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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione dal 28/06/2025 in tutte le sezioni

  1. Un buon Texone, non un capolavoro di sceneggiatura, ma ci vedo un capo e una coda in una storia che tenta, con più o meno successo, la via dell'originalità in quel ha di rendere un visibile omaggio ai miti viventi che sono oggi Tex e Carson. Confesso che è uno degli aspetti che mi sono piaciuti di più. Scorrevole e godibile dalla prima pagina all'ultima, l'unica cosa che gli manca è in fondo solo la classicità glbonelliana, ma ci ho visto molto del Nizzi che fu, quello che ancora riusciva a farci divertire con le sue sceneggiature, così come nei disegni ho pensato più di una volta a Ticci, insomma un prodotto riconoscibile come Tex e non mi pare poco. Buone trovate, persino in quelle contestate sul ponte ballerino la cui presenza, fin dalla prima vignetta, ne suggeriva la conclusione, ma sempre un Tex (e Carson) che ti tirano le castagne roventi dal fuoco, sempre nel posto e nel momento giusto presenti. Con Ruju non sono sempre tenero, ma con storie come questa ha la mia benedizione. PS, detto per inciso, Biglia era la ragione prima delle lamentele di Claudio Nizzi che avrebbe voluto i suoi pennelli per la sua storia: se in questo Texone fosse finita la storia di cui si è dovuto fare carico Bruzzo, beh ancora una volta penso a una bella doccia torrenziale di umiltà sul capo dello sceneggiatore di Fiumalbo e sulle sue insensate pretese. Sic transit gloria mundi.
    4 points
  2. L’ho riletta ieri, per la terza volta. Fresca, epica, commovente come la prima lettura. Per me è “La” storia di Tex, con un eroe granitico, risoluto, empatico che stavolta agisce piacevolmente in solitaria. Il ritmo perfetto, il viaggio, il costante senso di pericolo, la coralità, la caratterizzazione perfetta di tutti i comprimari la rendono una storia eccelsa. Ripeto, per me la più bella di sempre. I disegni del compianto Marcello sono il valore aggiunto che rende quest’opera un capolavoro anche dal punto di vista grafico. Grazie @borden, complimenti per quest’opera meravigliosa
    3 points
  3. Questo è stato l'ultimo messaggio di Letizia, al quale risposi subito dandole ragione per poi approfondire la tematica. Spiace tantissimo che non ci sia più e stento ancora a credere che ciò sia avvenuto davvero. R.I.P. Letizia
    2 points
  4. Tex finora sono circa 195 uscite settimanali, quindi in tutto 973,05 Euro spalmate in 195 settimane cioè 3 anni e 9 mesi, circa 260 Euro all'anno. Può sembrare tanto se si fa il confronto con il prezzo dell'ultima ristampa, la Tex Classic, che ristampa 6 strisce ad albo per 4,50 Euro (e quindi per le stesse storie ristampate finora in anastatica avresti speso "solo" 440 Euro), ma a parte che non c'è proprio paragone per il prodotto, veste, fedeltà incensurata, etc bisogna dire che per un edizione anastatica questi prezzi sono BASSISSIMI. Per gran parte della mia vita, le anastatiche sono state un miraggio, essendo pubblicazioni amatoriali costavano UN BOTTO, certo, molto meno degli originali (e infatti fino agli anni 80 ho comprato gli originali, poi i prezzi sono andati alle stelle e non ho più potuto permettermelo), ma le piacentini spillate costavano più di 6000 lire a striscia più di 20 anni fa, cioè PIÙ DEL DOPPIO DI UN ALBO BONELLI, come se oggi una striscia costasse più di 12 Euro! Quindi, all'epoca pure le anastatiche COSTAVANO TROPPO, presi giusto le primissime serie perchè il fascino del "non censurato" era troppo forte... poi tutte le altre le ho comprate USATE nell'arco di VENT'ANNI cercando l'occasione su ebay! Aspettando per anni e anni "l'occasione del secolo!" (e il fatto che CI SIA RIUSCITO, e che alla fine contando il fatto che ho preso "occasionissime" a prezzi stracciati di blocchi di molti numeri rivendendo poi i doppi, e con i soldi dei doppi rivenduti alla fine me le sia fatte praticamente gratis, spiega anche perchè sia stato felicissimo di avere questa nuova edizione... se avessi preso le piacentini a prezzo di listino spendendo un rene magari a vedere i prezzi di questa mi sarebbero girati i cosiddetti... ) Oggi, grazie allo "sdoganamento" delle anastatiche, prodotte per il grosso pubblico, i prezzi sono molto più bassi (e purtroppo si sono buttati nel settore anche con operazioni malfatte e discutibili come quella di Alan Ford), e le anastatiche sono a portata di (quasi) tutte le tasche! P.S.: io e altri miei amici erano quasi vent'anni che dicevamo, parlando anche con editori o redattori, che ci sarebbe stato il pubblico per pubblicazioni anastatiche... ricevendo risposte condiscendenti e snob da parte di questi "addetti ai lavori" secondo cui "a nessuno interessava quella roba vecchia", mentre questi stessi proponevano "fumetti moderni" che sono stati un flop dietro l'altro...
