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Posso azzardare una chiave di lettura. Come l'ho vista io. Ci sono dei lavoratori. Sfruttati, vessati, spinti a lavorare in condizioni disumane, per il profitto di gente che non hanno nemmeno mai visto. Al massimo vedono i SORVEGLIANTI, cioè gente incaricata soprattutto di tenerli a bada che non si ribellino. L'unica "legge e ordine" del luogo. Questi lavoratori vengono forzati a lavorare in condizioni pericolose, e alla fine c'è un incidente, che li rende esseri mostruosi, orrendi, che vivono nel continuo dolore delle loro ferite e delle loro ustioni. Dove si sfoga la loro rabbia, il loro odio? NON verso chi li ha sfruttati, ma verso altra povera gente. Uccidono gli indiani e prendono come schiavo un bambino, da sfruttare. Sono all'ultimo gradino, e se la prendono con chi sta peggio di loro, di un altro colore e più giovani, a cui affidano i lavori più umili, in cambio di percosse e prepotenze, come schiavi. Ubbidiscono, come sempre, all'autorità di chi li bastonava prima e li comanda adesso, spingendoli ad attaccare altra povera gente, che odiano ferocemente senza motivo, "io mi sono fatto un mazzo a lavorare e oggi sono pieno di dolori, perchè loro devono vivere in pace? Voglio che stiano peggio di me" L'incidente alla fine non ha "reso" mostri quegli uomini, ha "solo" reso evidente la loro mostruosità interiore, gli ha dato la scusa per fare il male che, come tutti, desiderano fare. Ma lo fanno solo a quelli più deboli. Ai sorveglianti, obbediscono. Rispettano il manganello. Amano il manganello quando si abbatte sui più deboli. Che loro odiano. Magari se ci fosse un referendum per limitare i morti sul lavoro, non si presenterebbero nemmeno a votare... E la gente del paese? Così bigotta e superstiziosa, così pronta a accanirsi contro un bambino, ma terrorizzati da ogni rumore o da ogni stormire di foglia? Che sarebbero pronti anche a linciare un bambino per la "sicurezza", e magari ci approverebbero un decreto liberticida? Per me il tutto è una metafora della società. (forse della "società moderna" ma non credo, dopotutto è ambientata nel 1800). E una visione dell'umanità come essenzialmente vile, opportunista e crudele con i più deboli e servile verso i violenti. Ed è una visione che ho visto in generale in molte cose postate da Manfredi, quando ancora ogni tanto leggevo cosa scriveva su facebook. [Apro una parentesi: come avevo già scritto tempo fa proprio su Manfredi, Facebook fa un sacco male agli autori. E alla gente in generale. L'algoritmo vuole "l'engagement" e quindi ti mostra le cose che ha visto ti fanno reagire, cioè che ti fanno INCAZZARE. Ti mostra un flusso continuo di cose che non solo ti rendono tossicodipendente a quella sensazione di rabbia, frustrazione, indignazione - l'indignazione social è la droga del nuovo millennio - ma che ti MOSTRA IL PEGGIO DEGLI ALTRI. Ti spinge a credere che gli altri esseri umani siano, in generale, delle merde. Ma questa non è una delle discriminanti "filosofiche" fra destra e sinistra? La sinistra dice di unirsi per far valere i propri diritti, la destra dice che tutti gli altri vogliono fo77erti e prendere la tua roba, e devi essere più svelto degli altri e farti avanti a spintoni... basta pensarci un attimo e capisci come gli algoritmi di Facebook, Twitter, etc abbiano spianato la strada a Trump e al dilagare delle idee di destra nel mondo occidentale (tipo il "facciamo la guerra noi prima che ci attacchino gli altri, presto!!!") L'effetto che vedo in particolare su molta gente di sinistra (quella vera anni 70, non la parodia Renziana attuale), che era già disillusa da decenni di berlusconismo e renzismo, se non diventano di destra (o peggio, Renziani anche loro), è il disprezzo assoluto per quelle che un tempo si chiamavano "classi operaie", apertamente odiate come "traditrici" o "fasciste" (senza rendersi conto di stare prendendo questa visione praticamente dall'equivalente moderno dell'Istrituto Propaganda Luce e dal MinCulPop) Scusate la parentesi politica, ma questa chiave di lettura della storia È politica. Comunque chiudo qui la parentesi] Se arrivi a questo livello di pessimismo sull'umanità, non hai bisogno di motivare il sadismo e la crudeltà degli ex minatori: basta vedere il comportamento dei Mormoni che non hanno avuto nessun incidente. Probabilmente i minatori avrebbero ucciso comunque gli indiani perchè di un altra razza. Avrebbero attaccato comunque New Hope, perchè di un altra religione. O perchè semplicemente gliel'ha detto il loro sorvegliante. Uccidere, depredare, stuprare, le altre comunità non è forse quello che ha sempre fatto l'umanità nei secoli? Reietti, fuori dalla "società civile", gli ex minatori danno semplicemente sfogo ai loro desideri repressi. Sono mostri, come tutti. --------------- Se accetti (almeno per la durata della storia) questa visione da incubo dell'umanità, cioè accetti le premesse della storia, vedi come comunque Manfredi è abile a "vendertela": la sparatoria iniziale è una divagazione per far partire la storia, ma già ci mostra un mondo dove la legge non solo è corrotta e al soldo dei violenti, ma addirittura gode all'idea di uccidere a tradimento (guardate il vicesceriffo). Chi chiede aiuto viene ignorato (tranne che da Tex e Carson), lungo la strada vedono solo segni di violenza, il trading post saccheggiato e il gestore ucciso, poi arrivano a New Hope e invece della tipica comunità di brava gente da salvare, sono descritti come fanatici deficienti incapaci di raziocinio, pronti a considerare un bambino una creatura mostruosa... la storia ci mostra una visione desolante dell'umanità prima ancora di farci vedere il primo "mostro"! A me la storia è piaciuta. Per i disegni "mostruosi" in senso buono e anche perchè Manfredi è bravo a farti entrare piano piano in questa visione terrificante dell'umanità. Senza "spiegoni" e lungaggini. i dialoghi sono secchi e divertenti (o drammatici). Mi è piaciuta l'inversione del "trope" della dinamite, con Tex e Carson che per una volta devono affrontare avversari che la usano! E grazie, grazie, nell'alto dei cieli, IL TEX DI MANFREDI NON È TAMARRO! Come purtroppo sono non solo il Tex di Ruju, di Faraci, di Recchioni e di gran parte degli autori "moderni", ma purtroppo pure il Tex di Giusfredi (ma ve lo ricordate il Carson che esce sotto il lampione a fare il tamarro nel cartonato di Gomez e Giusfredi?) Guadate come il Tex di questa storia AGISCE IN MANIERA INTELLIGENTE. Pianifica. Pone trappole. Fa costruire fortificazioni. Cerca di prevedere le mosse degli avversari. Deo Gratias! Sappiamo già invece come avrebbe agito il Tex di Ruju, Faraci, Recchioni, e purtroppo Giusfredi: Tex e Carson sarebbero usciti nella main street, magari sotto a un lampione, a dire due battutine "cool" tipo action movie anni 80-90, e poi pagine e pagine di bang bang zip zip aahh ahhh, insomma, la solita noia... E il tipo di battute? Invece del solito stantio teatrino con "vecchio cammello" e "satanasso" stancamente ripetuto (spesso a sproposito) tipico delle storie di Ruju o Nizzi, abbiamo pagina 98 "ho il tuo fucile" "ti manca il mio piombo", il "pessima scelta" di pagina 93 (detto DOPO averli fatti secchi, non PRIMA da tamarro!), o "l'appassionato taglialegna" di pagina 46. Insomma, per me se ne accetti le premesse, questa storia è la migliore pubblicata su Tex da anni! il problema è che non puoi accettare queste premesse su Tex: un eroe "solare" come Tex funziona se SALVA GENTE CHE VALE LA PENA SALVARE: altrimenti perde tutta la sua ragione di esistere! Se l'umanità è così spregevole, perchè salvarla? Ma una storia ogni tanto? Che (purtroppo, anche per la morte di Manfredi) non potrà ripetersi? Si può accettare. Tex e Carson hanno incontrato due gruppi di persone che non sono certo il massimo come esseri umani, ma è un caso, gli altri nelle altre comunità che salveranno le prossime volte sono meglio. Per me poi questa storia presenta, racchiuse, le motivazioni per cui Manfredi sarebbe stato un OTTIMO autore di Tex, ma anche un PESSIMO autore di Tex. Perché le capacità di scrivere un ottimo Tex le aveva tutte. E a volte l'ha scritto, un ottimo Tex. Con dialoghi secchi e incisivi (e quindi sarebbe stato un buon contraltare alternandosi alla verbosità di Boselli). E praticamente credo fosse l'unico altro autore Bonelli in grado di scrivere un Tex non tamarro. Ma allo stesso tempo si "ribellava" a Tex, cercando (non so quanto consciamente) di farlo andare in derive strane. per ideologia, o magari per l'indignazione che si notava sempre di più nei suoi post. @Poe dice che si aspettava che i minatori alla fine non fossero dei mostri e che parte della responsabilità fosse di New Hope. io no, non avevo COSÌ POCA FIDUCIA in Manfredi come sceneggiatore, sarebbe stata la cosa più banale e scontata possibile! (ma proprio per questo in un altra testata Bonelli o con Ruju come sceneggiatore non ho dubbi che sarebbe stato così). Anzi, Manfredi "smonta" questa cosa, facendo dire ai suoi mostri assurde scuse sul fatto che sarebbero giustificati nel far del male agli altri perchè sono brutti e rejetti... mi pare una vera e propria stoccata a Dylan Dog e a un sacco di narrazioni "vittimiste" moderne che ci vogliono raccontare che i cattivi hanno sempre motivi ed è colpa dei buoni, tipo certe rielaborazioni Disney di Crudelia Demon o Malefica... Manfredi fa dire a Tex e Carson cosa pensa di tutte queste scuse a pagina 60 del secondo albo. Tex non è Dylan Dog, non pensa che essere mostruosi fuori sia una buona scusa per essere mostruosi dentro. E niente giustifica le azioni degli ex minatori.4 points
