete che nei mercatini i Tex invenduti arriveranno intonsi e incellofanati con la patacca? Io ci credo poco.
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  19. Se devo scegliere tra chupacabras e bistecche con patatine e birra, allora bistecche tutta la vita. Anche se dopo 750 numeri fare delle storie "normali" nuove e' difficile, e lo sara' sempre di piu', devo dire che il fantastico mi sta un po' sfinendo. Spero proprio che piaccia alla maggioranza dei lettori!, di cui probabilmente questo forum non e' uno specchio fedele.
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  20. L'ho fatto divertendomi e ho fatto prevalere la "nostalgia" nella scelta delle cover. L'ho preso come un gioco, visto che di avere l minicover non mi interessa proprio.
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  21. Per quanto possa essere un campione poco indicativo il forum (in effetti siamo una piccola goccia in un ruscello fra i lettori di Tex) l'assoluto zero percentuale che corrisponde all'opzione "entrambi gli albi" di tutte le domande, dovrebbe far riflettere. Se ne è parlato davvero tanto in questi giorni e ognuno è libero di pensarla come meglio crede, tuttavia dal mio punto di vista, questa iniziativa è alquanto sfacciata e sconclusionata. Non essendo un collezionista sfegatato magari parto prevenuto, ma bisogna proprio essere patiti per accettare l'acquisto di parecchi doppioni solo per accaparrarsi piccoli gadget in plastica, da affiggere al frigo. Bah, il mondo è bello perchè è vario. Per ciò che riguarda il sondaggio, di sicuro acquisterò le due uscite della regolare e di Tex Willer, ovviamente in singola copia, qualsiasi sia la minicopertina allegata. (Magari cercherò di accaparrarmi "Una stella per Tex" cover di Galep che ho sempre adorato, ma se non devessi trovarla non mi strappo di certo quei pochi capelli che mi sono rimasti ) Sono indeciso se prendere il Maxi, visto che Nizzi non offre più tante garanzie, in caso me la penserò al momento, ma per ciò che riguarda le altre uscite (ristampe e Magazine), passo di certo. Non sarà di certo la presenza di un inutile gadget in plastica a farmi modificare la scelta in edicola, tanto so già che l'unica utilità che avrà sulla libreria è quello di attirare la polvere.
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  22. Rispondere è stato molto facile perchè alla fine ho semplicemente votato la copertina preferita fra due, ma "facile" non significa "significativo"... Quando compro un albo io lo ESAMINO. Specialmente oggi è facilissimo trovare difetti di stampa, di rifilatura, di impacchettamento, con albi con segni di corda o con il segno del taglierino quando li aprono. Gli albi incellofanati sono UN ENORME ROTTURA DI P.... perchè significa che il controllo delle pagine interne lo dovrò fare a casa, con il rischio di dover tornare dall'edicolante (buonanima che mi sopporta per le cifre che gli pago ogni mese) a farmelo cambiare. Ma anche se incellofanato, controllo se la costa è centrata, se non ci sono ammaccature o difetti, etc. E alla fine scelgo la copia che mi pare "più bella" In questo sondaggio ho votato per "la copertina che preferirei fosse nella copia più bella", ma anche se c'è l'altra, non la compro una copia inferiore per quello. Mi va benissimo anche l'altra copertina! (tanto in ogni caso mi sa che finisce subito su ebay, vuoi che non lo trovo un gonz.... eh, un acquirente interessato disposto a comprarsi la copertina che gli manca a 2,5 euro invece che a 4.40? )
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  23. Fa sorridere che nell'inserire la striscia corretta si dica ... "in regalo". Se sbagliate a produrre una anastatica è perlomeno doveroso sostituirla con quella corretta. Non sempre viene riparato al malfatto, ma considerare regalo un dovere è proprio specchio dei tempi.
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  24. Liberissimo tu di mantenere tutta la casa editrice. Io non sono un ente di beneficenza.
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  25. Non dovrebbe funzionare. Come temevo, metà della storia è dedicata al riepilogo dell'affare Bascom. L'altra metà serve a far vedere Tex per abbastanza pagine per non scontentare i lettori, con una sotto-trama che si muove al rallentatore. E oltretutto Boselli pone pochi limiti alla sua tendenza a mostrare "guest star", già pensavo che ripresentare il "cattivo" di una sua vecchia storia (quando era ancora fedele a Cochise) e Geronimo l'avesse placato, ma qui butta sul piatto davvero un "pezzo da 90", rappresentando la prima apparizione nella serie "Tex Willer" di uno dei personaggi cardine della saga. È una specie di compendio di cose che mi hanno infastidito in storie passate di Boselli. E invece qui non mi danno fastidio. Dirò di più: funzionano. Mi sono trovato a seguire con interesse avvenimenti... che, a ripensarci dopo, sapevo già, ma mentre li leggevo non ci pensavo. Ulteriore dimostrazione (come già lo era stata, in negativo, la recente storia di Burattini sulla regolare) che quello che conta non è tanto COSA racconti, ma COME lo racconti. E chiaramente ormai Boselli quando scrive Tex Willer ha una marcia in più...