    2 points
  5. Parto col dire che è stata una piacevole lettura, la storia è simpatica, ha alcune trovate interessanti ed intrattiene. I personaggi sono tutti ben caratterizzati. Certo, magari da un Texone ci si aspetta un po’ di più.. ma sulla regolare questa sarebbe stata una storia accolta da giubilo. I disegni sono l’aspetto che più di tutto tende ad alzare la valutazione, anche se ho trovato il lavoro dell’immenso Biglia un po’ incostante: a volte tavole curatissime, a volte tavole più “approssimative” specialmente nei volti. Ma nel complesso, una prova graficamente molto valida. In definitiva, ad albo chiuso, non rimpiango di averlo aperto, e lo ripongo in libreria con un senso di pace per la bella lettura terminata, cosa che ultimamente non accade spesso (spero nella storia di Manfredi che mi sta prendendo) Per @Diableroincredibilmente, pare che a pag 175 Tex spari per primo. Miracolo!
    2 points
  6. Più probabile per l'argomento, visto che gli Anasazi attirano molto anche se il tipo di soggetto è stato purtroppo utilizzato due volte in pochissimo tempo all'interno della stessa collana.
    1 point
  7. Una delle storie più brutte che ho letto. Poi a parer mio insensati sia il titolo che la copertina del primo albo..Tumak chi? Ma che si nasconda che è meglio..che poi all'inizio del secondo albo fa una figura peggiore. A leggere dal titolo e a vedere la copertina sembra chissà chi..poi il resto della storia con quei quattro mammalucchi fuorilegge di turno..l'unico momento forse con un pò di suspense l'inizio della storia dove tex viene ferito..poi anche l'indiano veggente che fa sparire la farfalla dell'amuleto..mah! Storie da neanche la sufficienza. 5 Mentre ai disegni Civitelli è bravissimo, non tra i miei preferiti ma secondo me sprecato per questa storia. Disegni 7,5
    1 point
  8. Appena riletta. Grazie a questa storia confermo la mia preferenza come pard preferito Kit Carson, da proprio il meglio di sé e peccato che siano sempre più rari questi epici siparietti tra i pards.. Per quanto riguarda la storia do un 7+ la storia di per sé anche se il tema è risentito ecc.. è originale soprattutto per la discesa nelle rapide del Colorado, ma anche per la riuscita di Bonelli nello sfruttare bene o male tutti e 4 i pards. I banditi non sono niente di che ma sono senza scrupoli (e non so quante volte Gilas abbia ripetuto scimmia rossa a Moqui..povero..) ma in generale una delle più belle storie, non un capolavoro ma comunque molto bella e soprattutto per il grande Kit.
    1 point
  9. Rileggendo le storie di fine secondo centinaio, si nota la lieve involuzione dello stile compositivo del grande Gian Luigi Bonelli. Anche "Gli scorridori del Rio Grande" rimarcano questa tendenza, a mio avviso, e lo spunto di soggetto che poteva essere alquanto interessante, scivola via danneggiato lungo una prolissa sceneggiatura che alla lunga rischia quasi di annoiare. Erano passati pochi anni dai celebri capolavori "Il grande intrigo", "Terra promessa", "Una campana per Lucero", "Lotta sul mare" eppure confrontando gli esiti delle prove sembrava che fosse corsa molto più acqua sotto i ponti. Come dicevo nell'introduzione, l'idea delle orchidee misteriose che producono pillole allucinogene, utili alla coppia di villain per soggiogare i banditi della loro banda e intimorire i nemici durante gli assalti a banche e villaggi, non è affatto male, così come si rivela una location alquanto interessante il castillo sulla laguna e tutta la sequenza del geyser vulcanico che contribuisce alla vegetazione della strana pianta. La banda di delinquenti, accumunati da baffi e abiti eleganti da nobili messicani, si avvale pure dalla preziosa collaborazione degli indiani Yaqui agli ordini di Quemado e solo la fuga del "disertore" Tonito (cugino di Eusebio) che tradisce l'organizzazione spifferando tutto a Tex e il Morisco, sconvolto dalla morte del fratello, mina le fondamenta di questa pittoresca e cinica organizzazione criminale. L'episodio comunque pecca di ritmo e spesso anche i dialoghi sono troppo prolissi. Alcune sequenze vengono dilatate oltremodo, altre si fanno più accattivanti e originali (vedi la sequenza del geyser), ma per il resto la trama non viene sviluppata del tutto come si deve e sul finire si assiste a un concentrato di azione e sparatorie, che di fatto incanala la prova verso questo filone, sciupando in parte l'atmosfera particolare e misteriosa del soggetto. Bonelli mantiene la sua grande