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Tu pensi PRIMA tutte le cose che POI si ritrovano nelle tue storie? È ovvio che la tua mentalità, i tuoi pregiudizi, i tuoi valori, si ritroveranno a volte nelle cose che scrivi, anche se non avevi nessuna intenzione di metterle! io mica ho detto che Manfredi voleva fare un trattato filosofico, era un color Tex, un lavoro praticamente "alimentare" rispetto ad altre cose che lo interessavano di più. Però l'idea del mondo di Manfredi si vede lo stesso. Esattamente come nelle storie di GL Bonelli si vede spesso oome la gente vivrebbe tranquilla e in pace senza ricconi prepotenti... Bonelli mica voleva scrivere trattati di capitalismo e anarchia! Era solo la sua visione di "come stanno le cose", poi magari se glielo facevi notare ti sparava! La storia è più che pessimista, è proprio scoraggiata sulla natura umana. Se non hai la stessa visione del mondo, tu magari dici "ma ci deve essere un motivo perchè sono così", ma non vedi che anche questo riflette la tua visione del mondo? Sono solo visioni del mondo diverse. Che "passano" sulla pagina ogni volta che scrivete. Ma guarda che anche la visione di Ruju traspare sulla pagina, e l'ho commentata MOLTE VOLTE! La cosa di far caso alla visione del mondo che traspare dalle storie... mica lo faccio solo per Manfredi per "arrampicarmi sugli specchi". Lo faccio sempre con tutti! L'ho fatto con GL Bonelli (osservando come la sua sia una visione ottimista dell'umanità ma molto negativa su detiene potere economico o politico), e l'ho fatto anche con Ruju! Quando osservo che nelle storie di Ruju la gente in genere è cretina (e in questo la sua visione assomiglia molto a quella di Manfredi), che il mondo in genere si divide fra povere vittime indifese e incapaci di sparare, tirare frecce, e seguire tracce, e serial killer spesso sovrannaturali o che sembrano tali (facendo capire che vorrebbe scrivere storie slasher con serial killer o comunque poliziesche con indagini, non storie western), quando osservo che nelle sue storie le donne sono sempre figure positive (anche nel male, sono capaci e intelligenti sempre più degli uomini) così come le minoranze, viste come positive ma se sono uomini non tanto svegli, e i maschi bianchi sono in genere stupidi e razzisti (parlo del cast delle comparse, i protagonisti come Ben possono fare eccezione), non sto facendo la stessa analisi che faccio su questa storia di Manfredi? Se questa storia l'avesse scritta Ruju... avrei gridato al miracolo! Soprattutto per il fatto che Tex non è tamarro! (ho già gridato al mezzo miracolo per una storia come "Ben il bugiardo"... poi mi vieni a dire che sono prevenuto contro Ruju! ) Eh lo so. Già altre volte in passato ho parlato con autori Bonelli (non di Tex, quelli stanno abbottonati) accusandoli di cose presenti nelle storie... e mi hanno risposto "ma guarda che io l'avevo scritta così e così, poi in redazione me l'hanno cambiata senza dirmi niente!" Ho saputo di sequenze di decine di pagine completamente stravolte e riscritte da capo, finali modificati, etc.... e in tutti quei casi, la storia originale era MEGLIO e la redazione l'ha rovinata! (o almeno, peggiorata ulteriormente, vedi "i fucili di Shannon", che per riuscire a peggiorare una storia di Nizzi ci vuole talento) (Certo, io lo chiedevo sulle boiate, magari semplicemente gli interventi migliorativi non generavano boiate e poi io non andavo a chiederne ragione allo sceneggiatore... però davvero, quante boiate inserite in redazione mi hanno raccontato!) Però noi lettori non possiamo farci niente. Anche se lo sai che alla Bonelli funziona così (leggo le vecchie polemiche su Jim Shooter per cose tipo la morte di Fenice, e penso a come avrebbero reagito quegli autori al lavorare per la Bonelli), mica puoi smettere di commentare le storie dicendo "chissà chi l'ha scritta davvero!". Fai conto che tutti commenti su certe battute si trasferiscano al vero autore... (ricordando comunque che "sfrondare" è diverso dal "riscrivere". E che tu probabilmente fai troppa paura e Giusfredi non ti "sfronda" abbastanza i dialoghi! )3 points
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In realtà lo spiegano chiaramente. la priorità di Tex e Carson è difendere il villaggio dei Mormoni. Sono andati incontro ai predoni per intercettarli e eliminarli prima che attaccassero il villaggio. Ma una volta interrogata Brenda si rendono conto che i predoni hanno già lasciato il villaggio e attaccheranno New Hope. Che stanno a fare, le belle statuine ad aspettarli con calma mentre quelli massacrano tutti gli abitanti del villaggio? Pagina 60. Ultima vignetta. Lo dicono, proprio spiegato chiaramente. Una volta sola, certo, non tre volte come faceva Nizzi, ma non dovrebbe bastare una? Io mi convinco sempre di più che se dessero retta a quello che gli chiedono i lettori... i lettori stessi fuggirebbero via a gambe levate! Per me, uno dei motivi principali per cui questa storia è piaciuta, oltre ai disegni, è proprio per i dialoghi secchi, senza lungaggini, e SENZA TANTE SPIEGAZIONI. A me ha fatto l'effetto di un po' di ossigeno, dopo albi e albi in cui si soffocava nel testo. Finalmente si lascia qualcosa all'immaginazione del lettore, alla fantasia, senza spiegare minuziosamente e puntigliosamente anche i cibi esatti che saranno proibiti al sicario sovrappeso dal boss dietologo! Mi rendo anche conto che è una questione di ECCESSO: se negli ultimi anni avessimo avuto tutte storie come questa di Manfredi, probabilmente gli darei un voto più basso. Ma non le abbiamo più storie come questa! E proprio magari i lettori che si lamentavano della verbosità delle ultime storie, adesso si lamentano che non gli è stato spiegato tutto nei dettagli. O magari vogliono la scena di pentimento, alla Ruju! Bisogna scegliere, non si può avere la botte piena o la moglie ubriaca: se non vuoi che tutto ti sia spiegato tre volte in "dialoghi esplicativi" pesantissimi, bisogna leggere le storie con attenzione senza perdersi interi dialoghi come quello di pagina 60. Se si vuole leggere distrattamente senza preoccuparsi se si perde un pezzo perchè tanto poi sai che lo rispiegano, non si può poi lamentarsi della verbosità. Se si vuole che tutto sia spiegato nei minimi dettagli non ci si può lamentare se poi ti spiegano per pagine e pagine le origini di ogni palo telegrafico, se invece vuoi le spiegazioni di tutto non ti puoi lamentare se i fumetti oggi non lasciano alcuno spazio alla fantasia e all'immaginazione.3 points
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A me ha convinto proprio perché ambigua, strana e senza giustificazioni. E ovvio, voglio dialoghi cosi ogni volta: rapidi ironici decisi intensi. Una goduria leggerli.3 points
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Letta anch’io. Storia notevolissima, devo dire che sono davvero colpito. Per testi e disegni, la metto tra le migliori degli ultimi anni. Manfredi scrive una versione western de Le colline hanno gli occhi, mettendo però al centro dell’azione Tex e Carson, sempre riconoscibili, risolutivi, perfetti. Come osservato da Diablero, e come anche nel film di Craven, a un secondo livello di lettura traspare una visione dell’umanità di un nichilismo impressionante. Fare una storia di Tex così è geniale. E disegni di Gomez sono semplicemente mostruosi.2 points
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No, perché il giovane Tex non c'è mai stato, non in quel periodo almeno. Considerato che Tex ha ancora la camicia a frange, io direi che cronologicamente questa storia si colloca o subito prima o subito dopo "Le cinque dita della Mano Rossa",2 points