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  26. Complimenti a @Barbanera per la sua attività texiana, spero che il suo soggetto sia servito da un'ottima sceneggiatura. I disegni non mi esaltano.
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  27. Prima fatica texiana di Nizzi in sede di sceneggiatura, ed al contempo ultima ad avvalersi di Erio Nicolò ai disegni. Non solo metaforicamente, l'inizio e la fine che si incontrano e danno alla luce una storia nel complesso più che dignitosa, di impianto molto classico e contraddistinta da un'atmosfera piuttosto malinconica, che ritengo sia stata resa piuttosto bene dai disegni di Nicolò, come di consueto puliti ma dotati di una vena di tristezza. Al suo esordio, Nizzi ha gestito piuttosto bene Tex e Carson, mostrandoli abbastanza affiatati (nel rispetto della tradizione glbonelliana), nonché lasciandone trasparire il coinvolgimento emotivo dato dalla responsabilità di dover indagare sulle presunte malefatte che, dai primi riscontri, sembrerebbe aver perpetrato il loro vecchio amico Remington, ex colonnello dell'esercito divenuto ricco allevatore nel sud-ovest del Texas. Ben orchestrata anche e soprattutto l'indagine che i due pards portano avanti comunque con la massima serietà, pur con il proverbiale groppo in gola, il quale tuttavia si fa sempre più piccolo via via che viene emergendo la verità. Tex e Carson, difatti, pur intenzionati ad agire senza favoritismi nei confronti dell'ex amico nel caso questi si dimostrasse colpevole, fanno una fatica immane nel credere che Remington, che ricordano come una persona equilibrata ed un galantuomo, possa essere divenuto un prepotente privo di scrupoli e di onore, e fanno ancora più fatica a credere che una pur brutta caduta da cavallo possa averlo inasprito al punto da non voler vedere più nessuno, ad eccezione della giovane moglie. Alle loro deduzioni personali, si accompagna l'indignazione per la morte dei due contadini che, in una scena tra le più toccanti di sempre della serie, vengono travolti da una valanga d'acqua che non lascia loro scampo: la loro volontà di vederci chiaro, infatti, li porta a scoprire che la valanga è stata deliberatamente causata da mano umana. I sospetti iniziali, non occorre precisarlo, si addensano sul colonnello Remington, a detta dello sceriffo interessato ad espandere sempre più le sue terre, ma i due navigati pards ci mettono poco ad insospettirsi per il fatto che lo stesso sceriffo afferma di non aver potuto parlare con Remington, essendogli stato impedito dalla giovane moglie Dolores e, con determinazione ancora maggiore, dal sovrastante del ranch nonché fratello della vedova, Francisco. Come avviene almeno nove volte su dieci, quando Tex punta qualcuno e lo ritiene colpevole ci azzecca in pieno, e così avviene anche con Francisco: dopo aver inizialmente tentato di indurlo in errore, invero senza riuscirvi per via dell'intelligenza del messicano, il Ranger riesce a mettere sotto pressione Dolores apprendendo la triste ed imprevedibile verità circa la sorte del vecchio amico Remington, ucciso tempo addietro dallo stesso Francisco (in verità amante della donna) che, al posto dell'ex padrone, ha piazzato l'anziano padre di lei. Sopraggiunto il sovrastante, Tex non ha difficoltà nel batterlo in un improvvisato duello, ristabilendo la verità e provvedendo alla propria opera di giustizia. Da opportuno contraltare ad una trama così impregnata di drammaticità, al pari di quanto fatto da molti pards nei loro commenti anche io non ho potuto evitare di cogliere qualche accenno di comicità dato dai continui bonari battibecchi tra Tex e Carson, nonché dalla reazione di Carson che, tutt'altro che indifferente dinanzi al fascino di Dolores, non può o non intende trattenere la propria ammirazione. Momenti di ilarità ben dosati, ottimi per stemperare la tensione di una storia dalle tinte così cupe e pesanti.