e sconfinata fantasia, ma si comincia a evidenziare una maggiore difficoltà nel gestire le sceneggiature, soprattutto quelle più estese, e l'amalgama della trama visto che alcune scene e sequenze sembrano un po' legate con forza e non con i dovuti equilibri narrativi di ritmo e scorrevolezza. La sufficienza dell'episodio è comunque garantita anche grazie al contributo di Letteri, sempre sul pezzo e abile a divincolarsi fra i tanti fili narrativi della trama. Ho notato una particolarità: mai come in questo episodio l'autore romano firmò tante tavole e vignette. Mi ha un po' incuriosito la cosa, visto che già l'artista aveva eseguito decine di storie per Tex prima, come mai solo in questa sentì l'esigenza di mettere in calce la sua firma? Era particolarmente soddisfatto della sua prova o c'è altro dietro? Chiudo con alcune curiosità che la mia mente ha elaborato durante la lettura: - in primis l'idea del fiore misterioso che provoca allucinazioni mi ha ricordato un misto fra "Il fiore della Morte" e la mistura che Mitla preparava per il suo "Diablero" entrambi storie scritte da Bonelli per Letteri; - Il grande Gian Luigi non perdeva il fascino per gli anagrammi, visto che ci presenta Quemado e Maquedo due componenti della banda, con nomi che sono uno l'anagramma dell'altro (nella miglior tradizione mifistofelica); - curioso l'errore di ballon che fa dire a Tex ciò che presumibilmente doveva essere dialogo del figlio Kit, visto che è alquanto improbabile che il nostro eroe, sebbene molto acuto e intelligente, abbia mai studiato a scuola cosa sia un geyser. - Per finire, la scena della dinamite che bloccando la bocca del geyser provoca poi il terremoto distruttivo che porrà la definitiva parola fine al Castillo e la banda, probabilmente ha ispirato Nizzi nella sua "Il risveglio del Vulcano", in effetti sembra un'idea bella e pronta che l'autore di Fiumalbo ha copiato per la fine del suo modesto episodio. Il mio voto finale è 6
    1 point
  10. Ho appena terminato la lettura del nuovo Texone "Ben il bugiardo", di Ruju e Biglia, devo dire che l’ho trovato davvero piacevole sotto ogni aspetto. La storia è coinvolgente e ben costruita, con un ritmo narrativo dinamico che mi ha tenuto incollati dalla prima all’ultima pagina, quindi bravo Pasquale sotto questo punto di vista. Ovviamente per me il vero punto di forza dell’albo è l’eccellente lavoro grafico di Biglia: i disegni sono dettagliati, espressivi e potenti, perfettamente in sintonia con l’atmosfera della vicenda. Ogni tavola è ben fatta e studiata, con inquadrature cinematografiche e una resa dei paesaggi davvero di pregio. In conclusione, è un Texone fresco, divertente e appassionante, che è riuscito a sorprendermi in positivo.
    1 point
  11. Storia appena riletta grazie al maxi albo che racchiude l’intera saga del Carnicero. Un esordio fortunato quello di Nizzi sulla regolare, che per non rischiare sceglie un soggetto che gli permetta di percorrere una pista sicura, ripescando uno degli antagonisti più spietati della saga. Questo però non rendeva scontata la riuscita finale della storia.. non basta prendere un protagonista del passato e metterlo in un albo per decretarne il successo (vedasi tanti esempi di ritorni in tempi recenti). Bene, qui l’operazione può dirsi riuscita. È raro che un sequel sia all’altezza del precedente (nel cinema in pochissimi ci sono riusciti, mi viene in mente solo Il Padrino I e II) ma questa storia mi ha coinvolto quasi quanto l’opera originale. El Carnicero è quasi più cattivo qui che in “Guerra sui pascoli”, la storia scorre via bene senza i grossolani difetti che purtroppo incontreremo nella fase più avanzata della scrittura nizziana. La “resurrezione” del Carnicero è abbastanza plausibile, gli eventi passati vengono narrati senza spiegoni fine a se stessi rendendo la storia fruibile anche a chi non abbia letto il prequel. I personaggi giocano bene tra loro, con ruoli ben dosati tra protagonisti e comprimari. La parabola del villain destinato a rivivere il suo incubo tale e quale alla storia precedente è una scelta che ho apprezzato. La storia a mio avviso si perde un po’ nel finale, un po’ tirato via frettolosamente da quando Tex fa irruzione nella villa, ma nel complesso si fa leggere tutta d’un fiato. Peccato non aver approfondito le sorti dei coniugi della locanda, e dei sodali di Balder lasciati nella carrozza prima dell’assalto alla residenza del villain, tra cui la pericolosa Zelda. Riconosco che disegni di Fusco sono di pregevole fattura, anche se non sono tra i miei preferiti in assoluto. Soprattutto i volti, che in alcuni casi trovo scostanti: ora quasi eccelsi, ora “scarabocchi”. In definitiva una bella storia che ho apprezzato. Non grido al capolavoro, forse anche perché l’ho letta subito dopo quella di GLB, e anche se Nizzi cerca di scrivere in continuità, una certa differenza stilistica si nota. Non è un male, ogni autore ha una sua cifra, l’importante è non tradire l’essenza del nostro eroe, come il suo creatore l’ha voluto. Nizzi da questa storia prosegue, sulla sua personale strada, non rovinando il personaggio. Saludos amigos