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Alla Bonelli ci si lasciava alle spalle il difficile inverno che era seguito alla improvvisa scomparsa dell'editore Sergio Bonelli che aveva tenuto da sempre in mano le redini della gestione del fumetto prodotto dalla sua Casa editrice, il più popolare e il più venduto in Italia. Fu lo stesso Boselli a annunciare alla fine di quel mese di marzo 2012 sul forum di Comicus la sua nomina da parte del direttore Marcheselli a curatore della testata. Tredici anni dopo, nel giugno 2025, Mauro Boselli abbandona il timone, non sappiamo esattamente ancora nelle mani di chi, ma poco importa. Questo topic è pensato per dare uno sguardo d'insieme ai fumetti prodotti durante il periodo in cui li si è occupato di Tex, districandosi come scrittore e come curatore della testata. Come ci si aspettava, ha introdotto delle grosse novità, non esitando ad andar oltre ai niet che Sergio gli aveva fatto pesare su qualche storia. Per l'appunto dobbiamo chiederci in cosa la sua gestione si sia differenziata rispetto a quella del suo editore. Il messaggio iniziale di questa discussione riassume in breve i punti forti (e i tentativi meno fortunati) del Mauro Boselli curatore. La discussione tenterà anche di capire in che senso la testata di Tex si muoverà nel prossimo futuro. LE STORIE. Anni fa avevo aperto una discussione sui ''lavori interrotti'' dell'autore, ovvero quelle storie che per un motivo o un altro aveva da tempo parlato ma non era riuscito poi a concretizzare. L'esempio più calzante è offerto dalla figlia di Satania di cui Sergio non aveva neppure voluto discutere: è il miglior personaggio partorito dalla sua mente negli ultimi anni, al centro di una bellissima trilogia. Di recuperi di vecchi antagonisti del passato, non sempre graditi a una rumorosa minoranza di lettori e forumisti, è fatta tutta la sua gestione a partire dai suoi stessi personaggi come Jack Thunder, il Maestro, ma anche Jethro o la bella Dawn, per non tirare in ballo l'extraterrestre che appariva in un suo vecchio soggetto perduto dei primissimi anni ottanta che Gian Luigi Bonelli non sceneggiò mai (scelse infatti il fiacco soggetto del figlio Giorgio per scrivere una storia poco memorabile illustrata allora da Nicolò). Uno dei tentativi più ambiziosi del curatore è stato proprio quello di mettere ordine nella serie e rimediare a certi errori del passato. Così è stato per esempio con certe storie di Nizzi che avevano poco convinto: ne sono nate una trilogia incentrata su Yama e Mefisto, molto ambiziosa e riuscita solo in parte, mentre quella della Tigre Nera dopo un primo albo troppo elaborato (o cervellotico) si è rivelata molto appassionante. Non sempre però il ripescaggio dal passato ha portato a storie all'altezza di quelle che le avevano ispirate, pensiamo ai ritorni di Lupe o di Manuela Montoya (su soggetto di Carlo Monni), dei what if che non hanno convinto del tutto. Ma la storia che più ha fatto discutere e che molti rimproverano come l'errore più grande imputabile a Mauro Boselli è la numero 755 a colori illustrata da Villa (su soggetto questa volta di Frediani), per la quale l'autore è stato accusato di voler riscrivere il passato di Tex ai danni di vecchi capolavori del passato. Lo stesso autore ha parzialmente riconosciuto il passo falso, che per il scrivente resta tuttavia solo mezzo, essendo la storia solida e con un finale tra i più belli che abbiamo letto nella serie. NUOVE COLLANE. La rivisitazione del passato di Tex è avvenuta anche tramite una serie di nuove collane promosse dalla Casa editrice (in primis i cartonati francesi e la serie Tex Willer) che hanno raccolto un successo meritatissimo soprattutto grazie all'impostazione voluta dal curatore e alle sue storie sempre sulla cresta dell'onda. Certo non dimentichiamo che nonostante il tentativo di arricchire collane in crisi di identità come i Maxi Tex con un capolavoro come Nueces Valley, avvincente racconto dell'infanzia e dell'adolescenza di Tex, e un riuscitissimo team-up con i tre fratelli Bill (proprio il recupero di vecchie star bonelliane culminato con il recentissimo ripescaggio del detective Rick Master è stato una delle scelte assolutamente vincenti del curatore in questi quasi tre ultimi tre lustri che ci hanno accompagnato), è stato portato avanti con poca convinzione (se non di mezzi tout court). Così queste collane secondarie hanno avuto anche dei demeriti, il principale dei quali è stato per chi scrive l'allontanamento dell'autore dalla serie regolare mensile, lasciata in mano a un altalenante Ruju e a un poco convincente ritorno di Claudio Nizzi sulla testata, voluto proprio da Mauro Boselli nel 2017 e concluso con una striscia di polemiche quattro anni dopo: una delle scelte più infelici di Boselli curatore, perché Nizzi ha intaccato poco e male sulla collana e ha ripagato con rancore e livore chi gli aveva concesso, insperatamente, una nuova chance. Uno dei meriti (e dei cambiamenti più evidenti rispetto al passato) è stata la possibilità di vagliare nuovi soggettisti e sceneggiatori in erba (tra cui quattro o cinque dei nostri forumisti), pura utopia solo se pensata venti anni fa. L'abbondanza delle nuove uscite ha comportato un impoverimento anche dei Texoni. Anche qui le storie migliori restano le poche scritte da Boselli, a cominciare da Il magnifico Fuorilegge a La vendetta delle ombre. Certo Boselli non è e non ha potuto essere Sergio, cioè non ha beneficiato del potere decisionale e dei cordoni della borsa che permettevano all'editore (che aveva anche più tempo a disposizione per farlo) di cercare di contattare i maestri del fumetto internazionale. Nei cartonati alla francese inaugurati dal one shot di Serpieri, da Frontera all'ultimo capolavoro La maledizione di Charro Negro, le storie migliori restano quelle di Boselli, con gli altri sceneggiatori che hanno convinto solo in parte con le loro prove. Un discorso a parte merita il giovane Giusfredi che è cresciuto all'ombra di un maestro come pochi, come era capitato allo stesso Boselli con Gianluigi alla sua stessa età, che ha già scritto una bellissima storia da dieci e lode, guarda caso proprio sul passato di Carson e un suo vecchio idillio, che Mauro Boselli mi ha assicurato essere interamente frutto del suo vice. La storia di cui parliamo è uscita lo scorso anno su un Magazine, l'erede del vecchio Almanacco del West andato in pensione. Anche qui, il curatore si è dimostrato sempre ricettivo di quelle che sono o possono essere delle buone idee: la presenza di una seconda storia breve incentrata su un personaggio ''amico'' era una cosa di cui si era parlato proprio su questo forum. Proprio le storie brevi dei color Tex si sono dimostrare invece a lungo andare un'occasione tutto sommato persa, un prodotto editoriale poco soddisfacente e difficile da scrivere mantenendo alto il livello. UNO SGUARDO AL FUTURO. Questo topic andrà aggiornato nel momento in cui saranno finite nelle edicole tutte le storie scritte da Boselli durante il periodo in cui ha avuto in gestione la testata. Per il momento possiamo aggiungere a quanto già detto che Boselli non ha esitato a far viaggiare Tex ai quattro angoli del mondo, dal polo Nord con la storia Alla ricerca delle navi perdute al Borneo con quella della Tigre Nera, non dimenticando locations come le città di New York e di Los Angeles che non si erano mai viste nella serie e che le hanno dato nuove prospettive più ariose. In questo non ha fatto che seguire l'esempio dettato dal suo editore con i texoni cubano e argentino. Boselli ha concretizzato anche tante idee che erano care proprio a Sergio, in primis con una storia come Luna insanguinata, forse uno degli esempi più alti dell'arte narrativa dell'ormai ex curatore (ricordiamo ancora, per esempio, la storia di Bad Band, anche se meno riuscita). Difficile fare previsioni su come sarà impostato il Tex dei prossimi anni, non conoscendo ancora il nome del successore. C'è da augurarsi che Boselli, ora più libero, abbia campo libero nella scelta dei soggetti senza nessuna preclusione, dei disegnatori con i quali collaborare, della lunghezza delle storie ecc, non sono elementi da poco e resta da vedere se potrà esserci il massimo della sintonia con la persona chiamata ora a sostituirlo. Per quel che mi resta ancora da dire, gli anni della sua gestione meritano almeno un nove in pagella. Non era facile riprendere in mano il timone di una nave che rischiava di affondare dopo che l'ultimo faro, Sergio, si era spento nel 2011. Boselli l'ha fatto con tatto e intelligenza, come si è letto sopra, anche con il massimo grado di apertura mentale. Questo topic, lunghissimo, è il mio ringraziamento personale per tutto quello che ha fatto in questi ultimi tredici anni alla guida di Tex. Grazie Bos!2 points