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  28. Giudizio e considerazioni che mi trovano perfettamente allineato. Storia che mi è sempre piaciuta moltissimo, sia per la sua connotazione da "giallo" che per i disegni del grande Nicolò, di cui sono sempre stato un affezionato estimatore. Ma è soprattutto bravissimo Nizzi che regala nella sua prima storia pubblicata una trama molto ben congegnata, ricca di spunti interessanti e colpi di scena. E fila liscia che è un piacere per la lettura. Tre sono i particolari di questa storia che mi rimangono più impressi: - l'esclamazione di ammirazione di Carson ("vecchio reprobo" direbbe Tex) nel vedere per la prima volta Dolores (in effetti uno schianto ) - il dialogo "battibeccante" Tex-Carson al ristorante in attesa delle bistecche e, soprattutto all'arrivo delle bistecche mezze crude (da antologia) - la drammatica scena iniziale della valanga d'acqua che sta per sommergere la casa dei due anziani coniugi: le tavole sono pregne di pathos e mi si stringe un pò il cuore a pensare all'orribile fine di due persone che appaiono colpevoli solo della cupidigia di persone senza il minimo scrupolo. Quel grido "Marta!" dell'anziano coniuge mentre la moglie sta per essere trascinata via dalla foga dell'acqua è veramente straziante. Super Nizzi e sempre super Nicolò
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  29. un ottima storia di Nizzi...Poche volte penso di avere letto una storia Tex senza capire prima il finale: un vero giallo! Il vecchietto nel letto lascia di sale Tex (e il lettore). I disegni di Nicolò si adattano benissimo alla storia.
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  30. Su Tex secondo Nizzi ho appreso che questa era la prima storia di Nizzi apparsa su Tex: l'ho riletta, dopo tanti anni, e, poich? non la ricordavo affatto, sono stato subito preso dalla trama gialla e sono rimasto realmente sorpreso dal colpo di scena finale (anche se, ovviamente, era facile sospettare che le cose non stavano come le dipingevano i presunti fratello e sorella). Ho trovato quindi questa storia ottima, davvero un grande esordio per Nizzi, ottimo preludio di quello che sarebbe venuto dopo. Peraltro, vorrei sottolineare il personaggio dello sceriffo, che è un tipo che spesso ritorner? sulle pagine di Nizzi e che proprio qui, in questa sua prima storia, l'autore descrive in maniera perfetta per bocca di Tex: "il mondo è pieno di tipi come lui, che si scavano una confortevole nicchia e ci si nascondono dentro con l'unico proposito di tener lontano i guai. Tipi dalle mani pulite ma che, pur di non turbare il proprio quieto vivere, permettono ai furbacchioni di mettere radici e prosperare". Questo tipo, ricorrente in Nizzi, è preso pari pari dalla realtà, è talmente autentico e a noi così ben noto, che mi piace pensare che Nizzi l'abbia pescato dalla realtà del suo piccolo paese di Fiumalbo. Questi intercalari, che poco hanno a che fare con la trama ma che caratterizzano attori e comparse delle storie, li ho sempre molto amati, e Nizzi sin dall'inizio ce ne d' impareggiabile prova. Per me, anche questi particolari sono significativi.
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  31. A quanto pare da un pò di tempo a questa parte il buon @borden con i lettori di Dampyr si comporta come il padre nella parabola del figliol prodigo. Mi spiego ... Come per altre serie Bonelli, ma non tutte, esistono due tipologie di lettori della testata Dampyr. Quelli come me che hanno sempre comprato e letto tutti gli albi in edicola, compresi, speciali, maxi, color e albetti fuori serie. Anzi, fino al n. 150 ho comprato due albi (uno per lettura, l'altro da collezionare ... senza avere come pungolo inutili minicards o magneti). Ho letto tantissimi capolavori, ma sempre più spesso recentemente mi sono sorbito anche storie di livello molto scadente di autori improvvisati o minimamente interessati a fare il loro dovere di scrittori, ingaggiati perché @borden era troppo impegnato con Tex. Essendo un appassionato di Tex, ho chiuso un occhio, talvolta due come il figlio fedele e ubbidiente della parabola, continuando a comprare e leggere, quasi senza fiatare. E vi sono gli altri lettori, ovvero quelli occasionali che se capita loro una storia senza rimandi stringenti scritta da @borden, se un pò mentalmente strutturati, condividono la bontà dell'albo, mentre se scadente, correttamente lo criticano e smettono di comprare destinando ad altri divertimenti la spesa. Quelli poi che non sono abituati allo stile di @bordentrovano le storie troppo complicate e neppure iniziano la lettura. Cosa fa allora @borden? I lettori non abituati al suo stile e poco strutturati li lascia da parte perché forse non si evolveranno mai, anche se in realtà dovrebbero essere istruiti; quelli invece che potrebbero apprezzare Dampyr e spendono altrimenti i loro soldi, li cerca uno ad uno, li perdona e prepara loro una grande festa uccidendo allo scopo il famoso vitello grasso. E il figlio fedele? Beh .. il figlio fedele rimarrà sempre tale, quindi di lui il padre non se ne cura.
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