    1 point
  12. Storia quasi anomala nel panorama texiano dell'epoca. Si tratta quasi di un thriller giudiziario, con un innocente accusato di omicidio, con tanto d'indizi che lo incastrano e Tex che deve trovare le prove della sua innocenza.1) In questa storia Tex agisce completamente da solo. Lui stesso, infatti, rimasto ferito nella storia precedente, aveva mandato avanti i suoi pards a far da scorta al carico d'oro prelevato dalla banca di Las Vegas.2) Ancora una volta Tex si rivela un buon giudice di uomini. Udito il racconto di Bill Dutton, non esita a credergli.3) Mostra anche un senso della legalit? del tutto personale. Per evitare a Dutton il linciaggio non esita a farlo tecnicamente evadere (o se vogliamo, lo rilascia sulla parola ).4) Come è già stato notato, per scagionare Dutton Tex fa sfoggio di tutte le sue capacità di cercatore di tracce. Trova anche un testimone, ma gli viene ucciso sotto il naso.5) Gli avversari di turno sono due stavolta: Landers, il prepotente signorotto locale che vuol mettere le mani sui terreni di Dutton, e Black Kenny, suo socio e pistolero.6) Landers è una mente fina, ma non gli serve a molto. Giunto al dunque pensa di risolvere tutto assaltando il ranch di Dutton, ma è proprio in quello scontro che perder? la vita.7) Quanto a Black Kenny, se avesse abbastanza bin senso se la filerebbe lontano, ma decide di tornare a Las Vegas per vendicarsi. Risultato: finisce stecchito.8) La Las Vegas di questa storia ?, come sottolineato già, decisamente improbabile, visto il contesto storico, ma possiamo passarci sopra.9) Ho letto che qualcuno parla di tentativo di continuity perchè ad un certo punto in una didascalia si accenna al fatto che Tex va a visitare il tenente Floyd, rimasto ferito nella storia precedente. Altro che tentativo: il tenente Floyd era comparso già fina dalla prima vignetta della storia, ancora a letto in casa del dottore, stabilendo un chiaro e tutt?altro che forzato legame con la storia precedente. Che poi il povero tenente Floyd venga dimenticato nel resto della storia è un'altra faccenda. Decisamente buoni i disegni di Galep.
    1 point
  13. La parte iniziale di questa storia, compresa nelle ultime pagine del n. 279, si intitola "Sull'orlo del baratro" e, ad una prima lettura, sembra nulla più che una giustapposizione di due episodi con funzione introduttiva, il primo incentrato su Tex e Kit Willer nella riserva navajo, il secondo sull'incontro inaspettato tra Paul Balder e Strassberg. Ad una più attenta lettura, però, tali episodi si rivelano legati da un sottile parallelismo . Inoltre, l'esito del primo episodio spiega come mai gli sgherri di Balder riusciranno a rapire Tiger e Kit in piena riserva senza che Tex possa intervenire, mentre il secondo mostra al lettore l'avvio del ben congegnato meccanismo del piano di vendetta di El Carnicero, presentando però, senza che n° lui, n° i suoi, n° il lettore se ne avvedano, il granello di sabbia che lo farà inceppare . Di conseguenza, fin dalle prime battute della storia, il lettore ha davanti a sè tutti gli elementi fondamentali della trama, presentati in maniera tale da consentirle di svilupparsi in maniera al tempo stesso coerente e piena di suspence.
    1 point
  14. Costo dell'albo 11,00€. Per i disegni 5,00€ li spendo. La sceneggiatura 1,00€ In breve, se ad un mercatino lo trovate a 6,00€ potete prenderlo, per non aver buchi nella raccolta. Ma 11,00€ non li vale proprio Naturalmente a mio parere!
    0 points
  15. Appena letta questa prima parte. Meno male che in chiusura albo il ragazzino indiano comincia a parlare... Fino a quel momento (umani mostruosi che si nascondono nelle miniere e squartano la gente) mi sembrava "Le Colline hanno gli occhi" di Craven (sparatorie a parte)
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