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Credo che semplicemente all'epoca la gente fosse più abituata "a leggere". i fumetti, e in generale. Riguardo al primo punto (la narrazione in albi tipo intrepido e monello), raramente era davvero "difficile" da decifrare, le forme delle vignette non sono il problema, se l'ordine è chiaro, ma soprattutto... 1) all'epoca tutti leggevano fumetti, sin da bambini (e le bambine leggevano magari i fotoromanzi). Tutti. Erano in ogni casa. Erano dal barbiere, e tutti in attesa del loro turno (che nessuno prenotava prima il taglio, ci andavi e ti mettevi in coda) leggevano i fumetti dal barbiere. (che di solito erano Il Lando e il Tromba, quindi Barbieri (Renzo) produceva fumetti per barbieri (mestiere) 2) Quelle riviste vendevano un sacco non perchè piacessero, ma perchè costavano poco. Già da bambini le disprezzavamo: c'era chi leggeva Tex o Zagor o Mark, chi leggeva i supereroi, chi leggeva i porno (sì, alle elementari), chi leggeva il corriere dei ragazzi e chi leggeva il giornalino. Intrepido e Monello li leggevi perchè li leggeva tua mamma e li trovavi in casa, li trovavi dal barbiere, erano i fumetti di chi non conosce molti fumetti e vuole spendere poco. 3) in genere non è che fossero fatti benissimo. Avevano trame molto semplici, disegno chiari spesso stile fotoromanzo... e quindi autori che magari loro stessi in primo luogo non erano dei gran geni della narrazione a fumetti, ma comunque l;e trame erano semplici e si capivano lo stesso, costavano poco, chissenefrega... Oggi, il mondo è diverso. Anni fa fecero qualche studio (negli USA) per capire perchè i giovani non leggevano più tanti fumetti, e risultava che NON SAPEVANO PIÙ LEGGERLI: vedevano dei disegni, ma era come vedere "trova le 41 differenze" nella settimana enigmistica, mica lo capivano cosa andava prima o dopo... non c'è per me in chi legge fumetti la consapevolezza che è UN LINGUAGGIO CHE HANNO IMPARATO e che non viene per nulla "naturale". Cosa vuol dire la nuvoletta con la punta? Che differenza c'è con quella quadrata senza punta (che qualcuno chiama didascalia)? Devi leggere poi la vignetta sotto, quella sopra o quella di lato? Comunque, ecco di che parliamo, per chi non le ha mai viste. Billy Bis era il personaggio di maggior successo dell'intrepido, ecco qualche tavola: (l'ultima pagina è per me un buon esempio di come semplicemente fossero spesso tavole "sbagliate", dalla quarta vignetta dove vai? Devi tornare su, una cosa tranquillamente evitabile se evitavano quello "scalino". Ma aveva disegnato il mento del biondo troppo in basso...#) (per come è costruita la quarta vignetta, con il balloon che è largo praticamente quanto la vignetta e quasi tocca la testa del tizio di spalle, per me è possibilissimo che il disegnatore non avesse lasciato lo spazio per il ballon e il letterista abbia spostato in basso tutta la vignetta tagliando quella sotto, per far stare i balloon spesso lo facevano, capitava anche alla Bonelli) Che non vendevano un tubo... Certo, vendevano molto più di oggi. Orient Express mi pare che vendesse cifre molto rispettabili, oltre 20.000 copie... in un momento in cui ancora Tex ne vendeva 500.000 e Topolino a volte superava il milione! Era tutto un altro mercato. È come paragonare "Micromega" con Sorrisi e Canzoni TV. il fumetto era un media di massa per bambini e massaie, e quelle erano riviste che avevano intenti "culturali" e costavano molto di più. Nota anche la differenza, evidentissima, fra le storie di Toppi su Alter Alter e quelle sul Giornalino (o anche il suo primo Un uomo Un Avventura), le impaginazioni "strane" le riservava per un pubblico ristretto, sul Giornalino Toppi usava una "gabbia" tradizionale.2 points
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Oh che bella la prima "gita" di Tex e pards a Frisco! La prima di una lunga serie che non deludere. Potrebbero anche essere raccolte un volumi tematici come fatto per Mefisto e Morisco. Per me una piacevolissima prima lettura estiva.1 point
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Perché partire dal presupposto che quel tal personaggio si sia già visto in passato? Non hai pensato che potrebbe essere stato creato da Barbieri in questa storia e che quindi lo rivedremo sì, ma in una storia futura non di Tex Willer?1 point
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Certo, quella era una sua serie e particolarmente ispirata. Interessante e da leggere/collezionare, sebbene ovviamente qualche numero fosse molto meno ispirato.1 point
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Giusto. In realtà dubito che mi fermerò così presto Ma non andrò comunque oltre il numero 100, non avrebbe senso per me. Dal 101 in poi infatti li vorrei originali, niente ristampe.1 point
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La fatica è un conto, è fisiologica. Ma questa cosa del valutare positivamente o negativamente un'opera sulla base del proprio retroterra culturale mi puzza un po'. Un'opera va giudicata per quello che è, per quello che l'autore, dopo varie elaborazioni, deposita sulla pagina. Il resto sono pippe mentali del lettore, non dell'autore. Tra l'altro io personalmente adoro sia Tex che gli X-Men1 point
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Chi ti dice che si comportino "in maniera così distante dalla normale filosofia di vita"? Stai dando per scontato che prima dell'incidente fossero le persone normali che popolano normalmente le storie di Tex (almeno quelle di GL Bonelli): "brava gente", degna di essere salvata da Tex. Ma guarda che forse il "mondo irreale" con "gente improbabile" è proprio quello di GL Bonelli. Gente che se viene vessata e sfruttata, sa riconoscere chi è che la sfrutta, odiano chi gli fa del male, sono capaci di unirsi fra di loro per il bene comune, e magari chiamano in aiuto Tex e Carson? E Tex e Carson (quindi LA LEGGE) li aiutano? E loro collaborano? Fantascienza, nel mondo reale! In una storia, i personaggi si comportano generalmente in modo logico. Quindi... irrealistico. Nel mondo reale, invidia, servilismo e paura contano molto di più della logica. Nel mondo reale, più la gente viene vessata, più ama chi la sfrutta. Nel mondo reale la gente applaude quando vede chi lucra sui tagli alla loro sanità. Nel mondo reale la gente accetta persino di rischiare di avere meno soldi, purché gli altri ne abbiano ancora meno di loro. Fra chi ha rubato 50 milioni di euro allo stato (e vince le elezioni), fra chi ha fama da "furbo che frega tutti e ha fatto i soldi con metodi loschi" (e vince PER QUELLO le elezioni) e chi ha dato un sussidio ai poveri, guarda come NON SOLO viene odiato chi ha dato il sussidio, ma viene odiato PER QUELLO! Il comportamento NORMALE della gente, nel mondo reale, è quello dei minatori. Amano fare del male a chi è più debole di loro, quando possono, anche se non gli ha fatto nulla, e baciano la mano dei potenti, anche se sono criminali che gli hanno tolto tutto. E Manfredi lo chiarisce bene in questa storia: i Mormoni sono solo "meno armati" (e quindi più deboli) ma quando trovano uno più debole di loro, come il bambino indiano, come si comportano? I minatori, prima... erano come adesso, nell'anima. Erano come i Mormoni. Non erano la "brava gente" di GL Bonelli. Nessuna esplosione radioattiva: quella magari sarebbe servita per renderli capaci di agire diversamente dal normale comportamento degli italiani... i minatori sono diventati "mostri" solo ESTERIORMENTE, ma nell'anima lo erano sempre stati. Come lo sono, sostanzialmente, anche i mormoni. Sono Tex e Carson (e il bambino) che sono degli alieni in un mondo così dannatamente "reale". Manfredi lo mostra chiaramente: i sorveglianti, compresa l'unica donna, NON SONO stati sfigurati, non soffrono il dolore delle ferire che gli fa odiare quelli ancora "normali"... ma odiano lo stesso. Brenda vuole uccidere il bambino, dopo averlo "trattato bene" per anni. Forse lo considerava un po' come un figlio. Ma quando lo vedere PREFERIRE ALTRI, andarsene, non obbedirle più, lo odia, e lo vuole uccidere. Assurdo? Eppure quante volte sentiamo di casi di famiglie che uccidono le figlie se "disubbidiscono alla famiglia"? ...pensaci, i minatori e i sorveglianti HANNO PERSO IL LAVORO. Le miniere sono state abbandonate. Tutti quelli che potevano se ne sono andati dopo l'incidente. Quando quelli rimasti sottoterra sono usciti, hanno trovato solo le ultime tre persone, ex sorveglianti, che li stavano ancora cercando. E la prospettiva di andare in giro a cercare un altro lavoro, dove sarebbero stati schifati e derisi da tutti. Sono rimasti lì. NON come una banda di predoni, ma a vivere di quello che riuscivano a cacciare. Poi un giorno arrivano degli indiani. Sono concorrenti per la selvaggina, magari pericolosi. o li considerano pericolosi solo perchè sono indiani. Quindi li ammazzano e gli rubano quel poco che avevano, risparmiando solo il bambino. Poi, magari potrebbero aver ammazzato qualche viandante non lo sappiamo, per quello che ne sanno i Mormone, i razziatori sono arrivati solo l'anno precedente. Quando hanno scoperto, magari dopo del tempo, che era nata una città. L'anno precedente (notare, sono attacchi STAGIONALI, aspettano il raccolto per derubarli del cibo. Come i desperados ne I Magnifici Sette e mille altri western. Dici che un "comune lavoratore" non farebbe mai quel lavoro? Sono nati con la pistola in pugno al posto del ciuccio? Vedono gente "forestiera" che ha cose che loro desiderano, e le prendono con la violenza. Mai visto al mondo? Detto questo... vedo questi atteggiamenti nel mondo reale, e quindi LI RICONOSCO in questo Tex, non mi sembrano strampalati o "strani", mi sembrano anzi CREDIBILI... ma vanno bene in una storia una tantum. Non leggo Tex per trovare storie CON GENTE CHE SOMIGLIA COSÌ TANTO A QUELLA REALE. Però vedo che la rappresentazione della "gente comune" in maniera negativa è una costante degli autori "moderni" (nelle storie di Ruju, se sono indiani sono vittime indifese, se sono bianchi sono sempre violenti e razzisti, e pure sessisti se nel cast ci sono delle donne. E non hanno manco la scusa di essere sfigurati. Forse per questo li consideri più credibili?), e allora tanto vale avere Manfredi che almeno scrive bei dialoghi...1 point
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Una curiosità Bos... Tu concordi con Diablero (e con molti di noi) che si dovrebbero diminuire le uscite? Credi che la diminuzione delle uscite provocherebbe un miglioramento del livello medio delle storie? Visto che molti si lamentano di questo aspetto. Oppure veramente siamo troppo "severi" in questo forum? Naturalmente ci sono gli estremisti del forum, che "stroncano" argomentando, molte storie e molti autori, ma c'è sicuramente una platea di mezzo non pianamente soddisfatta. Cosa ne pensi? Grazie e ciao1 point
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Allora...Finito stamattina e devo dire che non è male e soprattutto c'è un finale a sorpresa (almeno per me). Barbieri organizza un bel gruppo di personaggi e li tratteggia veramente bene. Alcuni sono così ben fatti che ti suscitano sane emozioni (Ernie Bell mi ha irritato, Peggie Sue e il cacciatore di taglie Red Qualcosa ti tirano gli schiaffi dalle mani), anche il dottore e la figlia ad esempio. Il giovane Tex è sempre una ventata di azione, sentimento e sparatorie, alla fine i nemici si dimostrano meno complicati di come possano sembrare però le loro interazioni danno un po' di sale alla pietanza. I disegni di Prisco pur non rubando l'occhio (venivo da Gomez sulla regolare ) sono efficaci e dinamici. Globalmente lettura piacevole.1 point
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La copertina di Dotti è meravigliosa. Il Tex che disegna ha qualcosa di unico,bellissimo.1 point
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A me mancano ancora un sacco di storie di Manfredi su Tex (nel senso che le ho, ma devo ancora leggerle. Volevo farlo quando ho saputo della sua morte ma poi fra mille cose da fare non ho dato seguito a questa idea). Quindi fatico a dare un giudizio "complessivo" sul suo Tex. Soprattutto pensando che il primo soggetto gli fu chiesto nel 1993 alla crisi di Nizzi e le ultime storie stanno venendo pubblicate ora... sono oltre vent'anni, in cui anche il suo stile è cambiato, e soprattutto temo sia cambiata la sua visione del mondo (1993... ma ci pensate? Berlusconi non si era ancora nemmeno candidato...) Il primo pubblicato, "Oltre l'Oregon" (con proprio Gomez ai disegni, primo Tex anche per lui!) mi piacque molto e continua a piacermi. Quasi tutti gli altri che ho letto (sono soprattutto i più recenti) no, questo invece di nuovo sì. Anche quelli che non mi sono piaciuti, per quello che mi ricordo (diversi non li ricordo nemmeno) non mi erano piaciuti per la trama, proprio per il "plot". Non per la sceneggiatura. Non direi che questa storia "manchi di svilupo". Pensa a come è articolata tutta la strategia di Tex, come è INTELLIGENTE! (altro che il Tex tamarro che ci vorrebbero far ingollare gli autori "moderni") 1) Per prima cosa, organizza il villaggio. Visto che si rende conto che gli abitanti sono assolutamente incapaci di difendersi in maniera decente, mette "falsi bersagli" di paglia per far scoprire gli assalitori e prepara cortine di fuoco. Roba semplice per cui non occorra saper sparare. 2) una volta fatto il possibile per fortificare il villaggio, con Carson va incontro agli avversari per cercare di affrontarli lontano dai piedidolci che darebbero solo fastidio. 3) Sgomina quelli che incontra (e anche qui, non con tamarrate banali, ma sfruttando l'intelligenza) ma si rende conto che quelli che attaccheranno il villaggio non sono lì e torna al villaggio. 4) Scopre che hanno dinamite e adatta la sua strategia a questa scoperta. Questa e una cosa che Manfredi ha in comune con Boselli, e sono gli unici due: articolano gli scontri, fanno prendere decisioni tattiche e strategiche. Tutti gli altri, purtroppo, non arrivano oltre ad pagine e pagine di "bang bang" abbastanza ripetitive. L'unica cosa che non definisce qui è il perché e il percome della "gente comune" sia diventata "mostruosa gente comune", ma per me già far vedere quanto sono già "mostruosi" i mormoni risponde alla domanda. Su questi aspetti invece Ruju, Giusfredi, e anche Boselli ci vanno a nozze, con un sacco di informazioni sul perchè i cattivi sono diventati così... ma nel farlo Ruju è stucchevole, i suoi cattivi sono clichè ripetitivi, o sono "supervillain" con qualche superpotere che si sostituisce a una vera caratterizzazione (il pistolero vudu... perché era cattivo quello? Perché era cattiva la strega che gli fabbricava le armature anti-Tex?) o se sono donne hanno avuto un infanzia difficile e comunque sono sempre buone e vanno perdonate. Boselli ha creato villain memorabili in storie come Gli invincibili o I Sette Assassini o la Grande Invasione (e Corbett è un villain, accettatelo...) , ma adesso fa il tour operator a farci vedere la terra della Tigre Nera per spacciarcelo come patriota (ma se era la versione Nizziata di Wil E. Coyote, dai...). Siamo ormai abituati, purtroppo, a 80 pagine dedicate all'infanzia difficile dei cattivi e 10 dedicato a banali bang bang: quando il rapporto si ribalta e abbiamo una battaglia corposa e interessante... si chiedono "ma dove sono le 80 pagine sull'infanzia difficile???"1 point
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Continuo ad essere d'accordo con @Diablero. Questa è una storia sui generis, senza particolare articolazione e spiegazioni sulle motivazioni, bel giro di parole. Dei folli che rappresentano il Caos, contro l'Ordine rappresentato dai Mormoni, a loro volta con i loro pregiudizi e le loro fisime. Che fare? Semplice ... chiediamo aiuto a Tex e Carson con largo anticipo. Alla fine almeno il piccolo indio è stato accettato e la furia cieca annientata. Tutto senza moralismi e scene toccanti o patetiche, tipiche non soltanto di Ruju ma anche di sceneggiatori più giovani. Considero questa storia nella sua mancanza di sviluppo, quasi migliore di Volto Nascosto e alla pari con molte vecchie storie di Magico Vento.1 point
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Questo è il mio primo post su questo Forum. Sono principalmente un lettore zagoriano di cui non manco un numero dal 1992. Le storie di Boselli hanno contribuito a regalarmi un'adoloscenza immaginifica e oggi che ho 44 anni mi ritengo fortunato di poter annoverarlo tra gli autori che di più hanno contribuito alla mia formazione. Da un paio d'anni grazie all'app Bonelli sto recuperando anche le storie di Tex, soprattutto per sopperire alla mancanza di sue nuove avventure su Zagor (esiste pur sempre un limite al numero di volte che posso rileggere quelle vecchie, in fondo ). La notizia della (meritatissima) pensione da curatore mi è dispiaciuta a un livello più intimo di quanto credessi. Goditi questa nuova pagina della tua vita @borden, ma continua a regalarci qualcun altro dei tuoi capolavori!1 point
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Neanche io gradisco (più) le citazioni (che spesso e volentieri sono collegata a scene/atteggiamenti da tamarri) ma Luca sa il fatto suo e chi compra Tex un'opportunità deve dargliela sempre. Io purtroppo ho mollato da tempo per i prezzi ormai irreali - oltre al fatto che comunque non ho mai seguito la TW - ma SO che la storia è ottima.1 point
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Allora...Storia molto diretta e con pochi fronzoli. Si vedono molte situazioni dove interagiscono, anche e soprattutto im modo conflittuale, i "cattivi", fino all'eccidio conclusivo. Molto cruda la parte finale, globalmente c'è tanta azione, un GLB che mette in risalto anche Tiger. Disegni di Galep essenziali e dinamici anche se qualche volto tirato via (Kit). Comunque storia con pochi momenti di stanca. Dialoghi in stile GLB.1 point
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Prime impressioni Senza spoilerare. Ottimo lavoro!Soggetto classico. Piena sinergia tra testi e disegni. Personaggi ben caratterizzati. Sceneggiatura ben articolata, ma fluida.1 point
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C'è stata la storia sui numeri 662 - 663 (Carovana di Audaci) dove però compariva solo come Soggettista, mentre la sceneggiatura era di Faraci. Poi le storie brevi sui colori. Quindi si, direi che si può considerare come la prima sua storia lunga!1 point
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Sono completamente d'accordo a metà sul doppio di tutto. Scherzi a parte, un'ottima analisi per una storia davvero insolita ed anche per certi versi insoluta. Ho apprezzato anche i disegni, pure se a volte le tavole sembrano zeppe di particolari come quelle del Corvo sulla Settimana Enigmistica e in altre Tex sembra un imitatore che imita le fattezze di Tex. ma avercene di storie "sospese" così, con i confini sottilissimi e a volte schizofrenici di tutti i personaggi secondari. Ed una sola certezza di innocenza assoluta: quella del piccolo indiano.1 point
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Eccomi @Diablero, faccio per te da spartiacque. Concordo su tutto quanto hai scritto sulla parte grafica di questa storia. Sei meglio di Sherlock Holmes ! Ti anticipo sulla discussione della storia e sceneggiatura, sebbene in maniera quasi telegrafica. La storia non mi è dispiaciuta affatto. Non sempre queste richiedono un'articolazione spinta come quelle di @borden che, ribadisco a scanso di equivoci, continuano a piacere come sempre o quasi. E questa storia non la richiedeva un'articolazione spinta perchè, in definitiva, un vecchio canovaccio utilizzato in tutte le salse e ambientazioni nella lunga storia dei fumetti della SBE. Poteva andar bene per Tex, come per Zagor, Magico Vento, Nathan Never, Martin Mystere, Dylan Dog, Dampyr e Dragonero ... e credo che i più bravi di me sapranno ritrovare, con dovizia di particolari, questa stessa vicenda che mostra dei "mostri" vendicativi (freaks, esseri mutati, esseri di in un'altra dimensione, comuni cittadini vittime di una pandemia, ecc.) come in tante storie già pubblicate. Qui i "mostri" sono messi a confronto con altri strani tipi, i Mormoni che per quanto brava gente ... sono visti come "strani" e che considerano alieno anche un nativo vissuto fra i "diavoli". Ebbene, forse la morale di tutta la storia di Manfredi è che ognuno di noi può essere considerato "mostro" dal nostro prossimo, per le motivazioni più varie (aspetto fisico, etnia, religione, status sociale, credo politico, ecc.). Forse soltanto su Julia soggetto e sceneggiatura avrebbero necessitato di un adattamento più profondo. Basta ...voto complessivo 71 point
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Non è una differenza "nazionale", sono metodi di lavoro differenti che coesistono in tutte le editorie occidentali. il metodo più diffuso, sia negli USA che in Francia che in Italia è il classico "full script" per dirla all'americana, con lo sceneggiatore che scrive tutta la sceneggiatura prima che la tavola venga disegnata, e indica in generale anche la disposizione delle tavole (poi si va sulla preferenza personale, da Harvey Kurtzman che nei rari casi in cui sceneggiava per altri consegnava tutta la tavola già schizzata, a GL Bonelli che faceva la stessa cosa ma meno definita, a Boselli che divide la tavola graficamente ma non disegna dentro le vignette, a Nizzi che indica le divisioni a parole, a Castelli che pare in una circostanza abbia detto al disegnatore "da qui fai x pagine con Martin e Java che fanno a botte con gli uomini in nero") E ci sono anche casi più strani e peculiare, tipo i vecchi fumetti EC dove il lettering veniva fatto PRIMA del disegno, così il disegnatore sapeva già lo spazio che occupava ma non aveva la minima libertà sulla "gabbia" delle vignette (e nemmeno sulla posizione del personaggi, visto che c'erano già i dialoghi di tutti) Quello di cui parli tu è il "Metodo Marvel" (ma sarebbe più esatto chiamarlo "Metodo Stan Lee") dove il disegnatore aveva un abbozzo della trama (a volte, quando Stan era davvero indaffarato, non più di una chiacchierata al telefono, mentre all'inizio c'erano vere e proprie riunioni con Stan che - dicono - mimava le scene saltando sulla scrivania...), poi il disegnatore disegnava l'intera storia senza dialoghi (Kirby metteva note a lato pagina che puntualmente Lee ignorava), e alla fine lo sceneggiatore metteva i testi (a volte stravolgendo la trama che aveva pensato il disegnatore, vedere per esempio la storia della creazione di Adam Warlock, all'epoca ancora "Him", dove guardando le fotocopie delle tavole inviate fa Kirby scopri che Kirby aveva in mente - e aveva disegnato - una storia totalmente diversa, con gli scienziati mossi da motivi altruistici e la loro creazione che essendo superiore all'umanità li considera formiche senza valore. Lee probabilmente la considerò una storia troppo "filosofica" e nei testi rese gli scienziati malvagi e la loro creazione è disgustata dalla loro malvagità... Non era come vedi un metodo per "valorizzare i disegnatori", ma semplicemente... per risparmiare tempo! Lee era redattore capo, e sceneggiava quasi tutto lui all'inizio, e quindi delegava un sacco di lavoro ai disegnatori. Certo, questo portò alla maggiore vivacità dei fumetti Marvel, ma i disegnatori non erano contenti, per nulla, di fare questo "lavoro extra" spesso non riconosciuto. Oggi il metodo Marvel è quasi estinto. Funzionava con Kirby e Ditko che erano anch'essi sceneggiatori e perfettamente in grado di sceneggiare una storia, ma quando i successori di Stan Lee provarono ad applicarlo con altri disegnatori, i risultati diciamo che lasciarono a desiderare (il grandissimo Gene Colan disegnò un numero di daredevil che era praticamente una unica lunga fuga in macchina, gli piaceva un sacco disegnare le macchine... ). Sopravvive in genere solo quando il "writer" (non lo sceneggiatore, non si chiama così in quei casi) viene chiamato "a posteriori" da un autore che ha realizzato tutta la storia, finita, ma non si fida della sua abilità coi dialoghi e chiama qualcuno a scriverli (è il caso del primo Hellboy di Mignola: il personaggio era di Mignola, che aveva un idea precisa della trama, ma all'inizio non si sentiva sicuro e chiamò John Byrne a scrivergli i testi, senza però poter cambiare una virgola della trama. E dalle storie successive fece da solo. Tutta questa pappardella per dire che i metodi cambiano, persino sullo stesso personaggio, persino con gli stessi autori, e non c'è un "metodo americano" come non c'è un "metodo italiano" e ovviamente non c'è nemmeno un metodo francese. E un tipo di fumetto funziona SE C'È UN AUTORE CAPACE A FARLO FUNZIONARE, ma poi magari diventa una trappola mortale per i suoi epigoni (chi sta immaginando Moebius mentre legge questo passaggio non sbaglierebbe...) Moebius fu una bomba atomica quando "ruppe" tutti gli schemi del fumetto francobelga. Ma Moebius era Moebius. Se ci prova il 99% dei disegnatori a fare Arzack / Arzach [ Harzak / etc (cambiare il nome del protagonista ogni storia! Che matti e che tempi! ) viene solo una pizza, pagine e pagine di un tizio che vola. La "gabbia" la rompi ma se sei uno che capisce perchè funziona, la rompi consapevolmente e con un senso: il 90% dei disegnatori (qui sono più buono sulla percentuale perchè comunque è una cosa grafica) la rompe "per imitare gli altri che la rompono" o "perchè si annoia con la griglia" o per fare sfoggio di bravura, ma senza un vero senso. Moebius è ancora un Dio, ma se riguardo la gran parte delle cose uscite all'epoca che lo imitavano, oggi non mi dicono più niente. E comunque una "rivoluzione" ha la data di scadenza: ci sono cose che quando uscirono stupirono perchè erano diverse da tutto quello che era stato fatto prima, ma che lette quando quelle cose le fanno già tutti... non rimane molto a parte l'aspetto "storico" per filologhi del fumetto. E tra l'altro... all'epoca Moebius non vendeva mica tanto! Era Giraud e Blueberry che vendevano tanto, ma Metal Hurlant rischiò di chiudere all'inizio! (fu salvata dai soldi della Alter Alter italiana, che con le royalties per la riproduzione in italia - in un periodo in cui non solo non avevano altre edizioni straniere, ma anche in Francia vendevano poco, li salvarono dal fallimento). All'inizio il pubblico rifiutò pure Moebius! Poi è andata pure peggio. Il Fumetto Francese via via ha imitato pure i comics americani, sull'onda del rinascimento americano negli anni 80 (gli italiani come al solito arrivarono ultimi a tempo scaduto e invece di imitare il rinascimento imitarono la parodia, incredibile che in italia abbiano imitato di più i fumetti image degli anni 90...) e poi pure i manga, sull'idea (che ha fatto tanti danni anche in italia) tipica "se vendono più di noi, imitiamoli!!" come se perdere l'individualità e diventare una copia ti facesse preferire all'originale... Certo! Il Tex di Ruju, molto più moderno di quello di G.L.Bonelli! (sto scherzando ma fino a un certo punto, purtroppo è vero che Ruju è molto più "moderno", e per questo è peggiore) O andando sui disegnatori, Val Romeo è molto più "moderna" di Galep (ed è pure una donna!!!!!!), i disegnatori attuali di Alan Ford sono più moderni di Magnus, quelli di Spider-Man sono molto più moderni di Ditko e Romita e pure di Kirby, Sio è molto più moderno di Gipi o Buzzelli, e in generale oggi sono tutti più moderni di Moebius, Gal, Breccia, Foster, Caniff, Raymond, tutto vecchiume "superato" dai disegnatori moderni che sono più... moderni! E quindi MEGLIO! (personalmente, non ho più la minima stima del fumetto "moderno", nuove cose da leggere le cerco fra le cose che ancora mi mancano dei giganti del passato) E infatti vende sempre di meno! Nel fumetto francese, a parte il problema storico principale del fumetto occidentale (non ci sono più talenti! O vanno altrove o li omogeneizzano ancora in culla, mi sa...), c'è un problema di "bang for you buck" (in soldono, quanto ti danno in cambio dei tuoi Euro) simile a quello italiano. Fan del cinema, imitatori di grandi come Moebius che non si accorgevano di quante cose dicesse col disegno, o semplicemente autori pigri al grido di "tanto mi pagano a tavola, mica in base alle cose che succedono", o per imitazione di editorie dove un albo ha 250 pagine, hanno ALLUNGATO LE STORIE (o ristretto le trame) al punto che oggi paghi una storia a fumetti (e la paghi molto più che in passato), arrivi alla fine, non è successo niente e finisce con "continua".... Guarda anche l'idea Bonelli del "fumetto alla francese": quante puntate solo "il confine"? Venti mi pare? Parti con una serie in formato Francese e dici che per leggerla tutta devi comprare VENTI VOLUMI? È una follia, una storia di 1000 pagine non la pubblichi in quel formato costoso. In tutto il fumetto occidentale c'è, in varie forme, questo problema. Non hanno più idee e le centellinano? Sono succubi della "narrazione cinematografica"? I disegnatori non vogliono più disegnare le mille vignettine che faceva Moebius su Blueberry (raccontando un sacco di cose) e vogliono fare più splash pages che si fanno prima con meno fatica e rivendi bene la tavola alle convention? Probabilmente un misto di tutte queste cause e altre, ma il risultato finale è che il lettore alla fine invece di godere di una bella storia si scoccia perchè gli hai STRACCIATO I XXRONI con quelle lungaggini e i suoi soldi se li era sudati! Ovvio che finisce che i lettori ti mandato a fare in xulo e risparmiano i soldi, o li usano per comprarsi un vecchio Asterix di Goscinny che in un solo albo ti dava una storia completa (e scritta molto meglio) E intanto, fra i peana alla "modernità" dei quattro gatti che ancora li apprezzano (che sono molti, molti meno di quelli che ancora li comprano) i fumetti occidentali vanno, tronfi per la loro "modernità", giulivi verso l'estinzione...1 point
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Ma questi sono giudizi tranchant alla Diablero! Mica il fumetto franco-belga è morto 50 anni fa... Di roba buona ne hanno fatta e ne fanno ancora, per restare in ambito western Durango, Bouncer, Undertaker, W.E.S.T... La differenza tra la gabbia della bd e quella Bonelli è che in Francia credo che i disegnatori siano liberi di decidere la composizione della tavola, cioè dove e come posizionare le varie vignette sulla pagina, mentre in Italia questa viene decisa in maniera precisa dallo sceneggiatore (poi anche in Italia c'è chi lascia più libertà e chi meno)1 point
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Sarà che sono cresciuto "fumettisticamente" con i comics usa, ma il solo pensiero che uscire dalla gabbia bonelliana sia un trauma per il lettore mi spiace moltissimo. Si cerca il pelo nell'uovo nella narrazione, si ricostruiscono a posteriori intrecci e sviste, in molti casi qualcuno riesce a scovare errori nella posizione degli oggetti (o dell'illuminazione della scena) tra vignetta e vignetta e poi non si capisce qual'è quella successiva se non rientra nello schema. Scelte grafiche effettuate con tranquillità dai grandi cartoonist da più di mezzo secolo farebbero inorridire e mollare la lettura a un lettore che però riesce a comprendere le citazioni dotte dello sceneggiatore? Comprendo benissimo che Tex è il fumetto classico per eccellenza e deve mantenere dei punti fissi (anche a livello di narrazione), ma almeno per gli albi speciali qualche eccezione si dovrebbe permettere, soprattutto se è il disegnatore a beneficiarne. Ora comprendo le scelte di alcuni cartonati (gli esempi che ha mostrato Borden), è il fumetto franco-belga. Ecco, le mille vignette francobollo a me annoiano ed è per quello che presto ho mollato la collana. Ecco un esempio di doppia tavola (impossibile su Tex), ma che il comune lettore internazionale non ha nessun problema a seguire: https://www.clipstudio.net/wp-content/uploads/2020/05/0118_004.jpg Pensato dopo aver postato: un lettore di cento anni fa avrebbe preferito la vignetta senza testo e trovare i dialoghi scritti in carattere Times sotto il riquadro. Io quella roba lì non l'ho mai potuta soffrire, perché prima vedevo cosa succedeva (era inevitabile) e poi dovevo leggere quello che si erano già detti. Ma nel cinema del muto era esattamente così!1 point
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Tra i messicani hermano non significa solo 'fratello', ma per estensione anche 'amico' o 'compagno'. Forse Ruju voleva sottolineare il fatto che i due erano proprio fratelli, e per di più molto legati...1 point
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Anch'io concordo con te. Rimane però il fatto che spesso in fumetti strapopolari come negli Intrepido e poi quasi sempre negli Albi dell'Intrepido, soprattutto dagli anni Cinquanta in poi, le tavole avevano vignette circolari, trapezoidali, romboidali, da far impazzire chiunque, eppure si trattava delle testate che vendevano di più, lette da ragazzini e ragazzini (ma non solo) abituati a questo tipo di lettura, senza che subissero alcun trauma permanente. Oltre questo, si sobbarcavano a leggere (ma forse con gioia) decine di didascalie, ognuna lunga quanto una pagina dei libri di Fabio Volo, ma molto più interessante. Non ne sono sicuro, ma anche il Corrierino degli anni Settanta presentava storie scritte in Italia con tavole "movimentate". Poi c'erano le riviste d'autore e lì Toppi e molti altri sperimentavano senza sosta. Bonelli ... no !1 point
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Non devi fare nulla, ho fatto semplicemente una battuta... Più seriamente, personalmente trovo stucchevole questo tipo di rappresentazione femminile "necessariamente" sempre più abile e intelligente degli uomini, passi una, ma proprio tutte? Poi, in questa storia non dà fastidio proprio per il tono "leggero" e per il ruolo comunque da "donna da salvare" che si presta meglio a questo tipo di inversione (avere il povero bandito frustrato che vorrebbe, chissà perchè, la collaborazione della prigioniera e non la ottiene mai, fa ridere e lo rende un po' ridicolo, ma IN QUESTA STORIA il fatto che i due fratelli siano due balordi banditi da operetta è proprio la loro caratterizzazione, e che la cosa faccia ridere funziona. Anzi, se ci fossero state conseguenze più serie avrebbe stonato parecchio con il tono dell'albo! È in storie dove il tono vorrebbe magari essere più "serio", tipo le quattro vedove, che invece di essere un trope volontariamente umoristico... rischia di diventare involontariamente ridicolo...1 point
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Cosa davvero originalissima e mai vista prima con Ruju... (in generale l'uso delle donne da parte di Ruju è MOLTO monocorde, confrontare la sua storia delle quattro vedove o i suoi personaggi femminili precedenti con una storia dove c'è un ottima caratterizzazione di diversi personaggi femminili come "Verso l'Oregon" di Manfredi, per vedere la differenza fra diversi personaggi femminili e lo stesso stereotipo ripetuto più volte...)1 point
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Fra i paletti obbligatori di un canone e le insidie di ripetitività ormai consueti dopo 77 anni di storie, questa vicenda fila via come un the fresco nella calura: gradevole ma non indimenticabile. ottimi disegni, trama da 7 con mezzo punto in più per la contrapposizione sulla scena delle due figure femminili assai più profonde ed interessanti dei corrispettivi maschili. Soprattutto Jimena: personaggio meritevole di altra chance. Io quasi quasi sogno un futuro incontro con Kit Willer1 point
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Potrei incollare il commento al Texone dello scorso anno: in questo caso non nutrivo grosse aspettative più che altro sulla trama della storia, che dall'anticipazione non mi ispirava un granchè, mentre ero consapevole che avrei apprezzato maggiormente i disegni di Biglia rispetto a quelli di Palumbo. In effetti partendo proprio dai disegni devo dire che Biglia ha fatto un buon lavoro sia sui personaggi, in particolare per me i due pards e i comprimari positivi, che sulle ambientazioni, cittadine e non. Di certo non scopriamo oggi le sue qualità, tuttavia, e non vuole essere una critica, pur essendo un ottimo disegnatore il suo tratto non mi rimane impresso come quello di altri artisti che hanno lavorato e lavorano sulla pagine del nostro... Per quanto riguarda la storia non mi è dispiaciuta, anche se come evidenziato da altri è ancora una volta un po' "leggerina", con qualche scelta di sceneggiatura telefonata ed i nostri che ad un certo punto non sembrano raccapezzarsi sulle tracce di un nutrito gruppo di desperados La vicenda nel complesso, che come ha detto Ymalpas ha un certo sentore nizziano, finisce per suscitare simpatia, come anche il personaggio di Ben, e tuttavia mi aspetto qualcosa di più succoso dall’uscita texiana più attesa dell'anno (almeno da parte mia), a maggior ragione a fronte degli ormai frequenti balzelli di prezzo tanto discussi e criticati.1 point
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La cosa che più mi preoccupa del pensionamento di @borden, al di là del fatto se ce la faranno o meno a rispettare le scadenze (magari è la volta buona che tagliano qualche collaterale), è che non sarà più lui ad approvare i soggetti degli altri sceneggiatori: tremo all’idea di cosa potremmo ritrovarci in edicola (magari qualcosa tipo lo Zagor western di Mignacco & Romeo )1 point
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In effetti dover curare da solo (o quasi, visto la preziosa presenza di Giusfredi ma sempre solo due anime sono!) una serie ammiraglia di tale blasone e importanza per l'editore, con le pubblicazioni che nel corso del decennio si sono moltiplicate più dei pani e i pesci, non deve essere stato facile. A maggior ragione che a Borden si richiede (come ovvio essendo lo sceneggiatore di punta in Bonelli) di continuare a sfornare storie ambiziose in serie su più fronti; in pratica si pretende che al povero Mauro spuntino sei braccia peggio della Dea Kalì. Il lavoro quando è fatto sembra sempre facile e a noi lettori basta che arrivi l'albo in edicola, per farci credere che sia una mansione non così impegnativa, che si colma solo con la passione, ma suppongo che stare dietro a tutto e soprattutto alle scadenze, è un'impresa quasi titanica e per chi possiede tempra d'acciaio. La Bonelli è cresciuta tantissimo in ottant'anni ma sotto questo aspetto ha mantenuto una linea di piccolo editore a gestione familiare. Una serie come Tex effettivamente con le migliaia di tavole inedite all'anno pubblicate di questi tempi, necessiterebbe un curatore per ogni collaterale (Regolare, Tex Willer, Maxi, Color e via dicendo). Il fatto che Mauro possa tirare il fiato e concentrarsi solo sull'aspetto puramente creativo, è un bene e la qualità delle sceneggiature ne risentirà in positivo, ma non sarà facile per il suo successore traghettare la serie, se viene lasciato solo al timone. Beh, speriamo bene. Per rispondere al quesito di Ymalpas nel topic, credo che il resoconto dell'opera di Mauro come curatore sia ampliamente positivo, e non è di certo stato per lui un gioco affrontare questi periodi non facilissimi per il fumetto. Il ringraziamento è doveroso e speriamo che possa ancora farci sognare con la sua irrefrenabile fantasia. Ti vogliamo bene Mauro e lo sai.1 point
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Innanzitutto complimenti a Ymalpas per l'apertura di questa discussione: il giusto tributo al grandissimo lavoro che ha fatto Mauro Boselli come curatore di Tex. Un lavoro difficile che il buon borden ha portato avanti per tanti anni con competenza, professionalità e tanta passione, soprattutto quest'ultima non è mai mancata! E quindi non possiamo che ringraziarlo per tutto l'amore che ha dimostrato per la nostra serie preferita. Le storie Pochi capolavori (come Nueces Valley) ma ottime e buonissime avventure: Il ritorno di Mefisto e Yama, la fine della Tigre Nera, Per l'onore del Texas, Alla ricerca delle navi perdute, la figlia di Satania , Rick Master, I tre Bill, l'incontro con Zagor.. E tutta la saga del giovane Tex merita un voto altissimo. Passi falsi? Richiamare Nizzi e il Tex 755 che io preferisco cestinare e dimenticare che esista. Per il futuro mi aspetto tante altre grandi avventure per il nostro Tex firmate Mauro Boselli!1 point
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Puro western questa storia. Un condensato di piacere di lettura. Niente fronzoli, ambiguità, complessità: un bel gruppo di carognoni, tanta spietatezza e crudeltà. Crudezza nella scena finale. GLB e Galep: inimitabili; fanno quasi rabbia per la facilità con cui riescono a centrare il risultato, apparentemente senza sforzo alcuno, come solo i fuoriclasse sanno fare. Pure con una storia indubbiamente minore come questa, hanno un tocco felice talmente sfacciato da fare rabbia. E non puoi che cavarti il cappello, dannazione!1 point
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una storia western cazzuta, a tratti violenta e tragica, ma di una bellezza notevole. Una sceneggiatura molto completa (almeno secondo il mio modestissimo parere) una banda di Broncos terrorizza il sud dell'Arizona bruciando fattorie e uccidendo pacifici coloni: i pard ricevono l'incarico di eliminare la suddetta banda. Ma una banda ben peggiore, fatta tutta di bianchi (resi graficamente da Galep praticamente tutti uguali ) utilizza metodi di violenza anche peggiori di quelli dei Broncos. Questi farbutti scalpano le vittime, rivendendone poi gli scalpi ad un Greaser rinnegato, che a sua volta li rivende in Messico (spacciandoli per scalpi Apache). Tex e i pard abbandonano per ora la pista dei Broncos per concentrarsi su questa banda, che nel frattempo si macchia di delitti ulteriori a Tomstone, assassinando un mercante e rubando il denaro. Giunti a Tombstone troppo tardi per fermare la banda, i pard approfittano comunque della puntatat per spazzare via una buona parte della marmaglia che governa la città e riprendono l'inseguimento. Gli scalphunters verranno massacrati dai Broncos, che finalmente compaiono nel finale, e torturati fino alla morte (stessa sorte che subiranno Marc Winter e Stone in "Tucson"). Tex e i pard giungeranno in tempo per decimare i Broncos e per chiudere definitivamente la caccia Un episodio minore, ma che mi è sempre piaciuto1 point
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Letizia ha colto perfettamente il punto. Certo, questa è la prima volta che veniamo a conoscenza che Tex ha conosciuto Jim Bridger e diversi altri personaggi storicamente esistiti ed è verissimo che ciò accade perché Boselli ha deciso che avvenisse in questa storia. Mi viene da dire: e allora? Questa è un'operazione abbastanza tipica di quando si narra la giovinezza dell'eroe, innesti di continuity li chiamano. Non ce lo avevano detto prima si obietta. Se è per questo, per 18 anni non ci era stato mai detto che Tex conosceva Cochise poi in una storia del 1966 il capo Apache fa la sua comparsa e, sorpresa, lui e Tex sono vecchi amici. G.L. Bonelli non si preoccupa nemmeno di spiegarci come e quando si sono conosciuti, lo ha fatto Boselli 51 anni dopo ne "Il magnifico fuorilegge". Bridger non è mai stato nominato prima? Semplicemente non ce n'era necessità. Tex è sempre stato avaro di notizie sul suo passato almeno col figlio che ha dovuto aspettare di avere almeno di avere 17 anni per sapere qualcosa sulla giovinezza del padre. A quanto pare, qualcuno si è scordato che fino a "Il passato di Tex" Kit non sapeva nulla della famiglia paterna e delle avventure del padre prima della sua nascita. Quanto al fatto che sia inverosimile che Jim Bridger a quasi 80 anni batta a pugni un uomo che ha la metà dei suoi anni, è vero, loè ma io dico: e chi se ne frega? La scena è bella e pure commovente e tanto mi basta.1 point
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Non male Barbieri su Tex. Spero di vederlo presto sulla regolare. Ottimo anche Prisco. Storia originale, (come quella di Ben il bugiard, uscità quasi in contemporanea), un racconto delle gesta di Tex in una cantina messicana quando deve ancora sfuggire dalla legge. Il tutto messo in musica E quei ballon a pagina 16, mai visti in 70 anni di Tex. E il cacciatore di taglie come si chiama veramente, Red Hackman, pagina 45, o Red Harrigan, pagina 129?0 points
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Proprio Domenica ho incontrato Valentina al Patti Comics, se vi sentisse parlare così, col suo bel caratterino, vi legherebbe come minimo al palo della tortura. 😝😂0 points
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Siamo mai dirlo, bisogna screditare il lavoro della Romeo perchè ha un disegno troppo poco canonico e giovanile0 points
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